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 PRIMO PIANO
Il cardinale Marengo
chiama il Gen Rosso


6 novembre 2024

«Ci ha invitati il cardinale Marengo: una Chiesa giovane, fatta di giovani, ha bisogno di un linguaggio “giovane” per parlare ai fedeli».
Il Gen Rosso è in partenza per la Mongolia, dove il 1° dicembre si esibirà nella capitale Ulan Bator. Un concerto voluto dal cardinale Giorgio Marengo, che come prefetto apostolico guida la giovane, vivace e piccola Chiesa cattolica mongola, circa 1.500 battezzati (1.354 nel 2020) su una popolazione di tre milioni e mezzo di abitanti. «Abbiamo pensato a un concerto “partecipato”, a cui contribuiranno anche i giovani locali, che incontreremo nei giorni precedenti», dice Tomek Mikusinski, il portavoce del gruppo nato nel 1966 a Loppiano, su ispirazione di Chiara Lubich. Il 24 e il 30 novembre i 15 componenti del Gen che voleranno in Mongolia daranno infatti vita a tre diversi workshop di danza hip hop, Broadway dance e canto corale, per favorire lo scambio culturale fra i giovani e poter poi animare tutti insieme il concerto del 1° dicembre. «Presenteremo alcune canzoni nuove, ma non mancheranno i classici come Resta qui con noi, richiesta dello stesso Marengo, Le mie mani o Sei fatto per amare. Canteremo principalmente in inglese, qualcosa in italiano e almeno una strofa di La speranza di pace in mongolo: vogliamo promuovere una cultura di pace e fraternità, fondata sui valori della condivisione e dell’unità», aggiunge Mikusinski. In Mongolia il cristianesimo è una presenza antica ma nel Novecento il regime comunista ne aveva praticamente azzerato i fedeli. Quando nel 2002 Giovanni Paolo II eresse la Prefettura, la Chiesa mongola contava 114 fedeli, fra cui 2 sacerdoti, 7 religiosi e 17 suore. In vent’anni i fedeli sono poi cresciuti del 1272 per cento. E oggi, grazie all’impulso del cardinale Giorgio Marengo – arrivato nel Paese nel 2003, come missionario della Consolata – la comunità dei credenti continua, pian piano, a crescere. Nel settembre dello scorso anno a recarsi in Mongolia era stato papa Francesco, rinsaldando la fede di tutti in un cammino tanto nuovo quanto ricco di speranza: «Non abbiate paura dei numeri esigui e dei successi che tardano. Dio ama la piccolezza».

Laura Bellomi (Famiglia Cristiana)

 PRIMO PIANO
Accordi con la Mongolia
per voli diretti dall'Italia


23 ottobre 2024

L’Enac e una delegazione del governo della Mongolia hanno firmato a Kuala Lumpur, in Malesia, ‘l’Air service agreement’ e anche un protocollo di intesa. “I due importanti atti firmati con la Mongolia permetteranno di implementare collegamenti diretti tra l’Italia e la Mongolia. E rappresentano anche un’importante fonte di crescita per l’economia di entrambi i Paesi, sia in termini di turismo che di scambi commerciali”, ha detto il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, che nella capitale malese ha partecipato all’Icao Air Services Negotiation Event, con una delegazione italiana. L’evento, aperto dall’intervento del presidente Icao, Salvatore Sciacchitano, rappresenta un’occasione per condurre negoziati e consultazioni volti a sostenere la ripresa del settore, sottolinea l’Enac.

 PRIMO PIANO
L'Ambasciata porta il know how
del MAXXI a Ulaanbaatar


4 ottobre 2024

L’Ambasciata d’Italia a Ulaanbaatar, in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte della Mongolia e il Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo – MAXXI di Roma, ha organizzato una masterclass sulla “Importanza della curatela nell’arte”. L’evento, posto sotto il patrocinio del Ministero della Cultura, Sport, Turismo e Gioventù della Mongolia, si è svolto oggi, 3 ottobre, nella capitale Ulaanbaatar. A tenere la masterclass presso la Galleria Nazionale d’Arte della Mongolia è stato Francesco Stocchi (foto), direttore artistico del MAXXI, che si è focalizzato sulla condivisione di competenze in materia di curatela, una professione relativamente nuova nel mondo dell’arte contemporanea, e sullo scambio di esperienze con la scena artistica mongola. L’evento sottolinea l’importanza che Italia e Mongolia attribuiscono al consolidamento delle relazioni bilaterali, a partire da quelle culturali, e in particolare dell’arte contemporanea. Negli ultimi anni, incluso quello in corso, la Mongolia ha partecipato alla Biennale d’Arte di Venezia con un Padiglione nazionale. (fonte aise)

 PRIMO PIANO
L'ambasciatrice Piccarreta
incontra il Ministro di Giustizia


24 settembre 2024

L'ambasciatrice Giovanna Piccarreta (foto) è stata ricevuta oggi dal ministro della Giustizia e dell'Interno della Mongolia, Altangerel Oyunsaikhan. Durante l'incontro è emerso l'interesse ad intensificare la cooperazione tra le forze dell'ordine dei due paesi nello scambio di buone prassi e supporto tecnologico. Il ministro ha apprezzato la fruttuosa collaborazione in corso in materia di digitalizzazione nel settore della giustizia tra Mongolia e Italia tramite il programma Taiex della Ue. (fonte Ansa)

 EDICOLA
Putin va dagli sciamani
per piegare l'Ucraina


17 settembre 2024

Su la Repubblica di oggi una pagina dedicata alla visita di Putin in Mongolia a cura di Rosalba Castelletti, dal titolo: Putin va dagli sciamani “Si è fatto benedire per piegare l’Ucraina” - Il leader russo mischia riti pagani e misticismo ortodosso. A Mosca la voce che volesse il via libera per usare il nucleare “Falso, è interessato a elisir di lunga vita e reincarnazione”. Ecco un estratto del reportage:

Da Tuva alla Mongolia con superstizione. C’è un motivo se, a inizio settembre, Vladimir Putin ha visitato il capoluogo tuvano, Kyzyl, e da lì è volato nella capitale mongola, Ulan Bator, sfidando il mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale. E non ha nulla a che fare con le ragioni della politica. Il comun denominatore tra le due visite è la fede ancestrale del presidente russo negli sciamani, quei sacerdoti che si dicono capaci di viaggiare nell’aldilà e di comunicare con spiriti e divinità. «La Mongolia e Tuva sono considerate la patria degli sciamani più potenti al mondo. E Putin combina da tempo il misticismo ortodosso con le tradizioni pagane», spiega Mikhail Zygar, ex fondatore e direttore della tv indipendente Dozhd e autore di All the Kremlin’s Men (“Tutti gli uomini del Cremlino”). E il politologo Abbas Galljamov, ex scrittore di discorsi di Putin, lo conferma. Ufficialmente a Kyzyl Putin ha inaugurato una lezione di patriottismo in una scuola locale e a Ulan Bator ha partecipato alle celebrazioni dell’85° anniversario della battaglia di Khalkhin Gol che vide mongoli e sovietici sconfiggere i giapponesi. In realtà lo scopo principale dei due viaggi sarebbe stato incontrare i potenti sciamani tuvani e mongoli. A organizzare la missione — la terza in Mongolia in dieci anni, l’ennesima a Tuva — sarebbe stato Mikhail Kovalchuk, uno dei più stretti consiglieri di Putin e presidente dell’Istituto Kurchatov, dove nacque la prima bomba atomica sovietica. Un coinvolgimento non disinteressato: a Mosca circolerebbe voce che Putin cercasse la benedizione degli spiriti a usare l’arma nucleare, o “arma di Dio” come la chiama il falco Sergej Karaganov. «Senza il consenso degli sciamani, non potrebbe intraprendere un passo così importante per paura di far arrabbiare gli spiriti. Tuttavia, questa versione sembra pura fantasia. Nessuna delle mie fonti può confermarlo», precisa Zygar. L’ex speechwriter Galljamov, invece, cavalca l’ipotesi. «Oltre a ricevere la benedizione per l’uso delle armi nucleari — scrive — Putin era interessato anche alla questione della propria longevità, così come alla reincarnazione». (...) È su consiglio di Shojgu e degli sciamani tuvani che, secondo un’inchiesta del sito investigativo Proekt, Putin avrebbe più volte fatto il bagno nel sangue estratto dalle corna dei maral, o cervi dell’Altaj, che dovrebbe ringiovanire la pelle. Nel corso di questi incontri, Putin si sarebbe inoltre convinto che forze soprannaturali lo hanno consacrato come il “Prescelto”. Prima di lanciare l’offensiva in Ucraina nel 2022, si sarebbe consultato con vari mistici, sciamani compresi, e gli avrebbero tutti predetto la vittoria. Il sospetto, però, è che da attori consumati non dicano a Putin quello che gli spiriti sussurrano loro, ma quello che il leader del Cremlino vuole sentirsi dire. Non è il caso dell’autoproclamato “Sciamano-Guerriero” Aleksandr Gabyshev che ha tentato più volte di percorrere a piedi gli 8 mila chilometri tra l’Estremo Oriente Russo e Mosca per «scacciare via dal Cremlino quel demone di Putin» con antichi riti mistici. Arrestato dopo aver percorso circa 3 mila chilometri in sei mesi nel 2019, Gabyshev avrebbe voluto riprovarci nel 2021, vigilia del conflitto in Ucraina, ma non appena ha annunciato che si sarebbe rimesso in marcia dalla Jacuzia è stato ricoverato con la forza in una clinica psichiatrica. Non ne è più uscito. Ben venga lo sciamanesimo, purché non maledica l’Eletto.

 CULTURA
L'ultima luna di settembre
il 18 settembre con Nuovo Armenia


17 settembre 2024

L'associazione Nuovo Armenia propone per mercoledì 18 settembre alle ore 21 in via Livigno 9 a Milano la proiezione del film mongolo L'ultima luna di settembre di Balžinnâm Amarsaihan. È l'occasione per scoprire o riscoprire (la pellicola è del 2022) un gioiello cinematografico ambientato nella campagna mongola: Tulgaa da tempo ha lasciato il villaggio per andare a vivere in città come chef. Una telefonata lo avverte che il patrigno sta per morire e lui lo raggiunge. Dopo il decesso mantiene la promessadi portare a termine il lavoro di fienagione fino al calare dell’ultima luna piena di settembre. Nel corso della sua permanenza conosce il piccolo Tüntüülej, che vive coi suoi nonni. Inizialmente tra loro si instaura un rapporto di sfida, che pian piano si appianerà, lasciando spazio a un legame fatto di stima e condivisione. La suggestione della fotografia e dei paesaggi della steppa mongola è uno dei richiami più forti di questa pellicola che è stata scelta come rappresentante della Mongolia ai premi Oscar 2023. Nuovo Armenia è un’associazione di promozione sociale e propone un programma culturale inclusivo e multidisciplinare con lo scopo di ampliare lo sguardo oltre i confini. Promuove la cinematografia contemporanea di Africa, Asia e America Latina, una cultura di comunità, un approccio plurale alla progettazione e alla gestione dell’associazione.

 PRIMO PIANO
La Corte dell'Aja:
“La Mongolia ci spiegherà”


10 settembre 2024

Vladimir Putin non è stato arrestato durante il suo viaggio in Mongolia, Paese membro della Corte penale internazionale e che avrebbe l’obbligo di fermare i ricercati dall’Aja. Ma non sono solo le complicità e le coperture dei “Paesi amici” a mettere a rischio l’inchiesta della procura internazionale. Nelle settimane scorse il Parlamento ucraino ha votato la ratifica dello “Statuto di Roma”, lo strumento legale con cui si aderisce alla giurisdizione della Corte penale internazionale (Cpi). Con un pesante “però”: l’approvazione di un disegno di legge interno che include una dichiarazione secondo cui, per sette anni dopo l’entrata in vigore dell’ingresso alla Cpi, l’Ucraina «non riconosce la giurisdizione della Corte penale internazionale» sui crimini di guerra «quando, probabilmente, il crimine è stato commesso dai suoi cittadini». Un passo che rischia di minare il lavoro della procura internazionale, che ha emesso sei mandati di cattura nei confronti della leadership russa ma che indaga parimenti (finora senza l’emissione di mandati d’arresto) per eventuali crimini commessi dalle forze ucraine. Appena giovedì scorso i ministri della giustizia degli Stati membri e osservatori del Consiglio d’Europa hanno adottato una dichiarazione che delinea una serie di principi per affrontare questioni critiche di giustizia e responsabilità legate all’aggressione della Russia contro l’Ucraina. I ministri hanno ribadito la necessità di istituire un tribunale speciale efficace per il crimine di aggressione contro Kiev. Si tratterebbe di un tribunale “alternativo” a quello dell’Aja ma che dovrebbe comunque basarsi sul Diritto internazionale. Un impegno arrivato dopo che la Mongolia si è rifiutata nei giorni scorsi di arrestare il leader russo che si era recato in viaggio nel Paese asiatico. Il procuratore internazionale Karim Khan, ha assicurato che la Mongolia dovrà dare spiegazioni. «Sono in corso trattative a livello di tribunale. I giudici – ha spiegato Khan alla Bbc – possono fare raccomandazioni in caso di mancata cooperazione, ma non voglio fare previsioni». Rispondendo a una quanto all’ipotesi di un arresto e un processo per il presidente Putin (la Corte dell’Aja può processare gli imputati solo dopo che siano stati arrestati, ndr) Khan ha ricordato l’ex Jugoslavia: «C’era gente che rideva quando il tribunale per l’ex Jugoslavia ha chiesto mandati di arresto per l’ex presidente della Repubblica Serba Radovan Karadzic e Ratko Mladic (il generale che guidò l’esercito serbo durante le guerre jugoslave), per non parlare dell’ex presidente serbo Slobodan Milosevic». Secondo Khan la storia ha dimostrato che «queste persone, un tempo detentrici di un grande potere nel loro Paese e nella loro regione, sono finite sul banco degli imputati». Il 17 marzo 2023, la Camera preliminare della Cpi, presieduta dal giudice Rosario Aitala, ha emesso i primi due mandati d’arresto per Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova, Commissario per i diritti dei bambini presso l’Ufficio del Presidente della Federazione Russa. La Camera preliminare ha ritenuto che vi fossero ragionevoli motivi per ritenere che ciascun indagato fosse «responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa, a scapito dei bambini ucraini», si legge in una nota dell’Aja. Il 5 marzo 2024, sempre la Camera preliminare ha emesso mandati di arresto per Sergeij Ivanovich Kobylash, tenente generale delle forze armate russe che all’epoca dei fatti era comandante della Forza aerea a lungo raggio, e Viktor Nikolayevich Sokolov, ammiraglio della Marina russa che all’epoca dei fatti era comandante della Flotta del Mar Nero. Anche in questo caso i giudici hanno ritenuto che ciascun indagato fosse responsabile del crimine di guerra di aver diretto attacchi contro obiettivi civili, del crimine di guerra di aver causato danni accidentali eccessivi a civili o danni a obiettivi civili e del crimine contro l’umanità di atti inumani. Poche settimane fa, il 24 giugno 2024, sono arrivati i mandati di cattura per l’ex ministro della Difesa russo, Sergei Kuzhugetovich Shoigu e per il generale Valery Vasilyevich Gerasimov, per presunti crimini internazionali commessi almeno dal 10 ottobre 2022 fino almeno al 9 marzo 2023. La Russia non riconosce la giurisdizione della Cpi. Tuttavia Putin ha dovuto annullare alcuni viaggi internazionali nei Paesi che hanno firmato lo Statuto di Roma e sono obbligati a far rispettare gli ordini della Corte. In particolare, ha saltato il vertice dei Brics (il raggruppamento delle economie mondiali emergenti) organizzato in Sudafrica nel luglio 2023. Attualmente i ricercati di rango più alto ricercati dalla Corte penale internazionale sono Vladimir Putin, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant.

Nello Scavo (Avvenire)

 PRIMO PIANO
Putin firma 5 accordi
commerciali con la Mongolia


6 settembre 2024

Si è rivelata del tutto velleitaria la decisione dello scorso anno della Corte Penale Internazionale che nel marzo 2023 ha emesso un fantomatico mandato d’arresto contro il presidente russo Vladimir Putin, accusandolo di presunti crimini di guerra in Ucraina. Da allora, Putin ha continuato a viaggiare in diversi Paesi, effettuando ben quattordici visite ufficiali nell’arco degli ultimi diciotto mesi. Questo l’elenco dettagliato delle visite effettuate dal leader russo nel 2023 e 2024:
12-14 ottobre 2023: vertice della Comunità degli Stati Indipendenti a Biškek, in Kirghizistan;
17-18 ottobre 2023: Terzo Forum Belt and Road a Pechino, in Cina;
9-10 novembre 2023: visita ufficiale in Kazakistan;
23-24 novembre 2023: vertice dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva a Minsk, in Bielorussia;
6 dicembre 2023: visita ufficiale negli Emirati Arabi Uniti e in Arabia Saudita;
16-17 maggio 2024: visita ufficiale in Cina;
23-24 maggio 2024: visita ufficiale in Bielorussia;
26-27 maggio 2024: visita ufficiale in Uzbekistan;
18-19 giugno 2024: visita ufficiale in Corea del Nord;
19-20 giugno 2024: visita ufficiale in Vietnam;
3-4 luglio 2024: vertice dell’Organizzazione della Cooperazione di Shanghai ad Astana, in Kazakistan;
18-19 agosto 2024: visita ufficiale in Azerbaigian;
2-3 settembre 2024: visita ufficiale in Mongolia.

La principale novità del viaggio in corso sta nel fatto che la Mongolia è diventata il primo Paese che riconosce la Corte Penale Internazionale ad accogliere Vladimir Putin dopo il mandato d’arresto della CPI. Tuttavia, il governo mongolo non solo non ha dato seguito al mandato d’arresto, ma ha accolto Putin a braccia aperte, stipulando nuovi accordi di cooperazione con Mosca e dimostrando come i Paesi esterni al blocco imperialista occidentale non abbiano nessuna intenzione di sottostare ad assurdi dettami di terzi. Nel corso della sua quarta visita in Mongolia, Putin ha avuto modo di incontrare il ministro degli Esteri Battsetseg Batmunkh ed il presidente Ukhnaagiin Khürelsükh (foto) mentre della delegazione russa facevano parte anche il ministro degli Esteri Sergej Lavrov e diversi altri esponenti del governo e di importanti aziende della Federazione. Nel corso della visita, i due Paesi hanno firmato cinque accordi sulla cooperazione nella fornitura di prodotti petroliferi, sulla fornitura di carburante per jet e sullo sviluppo del progetto di base per la ristrutturazione della centrale termoelettrica CHP-3 di Ulaanbaatar. Sono stati inoltre firmati un documento riguardante la prevenzione dell’epidemia di peste e un memorandum d’intesa riguardante la conservazione del Lago Bajkal e del fiume transfrontaliero Selenga, il suo principale affluente. La visita di Putin è stata accolta con grande favore dall’opinione pubblica mongola, ed il presidente Khürelsükh ha avuto parole di elogio e di apprezzamento nei confronti del suo omologo: “La visita attuale [di Vladimir Putin] in Mongolia è importante per arricchire le relazioni amichevoli e la cooperazione reciprocamente vantaggiosa tra i nostri due Paesi, in particolare per il ulteriore sviluppo nei settori del carburante, dell’energia, dei trasporti, dell’ambiente, della cultura, dell’istruzione, della sanità e nel settore umanitario” ha commentato il presidente della Mongolia dopo i colloqui bilaterali. “La vostra recente visita in Mongolia è diventata un passo importante nel rafforzamento delle relazioni storiche e tradizionalmente amichevoli tra i nostri Paesi e nello sviluppo e ampliamento della nostra cooperazione economica reciprocamente vantaggiosa“, ha sottolineato ancora il leader mongolo, rivolgendosi alla delegazione russa.

Giulio Chinappi (farodiroma.it)

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Entusiasmo in Mongolia
per la visita di Putin


5 settembre 2024

Il presidente russo, Vladimir Putin, è stato accolto con picchetto d’onore e tappeti rossi nella capitale mongola Ulan Bator, durante la sua prima visita in un Paese membro della Corte penale internazionale (Cpi) da quando è stato emesso un mandato di arresto nei suoi confronti l’anno scorso. Putin è atterrato a Ulan Bator all’inizio di un viaggio di alto profilo visto come un gesto di sfida alla Cpi, Kiev, all’Occidente e ai gruppi per i diritti umani che hanno tutti chiesto la sua detenzione. Il leader del Cremlino ha incontrato il presidente mongolo, Ukhnaagiin Khurelsukh (nella foto) nell’imponente piazza Gengis Khan di Ulaanbaatar, nota anche come piazza Sukhbaatar, dove una banda ha suonato entrambi gli inni nazionali. Il leader russo ha elogiato “l’atteggiamento rispettoso” della Mongolia e ha detto a Khurelsukh che le due nazioni avevano “posizioni vicine” su “molte questioni internazionali attuali”. Putin è ricercato dalla Cpi, con sede all’Aia, per la presunta deportazione illegale di bambini ucraini da quando le sue truppe hanno invaso il Paese nel 2022. L’Ucraina ha reagito furiosamente al viaggio, accusando la Mongolia di “condividere la responsabilità” per i “crimini di guerra” di Putin dopo che le autorita’ non lo hanno trattenuto all’aeroporto. La Cpi ha affermato la scorsa settimana che tutti i suoi membri avevano l'”obbligo” di trattenere coloro che erano ricercati dalla Corte. In pratica, pero’, non esiste un meccanismo con cui obbligare uno Stato membro della Cpi a effettuare un arresto. Paese da 3,3 milioni di abitanti, situato tra due giganti quale Russia e Cina, la Mongolia gode di stretti legami con Mosca da cui dipende per le forniture energetiche. “La Mongolia ha sempre aderito a una politica di neutralità in tutte le sue relazioni diplomatiche”, ha aggiunto il portavoce del governo mongolo. La Mongolia era sotto l’influenza di Mosca in epoca sovietica, ma ha cercato di mantenere relazioni amichevoli sia con il Cremlino che con Pechino dopo il crollo dell’Urss nel 1991. Non ha condannato l’offensiva della Russia in Ucraina e si è astenuta durante le votazioni sul conflitto alle Nazioni Unite. “Ovviamente non c’era alcuna possibilità di arrestare Putin”, ha spiegato Bayarlkhagva Munkhnaran, analista politico ed ex consigliere del Consiglio di sicurezza nazionale della Mongolia. “Secondo Ulan Bator, l’attuale scandalo legato al mandato della Cpi è una questione passeggera rispetto alla necessità di mantenere relazioni sicure e prevedibili con il Cremlino”, ha affermato. “L’Unione europea ha preso atto della visita del presidente russo Vladimir Putin in Mongolia il 3 settembre, nonostante il mandato di arresto emesso nei suoi confronti dalla Corte penale internazionale. L’Ue si rammarica che la Mongolia, Stato parte dello Statuto di Roma della Cpi, non abbia rispettato i suoi obblighi ai sensi dello statuto di eseguire il mandato di arresto”. Lo ha affermato in una dichiarato il portavoce dell’Ue per la Politica estera. “Il presidente Putin è oggetto di un mandato di arresto della Cpi per crimini internazionali, in particolare presunti crimini di deportazione illegale e trasferimento illegale di bambini dai territori ucraini temporaneamente occupati nel contesto della sua guerra di aggressione illegale contro l’Ucraina. L’Ue esprime il suo più forte sostegno agli sforzi per garantire la piena responsabilità per i crimini di guerra e gli altri crimini più gravi in relazione alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. A tale riguardo, l’Ue sostiene le indagini del Procuratore della Cpi in Ucraina e chiede la piena cooperazione di tutti gli Stati parte. L’Ue ribadisce il suo incrollabile sostegno alla Cpi e all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale”, si legge ancora nella dichiarazione. (fonte Agi)

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“Arrestare Putin? Dipendiamo
al 95% dall'energia russa”


4 settembre 2025

Il governo della Mongolia ha attribuito la decisione di non arrestare il presidente russo Vladimir Putin durante la sua visita nel Paese alla sua posizione di dipendenza energetica da Mosca, che rende difficile ammanettare Putin su mandato della Corte penale internazionale per crimini di guerra in Ucraina. In una dichiarazione a Politico, il portavoce del governo ha affermato che "la Mongolia importa il 95% dei suoi prodotti petroliferi e oltre il 20% dell'elettricità dai nostri vicini, che in passato hanno subito interruzioni per motivi tecnici. Questa fornitura è fondamentale per garantire la nostra esistenza e quella del nostro popolo". "La Mongolia - ha aggiunto - ha sempre mantenuto una politica di neutralità in tutte le sue relazioni diplomatiche, come dimostrano le nostre dichiarazioni ufficiali fino ad oggi". Il Paese è tra gli aderenti alla Corte penale internazionale. (fonte ansa, nella foto by Military.com l'incontro fra i due presidenti)

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Putin è in Mongolia
ma Mosca è tranquilla


3 settembre 2024

Vladimir Putin è da oggi, 3 settembre, in visita in Mongolia, in barba al mandato d’arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale (Cpi) ormai un anno e mezzo fa. Le autorità mongole sembrano pronte ad accoglierlo a braccia aperte a Ulan Bator, nonostante l’appello di Kiev a eseguire il mandato. A cui si aggiungono oggi le parole di Bruxelles: “Chiediamo la piena collaborazione di tutti gli Stati contraenti” dello statuto di Roma, il trattato fondativo della Cpi. Di cui la Mongolia è parte. L’Unione europea “ha espresso chiaramente la propria preoccupazione per la visita attraverso la delegazione Ue in Mongolia”, ha spiegato la portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, Nabila Massrali. Ma il presidente del Paese schiacciato tra Russia e Cina, Ukhnaagiin Khürelsükh, fa orecchie da mercante. D’altronde, non sarebbe la prima volta che un Paese parte della Cpi non rispetta i propri obblighi legali. In base al trattato, tutti i 124 Stati membri della Cpi sono tenuti a eseguire il mandato d’arresto, Ma l’Aia può fare affidamento solamente sulla cooperazione dei Paesi, e non dispone di altro se non sanzioni verbali per chi non adempie ai propri obblighi. Dei 49 mandati d’arresto emessi dall’Aia dal 2002, solo 21 hanno portato a effettive detenzioni e comparizioni in tribunale. Tra chi è rimasto impunito, l’ex leader del Sudan, Omar al-Bashir, ritenuto colpevole nel 2007 di genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità in Darfur. Negli anni, al-Bashir si è recato in diversi Stati membri della Cpi, come la Giordania e il Sudafrica, senza conseguenze. Proprio Pretoria, nell’agosto 2023, doveva essere la meta del primo viaggio internazionale di Putin dopo l’emissione del mandato di cattura per la deportazione illegale e il trasporto di migliaia di bambini ucraini. In quel caso però il presidente russo rinunciò a partecipare fisicamente al vertice dei Brics, limitandosi ad un apparizione in videoconferenza, per il timore che le pressioni interne ed internazionali potessero spingere il Sudafrica ad arrestarlo. Mosca non è invece preoccupata per la lealtà di Ulan Bator: il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato a proposito che “tutti gli aspetti della visita sono stati preparati con cura”. (fonte eunews)

 PRIMO PIANO
L'Ucraina chiede alla Mongolia
di arrestare Putin


1 settembre 2024

L'Ucraina ha chiesto alla Mongolia di arrestare il presidente russo Vladimir Putin quando visiterà il Paese la prossima settimana. La Mongolia è membro della Corte penale internazionale (Cpi), organismo che ha emesso un mandato di cattura per il leader russo. "La parte ucraina spera che il governo della Mongolia sia consapevole del fatto che Vladimir Putin è un criminale di guerra", ha affermato il ministero degli Esteri di Kiev. "Invitiamo le autorità mongole a eseguire il mandato di cattura internazionale vincolante", ha aggiunto. (fonte ansa, foto France24)

 PRIMO PIANO
Cambiamenti climatici,
nomadi mongoli a rischio


30 agosto 2024

Estati caldissime e secche, inverni nevosi e rigidi. Sbalzi termici estremi che si stanno verificando sempre più spesso in Mongolia, dovuti ai cambiamenti climatici, che non stanno lasciando scampo agli animali. Forti nevicate e freddo intenso che subentrano alla siccità estiva hanno ucciso, negli ultimi anni, oltre 7 milioni di capi. Le temperature nel Paese stanno crescendo due volte più velocemente rispetto alla media globale: negli ultimi anni si riscaldano di oltre 2 gradi, mentre diminuiscono le piogge. Molti pastori hanno perso più del 70% del bestiame. L'economia delle famiglie che traggono il proprio reddito dall’allevamento di capre, pecore, bovini, cavalli, cammelli è entrata in crisi. E così, a causa della carenza di scorte alimentari e della mancanza di reddito, la popolazione nomade si sta spostando in città ma le aree urbane sono pochissime e non sono attrezzate per accogliere queste comunità. (fonte tgcom24)

 PRIMO PIANO
L'uccisione dell'orsa:
la condanna mongola


31 luglio 2024

La redazione di mongolia.it e la comunità mongola esprimono la più ferma condanna e il massimo sdegno per l'agghiacciante abbattimento dell'orsa Kj1 in Trentino Alto Adige, degno di un Paese incivile e schiavo di meri interessi economici e di potere. Per il popolo mongolo ogni creatura merita il massimo rispetto, che sia uomo o altro animale, pianta o corso d'acqua. Lo stesso Chinggis Khaan condannava a morte chi sporcava i fiumi o chi faceva violenza gratuita sugli animali. Noi invece condanniamo a morte un'orsa (portata in Trentino non per sua scelta ma per un'operazione voluta dall'uomo a fronte di guadagni tangibili) solo per aver cercato di difendere la sua prole da un runner francese del tutto inadeguato rispetto alla conoscenza territoriale. Per la popolazione mongola risultano inconcepibili tanti comportamenti occidentali, come gli allevamenti intensivi, la caccia per divertimento, il consumo di animali giovani (vitelli, agnelli, maialini) che non hanno ancora completato il proprio ciclo vitale. Verranno recitate preghiere buddhiste e eseguiti riti sciamanici per accompagnare l'anima dell'orsa Kj1, per proteggere i suoi cuccioli ormai indifesi e perché i responsabili, dal primo all'ultimo, abbiano una punizione adeguata. Speriamo che almeno il Tengher, il divino cielo, possa fare giustizia.

 SPORT
Giochi di Parigi:
argento nel judo


27 luglio 2024

Prima medaglia per la Mongolia ai Giochi di Parigi: è l'argento conquistato da Baasankhuu Bavuudorj nel judo femminile -48 kg. La ventiquattrenne atleta, già medaglia d'oro ai Mondiali 2024 ad Abu Dhabi, è stata sconfitta solo nella finale dalla giapponese Natsumi Tsunoda che conquista l'oro. Le due medaglie di bronzo se le mettono al collo la francese Shirine Boukli - primo podio in questa edizione per i padroni di casa - e la svedese Tara Babulfath. 

 SPORT
Olimpiade al via:
il cammino della Mongolia


26 luglio 2024

Al via l'Olimpiade di Parigi: la Mongolia, che ha già vinto per la bellezza delle sue divise, partecipa con 32 atleti, di cui 18 donne e 14 uomini: speranze di medaglia soprattutto nel Judo, nella Lotta, nel Pugilato, nel Tiro con la pistola e Tiro con l'arco, tutte discipline legate alle tradizioni battagliere del popolo mongolo. Da seguire anche le partecipazioni nell'atletica, nel ciclismo, nel nuoto e nel sollevamento pesi. La Mongolia, prima di questi Giochi, ha ottenuto trenta medaglie complessive, di cui 2 d'oro, 11 d'argento e 17 di bronzo. Mongolia.it seguirà in tempo reale l'esito delle manifestazioni con gli atleti mongoli coinvolti. Nella foto, la sfilata della nazionale mongola lungo le rive della Senna durante la cerimonia d'apertura.

 PRIMO PIANO
L'ambasciatrice Piccarreta
visita la missione archeologica


26 luglio 2024

L’ambasciatore d’Italia in Mongolia, Giovanna Piccarreta (seconda da sinistra nella foto), si è recata in visita alla missione archeologica del Centro Scavi Torino (CRAST) a Kharkhorin, guidata da Roberta Menegazzi. La missione, attiva dal 2018 con il sostegno del MAECI, si impegna nella valorizzazione del patrimonio storico-archeologico dell’area di Kharkhorin, l’antica Karakorum, capitale dell’Impero mongolo nel XIII secolo. A partire del 2023, in partenariato con il Museo di Karakorum e la National University of Mongolia, la missione italiana ha intrapreso una ricognizione topografica della valle di Bayangolyn, un’area ricca di testimonianze archeologiche relative a diversi periodi della storia mongola. L’ambasciatrice ha visitato il sito e il museo di Karakorum, incontrando sia i rappresentanti del CRAST sia il direttore del Museo, Bayaraa Terbish, ed Erdenebat Ulanbayar della National University of Mongolia, nonché co-direttore delle ricerche nella valle di Bayangolyn. (fonte aise.it)

 SPORT
Olimpiade, incantano
le uniformi della Mongolia


21 luglio 2024

La presentazione delle divise del team Mongolia ai Giochi Olimpici 2024 di Parigi, che inizieranno il 26 luglio, ha destato meraviglia: le uniformi sono le più belle viste finora, grazie all’affascinante mix di tradizione e modernità. Balenciaga lancia un’applicazione che consente di addentrarsi nelle sfilate del brand con il visore Apple Vision Pro. Dior by Chiuri ritorna alle belle arti affidando alla fotografa Sarah Jones la sua campagna pubblicitaria. Valentino lancia una collezione di essenze haute couture e Ariana Grande è la nuova ambasciatrice Swarovski. Queste, e altre, le nostre pillole di moda della settimana. Per il Team Mongolia trentadue divise per altrettanti atleti, che, durante la cerimonia di apertura e di chiusura delle Olimpiadi 2024 di Parigi, incanteranno il mondo: il giudizio sui social, dopo essere state svelate, è stato unanime. Nell’immagine, quattro modelli indossano la foggia di un abito tradizionale, il deel, indossato durante celebrazioni e competizioni. Sopra, il gilet, al cui centro è posto il ‘Nine White Banner’ ricamato con filo d’oro – lo striscione che verrà portato allo stadio. Quindi il logo delle Olimpiadi e alla base le montagne: le vette che gli alpinisti scalano con grandi sforzi, meritandosi il titolo di veri campioni. La divisa della squadra mongola è stata ideata e realizzata da Michel & Amazonka, marchio fondato da due sorelle nel 2015 ad Ulan Bator, la capitale del Paese, che aveva già lavorato per il Team Mongolia, per i giochi di Tokyo 2020 e per quelli invernali di Pechino 2022. (fonte lavocedinewyork.com)

 PRIMO PIANO
Un aiuto concreto
alle madri disagiate


20 luglio 2024

Splendida iniziativa benefica organizzata dalla Fondazione Mandach Naran e coadiuvata dal Consolato Onorario. L'evento, svoltosi a giugno a Napoli, è stato pèarticolarmente apprezzato dal numeroso pubblico sia dal punto di vista artistico, con l'esibizione del maestro Bayanzul Damdinsuren (nella foto), sia dal punto di vista umanitario con l'obiettivo di dare un supporto concreto alle madri disagiate della Mongolia. È stata anche l'occasione per rafforzare ulteriormente i legami tra Mongolia e Italia grazie all'impegno e alla partecipazione del Console onorario Antonio Paone. La Rai e i principali network regionali hanno seguito con attenzione l'iniziativa. 

 PRIMO PIANO
La Mongolia a Napoli
nelle foto di Sammarco


20 luglio 2024

La Mongolia a Napoli grazie alla Mostra  fotografica inagurata il 14 luglio presso gli spazi della Galleria Navarra. Questo progetto fotografico di Franz Sammarco nasce dal'esigenza di evidenziare gli effetti dello sviluppo economico che sta vivendo la Mongolia, e in particolare la sua capitale Ulaanbaatar, città che vive guardando verso occidente e che ospita circa la metà della popolazione nazionale, in un ecosistema complesso che vede giustapporsi due insediamenti, quello formale, la "città della pietra” e quello informale, la “città delle gher”. La mostra fotografica vuole evidenziare le forti divergenze di due racconti, le scene di vita di chi abita tradizionalmente nelle zone rurali, in condizioni di semi-nomadismo, contrapposte alle scene di vita di una capitale moderna. Questa mostra vuole mostrare anche  le criticità delle gestioni dei rifiuti. Inoltre la campagna  fotografica nasce all'interno del progetto  “3 Rs for a sustainable use of natural resources in Ulaanbaatar”, finanziato nell'ambito del programma europeo SWITCH- Asia. Nella foto, il Console onorario Antonio Paone con l'artista.

 SPORT
Divise olimpiche:
spicca la Mongolia


18 luglio 2024

Che queste Olimpiadi parigine si contraddistingueranno per una grande attenzione a divise e kit da gara, ai brand coinvolti e ai look che proporranno è ormai un dato assodato. Durante la cerimonia di apertura che si terrà la prossima settimana – il 26 luglio, lungo la Senna – sono quattro le divise che non vediamo l’ora di vedere in indosso agli atleti. Le prime sono chiaramente quella della Mongolia, di cui stanno parlando davvero tutti. In seconda posizione ci sono le uniformi dell’Inghilterra che per le cerimonie di apertura e chiusura hanno scelto Ben Sherman. In terza posizione, invece, ci sono quelle di Haiti, pensate dalla designer italio-haitiana Stella Jean e in ultima posizione – ma non per importanza – ci sono quelle le divise per la cerimonia di chiusura degli USA disegnate da Ralph Lauren – che anche in questo caso hanno attirato molte attenzioni. Vale la pena riflettere anche su quelle dell’Italia che dal 2012 sono realizzate da Emporio Armani a fronte di un contratto che durerà fino al 2026, anno delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina. Le divise che verranno indossate dagli atleti della Mongolia – sia per la cerimonia di apertura che per quella di chiusura – sono state pensate da Michel & Amazonka, un marchio locale fondato nel 2015 a Ulan Bator, la capitale mongola. Tradizione ed eleganze spiccano subito all’occhio e sembrano essere la ragione del volume di interazioni sui social a riguardo. I ricami dorati e le rappresentazioni di sole, luna e della Gua-Maral – la bella cerva proveniente dalla mitologia mongola – sono quindi la chiave del successo mediatico ricevuto dalle immagini degli atleti con indosso le uniformi in questione. Sul profilo Instagram del brand troviamo moltissimi dettagli, qui per le uniformi maschili e qui per quelle femminili.  di Anna Frattini (collater.al)

 EDICOLA
Su 7 del Corriere della Sera
Il piccolo libro della felicità


12 luglio 2024

Sul nuovo 7 del Corriere della Sera una pagina è stata dedicata a Il piccolo libro della felicità - Le 9 lezioni del buddismo mongolo, scritto da Federico Pistone e Delgemurun Damdin per Piemme Mondadori. L'articolo è firmato da Michela Mantovan. Ecco il testo e, sotto, il pdf da aprire e leggere nell'originale.

Se  qualcuno vi dicesse «vai con l’olio» che cosa pensereste d’istinto? No, non è un insulto e nemmeno un modo di sminuirvi. Anche perché in Mongolia, caso forse unico, le parolacce non esistono. «Vai con l’olio» è la sintesi di una visione del mondo lontana dalla nostra mente, forse, ma vicina al nostro cuore: l’olio è prezioso, scivolarci sopra è un po’ come pattinare sulla vita, avere un orizzonte più alto, comunque diverso. Federico Pistone, giornalista e scrittore, grande viaggiatore ed esperto di Mongolia, sulla quale ha scritto molto, e Delgemurun Damdin, nata a Ulaanbaatar, prima studentessa mongola laurearsi alla Bocconi, sono gli autori del Piccolo libro della felicità (Piemme): «Per come lo abbiamo pensato» spiegano «questo libro è un compagno da portare sempre con sé. L’idea è cominciare da piccoli passi, ma continui. Siamo troppo prigionieri dei nostri pensieri, la meditazione e la riflessione sono l’unico antidoto». Gengis Khan, il condottiero senza eguali, celebrato dal Washington Post come uomo del Millennio (pensate ai possibili competitori,  Napoleone, Leonardo da Vinci, Einstein, Galileo, per dire) è il simbolo incarnato di questo popolo. Un uomo complesso e contradditorio ai nostri occhi “moderni” e occidentali. Spietato, inflessibile ma anche visionario. Amante della natura tanto da non volerne modificare l’aspetto (di qui il nomadismo e la profonda solidarietà tra le persone, una delle regole cardine di questa società) e da prevedere la condanna a morte per chi sporcava i corsi d’acqua. La Mongolia sotto la sua guida ha conquistato il mondo, lasciando un’eredità culturale unica per poterlo comprendere. Federico e Delgemurun-Muren, che di Gengis Khan è discendente diretta,  hanno scelto nove esercizi per guidarci  verso la vera felicità, in equilibrio tra il piacere delle piccole cose e la liberazione dell’anima. Una premessa: tra la coscienza e l’anima esiste un “corpo” di luce del quale forse molti di noi ignorano l’esistenza. Lì, in questa aura, sono nascosti il segreto e il bisogno di essere felici. Il corpo di luce deve essere nutrito, riattivato, protetto. «I mongoli hanno vissuto immersi in una dimensione spirituale in cui buddhismo, sciamanesimo e riti ancestrali hanno in qualche modo costruito un’alleanza benefica» dice Federico Pistone. È all’incrocio di tutto questo che comincia il percorso verso la realizzazione, perché, scrivono gli autori «l’essere umano è un essere prezioso». Ma andiamo all’esercizio numero 2, visto che il numero uno svela troppo. Partite da questo antico proverbio mongolo: «Pesa le tue parole perché quello che dici si avvera». Ecco, la prova consiste nell’evitare per due settimane di pronunciare qualsiasi espressione negativa. Se proprio il momento lo richiede, «usate “vai con l’olio”, un’espressione curiosa e apparentemente nonsense (per chi vi ascolta) ma voi sapete bene quanto sia preziosa e funzionale», si legge nel Piccolo libro della felicità. Avrete la conferma che le parole pesano davvero e che usarle contro la nostra vita o quella degli altri è un gioco pericoloso. Anche questo ci allontana dal nostro destino. Che, prima o poi, poco o tanto, è o quello di incontrare la felicità.


Da 7 del Corriere della Sera (apri il pdf)
 PRIMO PIANO
Scoperto in Mongolia
antico oceano scomparso


9 luglio 2024

Scoperto un nuovo oceano, occupava parte dell'attuale Mongolia e scomparve circa 300 milioni di anni fa. A ricostruirne la storia, iniziata 410 milioni di anni fa, è lo studio guidato da Mingshuai Zhu, dell'Accademia Cinese delle Scienze pubblicato su Geophysical Research Letters che aiuta a comprendere i cicli in cui i continenti del pianeta si allontanano per poi tornare a unificarsi in grandi super continenti. Nonostante la nostra percezione il nostro pianeta è un luogo molto dinamico, basti pensare che i continenti che a noi appaiono immutabili si sono più volte allontanati e ricongiunti a formare sterminate distese di terra. Movimenti che hanno totalmente modificato la mappa del pianeta con oceani e territori completamente differenti a intervalli più o meno lunghi di circa 400 milioni di anni, in un ciclo detto di Wilson. L'equivalente su scala umana di circa 12 anni. L'ultimo di questi supercontinenti sarebbe stata la Pangea che circa 250 milioni di anni fa, a causa del processo della tettonica a placche dovuto alle dinamiche interne del pianeta, ha portato per frammentazione agli attuali continenti. È ovviamente difficile riuscire a ricostruire con precisione la geografia delle ere precedenti alla Pangea ma analizzando i geologici, e in particolare alcune anomalie gravitazionali, la nuova ricerca ha ora identificato nuovi dettagli di questo antico passato scoprendo che nell'attuale Mongolia, circa 410 milioni di anni fa, si formò un oceano che scomparve poi dopo 115 milioni di anni. A creare quel mare fu un cosiddetto pennacchio, ossia un flusso di roccia del mantello particolarmente caldo e leggero, che creò una profonda spaccatura spingendo 'ai lati' la crosta terrestre. Un fenomeno simile a quello che si osserva oggi ad esempio nella Rift Valley in Africa e nel mar Rosso e la cui scoperta potrebbe aiutare a capire meglio gli eventi avvenuti anche in un più lontano passato e migliorare la conoscenza delle dinamiche profonde che avvengono sulla Terra. (fonte ANSA)

 PRIMO PIANO
Parlamentari: vince
il Partito Popolare ma...


1 luglio 2024

Il Partito Popolare Mongolo (MVP) ha vinto le elezioni parlamentari in Mongolia, ma perde una significativa porzione dell'ampia maggioranza, secondo i risultati preliminari. Il partito ha ottenuto 68 seggi su 126 nel Parlamento e ha mantenuto solo una stretta maggioranza. Il Primo Ministro in carica Luvsannamsrai Oyun-Erdene ha dichiarato il MVP vincitore anche se nel precedente voto, il partito aveva ottenuto 62 seggi che all'epoca ne contava 76. L'opposizione ha fatto registrare notevoli progressi in questa nona elezione parlamentare, dal 1990 quando la democrazia è tornata in Mongolia dopo il distacco dall'ingerenza sovietica. Gli osservatori hanno attribuito questo al desiderio della popolazione di cambiamenti. Il Partito Democratico dal settore centrista ha conquistato 42 seggi, il Partito Hun ne ha guadagnati 8. Due altre piccole fazioni condividono i restanti 8 seggi. Il tasso di affluenza elettorale è stato di circa il 69%, secondo l'agenzia di notizie di stato Montsame. Oltre 2 milioni di persone nel Paese erano chiamate a votare. (fonte aussiederbote.de)

 PRIMO PIANO
Neve insolita
d'estate in Mongolia


24 giugno 2024

Insolite nevicate estive si sono verificate su parti della Mongolia nei giorni scorsi come conseguenza dell'afflusso di aria fredda di natura artica, inclusa la capitale Ulan Bator. Le forti piogge che hanno colpito il Paese si sono poi trasformate in neve nel corso del venerdì. Sebbene la Mongolia abbia un clima continentale rigido, caratterizzato da inverni estremamente freddi e estati calde, la neve in estate è un fenomeno molto insolito. Ulan Bator, con temperature tipiche di giugno che variano tra i 10°C e i 20°C, vede mediamente solo 0,3 giorni di nevicate durante questo mese. Tale statistica evidenzia che la neve a giugno è rara e non si verifica tutti gli anni, ma può accadere sporadicamente. Questi eventi di freddo sono di carattere regionale e non devono essere confusi con l'andamento termico globale. A livello mondiale, giugno 2024 sta registrando temperature ben al di sopra della media, rendendo il giugno 2024 probabilmente il tredicesimo mese consecutivo di caldo record. (fonte 3bmeteo.com) (foto Federico Pistone)

 PRIMO PIANO
 BREAK
La Mongolia
si prepara al Naadam


16 giugno 2024

Ulanbaatar, la capitale della Mongolia situata a 1350 metri di quota sulle rive del fiume Tuul, è lontana dall’immaginario romantico del popolo nomade delle steppe. Gli imponenti edifici, le centrali termiche e i parallelepipedi dei condomini di stile sovietico ricordano il suo passato comunista. Merita una tappa per vedere alcuni dei principali templi lamaisti del Paese e la straordinaria collezione di scheletri di dinosauri esposta nel suo Museo di storia naturale. Tanto più nei prossimi giorni quando ospiterà il Naadam, la principale manifestazione della cultura mongola, dal 2010 patrimonio dell'Unesco. Un evento che ogni anno – dal 1912 - celebra l'indipendenza del Paese asiatico. In lingua mongola il festival è chiamato 'eriin gurvan naadam', ovvero 'i tre giochi dell'uomo' perché è concentrato sulle tre attività sportive tradizionalmente legate alla vita nomade: la lotta, le corse dei cavalli e il tiro con l'arco. Fondata nel 1639 come grande accampamento nomade, oggi è il centro politico, economico e logistico della Mongolia. Ulaanbaatar (1.5000.000 abitanti) ospita metà della popolazione del Paese. È l’anello di collegamento stradale e ferroviario tra la Russia e la Cina. Marco Moretti La Stampa (foto Federico Pistone)

 CULTURA
Il Brera tra calcio e arte
nella mostra di Caravaggio a Ub


2 giugno 2024

In linea con la vocazione artistica che accompagna il Brera dalla nascita, anche per via del proprio quartiere d’appartenenza a Milano rinomato per l’arte e sede delle omonime Pinacoteca e Accademia, il Brera Ilch, club di Prima Divisione calcistica in Mongolia parte del Gruppo Brera Holdings, sostiene l’iniziativa di enorme prestigio lanciata dall’Ambasciata d’Italia in Ulaanbaatar dedicata al dipinto originale di Caravaggio “La Maddalena in estasi”. La mostra, sponsorizzata da Falconeri, MIAT, iGuzzini, Sound of Mongolia, Centro Culturale Italia-Mongolia, DolceVita e Bettega / Beretta / Zanetti, si terrà fino al 30 giugno presso il museo Chinggis Khaan di Ulaanbaatar e sarà accompagnata da una serie di eventi a margine sull’iconico pittore italiano (tra cui la proiezione del film “L’Ombra di Caravaggio” di Michele Placido e varie conferenze e masterclass sul restauro). La diplomazia culturale promossa dal Ministero degli Esteri Italiano, per il tramite dell’Ambasciatore in Mongolia Giovanna Piccarreta, anticipa le celebrazioni del 55° anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi nel 2025. Il Brera sostiene la promozione dell’evento, in virtù della propria propensione ad identificare progetti culturali, tanto più nel campo dell’arte, che consentano di rafforzare il legame tra l’Italia e la Mongolia, di pari passo con l’attività calcistica del club locale. (fonte milanpost.info)

 PRIMO PIANO
Federico Marretta, 26.000 km
dal volley alla Mongolia


1 giugno 2024

Dai campi di pallavolo di superlega ai paesaggi mozzafiato attraversando la Via della Seta. Ventiseimila chilometri attraverso tutti gli Stati dell’Europa dell’Est, del Medio Oriente, di alcune repubbliche dell’ex Unione Sovietica fino all’arrivo in Mongolia. È l’avventura on the road del rider siciliano – originario di Sciacca e da due anni arrivato per amore a Catania – Federico Marretta che, in solitaria, a bordo della sua moto Ktm 1290 Super Adventure R ha lasciato l’Italia per raggiungere il paese asiatico. Un viaggio lungo tre mesi divenuto un film, “Long way east”, in programmazione su Amazon Prime e presentato da Nu Doganae. «La fiducia nel prossimo è l’unico conforto e salvezza quando sei da solo dall’altra parte del mondo»: inizia così il racconto dell’ex schiacciatore professionista, 33 anni e una laurea in Scienze Motorie che, appese le ginocchiere al chiodo, ha scelto le due ruote. Gli ultimi due anni di carriera Federico li gioca in A2 a Lagonegro e a Reggio Emilia (prima tra Piacenza, Milano e Verona). «Due anni fa – dice a La Sicilia – le società sportive mi hanno detto o la pallavolo o la moto. Non era vietato per contratto, ma c’era scritto di non fare cose pericolose. Quando si vinceva mi facevano i complimenti per le tendate in cima al monte. Poi si perdeva e mi dicevano “Sai Federico eri stanco durante la partita e roba del genere”».
Vai all'articolo completo su lasicilia.it

 PRIMO PIANO
Concerto tradizionale mongolo
il 7 giugno a Napoli con Damdinsuren


25 maggio 2024

Venerdì 7 giugno appuntamento da non perdere a Napoli con il maestro mongolo Bayanzul Damdinsuren (nella foto), per uno straordinario concerto tradizionale: accompagnato dal morin khuur, una sorta di violino intagliato a testa di cavallo, l'artista si esibirà nel khöömi, l'impressionante canto di gola tipico delle regioni dell'Altai mongolo. Damdinsuren è uno degli esponenti di spicco di questa tecnica eccezionale. Sempre alla ricerca del nucleo della propria cultura e delle connessioni con le altre tradizioni, condensa il suono dello strumento e della sua voce nel suo personalissimo mondo onirico. L'evento, intitolato “Mongolia pura - Musica da lontano molto vicina” e a finalità benefiche,  si terrà il 7 giugno alle 21 (ingresso dalle 20.30) all'Ambasciata presso Palazzo Venezia, in via Benedetto Croce 19 a Napoli, è organizzato dall'associazione svizzera senza scopo di lucro Mandach Naran, che sostiene le madri svantaggiate in situazioni di emergenza in Mongolia e promuove il dialogo culturale con i principali artisti mongoli. “Sarà un'ulteriore occasione per rafforzare sempre di più i legami fra Mongolia e Italia”, ha dichiarato il Console Onorario Antonio Paone.

 CULTURA
Il rock mongolo degli Hu
a Milano: aperta la prevendita


30 aprile 2024

THE HU, folk metal band proveniente dalla Mongolia, ritorna in Italia. Il gruppo annuncia oggi “Hishigten Europe Tour 2024”, serie di date che li vedranno esibirsi dal vivo in Europa, prima di volare in America per aprire le date degli Iron Maiden. THE HU suoneranno il prossimo 18 settembre ai Magazzini Generali di Milano. In apertura salirà sul palco un’altra band che sarà comunicata prossimamente. Biglietti disponibili su MC2Live.it e Vivaticket.com dalle ore 11:00 del 3 maggio. Saranno in vendita anche dei Vip Package*.
Dettagli
THE HU – Hishigten Europe Tour 2024 - 18 settembre 2024 – Milano, Magazzini Generali
Biglietti - MC2 Live | Vivaticket Prezzo del biglietto in prevendita: a partire da € 39,00 + d.p.
Vip Package* The Hu: Workshop di strumento tradizionale della Mongolia + Q&A + Foto – Include:
Un (1) biglietto posto unico in piedi per accedere al concerto
Accesso al workshop sullo strumento con un membro della band prima dello show*
Accesso alla sessione di Q&A con i The Hu prima dello show**
Una foto individuale con i The Hu
Laminato e cordino commemorativi VIP***
Accesso anticipato alla venue rispetto al pubblico generale****
Accesso anticipato al merch
*Un membro dei The HU terrà una masterclass con i loro rari strumenti tradizionali della Mongolia. Il membro della band non sarà comunicato in anticipo.
**Tutti i membri dei The HU saranno presenti per il Q&A e per la foto.
***Il laminato e il cordino saranno consegnati sul luogo dell’evento al momento del VIP check-in. Il laminato ha solo scopo commemorativo. Non acquisisce o autorizza l’accesso alla Venue, aree VIP o backstage.
****Quando e dove disponibile. L’ingresso anticipato permette di accedere alla venue prima dell’apertura porte generale consentendo di effettuare le attività incluse nel pacchetto e assicurando così all’acquirente del pacchetto un posto più vicino al palco. L’orario di apertura porte è soggetto a modifiche. Non è prevista la presenza di un’area “PIT” dedicata e separata dal resto del pubblico.

a cura di Staff (thesoundcheck.it)

 PRIMO PIANO
L'arte mongola di Ayurzana
alla Biennale di Venezia


23 aprile 2024

Ad esporre per il Padiglione della Mongolia durante la 60ª Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia 2024 - è l'artista Ochirbold Ayurzana (nella foto, con il Console onorario della Mongolia, Antonio Paone). L'opera è stata commissionata dalla Ministra della cultura della Mongolia Nomin Chinbat, a testimonianza del valore che lo Stato attribuisce alla collaborazione interculturale e alla condivisione e apprezzamento dell'arte in tutte le sue forme. Ochirbold Ayurzana, le cui opere nel corso degli anni si sono distinte per l'indagine della dimensione spirituale, presenta durante la mostra "Scoprire il Presente dal Futuro", esposizioni scultoree interattive che riecheggiano un viaggio nelle profondità della coscienza. Il tema della coscienza e della connessione dell'anima con il subconscio umano è chiaramente espresso attraverso le installazioni, con il teschio a tre occhi che richiama l'idea del viaggio verso l'Illuminazione; centro e ispirazione della mostra è anche la figura della divinità buddista Citipati, raffigurata spesso come due scheletri danzanti avvolti da fiamme, che Ochirbold riporta grazie alla scultura del teschio con tre occhi e che a sua volta rimanda a l'impermanenza della vita, alla ricerca di una verità oltre la conoscenza e alla pura trasformazione e sviluppo della coscienza umana. Poiché protettrice e simbolo di cambiamento Citipati funge anche da guardia dell’innovazione tecnologica e digitale, una caratteristica della società odierna in continua espansione. Talvolta vista anche come divinità guardiana dell’ambiente, è possibile interpretare Citipati come protettore contro il funesto cambiamento climatico, rendendolo non solo spirito astratto e memoria culturale, ma anima che vive e si realizza anche nei problemi contemporanei. I movimenti delle installazioni riflettono la volontà di cooperazione e incontro globale, la interconnessione tra vari punti nel Nord e Sud del mondo che, a loro volta, ricordano le danze di Citipati e la rendono finalmente anche guida moderna di incontro e trasformazione culturale. L'intento di Ochirbold Ayurzana quindi è un esame della coscienza umana attraverso i livelli sociali e gli atteggiamenti umani in un contesto globale connesso e ricco di espressione artistica. "Scoprire il Presente dal Futuro" è la manifestazione di questo obiettivo, attraverso le installazioni scultoree intitolate "Scoprire la coscienza" e la rappresentazione storica di Citipati che caratterizza la mostra.
(fonte veneziatoday.it)

 SPORT
Biathlon: Enkhbat
sogna Milano 2026


11 aprile 2024

Se si dovesse scegliere una sorpresa emersa dai risultati di questo inverno di biathlon, sarebbe difficile non pensare - tra le altre - anche all’impresa di Enkhsaikhan Enkhbat. Il portacolori della Mongolia, nato nel 2002, ha fatto parlare di sé in occasione degli Europei Junior di Jakuszyce, dove ha centrato una storica medaglia d’oro nell’individuale. Un traguardo che rappresenta il primo successo in assoluto per un atleta mongolo e che apre al giovane biatleta – che tra l’altro compirà 22 anni tra 4 giorni – ottime prospettive per il futuro. Intervistato da Nordic Magazine, Enkhbat ha parlato delle emozioni della propria stagione, soffermandosi anche sui prossimi obiettivi. Facendo riferimento alla storica vittoria, il biatleta svela di aver messo in primissimo piano la precisione al poligono (ha vinto l'individuale con 0 errori): “Il mio obiettivo principale era sparare con precisione senza pensare a vincere poiché, nella storia del biathlon mongolo, nessuno fino ad allora aveva ottenuto un 20/20 in gara. Quindi mi sono concentrato maggiormente sul tiro. Sono molto felice di questo, ma so che è solo l'inizio della mia vita da atleta”. Nel ripercorrere i suoi inizi nello sci di fondo e poi il passaggio al biathlon, Enkhbat sottolinea le numerose difficoltà affrontate per poter emergere in un ambiente come quello del suo paese, dove c’è scarsa considerazione per questo sport: “Durante i sei anni di pratica del biathlon finora, sono stato scoraggiato più volte a causa del debole sostegno statale e della scarsa conoscenza del biathlon nel mio paese. Penso però che il merito dei miei progressi vada agli sforzi compiuti dall’Associazione Mongola di Biathlon”. Guardando avanti, gli obiettivi di Enkhbat sono molteplici. Partendo dai Giochi Asiatici Invernali - che si svolgeranno a febbraio 2025 ad Harbin, in Cina –  fino ad arrivare alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, il biatleta mongolo vuole regalarsi la possibilità di sognare: “Naturalmente ho in mente anche le Olimpiadi di Milano/Cortina 2026”, conclude Enkhbat.

Fausto Vassoney (fondoitalia.it)

 PRIMO PIANO
MONGOLIA: la nuova guida
agile, completa, aggiornata


29 marzo 2024

Arriva “Mongolia”, la nuova guida edita da Tam, disponibile online e presto in libreria. Realizzata dal giornalista del Corriere della Sera Federico Pistone e dalla studiosa mongola Dulamdorj Tserendulam “Tseeghii”, comprende 272 pagine e costa 13,50 euro. Ecco la sinossi: una terra stupefacente da scoprire pagina dopo pagina per una guida di viaggio brillante, essenziale, preziosa, aggiornatissima. La Mongolia è stata giudicata la migliore meta nella classifica Best in Travel 2024 e pur restando una destinazione remota e ancora poco frequentata, conquista il viaggiatore grazie alla sua natura incontaminata, alla commovente ospitalità dei nomadi nelle loro bianche tende di feltro, alle tradizioni millenarie sempre vive, ai riti sciamanici e buddhisti nei monasteri sperduti tra steppa e deserto del Gobi, alla sicurezza che pervade tutto il suo terrtorio. Questa guida offre tutte le informazioni, i migliori itinerari e i consigli pratici per affrontare nel modo più consapevole ed ecosostenibile il viaggio nel Paese, giudicato dallo stesso Papa Francesco “simbolo di libertà e di gioia”. La guida è ordinabile su Amazon e tutti i portali Internet, in libreria o scrivendo a info@mongolia.it


La scheda della guida
 EDICOLA
Il piccolo libro della felicità,
intervista a Federico Pistone


27 marzo 2024

Intervista da ilgiornale.it di Roberta Damiata

Dopo una lunga e profonda esperienza nelle terre della Mongolia, arriva dalla penna del giornalista Federico Pistone (foto), "Il piccolo libro della felicità - Le nove lezioni del buddismo mongolo" (Piemme), un piccolo volume dalla grande forza, per ritrovare la serenità partendo dalle piccole cose.

Una terra pura, spirituale e sorprendente come la Mongolia ha molto da insegnare a una civiltà materialista e alla ricerca di nuovi punti di riferimento come la nostra. Tra sciamanismo, buddismo e riti ancestrali, affonda la sua filosofia nella solidarietà, la tolleranza, la rettitudine, con una devozione, dimenticata in Occidente, per tutti gli esseri viventi e per la natura. Forse è questa la vera ricetta della felicità che il giornalista Federico Pistone ha riportato, dopo anni di viaggi e grande conoscenza di luoghi bellissimi immersi in una natura incontaminata ne: Il piccolo libro della felicità- Le nove lezioni del buddismo mongolo (Piemme). Un piccolo volume prezioso, che riporta all'essenza della vita, fatta di piccole cose e di grande rispetto per ogni essere vivente.

Lei è un grande conoscitore della Mongolia, cosa da sempre l’ha affascinato di questo luogo e della sua popolazione?

"È nato tutto venticinque anni fa, quando ho organizzato una spedizione per un reportage tra gli Tsaatan, gli uomini renna, una minuscola etnia a rischio di estinzione che vive nascosta nelle foreste della Mongolia settentrionale. È stata un'esperienza sconvolgente e insieme commovente, che mi ha fatto scoprire una realtà ancestrale, legata intimamente alla spiritualità e al rispetto assoluto per le altre forme di vita, la terra, il cielo, i corsi d'acqua, le rocce e la vegetazione, oltre ad un senso di solidarietà, fondamentale per la sopravvivenza stessa di quel popolo".

Come si è avvicinato alla loro spiritualità?

"Approfondendo la conoscenza della popolazione mongola, attraverso decine di viaggi in tanti anni, ho scoperto il senso mistico che permea ogni azione quotidiana, ben oltre la semplice pratica del buddhismo e dei riti sciamanici. Nei remoti monasteri ma anche all'interno delle gher, le bianche tende dei nomadi che punteggiano le infinite steppe e il deserto, ogni cosa ha un significato e ogni gesto va calibrato secondo una sorta di galateo spirituale. L'asprezza del clima (con picchi di 40 gradi sottozero anche nella capitale Ulaanbaatar, con l'aggravante del vento teso che soffia dalla Siberia), le distanze abissali e la povertà non scalfiscono l'antico orgoglio mongolo, che attinge le sue radici nel dio-condottiero Chinggis Khaan, in un senso di gratitudine verso il mondo che è la cifra stessa di una contagiosa felicità".

Solitamente quando si arriva a scrivere un libro si sono scalate le montagne del proprio dolore e guardando in basso si cerca in qualche modo di aiutare chi sta invece iniziando la salita. Cosa ha spinto lei a farlo?

"Mi sento terribilmente debitore verso il popolo mongolo che mi ha insegnato l'umiltà e la riconoscenza. Noi, intendo gli “occidentali”, apparentemente siamo dei privilegiati per le comodità di cui disponiamo, ma è proprio questa condizione a renderci perennemente insoddisfatti con un'affannosa e patetica ricerca di una felicità che però sta dalla parte opposta: cioè nella semplicità e nella consapevolezza del nostro essere minuscoli elementi di un universo stupefacente. Va dato merito alla casa editrice Piemme, sempre molto sensibile a questi temi, di avere creduto al progetto".

Cosa differenzia il buddismo mongolo dagli altri?

"I precetti del buddismo, che non è una vera e propria religione ma uno stile di vita, sono quelli classici ma in Mongolia si sono sviluppati in maniera profonda già dai tempi degli Unni che importarono gli insegnamenti buddisti dall'India permeando la civiltà di due continenti, all'insegna della tolleranza e del rispetto per il creato. Poi Chinggis Khaan esalterà ulteriormente questa libertà di pensiero e di religione, tollerando la cultura dei territori conquistato in una convivenza di lingue, tradizioni e fedi. Lo stesso Cardinale Giorgio Marengo, che conosco da quando era un umile missionario della Consolata in un villaggio nel deserto del Gobi, è riuscito - come dice lui - a sussurrare la parola di Cristo in un Paese libero dove ha potuto lavorare insieme alle autorità buddiste e alla popolazione portando aiuti concreti e diventando un punto di riferimento di serena collaborazione. In Mongolia, diversamente da altre realtà buddiste, la religione è vissuta con autentica partecipazione, senza fanatismo ma nella più dolce interpretazione".

Cosa sono le nove regole di cui parla e come possono secondo lei aiutare?

"Con l'amica mongola Delgermurun Damdin, coautrice del libro, che ha una straordinaria conoscenza delle pratiche buddiste, abbiamo individuato nove (numero sacro) esercizi da effettuare alla fine della lettura di ogni capitolo per provare, anche dal nostro spicchio di pianeta, a raggiungere o comunque ad avvicinare quelli che sono i presupposti della vita quotidiana mongola. Così sveliamo diverse “arti”, apparentemente futili ma eccezionalmente efficaci, come quella di girare intorno ai sassi, di seguire la luna, di non lasciare impronte, di osservare i pensieri o di sorridere alla morte".

Quanto nell'attuale società c’è bisogno di serenità? Allo stesso modo, iniziare questo percorso può aiutare ad evolvere verso la felicità?

"Il vero problema è che un ultimo angolo di paradiso sulla terra, come la Mongolia, anziché essere preso ad esempio da altre realtà corrotte e materialiste, rischia di finire divorato e risucchiato da interessi e potere che vanno oltre l'individuo".

Qual è il suo concetto di felicità?

"È impossibile da definire per un europeo. Possiamo fingere di avvicinarci o di provare la felicità per un istante, ma è un tentativo disperato. Per quanta meditazione possiamo praticare e per quanto ci si possa sforzare a trovare un equilibrio nella nostra vita, saremo sempre condizionati da un “regolamento di vita” che non permette distrazioni dalla società che ci ospita, spietata e vorace. Sarà banale ma è così".

Anche nelle grandi città dove viviamo, spesso stritolati da tanti problemi si può riuscire a ritrovare la stessa serenità, che ovviamente avviene molto più facilmente in un luogo immerso nella natura?

"Certo. La natura immacolata e il rispetto per ogni forma vivente rende la felicità un traguardo possibile. Per i mongoli è inconcepibile che gli animali vivano nei recinti, in allevamenti intensivi, che vengano macellati in una catena di montaggio senza scrupoli, che gli occidentali si nutrano addirittura di agnelli, vitelli, maialini, vite che non hanno completato il loro ciclo. Lo sanno, loro, che noi per questo, anche per questo, siamo infelici. Non ci invidiano, in fondo ci compatiscono e hanno ragione".

Quanto secondo lei questo piccolo libro può essere di aiuto a chi lo legge?

"Niente, poco, tanto. Dipende da chi lo sfoglia, dalla predisposizione individuale, dalla voglia di essere felici nonostante tutto. Un viaggio in Mongolia, vero o sulle pagine, può aiutare comunque molto".

di Roberta Damiata ilgiornale.it 

 PRIMO PIANO
La Mongolia a Kilimangiaro
con la felicità di Muren


24 marzo 2025

La Mongolia a Kilimingiaro, la trasmissione di Rai3 condotta da Camila Raznovich. Protagonista Delgermurun Damdin, per tutti Muren (nella foto), che per l'occasione ha presentato Il piccolo libro della felicità - Le nove lezioni del buddismo mongolo, scritto con Federico Pistone, edito da Piemme Mondadori. Muren ha brillantemente raccontato della sua “diretta discendenza da Chinggis Khaan” e delle meraviglie della Mongolia, anticipando alcuni temi presenti nel libro, fresco di stampa. Per rivedere la puntata di Kilimangiaro clicca qui. 

 EDICOLA
Cardinale Marengo:
“Pregare insieme nella gher”


18 marzo 2024

Il mensile Donne Chiesa Mondo de L'Osservatore Romano ha pubblicato la preziosa testimonianza del Cardinale Giorgio Marengo (nella foto insieme a Papa Francesco, durante la visita pastorale a Ulaanbaatar) che in Mongolia ha aperto la missione della Consolata di Arvaikheer e che da sempre è vicino al popolo mongolo. Lo riproponiamo nella sua completezza:

 Il dono della missione è al cuore della Chiesa. Da quel mattino di pietra rotolata via dal sepolcro, passando per l’esperienza vibrante della Pentecoste, la comunità credente si è sentita guidata a condividere l’immensa gioia della risurrezione e ad offrire a persone di ogni cultura la possibilità concreta di sperimentare questa nuova realtà nella propria vita. Erano uomini e donne in quel primo nucleo di discepoli-missionari e sono ancora uomini e donne a continuare nell’oggi la stessa dinamica di annuncio e testimonianza. La vita missionaria può aiutare ad avere uno sguardo ampio e arricchente sul maschile e femminile nella Chiesa.
La mia esperienza al riguardo è molto positiva e ne ringrazio. Fin dall'infanzia, la compresenza del maschile e del femminile ha fatto parte della normalità della vita quotidiana, a cominciare dalla famiglia – nella quale con mia sorella c’è sempre stato un rapporto molto costruttivo e arricchente - poi nella scuola e attraverso lo scoutismo (ragazzi e ragazze), che ha segnato i miei anni più giovani. Dopo la maturità classica, sono entrato tra i Missionari della Consolata, Istituto fondato dal beato Giuseppe Allamano per formare religiosi e religiose per la missione ad gentes. Un unico fondatore diede vita a una congregazione dal volto maschile e femminile, impartendo gli stessi insegnamenti agli uni e alle altre, pensando precisamente a una famiglia, nel pieno rispetto della diversità, ma nella convinzione che per il raggiungimento del fine ultimo (la prima evangelizzazione) ci vogliano uomini e donne consacrati a Dio per questo scopo. Non solo gli uni o le altre, ma insieme.
E che il beato Allamano avesse ragione l’ho toccato di persona dal primo giorno in cui ho messo piede in Mongolia; anzi, prima ancora, visto che ci fu una preparazione prossima alla partenza in cui ci venne data la possibilità di conoscerci tra noi e approfondire l’ispirazione originaria del nostro carisma. Nel primo gruppo della Consolata in Mongolia eravamo in cinque: tre suore, un altro sacerdote e io. Una missione come questa, caratterizzata da condizioni estreme - numero molto ridotto di cattolici rispetto all'intera popolazione (meno dell’1 per cento), clima che oscilla tra i -40 gradi in inverno e i +40 gradi in estate, una lingua difficile da imparare - richiede una certa abnegazione e molta sincerità con se stessi. I tratti del carattere, sia buoni che cattivi, appaiono sotto la luce trasparente del cielo della Mongolia, che si tratti di un uomo o di una donna. In questa esperienza di deserto, lavoriamo insieme, uomini e donne, nella diversità delle vocazioni, ma in un’armonia essenziale, perché ci sentiamo umili, uguali nella nostra indigenza di fronte al compito affidatoci (l’annuncio del Vangelo), che può essere realizzato solo nella fede, con tempi lunghi e in piena libertà, sia che siamo sacerdoti, religiose o vescovi.
Per me, la missione condivisa è stata e continua ad essere una fonte di umanizzazione integrale. È anche una delle condizioni per la vitalità della missione, perché il rispetto e la stima reciproci che i missionari e le missionarie hanno tra loro fanno parte della testimonianza data in nome del Vangelo. Nella remota parrocchia di Arvaikheer, dove sono stato per diversi anni, i primi gruppi di battezzati erano formati interamente da donne. Come al sepolcro, le donne sono arrivate per prime, portando con sé i mariti, i figli e i padri. Molte donne portano anche il peso delle loro famiglie da sole. Durante l’adorazione eucaristica, nella chiesa rotonda a forma di ger, preghiamo insieme, religiosi e religiose, tutti intorno al Santissimo Sacramento. Nella diversità dei rispettivi ruoli, portiamo avanti insieme il discernimento e il lavoro missionario, trovando nella preghiera la fonte viva del nostro essere figli e figlie di Dio.

di Giorgio Marengo
Cardinale, Prefetto apostolico di Ulaanbaatar (Mongolia)

 CULTURA
Il piccolo libro della felicità:
la Mongolia spirituale in 9 lezioni


14 marzo 2024

È in libreria da oggi Il piccolo libro della felicità - Le nove lezioni del buddismo mongolo (Piemme Mondadori. 140 pagine, 18,90 euro) di Federico Pistone e Delgermurun “Muren” Damdin. Preparatevi a partire per un viaggio rigenerante attraverso i segreti di una cultura remota: con i suoi insegnamenti e alcune pagine bianche a disposizione per appuntare riflessioni e nuove scoperte, il libro è una vera e propria guida dell'anima che vi condurrà alla versione migliore di voi stessi. Dalla sinossi: una terra pura, spirituale e sorprendente come la Mongolia ha molto da insegnare a una civiltà materialista e alla ricerca di nuovi punti di riferimento come la nostra. Pervasa da una vivissima cultura mistica fra sciamanismo, buddismo e riti ancestrali, la Mongolia affonda la sua filosofia nella solidarietà, la tolleranza, la rettitudine, con una devozione, dimenticata in Occidente, per tutti gli esseri viventi e per la natura. Da millenni il popolo mongolo vive in armonia con ogni elemento del creato, rifuggendo il possesso, prendendo per sé solo l'essenziale. Un popolo «leggero», e perciò capace di errare da un luogo all'altro seguendo gli astri e il ritmo delle stagioni. Un popolo felice, nonostante la durezza del clima e la fatica del quotidiano, perché la sua serenità non viene dall'esterno, ma dalla pace interiore. Un popolo da cui possiamo imparare molto, cominciando da questo libro, che racchiude nove pratiche.

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 PRIMO PIANO
L'ambasciatrice Piccarreta
incontra il sindaco di Ub


13 marzo 2024

L'ambasciatrice d'Italia in Mongolia, Giovanna Piccarreta, ha incontrato il sindaco e governatore della città di Ulaanbaatar, Nyambaatar Khishgee. Durante il colloquio è stato evocato il progetto 3R4UB del Centro Nazionale di Ricerca (Cnr) per il riciclo dei rifiuti della capitale della Mongolia e sono state condivise opportunità di ulteriore collaborazione con il Comune in ambito ambientale e infrastrutturale. Da parte del Sindaco è stata auspicata una crescente collaborazione con l'Italia nel campo dell'architettura. È stato poi menzionato il 55° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Mongolia, che si celebrerà il prossimo anno. Si è discusso della possibilità di organizzare vari eventi commemorativi in collaborazione con il Comune di Ulaanbaatar. (fonte Ansa)

 PRIMO PIANO
L'ambasciatrice incontra
Governatore Banca centrale


11 marzo 2024

L'ambasciatore d'Italia a Ulaanbaatar, Giovanna Piccarreta, ha incontrato il Governatore della Banca Centrale della Mongolia, Lkhagvasuren Byadran. Nel corso del cordialissimo e proficuo colloquio è stato citato il 55° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Mongolia, che ricorrerà nel 2025: in tale occasione la Banca Centrale e l'Ambasciata d'Italia potrebbero collaborare per l'emissione di una banconota o una moneta celebrativa. La Banca Centrale della Mongolia ha inoltre offerto la sua piena disponibilità a sostenere il rilancio delle relazioni economico-commerciali tra i due Paesi, anche in collaborazione con le varie Agenzie e istituzioni italiane rilevanti, a partire da Sace, e mettendo a disposizione analisi e dati. Il Governatore ha menzionato anche la ricorrenza dei 100 anni della Banca Centrale della Mongolia, che verrà celebrata nel corso del 2024. (fonte Ansa)

 CULTURA
Se solo fossi un orso,
il nuovo film mongolo


8 marzo 2024

Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2023 nella sezione Un Certain Regards, “Se solo fossi un orso” è il lungometraggio d’esordio della regista Zoljargal Purevdash ed è il primo film proveniente dalla Mongolia ammesso in Selezione Ufficiale sulla Croisette.  Al centro della vicenda Ulzii, un adolescente che vive nei sobborghi poveri di Ulan Bator, capitale della Mongolia. Dotato di un Q.I. superiore alla media, il ragazzo è determinato a vincere un concorso di fisica per ottenere una borsa di studio, mentre la madre, analfabeta, ha trovato lavoro altrove, abbandonando lui e i suoi fratelli nel pieno del rigido inverno mongolo. Combattuto tra la necessità di prendersi cura dei fratelli e il desiderio di studiare per il concorso e per il suo futuro, Ulzii dovrà accettare un lavoro rischioso per aiutare la sua famiglia. Nella sua prima opera la regista Zoljargal Purevdash, nata e cresciuta negli stessi luoghi del film, offre uno spaccato dolce e toccante su un ragazzo che non vuole rassegnarsi al destino di povertà a cui sembra condannato, raccontando una storia universale che scalda il cuore.  “Ulan Bator è la capitale più inquinata del mondo” - spiega la regista Zoljargal Purevdash - “oltre il 60% dei cittadini vive nel Distretto delle Iurte (le case mobili dei nomadi mongoli, ndr) dove non sono presenti sistemi di riscaldamento o infrastrutture, e dunque si è costretti a bruciare carbone per sopravvivere alla temperatura di - 35° del brutale inverno mongolo. Ma ciò che respiriamo non è fumo, è povertà. Volevo fare un film su un adolescente che vive nel quartiere della Iurta e sogna un futuro luminoso ma è fortemente influenzato dal rapporto con la sua famiglia e dalle sue condizioni sociali. Volevo che la mia gente capisse, sentisse e abbracciasse ogni lotta e gioia reciproca attraverso questo film.”

 PRIMO PIANO
A Magione sapori, suoni
e colori dalla Mongolia


29 febbraio 2024

Il fascino della Mongolia, celebre per i suoi panorami mozzafiato e per l'incredibile cultura nomade degli eredi di Gengis Khan, protagonista della cena di amicizia, e di scambio culturale, con Magione in programma il 2 marzo al ristorante Il borgo sul lago, Monte del lago, Magione (Pg). Organizzata dall'Associazione Turistica Pro Magione, dall' Associazione Mongolia Italia di Ulaanbaatar e CISA-Unitre, con il patrocinio del Comune di Magione e il contributo di Great Chinggis Empire e Bayan Zhambala Cashemere, l'iniziativa "Sapori suoni e colori dalla Mongolia" intende ricordare il legame che unisce le due comunità in nome della figura di Fra Giovanni da Pian di Carpine che tra il 1245 e il 1247, primo occidentale, raggiunse Karakorum, cuore dell'impero mongolo, per tentare una soluzione diplomatica alle continue minacce di invasione militare dell'Europa. Una serata unica in cui sarà possibile rivivere le atmosfere del lontano paese grazie a gruppi musicali e di danzatori provenienti dalla Mongolia che animeranno diversi momenti della cena. Poche cucine sono affascinanti come quella mongola, che riflette l'identità di un popolo di allevatori e cacciatori nomadi. L'iniziativa in programma consente di condividere non soltanto il cibo ma, anche, quelli che sono due degli elementi che contraddistinguono quella cultura durante il pasto: il tempo e la condivisione, presupposto per la costruzione di un forte legame di amicizia che, grazie a Fra Giovanni, unisce queste due lontane comunità. Per info e prenotazioni 075.372.4822/360980085

 SPORT
Il Brera sceglie Mazza:
"Il mio calcio in Mongolia"


28 febbraio 2024

Si può cambiare radicalmente la propria vita a quasi 64 anni? La risposta è affermativa. Per ulteriori informazioni, rivolgersi ad Andrea Mazza (foto). L’ex tecnico, fra le altre, delle giovanili di Brescia e Pergolettese ha recentemente preso un volo che lo ha condotto dall’altra parte del mondo. Direzione Ulan Bator, capitale della Mongolia. Distanza dall’amata Madonnina: 6919 chilometri. La ragione di una simile traversata non poteva che essere il calcio. "Mi avessero detto qualche anno fa che avrei allenato in Asia, mi sarei messo a ridere. Dopo la fine dell’avventura cremasca, però, avevo voglia di tornare ad allenare e mettermi in gioco. Quando ho ricevuto l’offerta, ci ho pensato un momento e poi ho accettato". Prima del sì, però, Mazza si è assicurato che il suo fedele amico a quattro zampe fosse sistemato nel miglior modo possibile. E poi via, verso un altro mondo. La panchina su cui siederà, è quella del Brera Fc, la “terza squadra di Milano”. Il ruolo e le attività extra campo hanno garantito alla società fondata da Alessandro Aleotti una certa notorietà. Come si legge sul sito dei neroverdi: “Il focus del club è sempre stato l’utilizzo innovativo del calcio come esperimento sociale, sportivo, culturale e comunicativo“. Come recita uno slogan dell’NBA: “More than a game”. Più di un gioco. Il Brera Fc, nato nel 2000 e divenuto oggi una holding quotata in borsa, vanta tre squadre in tre diversi paesi: Macedonia, Mozambico e, appunto, Mongolia. Secondo Mazza, il progetto è destinato a espandersi ancora: "Io e Alessandro ci conosciamo da tempo. Ho già allenato una delle sue squadre, a Milano in Eccellenza e a Malta in seconda divisione. Ssicuramente vorrà proseguire quanto già di buono ha fatto". Il primo impatto con una nuova cultura, calcistica e non, molto diversa dalla nostra, è stato positivo per l’allenatore milanese. "Ulan Bator è una città molto inquinata e incredibilmente trafficata. Per arrivare al campo, dobbiamo percorrere 40 chilometri: a volte, impieghiamo quattro ore per giungere a destinazione. Per il resto, la gente è tranquilla e il costo della vita basso". A livello climatico, oltre che culturale, la differenza con l’italia è sostanziale. Attualmente, nella capitale i termometri registrano -20. Venendo al calcio, il lavoro da fare è tanto, specie dal punto di vista tattico. Il tutto, però, stimola molto Mazza. "Hanno un approccio al gioco esclusivamente offensivo, la fase difensiva è inesistente. Insieme ai ragazzi, abbiamo cominciato a lavorare sui movimenti basilari, come se fossero dei bambini. Ma è divertente, anche perché la squadra è giovane, affamata e vogliosa di imparare. Ci sono anche alcuni elementi validi: uno di loro fa parte della nazionale mongola". In termini di classifica, il Brera non naviga in acque calme. Al termine del girone d’andata, i neroverdi si trovano al penultimo posto in classifica, noni su dieci squadre. "L’obiettivo è centrare la salvezza diretta. L’ottavo posto dista una manciata di punti, credo che potremo farcela". Terminato il campionato, il futuro del tecnico è ancora tutto da scrivere. Magari il matrimonio proseguirà, magari no. D’altronde, un cane sciolto, come Mazza si autodefinisce, va dove lo porta l’istinto. (fonte Il Giorno) Vai all'articolo

 PRIMO PIANO
Il Papa vicino
alla Mongolia


26 febbraio 2024

“Sono vicino alla popolazione della Mongolia, colpita da un’ondata di freddo intenso che sta provocando gravi conseguenze umanitarie. Anche questo fenomeno estremo è un segno del cambiamento climatico e dei suoi effetti: la crisi climatica è un problema sociale e globale, che incide in profondità sulla vita di molti fratelli e sorelle e soprattutto sui più vulnerabili. Preghiamo per poter intraprendere scelte sagge e coraggiose, per poter contribuire alla cura del creato”. Lo ha detto il Papa dopo l’Angelus. (fonte romasociale.com)

 PRIMO PIANO
Inverno rigido,
strage di bestiame


25 febbraio 2024

Il numero del bestiame morto causato dall’estremo clima invernale noto come “zud” è salito a 667.841 fino a questo momento in Mongolia in questo inverno, ha dichiarato lunedì l’Agenzia nazionale per la gestione delle emergenze. Tra le 21 province del paese, Sukhbaatar orientale, Khentii, Dornod e Dornogovi, così come Arkhangai nel centro-ovest, hanno registrato i più alti tassi di animali morti, ha riferito l’agenzia in un comunicato stampa. Lo zud è un termine mongolo per descrivere un inverno molto freddo in cui un gran numero di capi di bestiame muore perché il terreno è ghiacciato o ricoperto di neve. Poiché la Mongolia ha visto molta più neve del solito questo inverno, oltre l’80% del suo territorio è stato finora coperto da neve spessa fino a 100 cm, ha riferito la propria agenzia di monitoraggio meteorologico. Uno degli ultimi paesi nomadi sopravvissuti al mondo, la Mongolia ha recentemente elevato la sua preparazione ai disastri a livello di massima allerta a causa del rigido inverno e della perdita di bestiame. Il governo mongolo ha aiutato i pastori nomadi sofferenti. Un totale di 20.000 tonnellate di fieno e foraggio sono state inviate alle province colpite dallo zud. Anche le celebrità mongole hanno organizzato campagne di donazioni per aiutare i pastori nomadi. La promozione dell’allevamento del bestiame è vista come il modo più praticabile per diversificare l’economia del paese dipendente dall’estrazione mineraria senza sbocco sul mare. Alla fine del 2023, il numero di capi di bestiame in Mongolia ammontava a 64,7 milioni, secondo l’Ufficio nazionale di statistica.(fonte Itanews24, autore Enzo Ragusa)

 SPORT
Calcio: Ortolani
giocherà in Mongolia


20 febbraio 2024

Nuova esperienza professionale per l'ex attaccante della Ternana Matteo Ortolani (nella foto). Il classe 2000, terminata l'avventura in svizzera con il Morbio, ha firmato con il Brera Ilch squadra che parteciperà alla Serie A della Mongolia. Infatti il terzo club milanese, per internazionalizzare il proprio marchio contribuendo allo sviluppo di progetti calcistici affascinanti, ambiziosi e sostenibili, ha deciso di possedere una squadra in Mongolia, una Macedonia del Nord, un'altra in Mozambico e presto anche nel continente americano.
La nota del club
“Nuovo rinforzo per il Brera Ilch che il 2 marzo esordirà in Mongolia. L’ex Ternana, attaccante italiano classe 2000 proveniente dagli elvetici del Morbio, è pronto ad accompagnare mister Mazza nella nuova avventura neroverde nel mondo”. 
(fonte e foto calcioternano.it)

 PRIMO PIANO
A Magione una cena
con Pian del Carpine


19 febbraio 2024

Suoni, colori, sapori dalla Mongolia. Appuntamento sabato 2 marzo alle 20 al Ristorante Al Borgo sul lago a Monte del Lago a Magione, provincia di Perugia, con una cena mongola. Un'occasione conviviale per rivivere il viaggio di Fra Giovanni da Pian del Carpine.

 PRIMO PIANO
LA FESTA
DELLO TSAGAAN SAR


9 febbraio 2024

Il 9 febbraio 2024 in Mongolia è “Bituun”, ovvero la vigilia di Capodanno e ogni famiglia lascia sul davanzale della finestra tre pezzettini di ghiaccio, per far bere la cavalcatura di Baldanlham (Palden Lhanmo /sanscrito: Srimati Devi) dea che proviene dal Pantheon del buddhismo tibetano e in Mongolia è una delle dieci divinità protettrici. Il suo mulo color palomino è capace in un attimo di compiere tremila giri intorno alla terra e visiterà ogni famiglia, fugando gli influssi negativi e proteggendo dalle sofferenze. Si narra che una volta, dinanzi a templi e monasteri, si lasciava della sabbia e, all’alba, si trovavano impresse delle orme di mulo. In questo ultimo giorno dell’anno è doveroso e propiziatorio iniziare l’anno nuovo dopo aver onorato i debiti, sanato i contrasti, pulito a fondo la casa e lasciato delle offerte sull’altarino casalingo. Il 10 febbraio è il nostro Capodanno lunare, inizio dell’anno del drago di legno, detto anche “la madre irata”. Il drago è considerato un simbolo di potenza, nobiltà, libertà e fortuna.
Secondo l’oroscopo questo sarà un anno favorevole ai piccolissimi, ma non facile per gli anziani.
Il soprannome “madre irata” consiglia di essere pronti ad affrontare ogni avversità, persino le carestie, mettendo da parte qualcosa.
È previsto un anno ricco di precipitazioni, propizio per gli agricoltori, nonché alla piantumazione e alla forestazione.
L’oroscopo ammonisce di fare attenzione alle armi bianche.
A tutti i nati nel segno del drago, soprattutto ai maschi, è consigliata vivamente una protezione spirituale, recandosi in un monastero oppure presso un lama.
Stessa raccomandazione è rivolta ai nati nei segni del calendario lunare del toro, del serpente, della pecora e del cane, per non trovarsi di fronte a continui ostacoli.
Fino al 15 febbraio sarà quindi molto probabile scorgere una fila di persone, soprattutto maschi, che si incolonna all’ingresso dei monasteri.

Testo di Dulamdorj “Tseeghii” Tserendulam per mongolia.it

 PRIMO PIANO
BUON ANNO DEL DRAGO,
CARA MONGOLIA


9 febbraio 2024

Dal 10 febbraio la Mongolia celebra lo Tsagaan Sar, Luna Bianca, il nuovo anno. Si passa dal Coniglio al Drago, caratterizzato dalla passione. Per festeggiare idealmente insieme ai nostri amici mongoli, pubblichiamo in anteprima l'incipit del 3° capitolo (L'arte di seguire la luna) da  “Il piccolo libro della felicità - Le nove lezioni del buddismo mongolo” in uscita per Piemme Mondadori e scritto da Federico Pistone e Delgermurun Damdin:

Il buddismo è il dito che indica la luna nel percorso verso la felicità.
Nella mistica allegoria cosmica risiede la filosofia dei mongoli che si affidano al nostro satellite riconoscendogli un potere non soltanto simbolico. La luna, combinata all’allineamento dei pianeti, lancia segnali inequivocabili, condizionando sensibilmente la vita sulla Terra e suggerendo perfino come comportarci. Così quando arriva la celebrazione dello Tsagaan Sar, la luna bianca, tutta la Mongolia si ferma e fa festa. Una grandiosa, lunghissima festa attesa tutto l’anno che commemora il passaggio dall’inverno alla primavera, dal gelo alla rinascita. Anche se per convenzione planetaria viene riconosciuto il calendario solare, il vero anno di riferimento è quello lunare, più preciso anche dal punto di vista scientifico e cronologico. Da non confondere con il “calendario cinese” che ha altre date e altri animali simbolici. In Mongolia il capodanno è il primo giorno di primavera, lo Tsagaan Sar appunto e, a differenza dell’astrologia occidentale, contempla dodici segni zodiacali che durano ognuno un anno intero. Nascere sotto il segno di un animale particolare rispecchia il carattere ed eventualmente il destino di ognuno di noi: come la pazienza e la resistenza del bue, la potenza e l’imprevedibilità della tigre, la fortuna e l’agilità del coniglio, la passione del drago, la saggezza del serpente, l’energia del cavallo, l’eleganza e il rispetto della pecora, la scaltrezza della scimmia, la solerzia del gallo, l’onestà del cane, la generosità del maiale. Fino alla creatività e furbizia del topo che, secondo la leggenda, quando il Budda in persona chiamò a raccolta tutti gli animali della terra per assegnare a ciascuno il compito di proteggere e guidare gli uomini, si assicurò l’ultimo posto disponibile beffando un animale pur sacro e forte come il cammello. L’astrologia non è l’oroscopo che suggerisce quello che succederà ma, considerando gli allineamenti dei pianeti e i movimenti dell’universo, indica il tipo di energia che andrà impiegata per affrontare nel modo migliore i potenziali effetti negativi e positivi. Non c’è fatalismo, al contrario ognuno può definire il proprio destino (...).

Buon anno del drago, cara Mongolia.

 PRIMO PIANO
MonDiscovery alla Bit,
successo per la Mongolia


6 febbraio 2024

Bilancio eccellente per la Bit, la Borsa del Turismo ospitata da domenica 4 a martedì 6 febbraio al padiglione Allianz di Fieramilano. Per la Mongolia era presente lo stand di MonDiscovery Tours che ha ricevuto numerosissime visite a fronte di un interesse sempre maggiore nei confronti del Paese asiatico, al primo posto mondiale assoluto nella classifica del Best Travel 2024 stilato da Lonely Planet. Nella foto, lo stand MonDiscovery con Chiara Colombo e Agata Colombo

 PRIMO PIANO
Il Vaticano parla
anche mongolo


31 gennaio 2024

Vatican News parla da oggi anche la lingua della Mongolia. L’idioma si aggiunge alle 51 lingue già presenti, tra scritto e parlato, grazie ad una collaborazione con la Chiesa locale. Verranno infatti tradotti e pubblicati sulle pagine del portale vaticano tutti gli Angelus domenicali e le catechesi del mercoledì. “Siamo felici di questa nuova possibilità di poter leggere le parole del Santo Padre in mongolo”, sottolinea il card. Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulaanbaatar (nella foto con Papa Francesco): “È uno dei frutti della sua recente visita nella terra dall’eterno Cielo blu, che ha toccato il cuore dei cattolici mongoli, ma anche quello di tante persone di altre convinzioni religiose, positivamente impressionate dalla grande testimonianza umana e spirituale di Papa Francesco. ‘Le sue parole ci sono entrate dentro’ – ribadisce il porporato -, hanno commentato in molti, ‘mettendo in risalto i valori della nostra tradizione’. Ora il magistero ordinario del successore di Pietro è disponibile in lingua mongola. Un nuovo strumento a servizio dell’evangelizzazione, che ci auspichiamo dispieghi tutto il suo potenziale attraverso i canali odierni della comunicazione”. “È una piccola cosa – afferma il prefetto del Dicastero per la comunicazione, Paolo Ruffini – che a noi però sembra ed è grande quanto grande è la Mongolia. Parlare tutte le lingue, il maggior numero di lingue possibile, è la nostra missione, il nostro servizio. Farlo non da soli, ma con chi vive nei territori dove arriva la nostra parola ci reinsegna l’importanza di affrontare le sfide insieme, di camminare insieme, di fare ‘cose grandi’ nella fatica quotidiana di cose apparentemente piccole”. “Il viaggio in Mongolia del settembre 2023 è stato straordinario – precisa il direttore editoriale dei media vaticani, Andrea Tornielli – per la testimonianza che tutti noi abbiamo ricevuto da quella Chiesa piccola e ancora nascente, dedita al servizio del prossimo. È rimasta storica la foto fatta dal drone con il Successore di Pietro insieme a tutti i cattolici del Paese, che sono 1.500. Come segno di attenzione a questa piccola comunità, per favorire la comunione, grazie alla collaborazione del card. Marengo, abbiamo pensato di aprire una pagina di Vatican News in lingua mongola, portando così per il momento a 52 le lingue usate dal sistema dei media vaticani. È un omaggio a questi nostri fratelli e alla loro testimonianza evangelica in Mongolia”. “La nostra missione è diffondere il Vangelo in tutto il mondo, dare voce alle Chiese locali, leggere i fatti attraverso la lente della dottrina sociale, non lasciare mai nessuno da solo”, evidenzia Massimiliano Menichetti, responsabile di Radio Vaticana Vatican News: “Abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto durante il viaggio del Papa in Mongolia. Abbiamo iniziato a pubblicare sul portale Vatican News, ma più avanti potrebbe esserci anche una produzione in audio”. (fonte agensir)

 PRIMO PIANO
Incontro online
con il cardinale Marengo


25 gennaio 2024

È in programma per il pomeriggio di domenica 28 gennaio un incontro in videoconferenza con il cardinale Giorgio Marengo (foto), prefetto apostolico di Ulaanbaatar in Mongolia. L’iniziativa, che prenderà il via alla 16 su piattaforma Meet, è promossa dal Centro missionario diocesano di Asti. Il porporato, in collegamento dal Paese dell’eterno cielo azzurro, offrirà la testimonianza di chi – viene sottolineato in una nota – “sussurra il Vangelo con il cuore al popolo della Mongolia, sussurra Gesù con la condivisione del tuo cuore”. “Una grande opportunità di condivisione missionaria – prosegue la nota – per riscopre una dimensione nuova del valore del dialogo che è esperienza quotidiana dell’essere Chiesa in Mongolia, ma anche il significato di essere minoranza da vivere come testimonianza e non come limite”. “Bello vedere come l’essere in pochi rispetto ad una società che ha altri punti di riferimento – ha recentemente detto il card. Marengo – non è necessariamente il segno di qualche cosa che non funziona. Quello che conta di più è la freschezza della fede; là dove c’è una fede semplice, ma autentica, ci si preoccupa del fatto che questa fede porti frutto e di fatto è quello che succede. L’esperienza della Mongolia è dunque di una fede vissuta nella semplicità e nella gioia, ma anche di minoranza e persino di insignificanza che porta frutti, e sono frutti di riconciliazione, di solidarietà, di fraternità”. (fonte agensir)

 PRIMO PIANO
Ulaanbaatar: sei morti
in un'esplosione


24 gennaio 2024

Gravissimo incidente a Ulaanbaatar: 6 persone sono morte e 14 sono rimaste. Un veicolo che trasportava 60 tonnellate di gas naturale liquefatto (nella foto Ansa) si è scontrato con un'autovettura ed è esploso, in base a quanto riferito dall'Agenzia nazionale mongola per la gestione delle emergenze. "Secondo i risultati preliminari, tre persone sono morte nell'incendio", ha riferito l'agenzia sul suo sito web, aggiungendo che anche tre vigili del fuoco intervenuti sul posto sono stati uccisi mentre i 14 feriti sono stati sottoposti a cure mediche, tra cui 10 per le ustioni riportate. Un bambino, inoltre, è stato soccorso per un principio di avvelenamento. Sul posto sono intervenute le squadre di soccorso che hanno domato le fiamme, in base alle immagini condivise dalla stessa agenzia.

 SPORT
Basket femminile olimpica,
Mongolia con la Spagna


23 gennaio 2024

Ufficializzata ieri la composizione dei gironi del torneo di qualificazione olimpica di Debrecen di basket femminile, che da giovedì 16 a domenica 19 maggio. La competizione sarà composta da 16 squadre, smistate in quattro raggruppamenti. Si qualificheranno per i Giochi Estivi di Parigi 2024 le migliori tre formazioni. Mentre l'Italia è stata inserita nella pool D insieme alle padrone di casa dell’Ungheria, ai Paesi Bassi e ad Israele, la Mongolia è nella pool C insieme a Spagna, Giappone ed Egitto. Nel 2023 la nazionale mongola femminile (foto) ha conqustato il 15° posto nella Coppa d'Asia.

 PRIMO PIANO
A Ulaanbaatar
termomentro sotto i -30°


13 gennaio 2024

In attesa dello Tsagaan Sar, il festeggiamento per il primo giorno di primavera, la Mongolia vive il suo gelido inverno con temperature che in questi giorni sono scese sotto i -30 gradi anche a Ulaanbaatar, la capitale più fredda del mondo. La celebrazione della “luna bianca" quest'anno avverrà fra il 10 e il 13 febbraio, quando si entrerà nell'anno del Drago, caratterizzato da un'estrema passionalità. Buona fine inverno, Mongolia! (foto Federico Pistone)

 PRIMO PIANO
A Fabriano la Mongolia
di Christian Birelli


7 gennaio 2024

In mostra al Wooden Bar di Fabriano per tutto il 2024 i clic d’autore di Christian Birelli (autore della foto a fianco) All’interno del locale in pieno centro storico una selezione delle istantanee scattate dal 38enne fabrianese durante il suo recentissimo viaggio in Mongolia che gli ha permesso di scoprire luoghi e panorami mozzafiato. «Ho iniziato a fare viaggi “importanti” nel 2008 e ogni anno cambiavo meta. Ho visto sei delle sette meraviglie del mondo moderno – spiega il giovane fabrianese - il mio sogno è di riuscire a vederle tutte, ma dopo due anni di stop ai viaggi causa Covid, il mio desiderio più grande era tornare nella mia amata Asia. Ho visitato 35 paesi diversi, ho visto tutte le Americhe, ma dell’Asia non mi stanco mai perché mi lascia sempre qualcosa di profondo al termine del viaggio: è un continente ricco di spiritualità e di storia». Il viaggiatore-esploratore-fotografo si è messo in gioco andando alla scoperta di una delle destinazioni più remote di sempre, lontana dai grandi flussi turistici e con un fascino misterioso. La Mongolia non è solo la terra dei pastori di yak, ma è una terra di tradizioni antichissime, con un popolo orgoglioso delle sue radici e di una storia millenaria che torna indietro nel tempo fino alla gloria di Gengis Khan. «Lungo questo tragitto – racconta ancora Christian Birelli – si incontrano soltanto due città e la strada non è altro che una lingua di asfalto in mezzo a un paesaggio quasi sempre desertico. Sono poi rientrato nella capitale e con un volo interno sono arrivato a Ulgii dove si tiene il festival delle aquile e dove si trovano i monti Altai. Durate il festival i cacciatori competono in eventi di maneggio con aquile addestrate. È incredibile la connessione che si crea tra l'uomo e questo rapace. Vedere circa settanta cacciatori a cavallo ognuno con la propria aquila è un’esperienza unica». Poi il viaggio è andato avanti per ammirare i panorami del distretto di Cengel, con laghi, canyon e ghiacciai. «Sono arrivato al confine con la Cina e la Russia nel parco Altai Tavan Bogd. I pernottamenti sono stati in delle Yurte di pastori mongoli in posti che sembrano dimenticati, senza nessun tipo di comfort – conclude Birelli - senza bagni né acqua per lavarsi, l'unica disponibile era quella dei fiumi, bollita. Sono stati senza dubbio i giorni e le notti più freddi di tutto il viaggio».
di Saverio Spadavecchia (Corriere Adriatico)

 PRIMO PIANO
Scoperto l'Arco Mongolo
della Grande Muraglia


2 gennaio 2024

I ricercatori hanno studiato il sistema di mura di 405 km nella Mongolia orientale noto come Arco Mongolo per saperne di più sulla sua storia e il suo scopo. L’“Arco Mongolo” è costituito da un muro di terra, una trincea e 34 strutture. Questa sezione della Grande Muraglia Cinese che si estende in Mongolia è stata analizzata per la prima volta, consentendo loro di presentare alcuni spunti speculativi sulla storia e sulla funzione di questa enorme struttura. Correndo all’incirca parallela al confine tra Cina e Mongolia, l’antica barriera si estende dalla provincia di Sukhbaatar alla provincia di Dornod nella Mongolia nord-orientale, dove le temperature invernali spesso scendono fino a -25 gradi. Sulla base dei documenti storici, i ricercatori suggeriscono che l’intero sistema fu costruito tra l’XI e il XIII secolo d.C., ma gli studi archeologici fino ad oggi non sono sufficienti per datare con maggiore precisione i tempi di costruzione delle sue diverse parti. Gli autori dello studio hanno analizzato il muro e le strutture ad esso associate utilizzando immagini satellitari, atlanti cinesi e mappe sovietiche oltre a osservazioni dirette sul campo, rilevando che “l’arco mongolo, nonostante la sua grandezza, è stato ampiamente trascurato nel discorso accademico esistente”. Nel loro articolo pubblicato sul Journal of Field Archaeology, il team descrive le tecniche e la tecnologia utilizzate per studiare il muro. La scoperta più sorprendente dei ricercatori è stata che l’Arco Mongolo contiene numerose e grandi lacune, suggerendo che sia stato costruito in fretta e quindi mai completamente fortificato. Ci sono anche prove che suggeriscono che il muro sia stato costruito come mezzo per controllare il movimento di persone o animali o forse come parte di un sistema fiscale. “Una possibile spiegazione per le lacune, che erano punti di vulnerabilità nel sistema, è che l’Arco Mongolo fu costruito frettolosamente durante gli ultimi anni della dinastia Jin come difesa contro la prevista invasione degli eserciti mongoli”, scrivono i ricercatori. Tali teorie sorsero quando divenne chiaro che il muro non sarebbe servito come una barriera: molti dei suoi avamposti, ad esempio, si trovavano in luoghi con viste limitate sul territorio circostante. L’intero sistema murario a cui appartiene l’Arco Mongolo ha ricevuto nomi diversi nella letteratura di ricerca. È stato chiamato la “trincea del confine Jin”, il “muro lungo Jin” e il “muro Liao-Jin”. È anche uno dei sistemi di mura e trincee più enigmatici della storia cinese e mongola. Nonostante le sue dimensioni e complessità, non è chiaro quando sia stato costruito, chi lo abbia costruito e per quale scopo. Non è nemmeno chiaro se l’intera serie di mura sia stata costruita nello stesso periodo o se, come ipotizzano i ricercatori, si tratti di un accumulo di diversi progetti realizzati in un lungo periodo di tempo. I ricercatori ritengono che l’Arco Mongolo abbia ricevuto molta meno attenzione rispetto ad altre costruzioni di mura lunghe (o Grande Muraglia) nella storia di questa regione, probabilmente a causa delle incertezze associate alla sua costruzione e al suo utilizzo, al fatto che si trova in aree remote e il fatto che non sia visivamente impressionante. Gli autori dello studio non sono attualmente in grado di fare alcuna dichiarazione definitiva riguardo allo scopo dell’Arco Mongolo, anche se stanno pianificando di condurre scavi più estesi di alcune strutture nella prossima stagione sul campo. Questo, sperano, li aiuterà a determinare “le date di costruzione e la durata di utilizzo del muro, e a far luce sulle attività delle persone di stanza in questi recinti”.

di Lucia Petrone (scienzenotizie.it)

 SPORT
Il wrestling piange
il Gigante della Mongolia


1 gennaio 2024

Si è spento un altro dei grandi eroi della Wwe degli anni 80. Killer Khan (foto) è morto all’età di 76 anni a causa della rottura di un’arteria. Il Gigante della Mongolia, soprannome nato dalla sua gimmick in ring, quella di un grosso e brutale guerriero proveniente proprio dalla Mongolia, è noto per grandi rivalità con Pedro Morales, Bob Buckland e più in avanti con André the Giant (con cui fu premiato anche per la faida dell’anno del 1981 dal Wrestling Observer) e Hulk Hogan. Masashi Ozawa, vero nome del wrestler, è stato uno dei primi grandi "cattivi" all'interno delle storie degli show Wwe. La sua rivalità con André the Giant nasce nel maggio 1981, dove venne messa in scena la rottura della gamba del gigante francese, attribuita proprio a Killer Khan (in realtà André si era fatto male cadendo dal letto la mattina precedente all'incontro). Con questa rivalità molto accesa, che durò per tutto l'anno, Killer Khan divenne un personaggio sempre più conosciuto e popolare. Riconosciuto come campione anche in altre federazioni, Ozawa ha lavorato anche con Mr. Fuji, uno dei manager più rappresentativi della storia del pro wrestling (è stato per gran parte della sua carriera al fianco di Yokozuna). Nella parte finale della sua carriera in Wwe, Killer Khan riuscì a rivaleggiare anche contro The Immortal Hulk Hogan, cercando invano di strappare dalla vita di The Hulkster il titolo di campione assoluto. Per Khan resta il riconoscimento di aver condiviso il ring più volte contro uno dei più grandi di sempre e di aver lasciato un segno importantissimo nella storia del wrestling. (fonte gzzetta.it)

 PRIMO PIANO
Turismo: la crescita
dei millennial in Mongolia


18 dicembre 2023

Ogni anno la giornalista del New York Times Lauren Jackson, che vive a Londra, si ritrova con suo cugino Cole Paullin, di Philadelphia, per fare un viaggio insieme da qualche parte: quest’anno hanno girato la Mongolia, spostandosi su un fuoristrada con tenda sul tetto per potersi fermare dove capitava e visitare alcuni dei luoghi più noti del paese dell’Asia centrale. Durante il viaggio, che ha raccontato in un articolo pubblicato a settembre, Jackson ha incontrato molti altri turisti, soprattutto millennial, che come lei erano stati attirati dalla natura, dai vasti spazi e dalle varie esperienze che offre la Mongolia: le stesse cose che il governo mongolo sta cercando di promuovere per diversificare la propria economia, apparentemente con un certo successo.
La Mongolia si trova tra la Cina e la Russia e occupa una superficie di oltre 1,5 milioni di chilometri quadrati, più di quattro volte quella della Germania, ma ha solo 3,4 milioni di abitanti. Quasi la metà vive nella capitale Ulan Bator, nel nord del paese, mentre circa un quarto è composta da pastori nomadi, che si spostano due, tre o quattro volte all’anno con le loro famiglie e le loro mandrie. L’economia del paese dipende soprattutto dalle esportazioni legate all’attività di estrazione, ma da qualche tempo il governo ha cominciato a puntare sul turismo anche per risollevarsi dalla crisi globale legata alla pandemia da coronavirus. Leggi qui l'articolo intero (fonte ilpost.it)

 PRIMO PIANO
Scoperta in Mongolia
la sella più antica


15 dicembre 2023

I ricercatori hanno portato alla luce una sella di legno incorniciata con staffe di ferro in una tomba a Urd Ulaan Uneet, popolarmente conosciuta come la “grotta dei cavalieri” nel terreno accidentato della provincia di Khovd in Mongolia. Questo manufatto (foto), risalente al 420 d.C. circa, è considerato il più antico del suo genere. Gli archeologi hanno utilizzato la datazione al radiocarbonio per analizzare il ritrovamento, collocandolo tra il 267 e il 535 d.C. e rivelando come l’ascesa delle culture della steppa mongola sia stata probabilmente aiutata dai progressi nella tecnologia equestre. Questa scoperta rivoluzionaria aiuta a ricostruire l’evoluzione dell’equitazione dalle sue umili origini alle complesse strategie militari del periodo medievale. Le prime tecniche equestri prevedevano un approccio più primordiale, con i cavalieri che si aggrappavano alla criniera per stabilità durante la cavalcata senza sella. Con il tempo furono adottate briglie e cuscinetti morbidi fino al significativo passaggio a selle e staffe, che miglioravano notevolmente l’efficacia del guerriero offrendo stabilità e libertà della parte superiore del corpo senza pari. Le selle rigide con staffe erano una parte importante dell’equipaggiamento della cavalleria e sono considerate un’invenzione molto più recente. È rimasto un mistero quando siano state inventate queste selle poiché il materiale organico non sempre si conserva bene nel clima rigido delle pianure erbose. La scoperta getta nuova luce sul ruolo della tecnologia equestre nell’ascesa delle culture della steppa mongola. La durabilità di una sella da cavallo con struttura in legno, in particolare con l’aggiunta di staffe, consentiva una maggiore capacità di carico e un maggiore controllo, consentendo varie forme di combattimento a cavallo. “Nonostante la loro presenza onnipresente nelle moderne attività equestri, selle e staffe non venivano utilizzate durante i primi secoli dell’equitazione”, affermano gli autori. “Il loro sviluppo ha rivoluzionato la guerra a cavallo e ha contribuito a un cambiamento sociale di vasta portata in tutta l’Eurasia, ma le origini di questa tecnologia rimangono poco conosciute”. Un team di archeologi provenienti da Asia, Europa e Nord America ha esaminato la sella, che è stata scoperta in una sepoltura con i resti di un uomo e un cavallo nella grotta Urd Ulaan Uneet nella Mongolia occidentale, per determinare le origini di questa rivoluzione. I loro risultati sono pubblicati sulla rivista Antiquity. Le date calibrate al radiocarbonio collocano la sella tra il 267 e il 535 d.C., rendendola l’esempio più antico di una vera sella con telaio dell’Asia orientale. Attraverso il test del DNA, i ricercatori hanno confermato che i resti umani erano quelli di un uomo e che l’animale mummificato era un cavallo domestico maschio. Inoltre, un’ulteriore analisi dei materiali che compongono la sella ha rilevato che provenivano dalle vicinanze. La pelle proviene da cavalli domestici allevati nella zona, mentre il legno proviene da betulle locali. Ciò suggerisce che le culture dei cavalli della steppa eurasiatica orientale non solo utilizzassero questa nuova tecnologia di equitazione, ma furono anche determinanti nel suo sviluppo e produzione. Il Khaganato prese il controllo dell’Asia interna attraverso vittorie militari, quindi la sua ascesa potrebbe non essere stata possibile senza questa tecnologia avanzata della sella. Pertanto, questa specifica scoperta potrebbe avere effetti profondi sul modo in cui percepiamo la storia dell’Asia orientale e centrale.

di Lucia Petrone (Scienze Notizie)

 PRIMO PIANO
Giovanna Piccarreta
nuova Ambasciatrice


8 dicembre 2023

Giovanna Piccarreta (foto) ha assunto oggi l'incarico di Ambasciatrice d'Italia in Ulaanbaatar, la capitale della Mongolia. Piccarreta è nata a Corato e si è laureata in Giurisprudenza all'Università di Bari nel 1991 e in Scienze Politiche presso lo stesso ateneo nel 1998. In seguito ad esame di concorso, il 3 luglio 1995 è nominata volontario nella carriera diplomatica. Dopo un primo incarico alla Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero, presso l'ufficio competente per l'Africa sub-sahariana, nel 1999 assume come Primo Vice Console a Toronto. Nel 2002 è incaricata delle funzioni di Console presso il Consolato Generale in Londra. Nel 2006 rientra a Roma per prendere servizio presso la Direzione Generale Cooperazione Economica e Finanziaria Multilaterale della Farnesina, in qualità di Capo Ufficio Ambiente ed Energia. Nel 2010 assume come Consigliere alla Rappresentanza Permanente presso l'OCSE in Parigi, ove è confermata con funzioni di Primo Consigliere. Nel 2015 prende servizio alla Rappresentanza Permanente presso il Consiglio d'Europa in Strasburgo quale Vice Capo Missione. Nel 2016 è incaricata delle funzioni di Responsabile Relazioni Esterne presso l'Agenzia per l'Energia nucleare dell'OCSE. Successivamente, presta servizio presso l'Ufficio Sherpa G20 del Gabinetto del Segretario Generale dell'OCSE, durante la Presidenza italiana del G20. Diviene poi Consigliere del Segretario Generale. Nel 2020 rientra a Roma per prendere servizio alle dirette dipendenze del Direttore Generale per la Mondializzazione e le Questioni Globali, assumendo nel 2023 le funzioni vicarie del Vice Direttore Generale e Direttore Centrale per i Paesi dell'Asia e dell'Oceania, oltre alla responsabilità dell'Ufficio incaricato dei rapporti con i Paesi dell'Asia meridionale. Nel 2023 è nominata Ambasciatrice d'Italia in Mongolia. Nel 2005 è nominata Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. (fonte corriere.it)

 CULTURA
Festival degli sciamani
per un viaggio spirituale


6 dicembre 2023

Un viaggio d'autore nel cuore della Mongolia, in occasione dello Shaman Festival, in programma tra il 24 e il 25 maggio 2024, il più suggestivo e autentico avvenimento legato a questi riti ancestrali che proprio in questi territori sono nati propagandosi poi per il resto dell'Asia fino alle Americhe. attraverso antichi percorsi boreali. È la proposta di mongolia.it con Dulam Sologdorj, esperta guida a Ulaanbaatar e parte integrante del circuito sciamanico mongolo. Con lei, il giornalista del Corriere della Sera Federico Pistone, autore della guida al Paese per Polaris e Tam e di numerosi altri reportage e libri dedicati alla Mongolia pubblicati per il gruppo Mondadori. Non solo sciamani: l'itinerario Mongolia Spirituale propone due settimane a stretto contatto con i nomadi e le loro millenarie tradizioni ancora meravigliosamente vive, partecipazione a funzioni buddhiste in alcuni dei monasteri più emozionanti e un'immersione senza tempo nella stupefacente e immacolata natura mongola. Si parte il 22 maggio e si rientra il 4 giugno. Qui il programma. Chi è interessato può scrivere senza impegno a info@mongolia.it

 PRIMO PIANO
Napoli, apre un nuovo
Consolato di Mongolia


7 novembre 2023

È stata inaugurata a Napoli una nuova sede consolare della Mongolia per un ulteriore rafforzamento delle relazioni tra il Paese asiatico e l'Italia, nonché un'opportunità per promuovere la cooperazione e lo sviluppo tra le due nazioni. Il Consolato della Mongolia a Napoli avrà il compito di fornire assistenza consolare e supporto ai cittadini mongoli residenti in Italia, nonché di promuovere gli scambi culturali, commerciali e turistici tra la Mongolia e la regione campana. La Mongolia è un paese ricco di storia, cultura e bellezze naturali uniche al mondo. L'apertura del Consolato a Napoli consentirà di promuovere la conoscenza e l'apprezzamento della Mongolia in Italia, offrendo un punto di riferimento per coloro che desiderano approfondire le relazioni bilaterali tra i due paesi. Il Consolato della Mongolia a Napoli sarà guidato dal Console Antonio Paone (foto), che ha una vasta esperienza nel campo delle relazioni internazionali. “Siamo fiduciosi – ha detto il nuovo Console – che questa nuova sede contribuirà a rafforzare i legami tra la Mongolia e l'Italia, promuovendo la comprensione reciproca e la cooperazione in vari settori”. L'indirizzo della sede a Napoli è via Andrea d’Isernia 63.

 PRIMO PIANO
Magione, Nyamaa Lkhagvajav
è cittadina onoraria


31 ottobre 2023

Si terrà venerdì il 3 novembre, alle ore 16, nella sala del Consiglio comunale di Magione, dove si trova il dipinto di Gerardo Dottori dedicato a Giovanni da Pian di Carpine, alla presenza, tra gli altri, di Tserendorj Narantungalag, Ambasciatrice della Mongolia in Italia, e di Valerio De Cesaris, Magnifico Rettore dell’Università per Stranieri , la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Nyamaa Lkhagvajav (nella foto). Eccellente interprete dal mongolo all’italiano, Nyamaa Lkhagvajav è stata la prima traduttrice nella lingua del Paese di Gengis Khan del libro “Historia Mongalorum”, scritto da Fra’ Giovanni da Pian di Carpine in occasione del viaggio verso l’estremo Oriente compiuto tra il 1245 e il 1247. Assieme alle molteplici attività di promozione dell’amicizia tra l’Italia e la Mongolia, la studiosa si è impegnata con successo nello scambio culturale, con l’organizzazione di innumerevoli eventi e mostre, e linguistico, dando vita a un prezioso dizionario italo-mongolo ristampato in Mongolia in più edizioni. “È anche grazie alla presenza in Italia, e in particolare in Umbria, di Nyamaa – commenta il sindaco Giacomo Chiodini – che Magione è riuscita nel tempo a mantenere e rafforzare le proprie relazioni con la Mongolia, dove tutt’oggi il suo più illustre personaggio storico – Fra’ Giovanni da Pian di Carpine – è riconosciuto come figura autorevole nelle vicende dell’epoca leggendaria dell’Impero dei Gran Khan“. (fonte tuttoggi.info)

 PRIMO PIANO
Mongolia al primo posto
del Best in Travel 2024


25 ottobre 2024

Mongolia al primo posto assoluto nella classifica del Best in Travel 2024 stilata da Lonely Planet. Le meraviglie immacolate della natura, l'ospitalità della popolazione, la sicurezza generalizzata, lo spirito di avventura per tutte le età rappresentano i punti forti di questa terra tutta da scoprire e da riscoprire. Un riconoscimento più che meritato, a cui si aggiunge la comodità di non aver più bisogno del visto d'ingresso, è sufficiente il passaporto valido. Per viaggiare informati scrivete senza impegno a info@mongolia.it. Ecco la classifica generale delle prime dieci mete imperdibili secondo il Best in Travel 2024:

1. MONGOLIA
2. India
3. Marocco
4. Cile
5. Benin
6. Messico
7. Uzbekistan
8. Pakistan
9: Croazia
10. St. Lucia

Nella classifica delle città, svetta a sorpresa Nairobi (Kenia), davanti a Parigi e Montreal (Canada). L'Italia è presente solo tra le regioni più interessanti, con la Toscana al terzo posto, dietro i Balcani occidentali e l'Isola Kangaroo nell'Australia meridionale (nella foto, il bevenuto della Mongolia, foto Federico Pistone)

 PRIMO PIANO
Il Cardinale Marengo:
«Il Papa? Una grazia»


18 settemnre 2023

di Gigliola Alfaro - SIR Agenzia d'informazione

Sono passati diversi giorni dalla conclusione del 43° viaggio apostolico internazionale di Papa Francesco in Mongolia, ma il card. Giorgio Marengo (nella foto Vatican Media Sir, con il Pontefice), prefetto apostolico di Ulaanbaatar, è ancora molto indaffarato per le ricadute della visita, che resta nella memoria e nei cuori della gente, colmi di gratitudine verso il Papa. E come Francesco, durante l’udienza generale del 6 settembre ha affermato che il viaggio in Asia gli ha fatto bene, così per la piccola comunità mongola cattolica, anzi per tutta la popolazione, la visita è stata un dono. Ne parliamo con il card. Giorgio Marengo.

Più volte il Papa ha detto di avere molto caro il popolo mongolo: durante questi giorni si è sentito questo affetto e il popolo come l’ha ricambiato?

Nei giorni della visita si è creato un bellissimo rapporto tra il Santo Padre e la popolazione, non solo la piccola comunità cattolica, ma anche la gente comune. Si è notato proprio un feeling tra il Santo Padre e il popolo mongolo attraverso l’espressione di un affetto sincero. All’inizio era più che altro curiosità, poi con il passare dei giorni sono diventati simpatia e desiderio magari di scattare una foto mentre passava, di salutare. Sono stati molto contenti della generosità del Papa di tenere giù il finestrino e salutare tutte le persone possibili e immaginabili.

Durante la conferenza stampa in aereo, di ritorno dalla Mongolia, il Papa si è detto soddisfatto del viaggio. Lei che bilancio ne fa? Quali sono stati a suo avviso i momenti salienti?

Questo viaggio è stato certamente una grazia, direi. È stato sotto tutti gli aspetti un dono. Lo valutiamo tutti in maniera super positiva, non ci sono parole per dire come siamo contenti, soddisfatti e grati al Santo Padre di aver compiuto questo viaggio, di aver fatto questa scelta di venire in un luogo lontano dai riflettori, come ha detto lui, per portare la sua testimonianza e per ascoltare, per dialogare. Direi che ogni evento del programma ha avuto un suo valore particolare, quindi più che parlare di quali siano stati i momenti più salienti, direi che ognuno degli eventi che erano in programma ha avuto un rilievo tutto particolare.Certamente l’accoglienza solenne riservata sulla piazza e poi dentro il palazzo governativo con questo incontro molto cordiale con il presidente della Mongolia, Ukhnaagiin Khürelsükh, che si è poi concluso con un gesto di particolare vicinanza quando il presidente per salutare il Santo Padre che si stava congedando si è chinato in quanto il Santo Padre era sulla sedia a rotelle, poi quando stava risalendo in macchina lo ha abbracciato, segno di qualcosa che va al di là del protocollo e che esprime molto.Poi, ovviamente, l’incontro in cattedrale. Il Santo Padre che entra in una ger che era all’esterno. Per la piccola comunità mongola resterà sempre impresso nel cuore, nella memoria, un Papa che è entrato nella nostra casa, ha voluto interessarsi di noi. E poi la familiarità, il clima di famiglia che ha caratterizzato questo incontro con le belle testimonianze, gli scambi e il messaggio che ci ha dato che diventa per noi un programma di vita. Poi gli altri tre momenti importanti, di nuovo ognuno a suo modo: l’incontro con i leader religiosi, un segno veramente profetico di volontà di camminare insieme, di superare gli attriti, le tensioni con un ascolto reciproco, un impegno comune per la pace, per l’armonia. Poi la santa messa nella Steppe Arena: quando ho visto sugli schermi la scritta “Benvenuto, Santo Padre, in Mongolia” mi sembrava veramente un sogno, invece era la realtà. Questa celebrazione eucaristica che è stata anche una delle prime a essere seguita da molte migliaia di cittadini mongoli, per cui un’esposizione anche alla nostra vita di fede molto significativa, oltre che la prima volta ovviamente che era il Santo Padre a presiederla in Mongolia. Anche l’incontro alla Casa della Misericordia, l’ultimo giorno, è stato caratterizzato da questa prossimità, questa vicinanza alle persone sofferenti con un messaggio molto chiaro per noi missionari e missionarie, credenti in Mongolia:il messaggio di una carità genuina, non interessata, di un prendersi cura dell’altro che diventa il profumo di Cristo che si espande.Bellissimi tutti questi momenti.

Più volte il Papa durante il viaggio ha lanciato un appello alla pace, a essere “semi di pace” in un mondo attraversato da conflitti. E sempre rispondendo ai giornalisti il Papa ha risposto affermativamente alla domanda se Ulaanbaatar può proporsi come piattaforma per un dialogo internazionale tra Europa e Asia. Questo, secondo lei, si può realizzare in che modo?

Gli appelli del Papa per la pace sono stati numerosi. Credo che siano stati accolti con molto senso di gratitudine e anche di responsabilità. Ed è emerso sempre di più questo ruolo che la Mongolia può avere nello scacchiere internazionale di un Paese dove potersi sedere insieme dentro una ger, in uno spazio circolare, per trovare accordi, per trovare quell’equilibrio tra le forze che nella storia i mongoli hanno sempre ricercato e per lo più hanno saputo trovare. Poi concretamente come questo si possa realizzare non lo so, ma potrebbero anche profilarsi delle possibilità di diventare la Mongolia, Ulaanbataar, un luogo di incontro, di summit tra persone che sono coinvolte nella ricerca della pace.È una nazione ospitale, capace dal punto di vista organizzativo, determinata nella ricerca della pace e della risoluzione dei conflitti, potrebbe essere un luogo particolarmente adatto per ospitare dei dialoghi di pace tra le parti che cercano un accordo.Questa possibilità concreta di Ulaanbataar come luogo di summit per la pace credo che non sia una fantasia, ma sia piuttosto fattibile.

Francesco ha molto incoraggiato la piccola ma vivace comunità cattolica mongola. Cosa vi caratterizza?

Forse una delle caratteristiche che più contraddistingue questa piccola porzione di Chiesa che siamo noi in Mongolia penso che possa definirsi come la freschezza della fede. Una comunità formata da poco meno di 1.500 persone che in questi trent’anni si sono affacciate alla fede, hanno scelto di vivere da cattolici nel mondo, in una società in cui questo non è per nulla scontato e lo hanno fatto ognuno a modo suo, attirati, come spesso ci ha ricordato il Santo Padre, dalla bellezza della fede, dalla bellezza del Vangelo vissuto e concretizzato dai missionari, dalle missionarie e dagli altri credenti. Quindi forse questa caratteristica di una Chiesa che cammina con semplicità, con umiltà e in una dimensione, appunto, di freschezza, di genuinità, con tutti gli alti e bassi che una vita di fede porta con sé, ma anche con la gioia di scoprire ogni giorno la bellezza del Vangelo e con lo sforzo e l’impegno di trasformarlo in gesti concreti, viste le tante attività che i missionari e le missionarie svolgono da tanti anni a beneficio della popolazione in tutti i campi del vivere sociale, l’educazione, la cura della persona nella salute, l’attenzione alle varie forme di disagio, alla povertà, la promozione culturale. Quindiuna Chiesa attiva e con questa gioia della fede che non si preoccupa di grandi numeri o di riconoscimenti esterni, ma che cerca di camminare con semplicità nelle vie del Vangelo.

E cosa può insegnare questa piccola Chiesa al mondo intero?

Non credo che come Chiesa abbiamo qualcosa da insegnare a nessuno, abbiamo tutto da imparare, semplicemente è bello vivere la fede così. Credo che questa bellezza possa essere in qualche modo contagiosa, nella misura in cui viene colta, viene condivisa. Accogliamo questo dono e lo offriamo con tanta semplicità.

Il Papa ha anche assicurato le autorità che la Chiesa cattolica non ha un’agenda politica: qual è il vostro rapporto con le istituzioni, altre religiose e società?

Quanto il Papa ha detto circa il fatto che la Chiesa non ha un’agenda politica, ma è un fermento di bene nelle società, è di un’importanza capitale perché ribadisce quella che è la vera identità della Chiesa e in questo senso aiuta anche a sgomberare il campo da eventuali false interpretazioni o paure in un Paese che per settant’anni è stato caratterizzato da un’ideologia atea, che ha instillato un senso di disprezzo e anche di sospetto verso ogni forma religiosa, è importante ribadire che la Chiesa ha una sua identità, che non si regge su interessi politici, economici, di potere, ma che ha un’unica missione che è quella di offrire il Vangelo e di viverlo.Ed è importante questo, perché comunque rimane un certo sospetto verso la religione appunto intesa come potenziale motivo di tensione nella società, soprattutto laddove possano convivere diverse religioni. E allora questa sottolineatura del Papa aiuta molto, ci aiuta anche nel nostro quotidiano interfacciarci con le autorità civili, con le quali c’è un ottimo dialogo, ed è però importante avere un punto di riferimento anche per noi, per spiegare chi siamo, perché è anche vero che ci sono vari gruppi religiosi in Mongolia di varia natura e di varia origine e non tutti sono legati a tradizioni chiare e quindi, a volte, lo Stato si trova a doversi confrontare con esperienze religiose non chiare. Invece, questa chiarezza che il Papa ha espresso sulla Chiesa cattolica è molto importante.

È stata benedetta dal Papa e inaugurata la Casa della Misericordia: di cosa si occuperà?

La Casa della Misericordia vuole essere proprio una porta aperta a ogni persona che è in difficoltà, in primis le persone della strada, che non sono tantissime ma che comunque vivono una realtà difficilissima, soprattutto in inverno, quando rimanere fuori vorrebbe dire condannarsi alla morte, quindi, un luogo di rifugio dal freddo intenso dell’inverno, un luogo dove ricevere un pasto caldo, dove farsi una doccia, dove parlare con qualcuno, dove esprimere il proprio disagio. Da parte nostra, l’impegno all’ascolto e all’orientamento di queste varie forme di disagio, in una grande sinergia con le realtà sociali già presenti sul territorio, perché in Mongolia esiste anche un’Assicurazione sanitaria nazionale, esistono ospedali che forniscono l’aiuto necessario, quindi non vogliamo essere un doppione, vogliamo semplicemente offrire lo spirito cristiano di aiuto, di prossimità e metterlo in dialogo con quello che c’è già di buono nella società. Concretamente ci sarà una mensa per persone in difficoltà, delle docce pubbliche, delle stanze di ascolto e di prima accoglienza, un piccolo ambulatorio per un primo soccorso, delle stanze anche per persone che magari devono rimanere qualche giorno, scappando da situazioni di violenza domestica o cose del genere, e anche spazi per i volontari, per le persone che opereranno nella Casa, le varie figure professionali che ci saranno, tenendo conto che potrebbe diventare anche un punto di riferimento per la Chiesa locale quando si fanno incontri che richiamano persone dalle varie parti del Paese.L’altra caratteristica è che questa esperienza si propone come un’espressione della Chiesa locale e, quindi, associata direttamente alla Prefettura apostolica con ,evidentemente, il contributo, la collaborazione delle varie congregazioni religiose presenti, ma in primis come un’iniziativa delle persone mongole locali che si mettono insieme, che si aiutano e che s’impegnano per il prossimo.

Quali frutti della visita del Papa auspica ci saranno nella vostra Chiesa?

Certamente vogliamo custodire con grande gratitudine e con profondità i semi che sono stati sparsi a piene mani dal Santo Padre in questa visita e, quindi, siamo fiduciosi che i frutti verranno fuori da questa visita proprio per il grande valore a 360 gradi che questa visita ha avuto.Starà certamente a noi di non lasciar cadere invano i grandi appelli che il Santo Padre ci ha fatto, quindi i suoi discorsi diventeranno un programma pastorale per tutti noi. Abbiamo già in mente di pubblicare i vari discorsi nella forma di un libretto in lingua mongola, che verrà anche condiviso con persone al di fuori della Chiesa e che per noi diventerà una specie di programma per i prossimi anni.Da questo punto di vista, i frutti si riassumono proprio in una rinnovata consapevolezza di chi siamo come Chiesa in questa società, in una maggiore visibilità che il Papa ci ha dato come comunità credente con la propria identità, perché qui a volte si fa un po’ fatica a distinguere all’interno del mondo cristiano tra le varie denominazioni. Adesso con la venuta del Papa sarà più chiaro riferirci proprio a lui, a quello che lui rappresenta nel mondo e quindi ci potrà dare anche un contributo fondamentale nella continuazione dei rapporti che abbiamo con le autorità civili per anche mettere a tema alcune situazioni che ancora necessitano di essere risolte a livello legale, a livello di permanenza dei missionari, di registrazione delle nostre attività. Uno dei frutti concreti potrebbe essere proprio il contributo a proseguire nel negoziato per arrivare poi a un Accordo bilaterale tra la Santa Sede e la Mongolia.

Come continua il cammino adesso, anche in considerazione del Cammino sinodale in corso?

Come ha detto la catechista Rufina nella sua testimonianza, nel nostro piccolo la nostra esperienza di Chiesa è già un’esperienza sinodale e vorremmo che continuasse in questa linea che, come ha avuto modo di spiegare il Santo Padre anche nel viaggio di ritorno sull’aereo, è la prospettiva degli Atti degli apostoli, dei Vangeli. Non è nulla di nuovo, di strano, ma è l’identità della Chiesa. Per noi vuol dire proseguire in questo cammino, sapendo dove dobbiamo insistere: in particolare, il Santo Padre ha messo l’accento sulla necessità di una vita di preghiera ben radicata, che ancori tutto il nostro prodigarci per il prossimo e ha sottolineato l’importanza della comunione ecclesiale nel camminare insieme verso Cristo.

 PRIMO PIANO
Al cinema “L'ultima
luna di settembre”


13 settembre 2023

Quando il padre anziano si ammala gravemente, Tulgaa, che da molti anni risiede in città, decide di fare ritorno al suo villaggio d'origine, situato sulle remote colline della Mongolia, per prendersi cura di lui. Il destino, tuttavia, prende il suo corso naturale, e poco tempo dopo, il padre anziano lascia questo mondo. Tulgaa prende la decisione di rimanere nel villaggio e stabilirsi nella yurta di suo padre al fine di completare il raccolto che l'anziano aveva promesso di portare a termine entro l'ultima Luna piena di settembre. Mentre si dedica ai lavori nei campi, Tulgaa si imbatte in Tuntuulei, un bambino di dieci anni che vive con i nonni mentre sua madre lavora in città. Inizialmente, tra i due sorge un rapporto segnato da sfide, ma col passare del tempo, questo si trasforma gradualmente in un legame basato su stima reciproca e condivisione. In mezzo agli incantevoli e vasti paesaggi di questa terra ricca di tradizioni, Tulgaa assume un ruolo di figura paterna nei confronti del giovane Tuntuulei, offrendogli tutto l'affetto paterno che a lui stesso non era mai stato concesso. Tuttavia, l'ultima Luna piena di settembre sta per giungere, e a Tulgaa rimangono solo pochi giorni da trascorrere con Tuntuulei prima di dover fare ritorno in città. Esce con Officine Ubu il 21 settembre, in perfetto allineamento col suo titolo, L’ultima luna di settembre del regista mongolo Amarsaikhan Baljinnyam – che interpreta anche Tulgaa – basato sul romanzo breve 'Tuntuulei' di T. Bum-Erden. Una storia poetica sull'infanzia e la genitorialità, ambientata tra gli incantevoli paesaggi della Mongolia, che diventa per noi rara occasione per scoprire una terra ricca di umanità e tradizioni. “Essendo nato e cresciuto in Mongolia – dice il regista – ho sempre ammirato la sua ricca storia, la cultura e lo stile di vita nomade, unico del mio paese, che sta diventando sempre più raro nel mondo. Come artista, ho osservato l'influenza e l'impatto di questo stile di vita sugli stati emotivi delle persone in età diverse, su come pensiamo, come reagiamo o interagiamo. Il film è l’esempio perfetto per me, per esprimere il cuore e la mentalità del popolo mongolo attraverso le sfide quotidiane della società moderna. Volevo che il mio esordio presentasse al mondo il popolo mongolo in modo autentico, come individuo o come nazione. E sullo sfondo volevo il paesaggio esotico della Mongolia, affinché il pubblico di tutto il mondo vivesse una vera esperienza cinematografica”. Il film è fedele alla versione letteraria ma, afferma l’autore “racconta in modo più entusiasta ed edificante di come Tulgaa e Tuntuulei si accettino l'un l'altro come padre e figlio, anche se non lo sono. La fine del mio film è l'effettivo inizio del viaggio di Tulgaa e Tuntuulei verso il resto della loro vita. Il legame tra i due rimane molto forte. Al giorno d'oggi, nella nostra cultura contemporanea, la nostra energia e il flusso di pensieri sono completamente occupati da cose e compiti inutili, e dobbiamo scegliere di trovare il tempo per le importanti domande interiori a cui è necessario rispondere. Attraverso la mia pellicola, lo spettatore può godersi la solitudine nell'esotica natura mongola con i nostri eroi che a loro volta stanno iniziando un viaggio alla ricerca di quelle risposte per superare le loro paure, alla ricerca di empatia e amore incondizionato attraverso modi inaspettati. Quindi v’invito a rompere con il caos e la frenesia della società e di godervi la poesia di una storia umana che ci conduce alle nostre radici”.

di Andrea Guglielmino (CinecittàNews)

 SPORT
Il Brera Calcio
va in Mongolia


12 settembre 2023

Il Corriere della Sera del 12 settembre 2023 dedica una pagina di Federico Pistone all'avventura del Brera Calcio in Mongolia. 

Altro che Internazionale: la terza squadra di Milano punta al planetario. Dopo l'esperienza in serie D con Walter Zenga allenatore nell'anno 2000 all'Arena Garibaldi, il Brera Football Club è sbarcata in Macedonia del Nord, in Mozambico e ora fa rotta sulla Mongolia, in una sorta di Risiko calcistico all'insegna della passione del presidente-giornalista Alessandro Aleotti, omonimo ma nulla a che fare con il rapper J-Ax. Making friends, not millioners è il suo credo ecumenico senza compromessi e comprensibile a ogni latitudine, perfino a Ulaanbaatar, la capitale che ospita metà della popolazione mongola (3 milioni in tutto) dove si gioca a calcio solo per sei mesi all'anno. Normalmente da maggio a ottobre ma con possibili variazioni in caso di inverni particolarmente prolungati e feroci, oltre a quelli “normali” che arrivano a cinquanta gradi sottozero con l'aggravante del vento siberiano che invita, più che a scendere in campo, a rifugiarsi nelle case o nelle gher, le tende dei nomadi costruite da millenni per resistere al clima più estremo della Terra, preso come campione perfino dai tecnici della Nasa per sperimentare condizioni estreme da affrontare su altri mondi. Tutto ghiaccia sotto l'effetto dello zud, il permafrost che ricopre i terreni rendendo drammatica la situazione per i nomadi e per le loro greggi. Figuriamoci giocare a pallone. Eppure la Mongolia, che in primavera rinasce nella sua stupefacnte bellezza, emana quel fascino ancestrale che continua a mietere “vittime”, dopo la visita di Papa Francesco che l'ha definita una vera oasi di meraviglia e di amicizia, nonostante due scomodi vicini come Russia e Cina e proprio per questo “ago della bilancia per la pace mondiale”. Sul territorio del calcio la Mongolia – che domina nel sumo, nella lotta, nel tiro con l'arco insomma in tutte le discipline degne di guerrieri eredi di Gengis Khan – non ha proprio eccellenze di cui andare fiera, occupando il 183° posto (su 208 nazionali) del ranking Fifa, dietro Ciad e Macao ma davanti a Dominica e Bhutan. Rispetto a qualche anno fa, quando i rossoblù mongoli prendevano scoppole spaventose (tipo uno 0-15 contro l'Uzbekistan, non il Brasile), la situazione è migliorata grazie anche al contributo di tecnici e giocatori europei e soprattutto italiani decisi a provare l'avventura asiatica più suggestiva, come il “pioniere” Giacomo Ratto, che sette anni fa andò a difendere i pali dell'Ulaanbaatar City Football Club fra lo stupore generale, mentre all'allenatore romano Fabio Lopez venne offerta la panchina della Nazionale, oggi guidata dal giapponese Ichiro Otsuka. Ed ora ecco arrivare anche Milano con la Brera Holdings quotata al Nasdaq a garantire investimenti, tecnica, spettacolo ed entusiasmo così com'è già accaduto nella “serie A” della Macedonia del Nord, il Paese calcistico più “indigesto” per gli Azzurri, con l'esperienza del Brera Strumica, presieduta da un altro leggendario milanese ad honorem, quel Goran Pandev del triplete nerazzurro che ha accolto con gioia la proposta dell'alleanza. Con il tecnico bresciano Giovanni Valenti la squadra dell'antica Tiberiopoli latina, col nome FC Academy Pandev, è tuttora in testa alla classifica macedone con 4 vittorie, 1 pareggio e 1 sola sconfitta, una Coppa nazionale in bacheca e già nel novero continentale di Conference ed Europa League. Bene anche l'avventura africana con il Brera Tchumene oggi al vertice della serie B del Mozambico e pronto al grande salto. Ora la sfida più difficile e suggestiva, nella Deed Lig, la Premier League di Mongolia, con l'FC Ulaanbaatar campione in carica a rinnovare l'annoso duello con i cugini dell'Erchim. Ora però i due litiganti dovranno vedersela con una nuova forza, il Bayanzurch Sporting Ilch FC fondato nel 2020 e già passato dalla quarta alla prima divisione in pochi anni, destinato a ridipingere il calcio mongolo con i colori neroverdi del Brera, da terza squadra di Milano a prima di Ulaanbaatar.

Federico Pistone
(dal Corriere della Sera del 12 settembre 2023)

 

https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/23_settembre_12/il-brera-giramondo-dopo-macedonia-e-mozambico-giochera-a-calcio-anche-in-mongolia-costruiamo-amicizie-5d7204a6-69dc-471a-a97b-85a891e65xlk.shtml

 PRIMO PIANO
Emessa banconota
commemorativa in argento


8 settembre 2023

In occasione della recente visita di Papa Francesco in Mongolia, l’Ambasciata d’Italia a Ulaanbaatar ha emesso una speciale banconota commemorativa in argento. L’iniziativa dell’Ambasciata, realizzata in collaborazione con la Banca Centrale della Mongolia, ricorda la prima missione diplomatica italiana nell’Impero Mongolo ed è dedicata a al frate Giovanni da Pian del Carpine, missionario francescano italiano, inviato nel 1245 da Papa Innocenzo IV come legato della Santa Sede per consegnare una lettera di pace al Gran Khan dell’impero mongolo. Due anni dopo, una volta tornato in Italia, Giovanni Pian del Carpine redasse il trattato “Historia Mongalorum”, il documento più dettagliato nel mondo occidentale sull’Impero mongolo e sugli usi e costumi del suo popolo. Sulla banconota d’argento è impresso il momento in cui Giovanni da Pian del Carpine è di fronte all’imperatore Guyuk Khan e gli consegna la lettera papale. L’illustrazione originale, l’affresco murale del pittore futurista italiano Gerardo Dottori, è stata realizzata nel 1949 nella Sala Consiliare del Comune di Magione, la città natale del missionario. (fonte esteri.it)

 PRIMO PIANO
Il Papa: “Mongolia,
grazie per l'ospitalità”


5 settembre 2023

Poco dopo le 12 del 4 settembre, l'aereo di Ita Airways con a bordo il Pontefice e il seguito è decollato dall'aeroporto Chinggis Khan di Ulaanbaatar alla volta di Roma. Si conclude così il pellegrinaggio di Francesco in terra mongola che lo ha visto abbracciare le diverse realtà della Chiesa e della società. Il telegramma al presidente Khürel Sükh Ukhnaa: "Vi assicuro le mie preghiere per la pace, l'unità e la prosperità della nazione". Papa Francesco ha lasciato la Mongolia, meta del 43* viaggio apostolico internazionale che lo ha visto pellegrino nella capitale Ulaanbaatar presso la piccola Chiesa della nazione centroasiatica. Come consuetudine, prima del decollo si è svolta la cerimonia di congedo in aeroporto, dove il Papa è giunto in auto al termine dell’incontro con gli Operatori della Carità presso la Casa della Misericordia. Al suo arrivo il Papa è stato accolto dal Ministro degli Affari Esteri della Mongolia, Batmunkh Battsetseg. Subito dopo il saluto delle rispettive delegazioni e del seguito locale, una giovane donna si è chinata su Francesco per donargli un mazzo di fiore. Il Papa ha assicurato che li offrirà alla Madonna. Salutando poi con una forte stretta di mano il cardinale Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulaanbaatar, al suo fianco lungo tutta la visita, Papa Francesco è salito a bordo dell'areo per rientrare in Italia. Subito dopo il decollo, il Papa ha fatto pervenire al presidente della Mongolia, Khürel Sükh Ukhnaa, un telegramma in cui, a conclusione, esprime "ancora una volta, il senso di gratitudine" alle autorità e al popolo mongolo "per la calorosa accoglienza e la generosa ospitalità riservatami in questi giorni". Francesco porge quindi il suo saluto assicurando le sue "continue preghiere per la pace, l'unità e la prosperità della nazione" e invocando "cordialmente su tutti voi abbondanti benedizioni divine". Si conclude, dunque, così questo primo viaggio apostolico di un Papa in Mongolia. Viaggio iniziato lo scorso 1 settembre che ha visto il Papa incontrare le autorità del Paese nella capitale Ulaanbaatar e la piccola comunità cristiana locale presso la cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, come pure i leader religiosi locali e gli operatori della “Casa della Misericordia". Un abbraccio globale ad un Paese, stretto tra Russia e Cina, che - come ha detto il Papa stesso nel suo primo discorso all'autorità - può avere un "ruolo" fondamentale nello scenario internazionale, soprattutto per la pace globale. (fonte, testo e foto Vatican News)

 CULTURA
Il teatro italiano
al BlackBox di Ulaanbaatar


5 settembre 2023

Tre nuove nomination arricchiscono il Palmares del già pluripremiato spettacolo Made in ILVA: “Best direction” e “Best stage designer” per la regista Anna Dora Dorno e “Best actor” per il performer Nicola Pianzola. A nominare lo spettacolo, cavallo di battaglia della compagnia Instabili Vaganti di Bologna, è stata la prestigiosa Saint Muse Academy di Ulaanbataar in Mongolia, dove Made in ILVA andrà in scena l’11 settembre alle ore 16 presso il BlackBox Theatre e nell’ambito della diciassettesima edizione del Festival Internazionale Saint Muse, organizzato dal centro ITI Unesco della Mongolia. Il comitato della Saint Muse Academy aveva avuto modo di apprezzare Made in ILVA al Festival IAPAR di Pune, in India, dove la compagnia ha intrapreso una lunga tournée nell’autunno 2012, ed aveva subito invitato Instabili Vaganti come ospite speciale del più importante festival internazionale teatrale della Mongolia. La pièce di teatro fisico che ha raccontato al mondo la tragedia dell’ex ILVA di Taranto è frutto di una ricerca artistica che vuole fare riflettere sulla condizione alienante dell’operaio, intrappolato in un sistema di produzione che trasforma l’essere umano in una macchina artificiale. Lo spettacolo, diretto da Anna Dora Dorno, interpretato da Nicola Pianzola e con le musiche originali del compositore bolognese Riccardo Nanni, racconta in chiave performativa, il dramma interiore che i lavoratori dell’acciaieria più grande d’Europa, vivono ogni giorno, tra il desiderio di fuggire dalla gabbia d’acciaio fatta di morti sul lavoro, danni ambientali, ricadute sulla salute della popolazione, e la necessità di lavorare per il vivere quotidiano. Definito dalla critica internazionale un capolavoro di teatro fisico, un esempio di “biomeccanica contemporanea”, Made in ILVA ha ricevuto nel 2014 la nomination al Total Theatre Award al Fringe Festival di Edimburgo, dopo aver collezionato numerosi premi: il premio Casino OFF, il premio Landieri per il teatro di impegno civile, il premio della critica Ermo Colle, il premio Museo Cervi, il premio sezione internazionale all’International Festival IIFUT di Teheran in Iran, il premio della giuria al festival del teatro indipendente di Costanza in Romania, il premio OFFx3. Si dovrà attendere la cerimonia di chiusura e premiazione del Festival, prevista il 17 settembre, per sapere se le 3 nomination ricevute si trasformeranno in nuovi premi e riconoscimenti per uno spettacolo che, tradotto e rappresentato in 4 lingue, quest’anno festeggia i suoi 12 anni di tournée mondiali. Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola saranno impegnati anche nella direzione di un workshop pratico di teatro, dal titolo The Organic Body, rivolto ad attori e danzatori della scena teatrale contemporanea in Mongolia, che si terrà lo stesso 11 settembre negli spazi dell’Università di Ulaanbataar. Inoltre, i due fondatori di Instabili Vaganti avranno la possibilità di proseguire la ricerca artistica intrapresa nel progetto “The Global City”, ispirato a “Le città Invisibili” di Italo Calvino, in occasione delle celebrazioni del centenario dell’autore, raccogliendo nuovi materiali e suggestioni grazie a questo viaggio sulle orme di Marco Polo e Kublai Khan. Il nuovo spettacolo debutterà infatti al rientro in Italia della compagnia e dopo una residenza artistica al teatro Fabbri di Forlì, in apertura al festival Colpi di Scena, organizzato da Accademia Perduta/Romagna Teatri in collaborazione con ATER Fondazione, il 26 settembre alle 20.30. La tournée di Instabili Vaganti in Mongolia è sostenuta dall’Ambasciata d’Italia a Ulaanbataar e dal Ministero della cultura.

 PRIMO PIANO
“Il deserto ci faccia
capire il silenzio”


1 settembre 2023

di Stefano Vecchi, inviato del Corriere della Sera 
ULAN BATOR — Difficile, fare diplomazia in tempi di guerra? «Non immaginate quanto. A volte bisogna avere un po’ di senso dell’umorismo…». Nel volo che lo ha portato in Mongolia prima dell’alba di venerdì, quando in Italia erano le 4 del mattino, Francesco passa come sempre a salutare uno a uno i giornalisti che lo seguono nel suo quarantatreesimo viaggio internazionale, il primo di un pontefice nella terra di Gengis Kahn.
Cammina appoggiato al bastone, l’aria un po’ stanca. La giornata di oggi non prevede impegni, Francesco riposerà nella prefettura apostolica per smaltire il fuso e sabato mattina, quando in Italia sarà ancora notte, incontrerà le autorità rivolgendo loro il suo primo discorso. E ci si attende che, in un Paese che si trova giusto tra Russia e Cina, il Papa torni a invocare il dialogo e la pace, in un mondo minacciato da quella «terza guerra mondiale a pezzi» che denuncia dall’inizio del pontificato. Anche di recente è stato contestato in Ucraina per le parole di elogio alla cultura e alla storia della Russia rivolte ad un gruppo di giovani cattolici riuniti a San Pietroburgo, che peraltro aveva invitato ad essere «seminatori e artigiani di pace in mezzo a tanti conflitti e polarizzazioni». Mentre sorvolava i cieli della Cina, dall’aereo è stato inviato il telegramma di Francesco al presidente cinese Xi Jinping, com’è consuetudine per ogni capo di Stato dei Paesi sulla rotta. Ma nel caso cinese ha un significato particolare, anche questa volta l’aereo del pontefice ha ottenuto il permesso di sorvolo come quando, tra il 13 e il 14 agosto 2014, nel volo che lo portava in Corea del Sud, Bergoglio fu il primo Papa della storia a poter attraversare i cieli della Cina. Nel telegramma di saluto a Xi Jinping e al popolo cinese, Francesco ha scritto: «Assicurandovi le mie preghiere per il benessere della nazione, invoco su tutti voi le benedizioni divine di unità e pace». Il deserto dei Gobi, la steppa, l’aereo papale ha sorvolato le distese sterminate della terra mongola, «ci farà bene capire questo silenzio così lungo, così grande, capire cosa significa non intellettualmente, ma con i sensi», ha detto Francesco citando il compositore russo Aleksandr Borodin, autore di una sinfonia sulle steppe dell’Asia centrale: «Farà bene forse ascoltare la musica di Borodin, che è stato capace di esprimere questa grandezza della Mongolia». A Ulan Bator sono gli ultimi giorni miti, qui d’inverno le temperature scendono oltre i quaranta sotto zero ma Francesco è arrivato in una giornata di sole. Il Paese è grande cinque volte l’Italia ma ha solo tre milioni e trecentomila abitanti, poco meno della metà concentrati nella capitale. Condomini modulari tirati su in serie, grattacieli sparsi, ciminiere, gru, la capitale porta i segni del passaggio brusco all’economia di mercato, dopo la caduta del comunismo. I primi missionari cattolici ritornarono negli Anni Novanta dopo secoli di assenza del cristianesimo. Il Papa incontrerà una delle comunità cattoliche più piccole del pianeta, appena millecinquecento fedeli in una nazione a maggioranza buddista. All’aeroporto è stato accolto dal prefetto apostolico Giorgio Marengo, 49 anni, il missionario che l’anno scorso il Francesco ha voluto fare cardinale, il più giovane porporato del mondo: un altro segno di attenzione alle «periferie» del pianeta.

 PRIMO PIANO
Marengo: «Col Papa
al centro della Chiesa»


28 agosto 2023

“Una grazia speciale e un grande onore”. Il cardinale Giorgio Marengo definisce così il viaggio di Papa Francesco in Mongolia che si svolgerà dal 31 agosto al 4 settembre. Il prefetto apostolico di Ulaanbaatar, capitale del Paese dell’Asia orientale, non esita a confidare, in un’intervista ai media vaticani, che “poter avere tra noi il successore di Pietro è un dono immenso”. E non solo perché è la prima volta in assoluto di un Pontefice in una nazione in cui la Chiesa ha festeggiato da poco il trentennale della sua nascita, dopo la caduta del comunismo, ma anche perché rappresenta una visita dal grande valore storico: “Idealisticamente - afferma Marengo - può essere ricollegata ad un fatto avvenuto ottocento anni fa, quando Papa Innocenzo IV inviò il frate Giovanni da Pian del Carpine come suo messaggero di pace ai mongoli che si trovavano alle porte dell’Europa. Insomma, i primi contatti tra i pontefici e gli imperatori mongoli ci furono già nel tredicesimo secolo”.

Eminenza, cosa s’aspetta da questo viaggio del Papa che ha come tema "Sperare insieme"?

Credo che aiuterà soprattutto i fedeli cattolici mongoli a sentirsi veramente nel cuore della Chiesa. A noi, che viviamo geograficamente in una zona del mondo molto periferica, la presenza del Papa ci farà sentire non lontani ma vicini, al centro della Chiesa. E poi sarà importante per il rafforzamento dei rapporti tra la Santa Sede e lo Stato mongolo, che già sono buoni.

La Chiesa come si è preparata ad accogliere il Pontefice?

Con grande entusiasmo e con grande fervore, in special modo nella dimensione della preghiera. Questa visita per noi è molto importante e per questo l’abbiamo voluta far precedere dal pellegrinaggio della statua della Vergine Maria che fu trovata, qualche tempo fa, in una discarica del nord del Paese da una donna povera e non cristiana. Questa statua ha visitato le varie comunità cattoliche nelle quali si è recitato il Santo Rosario per invocare benedizioni su questo viaggio.

La Mongolia conta circa tre milioni e mezzo di abitanti dislocati su un vasto territorio di oltre un milione e mezzo di chilometri quadrati. Quali sono le dimensioni della Chiesa che il Santo Padre verrà a visitare?

È composta da un gregge molto esiguo: millecinquecento battezzati locali radunati in otto parrocchie ed una cappella. Cinque di esse si trovano nella capitale e le altre in zone più remote. E’ una comunità piccola ma molto viva.

Quali sono le principali attività ecclesiali?

La Chiesa è impegnata per il settanta per cento delle sue attività in progetti di promozione umana integrale: dall’educazione alla sanità, passando per la cura delle persone più fragili. Ma si occupa anche della vita di fede che si concretizza con il pre-catecumenato, con il catecumenato, con la vita liturgica e con la catechesi continua. E’ una pastorale che cerca di concentrarsi soprattutto sulla qualità della scelta di fede delle persone. Per fare tutto questo, siamo aiutati da una settantina di missionari, tra i quali ci sono venticinque sacerdoti, una trentina di suore ed un bel gruppo di laici. In questa compagine ecclesiale articolata dobbiamo annoverare anche due sacerdoti locali: per ora sono gli unici ma sono sicuro che nel tempo aumenteranno.

La Chiesa in Mongolia quali sfide deve affrontare?

La prima, quella più importante, è vivere secondo il Vangelo. La grande sfida per ogni comunità è quella di essere discepoli e missionari. E questa coerenza di vita si traduce nella necessità di un radicamento sempre maggiore nella società mongola, con la speranza di una più forte coesione della Chiesa particolare intorno ad un progetto comune. Un’altra sfida è quella dell’inculturazione, che ha bisogno di tempi lunghi perché accompagna la maturazione della fede in un determinato contesto culturale. Infine, c’è la sfida della formazione dei catechisti locali, degli operatori pastorali e, ovviamente, del clero locale ed internazionale.

La Mongolia è una nazione nella quale la maggioranza della popolazione si dichiara buddista e nella quale ci sono importanti gruppi di fede islamica e sciamanica. Per la Chiesa locale, quanto è importante il dialogo interreligioso?

Il dialogo interreligioso da sempre ha segnato l’esperienza ecclesiale in Mongolia. La Chiesa si trova ad essere, anche per necessità, in una situazione di assoluto bisogno di relazioni con i fedeli di altre tradizioni religiose. E’ una dimensione fondamentale che ci ha sempre accompagnato e che, negli ultimi anni, si è intensificata a tal punto che gli incontri tra i leader religiosi, che prima avvenivano annualmente, ora si organizzano ogni due mesi. Queste riunioni, che si svolgono ad Ulaanbaatar, servono per conoscerci meglio e per condividere i nostri percorsi di vita.

La Chiesa della Mongolia come sta vivendo il cammino sinodale?

Quasi spontaneamente, perché la dimensione della sinodalità fa parte della nostra esperienza ecclesiale. La dinamica della consultazione di tutte le componenti ecclesiali appartiene alla prassi di questa Chiesa. E’ bello sentirsi in piena sintonia con tutto il mondo cattolico in questa fase in cui la Chiesa universale si ferma a riflettere maggiormente sulla sinodalità.

Qual è oggi la situazione sociale nel Paese?

La società mongola è in una fase di grande trasformazione. C’è una rincorsa veloce a modelli sociali e culturali che sono nuovi rispetto alla tradizione. E’ una nazione in fermento la cui crescita economica sta imponendo un cambiamento anche negli stili di vita che stanno diventando più aperti alla globalizzazione. Questo rapido sviluppo comporta delle opportunità ma anche dei rischi, come quello di lasciare indietro chi non riesce a tenere il passo oppure quello di indebolire alcune tradizioni locali che invece favoriscono una maggiore coesione sociale. Insomma, è un Paese che vuole dimostrare al resto del mondo le proprie potenzialità.

E che rapporto c’è tra la Chiesa e la società civile?

C’è un dialogo sincero. C’è un rapporto di arricchimento reciproco, intensificatosi soprattutto negli ultimi anni. Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di far sì che la nostra esperienza di fede possa arricchire la società in armonia con le altre realtà religiose. In questo senso, voglio ricordare che sul territorio esistono numerose iniziative di collaborazione che si stanno rivelando molto fruttuose.

di Federico Piana  Vatican News

 PRIMO PIANO
Il viaggio del Papa
per “sperare insieme”


18 agosto 2023

Andare in Mongolia non è un’eccentricità, ma una scelta ecclesiale molto chiara e che si aggiunge a quella di ridare smalto all’impegno cattolico in Asia. Incastrata tra Cina e Russia la Mongolia presente in sé delle sfide rilevantissime. L’analisi di Riccardo Cristiano (formiche.net)

Perché il papa attraversa il mondo per andare in un Paese tanto lontano quanto sconosciuto come la Mongolia e popolato da appena 1500 cattolici? In realtà la storia potrebbe parlare anche in Mongolia di una presenza antica, che risale ai tempi dell’impero mongolo, al XIII secolo. Ma poi i cattolici vi sono tornato nello sventurato Ottocento, poi è cominciata la stagione del comunismo e solo nel 1991 sono state stabilite relazioni diplomatiche. Il cristianesimo e il cattolicesimo ovviamente sono dunque apparsi quasi di conseguenza logica un qualcosa venuto da fuori e da lontano. Si trova anche in questo il senso del motto del viaggio, “Sperare insieme”, cioè la negazione di ogni intento annessionista o omologazionista, ma anche la conferma di una fratellanza nella società mongola e in quella dei popoli.
I viaggi di papa Francesco sono spiegati da molti anni nel nome delle periferie. Può sembrare uno slogan, e in parte forse lo diventa se non si unisce a questa definizione apparentemente geografica anche la categoria ecclesiale della missionarietà. Periferie e Chiesa missionaria spiegano meglio l’idea di Chiesa che prospetta Francesco: una Chiesa missionaria non celebra la propria forza o antica presenza, piuttosto sa che la sua vera qualità sta nel lavorare per attrazione, come per Francesco dovrebbe essere ovunque. Non chiedere riconoscimenti ufficiali, ma radicarli nei comportamenti, da spiegare come evangelici ed evangelicamente coerenti.
Andare in Mongolia dunque non è un’eccentricità, ma una scelta ecclesiale molto chiara e che si aggiunge a quella di ridare smalto all’impegno cattolico in Asia. Incastrata tra Cina e Russia la Mongolia presente in sé delle sfide rilevantissime: diffusa violenza domestica, alti tassi di disoccupazione, urbanizzazione, inquinamento galoppante, emergenza alcolismo. A tutto questo la Chiesa prova già a rispondere con la sua piccola presenza che ha visto giungere grazie al papa anche un cardinale, il missionario italiano Giorgio Marengo, il cardinale più giovane tra quelli che attualmente siedono nel Sacro Collegio, prefetto apostolico di Ulan Bator.
Lavorare per attrazione qui significa affrontare queste sfide insieme alla popolazione locale prescindendo da appartenenza o affiliazione tradizionale, anzi, conoscendo e riconoscendo il buddismo, che è la religione tradizionale di queste terre. Il buddismo dunque è l’interlocutore religioso e qui emerge la prima sfida, che ha certamente molto da dire non solo alla Mongolia: questa sfida si chiama Cina. La diffusione più rilevante è infatti quella del buddismo tibetano e quando si parla di questo si parla del Dalai Lama, e dei problemi che ciò comporta con Pechino, per la decisione con Pechino ha colonizzato il Tibet e tenta di cancellarne le radici religiose e buddhiste. La visita del Dalai Lama in Mongolia, nel 2016, fu un bruttissimo segno per Pechino e tutto si aggravò con la sua scelta di dichiarare la decima reincarnazione del Jebsundamba, capo spirituale del buddismo in Mongolia, da Dharmshala, sede del governo tibetano in esilio, ha ulteriormente allarmato Pechino.
La Cina aveva appena tentato di nominarne uno ad essa gradito. Le protervie cinesi portano alla difesa del buddismo ma anche a sinofobia. Tutto questo non può che suonare familiare ai cristiani, che sanno bene come la scelta dei vescovi abbia costituito un rompicapo per i cattolici alla prese con quelli fedeli al papa, come è ovvio, e quelli fedeli solo a Pechino, come è ovvio solo per Pechino. Oggi la Santa Sede, come è noto, è alla prese con la difficile gestione dell’accordo provvisorio con Pechino che riguarda proprio la cruciale questione della nomina dei vescovi e della loro duplice fedeltà, al papa quali vescovi cattolici e a Pechino quali vescovi e cittadini cinesi.
Le esuberanze della Cina non sono certo finite, né si è spenta la memoria del doloroso passato e delle imprese coloniali alle quali il cristianesimo è stato associato. Si può dunque ben vedere, come ha scritto Jerome O’Mahony su The Tablet, che questo viaggio alla luce dell’esperienza maturata dal papa e dal suo segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, possa non solo tornare a parlare di una relazione antica tra cristianesimo e Mongolia, non solo novecentesca, ma soprattutto disegnare i nuovi contorni di una relazione tutta nuova tra autorità religiose e governi in quella parte di mondo. Anche l’Europa ha conosciuto concordati e ingerenze governative nella vita ecclesiale, non c’è da menare vanti o teorizzare guerre di civiltà, piuttosto mettere a frutto le esperienze e la reciproca conoscenza, i cambiamenti che questa ha prodotto riducendo la diffidenza. Nei limiti del possibile, ovviamente.
Ma c’è anche un altro senso, globale, che questo viaggio non può non trovare. La Mongolia ha bisogno del mondo, incluso l’Occidente, ma non può rompere con la Russia, per la disparità delle forze e del bisogno energetico che la espone. Per questo forse oggi la Mongolia può essere definita una potenza non allineata né con l’Occidente, al quale è avvicinata dal Giappone, né con Mosca, alla quale è avvicinata dall’importazione russa e dalle esportazioni in Cina.
Questo è un intreccio che davanti al conflitto in Ucraina può offrire alla Santa Sede un nuovo interlocutore fruttuoso per la sua visione all’insegna della fratellanza e non dell’inimicizia. (foto papafrancesco.net)

 PRIMO PIANO
I giovani della Mongolia
in attesa del Papa


10 agosto 2023

Finita la Gmg di Lisbona, i giovani della Mongolia aspettano Papa Francesco nel loro Paese. “La visita del Papa è un segno che Dio ama il nostro Paese”. A parlare è Sanjaa Mng, che a Lisbona ha guidato una piccolissima delegazione di giovani dalla Mongolia. Al termine di questa esperienza, al Sir racconta: “Abbiamo vissuto un momento bellissimo. Giovani di tutto il mondo si sono riuniti nella stessa fede e nello stesso luogo. Abbiamo avuto l’impressione che la preghiera del Padre Nostro che ogni giorno recitiamo, si stesse realizzando. Padre Nostro che sei cieli: la fede di avere un unico Padre, qui è diventata realtà”. E guardando all’imminente viaggio di Papa Francesco in Mongolia, aggiunge subito: “Per noi il Papa è un dono di Dio come segno di fede nella storia”. La Mongolia, con i suoi 1.566.000 chilometri quadrati, è il 19° Paese del pianeta per estensione territoriale (oltre cinque volte l’Italia). Confina con Cina e Russia e gran parte del suo territorio è coperto da steppe, con montagne a nord e a ovest e il Deserto del Gobi a sud. Ha tra le più basse densità di abitanti al mondo tanto che la Mongolia è il secondo paese meno popolato del mondo. Circa il 30% della popolazione è nomade, dedita prevalentemente all’allevamento. “Quando la gente ci pensa – ci dice Sanjaa – pensa che il nostro paese sia una grande distesa di campagna che occupa una vasta area di terra. È vero, è così. Agli occhi della fede, è una comunità molto piccola che sta iniziando a camminare”. La religione predominante infatti è il buddismo tibetano sebbene, in seguito ai decenni di ateismo di Stato, oltre il 30% della popolazione si dichiari tuttora non religiosa. La piccola comunità cattolica conta circa 1.450 battezzati. Un Paese dai due volti: da una parte, la capitale Ulaanbaatar evoluta e tecnologica, dall’altra il resto del Paese, le grandi distese, le tradizioni. “Ci sono molte cose difficoltà”, ammette Sanjaa. La popolazione “sta iniziando a guadagnare” ma “cercherò di affrontare queste sfide e vivere con coraggio, senza paura, come ha detto il Papa alla Gmg: “Sono sicuro che sebbene siamo una piccola comunità, sappiamo attraverso la storia del nostro paese che Dio respira sempre con noi e vive insieme al nostro popolo”. Papa Francesco sarà il primo Pontefice a recarsi nel Paese asiatico. La visita si svolgerà dal 31 agosto al 4 settembre. “Sperare insieme” è il motto scelto per questo viaggio apostolico. Il logo vede al di sopra della scritta la mappa della Mongolia, tratteggiata con i colori rosso e blu, della bandiera nazionale. All’interno, è raffigurata una “ger”, abitazione tradizionale mongola, dalla quale esce verso l’alto un fumo giallo (colore del Vaticano). Sulla destra della ger si staglia una croce. La “ger” e la croce sono contenute tra due scritte in verticale, nella lingua mongola tradizionale, che riprendono il motto. “Il nostro paese ha vissuto una vita nomade fin dai tempi antichi”, spiega Sanjaa. “Vive ancora una vita nomade. Quando ci penso, la radice della nostra fede è nella vita nomade. Quando Dio chiamò Abramo, lui viveva una vita nomade. Proprio come un genitore dà un nome a un figlio, Dio diede un nome ad Abramo.

di M. Chiara Biagioni
Agenzia d'informazione Sir

 

 PRIMO PIANO
Il Papa in Mongolia
dal 31 agosto al 4 settembre


8 agosto 2023

Sperare insieme. Nel motto che accompagna la visita c’è il senso stesso del viaggio che porterà il Papa in Mongolia, primo Pontefice a raggiungere il Paese, dal 31 agosto al 4 settembre. Un’immagine semplice che vuole riunire il senso pastorale ma anche di Stato che caratterizzerà il pellegrinaggio. Si è optato per «una virtù prettamente cristiana come la speranza – informa la Sala Stampa vaticana – ma largamente condivisa anche in ambienti non-cristiani, associandola all’avverbio “insieme” in modo da sottolineare l’importanza della collaborazione bilaterale tra Santa Sede e Mongolia». Un Paese, quest’ultimo, confinante con la Russia e la Cina dove la comunità cattolica è una realtà piccola, pari al 2% della popolazione totale, che significa circa 1.450 battezzati su 3,5 milioni di abitanti. Religione maggioritaria è invece il buddismo, sebbene a seguito di decenni di ateismo di Stato oltre il 30% delle persone dichiari di non avere nessun credo. A guidare il piccolo gregge cattolico, il cardinale Giorgio Marengo, piemontese di Cuneo, classe 1974, che ha ricevuto la porpora nel Concistoro del 27 agosto 2022. Missionario della Consolata, un dottorato in missiologia, è stato il primo esponente del suo Istituto religioso a essere inviato nel Paese asiatico. E certo la sua esperienza sarà preziosa per l’articolazione della visita che vedrà Francesco arrivare nella capitale mongola di Ulaanbaatar la mattina del 1° settembre. La prima giornata completa della visita sarà però il 2 settembre quando il Pontefice incontrerà in mattinata le autorità civili, politiche e il corpo diplomatico mentre il pomeriggio prevede l’appuntamento con i vescovi i e il clero locale. Due i momenti centrali nel programma di domenica 3 settembre: l’incontro ecumenico e interreligioso e la Messa, all’interno delle “Steppa arena”. Nell’ultimo giorno l’abbraccio agli operatori della carità e l’inaugurazione della "Casa della misericordia”. Il rientro a Roma è previsto alle 17.20 del 4 settembre. Si diceva del motto. Va nella stessa direzione il logo che, al di sopra della scritta, riproduce la mappa della Mongolia con all’interno una ger (abitazione tradizionale mongola), dalla quale esce verso l’alto un fumo giallo (colore del Vaticano). Sulla destra della ger si staglia una croce. La ger e la croce sono contenute tra due scritte in verticale, nella lingua mongola tradizionale, che riprendono il tema del viaggio: ”sperare insieme”.  Nella foto, il Papa durante un'udienza con autorità buddiste della Mongolia e il cardinale Giorgio Marengo - Archivio Vatican Media.

di Riccardo Maccioni per Avvenire

 SPORT
Judo, Grande Slam:
2° oro per la Mongolia


25 giugno 2023

Grand Slam di judo ad Ulaanbaatar, terza ed ultima giornata in terra mongola contrassegnata dall’assegnazione degli ultimi cinque ori, di cui uno appannaggio dei padroni di casa della Mongolia. Nella categoria uomini -100 kg festa grande nell’arena per il successo del mongolo Gonchigsuren Batkhuyag (nella foto), giustiziere in finale del georgiano Varlam Liparteliani. Terza piazza per l’indipendente Arman Adamian ed il naturalizzato nipponico Aaron Wolf. Tra le donne +78 kg, su tutte la nipponica Wakaba Tomita davanti all’israeliana Raz Hershko. Terzo gradino del podio per la mongola Nominzul Dambadarjaa e la coreana Hayun Kim. Ultima medaglia assegnata in ordine di tempo è quella relativa alla categoria uomini +100 kg: qui su tutti c’è l’atleta indipendente Inal Tasoev, che sconfigge nell’atto conclusivo il coreano Minjong Kim. Bronzo per il mongolo Tsetsentsengel Odkhuu e il tedesco Losseni Kone. La kermesse è stato un grande successo per la Mongolia, sia nell'organizzazione che nei risultati. Ora il judo va in vacanza, i prossimi appuntamenti ad agosto. (fonte Euronews)

 SPORT
Judo, Grand Slam a UB:
un oro per la Mongolia


24 giugno 2023

Grand Slam di judo a Ulaanbaatar, prima giornata in terra mongola contrassegnata da un doppio oro assegnato a judoka nipoponici, esultano anche i padroni di casa: da segnalare che nessun atleta italiano è in gara in questa competizione. L'arena si è gremita di un pubblico appassionato, pronto a tifare per i propri colori. Categoria uomini -66 kg: l’acuto dei padroni di casa porta la firma di Baskhuu Yondonperenlei, giustiziere in finale del tagico Obid Dzhebov. Terza piazza per l’azero Yashar Najafoc ed il mongolo Erkhembayar Battogtokh. Superfluo ribadire che la folla è andata letteralmente in visibilio per il vincitore, uomo del giorno. A consegnare le medaglie è Battulga Khaltmaa, presidente della Mongolian Judo Association. "Mi sento assolutamente bene - dice il vicncitore - perché il pubblico ha tifato per me, vorrei ringraziare in modo speciale il presidente dell'Associazione mongola di judo per il suo sostegno". (fonte euronews)

 PRIMO PIANO
Italia-Mongolia: sezione
interparlamentare


23 giugno 2023 “Si è ufficialmente insediata la sezione bilaterale interparlamentare Italia - Mongolia che presiedo, alla presenza di alcuni componenti della commissione e dell’Ambasciatrice Tserendorj Narantungalag che ci ha invitati presso l’Ambasciata”. Ne dà notizia Nicola Carè, deputato Pd eletto all’estero. “La bilaterale che presiedo – aggiunge – è costituita da 16 colleghi parlamentari: Ettore Rosato, Elena Bonetti, Mauro Del Barba, Francesco Gallo, Gisella Naturale, Alberto Losacco, Antonio Trevisi, Giangiacomo Calovini, Susanna Camusso, Luca Pastorino, Mario Borghese, Mario Borghese, Elena Murelli, Nicoletta Spelgatti, Roberto Pella e Francesco Giacobbe”. La Mongolia, annota Carè, “è un Paese ricco di risorse minerarie, come carbone, rame, oro, zinco, terre rare e molti altri elementi. I rapporti bilaterali sono buoni e con il nostro gruppo bilaterale rafforzeremo ancora di più i contatti tra i parlamentari di entrambi i Paesi e aumenteremo così la reciproca collaborazione. È una occasione di confronto e un’occasione per rafforzare le relazioni politiche, economiche e culturali tra l’Italia e la Mongolia. Molto significativo l’aumento delle nostre importazioni con un balzo del 147% nel 2022 e interessanti prospettive si stanno aprendo in campo ambientale, nelle energie rinnovabili, nel settore forestale e nella gestione dei rifiuti”. (fonte aise)
 PRIMO PIANO
Il Papa in Mongolia
dal 31 agosto al 4 settembre


5 giugno 2023

Il direttore della Sala stampa della Santa Sede Matteo Bruni lo ha annunciato ai giornalisti sabato 3 giugno. «Accogliendo l’invito del presidente della Mongolia e delle autorità ecclesiali del Paese – ha detto -, Papa Francesco compirà un viaggio apostolico in Mongolia, nei giorni dal 31 agosto al 4 settembre di quest’anno». Il programma e ulteriori dettagli, ha chiarito, «saranno comunicati nelle prossime settimane». Il cardinale Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulan Bator, raggiunto dal Sir, riflette sulla grande attenzione del pontefice per le “periferie”. «La sua presenza al nostro fianco è un incoraggiamento perché riconosce che, anche in una porzione di Chiesa così piccola, c’è comunque qualcosa di importante e di bello – afferma -. Credo che per la Chiesa in Mongolia sia soprattutto la freschezza di una fede sorgiva, piena di stupore». Quello in Mongolia sarà il 43° viaggio apostolico internazionale di Bergoglio. Era stato lui stesso ad anticipare, in diverse occasioni, il suo desiderio di recarsi in questo Paese al confine tra Russia e Cina. «È chiaro che c’era una speranza viva ma ora l’annuncio è ufficiale e quindi è una notizia che già sta facendo il giro della nostra piccola Chiesa in Mongolia con tanta gioia e gratitudine», le parole del porporato raccolte dal Sir. Marengo riferisce anche i “numeri” della Chiesa mongola: circa 1.500 fedeli, 75 missionari e missionarie, 29 sacerdoti, di cui 2 mongoli. Accanto a loro, si contano anche 36 suore, 6 fratelli consacrati, tre missionari/e laici. 9 i luoghi di culto ufficialmente riconosciuti dallo Stato e un numero abbondante di progetti, da piccolo a medio e lungo termine, che vanno dalle scuole per l’infanzia per bambini meno abbienti a doposcuola, attività ricreative ed educative, fino a due case per anziani in difficoltà. (Fonte RomaSette)

 PRIMO PIANO
Titolo di San Giuda Taddeo
al cardinale Giorgio Marengo


22 maggio 2023

Nella mattina di domenica 21 maggio, il cardinale Giorgio Marengo, dei Missionari della Consolata, prefetto apostolico di Ulaanbaatar, in Mongolia, ha preso possesso del titolo di San Giuda Taddeo Apostolo. Giunto nella chiesa romana di via Amedeo Crivellucci, il porporato è stato accolto dal parroco, monsignor Marco Ceccarelli, che gli ha presentato il crocifisso per il bacio e la venerazione. Successivamente il cardinale ha presieduto la messa. Hanno concelebrato, oltre al parroco, padre Stefano Camerlengo, superiore generale dei Missionari della Consolata, con alcuni membri del consiglio generale. Tra i presenti, la sorella del cardinale e l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Francesco Di Nitto. Ha diretto il rito monsignor Massimiliano Boiardi, cerimoniere pontificio, che ha letto la bolla di nomina. (fonte Osservatore Romano)

 PRIMO PIANO
Macron in visita
alla Mongolia


22 maggio 2023

Emmanuel Macron ha compiuto domenica una breve ma simbolica visita in Mongolia (foto), la prima di un presidente francese in questo Paese asiatico di crescente interesse strategico in Occidente. Il capo di Stato francese è stato accolto da una tradizionale guardia d'onore mongola dopo essere atterrato nella capitale Ulaanbaatar a seguito del vertice del G7 a Hiroshima, in Giappone. Macron ha poi partecipato a un ricevimento in piazza Sukhbaatar. Dall'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022, la Francia ha intensificato la diplomazia con paesi che non l'hanno condannata esplicitamente, tra cui la Mongolia. (fonte France24)

 

 EDICOLA
Dall'archivio di 7:
la Mongolia di Moravia


21 aprile 2023

Il Corriere della Sera apre i suoi archivi e sul numero di 7 del 22 aprile viene dedicata una pagina a un reportage di 40 anni fa, 18 settembre 1983, a nobile firma di Alberto Moravia. Il titolo: “La bellezza assoluta della Mongolia chiave per capire l'Est (e il comunismo”. Nell'occhiello si specifica: “I paesaggi di quello che fu il Regno di Gengis Khan sono fuori dall'ordinario: uno sguardo di un attimo alla steppa mongola ripaga delle 15 ore di viaggio aereo per arrivarci. Il suo popolo di pastori è un altro motivo di interesse. Ma vale la visita anche solo essere qui per capire la sua prepotente vicina, l'Unione Sovietica, e le repubbliche orientali del socialismo reale". Ecco l'incipit dell'articolo: “Paese lontano dodicimila chilometri dall’Italia, con pochi rapporti diretti con il nostro Paese e scarsa, per non dire nessuna, vicendevole conoscenza, all’infuori dei soliti cliché: l’Italia, il Paese dell’Impero Romano, del Rinascimento: la Mongolia, il Paese di Gengis Khan, dell’Impero Mongolo. Si potrebbe rispondere che si viaggia per sapere perché si viaggia, come, probabilmente, si vive per sapere perché si vive. Qua, sia pure a cose fatte, cioè a viaggio compiuto, si possono indicare alcuni elementi del grande interesse che la Mongolia può avere per il viaggiatore non del tutto sprovveduto. Prima di tutto, poiché l’ambigua ma assoluta bellezza deve sempre in ogni caso venire prima della verità, la Mongolia andrebbe visitata, se non altro, per la straordinaria bellezza dei suoi paesaggi. La Mongolia è molto lontana, ci vogliono quindici ore di aereo da Roma per arrivarci; ma un solo sguardo della durata di un attimo alla steppa mongola ripaga largamente della lunghezza del viaggio. Un solo sguardo, d’altra parte, fa capire tante cose: per esempio Gengis Khan e l’Impero Mongolo. E poiché dalla bellezza passiamo alla verità, allora bisogna dire che un altro motivo di interesse è il popolo mongolo, un piccolo popolo di pastori che, però, secondo la nota poesia di Mao, «Sapeva tendere l’arco»".


Clicca qui per leggere il pdf dell'articolo dall'archivio di 7 - Corriere della Sera
 PRIMO PIANO
Il Papa: “Ungheria
poi Marsiglia e Mongolia”


15 aprile 2023

"Volare sino ai confini della terra portando il Vangelo della speranza e della pace", è il programma di Papa Francesco dopo la breve parentesi in ospedale e la Santa Pasqua appena passata. Il pontefice tornerà a viaggiare rispettando il programma dei viaggi apostolici in calendario. Lo ha annunciato lui stesso, ricevendo stamane in udienza in Vaticano i dirigenti e il personale della società aerea Ita Airways.  "Fra due settimane, a Dio piacendo, partirò per il 41/o pellegrinaggio apostolico andando a visitare l'Ungheria. Poi ci sarà Marsiglia, poi la Mongolia, tutte queste cose che sono in lista d'attesa", ha spiegato. Bergoglio ha così confermato il viaggio in cantiere per fine settembre a Marsiglia e in Mongolia, non citando comunque quello previsto all'inizio di agosto in occasione della Gmg (Giornata mondiale della gioventù) di Lisbona. L'ultimo, a gennaio scorso, lo ha visto protagonista nella Repubblica democratica del Congo e in Sud Sudan. Il pontefice ha voluto ringraziare Ita Airways per il servizio reso, definendoli "le ali del Papa", perché, ha detto Francesco, "permettono al Successore di Pietro di volare sino ai confini della Terra portando il Vangelo della speranza e della pace". Nel corso dell'udienza, Papa Francesco si è poi chiesto: "Se San Paolo avesse avuto la possibilità di viaggiare in aereo, che cosa sarebbe successo?". (fonte RaiNews)

 EDICOLA
Per la Cnn: Mongolia
meta perfetta del 2023


12 aprile 2023

Un Paese lontanissimo, con una stagione estiva dalla breve durata e con un fascino misterioso che spesso porta i viaggiatori a snobbarlo per altre mete ben più note. Parliamo della Mongolia, il Paese di Gengis Khan, l’eroe nazionale che creò un impero gigantesco che, a detta della Cnn, è il luogo da visitare assolutamente nel 2023. Tramite un lungo articolo, infatti, la nota rivista statunitense ha spiegato anche il perché dovremmo farlo.

Facilitazioni all’ingresso
La prima ragione per cui quest’anno dovremmo tutti pensare di raggiungere la Mongolia è perché le procedure di ingresso sono state nettamente semplificate. Il Governo locale ha dichiaro che, dal 2023 al 2025, i cittadini di 34 Paesi non avranno più bisogno di visto turistico per farvi ingresso. Tra questi – e per fortuna – c’è anche l’Italia.
La recente apertura dell’aeroporto internazionale
La Mongolia ha recentemente aperto il suo aeroporto internazionale, chiamato Chinggis Khaan, che oggi può accogliere ben 3 milioni di passeggeri all’anno. Atterrarvi, quindi, è sicuramente più facile di tanti anni fa anche perché è servito da numerose compagnie aeree. Tra le altre cose, vi sono stati aggiunti più di 500 nuovi posti auto, un grande sforzo da parte del Governo al fine di far accrescere il turismo in un Paese ancora poco noto – almeno per noi italiani – ma certamente bellissimo.
Un nuovo museo moderno
Il terzo motivo per cui la CNN sostiene che questo sia l’anno giusto per volare in Mongolia è che da queste parti è stato recentemente aperto un museo dai profili moderni e interessantissimo: il Chinggis Khaan, che permette di conoscere più a fondo la tumultuosa storia del Paese. Al suo interno sono conservati oltre 10.000 manufatti che coprono più di 2000 anni di storia, meraviglie disposte in sei sale espositive permanenti e due temporanee.
I festival musicali della Mongolia
Per molti potrebbe essere difficile pensarlo, ma la Mongolia è anche la destinazione perfetta per chi è in cerca di buona musica e di puro divertimento. Durante l’anno, infatti, si susseguono diversi festival che attirano locali e non sono. Basti pensare al Playtime, Spirit of Gobi, INTRO Electronic Music Festival e Kharkhorum 360 Visual Art & Music Experience, tanti appuntamenti in compagnia di band internazionali, DJ e musicisti di tutto il mondo insieme all’eclettico mix di rapper, band e cantanti folk della Paese.
Naadam, la festività tradizionale della Mongolia
Tra i modi migliori per conoscere a fondo le radici di un Paese c’è quello di scoprire le loro festività tradizionali. E in Mongolia, ogni anno, si tiene il Naadam che molto recentemente ha persino festeggiato i suoi primi 100 anni di vita (nonostante esista da molti di più). Una celebrazione importantissima che affonda le sue radici all’epoca del leggendario Gengis Khan, quando si tenevano corse di cavalli, si facevano wrestling e gare di tiro con l’arco con lo scopo di far mantenere i guerrieri in forma. Oggi questo festival, che ripercorre sempre le antiche corse di cavalli, wrestling e battaglie di vario genere, prende vita a Ulaanbaatar, la peculiare Capitale del Paese, presso il National Sports Stadium ogni 11 luglio.
Cosa visitare assolutamente in Mongolia
Ma oltre a eventi, recenti aperture e chi più ne ha più ne metta, il 2023 è l’anno perfetto per visitare la Mongolia anche grazie a tutte le meraviglie che ha da offrire ai visitatori. Del resto stiamo parlando del settimo Stato più grande del mondo, un Paese immenso dove la natura fa da padrona e in cui, di tanto in tanto, svettano templi e monasteri che si rivelano perfettamente integrati nelle campagne o nei centri abitati della città. La prima tappa da fare è senza ombra di dubbio la Capitale, Ulaanbaatar, che è persino considerata la più fredda del mondo. In questo posto avrete modo di scoprire una perfetta combinazione tra tradizione e modernità, ma anche diversi musei assolutamente interessanti. Vale la pena fare un salto e anzi, è forse uno dei motivi principali per cui si visita la Mongolia,  tra le immensità del deserto del Gobi, il posto in cui comprendere davvero i significati delle parole ‘libertà’ e ‘pace’, magari sotto un cielo impreziosito da luminosissime stelle. Da queste parti, tra le altre cose, sono stati riportati alla luce importanti fossili, tra cui antichissime uova di dinosauro. Senza ombra di dubbio questo è un posto che non può lasciare indifferenti poiché incanta con la diversità dei suoi paesaggi, una distesa di meraviglie che passa dalle dune di sabbia alle montagne, per poi aprirsi in immense pianure e steppe desertiche. Non mancano oasi e laghi, spettacoli che gli donano un tocco di magia in più. Un’altra vera meraviglia naturale della Mongolia è il mistico Lago Hovsgol che ha l’onore di sorgere in una delle principali aree di interesse naturalistico del Paese. È lo specchio d’acqua più profondo dell’Asia centrale e accoglie il visitatore con paesaggi che sono in grado di lasciare a bocca aperta. Molto interessante è anche il Flaming Cliffs, una sorta di Grand Canyon della Mongolia, che nei fatti è tutto quello che resta di un antico mare preistorico. Anche da queste parti, infatti, sono stati riportati alla luce numerosi e rilevanti reperti. Nel visitarlo vi ritroverete sommersi di pittoresche formazioni rocciose dal colore rosso fuoco. Poi ancora il maestoso Parco Nazionale Gorkhi-Terelj che è il più esteso di tutto il Paese. Da queste parti si possono praticare tantissimi attività che vanno dall’escursionismo al pattinaggio su ghiaccio e lo sci durante i mesi più freddi. Anche se, senza ombra di dubbio, la sue attrazioni principali sono gli enormi massi di granito che assumono delle forme bizzarre: una su tutte ricorda persino una graziosa tartaruga. In Mongolia vale la pena fare un salto presso le sue piscine naturali di Tsenkher che prendono vita in una regione che pullula di sorgenti termali. In questa zona l’acqua bollente sgorga tra le rocce a temperature che vanno dagli 80° ai 90°C. Acque che sono ricche di solfato e carbonato di sodio, tanto da rivelarsi curative per alcune malattie articolari e per altre che riguardano il sistema nervoso. Infine, non dimenticate una cosa essenziale in Mongolia: passare almeno una notte in yurta presso la magica steppa del Paese che si distingue per essere una distesa verde pressoché infinita. Il modo più ideale di vivere il lato più autentico della Mongolia in quanto queste grandi tende sono, anche al giorno d’oggi, la scelta abitativa più frequente delle popolazioni nomadi che abitano in queste meravigliose regioni. (fonte siviaggia.it)

 CULTURA
A Roma la mostra
di Bekhbaatar Enkhtur


5 aprile 2023

Curata da Enrico Camprini e concepita come progetto site specific, la mostra di Bekhbaatar Enkhtur (Ulaanbaatar, 1994) alla Galleria Matèria di Roma propone un punto di vista alternativo sulla storia della Mongolia. Attingendo da un repertorio iconografico fatto di memorie e miti della sua terra d’origine, l’artista si serve della scultura e della manipolazione dello spazio espositivo per creare immagini impermanenti. Come i ricordi tendono a svanire nel tempo, allo stesso modo nulla rimane dei suoi lavori che, realizzati con materiali organici, tra cui argilla, cera, paglia, sono destinati per loro stessa natura a deteriorarsi. La mostra ruota intorno a una lunga scultura fatta di paglia e cera che, adagiata su un cuscino, si staglia sul pavimento della galleria, determinando il percorso di visita. L’opera, creata dall’artista alcuni giorni prima dell’inaugurazione, prende ispirazione da un atto iconoclasta che ha segnato la storia del popolo mongolo: la demolizione del Janraisig di Ulaanbaatar, il bodhisattva della grande compassione, simbolo dell’indipendenza politica della Mongolia. La statua di Migjid Janraisig, alta oltre 26 metri, era stata eretta nel 1913 per poi essere abbattuta dalle truppe sovietiche durante la Seconda Guerra Mondiale e successivamente ricostruita nel 1996. Lungo le pareti della galleria, realizzati su alcuni materiali rimasti dalla precedente mostra, si possono invece ammirare nove disegni (Sisma #1–9, 2023) che alludono a un gioco d’infanzia dell’artista. Lo spazio si trasforma così in un racconto metaforico che evoca non solo gli episodi più personali della vita dell’artista, ma anche quelli più rappresentativi del popolo mongolo, attraverso una pratica che indaga la temporalità e la trasformazione della scultura. (fonte atribune.com)

 PRIMO PIANO
Trovato il «Piccolo Buddha
della Mongolia»


30 marzo 2023

Appartiene a una delle famiglie più in vista della Mongolia, ma ha passaporto statunitense ed è stato riconosciuto dal Dalai Lama (foto), leader spirituale del buddismo tibetano, come la decima reincarnazione di Khalkha Jetsun Dhampa Rinpoche, che è guida spirituale in Mongolia ed è considerato la terza autorità del buddismo tibetano. Messe tutte insieme queste caratteristiche non possono che far infuriare la Cina e il riconoscimento sembra avere valore politico prima ancora che religioso. A raccontare della scelta è la stampa indiana che ha spiegato della cerimonia avvenuta a metà febbraio nel monastero di Gandantegchinlen Khiid a Ulan Bator, in Mongolia. Dopo è venuta quella dell’8 marzo con il Dalai Lama a Dharamshala, nello Stato indiano dell’Himachal Pradesh. Il prescelto è uno dei due gemelli di otto anni di una delle famiglie più importanti a livello politico e commerciale in Mongolia. Sono figli un professore dell’Università nazionale mongola, Altannar Chinchuluun e la madre, Monkhnasan Narmandakh, è amministratrice delegata di un gruppo industriale. Il Jetsun Dampa Kalkha Hutuktu appartiene alla linea di reincarnazioni a capo della scuola Gelug in Mongolia che fino alla rivoluzione comunista degli anni Venti del secolo scorso svolgeva anche un ruolo politico analogo a quello del Dalai Lama in Tibet. La Mongolia teme una reazione cinese che, per il Tibet, rivendica il diritto di nominare direttamente i leader del buddismo. Pechino, nel 1995, quando il Dalai Lama nominò un Panchen Lama, prese in custodia il bimbo di 6 anni e lo sostituì con un altro. La paura è che accada una cosa simile o che si creino problemi fra Ulan Bator e Pechino che già aveva condannato una visita del Dalai Lama nel Paese. La geopolitica va a braccetto con la religione in queste questioni. In Mongolia deve passare il gasdotto Power of Siberia 2 fra Cina e Russia. In India poi, dove è ospitato il Dalai Lama e dove ha incontrato il bambino, c'è sempre il timore di un irrigidimento dei rapporti già tesi con Pechino. Da sempre la questione tibetana è tema di conflitto fra India e Cina. L'India ospita il governo tibetano in esilio che non è riconosciuto da Pechino. Per il governo cinese l'attuale Dalai Lama è «un esule politico travestito da figura religiosa che da tempo è impegnato in attività separatiste anti-cinesi». Al netto delle questioni politiche la vicenda non può non riportare alla mente il film di Bernardo Bertolucci Piccolo Buddha in cui si racconta la storia di un bambino americano individuato, insieme ad altri, come possibile reincarnazione di uno dei maestri del Dalai Lama. Il capo spirituale tibetano entrò per la prima volta in un cinema per vedere questo film alla prima a Parigi nel 1993. (testo Chiara Pizzimenti – Vanity Fair)

 EDICOLA
Marengo: «Il Papa
ci insegna la piccolezza»


16 marzo 2023

Giorgio Marengo è il giovane vescovo della Mongolia che Bergoglio ha creato cardinale: «Francesco», dice, «ci insegna il valore della “piccolezza” davanti agli occhi di Dio e ha reso la Chiesa veramente universale» (intervista da Famiglia Cristiana, autore Paolo Affatato)

Piccolezza, comunione, trasparenza. In sintesi: Vangelo. Sono gli aspetti e le parole che, pensando ai dieci anni di pontificato di papa Francesco, sottolinea in questa intervista a Credere il cardinale Giorgio Marengo, vescovo e missionario della Consolata, dal 2020 prefetto apostolico di Ulaanbaatar, in Mongolia.

Cardinale Marengo, quali sono i suoi sentimenti e le valutazioni sui dieci anni di pontificato di Francesco?

«Le valutazioni le lascerei agli storici. Da parte mia, sento di ringraziare Dio perché continua a guidare la sua Chiesa e ci ha dato in papa Francesco un successore di Pietro che concretamente garantisce la Chiesa nell’unità della fede e continua a governarla con passione».

Quali sono le “lezioni” che, a livello personale e come Chiesa in Mongolia, avete appreso da lui?

«Ne vedo nitidamente due, sia come persona, sia come Chiesa in Mongolia: la prima è la centralità data alla fede, un richiamo continuo alla relazione personale con Cristo vissuta nella Chiesa. Accanto a questa, il valore della “piccolezza evangelica”: ciò che agli occhi del mondo è piccolo è invece importante agli occhi di Dio. Citerei, poi, l’importanza della coerenza e l’amore verso le persone ai margini. A livello personale, ammiro molto la sua capacità di toccare questioni molto profonde usando parole semplici, con linguaggio diretto, non autoreferenziale. A volte noi sacerdoti e vescovi rischiamo di “parlarci addosso”, mentre Francesco, con parole comprensibili, va dritto al punto. Vorrei provare a imitarlo nel servizio della Parola a cui sono chiamato anch’io, come pastore di questa Chiesa, per andare veramente al cuore. C’è una parresìa evangelica che tutti riconoscono a papa Francesco, unita alla capacità di essere anche poetico e parlare con immagini».

Un Papa venuto “dalla fine del mondo” ha scelto cardinali anch’essi “dalla fine del mondo”, come nel suo caso: cosa vuol dire?

«Questo ci ha insegnato a pensare in termini di maggiore universalità della Chiesa. Le scelte di papa Francesco ci aiutano a cogliere maggiormente l’ampiezza della comunità ecclesiale e la sua ricchezza, in termini di varietà, sempre dentro la fondamentale comunione che ci fa un unico Popolo di Dio. Il Papa dimostra grande attenzione alle realtà che sembrano più lontane, promuovendo anche quelle esperienze di marginalità che gli stanno tanto a cuore probabilmente perché vi riconosce degli elementi di potenziale arricchimento per tutti».

Sono cambiati, in questi dieci anni, la visione, lo stile di vita, il modo di “essere comunità” per i cattolici in Mongolia e poi, a livello universale, per i cattolici in tutto il mondo?

«Gli ultimi dieci anni costituiscono il terzo decennio di vita della Chiesa cattolica in Mongolia, un tempo in cui vi è stato un cammino di appropriazione sempre più personale della fede. Dopo il primo ventennio, dove tutto era ancora nuovo, in questa terza decade – che corrisponde al pontificato di papa Francesco – si sono visti processi di consolidamento dell’identità ecclesiale. Anche a livello universale forse si può parlare di un processo analogo, naturalmente con le specificità esistenti: con la sua acutezza di vedute, papa Francesco provoca tutti i credenti a non dare per scontato il nostro vivere la fede, chiamandoci a riscoprirne sempre e di nuovo la bellezza. E a proporla agli altri con serietà, coraggio e gioia. Questa dimensione del pontificato di papa Francesco è molto importante: dalla sua testimonianza traspare l’urgenza di una conversione continua, a cui tutti siamo chiamati».

E come è cambiata la percezione della Chiesa dall’esterno, da parte di membri di altre comunità religiose o dei non credenti?

«Vivendo in Mongolia, posso confermare che di papa Francesco si apprezza molto la schiettezza, accanto alla sua personale coerenza. Sento spesso persone completamente estranee al mondo ecclesiale citare le frasi di papa Francesco proprio per il suo “andare al cuore delle questioni”. Nei suoi discorsi, c’è un richiamo continuo a valori universali, sui quali costruire ponti e collaborazioni con tutti. Il fatto che un Papa parli di temi di attualità come la difesa del creato e la promozione della giustizia, credo abbia fatto sì che la Chiesa venga percepita come un’istituzione viva e coinvolta nelle vicende del mondo, con qualcosa di importante da dire»

Nell’ambito della missione evangelizzatrice della Chiesa, ha notato, nella sua sensibilità, una sfumatura peculiare, desunta dalle parole o dai gesti di papa Francesco?

«Per me l’attenzione ai piccoli e un maggior coinvolgimento di tutta la compagine ecclesiale, come esperienza sinodale, sono elementi che emergono più di altri. Papa Francesco è anche un esempio di grande libertà interiore, pure nel parlare di temi di attualità. Questo nasce da quella franchezza che accompagna chi osserva, pondera, porta nella preghiera e poi si lascia condurre dallo Spirito, anche per decisioni difficili o impopolari. Non conta tanto il “si è fatto sempre così”, Francesco si preoccupa perché le sue decisioni siano autenticamente in sintonia con il Vangelo mantenendosi con forza nella tradizione apostolica. Vuole che tutto nella Chiesa abbia sapore di Vangelo».

Ci sono alcune parole-chiave e documenti del magistero del Papa che oggi porta nel cuore in modo speciale?

«Innanzitutto direi “Vangelo”: rimettere il Vangelo e la relazione personale con Cristo al centro della vita ecclesiale. Direi anche “comunione”. E, legata a queste prime due parole, direi “missione ed evangelizzazione”. Vorrei citare anche la parola “trasparenza”, come invito a lasciarsi attraversare dalla luce di Cristo, in tutti i processi interni alla Chiesa. Poi “piccolezza”, come ho già detto. E “vicinanza”, cioè farsi vicini a ogni persona. Aggiungo la parola “discernimento”, modalità con cui ci poniamo nel mondo come discepoli di Cristo. Tra i documenti del suo magistero, sono legato in modo speciale alle due esortazioni apostoliche Evangelii gaudium e Gaudete et exsultate. Il richiamo alla gioia del Vangelo penso sia molto bello, è una parola centrale»

 CULTURA
Al Far East di Udine
anche un film mongolo


14 marzo 2023

Dal 21 al 29 aprile, la venticinquesima edizione della rassegna vedrà coinvolti Paesi come la Mongolia, la Corea e il Giappone. Il progetto investirà tutta la città friulana: dal multisala progettato per accoglierlo ai concept store dedicati alla tradizione orientale. Non capita spesso, ma talvolta un nome o un titolo raccontano più di ciò che avevano intenzione di dire. Succede a Udine, il cui festival cinematografico dedicato al sud est asiatico, che si chiama Far East Film Festival  in questa che è la venticinquesima edizione, allude nel nome, forse indirettamente, anche alla posizione del capoluogo friulano nella penisola: cioè in un lontano oriente italiano. Ma questa simmetria tra i due lontani orienti, asiatico e italiano, ha anche un’altra valenza: così come il cinema asiatico ha nel Far East il suo centro, Bollywood a parte, allo stesso modo il Far East Film Festival ha dato vita al più importante festival del genere in Europa. E tra i Paesi emergenti sui quali il festival scommette, c’è anche la Mongolia con la commedia The Sales Girl, che racconta, in uno stile divertente ma denso di significato, la parabola di una studentessa mongola che diventa commessa in un sexy shop. (fonte linkiesta.it, nella foto un'immagine di The Sales Girl)

 PRIMO PIANO
Campi nomadi in Mongolia,
una mostra a Firenze


2 marzo 2023

Dal 10 marzo e fino all'8 aprile a Palazzo Fenzi di Firenze si può visitare la mostra "I campi nomadi della Mongolia” a cura di Francesca Lugli e Graziano Capitini. L'iniziativa propone le fotografie e i pannelli illustrativi della missione “Camps of Mongolian Nomads – an Ethnoarchaeological Perspectives”, promossa a partire dal 2002 dall’Associazione Italiana di Etnoarcheologia (con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e l’Ismeo), in collaborazione con l’Academy of Sciences, la National University e la University of Arts of Ulaanbaatar. Sono state visitate numerose regioni della Mongolia al fine di identificare ripetitività e differenze del nomadismo e dal 2007 le ricerche sono state focalizzate sulle problematiche relative agli accampamenti dei mesi freddi invernali. Negli anni sono stati visitati circa duecentocinquanta accampamenti di pastori nomadi della Mongolia. La ricerca ha via via affrontato diverse problematiche quali la tenda, l’organizzazione degli accampamenti, gli spostamenti stagionali, la gestione del bestiame, il sale, il foraggio, le risorse idriche e i cani che sono stati riconosciuti essere uno degli elementi cruciali che hanno permesso l’affermazione del nomadismo della steppa centro-asiatica. Il coordinamento scientifico e organizzativo è di Nadia Breda (Università di Firenze), Sabrina Tosi Cambini (Università di Parma), Nicola Imoli (Università di Torino). All'inaugurazione, dalle 10 fino alle 15 ora di apertura, parleranno Paolo Liverani (direttore Sagas, Università di Firenze), Roberto Fornari (pro Rettore alla Ricerca di Parma), l'Ambasciatrice della Mongolia a Roma, Narantungalag Tserendorj, l'Ambasciatrice dell’Italia a Ulaanbaatar, Laura Bottà, il Presidente ISMEO, Adriano Rossi. Coordinano e discutono Nadia Breda e Sabrina Tosi Cambini, intervengono: Davor Antonucci (Università di Roma La Sapienza) con “Storie intrecciate: Tibet e Mongolia nel XVII secolo”, Nicola Imoli (Università di Torino) con “Zud, miniere e gruppi di pastori: abitare il paesaggio nella Mongolia postsocialista”, Mario Milco D’Elios (Università di Firenze) con tematiche di ambito medico scientifico in Mongolia, Marco Zaccaroni (Università di Firenze) con Studio delle comunità di piccoli mammiferi in Mongolia, segue dibattito, pausa pranzo e l'introduzione alla mostra degli autori Lugli e Capitini (Associazione Italiana di Etnoarcheologia). 

 PRIMO PIANO
BUON ANNO DEL CONIGLIO
A TUTTI GLI AMICI MONGOLI


21 febbraio 2023

Il 21 febbraio la Mongolia, con lo Tsagaan Sar, è entrata nell’anno del Coniglio, più esattamente nell’anno del Coniglio d’Acqua, seguendo la concezione dei cinque elementi dello zodiaco orientale (Legno – Fuoco – Terra – Metallo – Acqua). Grandi festeggiamenti hanno avuto luogo anche la vigilia, Bituun, il giorno senza luna. Per distinguere ancora meglio l’anno in corso, viene utilizzato un soprannome specifico, ovvero “Coniglio portatore di bellezza” e qualcuno ne ha tratto spunto per fare qualche battuta tipo: “Esattamente in che giorno si può diventare più belli?”  Il Coniglio è il quarto segno del calendario lunare e, a detta di lama e indovini, sarà contraddistinto dai seguenti aspetti, alcuni positivi, altri meno:
- Sarà un anno molto favorevole agli anziani, alle persone che occupano un importante stato sociale, nonché a studiosi e scienziati, che miglioreranno la loro posizione.
- Non sarà invece propizio per l’infanzia e certamente questa non è una buona previsione.
- Sarà un anno molto favorevole al settore turistico, sfavorevole invece all’industria manifatturiera, che si troverà ad affrontare molti ostacoli.
Si prevedono infine (almeno per quanto riguarda la Mongolia) piogge abbondanti e condizioni favorevoli per l’agricoltura. Un’attenzione particolare dovrà essere data alla prevenzione degli incendi, che potrebbero essere particolarmente pericolosi. Che dire? Speriamo che si avverino solo le previsioni favorevoli!
(testo di Dulamdorj Tserendulam, foto Worldmongol.org)

 PRIMO PIANO
Visto per la Mongolia:
esentati gli italiani


6 gennaio 2023

Non sarà più necessario il visto sul passaporto dei cittadini italiani per entrare in Mongolia. In linea con l'annuncio del governo per incentivare il turismo nel Paese asiatico, nel 2023, 2024 e 2025 per 34 paesi stranieri, tra i quali l'Italia (32 in Europa più Australia e Nuova Zelanda), i viaggiatori che visiteranno la Mongolia per un massimo di 30 giorni sono esentati dall'obbligo del visto durante questi tre anni. Secondo le autorità mongole l'esenzione dal visto è importante per lo sviluppo dell'industria del turismo in Mongolia, la ripresa dell'economia e le condizioni di viaggio dei cittadini mongoli.

 

 PRIMO PIANO
Il Papa ha accettato
l'invito a recarsi in Mongolia


27 dicembre 2022

Papa Francesco ha accettato un invito a recarsi in Mongolia. Lo scrive ‘La Croix’. L’invito era stato formulato dalle autorità del Paese a fine agosto, in occasione della visita in Vaticano per la creazione del cardinale Giorgio Marengo, prefetto apostolico della Mongolia. "Il Santo Padre ha effettivamente accettato questo invito – conferma al giornale francese il cardinale Marengo –. Noi speriamo che possa venire il prossimo anno ma nessuna data è stata ancora stabilita", "non c’è ancora nulla di formalizzato". L’ipotesi, già comunicata ai fedeli del Paese, "ha già suscitato una grande gioia", ha aggiunto il cardinale più giovane del mondo. (fonte laregione.ch)

 PRIMO PIANO
Furto fondi pubblici,
proteste a Ulaanbaatar


6 dicembre 2022

Centinaia di manifestanti dell’opposizione hanno assaltato oggi il Palazzo del governo di Ulaanbaatar, in Mongolia, per protestare contro la sparizione di fondi pubblici per 12,8 miliardi di dollari derivanti dall’esportazione di carbone verso la Cina. Lo indicano numerosi video diffusi sui social network in queste ore, che mostrano anche i dimostranti nell’atto di dar fuoco agli alberi di Natale allestiti in piazza Sukhbaatar e di bloccare la strada più trafficata della capitale, il Viale della pace. Il furto dei fondi pubblici è stato confermato oggi in conferenza stampa dal ministro dello Sviluppo economico, Khurelbaatar Chimed. “Personalità e funzionari potenti sono coinvolti nel caso”, ha spiegato Khurelbaatar, puntando il dito, in particolare, contro i dirigenti della società statale d’investimento Erdenes Mongol e contro la compagnia mineraria Erdenes Tavan Tolgoi. L’amministratore delegato di quest’ultima azienda, Gankhuyag Battulga, era già stato licenziato lo scorso ottobre senza che venisse fornita alcuna motivazione. I dimostranti chiedono però che vengano individuati e puniti i responsabili anche all’interno del governo. (fonte agenzianova)

 PRIMO PIANO
Arriva il grande gelo,
in Mongolia -41°


30 novembre 2022

Masse di aria gelida si stanno riversando in questi ultimi giorni dall'Artico verso l'Asia nordorientale, rendendo il clima glaciale sull'estremo oriente russo, Mongolia, e nordest della Cina. Le correnti fredde si spingono fino alla Corea e lambiscono il nord del Giappone, ma le temperature più basse del continente asiatico si registrano sui rilievi mongoli, dove la colonnina di mercurio raggiunge punte di -41°C a poco più di mille metri di quota. Ai confini con la Cina le temperature raggiungono i -30°C, mentre in Siberia la colonnina arriva anche a -35°C. Intanto sulle coste affacciate al mare di Okhotsk sono in atto nevicate con temperature abbondantemente sotto zero, oscillanti tra -10°C e -15°C. Nei prossimi giorni il clima si manterrà glaciale su tutta l'Asia nordorientale e il freddo si estenderà verso sudest facendo calare ulteriormente le temperature. Anche il Giappone risentirà dell'irruzione gelida, con le temperature che caleranno vistosamente sulla settentrionale isola di Hokkaido, dove tra venerdì e sabato sono attese nevicate fin sulle zone costiere. Tra la fine della settimana e l'inizio della prossima sull'estremo oriente russo le temperature potranno scendere ancora fino a toccare la soglia dei -50°C in Jacuzia a Oymyakon, Verchojansk e Tomtor, alcune delle località più fredde dell'emisfero boreale durante l'inverno, quando nel pieno della stagione si possono raggiungere anche punte di -70°C. (fonte 3bmeteo.com)

 PRIMO PIANO
Max Pezzali incontra
il gruppo mongolo The HU


16 novembre 2022

Dopo essere stato indirettamente trascinato nel mondo del metal grazie alla genialata di Tommy Johansson dei Sabaton (nella foto) e la sua estemporanea versione power di ‘Una Canzone d’Amore’, Max Pezzali torna a fare capolino nel mondo del metal ma questa volta si tuffa a capofitto facendosi ritrarre con una maglietta sgargiante dei The HULa band mongola, reduce dall’entusiasmante concerto all’Alcatraz di Milano, non ha perso l’occasione per sottolineare il gesto dell’ex leader degli 883 pubblicando una story su Instagram con tanto di esclamazione “Look who is rocking the HU shirt!”. (fonte metalhammer.it)

 PRIMO PIANO
Mongolia, complicato
distanziarsi da Mosca


28 ottobre 2022

La Mongolia è una nazione dell’Asia Centrale nota, ai più, per essere stata la patria del guerriero e conquistatore Gengis Khan. Si tratta di una nazione molto estesa, con una superficie territoriale di oltre un milione e mezzo di chilometri quadrati, e poco popolosa, dato che i residenti sono poco più di tre milioni e mezzo (la metà dei quali vive nella capitale Ulan Bator). Il territorio mongolo è immenso, dominato dalla steppa e dal Deserto dei Gobi, ma anche indifendibile dalle mire dei suoi vicini, Cina e Russia. Per secoli la Mongolia è stata sottoposta alle ingerenze dell’Impero Cinese e dopo la caduta di questo, nel 1912, è entrata nell’orbita della Russia e poi dell’Unione Sovietica diventando un regime comunista. Il ritorno della democrazia, a partire dal 1990, non ha mutato il quadro geopolitico complessivo dato che Pechino e Mosca continuano ad essere vicini ingombranti. La Mongolia, come ricordato da Global Voices, è stata ribattezzata «un’oasi di democrazia» dall’ex Segretario di Stato americano John Kerry perché si erge tra due vicini autoritari come Cina e Russia. La sua scena politica è però dominata da esponenti che sono grandi ammiratori del presidente russo Vladimir Putin. Il primo è l’ex Capo di Stato Khaltmaagiin Battulga, già campione mondiale di wrestling, membro del populista Partito Democratico e vincitore delle elezioni del 2017. Il secondo è Ukhnaagiin Khurelskuh, membro del Partito del popolo mongolo (Mpp) e attuale presidente. Entrambi hanno espresso la propria ammirazione per Putin coniando slogan elettorali e dichiarazioni, nel caso di Battulga non partecipando all’Assemblea generale delle Nazioni Unite pur di incontrarlo e in quello dell’Mpp collaborando con Russia Unita. A livello ufficiale il governo mongolo ha adottato una posizione neutrale sulla guerra in Ucraina e ha subito stanziato duecento milioni di dollari come forma di aiuto umanitario nei confronti dei rifugiati colpiti dalle ostilità. Più di questo, però, non si è potuto fare, e si è rivelato complesso condannare apertamente le azioni del Cremlino a causa della forte dipendenza energetica sviluppata nei confronti della Russia. Il petrolio utilizzato dalla Mongolia proviene quasi esclusivamente da Mosca e le province occidentali del Paese sono strettamente legate alla Russia per quanto riguarda l’elettricità. Ci sono stati tentativi di diversificare le fonti energetiche, tra i quali spicca la costruzione di impianti idroelettrici a lungo osteggiati da Mosca e che hanno ricevuto luce verde dopo molti anni di stallo. Nel 2016 la Federazione Russa ha accettato, dopo la ratifica di un accordo intergovernativo, di cancellare il novantasette per cento del debito residuo, pari a 174 milioni di dollari, contratto dalla Mongolia nei suoi confronti. La questione del debito, risalente ai tempi dell’Unione Sovietica, gravava da anni sulle relazioni bilaterali tra i due Paesi ed era già stata oggetto di un primo accordo nel 2004 quando, come riportato da The Diplomat, i dieci miliardi di dollari dovuti a Mosca erano stati convertiti nel versamento di «meno di trecento milioni di dollari» di rubli convertibili. Il megaprogetto Power of Siberia 2, che coinvolge Russia, Mongolia e Cina e prevede la costruzione di «1942 chilometri di linee di gas con 114 pozzi», includerà la Mongolia nel perno energetico della Russia verso l’Asia dato che il gas russo diretto verso la Cina transiterà proprio qui. Il Ministro della Cultura Nomin Chinbat ha dichiarato, nel corso di un’intervista al Guardian, che la Mongolia non intende arretrare sulla democrazia, che è in corso un cambiamento generazionale tra i mongoli e che la prospettiva dei giovani è meno definita dalle relazioni con i vicini del Paese e più dallo sviluppo stesso dello Stato. Se c’è una guerra prolungata l’orientamento politico della Mongolia potrebbe essere di nuovo in gioco, soprattutto qualora venga formata un’alleanza anti-occidentale tra Cina e Russia. Alcune nazioni occidentali, come Regno Unito e Stati Uniti, si augurano che la Mongolia intraprenda la strada dello sfruttamento delle proprie risorse naturali per diversificare la propria economia e modernizzarsi. La visita di Amanda Milling, ministro per l’Asia del Regno Unito, è un segnale dell’interesse mostrato da Londra e Washington. (fonte linkiesta.it)

 SPORT
Mondiali di judo,
Mongolia protagonista


9 ottobre 2022

Mongolia protagonista ai campionati mondiali di Judo in svolgimento a Tashkent Uzbekistan). Straordinario oro per Tsogtbaatar Tsend-Ochir (foto) nella categoria fino a 73 kh. Il giapponese Soichi Hashimoto, grande favorito della vigilia, è stato battuto dall'atleta di Ulaanbaatar in una una sfida molto tirata che si è decisa al Golden Score con il waza-ari del mongolo. Bronzi al brasiliano Daniel Cargnin e all’azero Hidayat Heydarov.

 PRIMO PIANO
La Mongolia ospita i russi
che non vogliono combattere


1 ottobre 2022

La Mongolia si dice pronta a rilasciare permessi di soggiorno a tutti gli arrivi russi che ne facciano richiesta. Arriva nel mezzo di un esodo russo verso i paesi vicini, innescato dall’annuncio del presidente Vladimir Putin di una parziale mobilitazione militare il 21 settembre. Il capo dell’agenzia mongola per l’immigrazione, Nerguin Uuganbayar, non ha specificato la durata dei permessi. Ha detto che 6.268 russi sono entrati da Altanbulag, una città di confine, la scorsa settimana. La chiamata russa colpisce i riservisti – non i coscritti – ma l’allarme si è diffuso tra gli uomini russi in età da combattimento. I russi possono entrare in Mongolia senza visto e rimanere per 30 giorni, quindi richiedere un’estensione. Il Kazakistan ha riferito che dall’annuncio di Putin erano arrivati ​​98.000 russi. Nel Caucaso, al confine con la Georgia si è formata un’enorme coda di auto russe. La Georgia ha detto che circa 10.000 russi arrivavano ogni giorno, il doppio della media precedente. (fonte AgenPress)

 CONTRIBUTI
Marco Polo e il cashmere
di capra e di yak


30 settembre 2022

Gentile redazione di mongolia.it, vorrei se possibile sapere per un libro che sto scrivendo il nome mongolo del duvet, lana di capra o di yak usata per il cashmere cui fa riferimento anche Marco Polo. Grazie per la collaborazione. G.C.C.

Risponde Tseeghii per mongolia.it: 

Gentile amico, al di là dei termini usati da Marco Polo, in mongolo cashmere è nooluur (ноолуур), mentre lana di yak è khöövör (хөөвөр). Auguri per il suo libro! 
(nella foto, la statua di Marco Polo nel centro di Ulaanbaatar, foto di Federico Pistone)

 PRIMO PIANO
Russi in fuga
verso la Mongolia


24 settembre 2022

Migliaia di russi sono in fuga verso la Mongolia, Paese con cui confina a sud per quasi 4.000 chilometri. Interminabili code di auto stanno entrando in territorio mongolo, aletrnativa meridionale alla via di fuga finlandese dopo l'annuncio di Putin di richiamare civili, riservisti e non, da inviare al fronte per la guerra con l'Ucraina. Sotto, il filmato della Rai che testimonia l'esodo russo verso la neutrale Mongolia.

 CULTURA
Biennale: due premi
a un film mongolo


11 settembre 2022

Anche la Mongolia premiata alla Biennale del Cinema di Venezia grazie al cortometraggio Snow in september (nella foto una scena del film) della regista mongola Lkhagvadulam Purev-Ochir. La pellicola ha ottenuto il Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio e il Venice Short Film Nomination for the European Film Award 2022. Il film dura 20 minuti ed è prodotto da Aurora Films (Katia Khazak, Charlotte Vincent) e Guru Media (Ariunaa Tserenpil). È girato in lingua originale mongola ed è interpretato dagli attori mongoli Sukhbat Munkhbaatar, Nomin Erdene Ariunbyamba, Enkhgerel Baasjanav, Odgerel Bat-Orshikh. La regista è anche autrice della sceneggiatura. Fotografia di Amine Berrada, montaggio di Marylou Vergez, scenografia di Batbileg Lkhagvasuren, costumi di Ariunsetgel Tserenpil, musica di Maxence Dussère e suono di Benjamin Silvestre, Carlos Abreu, Paul Jousselin. La storia: Davka è un adolescente che vive nei cadenti edifici sovietici di Ulan Bator. Con Anuka, suo compagno di classe, parlano di manga e di sesso, prendendosi in giro. Quando Davka incontra una donna più grande, è costretto a cambiare le proprie idee sull’intimità e sui rapporti. “Dovunque nel mondo, ma specialmente nel mio paese – ha spiegato la regista – è facile invadere la sfera emotiva di un ragazzo. La cultura maschilista impone che i ragazzi non mostrino troppo le proprie emozioni. Con questo film, ho voluto mostrare come un evento violento nella vita di un ragazzo possa lentamente consumarlo nel momento in cui cerca di comprendere le proprie emozioni e il proprio corpo”.

 PRIMO PIANO
Gasdotto Russia-Cina
attraverso la Mongolia


8 settembre 2023

La compagnia energetica russa Rosneft, controllata dal governo, ha raggiunto accordi con la Mongolia per costruire un gasdotto attraverso il territorio di questo Paese che porterà il gas russo alla Cina. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin che oggi a Vladivostok ha incontrato il primo ministro della Mongolia, Luvsannamsrai Oyun-Erdene. Il nuovo gasdotto, denominato Forza della Siberia 2, è progettato per consolidare i sistemi per il trasporto di gas nell'est della Russia. (Ansa)

 PRIMO PIANO
Marengo: “Così sono
diventato Cardinale”


29 agosto 2022

Ha conosciuto personalmente il Santo Padre in udienza privata, “una settimana dopo che lui l'ha nominato vescovo e prefetto apostolico di Ulaan Batar - in tempo di Covid, quando in Mongolia i luoghi di culto erano chiusi, per cui l'ordinazione è avvenuta in Italia”. Mons. Giorgio Marengo parla di questo incontro come di “un dono grandissimo. Abbiamo parlato per un'ora, durante la quale mi sono sentito come un allievo nei confronti del maestro, mentre gli chiedevo una parola di incoraggiamento per il ministero che lui mi stava affidando”. Già superiore dell'Istituto missionario della Consolata ad Arvaiheer (Mongolia), parroco e Consigliere regionale dell'Asia, dopo solo due anni dalla nomina di Prefetto Apostolico e vescovo su nomina di Papa Francesco, ora padre Giorgio Marengo è diventato uno dei 20 nuovi cardinali che il 27 agosto sono andati ad arricchire il Collegio cardinalizio. Incontrando i giornalisti prima dell'evento, svoltosi in Basilica di San Pietro, mons. Marengo ha spiegato come gli è stata comunicata la notizia della nomina cardinalizia; “E' stata una sorpresa assoluta; stavo celebrando messa mentre il papa, durante il Regina Coeli, stava dando l'annuncio, che quindi non ho sentito con le mie orecchie. Finita la celebrazione una suora anziana è venuta a complimentarsi con me, ma io non sapevo per cosa! Poi mi ha spiegato ed allora è stata una grande gioia. E penso sia la gioia di questa piccola comunità di cattolici mongoli che si vedono nel cuore della Chiesa, e a cui il Santo Padre vuole così bene da aver fatto per loro questa scelta”. Nato a Cuneo nel 1974 (è quindi, attualmente, il cardinale più giovane e per questo ha attirato molta attenzione di fedeli e giornalisti) ma trasferitosi successivamente a Torino, ha conseguito gli studi teologici a Roma, la Licenza e il dottorato in Missionologia. Sorridente, semplice e profondamente legato alle sue origini spirituali e culturali, così come ai precedenti legami di amicizia, è infatti ancora passato a Fossano, la domenica prima della sua nomina, per salutare i confratelli della Consolata. Un tratto distintivo della sua formazione spirituale, oltre ad essere stato scout e a rivendicare origini della nostra provincia. “Sono tutte parti fondamentali della mia identità - ha ammesso -. Cuneo rimane il mio luogo di nascita, dove la mia famiglia ha le radici e dove ci sono gli amici più cari, anche se per tantissimi anni non ci siamo potuti frequentare. Lo scoutismo fa parte di me ed oggi qui al Concistoro ci sono diversi amici scout che sono voluti venire a vivere questo momento. Il mio appartenere alla famiglia dei missionari della Consolata fa infine parte del mio DNA e quindi spero che l'intercessione del beato Allamano e delle nostre due beate, Irene Stefani e Leonella Sgorbati, mi sostengano in questo ministero”. Dopo la Professione perpetua il 24 giugno 2000 come membro missionario del suo Istituto e l’ordinazione sacerdotale, i suoi incarichi si sono svolti quasi interamente in Mongolia, una terra che ha fatto sua. “Stare in Mongolia mi ha insegnato che è importante essere radicati nella propria identità, ma l'esperienza missionaria mi ha esposto così tanto in un mondo così diverso dal mio, che francamente certe volte mi sento più a casa mia in Mongolia che non in Italia. Anche se comunque non rinnego nulla della mia identità. Se non c'è un'identità in origine, non ci può essere dialogo”, fondamentale invece in un paese come quello in cui opera, perché segnato da altre e diverse esperienze religiose. “La Mongolia - ha affermato - è un paese in cui il credo cristiano, pur ricco, si è radicato come una minoranza e l'Asia è la culla delle grandi religioni del mondo. Il tema del dialogo interreligioso, della convivenza pacifica e dell'aiuto reciproco fra esponenti di varie religioni, è una realtà di tutti i giorni in questo continente. È prima una realtà che una teoria. Penso che questo possa servire molto alla Chiesa mongola”. (fonte lafedelta.it)

 PRIMO PIANO
La Mongolia e il rapporto
con la Russia in guerra


28 agosto 2022

I mongoli hanno smesso di fare la guerra e sono diventato pastori gentili, con le loro gher di feltro sempre spalancate al primo cavaliere di passaggio o allo straniero in cerca di fugaci emozioni dell'anima. Quelli che otto secoli fa erano i feroci padroni dell'impero più vasto del mondo guidati da Gengis Khan e dalle sue orde oggi si sentono privilegiati abitanti di un territorio di pace e serenità: un occhio del ciclone, intorno al quale tutto può succedere senza scalfire nulla. Almeno per ora.
L'abbraccio geopolitico di due dei Paesi più potenti del pianeta, Cina e Russia, per ora ha permesso alla Mongolia di preservare in un equilibrio stupefacente il suo coccio spirituale, legato ai riti sciamanici, al buddhismo, alla natura più incontaminata, alle tradizioni millenarie che ancora non cedono alle tentazioni di una capitale, Ulaanbaatar, che guarda a Occidente ma sempre con un po' di sospetto: chi parte, per studio, per lavoro, per cantare arie liriche nei teatri europei, poi in Mongolia ci torna. Nonostante tutto: la povertà, sempre dignitosa (anche il fenomeno dei bambini di strada nella capitale è ormai sparito), il clima impossibile per molti mesi dell'anno, la corruzione politica che porta gli elettori a variazioni continue delle istituzioni e del Parlamento senza che cambi mai nulla. Ma la democrazia c'è, la pace anche, l'orgoglio più di tutto. La guerra in Ucraina ha creato qualche imbarazzo nelle autorità di Ub, come viene affettuosamente chiamata la capitale che raccoglie un milione e mezzo di abitanti, metà dell'intera popolazione del Paese, grande sei volte l'Italia. Quando si è trattato di votare pro o contro Putin, la Mongolia si è prudentemente astenuta perché il legame con la Russia è molto forte e sentito ancora oggi, nonostante le atrocità compiute sotto Stalin, con tutti i monasteri rasi al suolo e i monaci giustiziati. Ma è stato grazie alla Russia imperiale prima e all'Unione Sovietica poi se la Mongolia si è liberata dal terribile giogo dei Manciù, protratto dal Seicento fino al primo Novecento. Dal 1993 la Mongolia ha indetto le prime elezioni autonome alternando al potere il Partito Rivoluzionare e quello Democratico in un'altalena che da un lato consente il costante controllo popolare sul potere dall'altro disorienta sulla diversa gestione dello sfruttamento degli immani giacimenti di rame e oro nel deserto del Gobi, vera cartina di tornasole dell'economia mongola altrimenti affidata alla pastorizia e al cashmere. Alcuni governi hanno affidato a multinazionali l'estrazione delle materie prime, altri hanno bloccato i lavori per lo sfruttamento eccessivo delle terre e il prosciugamento dei già scarsi corsi d'acqua.
La Mongolia resta costantemente in bilico fra gli estremi: caldo e freddo (da -60 a +50); guerra e pace (il più spaventoso scenario bellico nel passato e l'oasi di pace che è oggi); povertà e ricchezza, con definizione a turno di “l'emirato delle steppe” o Paese da carestia con un Pil che vale il 117° posto nel pianeta, popolato da rustici allevatori ma con un'alfabetizzazione al 98,5% e con una partecipazione alle tornate di voto da far impallidire gli elettori europei: le urne vengono piazzate in mezzo al nulla della steppa o del deserto e spesso occorrono giorni e notti a cavallo perché intere famiglie nomadi inseriscano la preferenza nell'urna. Niente scheda elettorale, basta un timbro sulla mano indelebile per due giorni. Più una preghiera allo sciamano per far vincere la propria lista.
Certo, i giovani della capitale sono sempre più attratti dalle lusinghe occidentali e hanno ormai invaso le corsie dei social. Poi però li vedi salire a frotte, in religioso silenzio, verso la collina dove campeggia Gandan, il più grande monastero della capitale meta spesso del Dalai Lama per l'ira dei Cinesi che sono arrivati perfino a minacciare una guerra armata alla Mongolia. Ma la Russia è sempre in sentinella.

Federico Pistone (Corriere della Sera)

 PRIMO PIANO
Cardinale Marengo: “Mongolia
nel cuore della Chiesa”


27 agosto 2022

Missionario in Mongolia, parroco, pastore di una comunità di 1.500 persone. Da domani cardinale, il più giovane del Collegio cardinalizio con i suoi 48 anni. Mons. Giorgio Marengo, vescovo e prefetto apostolico, riceverà la porpora cardinalizia nel prossimo concistoro. Nato a Cuneo, ma cresciuto a Torino, è uno dei ventuno nuovi cardinali che sono stati nominati dal Papa. La sua professione religiosa l’ha emessa nel 2000 con i missionari della Consolata. Il 26 maggio 2001 è ordinato presbitero, nella chiesa del Beato Giuseppe Allamano in Torino, dal card. Severino Poletto. Le prime esperienze di missione, in Mongolia. Nel frattempo la licenza e il dottorato in missiologia, nella Pontificia università Urbaniana. Nel Paese asiatico è stato parroco di Maria Madre della Misericordia ad Arvajhėėr. Dal 2016 e fino alla nomina episcopale è stato consigliere regionale dell’Asia e superiore dell’Ordine per quel Paese asiatico. Nomina che è arrivata il 2 aprile 2020 da Papa Francesco come prefetto apostolico di Ulan Bator. Quindi, l’ordinazione episcopale ricevuta nel santuario della Consolata a Torino dal card. Luis Antonio Tagle. Il 29 maggio 2022, al termine del Regina Caeli, l’annuncio del Papa.
Mons. Giorgio Marengo, come ha accolto la nomina del Papa a cardinale? La nomina è stata una grande sorpresa e la parola non rende abbastanza lo stupore di questa notizia. È stato bello riceverla in un clima di famiglia mentre mi trovavo momentaneamente a Roma, dopo aver concluso un’iniziativa di dialogo interreligioso che mi aveva portato ad accompagnare una delegazione di monaci buddisti mongoli dal Santo Padre.
Dal 27 agosto cambierà qualcosa nella sua vita e nella sua missione? Con il concistoro del 27 agosto accolgo questa nuova grazia. E, come ogni grazia, richiede una responsabilità, un servizio. Io continuerò il mio servizio in Mongolia come prefetto apostolico in questa Chiesa nascente, che ha celebrato 30 anni di esistenza quest’anno. Quindi, da parte mia, aumenterà sicuramente la preghiera e l’impegno. E poi accoglierò quello che il Santo Padre vorrà comunicarmi.
Perché questa nomina può essere importante per la sua comunità e per la Mongolia? Questa del Papa è una decisione che per la Chiesa che è in Mongolia rappresenta veramente un grande dono. Al di là della mia persona, questa nomina ci porta nel cuore della Chiesa. Rappresenta come il Santo Padre sia attento a realtà in cui la Chiesa è una minoranza. E anche segnata dalla marginalità. La piccola Chiesa che è in Mongolia ha accolto con grande gioia e grande riconoscenza questa decisione del Papa.
Quale messaggio ha inteso dare il Papa con la sua nomina? Penso che il messaggio del Santo Padre possa essere quello di un’attenzione alle situazioni in cui la Chiesa vive in condizioni di minoranza. Un grande incoraggiamento alla piccola comunità cattolica che è in Mongolia a rinnovare con fervore la propria fede, il proprio impegno nel mondo come piccolo seme, come testimonianza a una società che ha altri punti di riferimento. Penso che forse il Santo Padre desideri che realtà come quelle della Mongolia possano essere conosciute e che su di esse si possa riflettere insieme a livello di Chiesa universale. Lei sarà il cardinale più giovane del Collegio cardinalizio.
Come vive questo fatto? Cosa porterà? Per quanto mi riguarda, mi sento molto piccolo e desideroso di mettermi in ascolto e alla scuola di molti fratelli più esperti di me. Quindi, cercherò di ascoltare, di imparare, di farmi guidare da questi fratelli cardinali così avanzati nell’esperienza di Dio, della Chiesa, di servizio. Con tanta umiltà e in punta di piedi cerco di mettermi in ascolto e di entrare in questo Collegio con senso di grande riconoscenza.

(fonte Sir Agenzia d'Informazione)

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L'offerta di Rio Tinto
per la miniera di rame


27 agosto 2022

Il gruppo minerario Rio Tinto ha alzato la sua offerta per prendere il controllo diretto dell’enorme miniera di rame di Oyu Tolgoi in Mongolia, settimane dopo che la sua offerta iniziale era stata respinta. Il gruppo FTSE 100 ha dichiarato mercoledì di aver aumentato la sua offerta per la partecipazione che non possiede già in Turquoise Hill Resources, che possiede due terzi del progetto Oyu Tolgoi, a 3,1 miliardi di dollari. Rio ha offerto di rilevare gli azionisti di minoranza della società canadese a marzo per 2,7 miliardi di dollari, un’offerta che è stata rifiutata questo mese da uno speciale comitato di amministratori indipendenti istituito dal gruppo quotato a Toronto. Rio, piena di liquidità per l’impennata dei prezzi delle materie prime, è tornata mercoledì per offrire 40 dollari canadesi (30,79 dollari statunitensi) per azione, un miglioramento del 18% rispetto all’offerta precedente e un premio del 56% sul prezzo di chiusura di Turquoise Hill il giorno prima dell’originale offerta a marzo. Il progetto è fondamentale per Rio, che genera la maggior parte delle sue entrate dal minerale di ferro, ingrediente per la produzione dell’acciaio, per orientarsi verso i metalli necessari in un’economia a basse emissioni di carbonio. L’amministratore delegato Jakob Stausholm ha affermato che la società “crede che questa offerta non solo fornisca un valore pieno ed equo per gli azionisti di Turquoise Hill, ma sia nel migliore interesse di tutte le parti interessate mentre lavoriamo per portare avanti il ​​progetto Oyu Tolgoi”. Mercoledì le azioni di Turquoise Hill sono aumentate del 21%, mentre quelle di Rio a Londra sono scese del 2%. Sebbene Rio gestisca Oyu Tolgoi, non ha una partecipazione diretta nel progetto, detiene invece una partecipazione del 51% in Turquoise Hill, che a sua volta possiede il 66% di Oyu Tolgoi. Il resto è di proprietà dello stato mongolo. Situato nel deserto del Gobi, Oyu Tolgoi è uno dei più grandi giacimenti mondiali di rame, un metallo vitale per la transizione energetica poiché viene utilizzato in grandi quantità nei veicoli elettrici e nei progetti rinnovabili. A partire da un volume di produzione iniziale di 500.000 tonnellate di rame all’anno, il progetto diventerà una delle miniere più grandi al mondo per il metallo di base una volta completata l’espansione sotterranea. Secondo S&P Global, le grandi compagnie minerarie diversificate sono desiderose di mettere le mani su progetti di rame poiché la produzione deve raddoppiare entro il 2035 per elettrificare l’economia globale e raggiungere gli obiettivi di emissioni. Ma sono stati riluttanti a spendere molto per acquisire progetti dopo un decennio di disciplina sulla spesa in conto capitale. In un segno di cambiamento, BHP Group ha rifiutato questo mese un’offerta da 5,8 miliardi di dollari per l’acquisizione di Oz Minerals. Il più grande gruppo minerario del mondo ha fatto l’offerta dopo che i prezzi del rame erano scesi drasticamente da un record di marzo sopra i 10.600 dollari la tonnellata al livello attuale di circa 8.000 dollari la tonnellata. Turquoise Hill aumenterà i proventi del capitale proprio per finanziare l’espansione sotterranea, che in totale dovrebbe costare 7 miliardi di dollari per lo sviluppo, se Rio non dovesse rilevarla. 

di Terry Schiavo (magichtech.it)

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Il 27 agosto padre Giorgio
diventa cardinale


26 agosto 2022

C'è anche un cuneese tra i 21 nuovi cardinali (di cui 5 italiani) che Papa Francesco nominerà, con un Concistoro, sabato 27 agosto. Si tratta di monsignor Giorgio Marengo, 47 anni, originario di Cuneo e torinese di adozione, missionario della Consolata, dall’aprile 2020 prefetto apostolico di Ulan Bator una piccola comunità di 1300 cristiani in Mongolia, dove si trova in missione dal 2003. Primo rappresentante del suo ordine religioso nel Paese asiatico, è stato parroco di Maria Madre della Misericordia ad Arvajhéér e dal 2016, fino alla nomina episcopale, è consigliere regionale dell'Asia, superiore dell'ordine per la Mongolia. Marengo è il più giovane dei nuovi 27 porporati. Da ragazzo ha fatto parte degli scout, ha praticato la scherma e si è diplomato al liceo classico Cavour di Torino. Dal 1993 al 1995 ha frequentato corsi filosofici alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, dal 1996 al 1999 ha studiato Teologia alla Pontificia Università Gregoriana a Roma. Nel 2000 ha emesso la professione dei voti per i missionari della Consolata, l’anno successivo è stato ordinato presbitero. Nel 2002 ha conseguito la licenza e, nel 2016, il dottorato in Missiologia alla Pontificia università urbaniana. Poi la missione in Mongolia, nell’aprile 2020 la nomina a prefetto apostolico di Ulan Bator e ad agostodi quell’anno, l’ordinazione episcopale ricevuta a Torino dal cardinale Luis Antonio Tagle. È stato il più giovane vescovo italiano fino all’8 marzo 2021, giorno della nomina di padre Christian Carlassare, 44 anni, vescovo di Rumbek (Sudan). (fonte La Stampa)

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Delegazione della Mongolia
in visita a Prato


8 luglio 2022
Una visita allo stesso tempo di cortesia e di affari, all'insegna delle buone relazioni fra la Mongolia e il distretto pratese: è quanto accaduto il 7 luglio, con l'impresa meccanotessile Proxima, detentrice del marchio Bigagli, come principale interlocutore aziendale della delegazione mongola che nel suo tour italiano ha toccato anche Prato. Proxima/Bigagli è stata individuata dalla stessa delegazione mongola, guidata dal membro del Parlamento e presidente del Gruppo di amicizia interparlamentare Mongolia-Italia onorevole Purevdorj Bukchuluun, come riferimento su Prato, dati i rapporti commerciali pregressi che hanno visto l'impresa pratese come fornitrice di macchinari per alcune importanti aziende tessili mongole. La tappa pratese era inserita nel contesto di una missione in Italia iniziata il 5 luglio. Ad accogliere la delegazione in città Massimo Luchetti, amministratore unico di Proxima/Bigagli, e il console onorario della Mongolia a Prato Piero Bardazzi. Dopo una visita alla filatura Valfilo a Vaiano per vedere in opera i macchinari di produzione Bigagli, la delegazione ha raggiunto la sede pratese della Camera di commercio di Pistoia-Prato per un incontro a livello istituzionale - l'assessore Benedetta Squittieri ha portato il saluto dell'amministrazione comunale - e per acquisire elementi informativi sul distretto pratese e sulle potenzialità dei prodotti Proxima/Bigagli rispetto alle necessità del tessile mongolo. L'interscambio con la Mongolia muove annualmente 4 milioni di import, essenzialmente fibre tessili pregiate, e 1 milione di export rappresentato da prodotti e macchinari tessili (sommatoria delle province di Prato e Pistoia) (dati elaborati dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord). (fonte notiziediprato.it). Nella foto, Squittieri, Luchetti, Bardazzi e Purevdorj
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Intervista su La Lettura
al Cardinale Marengo


26 giugno 2022

Sull'ultimo numero di La Lettura, settimanale del Corriere della Sera, campeggia l'intervista di Annachiara Sacchi al nuovo cardinale della Mongolia Giorgio Marengo. Ecco l'incipit:
«Guardate a lui e sarete raggianti», recita il Salmo 34. È scritto in caratteri mongoli su un piccolostendardo dietro la scrivania di Giorgio Marengo, che ha 48 anni, da quasi 20 fa il missionario ed èanche vescovo, prefetto apostolico di Ulaanbaatar, e dal 27 agosto, quando verrà creato cardinale,sarà il porporato più giovane del mondo. Il tutto dalla remota Mongolia, 1.400 cattolici, dieci chiesericonosciute di cui otto parrocchie, steppe e deserto.
Eminenza, questa nomina che cosa cambia nella sua vita?
«È una domanda a cui faccio fatica a rispondere, sto ancora cercando di metabolizzare.Quello che riesco a dire è che lo vedo come un atto di missionarietà del Santo Padre: il suo avere acuore la Chiesa tutta, quindi anche quella che si trova in parti del mondo in cui rappresenta unaminoranza, il fatto che lui pensi alla Mongolia scegliendo come cardinale un vescovo che viene da lìanche se non è cittadino mongolo, mi pare un gesto molto significativo».
Siamo abituati a una chiesa eurocentrica e italocentrica: come interpreta la decisione di Francesco di valorizzare una comunità così piccola e lontana?
«Il collegio cardinalizio deve rappresentare tutta la Chiesa, anche quella delle parti piùremote. Ed è una cosa bella, perché ne aumenta la rappresentatività e la arricchisce di esperienze chearrivano da punti del mondo in cui l'essere Chiesa si coniuga con la vita di un piccolo gruppo immersoin una società che ha altri punti di riferimento. Penso che in un'epoca come la nostra, in cuil'universalità e le dimensioni planetarie della Chiesa sono evidenti, il Santo Padre abbia visto lanecessità di valorizzare tante voci diverse».
Leggi il pdf con l'intervista intera


L'intervista completa da La Lettura
 SPORT
Judo, nel Grand Slam
Mongolia protagonista


24 giugno 2022

Si è aperto ufficialmente in Mongolia il periodo di qualificazione olimpica del judo verso i Giochi di Parigi 2024, in occasione della prima giornata di incontri del Grand Slam di Ulaanbaatar 2022. Day-1 riservato come di consueto alle categorie più leggere. Giappone subito grande protagonista con il trionfo nei 48 kg della campionessa mondiale in carica Natsumi Tsunoda, capace di infliggere quattro ippon consecutivi alle sue avversarie precedendo sul podio la mongola Narantsetseg Ganbaatar e le due terze classificate Lee Hyekyeong (Corea del Sud) e Abiba Abuzhakynova (Kazakistan). Paese del Sol Levante che svetta anche nei 60 kg con Ryuju Nagayama, al nono titolo Grand Slam in carriera ottenuto grazie alla vittoria in finale per waza-ari sul taipeiano n.1 al mondo Yang Yung Wei. Terza piazza per il coreano Lee Harim ed il padrone di casa Sumiyabazar Enkhtaivan. Prosegue nel frattempo l’ascesa della giovane uzbeka Diyora Keldiyorova, divenuta ormai una big globale dei 52 kg con il secondo trionfo nel circuito maggiore dopo aver battuto nell’atto conclusivo la russa (in gara da neutrale sotto la bandiera dell’IJF) Alesya Kuznetsova. Completano il podio la coreana Yerin Jung e la beniamina locale Khorloodoi Bishrelt. Clamorosa doppietta della Mongolia nei 66 kg con la vittoria di Erkhembayar Battogtokh (nella foto) in finale sul connazionale Sod-Erdene Gunjinlkham. Terzo posto e punti importanti in chiave olimpica per il russo Yago Abuladze e per un altro mongolo, Baskhuu Yondonperenlei. Padroni di casa sul gradino più alto del podio anche nei 57 kg femminili con Enkhriilen Lkhagvatogoo, che si è imposta in finale sulla russa Daria Kurbonmamadova. Terze Timna Nelson Levy (Israele) e Ichinkhorloo Munkhtsedev (Mongolia). (fonte oasport)

 PRIMO PIANO
Marengo: «Il Papa
sa come stupire»


30 maggio 2022

Intervista al nuovo cardinale Padre Giorgio Marengo a cura di Fabio Marchese Ragona per Il Giornale

Tra i 21 nuovi cardinali che Papa Francesco creerà il prossimo 27 agosto, nel gruppo dei 5 italiani c'è anche monsignor Giorgio Marengo, cuneese di 47 anni, che dal 2020 ricopre il ruolo di Prefetto Apostolico di Ulan Bator in Mongolia, dov'è missionario da tanti anni. Due giorni fa aveva incontrato il Papa in Vaticano nel corso di un'udienza con le autorità mongole del buddismo ma il Pontefice non gli aveva rivelato che sarebbe diventato presto cardinale.

Monsignore, come ha saputo quindi di esser stato scelto?

«Avevo appena celebrato la messa dell'Ascensione in una comunità delle suore missionarie della Consolata, appena fuori Roma, ed ero con due sacerdoti della Mongolia con i quali ho avuto appunto nei giorni scorsi l'udienza con Papa Francesco. Terminata la messa una delle suore mi è venuta incontro e ha iniziato a farmi gli auguri. Sinceramente non capivo il perché. A quel punto mi ha detto che il Santo Padre al termine del Regina Caeli aveva letto il mio nome tra quelli dei nuovi cardinali».

E lei cos'ha pensato?

«Ho provato un senso di grande stupore, di grande smarrimento, perché è stata una vera sorpresa. Ho pensato subito a come il Papa abbia a cuore quelle realtà in cui la Chiesa è una minoranza: noi in Mongolia siamo davvero un piccolo gruppo, 1500 cattolici, rispetto alla popolazione che ha altre tradizioni. E ho provato anche un senso di gratitudine verso il Santo Padre che pensa alla Chiesa anche nei posti più lontani e meno consueti. Detto ciò faccio ancora fatica a rendermi conto di cosa mi stia succedendo».

Anche perché due giorni fa Lei ha incontrato il Papa, ma non le ha detto proprio nulla.

«Assolutamente, non ha detto niente su porpore cardinalizie o sull'annuncio che avrebbe fatto ieri. Abbiamo parlato di tante cose ma questo argomento non è stato proprio toccato».

Secondo lei perché il Papa dona un cardinale alla Mongolia?

«Questo denota il senso della sua cura pastorale: il successore di Pietro ha a cuore la Chiesa nel suo insieme e quindi anche dove ci sono piccole realtà. È un messaggio molto bello: pensiamo alle prime comunità cristiane che vivevano in situazioni di difficoltà. Questo è un gesto che mostra come il Papa continui a promuovere l'annuncio del Vangelo in tutte le parti della Terra».

Lei è il primo cardinale della Mongolia e con i suoi 47 anni (48 a giugno, ndr) diventa anche il più giovane del collegio cardinalizio.

«Proprio per la mia giovane età ho il desiderio di mettermi a imparare da tutte le persone con più esperienza di me. Mi sento molto piccolo e vorrei chiedere a tutti gli altri di condividere la loro conoscenza e la loro sapienza. Mi metterò alla loro scuola».

Guardando la lista dei nuovi cardinali, spiccano gli asiatici. È un segnale? Il Papa vuol dare più voce e più spazio a questo continente?

«Il fatto che il Papa dia un'attenzione all'Asia a mio parere è significativo perché la Chiesa in quel continente ha un'antichissima tradizione ma è rimasta sempre in proporzioni piccole. Sicuramente i popoli dell'Asia hanno una grande sapienza e una spiccata religiosità che può dare davvero tanto alla Chiesa universale».

Cosa cambierà per lei con questa nomina?

«Non cambierà nulla per me. Penso che sia un incoraggiamento del Papa a continuare sulla strada già iniziata dal mio predecessore, monsignor Venceslao Padilla che è stato il grande fondatore della Chiesa in Mongolia e ha speso la sua vita per il suo popolo».

 PRIMO PIANO
Padre Giorgio Marengo
è il più giovane cardinale


30 maggio 2022

Mons. Giorgio Marengo diventerà il prossimo 27 agosto il più giovane cardinale della Chiesa Cattolica. “Mi sento di dire un grande ringraziamento al Santo Padre per questo atto di fiducia e di stima che spero di saper ricambiare continuando il mio servizio umile e semplice alla Chiesa che è in Mongolia e alla Chiesa universale”. Una vera sorpresa la sua nomina, annunciata oggi dal Papa, che ovviamente non è stata decisa all’ultimo momento da Papa Francesco, anche se appena ieri lo aveva incontrato nel Palazzo Apostolico, dove il prefetto della Mongolia aveva accompagnato una delegazione di monaci buddisti del suo paese. “Un evento – ha dichiarato il missionario alla Radio Vaticana – cui abbiamo lavorato per quasi due anni con la grande collaborazione, il grande supporto, del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. In realtà ci sono state altre figure di spicco del buddismo mongolo che sono passate in Vaticano, ma si è trattato di visite non ufficiali, mentre questa è la prima volta che una delegazione viene proprio con l’espresso desiderio di incontrare il Santo Padre. Quindi è un capitolo importante del dialogo interreligioso, al quale cui la Chiesa pone molta attenzione in Mongolia”. “La pace – ha detto il Papa nel suo discorso ai monaci buddisti – è oggi l’ardente anelito dell’umanità. Pertanto, attraverso il dialogo a tutti i livelli, è urgente promuovere una cultura della pace e della nonviolenza e lavorare per questo. Questo dialogo deve invitare tutti a rifiutare la violenza in ogni sua forma, compresa la violenza contro l’ambiente. Purtroppo, c’è chi continua ad abusare della religione usandola per giustificare atti di violenza e di odio”. Invece, ha spiegato Francesco, “essere veri discepoli di Gesù o seguaci di Buddha, significa aderire alle loro proposte”. E se Gesù “ha distrutto l’inimicizia”, Buddha nel suo messaggio di nonviolenza e pace: insegnò – ha ricordato il Papa citando la raccolta di insegnamento del Dhammapada – che “la vittoria si lascia dietro una scia di odio, perché il vinto soffre” e che “la conquista di sé è più grande di quella degli altri”. “In un mondo devastato da conflitti e guerre, come leader religiosi, profondamente radicati nelle nostre rispettive dottrine religiose, abbiamo il dovere di suscitare nell’umanità la volontà di rinunciare alla violenza e di costruire una cultura di pace”. Dunque la nomina di questo giovane sacerdote piemontese a cardinale riconosce l’importanza strategica del dialogo interreligioso ed è immaginabile che possa preludere al conferimento di più importanti responsabilità pastorali e di possibili incarichi nella Curia Romana. Anche se lui, padre Giorgio, pensa di restarsene lì a Ulaabataar in Mongolia. “L’8 agosto 2020 – ricorda il settimanale diocesano di Torino La Voce e il Tempo – nel santuario della Consolata mons. Marengo veniva consacrato vescovo dal card. Tagle e ora la nomina a cardinale che ha immediatamente suscitato commozione e gratitudine in tutta la diocesi tra i tanti gruppi e realtà che padre Marengo ha frequentato. Dai membri della sua congregazione i Missionari della Consolata che per la prima volta annoverano un cardinale, agli Scout, ai parrocchiani di Sant’Alfonso in Torino comunità frequentata dalla sua famiglia… Sensibilità diverse accomunate dall’affetto per un sacerdote che nell’umiltà testimonia in Mongolia la bellezza del messaggio evangelico, l’importanza dialogo interreligioso, la forza della fraternità”. (fonte farodiroma.it e vocetempo.it)

 PRIMO PIANO
Trent'anni di accordo
tra Mongolia e Vaticano


6 aprile 2022

Nei giorni scorsi nella sede del vescovado di Ulaanbaatar si è celebrato il 30° anniversario dell'accordo tra Vaticano e Stato della Mongolia. Tra i partecipanti (nella foto) monsignor Giorgio Marengo, Vescovo della Mongolia, l'Ambasciatrice Laura Bottà e una delegazione istituzionale e religiosa, con le Figlie di Maria Ausiliatrice, rappresentate da suor Adriana.

 PRIMO PIANO
Cage, dopo il dinosauro mongolo
restituisce serpente a due teste


25 marzo 2022

Anni fa si raccontava che Nicolas Cage era in possesso di un teschio di dinosauro, che alla fine dovette restituire ad un museo quando si scoprì che era stato rubato in Mongolia. Sebbene la storia del suo serpente a due teste sia meno conosciuta, questo non la rende affatto meno entusiasmante. Cage, recentemente intervistato da GQ, ha confessato di essersi dovuto liberare del serpente perché era troppo difficile da nutrire. Ma scopriamo come Nicolas si era procurato il rarissimo rettile: una mattina, dopo aver sognato un'aquila a due teste, ha ricevuto una telefonata e un amico gli ha offerto un serpente a due teste per 80.000 dollari. Sebbene non fosse l'esemplare del suo sogno, la coincidenza era troppo surreale per Cage che si è sentito praticamente costretto ad acquistarlo. La star, dopo pochi giorni, si è immediatamente resa conto che nutrirlo comportava il complicato processo di dover mettere una spatola tra le due teste al fine di evitare che litigassero per il cibo. Dopo alcune settimane l'attore ha consegnato il rettile allo zoo di Audubon, dove è morto di recente all'età di 14 anni. Nicolas Cage ha sempre avuto una predilezione per gli animali domestici rari e attualmente si prende cura di un gatto Maine Coon (di nome Merlin), di un corvo parlante (di nome Huginn) e di un assortimento di pesci e tartarughe: "Il mio lavoro è prendermi cura di loro, assicurarmi che siano felici e al sicuro. Alla fine, dovrò donarli, come ho donato il mio serpente a due teste". (fonte movieplayer.it)

Revoca delle restrizioni
per l'ingresso in Mongolia


18 marzo 2022

Il Ministero degli Affari Esteri, con decisione del Ministero della Salute del 13 marzo scorso, ha sospeso a partire dal 14 marzo 2022, le seguenti restrizioni sanitarie: 1) I passeggeri provenienti dall’estero non saranno sottoposti a PCR né rapid-test al loro arrivo in Mongolia. Si consiglia di verificare con le compagnie aeree le regole sanitarie imposte nei Paesi di imbarco e di transito. 2) non sono richieste quarantene nei COVID hotel, né periodi di confinamento domiciliare; 3) potranno entrare in Mongolia anche persone che non abbiano completato il ciclo vaccinale. Il viaggiatore dovrà compilare e firmare un questionario che riceverà al suo arrivo.

 CONTRIBUTI
Gengis Khan traslitterato
nella scrittura mongola


9 marzo 2022

Salve, scrivo per chiedervi se è possibile avere una immagine della traduzione in lingua mongola con scrittura verticale della parola ‘Gengis khan’. Grazie. Distinti saluti. Cristiano M.

Risponde Tseeghii della redazione di mongolia.it
Salve Cristiano, ti allego un'immagine di Chinggis Khaan (che in italiano è traslitterato spesso "Gengis Khan" / in inglese Genghis Khan), affiancate dal nome in scrittura verticale mongola (mongol bichig). Spero possano essere utili.

 PRIMO PIANO
Un'alpinista mongola sfida
la terza vetta del mondo


5 marzo 2022

Gangaamaa Badamgarav, la prima alpinista di nazionalità mongola ad aver completato le “Seven Summits”, ha annunciato che questa primavera tenterà di scalare il Kangchenjunga (8.586 m), la terza montagna più alta del mondo. Badamgarav è stata anche la prima scalatrice del suo paese a raggiungere la vetta del K2 (8.611 m) nel 2018. La sua partenza per l’Himalaya è fissata per il prossimo 2 aprile. Situata al confine fra il Nepal e lo Stato indiano del Sikkim, il Kangchenjunga è la cima più alta dell’India, il più orientale degli ottomila dell’Himalaya e, dal 1838 al 1849, ritenuta la vetta più elevata del pianeta, fino a quando rilevamenti britannici appurarono che Everest e K2 erano più alti. È un massiccio molto esteso, con quattro cime distinte di ottomila metri: l’occidentale Yalung Kang (8.505 m), la vetta principale (8.586 metri), la centrale (8.482 metri) e la meridionale (8.473 metri). La prima ascensione della cima principale fu compiuta il 25 maggio 1955 da George Band e Joe Brown, membri di una spedizione inglese guidata da Charles Evans, per la parete Sud-Ovest. Il giorno successivo raggiunsero la vetta anche gli alpinisti Norman Hardie e Tony Streather. Le restanti quattro vette, di altezza minore, furono scalate per la prima volta tra il 1973 e il 1978 da giapponesi e polacchi. (fonte mountainblog.it)

 PRIMO PIANO
Guerra in Ucraina:
gli effetti in Mongolia


3 marzo 2022

L’invasione russa dell'Ucraina e l'imposizione di severe sanzioni a Mosca stanno avendo importanti ripercussioni pure sulla vicina Mongolia, lo stato dell’Asia Orientale senza sbocco sul mare. Pressata sia dal punto di vista economico che da quello diplomatico. Lo dimostra un episodio apparentemente minore avvenuto martedì: che però la dice lunga sulle tensioni che si vivono laggiù. A Ulan Bator, la capitale, un piccolo gruppo di manifestanti si è radunato nella piazza principale Sukhbaatar per chiedere la fine delle ostilità in Ucraina. Rapidi, sono scesi i residenti dai palazzi vicini che hanno invitato tutti a tornarsene a casa: spaventati da manifestazioni di aperto antagonismo nei confronti di Mosca. Circondata dalla Russia a nord e dalla Cina a sud, la Mongolia in cerca di autonomia – dopo decenni di egemonia sovietica è approdata alla democrazia solo nel 1992 - ha coltivato alleati come Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti. Una strategia diplomatica detta del "terzo vicino" volta a rafforzare la sua indipendenza politica. Ma la sua economia ha continuato a fare affidamento sui suoi ingombranti stati confinanti. Il commercio è infatti facilitato dalle banche russe e quasi tutto il petrolio arriva proprio da Mosca, ora oggetto dell’ostracismo internazionale. “Siamo troppo dipendenti dalla Russia e fragli da diversi punti di vista: non solo per la benzina”, afferma dunque Sumati Luvsandendev, il maggior analista politico mongolo. “L’esclusione di Mosca dallo swift colpirà anche le nostre operazioni di import-export". Non solo: a seguito della decisione della Germania di bloccare l’approvazione dell’accordo sul gasdotto Nord Stream II, è probabile che anche la Mongolia diventi strategicamente più importante per l'economia russa. Tanto più che proprio questa settimana è stato firmato un accordo per costruire la sezione mongola di un progetto transnazionale di trasporto del gas volto a fornire 50 miliardi di metri cubi di gas russo alla Cina, nota come Potenza della Siberia 2. Finora la Mongolia ha cercato di tenersi fuori dalle controversie geopolitiche. E anche per questo resta in silenzio sull'invasione dell'Ucraina, uno dei 34 paesi astenutisi sulla risoluzione delle Nazioni Unite votata ieri sera dove si chiede il ritiro delle truppe russe. (fonte repubblica.it)

 PRIMO PIANO
Trieste e la Mongolia
piangono Roberto Ive


28 febbraio 2022

Si è spento all’età di settant’anni Roberto Ive, scrittore triestino, giornalista, viaggiatore e tra i massimi esperti italiani della Mongolia, in cui aveva vissuto a lungo e sulla quale aveva pubblicato numerosi articoli, a partire dagli anni ’80, quando il paese era ancora chiuso agli occidentali. In seguito vi realizzò anche documentari e trasmissioni radiofoniche, alcune trasmesse dalla Rai, e scrisse la prima guida italiana sul paese, dove fu anche consulente di programmi di sviluppo economico. Per molto tempo organizzò viaggi e itinerari nella patria di Gengis Khan, accompagnando i visitatori in prima persona sul suo fuoristrada. Realizzò diversi reportage in tutto il mondo, anche in Giappone e in India. Per buona parte della sua vita ha abitato tra Ulaan Baatar, Berlino, Bologna e Trieste, dove era nato. Fu anche appassionato di alpinismo. Tra i suoi libri si ricordano: “Mongolia, viaggio ad Olgii e oltre”, “Gobi” e “Mongolia itinerari ai confini del nulla”. Lo saluta in un commosso post su Facebook lo scrittore e amico Pietro Spirito: “è stata una gioia seguire i tuoi orizzonti”. (fonte triesteprima.it)

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Secondo Putin la Mongolia
ha diritto di annettere la Russia


23 febbraio 2022

di Gabriele Bonafede

Molti commentatori italiani hanno battezzato il discorso di Putin per giustificare la brutale aggressione all’Ucraina quale “duro”. È evidentemente un eufemismo per definire un vero e proprio vaneggiamento. Tra l’altro, evidenziando nozioni di storia a dir poco strampalate e contraddittorie. Sarebbe più corrispondente alla realtà dire che il discorso di Putin è stato un delirio misto Hitler-Stalin degno di una rappresentazione teatrale tra il grottesco e la tragedia. Persino il traduttore aveva problemi a seguire questo folle delirio. Forse non è del tutto sano di mente, Putin. Non a caso, Macron lo ha detto. Sia pure con un linguaggio diplomatico, definendo il discorso di Putin quale paranoico. Per la pace c’è poco di che sperare, purtroppo. L’invasione dell’Ucraina è già cominciata. Carri armati russi e migliaia di soldati hanno aggredito il territorio dell’Ucraina già sotto controllo militare russo in Donbas a seguito della precedente aggressione unilaterale. Le armate russe sono ormai penetrate fino alla linea del fronte tra ucraini e “separatisti”. Non è escluso che in poco tempo ci siano raid aerei dei russi contro città e infrastrutture civili e militari ucraine, oltre ad attacchi cibernetici alle reti, etc. D’altronde, il discorso di Putin è stato chiaro e indiscutibilmente copiato e incollato da quelli di Hitler prima di invadere la Polonia o la Cecoslovacchia: una lista di pretesti su basi etniche, storiche, culturali, religiose e geografiche assolutamente piegate alla logica del più forte. Come Hitler sulla Polonia, Putin ha detto, tra le altre cose, che l’Ucraina e altri paesi una volta facenti parte dell’Impero Russo degli zar, non avrebbero il diritto di esistere. Secondo Putin, l’Ucraina sarebbe parte integrante del reich russo, adducendo ragioni “storiche” che si rifanno a più di un secolo fa e, sul piano “culturale”, a molti secoli fa, persino al medioevo. Di fatto, nella sostanza del suo discorso e che lo si voglia o no, Putin ha anche dichiarato guerra alla UE e alla Nato, quindi anche all’Italia che fa parte di ambedue. Lo fa nel momento in cui usa mezzi militari giustificandoli con l’accusa all’intero “Occidente” (quindi compresa l’Italia) di avere sostenuto corruzione e distruzione dell’attuale Stato ucraino e avere fornito sostegno per un colpo di stato nel 2014 e mezzi militari. Ovviamente gli italiani non se ne sono ancora accorti. Giornali e tv minimizzano. C’è persino chi continua a battere la gran cassa alla propaganda hitleriano-stalinista di Putin. Per evitare una guerra atroce, al momento, possiamo solo pregare perché avvenga un miracolo. Dopotutto, di miracoli ne sono successi già tanti in passato. Ma ciò che è estremamente pericoloso e indicativo dello stato mentale di Putin, è il suo excursus “storico” sulle medievali motivazioni per aggredire l’Ucraina. Le cui implicazioni sull’assetto mondiale sono semplicemente grottesche. Drammaticamente grottesche. Tragicamente grottesche, al limite del film fantozziano misto alla fiction horror su basi distopiche. Infatti, secondo il discorso di Putin sul “diritto storico” della Russia di annettere l’Ucraina con l’uso della forza, dice che l’Ucraina è parte integrante della storia russa fin dal medioevo. Dimenticando che la Russia è stata parte integrante della Mongolia proprio nel medioevo. Con questa logica, la Mongolia avrebbe dunque il diritto di annettersi la Russia. Putin dice anche che concedere autonomie e indipendenze, anche solo formali, all’Ucraina e le altre Repubbliche dell’Unione Sovietica fu uno sbaglio che, evidentemente, vuole risanare annettendole senza alcuna autonomia, né formale né tantomeno reale. Dunque, anche la Polonia avrebbe, secondo Putin, il diritto di annettere la Russia, visto che larghe parti della Russia erano parte integrante della Polonia fino al XVIII secolo, “stupidamente” fornite di autonomia. Così come lo avrebbe l’Ucraina stessa, il diritto di annettere la Russia. Tutto ciò per ammissione stessa di Putin, dal momento in cui dice che Russia e Ucraina sono la stessa cosa, o per lo meno parti integranti dell’impero zarista fino al 1914 e dell’Unione Sovietica dal 1922 al 1991. Proprio come la Russia era parte integrante dell’Impero Mongolo in tempi più recenti (XIII secolo) di quando fu fondata (VIII secolo. e forse V secolo) la capitale dell’Ucraina. Va da sé, che la Mongolia, secondo la speciosa teoria espressa nel suo discorso, abbia anche il diritto di annettere una gran parte della Cina per rifondare gli imperi di Genghis Khan o Kublai Khan. Cina che, con lo stesso metro, è giusto che sia in gran parte annessa dal Giappone, visto che la ha occupata nel XX secolo: ai tempi dell’Unione Sovietica, almeno dieci anni dopo l’ipotetico 1922 di cui parla Putin per la formazione dell’Ucraina. Il Giappone vanterebbe pure diritti “storici” putinisti pure sulle due Coree, evidentemente.
Gabriele Bonafede maredolce.com

 PRIMO PIANO
I quattro anni in Mongolia
del presidente ucraino


23 febbraio 2022

C'è anche un pezzo di Mongolia nella vita del presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenskyy, personaggio al centro dell'attenzione mondiale. È nato il 25 gennaio 1978 a Kryvyi Rih, nella regione di Dnipropetrovsk. La sua età è dunque di 44 anni. I suoi genitori hanno origini ebre. Suo padre, Oleksandr Zelens'kyj, è un professore che dirige un dipartimento accademico di cibernetica e hardware informatico presso il Kryvyi Rih Institute of Economics. La madre, Rymma Zelens'ka, al contrario, lavorava come ingegnere. Zelenskyy ha vissuto per qualche tempo, circa 4 anni, in Mongolia nella città di Erdenet, dove lavorava il padre. Si è laureato nel 2000 in giurisprudenza presso il dipartimento della Università Economica Nazionale di Kyiv ma non ha mai esercitato la professione legale. Dal 1997 lavorava come attore e sceneggiatore nello studio cinematografico Kvartal 95 Club. Nel 2011 è produttore generale del canale Inter TV, dal 2013 al 2019 è direttore artistico in Kvartal 95 Studio LLC. Nel 2015 Volodymyr Zelenskyy ha interpretato  il ruolo di presidente ucraino nella serie televisiva Sluha Narodu (letteralmente, Servitore del popolo). Qui ha interpretato un capo di Stato onesto, capace di superare in astuzia antagonisti e detrattori. (fonte ilgiornaleditalia.it)

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L'Ambasciatore: «Fine
della quarantena»


15 febbraio 2022

L'Ambasciatore d'Italia a Ulaanbaatar ci aggiorna sulla situazione, ribadendo l'annullamento della quarantena per i cittadini provenienti dall'Italia:
«A seguito dei recenti sviluppi in Mongolia, si informa che il 14 febbraio 2022 il Governo della Mongolia ha preso la decisione di abbassare il livello di emergenza legata alla pandemia COVID-19 dall’arancione al giallo. La decisione revoca tutte le precedenti restrizioni sull’attività commerciale e annulla completamente l’obbligo di isolamento domiciliare di 5 giorni per le persone in arrivo nel paese. L’ingresso sarà consentito a prescindere dello stato di vaccinazione. Tuttavia, rimane solo la necessità dell’esito negativo al COVID-19 via un test molecolare (PCR) eseguito entro 72 ore prima dell’arrivo».

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Mongolia, frontiere riaperte
ripartono i voli dall'Italia


14 febbraio 2022

Buone notizie dalla Mongolia. Oggi, lunedì 14 febbraio 2022, il governo ha stabilito che le frontiere sono riaperte a tutti i turisti vaccinati e che l'Aeroflot ha ripristinato parzialmente i voli (un volo a settimana), mentre Turkish (un solo scalo a Istanbul) ha già il parco voli operativo al completo. La situazione sta quindi finalmente tornanfo alla normalità e si prospetta la possibilità di un ritorno alla Mongolia, con viaggi che possono essere già organizzati in tutta sicurezza da questa primavera. Per informazioni: info@mongolia.it.

 PRIMO PIANO
Il fascino “altissimo”
della mongola Renny


12 febbraio 2022

Sai chi è Renny? È la seconda donna con le gambe più lunghe al mondo. Rentsenkhorloo Bud, chiamata da tutte Renny, è una giovane originaria della Mongolia. Ed è altissima: 205 centimetri. Questa altezza è dovuta in particolare alla lunghezza delle sue gambe, che misurano ben 1,32 metri. Oggi è famosa in tutto il mondo, anche se per lei la vita non è mai stata facile, proprio a causa della sua altezza. Non è facile essere alta più di due metri, soprattutto per i giudizi e i pregiudizi delle persone. Ma oggi lei è serena e si accetta per com’è, senza badare troppo ai commenti di chi la incontra. Renny ha origini mongole, ma vive a Chicago. Le sue gambe sicuramente non passano inosservate quando cammina per strada, ma oggi lei è orgogliosa del suo fisico. Così si racconta oggi la ragazza che, a causa della sua altezza, a 29 anni, è entrata nel libro dei record del Guinness dei Primati per essere la seconda donna con le gambe più lunghe del mondo. Se è stato sempre difficile accettare e soprassedere ai commenti delle persone, sono state anche altre le sfide che Renny ha dovuto affrontare. Come trovare abiti della sua taglia, soprattutto pantaloni. Ha sempre capito che sarebbe stata molto alta, visto che alle elementari aveva già raggiunto il metro e 68 di altezza. Era alta come la sua insegnante. Per tutta l’adolescenza non è stata a suo agio con la sua altezza, ma poi è cresciuta e oggi ha più fiducia in se stessa. E lei esalta la sua bellezza con short e gonne che fanno vedere le gambe, ma anche con tacchi alti. L’altezza è una questione di famiglia, visto che suo padre è alto 2,08 metri e sua madre 1,85 metri. Essere alta, secondo lei, ha anche i suoi vantaggi, visto che riesce a raggiungere i ripiani più alti nel supermercato o a casa, anche se è difficile passare dalle porte. (fonte mammastobene.com)

 SPORT
Giochi di Pechino,
i piazzamenti dei mongoli


10 febbraio 2022

Già terminata l'Olimpiade invernale di Pechino per la Mongolia che, nella gara di sci nordico cross country che ha dato la medaglia d'argento all'azzurro Federico Pellegrino, centra il 77° posto con il 27enne Achbadrakh Batmunkh: tempo 3.11'60'' (il norvegese Klaebo ha vinto l'oro in 2.58'06''). In campo femminile, sempre nello sci di fondo, la 26enne mongola Enkhtuul Ariunsanaa ha completato il percorso in 3.58'25'' conquistando il 79° posto nella gara che ha assicurato l'oro alla svedese Jonna Sundling in 3.09''68.

 SPORT
Giochi di Pechino,
la Mongolia è pronta


4 febbraio 2022

Anche la Mongolia si appresta a vivere la sua Olimpiade nella vicina Pechino. Nonostante le temperature rigide, gli atleti di Gengis Khan primeggiano nelle discipline “estive”, soprattutto lotta, judo, tiro con l'arco, oltre ovviamente al sumo, insomma tutti gli sport da veri guerrieri. Ma la squadra mongola cercherà di farsi valere anche a questi Giochi invernali. Alla cerimonia d'apertura (nella foto) eleganza e tradizione hanno caratterizzato la compatta delegazione mongola che propone due soli atleti, entrambi nello sci di fondo: la 26enne Enkhtuul Ariunsanaa e il 27enne Achbadrakh Batmunkh. Buona fortuna, Mongolia!

 PRIMO PIANO
BUONO TSAGAAN SAR,
MONGOLIA!


29 gennaio 2022

Buon anno, Mongolia! Anzi, buono Tsagaan Sar, il giorno della luna bianca che quest'anno cade il 2 febbraio anche se i preparativi e i festeggiamenti durano settimane, all'insegna della famiglia, delle tradizioni, del buon cibo e dei ringraziamenti agli dèi, alla natura e agli antenati. Lo Tsagaan Sar (si entra nell'anno della Tigre) segue il calendario lunare tibetano. È l'occasione per i Mongoli di completare i lavori in sospeso e onorare i debiti prima del nuovo anno. Sulla tavola, sia nelle case di città sia nelle gher dei nomadi, non possono mancare buuz e bansh, i ravioli tipici, ma anche lo schienale di pecora (coda compresa), carne bollita, biscottini (kheviin boovj e aaruul. Anche il riso, simbolo di fecondità e crescita, è presente così come l'airag, il latte di cavalla fermentato, e altri piccoli piatti adatti per l'occasione. È dovere dei più giovani, entro i primi tre giorni di festa, rendere omaggio agli anziani offrendo un khadag (la sciarpa sacra, solitamente blu come il cielo, il sacro Tengher), Le famiglie si scambiano molteplici e reciproce visite percorrendo anche lunghe distanze di strada, di steppa e di deserto. Alla vigilia, il Bitüün, che quest'anno cade il 1° febbraio, si tende a mangiare molto come atto propiziatorio per un anno di abbondanza. Una grande festa celebrata a venti gradi sottozero ma con grande calore. Tanti auguri, cari amici della Mongolia!

 PRIMO PIANO
Coppolecchia, polaroid
per raccontare la Mongolia


21 gennaio 2022

Nel 1989 Maurizio Coppolecchia - 62 anni, produttore e fotografo che da oltre vent’anni vive con la famiglia a Torre d’Isola - attraversa la Mongolia per girare uno spot pubblicitario su incarico di Invicta. In macchina carica l’attrezzatura professionale ma nello zaino infila anche una Polaroid SX70. Con quella macchina, che in pochi secondi è in grado di sviluppare una pellicola 8x8 centimetri, Coppolecchia imprigiona gli sguardi incuriositi della gente che incontra lungo la strada: «Uomini, donne, vecchi e bambini ammaliati da quel curioso marchingegno che, come per magia, restituiva la loro immagine in tempo reale» racconta il fotografo. Al ritorno in Italia mette le foto in un cassetto e se ne dimentica. Trascorrono gli anni, nel frattempo Coppolecchia si dedica all’attività di produttore e, tra i tanti lavori, realizza con Indigo Film Il Divo di Paolo Sorrentino. Nel 2020 con l’amico Pietro Spica, compagno negli anni Settanta di memorabili viaggi on the road in America Latina, concepisce un progetto: Spica è un artista apprezzato, da troppo tempo non partono insieme. E allora perché non provare a ripercorrere quello stesso viaggio con acquarelli e pennello? Perché non tradurre sul tela, a colori, quelle fotografie? Un viaggio in due tempi, ancora più struggente ora che Spica non c’è più (il pittore è scomparso lo scorso settembre, a 68 anni). E dall’idea nascono una mostra (l’inaugurazione il 20 gennaio allo Spazio d’Arte Scoglio di Quarto di Milano, a pochi passi dalla Darsena) e un libro d’artista che portano lo stesso titolo, The Immediate Gaze. «La mostra – dice il fotografo – è anche un omaggio a Pietro, al passato condiviso e alla mancanza». «Il viaggio in Mongolia fu un progetto complesso – racconta oggi Coppolecchia –. Per viaggiare all’interno del Paese ho avuto bisogno del permesso del governo, vigeva ancora un regime comunista. E le fotografie che ho scattato sono poi diventate un reportage culturale e antropologico. Quei ritratti istantanei formato polaroid mi hanno permesso di costruire da subito un rapporto di reciproca fiducia con la gente del luogo, vivere la stessa quotidianità, scoprendo l’eleganza e la fierezza di un popolo costantemente in movimento. Facevo sempre due copie, una la regalavo al soggetto che immortalavo».  Per anno Coppolecchia – che professionalmente nasce perito gemmologo, con diploma all’esclusivo Gemmological Institute of America di Los Angeles – ha lavorato come fotografo poi come executive producer, sempre nell'ambito della produzione pubblicitaria. «Da qualche tempo – dice – ho ripreso a fotografare a tempo pieno, ma con la mia casa di produzione, la Film Content, ho in cantiere un nuovo progetto: raccontare la storia incredibile del grande chitarrista jazz italo-americano Pat Martino (scomparso nel 2021, ndr). Per un’emorragia cerebrale perse la memoria diventando poi oggetto di studi di neurologia».

M. Grazia Piccaluga
La Provincia Pavese

 PRIMO PIANO
La Mongolia registra
il primo prodotto IGP


21 gennaio 2022

È stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’UE la registrazione della denominazione Uvs Chatsargana IGP, primo prodotto della Mongolia inserito come Indicazione Geografica Protetta che godrà della tutela offerta dal regolamento europeo delle DOP IGP (Reg. UE n. 1151/2012). Uvs Chatsargana IGP designa le bacche dell’olivello spinoso di Uvs, appartenete alla famiglia delle Eleagnaceae con la quale viene fatto un estratto. Con questa nuova registrazione della Mongolia sono 19 i Paesi Extra-UE con prodotti DOP, IGP o STG tutelati a livello comunitario. Salgono invece a 225 i prodotti Extra-UE presenti nel registro europeo delle Indicazioni Geografiche, di cui 195 del comparto Cibo. “Si allarga il numero di Paesi che ricorre al regolamento europeo delle Indicazioni Geografiche per tutelare e promuovere i prodotti tipici – afferma Mauro Rosati, Direttore Generale della Fondazione Qualivita – e il sistema europeo con questa nuova registrazione si conferma un vero modello planetario di tutela con 56 Paesi che lo utilizzano. Un risultato questo che conferma la bontà della attuale legislazione comunitaria. Sarebbe pertanto dannoso un cambiamento radicale degli attuali regolamenti.” (fonte agricultura.it)

 SPORT
Bogd Khan Uul,
una sciata in Mongolia


3 gennaio 2022

Sono passati oltre dieci anni da quando la Mongolia - nazione fondamentalmente desertica tra la Russia e la Cina - si è dotata del suo primo ski resort. Si chiama ‘Bogd Khan Uul - Ulaan Baatar’, si trova a una quindicina di km dalla capitale e comprende una manciata di piste peraltro tutte illuminate per lo sci in notturna per un totale di 6 km di lunghezza, la più importante delle quali è una rossa che si chiama ‘Khurkhereet’, dal nome della valle laterale. Ci sono anche 400 metri di nera riservata alle gare. Le due seggiovie principali e i quattro skilift sono ad una altitudine tra i 1350 e i 1570 metri d’altitudine, con un dislivello di soli 200 metri circa. Realizzato sulle alture del massiccio omonimo (peraltro è una montagna sacra) a pochi chilometri dalla capitale Ulan Bator, il resort servirà la voglia di neve dell’alta borghesia locale, dei turisti cinesi alla ricerca di un po’ di avventura che preferiscono le piste tranquille al fuoripista estremo che si fa da quelle parti e di qualche europeo di passaggio in crisi di astinenza. Del resto, l’altra pista più vicina è Alsham, a circa 400 chilometri di distanza, in territorio cinese nella provincia della Mongolia Interna. Il resort ha un paio di club house eleganti (ma si può dormire sotto le stelle in una moderna yurta) e un ristorante-rifugio che promette cucina "euro-mongola". Nonostante questa sia la zona più continentale dell’Asia, le piste devono essere obbligatoriamente assicurate da un sistema di innevamento garantito da una quindicina di lance (ovviamente dell’azienda altoatesina TechnoAlpin…) dato che l’area è pressoché desertica e troppo lontana dal mare perché le correnti possano portare umidità nell’aria: qui la natura regala solo una ventina di centimetri di neve l’anno tra novembre e febbraio, pur con temperature che scendono tranquillamente a -20° di media (!) per tutto l’inverno. Lo Ski Center Bogd-Uul, che è stato progettato per accogliere fino a 4000 persone, offre tra i servizi ai visitatori anche una scuola di sci (chissà quale sarà la nazionalità dei maestri...), un noleggio e uno store per accessori e abbigliamento. Il giornaliero nei festivi supera i 22000 Tugrik, la moneta locale, mentre il mattiniero in settimana costa la metà: l’equivalente di 10 e 5,5 €, sci e scarponi compresi!                                            di Enrico Maria Corno per dovesciare.it

 PRIMO PIANO
Il vescovo Marengo:
«Natale a meno 30»


22 dicembre 2021

“Anche qui in Mongolia ci stiamo preparando a vivere il Natale con 30 gradi sotto lo zero ma con questa luce che ci ricorda la pienezza della luce che il Signore Gesù è venuto a portarci con la sua incarnazione”. Sono queste le parole con le quali mons. Giorgio Marengo, vescovo cattolico missionario italiano della Consolata e prefetto apostolico di Ulan Bator in Mongolia, inizia il suo saluto natalizio inviato in Italia attraverso un video messaggio al Sir. “È un Natale di grande stupore, di grande adorazione del Signore Gesù che i pochi fedeli mongoli, 1.300 in tutto, celebrano con grande trasporto anche se in estrema semplicità e con molta discrezione”, prosegue il presule che in preparazione al Natale ha deciso di radunare catechisti, animatori ed operatori pastorali delle 8 parrocchie della Mongolia: “È veramente il momento di sostare in adorazione davanti alla natività di Gesù”.
Clicca qui per guardare e ascoltare l'emozionante videomessaggio natalizio di Padre Giorgio Marengo

 PRIMO PIANO
Mattarella presenta
la nuova Ambasciatrice


15 dicembre 2021

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale la nuova ambasciatrice della Mongolia Tserendorj Narantungalag. Terremo costantemente aggiornata sul sito mongolia.it l'attività della nuova diplomatica e le inviamo i migliori auguri di buon lavoro. Nella foto, l'ambasciatrice Narantungalag con il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella durante la presentazione delle Lettere credenziali.

 

 PRIMO PIANO
Proibizione armi nucleari,
la Mongolia aderisce


11 dicembre 2021

Il 10 dicembre 2021 la Mongolia ha aderito al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPAN), diventando il 57° Stato parte. In un discorso tenuto al Parlamento nazionale in ottobre, il Ministro degli Esteri mongolo Battsetseg Batmunkh ha detto che l’adesione a questo trattato storico “soddisfa gli interessi fondamentali della sicurezza nazionale”. Con la Russia situata a nord e la Cina a sud, la Mongolia è circondata da Stati dotati di armi nucleari e ha a lungo sottolineato la necessità di un’azione più incisiva sul disarmo. Nel 1992 si è formalmente dichiarata uno Stato libero da armi nucleari. In un discorso tenuto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite questo settembre, la Mongolia ha dichiarato che l’entrata in vigore del TPAN “ha posto una pietra miliare negli sforzi internazionali per bandire queste armi disastrose”. Ha aggiunto che il trattato sarà “strumentale” all’eliminazione delle armi nucleari. La Mongolia ha promosso attivamente l’adesione universale al TPAN, anche co-sponsorizzando e votando costantemente a favore, fin dal 2018, di una risoluzione annuale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che invita tutti gli Stati a firmare, ratificare o aderire al trattato “alla prima data possibile”. Nel 2017, la Mongolia ha partecipato al negoziato del TPAN alle Nazioni Unite ed è stata tra i 122 Stati che hanno votato a favore della sua adozione. Nella sua dichiarazione di apertura alla conferenza negoziale, ha espresso la speranza che il processo di creazione del trattato “stabilisca uno strumento forte, efficace e giuridicamente vincolante per proibire le armi nucleari, portando verso la loro totale eliminazione”. Dopo l’adozione del trattato, l’allora Ministro degli Esteri della Mongolia Tsend Munkh-Orgil ha accolto con favore il nuovo accordo, sottolineando che “le attuali tensioni hanno solo approfondito la preoccupazione associata alle armi nucleari”. (fonte pressenza.com, traduzione dall’inglese di Anna Polo)

 SPORT
Il tour di Thailandia
al mongolo Sainbayar


8 dicembre 2021

Il mongolo Jambaljamts Sainbayar (nella foto) del Terengganu Cycling Team ha vinto il The Princess Maha Chakri Sirindhorn's Cup Tour of Thailand che si è concluso con la sesta e ultima frazione in località Hat Yai Park dove si è imposto l'olandese Adne Van Engelen del team Bike Aid con 6" sullo stesso Sainbayar e 35" sul thailandese Sirironnachai. In classifica generale Sainbayar, classe 1996 originario di Ulaanbaatar in Mongolia vincitore quest'anno del Kahramanmaraş Grand Prix in Turchia, ha preceduto Van Engelen e Sirironnachai. Quarto il tedesco Lucas Carstensen vincitore di quattro tappe. (fonte tuttobiciweb.it)

Covid, variante Omicron:
novità per la Mongolia


2 dicembre 2021

La Commissione per le Emergenze della Mongolia, con decisione del 27 novembre 2021, ha temporaneamente sospeso l’ingresso di cittadini stranieri che abbiano soggiornato o transitato, nei 14 giorni precedenti al loro arrivo, in Paesi in cui sia stata accertata la presenza della nuova variante Omicron del COVID-19 (B.1.1.529). Tali restrizioni non vengono applicate ai cittadini mongoli, per i quali vige un obbligo di quarantena di 10 giorni, a proprie spese, in strutture predisposte dalle Autorità locali. Circa la regolarità dei voli internazionali, si suggerisce di contattare le compagnie aeree. Sono rimaste per ora invariate le disposizioni relative a cittadini stranieri o mongoli provenienti da Paesi in cui non sia stata ancora registrata la variante Omicron. (fonte: sito Ambasciata d'Italia a Ulaanbaatar)

 CULTURA
Arte contemporanea mongola
in mostra a Milano


1 dicembre 2021

È aperta fino al 5 maggio 2022 a Milano Towards East. Emerging Artists from Mongolia, la prima mostra in Italia totalmente dedicata all’arte contemporanea della Mongolia, presentata da The Pool Nyc su progetto di Maurizio Bortolotti, storico specializzato in arte asiatica e curatore della VI edizione di LAM, la Biennale della Mongolia. La galleria è ospitata, tutti i giorni dalle 16 alle 21 a Palazzo Fagnani Ronzoni in via Santa Maria Fulcorina 20. Per questa mostra sono stati scelti cinque artisti: Esunge, Dolgor Serod, Baatarzorig Batjargal, Nomin Bold, Munkhjargal Munkhuu, rappresentativi della scena artistica in Mongolia.
 Esunge, attraverso la fotografia, mostra la questione dell’inurbamento, il passaggio dalla vita nomade alla condizione urbana. Nelle sue realistiche immagini si concentra la ricerca d’identità del popolo. Nella visione artistica di Dolgor Serod, la componente decorativa e quella narrativa trovano un equilibrio armonico nel nome della tradizione della pittura buddista. Baatarzorig Batjargal reinterpreta la tradizione attraverso una narrazione in cui compaiono battaglie d’altri tempi cui partecipano cavalieri antichi, in un intreccio di figure mezze umane e mezze animali. L’iconografia Thangka è qui sviluppata con rappresentazioni simboliche di animali e creature mitologiche presenti nelle decorazioni e cerimonie buddiste. Nomin Bold invece decide di rinnovare la tradizione classica attraverso immagini femminili o quelle di Buddha alternate a teschi e a figure che indossano maschere antigas. L’artista modernizza completamente la rappresentazione Thangka sia per l’iconografia innovativa, sia per i temi trattati. Infine nell’opera di Munkhjargal Munkhuu, il più giovane degli artisti invitati, vi è il più fresco tentativo tra quelli proposti di rinnovare la pittura Thangka combinandola con un’iconografia che si richiama all’immaginario Manga.

 AMBIENTE
La Mongolia vuole piantare
un miliardo di alberi


20 novembre 2021

La Mongolia vuole impegnarsi concretamente nella lotta contro la desertificazione e i cambiamenti climatici: è cominciata infatti la campagna nazionale “Un miliardo di alberi” lanciata dal presidente Ukhnaagiin Khürelsükh e che secondo le previsioni durerà fino al 2030, snodandosi in tre fasi a partire da quest’anno. Sono stati finora coinvolti diversi soggetti, tra cui aziende del settore minerario come la Erdenes Tavantolgoi, la Oyu Tolgoi e la Bold Tumur Eruu Gol, che hanno promesso di piantare più di 600 milioni di alberi seguendo le indicazioni del Ministero dell’Ambiente e del Turismo. (fonte zazoom.it, nella foto di Federico Pistone: le rive boscose del Lago Khuvsgul)

 PRIMO PIANO
Mongolia e Vaticano
sempre più vicini


20 ottobre 2021

I buoni rapporti tra Mongolia e Italia si estendono anche sul piano istituzionale e religioso, a sottolineare un comune intento di tolleranza e sviluppo sociale. Il Vice Ministro degli Affari Esteri della Mongolia B. Munkhjin ha ricevuto l'Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario dello Stato della Città del Vaticano in Mongolia Alfred Xuereb (nella foto), alla presenza del Vescovo della Mongolia Padre Giorgio Marengo. Durante l'incontro, il viceministro ha osservato che le relazioni amichevoli tra Mongolia e Vaticano si stanno sviluppando attivamente in ambito culturale e umanitario, ed ha espresso il suo sostegno per un'ulteriore intensificazione delle relazioni e della cooperazione bilaterali. Sottolineando che il Vaticano attribuisce grande importanza allo sviluppo delle sue relazioni con la Mongolia, l'ambasciatore Alfred Xuereb ha proposto di organizzare insieme una serie di eventi per celebrare il 30° anniversario dell'instaurazione delle relazioni diplomatiche tra i due paesi nel 2022.

 PRIMO PIANO
Paolo Bonetti Console
onorario a Milano


19 ottobre 2021

Un'altra buona notizia sul fronte istituzionale italo-mongolo. Milano ha un nuovo Consolato onorario della Mongolia e Paolo Bonetti è il nuovo console. Nato nel novembre 1975, è laureato in Economia e Commercio all'Università di Genova, Bonetti ha sviluppato le sue conoscenze in strategie di marketing e le capacità comunicative ricoprendo cariche di docente e divulgatore nel mondo accademico, in particolare alla Bocconi di Milano. Dal 2005 ha avviato la sua carriera nel settore petrolchimico fino a raggiungere nel 2012 il ruolo di amministratore delegato di Chimitrade Spa, società con sede a Milano che si occupa di commercio e distribuzione di prodotti chimici e oleochimici principalmente dall'Asia in Italia e nel Mediterraneo. Nella foto, il nuovo Console Onorario Paolo Bonetti riceve il mandato ufficiale dall'Ambasciatore Jambaldorj Teserendrj (Ambassador). Benvenuto e buon lavoro al dott. Bonetti.

 PRIMO PIANO
Mattarella nomina
la nuova Ambasciatrice


18 ottobre 2021

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (foto) ha concesso il gradimento per la nomina della signora Tserendorj Narantungalag a nuovo ambasciatore della Mongolia presso lo Stato italiano. Lo comunica la Farnesina in una nota. Presto su mongolia.it tutti i dettagli.

 SPORT
Sumo, si ritira Hakuho
il mongolo “giapponese”


28 settembre 2021

Si chiama Mönkhbatyn Davaajargal ma per tutti è semplicemente Hakuho (nella foto), il più forte campione di sumo di ogni tempo che, a seguito di problemi fisici persistenti, ha annunciato ufficialmente il suo ritiro dal mondo dello sport. A 36 anni e con una straordinaria carriera alle spalle, Hakuho in Giappone è venerato quasi come un dio, pur essendo di natali mongoli, per le sue incredibili vittorie che lo hanno reso il lottatore più vincente della storia del sumo, lo sport nazionale del Paese. Già a 15 anni, il giovanissimo Hakuho era riuscito a far parlare di sè nel mondo del sumo quando iniziò a lottare in Giappone, trasferitosi dalla vicina Mongolia dove era nato nel 1985, per diventare un lottatore professionista nel 2001, un anno più tardi, ottenendo nel tempo anche la cittadinanza giapponese. Per la legge nipponica non è permesso avere doppio passaporto e Hakuho si ritrovò a scegliere: "Ho lo spirito del Giappone legato tra i capelli", rispose a chi gli chiedeva quale sarebbe stata la sua scelta. E così fu: divenne cittadino giapponese e non pochi gridarono allo scandalo. I connazionali perché videro in quella scelta un vero e proprio tradimento a terra e origini, i giapponesi integralisti perchè sostenevano che uno ‘straniero' non potesse eccellere nel loro sport nazionale diventando anche cittadino sotto ogni punto di vista. Questioni che non hanno mai scalfito il gigante di 192 centimetri di altezza, 157 chili di peso e con 44 titoli ufficiali consecutivi conquistati nel sumo. Un vero e proprio record di una carriera che annovera più di mille incontri vinti, dove ne ha persi poco meno di 200, mostrando doti tecniche che lo hanno reso celebre nel corso del tempo. (fonte fanpage.it)

 SPORT
Ciclismo, Sainbayar
illude la Mongolia


26 settembre 2021

Il ciclista mongolo Jambaljamts Sainbayar (nella foto) si è distinto ai Mondiali di ciclismo su strada, vinti dal francese Julian Alaphilippe. Sainbayar si è trovato addirittura nel gruppetto di testa insieme ad altri 7 concorrenti prima di cedere agli inseguitori. Alla fine è stato costretto al ritiro, ma in buona compagnia: come lui, campioni del calibro di Caleb Evan, Mark Cavendish, Fernando Gaviria, Rigoberto Uran, Alexis Quinteiros e gli italiani Trentin e Ballerini.

 PRIMO PIANO
Medaglia d'argento
per Piero Bardazzi


2 settembre 2021

L'ambasciatore della Mongolia a Roma Jambaldorj Tserendorj ha consegnato al console onorario Piero Bardazzi la medaglia d'argento all'amicizia, la Friendship Medal rilasciata dal Presidente della Repubblica di Mongolia Ukhnaagiin Khürelsükh. Bardazzi è stato premiato per il «prezioso contributo dato nella cooperazione fra Italia e Mongolia». Nella foto, la consegna del riconoscimento. 

 CULTURA
Controversie mongole
nel nuovo film Marvel


30 agosto 2021

Al centro del nuovo film Marvel dedicato a Shang-Chi – in uscita al cinema in Italia l’1 settembre – ci sarà l’organizzazione terroristica dei Dieci Anelli, il cui logo è stato oggetto di controversie. Realizzato dalla designer Dianne Chadwick (Minority Report, Men in Black 3, Thor), il logo – due spade attorniate da dieci anelli, ognuno dei quali contenenti i nomi di antiche tribù mongole – era apparso per la prima volta in Iron Man, per poi ri-apparire in Iron Man 3, nel cortometraggio All Hail the King e in una scena tagliata di Ant-Man. Dopo l’uscita di Iron Man 3, nel 2013, il governo della Mongolia inviò una lettera ai Marvel Studios per lamentare l’insensibilità culturale dei realizzatori: l’uso della lingua mongola collegava il retaggio del paese alle azioni del gruppo terroristico viste nel film. Così, Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli presenta un nuovo simbolo in cui le tribù sono diventate dieci parole cinesi che indicano potere o forza. Parlando della questione con Variety, Chadwick si è scusata della scelta, affermando che non c’era alcuna intenzione offensiva e che «mettere la lingua mongola nel contesto dell’Afghanistan era un modo per dire “Aspetta, c’è qualcosa di strano qui. Non si tratta semplicemente di un gruppo terroristico del Medio Oriente”. […] Mettendo i nomi delle tribù cercavamo solo di aggiungere un po’ di storia dietro ai simboli». A rimpiangere questa scelta è stata però la stessa Mongolia. Nel paese asiatico, il dialetto Khalkha – scritto in cirillico (e talvolta in latino) – è predominante, mentre nella Mongolia Interna, una regione autonoma della Cina, la lingua è scritta nella tradizionale scrittura mongola. L’anno scorso, la Cina ha abbandonato l’uso della scrittura mongola nell’insegnamento scolastico della Mongolia Interna. Alla luce di questa notizia, che ha innescato molte proteste perché mette a repentaglio la vita della lingua, Oyungerel Tsedevdamba, la ministra della cultura che aveva inviato la lettera di reclamo ai tempi di Iron Man 3, ha dichiarato che «la mia richiesta era quella di un bambino felice che ha il pane in tavola ma non la torta. Quando scompare anche il pane, sembra tutto buono, anche un logo di un gruppo terroristico. Vorrei che Marvel avesse mantenuto il simbolo originale. Voglio che il mondo usi la lingua mongola – in qualunque film, in qualunque modo». (fonte fumettologica.it)

 PRIMO PIANO
Il Blue Horse Project
contro la crisi idrica


18 agosto 2021

Il “Blue Horse Project” è un ambizioso piano di riconversione delle risorse idriche che promette di portare l’acqua nel deserto (o meglio, nelle miniere). Oggi Ulaanbaatar spinge l’acceleratore per tamponare una crisi idrica in corso da oltre un decennio, mentre lo sviluppo diventa un imperativo sempre più complesso da gestire

Acqua e modernizzazione è un binomio a cui siamo abituati, in Europa, dai tempi della prima Rivoluzione Industriale, epoca di grandi stravolgimenti in nome del progresso. Le risorse idriche rimangono uno dei motori dello sviluppo economico, e oggi anche una Mongolia ancora selvaggia sta includendo questo ragionamento nei suoi piani di espansione economica. È con l’evocativo nome “cavallo blu” che Ulaanbaatar punta a innovare il proprio settore energetico e ribaltare la struttura del territorio a vantaggio dell’economia. Come fa intendere il nome, il “Blue Horse Project” è un ambizioso piano infrastrutturale che punta a convertire le risorse idriche del paese in energia e opportunità economiche per tutto il paese. Il progetto guarda infatti a nord, dove si concentrano le maggiori riserve d’acqua, per i progetti energetici e agricoli, mentre la deviazione dei flussi idrici dovrebbe avvantaggiare le industrie pesanti del sud. Prima dell’anno 2000 non esisteva alcuna miniera nella Mongolia meridionale, dove si estende il deserto del Gobi, che oggi invece ospita la maggior parte del potenziale estrattivo del Paese. In questa zona sono affluiti miliardi di dollari da parte di investitori stranieri interessati al suo patrimonio minerario, che oggi conta ben 12 imprese a partecipazione o proprietà estera. Non sono mancati scandali, come nel caso dell’emorragia di uscite della compagnia australiana Rio Tinto, che detiene insieme alla canadese Ivanhoe e al governo mongolo i diritti di estrazione della miniera di rame di Oyu Tolgoi (nella foto). Solo per la costruzione del sito minerario sono stati impiegati 70 mila metri cubi di acqua al giorno. 150 km più a nord, intorno alla cittadina di Tsogttsetsii, si trova la più vasta area di miniere di carbone, che assorbe 100 mila metri cubi di acqua al giorno (l’equivalente del fabbisogno idrico di un cittadino europeo in due anni), ogni giorno, per le procedure di estrazione e raffinazione delle materie prime. Secondo l’ultimo studio mirato della Banca Mondiale, datato al 2010, di questo passo le risorse idriche della Mongolia meridionale saranno esaurite entro il 2025.

La corsa alle risorse che trasforma il territorio

I risultati, come previsto, sono visibili già oggi. E Ulan Bator risponde chiedendo più acqua al nord. La distribuzione iniqua delle risorse idriche non è una novità, soprattutto nel cuore del continente asiatico, dove la scarsità di acqua è un fattore storico che oggi si aggrava con il riscaldamento globale e diventa motore di crisi domestiche e di confine. La Mongolia è un paese di poco più di tre milioni di abitanti, i cui consumi sono minimi se paragonati a quelli delle economie avanzate, ma possiede ricchezze incalcolabili nel sottosuolo. Gli effetti del boom minerario cominciano a essere denunciati già nel 2012, quando le società di Oyu Tolgoi iniziarono un programma di ricerca sulla connessione tra falde acquifere impiegate dalla miniera e i pozzi accessibili ai pastori della zona. Un tentativo di fornire prove scientifiche che potessero contrastare le crescenti proteste da parte della popolazione locale. Il report finale decretava che non sussistevano le ragioni per temere un deflusso delle acque verso gli scavi. Anni dopo la situazione cambia, e si rende necessario non solo accedere a maggiori quantità di acqua per le attività economiche, ma in generale realizzare un piano per una gestione oculata delle risorse idriche che impedisca la dispersione, oltre che la contaminazione da agenti chimici nocivi all’uomo.

Anche l’energia vuole la sua parte: la domanda di acqua per alimentare le centrali idroelettriche è balzata ai massimi storici negli ultimi dieci anni, con la complicità dei finanziamenti cinesi nel quadro dell’ambizioso progetto della Belt and Road Initiative. La China Export-Import Bank promette, per esempio, di finanziare la costruzione della centrale idroelettrica di Egiin Gol sul fiume Eg, ma non è sola. Sono tanti i fondi dall’estero che puntano alle rinnovabili come investimento sicuro per la Mongolia, dove la domanda energetica cresce con un tasso del 4-5% annuo. Nel 2019, infine, Ulan Bator lancia il primo bando per il “Blue Horse Project”, frutto di un piano di sviluppo sul lungo termine con orizzonte il 2050. Nonostante il piano sia molto controverso perché prevede una trasformazione drastica del territorio e delle risorse idriche presenti, i progetti che puntano in questa direzione avevano iniziato a prendere forma già negli anni precedenti. Tra questi rientrano i contributi per lo sviluppo della Banca Mondiale, che studia la fattibilità di due iniziative in particolare: il primo, una centrale idroelettrica a Shuren, lungo il fiume Selenge; il secondo, un progetto di deviazione delle acque del fiume Orkhon nella direzione del deserto del Gobi, dove si trovano le imprese minerarie. Infine, anche l’Organizzazione giapponese per il commercio estero ha fissato dei contributi per il trasferimento di acqua dal fiume Kherlen alla regione del Gobi. (fonte china-files - report from asia)

 SPORT
Giochi: nel judo
un argento e due bronzi


27 luglio 2021

Arrivano le prime medaglie per la Mongolia ai Giochi Olimpici di Tokyo: Saeid Mollaei (foto) ha conquistato l'argento nel judo fino a 81 kg. Il 29enne atleta nato in Iran e naturalizzato mongolo ha vinto quattro match perdendo solo la finale contro il giapponese Nagase. Ci sono finora altri due bronzi sempre nel judo: Tsogtbaatar Tsendochir, 25 anni di Ulaanbaatar, ha superato nella finale per il terzo posto (fino a 73 kg) il canadese Margelidon. Bronzo anche per la trentunenne Urantsetseg Munkhbat (fino a 48 kg), vittoriosa nella finalina contro la portoghese Catarina Costa. Attendiamo ulteriori aggiornamenti e, possibilmente, medaglie per la Mongolia.

 SPORT
Basket 3x3: le mongole
fanno soffrire l'Italia


24 luglio 2021

La Mongolia rende la vita difficilissima all'Italia nel debutto olimpico del basket 3×3 femminile. Le azzurre di coach Capobianco soffrono ma riescono a battere il team mongolo (nella foto) davanti al presidente federale Gianni Petrucci, presente in tribuna. La Nazionale Italiana si impone di misura con il punteggio di 15-14, rischiando nel finale di andare sotto dopo aver guidato il match anche con sei punti di vantaggio. Ottima la prestazione di Rae D’Alie (la migliore in campo), riuscita a trascinare l’Italia in questo difficile debutto e a regalarle la prima vittoria. 

Viaggi in Mongolia:
le nuove istruzioni


24 luglio 2021

Il Ministero del Turismo mongolo, alla luce dei recenti sviluppi legati ai contagi del Coronavirus, ha emesso la seguente comunicazione relativa ai viaggi in Mongolia da parte dei viaggiatroi provenienti da altri Paesi: "Tutti gli stranieri e i turisti provenienti dall'estero saranno ammessi al volo in base a test negativo Pcr obbligatorio rilasciato entro 72 ore dall'atterraggio in Mongolia e in caso di violazione tutti i costi e le responsabilità derivanti dal rischio di infezione saranno interamente a carico della compagnia di volo o del singolo passeggero. Cittadini e turisti che hanno ricevuto le dosi complete e registrato i vaccini entro 14 giorni prima del viaggio o sono stati contagiati dal virus negli ultimi quattro mesi e chi ha le prove di essere guarito dall'infezione da virus negli ultimi quattro mesi viaggerà senza isolamento. I cittadini stranieri che non hanno ricevuto l'intera dose di vaccino dovranno invece sottoporsi a un test entro 72 ore prima dell'ingresso in Mongolia e saranno messi in quarantena secondo le norme in vigore al momento, saranno inoltre sottoposti a un nuovo test e viaggerà nell'ambito di un programma di viaggio sicuro basato sull'esito negativo del test stesso”.

 

 SPORT
BUONA OLIMPIADE,
MONGOLIA!


23 luglio 2021

Ha sfilato, in ordine alfabetico giapponese, per 189esima ma la Mongolia spera di conquistare una posizione molto più alta nel medagliere dei Giochi Olimpici di Tokyo. Portabandiera, la cestista Khulan Onolbaatar e il judoka Duurenbayar Ulziibayar a guidare la delegazione di 43 atleti mongoli (nella foto), con particolari speranze, com'è tradizione in questo Paese guerriero, soprattutto nelle specialità di combattimento: judo, boxe, lotta. La Mongolia è sempre presente alle Olimpiadi dall'edizione del 1964. Complessivamente ha collezionato 26 medaglie detenendo il particolare record mondiale, fino al 2008, di avere conquistato più medaglie d'oro e d'argento senza mai vincere l'ìoro. Ma ai Giochi olimpici di Pechino 2008 la Mongolia ha conquistato due ori, il primo proprio nel judo con Naidangiin Tuvshinbayar nei pesi massimi maschili. Nel palmares olimpico mongolo, prima dei Giochi di Tokyo: 1 oro, 3 argenti e 4 bronzi nel judo, 1 oro, 2 argenti e 4 bronzi nella boxe, 4 argenti, 5 bronzi nella lotta, 1 argento e 1 bronzo nel tiro. Molto ambiziosa la spedizione mongola in questi Giochi, vista anche l'ottima tradizione nelle manifestazioni che si disputano nel continete asiatico. mongolia.it seguirà giorno per giorno i risultati. Buona Olimpiade, Mongolia!

 PRIMO PIANO
Colloquio telefonico
fra Putin e Khurelsukh


9 luglio 2021

Il presidente russo Vladimir Putin e l’omologo mongolo, Ukhnaagiin Khurelsukh (nella foto), hanno discusso della risposta al Covid-19 nel corso di una conversazione telefonica. Lo ha riferito il Cremlino. "Durante la conversazione è stata sottolineata la disponibilità a rafforzare la cooperazione in diverse aree dell'agenda bilaterale, compresa l'attuazione di progetti reciprocamente vantaggiosi in ambito economico”, si legge in una nota del Cremlino. Durante la conversazione, si legge inoltre, “si è parlato anche del tema della lotta alla diffusione dell'infezione da coronavirus". (fonte agenzia nova)

Covid, Silk Way Rally
senza la Mongolia


5 luglio 2021

C’è tanta delusione al Silk Way Rally per un Rally Raid che poteva essere ma che non sarà. Per problemi dovuti ai contagi Covid è stata cancellata la parte di gara della Mongolia che praticamente era l’80% di questa corsa. Solo ieri infatti ci sono stati nuovamente oltre 2000 contagi per un totale di quasi 40.000 infetti. Insomma siamo alle solite e c’è da dire che neanche la Russia se la sta cavando troppo bene con il Covid proprio in quelle regioni in cui si sta svolgendo il Rally. Sulle questioni mediche non si può ovviamente discutere. Resta la delusione però per una gara che di fatto è stata stravolta e che ha perso completamente il suo senso. Tagliando la parte della Mongolia di fatto si sono persi i percorsi più interessanti, con i tratti montuosi e soprattutto quelli più sfidanti con la difficile navigazione tra le sabbie e le dune del Deserto del Gobi. Il Rally proseguirà solo in Russia percorrendo le restanti tappe al contrario e tornando al punto di partenza. Il percorso dunque sarà brevissimo a questo punto e la corsa finirà con netto anticipo. Una grande delusione. E’ difficile pensare che i problemi dovuti al Covid non potessero essere preventivati. Gli equipaggi hanno già pagato iscrizioni, hotel e speso per il viaggio e nonostante ciò alcuni hanno annunciato il ritiro dalla corsa perché ormai di cross country rally non si può più parlare. Inoltre c’è il problema dei punteggi riconosciuti dalla FIA, ora molto ridotti rispetto a quelli calcolati sulla distanza normale, considerando gli enormi tagli operati sul percorso iniziale di gara di 10 giorni. Insomma il gioco non vale più la candela. Sono 8 gli equipaggi che hanno rinunciato a correre: tra questi Al Rajhi-Orr, i piloti del team South Racing Can Am tra cui figurano anche Amos-Ceci e il fortissimo Austin Jones e gli altri italiani che erano in azione sui buggy Polaris RZR ovvero Gaspari-Salvatore e Cinotto-Dominella. (fonte rally.it)

 PRIMO PIANO
Inaugurato il nuovo
aeroporto internazionale


4 luglio 2021

In attesa che la situazione torni lentamente alla normalità, Ulaanbaatar ha inaugurato il nuovo aeroporto internazionale, che ha la stessa denominazione del precedente (risalente al 1957), Chinggis Khan, in onore del grande eroe dell'Impero mongolo. Il nuovo scalo è costato quasi 600 milioni di dollari e ha una capienza di 2 milioni di passeggeri ogni anno. È stato realizzato grazie alla partnership del Giappone e l'inaugurazione è avvenuta alla presenza del nuovo Presidente della Mongolia Khurelsukh Ukhnaa e dell'ambasciatore giapponese Hiroyuki Kobayashi. Il volo inaugurale ha coperto la tratta Ulaanbaatar-Tokyo. Nella foto, la facciata del nuovo aeroporto.

 PRIMO PIANO
Il nuovo presidente
promette «miracoli»


2 luglio 2021

Con l’entrata in carica di Khurelsukh Ukhnaa (nella foto), la Mongolia ha il suo sesto presidente nei trent’anni di storia democratica del paese. Secondo la Costituzione vigente, sarà il primo presidente a avere un solo mandato di sei anni. E ci sono speranze che, rispetto ai suoi predecessori, Khurelsukh diventi il presidente che potrebbe cambiare il corso della storia della Mongolia all’inizio del XXI secolo. L’anno scorso, il Partito del Popolo Mongolo, Mpp, per la prima volta è rimasto al potere dopo un’elezione generale; era guidato da Khurelsukh, l’allora primo ministro. Khureslukh ha effettivamente realizzato numerose imprese durante il suo periodo come leader dell’ex blocco comunista Mpp. A parte la vittoria alle elezioni parlamentari, è noto come il primo premier a superare un voto di sfiducia, il primo a dimettersi volontariamente dalla carica di primo Ministro, il secondo a guidare un governo che entra nel suo secondo mandato dopo essere stato alla guida nel primo mandato e il terzo a servire come primo Ministro per due volte.  Ora, con la Mongolia che celebra i 100 anni dalla rivoluzione mongola del marzo-luglio 1921, e con il centenario della fondazione della Repubblica Popolare Mongola nel 1924, Khurelsukh intende lasciare un segno da presidente. Khurelsukh è un politico ambizioso e c’è chi tema segua la lezione di Vladimir Putin e Xi Jinping. Khurelsukh alle elezioni ha preso più del 61% dei voti, anche se l’affluenza è stata solo del 59%, la più bassa mai registrata. Dall’altra parte, il partito sconfitto, il Dp, non ha la forza per reagire: diviso in due fazioni, è arrivato al punto di tenere due elezioni separate per determinare i suoi prossimi dirigenti. Khurelsukh quindi potrebbe essere il miglior stratega politico della Mongolia. Lo slogan chiave della sua campagna era che «i mongoli saranno i proprietari della propria ricchezza», con riferimento alle abbondanti risorse minerarie del paese. L’attività mineraria è stata la linfa vitale dell’economia della Mongolia dagli anni 2010. I depositi minerari nazionali sono stati stimati per un valore di 1,3 miliardi di dollari e molti analisti stranieri hanno previsto un boom economico che non si è mai materializzato. Al contrario, sono cresciute le denunce di corruzione e l’ostilità verso le compagnie minerarie occidentali.

di Anna Lotti, fonte agcnews.eu

Covid, la Mongolia
annulla il Naadam


2 luglio 2021

Il governo mongolo ha deciso di cancellare le celebrazioni di quest'anno della festa tradizionale del Naadam a causa della pandemia di Covid-19. La decisione è giunta a seguito di una protesta svoltasi nella piazza centrale della capitale Ulan Bator alla quale hanno partecipato centinaia di cittadini per chiedere la cancellazione degli eventi celebrativi a causa di una nuova insorgenza di casi di Covid-19. In origine, il Paese aveva deciso di festeggiare il Naadam di quest'anno con una trasmissione in diretta sia sulle emittenti televisive nazionali che sui social media a causa della pandemia. Inserite nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'UNESCO, le celebrazioni ufficiali si svolgono normalmente dall'11 al 15 luglio. Il Naadam, che in lingua mongola significa 'giochi' si articola in diversi eventi che comprendono corse di cavalli, gare di tiro con l'arco e incontri di lotta, ed è il festival più seguito dai turisti stranieri nel Paese nomade. Alla data di oggi, la Mongolia ha registrato un totale di 120.339 infezioni da Covid-19, con 611 decessi. (fonte ANSA-XINHUA, foto Federico Pistone)

Covid, nuova ondata:
colpa dei vaccini cinesi


24 giugno 2021

Diversi Paesi, tra cui Indonesia, Mongolia e Bahrain, hanno riposto parte della propria fiducia nei vaccini anti-Covid prodotti in Cina, tra cui Sinopharm e Sinovac, due sieri facilmente accessibili e che hanno permesso di avviare ampie campagne di immunizzazione prima di quanto accaduto in molti altre nazioni. Questi stessi Paesi stanno tuttavia subendo una nuova ondata di infezioni nonostante abbiano raggiunto tassi di vaccinazione relativamente elevati. Secondo il database Our World in Data, Bahrain e Mongolia, ma anche Cile e Seychelles, che finora hanno utilizzato principalmente le dosi di Sinopharm e Sinovac, hanno completamente vaccinato il 50-68% della popolazione, superando in termini percentuali anche gli Stati Uniti. Tutti e quattro questi Paesi, sono tra i primi dieci con i peggiori focolai di Covid nell’ultima settimana. Gli esperti non sanno esattamente quali siano le cause di questo nuovo aumento dei contagi o se dietro queste recrudescenze ci siano nuove varianti virali oppure l’allentamento troppo repentino delle misure di contrasto della pandemia. Tuttavia, il sospetto messo in luce dal New York Times è che la ripresa delle infezioni sia dovuta alla bassa protezione offerta dai vaccini cinesi. “Se i vaccini fossero sufficientemente efficaci, non vedremmo questa situazione – ha affermato Jin Dongyan, virologo dell'Università di Hong Kong – I cinesi hanno la responsabilità di rimediare a questo”. (fonte fanpage.it)

 PRIMO PIANO
Di Stefano presiede
commissione Italia-Mongolia


23 giugno 2021

Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale riferisce che il Sottosegretario Manlio Di Stefano (nella foto) ha presieduto per parte italiana la terza Commissione Economica e Tecnica e le Consultazioni Politiche Italia-Mongolia. Per parte mongola erano presenti in videoconferenza il Ministro dell’Agricoltura e dell’Industria Leggera Mendsaikhan e il Vice Ministro degli Affari Esteri Munkhjin. “Inevitabilmente la pandemia che ha colpito il globo ha impattato anche sugli scambi tra Italia e Mongolia, ma la grande complementarietà tra i nostri sistemi produttivi ci permette di guardare al futuro dei rapporti bilaterali con ottimismo”- ha dichiarato il Sottosegretario in apertura. “Con la Mongolia abbiamo infatti importanti collaborazioni in corso: agroindustria, energia, infrastrutture, tessile, conciario, collaborazione inter-universitaria, nel campo dell’archeologia e della ricerca.” Al termine della Commissione Economica e Tecnica il Sottosegretario Di Stefano ha firmato con la controparte mongola un Comunicato Congiunto sulla collaborazione che fa stato dei concreti risultati sin qui raggiunti e fornisce una roadmap per lo sviluppo dei rapporti tra i due Paesi nel prossimo futuro. “Vediamo un ampio margine di sviluppo in considerazione delle potenzialità di questo vasto Paese, dei suoi spazi e delle sue risorse. Crediamo che, anche grazie alla collaborazione bilaterale, possiamo contribuire all’utilizzo responsabile delle risorse e alla transizione verso fonti di energia sostenibili, dando un contributo importante anche alla tutela dell’ambiente” - ha concluso il Sottosegretario. Le interconnesse tematiche energetico-ambientali sono state altresì affrontate negli interventi dei rappresentanti di ICE, CNR e SACE.

 CULTURA
Il modello ecologico
dell'invasione mongola


20 giugno 2021

Pubblichiamo la singolare nota diplomatica di James Hansen (nella foto), diplomatico, direttore della rivista di geopolitica “East”, sul ruolo “ecologico" dell'invasione mongola di Gengis Khan.

La storia, in questo caso — unico — scritta dagli sconfitti, non è stata generosa con Gengis Khan.
Di lui, nato nel 1162 in un angolo sperduto della Mongolia, si ricorda principalmente che dopo aver unificato le tribù turco-mongole, le condusse alla conquista della maggior parte dell’Asia centrale, della Cina, della Russia, della Persia, del Medio Oriente e di parte dell’Europa orientale. Quello di Gengis fu, per quanto di breve durata, il più vasto impero terrestre della storia umana. Raggiunse alla massima estensione i 24 milioni di km², arrivando a controllare un quarto della popolazione della Terra. Tutta l’operazione fu compiuta in soli 73 anni grazie alla marcata tendenza dei Mongoli di andare per le spicce. Le loro vittime sono stimate in 40 milioni di persone; tante, visto che la tecnologia dell’epoca obbligava perlopiù ad ucciderle una alla volta e con metodi assolutamente artigianali.
Tutto ciò, come anche il fatto di essere per tradizione nato sul Deluun Boldog — il “colle della malinconia”— ha contribuito a far sì che il Grande Khan sia spesso ricordato come un mostro sanguinario.
Ma, come si dice, non si fanno le frittate senza rompere le uova e c’è chi trova nella spaventosa devastazione mongola un interessante modello ecologico.
Partendo dall’ipotesi secondo cui eventi storici come guerre ed epidemie potrebbero forse impattare sul quantitativo di CO2—anidride carbonica, il “gas serra” per eccellenza — nell’atmosfera, un gruppo di ricercatori del Carnegie Institute, del Max Planck Institute e dell’Università di Amburgo ha calcolato gli effetti climatici di quattro grandi stravolgimenti umani: l’Invasione Mongola, la Peste Nera, la Conquista delle Americhe e la Caduta della Dinastia Ming. In teoria, eventi come questi—specialmente attraverso la massiccia distruzione dell’agricoltura— avrebbero potuto provocare la “cattura” di CO2 da parte degli alberi che sarebbero tornati a occupare i campi abbandonati dopo il crollo sociale creato dai vari disastri politici, militari e sanitari.
I ricercatori hanno scoperto invece che l’impatto dei cataclismi umani sulla riduzione del gas serra mediante la riforestazione dei terreni agricoli, oltre a essere parecchio lento e di portata molto modesta, viene contrastato in gran parte dalle emissioni provenienti dal resto del mondo. Per gli studiosi, tra i disastri umani, solo l’invasione mongola avrebbe potuto influire in maniera misurabile sul livello globale di CO2 nell’atmosfera. Infatti, calcolano che la tremenda avanzata del Khan, radendo al suolo vasti territori e cancellando intere civilizzazioni, potrebbe aver avuto l’effetto di togliere dall’atmosfera fino a 700 milioni di tonnellate di carbonio — all’incirca la quantità di CO2 generata in un singolo anno dal consumo globale di petrolio — attraverso il ritorno allo stato naturale delle terre prima occupate e coltivate.
La Coordinatrice della ricerca, Dr. Julia Pongratz, dice: “Sulla base della comprensione del passato, ora siamo in grado di prendere decisioni sull’utilizzo delle nostre terre che diminuiranno l’impatto sul clima e sul ciclo del carbonio. Non possiamo ignorare la conoscenza acquisita”.
Dove si trova però un’orda mongola quando serve?

James Hansen

 PRIMO PIANO
Ukhnaa Khurelsukh è il nuovo
Presidente della Mongolia


10 giugno 2021

Ukhnaa Khurelsukh (nella foto) ha vinto le elezioni per la presidenza del Paese. Il suo successo va a consolidare il potere del Partito del popolo mongolo (Ppm). Khurelsukh, che era stato costretto a dimettersi dalla carica di primo ministro all’inizio di quest'anno dopo un’ondata di proteste, ha ottenuto la vittoria sugli altri candidati con il 68% dei voti; sostituirà Khaltmaa Battulga, del Partito democratico, a cui è stata negata l'opportunità di cercare la rielezione a seguito di controverse modifiche alla Costituzione, che impongono un solo mandato presidenziale. Sodnomzundui Erdene, candidato Partito democratico, e Dangaasuren Enkhbat, del Partito nazionale del lavoro, hanno ottenuto rispettivamente il 20,1% e il 6% dei voti. Nonostante la vittoria schiacciante dell’ex primo ministro, non ci sono stati grandi festeggiamenti nella capitale. Il neoeletto presidente ha affermato che la presidenza è una “enorme responsabilità”. Sebbene il presidente sia obbligato a rinunciare all’affiliazione al proprio partito una volta entrato in carica, la vittoria di Khurelsukh andrà con ogni probabilità a rafforzare il potere del Ppm, schieramento che già controlla il governo e il Parlamento. Durante la campagna elettorale, il Partito democratico, secondo cui il Paese stava scivolando verso un sistema a partito unico, aveva utilizzato lo slogan “Mongolia senza dittatura”.  Il sistema politico della Mongolia dà al Parlamento il diritto di nominare il governo e dettare la linea politica, ma il presidente ha il potere di porre il veto sulla legislazione. (fonte AsiaNews)

 PRIMO PIANO
Mongolia alle urne
per eleggere il Presidente


8 giugno 2021

I cittadini mongoli si recano oggi alle urne per scegliere il loro sesto presidente democraticamente eletto, dopo una campagna elettorale di basso profilo a causa delle restrizioni per la pandemia da Covid-19. Ukhnaa Khurelsukh del Partito del popolo mongolo (Ppm), raggruppamento che già controlla il governo e il parlamento, è il candidato favorito. L'attuale presidente è Khaltmaa Battulga, del Partito democratico. Le recenti modifiche alla Costituzione impongono un solo mandato di sei anni, ragione per cui il Partito democratico ha schierato Sodnomzundui Erdene per sostituire Battulga. Il suo slogan è “Mongolia senza dittatura”, perché si teme che una vittoria del Ppm possa far scivoalre il Paese verso uno Stato a partito unico. Il mese scorso otto membri del Parlamento hanno fatto uno sciopero della fame di una settimana per protestare contro le azioni del Ppm, che si sarebbe servito di tre organi statali, la Corte costituzionale, la Corte suprema e il Comitato generale per le elezioni, per manipolare le elezioni odierne. Battulga rimane popolare tra gli elettori, ma alcuni sono rimasti delusi dalla sua incapacità di sfidare le élite al potere. "Battulga ha stretto accordi con l'attuale Ppm che sono stati dannosi per la democrazia della Mongolia", ha detto alla Reuters Enkhtsetseg Dagva, responsabile del programma elettorale dell'Open Society Forum, un’organizzazione non governativa. Gli eventi della campagna elettorale sono stati ridotti al minimo a causa della pandemia. Sabato scorso quasi 1.000 sostenitori di Khurelsukh hanno tenuto un comizio fuori da una sala conferenze, ma il candidato del Ppm ha poi spostato la propria campagna online dopo che il rivale del Partito del lavoro, Dangaasuren Enkhbat, il terzo candidato alle elezioni, è risultato positivo al coronavirus. Secondo Sumati Luvsandendev, analista politico e sondaggista della Fondazione Sant Maral, una società di consulenza mongola, sia il Ppm sia il Partito democratico “stanno 'minando la democrazia' e non è facile dire quale parte stia facendo meglio". Invece "Enkhbat, che si presenta come outsider, sta consolidando intorno a sé i voti di protesta nelle aree urbane [ma] le sue possibilità di vittoria contro il potente sistema del Ppm sono scarse", ha detto. Sumati ha aggiunto che si aspetta che il Ppm emerga vittorioso. (fonte asianews.it)

 CULTURA
Su 7 La leggenda
dello sciamano


4 giugno 2021

Su 7, il settimanale del Corriere della Sera, appare oggi un ampio servizio dedicato allo sciamanesimo. L'autore, Gun G. Ayurzana, è uno scrittore mongolo di primissimo piano che ha realizzato La leggenda dello sciamano, libro tradotto in italiano per Tam editore da Tserendulam Tseregdorj. Libro e articolo rivelano il volto vero dello sciamanesimo, visto per la prima volta attraverso testimonianze reali e non mediato da studi e considerazioni occidentali. Titolo dell'articolo, accompagnato da una serie di immagini spettacolari di sciamani di tutto il mondo, è intitolato: "La voce che mi guida - Uno scrittore mongolo e il realismo magico (da Calvino ai Rolling Stones): Ayurzana offre una lettura dei riti sciamanici collegata alla civiltà occidentale e racconta la sua straordinaria esperienza in questo mondo spirituale. Rivela: "L’interesse per lo sciamanesimo non proviene da una mia volontà, ma sembra che lo sciamanesimo stesso mi abbia scelto per farmi scrivere un libro su questo tema. All’inizio del 2007, quando sono arrivato per la prima volta sull’isola di Olkhon, stavo quasi completando di scrivere un breve romanzo dal titolo Nati dall’eco. In quei giorni ero alla continua ricerca di idee nuove e originali per mettere a punto il finale del romanzo". Vai alla pagina di La leggenda dello sciamano sul sito di Tam Editore

 PRIMO PIANO
Elezioni presidenziali,
la sfida del 9 giugno


3 giugno 2021

Per sciogliere il MPP (Mongolian People’s Party), il presidente mongolo Battulga Khaltmaa aveva emesso nelle scorse settimane una direttiva di emergenza, grazie ai maggiori poteri ottenuti con la modifica della costituzione nel 2019 da lui stesso promossa.
L’MPP detiene attualmente la maggioranza dei seggi parlamentari, ma quello che a prima vista sembrava essere un problema politico si è presto trasformato in accuse di minacce alla sicurezza nazionale e alla democrazia nel Paese tra Battulga e Khurelsukh Ukhnaa, il quale si è dimesso dalla carica di primo ministro lo scorso gennaio per prepararsi alle imminenti elezioni presidenziali del giugno 2021. I due leader si sono accusati a vicenda di aver cercato di mobilitare le Forze armate. Il presidente Battulga ha accusato Khurelsukh di aver creato una struttura militare parallela legata al partito con cellule nelle amministrazioni locali pronte ad intervenire. Tuttavia Khurelsukh Ukhnaa ha rivolto accuse simili nei confronti del presidente. La Commissione elettorale generale della Mongolia ha intanto ufficialmente registrato tre politici come candidati alla presidenza, che sono Ukhnaa Khurelsukh (nella foto), leader del partito al governo MPP, l’ex presidente del DP (Democratic Party) Sodnomzundui Erdene e Dangaasuren Enkhbat, attuale candidato della Right Person Electorate Coalition, una coalizione composta dal NLP (National Labour Party), il MSDS (Mongolian Social Democratic Party) e il JP (Justice Party), che ha vinto un seggio alle elezioni legislative.
Possono nominare i loro candidati per le elezioni presidenziali partiti politici o coalizioni che hanno almeno un seggio in parlamento. La Mongolia ha fissato il 9 giugno come data per le sue prossime elezioni presidenziali. Le ultime elezioni parlamentari regolari si sono tenute nel giugno 2020. Il parlamento mongolo è composto da 76 membri nominati per un mandato di quattro anni, suddivisi tra i seguenti partiti: MPP 62 seggi, DP 11 seggi, Our Coalition 1 seggio, Right Person Electorate Coalition 1 seggio e indipendenti 1 seggio. (fonte notiziegeopolitiche.net, di Alberto Galvi)

 CULTURA
L'eredità (dimenticata)
dell'Impero mongolo


23 maggio 2021

Un immenso dominio euroasiatico basato sui commerci internazionali instaurò la prima forma di globalizzazione e fu caratterizzato da tolleranza e flessibilità politica. Ma è stata cancellata dalla storia occidentale, anche per assenza di monumenti, e considerata un fenomeno passeggero. Invece andrebbe ristabilita e messa nella giusta prospettiva.
Era basato sui commerci, sulla tolleranza tra popoli e culture (e religioni), sulla diplomazia internazionale. Il modello da prendere come esempio per i tempi moderni, sempre più interconnessi e globalizzati, è l’impero mongolo. Si tratta del Khanato dell’orda d’oro, descritta nel libro “The Horde: How the Mongols Changed the World” di Marie Favereau, professoressa di storia all’università di Parigi Nanterre. Una struttura sovrastatale che ha dominato l’Eurasia per un secolo e mezzo e, sostiene l’autrice, ha contribuito a formare gran parte del mondo che è venuto dopo, dalle rotte commerciali alla nascita degli Stati attuali. Per esempio, la Russia. Un contributo che, per secoli, è stato ignorato da gran parte del mondo occidentale. Eppure è stato un impero di enorme estensione: i confini del kahnato partivano, a ovest, dall’odierna Bulgaria, comprendeva la steppa del Mar Nero e arrivava fino al confine occidentale della Mongolia. Poco sotto c’era la dinastia Yuan, mentre nel Medioriente e nell’Asia centrale del Sud dominavano gli altri due khanati mongoli. Tutto comincia – e il libro lo sottolinea, come ricorda questo interessante articolo su Unherd – con Joci, il figlio primogenito di Gengis Khan (gli altri erano Chagatai, Ogedei e Tolui) che sposta, in una sorta di auto-esilio, la sua Orda verso il Mar Caspio. Siamo nei primi anni del XIII secolo. Le sue conquiste territoriali vengono suddivise tra i due figli, Orda, Batu e i regni che ne derivano presentano, fin dalle origini, i caratteri principali della mentalità del regno mongolo. Per esempio il rispetto reciproco del territorio (le due suddivisioni vengono mantenute e convivono in pace per un secolo), ma anche la capacità di privilegiare il pragmatismo e la flessibilità di fronte alle diverse situazioni. È quello che succede quando Berke, il terzo fratello, diventa Khan dopo la morte di Batu (che nel frattempo si era imposto su Orda per quanto riguarda la successione) e sceglie di convertirsi all’islam. Una mossa che gli permette di allearsi con i Mammelucchi egiziani contro l’Ilkhanato, governato dai suoi cugini (erano i figli di Tolui). E il motivo di questo scontro era economico: cioè il controllo delle rotte commerciali che attraversavano l’Eurasia.
Il tema è molto insistito nel libro. I khan mongoli dominavano territori immensi ma avevano a disposizione una popolazione dispersa e poco numerosa, insufficiente per mantenere, con la tassazione, le casse del regno. L’unica fonte di guadagno era lo sfruttamento dei commerci e degli scambi lungo la via della Seta. Questo spiega la costruzione di una vera e propria rete globale, che collegava le colonie genovesi del Mar Nero fino ai territori dell’odierna Cina. Ma spiega anche la collaborazione tra le Orde dei figli di Joci (non si trattava di affetto fraterno, insomma) e il boicottaggio, che avveniva anche a livello propagandistico, nei confronti dell’Ilkhanato. Ai viaggiatori veniva raccontato che la via meridionale era meno sicura e più cara. Loro, al contrario, erano aperti al business e offrivano delle esenzioni fiscali. Oltre ai commerci, che declineranno intorno al XIV secolo, quando nel 1368 la nuova dinastia dei Ming chiude le porte al resto del mondo e la peste bubbonica, che ha viaggiato proprio lungo le vie degli scambi, piega l’Europa, l’impero mongolo si distingueva per l’enorme apertura nei confronti della pluralità religiosa. Come si è detto, la conversione di Berke aveva islamizzato parte della popolazione mongola, ma la religione tradizionale, devota al dio Tengri, veniva rispettata. Al tempo stesso non c’erano preclusioni nei confronti di cristiani o buddhisti e, al contrario, erano previste esenzioni fiscali nei confronti della Chiesa ortodossa. Anche in questo caso, le ragioni sono economiche: si trattava di comunità di commercianti molto attive, che contribuivano con la loro attività al benessere del regno. Combatterli o anche soltanto escluderli sarebbe stata soltanto una scelta controproducente. Infine, è grazie ai mongoli che si sono formati alcuni Stati moderni. Il primo è la Romania, ma il più importante è senza dubbio la Russia. Secondo la tradizione, le origini sarebbero da ricercare nella cristianizzazione dei Rus di Kiev sotto Vladimir il Grande intorno al X secolo. Ma è prima, cioè con l’arrivo dei Mongoli che Mosca, prima orientata verso Occidente (Anna di Kiev divenne regina di Francia nel 1051) decide di cambiare direzione e volgersi verso i territori a Est. Non è stata una cosa pacifica, certo. Kiev fu distrutta. I vari poteri che si contendevano il suo regno vennero spazzati dai mongoli. Ma è dalle ceneri di questo disastro che sorge quella che, 300 anni dopo, diventerà la Russia di Ivan il terribile. Fu resa centrale Mosca, venne installata una nuova dinastia (quella dei Danilovich) e stabilito un nuovo ordine. Il sorgere dell’Impero russo nel XVI secolo dipenderà anche dalla conquista dei territori orientali (la Siberia, soprattutto) e dall’assimilazione della classe dirigente mongola, che nel frattempo si era cristianizzata. Soprattutto, venne assorbito un concetto di autorità centralizzata, che portò alla dichiarazione del primo zar. Quello che suggerisce il libro, insomma, è che l’eredità dei mongoli, cancellati dalla storia occidentale (anche per assenza di monumenti?) e considerati un fenomeno passeggero, andrebbe ristabilita, messa nella giusta prospettiva e ricompresa nella storia universale del continente euroasiatico. Anche perché dalla vicenda dell’Orda d’oro la contemporaneità, definita dal concetto di globalizzazione, ha ancora molto da imparare. (fonte linkiesta.it, articolo e foto di Dario Ronzoni)

 AMBIENTE
Un milione di ettari di foresta
rigenerati nel nord Mongolia


14 maggio 2021

Immaginate la grandezza della Francia. Un’area di quelle dimensioni è ricresciuta in tutto il mondo negli ultimi 20 anni: quasi 59 milioni di ettari di foreste dal 2000, secondo una nuova ricerca, fornendo il potenziale per assorbire 5,9 gigatonnellate di anidride carbonica. Lo studio biennale, condotto tramite dati di imaging satellitare e indagini a terra in dozzine di paesi, ha identificato aree di ricrescita nella foresta atlantica in Brasile, dove un’area delle dimensioni dei Paesi Bassi è rimbalzata dal 2000 a causa degli sforzi di conservazione e modificata. Un’altra area di ricrescita si trova nelle foreste boreali della Mongolia, dove 1,2 milioni di ettari di foresta si sono rigenerati in due decenni grazie al lavoro degli ambientalisti e del governo mongolo. Le foreste sono tornate anche in alcune parti dell’Africa centrale e del Canada. Tuttavia, il mondo sta ancora sperimentando una perdita complessiva di foreste “a un ritmo spaventoso”, hanno avvertito i ricercatori, con la deforestazione che si verifica molto più velocemente dei programmi di ripristino. In un periodo simile delineato nello studio sulla ricrescita, condotto dal Wwf nell’ambito del progetto Trillion Trees, nel mondo sono andati persi 386 milioni di ettari di copertura arborea, circa sette volte l’area della foresta rigenerata. La deforestazione è aumentata notevolmente lo scorso anno, con perdite concentrate nelle foreste pluviali vitali delle aree tropicali. Gli alberi vengono abbattuti e bruciati a un ritmo rapido in Amazzonia, con oltre 430.000 acri già persi nel 2021. Jair Bolsonaro, presidente del Brasile, è sottoposto a crescenti pressioni internazionali a causa di tale deforestazione. “La scienza è chiara: se vogliamo evitare pericolosi cambiamenti climatici e invertire la tendenza alla perdita della natura, dobbiamo sia fermare la deforestazione che ripristinare le foreste naturali – ha affermato William Baldwin-Cantello, Wwf – Sappiamo da molto tempo che la rigenerazione delle foreste naturali è spesso più economica, più ricca di carbonio e migliore per la biodiversità rispetto alle foreste piantate attivamente, e questa ricerca ci dice dove e perché la rigenerazione sta avvenendo e come possiamo ricreare quelle condizioni altrove. “Ma non possiamo dare per scontata questa rigenerazione: la deforestazione rivendica ancora milioni di ettari ogni anno, molto più di quelli rigenerati”. (fonte la nuovaecologia.it)

 AMBIENTE
Il leopardo delle nevi
nelle immagini del Muse


11 maggio 2021

Catturare le immagini più segrete e significative – quelle degli animali che si aggirano liberi nel loro ambiente naturale nelle ore notturne – è un’attività che offre numerosi spunti a ricercatori e appassionati di natura. Quelli realizzati mediante la tecnica del fototrappolaggio sono scatti affascinanti che svelano la presenza e le abitudini degli animali che vengono ritratti, offrendo al contempo a chi li realizza una miriade di informazioni utili al loro studio. Questa tecnica e il suo utilizzo nel mondo saranno al centro del prossimo appuntamento degli “Incontri al museo per parlare di fauna”, mercoledì 12 maggio alle 20.45, in diretta sul profilo Facebook del MUSE Museo delle Scienze di Trento. Relatori dell’incontro: Francesco Rovero (UniFi e Muse) che introdurrà lo stato dell’arte del foto-trappolaggio e Valentina Oberosler (MUSE) che presenterà uno specifico caso di studio focalizzato sul leopardo delle nevi in Mongolia. Il fototrappolaggio è un metodo di studio della fauna selvatica che ha visto un enorme diffusione in tutto il mondo negli ultimi due decenni, con molte applicazioni in particolare in ecologia e conservazione dei mammiferi. Nella parte introduttiva dell’incontro, Francesco Rovero presenterà una panoramica dell’utilizzo del fototrappolaggio a fini scientifici, a cominciare dagli aspetti tecnologici e informatici (con i relativi recenti avanzamenti), per arrivare a esempi di applicazioni in ecologia animale sia in Trentino che in altre aree del mondo, fino al contributo che questo metodo può offrire nell’attuale crisi globale della biodiversità. A seguire, Valentina Oberosler presenterà il programma di studio che il MUSE conduce dal 2015 sui monti Altai della Mongolia – assieme all’Università di Firenze e ad altri enti – per migliorare le conoscenze sul leopardo delle nevi e altri mammiferi in un’area molto importante a livello globale per la conservazione di questo predatore. Grazie a quattro spedizioni, svoltesi tra il 2015 e il 2019, il progetto finora ha permesso di accumulare una notevole mole di informazioni e di approfondire diversi aspetti ecologici e conservazionistici, fornendo un valido esempio applicativo delle potenzialità e dell’efficacia del metodo del fototrappolaggio.
Francesco Rovero dal 2019 è ricercatore e docente al Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, e collaboratore del MUSE, sua precedente affiliazione dove ha coordinato la sezione di Biodiversità Tropicale. Ecologo e esperto di conservazione della biodiversità, si occupa da 20 anni di ecologia di mammiferi in varie parti del mondo, con un focus sulle foreste montane della Tanzania dove segue progetti di monitoraggio e tutela della biodiversità. Ha fatto del foto-trappolaggio il suo strumento prediletto di studio, contribuendo all’avanzamento degli utilizzi di questo metodo in ecologia animale. Valentina Oberosler è assegnista di ricerca postdoc al MUSE, dove collabora dal 2015 a diversi progetti di ricerca. Il suo lavoro si focalizza sullo studio dell’ecologia di specie e comunità di mammiferi, sfruttando principalmente il fototrappolaggio come metodo di indagine.

 CULTURA
Il premio Oscar Chloé:
«Amavo andare in Mongolia»


28 aprile 2021

La regista Chloé Zhao, 39 anni, che ha trionfato ai recenti Oscar 2021, portando a casa tre statuette - miglior film, miglior regia e miglior attrice protagonista per l'interpretazione di Frances McDormand – con il suo Nomadland, lungometraggio ibrido tra racconto e documentario, ha rilasciato un'intervista a Repubblica nella quale ha condiviso le sue emozioni, parlando anche di alcuni aspetti difficili della sua vita. Chloé Zhao avrebbe potuto essere celebrata nella nativa Cina, invece la madrepatria in passato l'ha scomunicata, in seguito a un video del 2013 in cui la regista criticava il suo Paese. La notizia della sua vittoria agli Oscar è stata anche censurata dalle autorità cinesi, e Chloé Zhao, che vive negli Stati Uniti da molto tempo, ha raccontato al quotidiano: "Dico sempre che sono un'outsider ovunque vada, anche in Cina. Mi sono sempre sentita un outsider. E non posso negare di temere un pochino questo fardello. Ma così sono io, non posso cambiarmi. Quando vivevo in Cina mi piaceva andare in Mongolia, che era il classico tragitto a Ovest. Il concetto di Est è relativo".
Anche la protagonista del suo film, Fern, interpretata da Frances McDormand, è costretta a vivere una vita da "nomade moderna", al di fuori delle convenzioni sociali. Dopo aver perso il marito e il lavoro durante la grande recessione, Fern lascia la città industriale di Empire, in Nevada, per attraversare gli Stati Uniti occidentali a bordo del suo furgone, facendo la conoscenza di altre persone che, come lei, hanno intrapreso per vari motivi un'esperienza di questo tipo.
Chloé Zhao, in merito a eventuali pregiudizi vissuti in America, ha raccontato al quotidiano: "Per anni nessun pregiudizio, ma di recente ci sono stati momenti in cui mi sono detta: Ecco, di nuovo… E quando sento quel momento li guardo negli occhi, sorrido e lascio passare". (fonte mediaset)

 CULTURA
From Mongolia to Italy
con la cantante lirica Ayana


28 aprile 2021

Continua la prestigiosa attività artistica della cantante lirica mongola Ayana Sambuu, raccontata anche da un ampio articolo di Lara Statham, pubblicato sulla rivista Italics Magazine, intitolato «From Mongolia to Italy: opera singer Ayana Sambuu», corredato da splendide immagini dell'artista (a fianco, Ayana è con Victoria Khalilova, foto di Andres Arce Maldonado). Lo stesso fondatore della rivista, Riccardo Venturi, si è detto «innamorato della Mongolia».  Nell'intervista, Ayana ha ricordato le attuali collaborazioni artistiche, la partecipazione come partner al concorso operistico «Vincerò», con una giuria straordinaria. Inoltre, fra le ultime collaborazioni, il CD uscito a dicembre realizzato insieme al gruppo Huh Mongol Usa, dove Ayana ha cantato un sorprendente single in stile rock, ma interpreta anche una canzone composta dal leader del gruppo Amar Zuunnast, dove nel finale canta anche in italiano. Il CD, e la canzone, sono disponibili su tutte le piattaforme musicali. Vai qui per leggere l'intervista completa

Vai al Punto d'incontro di Ayana

Covid, bloccate
attività non essenziali


26 aprile 2021

Il governo della Mongolia ha prorogato il blocco delle attività non essenziali per contenere l’epidemia di coronavirus imposto dal 10 aprile a oggi. Il blocco resterà in vigore fino all’8 maggio. Nelle ultime 24 ore il ministero della Sanità ha registrato 1.264 casi e quattro decessi. In totale i contagi sono 30.483 e i pazienti attualmente in cura 4.457, di cui 81 in condizioni critiche. Le vittime sono 86. (fonte AgenziaNova)

 PRIMO PIANO
Digital Humanities
partner di Russia e Mongolia


10 aprile 2021

Sviluppare corsi di laurea in Digital Humanities in Russia e Mongolia in accordo con gli standard dell’Unione Europea e creare nuove figure professionali competenti nell’applicazione di metodologie che sfruttano il digitale per lo studio, la valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale. Sono gli obiettivi del progetto del quale è partner l’Università di Catania denominato ARTEST – Enhancing education programmes in Art and Humanities finanziato nell’ambito della call europea “Erasmus Plus – KA2 Capacity Building in the field of Higher Education” e coordinato dal Dipartimento per Digital Humanities dell’Universitaet zu Koeln (Colonia in Germania). Il partenariato e’ costituito dall’Ateneo siciliano e da atenei della Russia, della Mongolia (Mongolian University of Science and Technology, National University of Mongolia e The University of the Humanities), della Grecia e di Cipro. “Il progetto – spiega la prof. Cettina Santagati, docente  e responsabile scientifico del progetto per l’ateneo catanese – dalla consapevolezza che i laureati in Scienze umanistiche devono dimostrare di saper utilizzare le competenze digitali richieste nel mondo del lavoro. Tuttavia queste competenze possono risultare incomplete se non sono accompagnate da approfondimenti formativi piu’ vicini ai programmi didattici delle discipline tecnico-scientifiche. Il progetto mira quindi allo sviluppo organico e complementare di entrambi i tipi di competenze”. “Il lavoro dei docenti – aggiunge – verterà sullo sviluppo di innovativi programmi didattici e formativi del personale didattico universitario specifico per le Digital Humanities. Verrà anche progettato e introdotto un corso di laurea multidisciplinare che prevede attivittà di formazione all’estero per gli studenti e l’implementazione del Digital Lab, una piattaforma digitale dove studenti, docenti e ricercatori da tutto il mondo possono collaborare su specifici progetti mirati alla conservazione, valorizzazione e disseminazione del patrimonio storico – artistico”. (fonte Ansa)

 CULTURA
«The Horse Boy»
diventa documentario


2 aprile 2021

In occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, venerdì 2 aprile alle 19.10 su laF (Sky 135) va in onda The Horse Boy – Ippoterapia per mio figlio, il documentario che racconta la storia della famiglia Isaacson e del loro viaggio dal Texas alla Mongolia in cerca di una cura per Rowan, il figlio autistico, con la speranza che la natura, lo sciamanesimo e l'ippoterapia aiutino il loro bambino. Nell’aprile 2004 a Rowan Isaacson viene diagnosticato l'autismo all'età di due anni e mezzo. Il bambino sembra trovare calma e capacità di comunicazione solo a contatto con i cavalli. Il padre Rupert Isaacson, giornalista e scrittore, ex addestratore di cavalli, e la madre Kristin Neff, psicologa, cercano le migliori cure mediche per lui. Così, nell’estate del 2007, i genitori decidono di portare Rowan in Mongolia, Paese in cui il cavallo è un simbolo e la guarigione tramite il contatto con la natura e antiche cure sciamaniche sono parte integrante della cultura. Prodotto dallo stesso Rupert Isaacson e diretto da Michel Orion Scott, il documentario segue la traversata a cavallo della famiglia dalla Mongolia alla Siberia, tra paesaggi emozionanti, misteriosi sciamani e cure locali. Il film, un viaggio nella straordinaria mente autistica, vuole portare un messaggio di speranza ai numerosi genitori che lottano con questa malattia, di cui ancora la medicina conosce poco, e vanta la presenza di alcuni esperti nel campo dell'autismo, tra cui il dottor Simon Baron-Cohen dell'Università di Cambridge, l'antropologo e ricercatore Roy Richard Grinker della George Washington University e il dottor Temple Grandin, professore di comportamento animale alla Colorado State University. The Horse Boy – Ippoterapia per mio figlio, è stato apprezzato in festival come l'International Documentary Film Festival Amsterdam e il Sundance Film Festival 2009. Il padre ha fondato la Horseboy Foundation, un’associazione che si dedica alla cura attraverso l'ippoterapia di bambini con problemi neurologici. Il film sarà disponibile anche on demand su Sky e su Sky Go. (fonte cinecitta.com)

 SPORT
Mondiali 2022: il Giappone
ne fa 14 alla Mongolia


30 marzo 2021

Le qualificazioni asiatiche ai Mondiali del 2022, regalano un tabellino da capogiro. Merito del Giappone, capace di travolgere 14-0 la Mongolia a domicilio. Una gara senza storia, dove i nipponici del bolognese Takehiro Tomiyasu e del sampdoriano Maya Yoshida - entrambi titolarissimi nella difesa schierata dal commissario tecnico Moriyasu, hanno letteralmente preso a pallate gli avversari. La clamorosa goleada giapponese vede nell'attaccante Osako, autore di una tripletta, il mattatore del match; alla festa del goal andata in scena in Mongolia, si sono inoltre iscritti Minamino, Kamada, Morita, Inagaki (2), Ito (2), Furuhashi (2) e Asano, mentre il goal del provvisorio 0-5 (parziale del primo tempo) è stato frutto di un'autorete di Tuya. La Mongolia aveva perso 3-0 anche la gara di apertura con il Tagikistan (fonte goal.com). Nella foto, un tentativo di attacco della Nazionale mongola, in maglia bianca, bloccato dai difensori giapponesi.

 PRIMO PIANO
Il Vescovo Marengo:
«Pasqua discreta ma intensa»


29 marzo 2021

“Quest’anno sarà di nuovo una Pasqua un po’ speciale in Mongolia, perché siamo costretti a non utilizzare i nostri luoghi di culto”, le parole di mons. Giorgio Marengo, vescovo cattolico e missionario italiano, prefetto apostolico di Ulan Bator, la capitale della Mongolia, che in un video indirizzato al Sir spiega come per motivi di salute pubblica le chiese sono ancora chiuse. “Quindi questa chiesa delle periferie, come la descrive Papa Francesco, continua a raggiungere le persone che sono ai margini”, prosegue mons. Marengo mentre si trova a dire messa in una comunità gestita dalle suore di Madre Teresa, “Vivremo questa Pasqua di nuovo con il dispiacere di non poterci radunare tutti insieme ma lo faremo in piccoli gruppi dove sarà possibile e trasmetteremo le celebrazioni via internet in modo che i fedeli possano collegarsi e sentirsi uniti a tutta la Chiesa”. La comunità cattolica a lui affidata si prepara a vivere una “Settimana santa speciale che celebreremo con molta discrezione ma anche con tanta intensità”, dichiara il vescovo missionario italiano in Mongolia alla guida di quello che lui definisce un “piccolo gregge di fedeli cattolici” in un Paese con altri riferimenti religiosi e culturali. “Cercheremo di radunarci intorno al mistero centrale della nostra fede a nome ed a favore di questa popolazione che tanto ci è cara”, prosegue mons. Giorgio Marengo che definisce questa una situazione paradossale, perché con a disposizione un’unica celebrazione di Pasqua, tutti saranno uniti nello stesso momento anche se non fisicamente, “invochiamo lo Spirito santo di trasformare in gesti concreti, di solidarietà, di fraternità, di comunione, quella forza di misericordia che ci anima e che da sempre è al centro della testimonianza della Chiesa in questo Paese”. (fonte Sir)

La Settimana Santa in Mongolia, vai al video

 CULTURA
A Milano il nuovo film
di Byambasuren Davaa


26 marzo 2021

Dalla misteriosa Mongolia e dalla sua regista Byambasuren Davaa – già autrice insieme a Luigi Falorni di La storia del cammello che piange, passato sugli schermi italiani ormai alcuni fa – arriva al Festival di Milano il nuovo film ambientato nel suo sconfinato Paese e intimamente legato nell’evolversi della vicenda alla cultura dei suoi abitanti nomadi, le cui tradizioni sono irrimediabilmente intaccate dalla aggressività economica globale. Veins of the world, nella sezione del Concorso del Festival di Milano, assume molteplici significati e se le vene del mondo, come quelle degli esseri umani, servono a trasportare nel corpo la linfa che ci permette la vita, il loro ostruirsi porta alla morte. In questa allusione risiede una delle direzioni della storia, l’altra più intima riguarda Amra il ragazzino di undici anni protagonista della storia. Amra vive nella capanna con la madre Zaya, il padre Erdene e la sorellina Altaa, va a scuola ed è anche bravo. Un giorno la maestra annuncia che Mongolia’s got talent farà i provini in quella regione. Amra sa cantare e vuole partecipare. Il padre, che alleva pecore e capre con gli altri allevatori, si oppone allo sfruttamento della terra da parte delle multinazionali che hanno aperto cave enormi per la ricerca dell’oro. Un quinto del territorio della Mongolia, ci avvisa la regista, è destinato a questo sfruttamento intensivo. Un incidente d’auto al ritorno dalle selezioni dello spettacolo televisivo provoca la morte di Erdene, il piccolo Amra si salva, ma la sua vita prenderà un’altra piega oppresso dal senso di colpa per la morte del padre. Se non fossi andato a cantare, papà non sarebbe morto, dirà alla madre. (fonte sentieriselvaggi.it)

VAI AL TRAILER UFFICIALE DEL FILM

 AMBIENTE
Leopardo delle nevi,
il censimento del Wwf


18 marzo 2021

Secondo un censimento nazionale realizzato da Wwf Mongolia, Snow Leopard Conservation Foundation, Snow Leopard Trust, Irbis Mongolia Center, con il sostegno del ministero dell’ambiente e del turismo della Mongolia, in tutto l’habitat del leopardo delle nevi (Panthera uncia), «Sono circa 953 (la stima è fra gli 806 e i 1127 individui) i leopardi delle nevi adulti censiti in Mongolia grazie alla prima indagine nazionale del Paese su questa straordinaria quanto sfuggente specie». Conosciuto anche come il “fantasma delle montagne” per la sua incredibile capacità di sfuggire e mimetizzarsi, il leopardo delle nevi è un indicatore importantissimo della salute dell’ecosistema. La presenza di una popolazione sana di questo grande felino in Mongolia dimostra quindi che gli ecosistemi di alta montagna sono ben conservati, il che è fondamentale perché questi sono fonte di acqua per milioni di persone a valle.
La ricerca, iniziata nel 2017, è stata possibile grazie a più di 40 spedizioni sul campo, che hanno coinvolto oltre 500 persone: ricercatori delle organizzazioni partner, l’università nazionale della Mongolia e l’Accademia mongola delle Scienze, ranger delle aree protette statali, ma anche semplici cittadini.
Il Wwf spiega che «Nel corso dello studio, 15 leopardi delle nevi sono stati dotati di radio collare per permetterne il monitoraggio da parte degli esperti e sono state posizionate ben 1.475 foto trappole su 29 montagne, fornendo importanti prove fotografiche della presenza di questi elusivi grandi felini, in tutto il loro habitat. Alla fine dell’indagine, è stato stimato che in Mongolia vivono circa 953 leopardi delle nevi adulti, distribuiti su circa 328.900 km quadrati nell’area dell’Altai – Sayan e Khangai Mountains».
Gantulga B, dell’ufficio Conservazione del Wwf Mongolia, ha aggiunto: «L’indagine sulle tracce del leopardo delle nevi ha coinvolto un’area di 406.800 chilometri quadrati in 10 province della Mongolia, potenziale habitat per la specie.  Si tratta di una delle più grandi indagini mai fatte su questo grande felino. La valutazione delle immagini scattate dalle foto trappole ha prodotto risultati scientifici solidi e affidabili sul leopardo delle nevi, cruciali per un’efficace pianificazione della conservazione della specie e del suo habitat, ovvero gli ecosistemi di alta montagna. I risultati dello studio aiuteranno a identificare e implementare le nostre attività di conservazione efficaci nelle aree in cui i leopardi delle nevi sono in pericolo».
Tsogtsaikhan P., capo del Dipartimento fauna, flora e Risorse Naturali del Ministero dell’Ambiente e del Turismo della Mongolia ha sottolineato: «E’ fondamentale determinare quanto sia grande la popolazione mongola di leopardi delle nevi e come sia distribuita, per capire in futuro come gestire al meglio gli sforzi di conservazione. Grazie all’iniziativa del Wwf Mongolia, il la stima della popolazione di leopardo delle nevi nel paese è stata condotta con successo. In rappresentanza del governo della Mongolia, il ministero dell’ambiente e del turismo della Mongolia ha fornito un supporto strategico per l’indagine. Sulla base dei risultati, saremo in grado di sviluppare e attuare azioni decisive per proteggere gli ecosistemi di biodiversità di alta montagna».
Complessivamente, all’interno dell’areale del leopardo delle nevi, che si estende lungo le principali catene montuose dell’Asia e che abbraccia 12 Stati, si stimano da 3.920 a 6.930 esemplari. . Nel 2017, il Global Snow Leopard and Ecosystem Protection Program e 12 governi e partner nell’areale del leopardo delle nevi si sono riuniti e impegnati a stimare lo stato della popolazione di questo felino minacciato nei successivi 5 anni. In precedenza, nel 2016, il Bhutan è stato il primo paese a completare un’indagine a livello nazionale, seguito da una valutazione su larga scala in Russia.
L’indagine nazionale della Mongolia è in linea con l’impegno globale e rappresenta un punto di riferimento per valutare la dimensione della popolazione del leopardo delle nevi in altri Paesi. (fonte greenreport.it, foto Wwf)

 PRIMO PIANO
Tempesta di sabbia del Gobi,
5 pastori morti e 81 dispersi


16 marzo 2021

Una potente tempesta di sabbia, accompagnata da fiocchi di neve e venti molto forti, ha duramente colpito la Mongolia nel corso del fine settimana appena trascorso, provocando la morte di almeno sei persone, tra cui anche un bambino. Sono invece stati contati oltre 80 dispersi, secondo quanto riportato dai media locali, che hanno citato i servizi di emergenza mongoli. La tempesta di polvere è stata una delle più violente degli ultimi decenni. In alcune aree la sabbia ha addirittura ricoperto i binari della rete ferroviaria mongola. Il dipartimento di emergenza della Mongolia ha ricevuto segnalazioni di 548 persone scomparse in totale durante il fine settimana, 467 delle quali sono state trovate. Le vittime delle intemperie sono state identificate: si tratta di cinque pastori e di un minore. Le operazioni di salvataggio sono ancora in corso per le restanti 81 persone. L’impressionante fenomeno atmosferico è stato prodotto da un profondo ciclone extratropicale che si è andato ad approfondire sulla Siberia meridionale, nella regione a ridosso del lago Bajkal, interessata da tempeste di neve e venti che hanno superato i 126 km/h. (fonte ilmeteo.net, immagine satellitare della tempesta nel Gobi di earthobservatory.nasa.gov)

 CULTURA
La Mongolia festeggia
un secolo di indipendenza


13 marzo 2021

La Mongolia festeggia un secolo di indipendenza. Era infatti il 13 marzo 1921 quando la regione affermava la propria sovranità rispetto alla Cina. Quest'area incastonata tra Russia e Cina è stata governata da vari imperi nomadi, tra cui Xiongnu, Xianbei, Rouran, Göktürk. Grazie a Gengis Khan, che riunì tutti i territori, ebbe vita uno degli imperi più vasti della storia (dalla Polonia alla Corea, dalla Siberia al Vietnam, passando per il Golfo). Dopo il crollo della dinastia Yuan, i Mongoli ritornarono alle origini. Verso il XVII secolo, vi fu l’influenza del buddhismo tibetano. Alla fine del XVII secolo, la maggior parte della Mongolia venne incorporata nella zona governata dalla dinastia Qing. Con la caduta della dinastia Qing, la regione dichiarò per la prima volta l’indipendenza nel 1911, sotto il Bogd Khan. L’area controllata dal Khan Bogd era approssimativamente quella dell’ex Mongolia Esterna durante il periodo Qing. Tuttavia, la costituzione cinese la considerava parte integrante della propria sovranità. Nel 1919, dopo la Rivoluzione d’Ottobre in Russia, le truppe cinesi, guidate da Xu Shuzheng, occuparono militarmente la Mongolia. L’anno decisivo è appunto il 1921, con la definitiva proclamazione dell’indipendenza. L’intervento militare dell’Unione Sovietica contribuì alla presa di Kyakhta e di Khüree. (fonte newsmondo.it). Vedi anche la sezione STORIA

 CULTURA
Sul Venerdì di Repubblica
La leggenda dello sciamano


26 febbraio 2021

"Faccia a faccia con lo sciamano” è il titolo della pagina del Venerdì di Repubblica dedicato al “primo romanzo mongolo mai tradotto in italiano". L'articolo, di Michele Gravino, si riferisce a La leggenda dello sciamano, romanzo del popolare scrittore mongolo Gun G. Ayurzana e tradotto in italiano da Dulamdorj Tserendulam (Tseeghii) per la casa editrice Tam. “Si svolge in gran parte in Siberia, sulle rive del lago Bajkal, patria dei buriati, “cugini separati” dei mongoli che vivono in territorio russo. Seguendo dagli anni Trenta a oggi la storia del vecchio sciamano Khagdai e di Tenghis, il suo tulmaash (traduttore del linguaggio degli spiriti), il libro permette al lettore di scostarsi - per la prima volta senza intermediari occidentali - alla spiritualità e ai riti di una cultura antichissima che ha resistito alle persecuzioni “modernizzatrici” del comunismo sovietico e cinese e che oggi vive un intenso revival. «In Mongolia» spiega Tseeghii, «la religione più diffusa è il buddhismo, ma lo sciamanesimo resta una pratica popolare in tutti gli strati della società. Gli sciamani sono persone normali - medici, poliziotti, studiosi - che hanno sentito la vocazione, lo spirito che chiedeva di scendere dentro di loro».
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L'ARTICOLO COMPLETO
Covid, iniziata
la vaccinazione di massa


23 febbraio 2021

In Mongolia è iniziata la vaccinazione di massa della popolazione. "Il primo ministro Luvsannamsrain Oyun-Erdene (nella foto) è stato il primo a essere vaccinato con il vaccino AstraZeneca nella seconda clinica centrale dello Stato", ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale mongola "Montsame". L'agenzia ha precisato che "tutti i cittadini dai 16-18 anni di età riceveranno la vaccinazione contro il coronavirus", mentre la vaccinazione dei bambini non è ancora prevista, poiché su questo "il lavoro è in fase di ricerca". Ieri la Mongolia ha ricevuto in dono dall'India 150 mila dosi di Covishield, il vaccino del gruppo farmaceutico anglo-svedese AstraZeneca e dell'Università di Oxford prodotto dal Serum Institute of India (Sii), e altre saranno fornite su base commerciale. Nella stessa giornata sono arrivate nel Paese anche 300 mila dosi del vaccino di Sinopharm donate dalla Cina. (fonte agenzianova)

Mongolia tra le mete etiche
da visitare dopo il Covid


19 febbraio 2021

Ethical Traveler è un'associazione no-profit americana che da oltre vent'anni promuove i principi del turismo etico, che vada al di là del semplice svago distratto ed edonistico. Ogni anno assegna gli Ethical Destinations Awards, che premiano i paesi emergenti che si sono distinti per l'impegno nella promozione dei diritti umani, dell'assistenza sociale e della protezione dell'ambiente. Tuttavia per i riconoscimenti del 2021, freschi di annuncio, sono stati adottati criteri diversi, che tengono conto dell'impatto del Covid-19. Gli organizzatori sono partiti dalle nazioni premiate nelle edizioni passate e hanno individuato quelle che hanno saputo affrontare meglio le sfide della pandemia e che trarranno maggiori benefici dalla ripartenza del turismo. Con la speranza, e l'augurio, che non manchi molto al momento in cui potremo tornare a girare il mondo. Le "dieci destinazioni più etiche del 2021" (potete vedere la classifica qui sotto, in ordine alfabetico) si offrono quindi come opzioni perfette per i viaggiatori consapevoli. Sceglierle come prossima meta significa non solo godere delle loro affascinanti attrazioni – dalla barriera corallina del Belize, alle steppe della Mongolia, ai vulcani di Capo Verde – ma anche aiutarle a riprendersi dai danni economici causati dal Coronavirus e sostenere le loro meritevoli politiche di sviluppo. (fonte quotidiano.net) Qui potete leggere le motivazioni dettagliate che hanno portato all'assegnazione degli Ethical Destinations Awards 2021

 SPORT
Judo, il mongolo-iraniano
Mollaei accolto in Israele


15 febbraio 2021

"Un evento storico": questo, secondo alcuni media locali, il significato dell'arrivo ieri in Israele del judoka iraniano Saeid Mollaei (foto), che ha deciso di gareggiare per la Mongolia e che nei prossimi giorni prenderà parte al 'Tel Aviv Grand Slam' assieme con oltre 400 atleti provenienti da 63 Paesi. Mollaei, precisa la stampa, è il primo sportivo nato in Iran che partecipi ad una gara in Israele da quando l'ayatollah Khomeini ha assunto il potere a Teheran. "Sono molto felice di partecipare a questa competizione" ha detto Mollaei, secondo la televisione Canale 12, arrivando all'aeroporto di Tel Aviv che nelle ultime settimane è chiuso quasi del tutto a causa del coronavirus. Ad accoglierlo c'era il presidente della Associazione judo israeliana. Mollaei risiede in Germania, dove ha ricevuto asilo politico, e ora rappresenta la Mongolia. Yediot Ahronot si stupisce intanto che le autorità israeliane abbiano autorizzato lo svolgimento di un grande evento sportivo mentre gli arrivi nel Paese sono limitati quasi del tutto per impedire l'ingresso di varianti di coronavirus. Il giornale precisa comunque che severe limitazioni sanitarie sono imposte agli sportivi stranieri e ai loro accompagnatori. (fonte ANSA).

 CULTURA
Magione-Kharakhorin,
il gemellaggio continua


13 febbraio 2021

Gli auguri per lettera del primo cittadino di Magione, Giacomo Chiodini, al neo eletto sindaco di Kharakhorin, Chultem Altanbagana (nella foto). Tra le due località legate dalla figura di Giovanni da Pian di Carpine, il frate francescano che alla metà del Duecento arrivò primo tra gli europei alla corte del popolo mongolo, sono intercorsi frequenti rapporti di amicizia grazie all’associazione Mongolia-Italia. Nella lettera il sindaco Chiodini ha ricordato al collega anche lo studio frutto del viaggio durato due anni e mezzo, di cui tre mesi passati proprio a Kharakhorin per “studiare la pericolosa popolazione di guerrieri della Mongolia”, raccolto nel volume Historia Mongalorum che ha il pregio di raccontare, ancora oggi grazie alla traduzione anche in mongolo della traduttrice Nyamaa Lkhagvajav, il grande Paese mongolo del 1245. “Grazie a Nyamaa, grande amica di Magione – commenta Chiodini – che ha tradotto la mia lettera e ci ha sempre supportati in qualità di interprete nei diversi incontri tenutesi con i diversi rappresentanti della Mongolia spero ci si possa vedere – anche a distanza con l’ausilio delle tecnologie informatiche – con il nuovo sindaco per conoscerci e valorizzare assieme le nostre due realtà”. (fonte Trasimeno Oggi)

Dal 12 al 28 febbraio
lockdown in Mongolia


11 febbraio 2021

Dal 12 al 28 febbraio la Mongolia adotterà un nuovo lockdown totale per scongiurare una possibile diffusione del Coronavirus. Anche se le cifre non sono nemmeno paragonabili a quelle dell'Italia e del resto del mondo, il Paese si prepara a una chiusura che porterà ulteriori disagi alla popolazione e creerà danni ingenti a un'economia già pesantemente provata. Ad allarmare le autorità sono stati i 33 nuovi contagiati delle ultime 24 ore che portano il totale a 2.240, con 2 morti dall'inizio della pandemia, 1.618 guariti e 587 ancora positivi. L'auspicio è quello che, con il nuovo lockdown e con l'attivazione del vaccino Sputnik V, la Mongolia diventi una zona immune dal Covid e che presto possa riaprire le attività e le frontiere, anche al turismo, ovviamente tenendo sotto controllo gli ingressi dall'estero. La redazione di Mongolia.it terrà costantemente aggiornata la situazione.

La Mongolia registra
il vaccino Sputnik V


11 febbraio 2021

Il ministero della Salute della Mongolia ha registrato il vaccino russo Sputnik V contro il coronavirus con una procedura accelerata, ha comunicato il Fondo russo per gli investimenti diretti (RDIF), responsabile della commercializzazione all'estero del preparato anti-Covid del Centro di Epidemiologia e Microbiologia "Gamaleya". "RDIF annuncia la registrazione del vaccino russo Sputnik V contro il coronavirus da parte del ministero della Salute della Mongolia. La registrazione è stata effettuata all'interno di una procedura di autorizzazione all'uso di emergenza senza ulteriori sperimentazioni cliniche sul territorio nazionale", si legge nella nota del Fondo sovrano russo. Il vaccino Sputnik V è già stato approvato all'uso in più di 20 Paesi: Russia, Bielorussia, Argentina, Bolivia, Serbia, Algeria, Palestina, Venezuela, Paraguay, Turkmenistan, Ungheria, Emirati Arabi, Iran, Repubblica di Guinea, Tunisia, Armenia, Messico, Nicaragua, Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, Libano, Myanmar ed oggi anche Mongolia. (fonte sputniknews)

 CULTURA
"Il ritorno del lupo",
nuovo libro di Maquignaz


8 febbraio 2021

È in libreria il nuovo romanzo dello scrittore valdostano Aimé Maquignaz (nella foto) "Il ritorno del lupo - Storie, leggende, miti dalla Mongolia al Cervino”, con prefazione di Mauro Corona: "La storia del lupo di Maquignaz è di interesse assoluto – scrive Corona – un romanzo antico, molto attuale". Il lupo è indubbiamente uno degli animali più affascinanti della terra: selvaggio, predatore, difficile da controllare, spesso imprevedibile, impossibile da ammaestrare. A lui Aimé Maquignaz, grande avventuriero, artista e sublime conoscitore di montagne, dedica questo libro. E lo fa con uno stile schietto e diretto, in cui si evince la sua grande passione e il suo grande amore per questo animale. Maquignaz non si limita a raccontare come e perché i lupi sono tornati nei boschi italiani, dal Gran Paradiso al Cervino, e in quelli francesi, tedeschi e austriaci, dopo essere stati quasi sterminati, ma ci fa conoscere i lupi per noi più lontani, dalla Mongolia e la Siberia al Canada. Maquignaz cerca di analizzare e comprendere il ruolo che il lupo ha avuto nella storia, nell’arte, nelle fiabe e nelle leggende, nei miti, nel folklore, nella superstizione della nostra gente (emblematico è il racconto di Ayak, Maya e del loro figlio Lupetto). Perché la storia di questo splendido animale segue il percorso e la storia dell’uomo sin dai tempi antichi. Un rapporto, raramente idilliaco e spesso conflittuale, che si è sviluppato nei secoli. Un rapporto che, come ammette lo stesso autore, deve tornare a essere viscerale, come lo era una volta. Il ritorno del lupo è dedicato a tutti quelli che sono ancora capaci di stupirsi delle meraviglie della natura. L'autore, Aimé Maquignaz, nasce nel 1946 a Valtournenche, in Valle d’Aosta. Dopo essere stato prima sindaco di Valtournenche e poi Consigliere regionale, si è dedicato alla gestione del suo hotel, il Punta Maquignaz. Appassionato e stimato pittore, compie nel corso degli anni una serie di viaggi in Europa, Africa, Russia, Giappone, Mongolia, Canada. Nel 2014 pubblica, per Mondadori Electa, Il cacciatore di libertà e, per Musumeci, nel 2017, La Valle del Paradiso.

Il Vescovo Giorgio Marengo:
“Contagi Covid in aumento“


6 febbraio 2021

“Il Paese sta vivendo questo tempo con grande preoccupazione per la pandemia, pur essendo riuscito a limitare i contagi grazie anche alla scarsità della popolazione e il grande isolamento”, sono le parole di monsignor Giorgio Marengo, vescovo cattolico e missionario italiano, prefetto apostolico di Ulaanbaatar, la capitale della Mongolia, che in un video indirizzato al Sir descrive la situazione relativa ai contagi da coronavirus Covid-19 in questa area dell’Asia orientale, dove in questo periodo il freddo è molto intenso. “Il Governo ha una grossa preoccupazione perché i contagi stanno aumentando. Proprio per questo passiamo da un lockdown all’altro”, aggiunge il vescovo missionario che non ha notizie certe sull’arrivo dei vaccini ma solo di voci che lo darebbero in arrivo dall’India dopo l’estate. “Fra poco ci sarà anche il capodanno lunare, la maggiore festa di tante popolazioni dell’estremo Oriente e noi, come Chiesa cattolica, una minoranza, un piccolo gregge in mezzo ad un popolo che ha altri riferimenti culturali e religiosi, vivremo questo capodanno lunare ancora con le chiese chiuse, perché le restrizioni impongono il divieto di manifestazioni religiosi”, afferma mons. Marengo che, desideroso di riprendere la vita sacramentale regolare con la celebrazione Eucaristica nelle comunità, si sta prodigando in questo periodo di emergenza per restare unito ai 1300 battezzati in tutto il Paese, attraverso la preghiera ed i contatti con i mezzi di comunicazione. “Impariamo dalla nostra gente semplice una grande fede, una grande pazienza, una grande sopportazione vissute con fiducia nel Signore che è con noi e ci accompagna”, conclude il prefetto apostolico della capitale della Mongolia, che si prepara a vivere la Quaresima come rinnovamento profondo.

 

 PRIMO PIANO
Tsagaan sar, anno del toro,
del bianco e dei giovani


5 febbraio 2021

Il toro è un animale forte, laborioso e per questo è in genere considerato favorevole alle persone fattive, che si impegnano alacremente nel lavoro: il calendario mongolo è diviso in cicli di 60 anni, cosicché con questo Tsagaan sar siamo giunti al 35° anno del 17° sessantennio, ciclo iniziato nel 1987 che si concluderà nel 2046 (nella foto, la moneta coniata in Mongolia in occasione dell'anno del toro 2021). Con la pandemia in corso ci saranno festeggiamenti contenuti, tenuti a freno dal nuovo governo, che ha deciso per uno stretto lockdown dall’11 al 23 febbraio per evitare eventuali rischi di contagio, per quanto i primi casi si siano verificati solo lo scorso novembre a causa di un banale errore occorso durante la quarantena di un rimpatriato. Un errore che ha in parte compromesso tutte le accorte precauzioni precedenti. Per i tradizionali e preziosi regali da porgere agli anziani e per i doni ricevuti in cambio ci sarà l’insolito uso di app e servizi di consegna. Ciò che però ha fatto maggior scalpore è stato l’annullamento del torneo di lotta, un evento obbligatorio per il Naadam, lo Tsagaan sar, la festa dell’indipendenza del 26 novembre e altre occasioni particolari. Eccoci dunque nell’anno del toro di ferro o toro bianco, soprannominato  “l’anno raro”. Gli oroscopi per lo scorso anno avevano previsto un anno veramente pesante e si direbbe che abbiano predetto bene. Possiamo attenderci quindi un’onesta previsione anche per l’anno in cui stiamo entrando: sarà un anno buono, favorevole soprattutto ai giovani. È consigliabile, per ogni acquisto del nuovo anno, preferire il colore bianco che attirerà il favore delle stelle. Perché mai in Mongolia è subentrato un nuovo governo? Va premesso che la Mongolia è un paese molto giovane, con il 40% della popolazione al disotto dei 25 anni e ha un primo ministro di 40 anni. Il baby boom, che in Italia si può collocare negli anni ’60, in Mongolia si può datare intorno al 2000. Così quando piazza Sükhbaatar si è gremita di giovani che protestavano rischiando il congelamento, il governo ha ritenuto saggio dimettersi. Tutto sembrerebbe nato quasi per caso, per l’incauto trasferimento di una partoriente da parte del Soccorso Civile al Centro Epidemiologico. La foto della donna in pantofole e vestaglia che veniva fatta salire in autoambulanza insieme al neonato, esponendola a stress e temperature polari, ha fatto il giro dei social. Ha iniziato la manifestazione un giovane in pantofole, vestaglia e un cartello di protesta, seguito poi da numerosi altri giovani manifestanti. Tutto si è svolto ordinatamente e pacificamente, senza causare danni a nessuno. (testo di Dulamdorj Tserendulam per mongolia.it)

 PRIMO PIANO
Crisi causata dal video
della donna in pigiama a -25


3 febbraio 2021

Khurelsukh Ukhnaa, primo ministro della Mongolia ha deciso di dimettersi: il motivo? C’entra il video di una giovane mamma che dopo essere risultata positiva al Coronavirus è stata trasferita all’interno di un centro per malattie infettive con addosso solo un pigiama e delle pantofole di plastica. Quel video ha sollevato non poche critiche e proteste perché le temperature nel Paese erano scese a meno 25 gradi e la giovane donna è stata comunque spostata con solo il pigiama ospedaliero addosso. In moltissimi hanno ritenuto disumato il trattamento subito dalla donna. Il primo ministro della Mongolia ha riconosciuto l’errore commesso nei confronti della donna e si è dimesso. A detta sua vedere come è stata trattata quella giovane mamma è stato straziante. Khurelsukh Ukhnaa ieri ha motivato le sue dimissioni dicendo che come primo ministro deve assumersi la responsabilità di ciò che è accaduto. Circa cinquemila sono stati coloro che mercoledì hanno manifestato dopo aver visto il video della giovane mamma in ambulanza con il figlio neonato. Quelle immagini hanno dato vita a pesanti critiche, in Mongola la tradizione impone alle neo mamme di evitare di uscire e prendere freddo durante il primo mese di vita del bambino. Khurelsukh Ukhnaa non è stato l’unico a dare le sue dimissioni, prima di lui anche il vice ministro aveva abbandonato il suo incarico. Dopo di loro altri hanno deciso di dare le loro dimissioni a causa del grave errore commesso nei confronti di quella giovane mamma. Si sono infatti dimessi anche il direttore dell’Ospedale in cui era ricoverata la paziente e il ministro della Salute. (fonte bloglive.it)

 PRIMO PIANO
Le donne guerriere
dell'epoca di Mulan


30 gennaio 2021

Nell'annus horribilis 2020, a salvarsi è stata la mole delle scoperte archeologiche straordinarie: tra le più eccezionali quella relativa alla Mongolia dove gli archeologi hanno scoperto gli scheletri delle donne guerriere (nella foto), risalenti al periodo di Mulan. La scoperta è avvenuta nel nord della Mongolia. Si tratta degli scheletri di due donne di 1.500 anni, ed è una nuova prova delle possibili origini del mito cinese di Mulan, reso popolare in Occidente dalla Disney. E non è l’unica scoperta interessante sulle donne. Un sito di scavo del IV secolo a.C. in Russia ha rivelato quattro donne sepolte con le loro armi. Avrebbero fatto parte della società matriarcale scita che si dice sia servita da ispirazione per personaggi femminili così forti come Xena e Wonder Woman. E tornando ancora più indietro, una tomba peruviana di 9.000 anni conteneva una donna nella tarda adolescenza, messa da parte i suoi strumenti di caccia, suggerendo che era tempo di riconsiderare le supposizioni che gli uomini fossero i cacciatori esclusivi nella società preistorica. (fonte meteoweb.eu)

 PRIMO PIANO
Mongolia come l'Italia,
si dimette il Premier


25 gennaio 2021

Il primo ministro mongolo Khurelsukh Ukhnaa (foto) e il suo gabinetto si sono dimessi: il parlamento, composto da 76 seggi, ha approvato le sue dimissioni con oltre il 95 per cento dei voti. Il gabinetto era stato nominato dal primo ministro in consultazione con il presidente e confermato dal parlamento. Le dimissioni sono arrivate dopo che le proteste sono scoppiate a causa di un video che mostrava una madre dimessa frettolosamente da una clinica ostetrica in cui era risultata positiva al test Covid-19 e trasferita in una struttura di quarantena per pazienti Covid-19 insieme al suo neonato, gestita dal Centro nazionale delle malattie trasmissibili della Mongolia. Le proteste hanno innescato il licenziamento di alti funzionari sanitari. Anche il vice primo ministro e il ministro della Salute del Paese asiatico hanno rassegnato le dimissioni. Il video è stato ampiamente diffuso online. L’incidente è avvenuto tra la crescente insoddisfazione dell’opinione pubblica per la situazione economica della Mongolia e la mancanza di opportunità di lavoro. Il vasto Paese asiatico di 3,3 milioni di persone è senza sbocco sul mare ed è situato tra Russia e Cina, da cui dipende economicamente. Per il suo commercio estero dipende dalla Cina per oltre il 60 per cento, mentre per le sue forniture energetiche fa affidamento sulla Russia per il 90 per cento. La Mongolia è stata elogiata dal WHO (World Healt Organization) nelle prime fasi della pandemia di Covid-19 per la sua gestione della crisi sanitaria, tant’è che a partire dal febbraio 2020 il suo governo era riuscito in gran parte a contenere il virus. La Mongolia ha finora evitato l’epidemia di coronavirus di massa che ha investito altri Paesi, mentre da novembre al 21 gennaio 2021 ha segnalato 1.584 casi, con due decessi, ancora molto bassi rispetto ad altri Stati del mondo. Nel Paese asiatico c’è stato un aumento dei disordini civili a causa delle restrizioni Covid-19, mentre il governo ha continuato a difendere il suo approccio alla pandemia. (di Alberto Galvi da notiziegeopolitiche.net)

 CULTURA
La Mongolia di Zamboni
davanti al caminetto


6 gennaio 2021

La Mongolia davanti al camino, raccontata dal cantautore e scrittore Massimo Zamboni (nella foto durante un viaggio nel Paese asiatico), già colonna del gruppo dei CCCP, successivamente CSI, e autore insieme a Lindo Ferretti del libro "Mongolia in retromarcia". La Compagnia dei Cammini organizza infatti l'iniziativa virtuale, “Chiacchiere al Caminetto”, una serie di incontri online con scrittori, artistici, filosofi. "Sono momenti difficili, è nostro dovere portare cultura per un mondo migliore, in attesa di ricominciare a camminare“, afferma il coordinatore dell'organizzazione. Alla rassegna partecipano autori, scrittori, artisti, filosofi come Dacia Maraini, Folco Terzani, Nando Citarella, Maurizio Carucci, Donatella Di Pietrantonio e lo stesso Zamboni, protagonista giovedì 7 gennaio dell'appuntamento con l'«anima blu» della Mongolia, condotto da Micha Calà. Per tutte le informazioni questo è il link

Padre Marengo: «Il nostro
Natale in lockdown»


24 dicembre 2020

“Questa piccola Chiesa, con 1300 battezzati locali, in questo tempo di coronavirus si prepara a vivere un Natale speciale. Saremo in lockdown, quindi non sono permesse le celebrazioni nelle chiese. Quindi dovremo avere una forma molto ridotta, familiare di celebrazioni”. Lo dice in un videomessaggio, mons. Giorgio Marengo, dei Missionari della Consolata, vescovo cattolico e missionario italiano, dal 2 aprile 2020 prefetto apostolico di Ulaanbaatar. Con lui un sacerdote fidei donum dalla Corea del Sud e un diacono in attesa dell’ordinazione sacerdotale. “Una Chiesa piccola che vive in mezzo ad alcune difficoltà, ma che si prepara a vivere questo Natale come un incontro di speranza, un momento in cui lodare Dio per la sua venuta in mezzo”. Riferendo l’organizzazione di collegamenti dalla “nostra piccola cappella”, mons. Marengo riferisce di un Natale celebrato in famiglia per le persone del luogo. “Ci sarà chi lo vivrà nella propria tenda tradizionale mongola, chi lo vivrà dal proprio appartamento, in famiglia, o magari singole persone si collegheranno e pregheranno”. Quello descritto è “un momento difficile per tutti”, da una parte, mentre dall’altra “vogliamo invocare il dono di un nuovo slancio missionario per questa piccola Chiesa affinché possa continuare con la forza del Bambino Gesù che viene in mezzo a noi a testimoniare, ad annunciare il Vangelo, la Buona Notizia a quelli che ancora non la conoscono”. (fonte Sir)

 PRIMO PIANO
Coronavirus in Mongolia:
tutte le novità


20 dicembre 2020

Ricordando che la Mongolia è uno dei pochissimi Paesi al mondo che non ha fatto registrare nemmeno un morto nel corso dell'intera pandemia da Coronavirus, ecco la situazione segnalata dall'Ambasciata.
Dal 14 dicembre sono state parzialmente attenuate le misure di contenimento dell’epidemia COVID-19 in atto nel Paese dal’11 novembre scorso a causa dell’insorgere di contagi nella capitale e nelle province ai confini con la Russia. La situazione si è normalizzata nella capitale ed è in via di miglioramento nelle altre regioni.
•  Sono ripresi i voli charter internazionali della Compagnia di bandiera (entro fine dicembre ne sono stati programmati tre).
• A Ulaanbaatar sono stati riaperti tutti gli esercizi commerciali, i bar e i ristoranti. Permangono delle limitazioni all’organizzazione di eventi conviviali. Ancora interdette le manifestazioni e le attività culturali che comportino la presenza del pubblico. Scuole ed Università continuano a svolgere la didattica on-line.
• Tuttora sospeso il traffico internazionale ferroviario e viario di passeggeri verso la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese, unici confinanti del Paese.
• Il traffico merci via strada, ferrovia e cargo aereo è regolare, salvo per il valico di frontiera stradale di Altanbulag, che rimarrà chiuso fino al 18 gennaio 2021.
• La quarantena nei COVID Hotel è stata ridotta da tre a due settimane, seguite da una settimana di confinamento domiciliare.
• Sono per contro tuttora soggette ad alcune misure restrittive le province in cui sono stati registrati i primi casi di COVID: Selenge, Arkhangai, Darkhan-Uul, Orkhon, Dornogobi e Gobisumber.
• Coloro che si trovino nel Paese ed abbiano necessità di prolungare il visto possono contattare l'Agenzia per l'Immigrazione della Mongolia (Tel. +976 1800 1882 o +976 9314 1009).

 CULTURA
La band degli Hu spopola
sulla scia dei Metallica


16 dicembre 2020

Da anni il gruppo mongolo dei The Hu (letteralmente, la velocità) spopola in tutta l'Asia per il suo heavy metal trasgressivo ma anche molto legato alle tradizioni della patria: i temi sono quelli dell'amore per la natura, i cavalli, gli antenati, Gengis Khan, e le melodie travestite da rock duro hanno una bellezza che ricorda davvero la magnificenza della Mongolia. Nei giorni scorsi la band ha pubblicato sui social e su youtube una cover di ‘Sad But True’ dei Metallica e in poco meno di 15 giorni oltre 2 milioni e mezzo di persone l’hanno ascoltata, facendo diventare virale il video. La band sui social ha voluto raccontare il motivo della scelta di “Sad But True”: “Come per milioni di persone nel mondo, i Metallica sono stai una fonte di ispirazione per noi, sia come musicisti che come fan. Ammiriamo i loro 40 anni di carriera, costellata di tour e canzoni senza tempo. Per questo è un grande onore per noi poter dimostrare il nostro rispetto e stima nei loro confronti eseguendo questa cover di ‘Sad But True’, cantata nella nostra lingua e riarranagiata in stile The Hu per i nostri strumenti”. Guarda e ascolta il video su you tube

 PRIMO PIANO
Export Mongolia 2020,
il futuro in due giorni


11 dicembre 2020

Una “due giorni” di eccezionale rilevanza per la realtà economica mongola e internazionale, l’Export Mongolia 2020 che si svolgerà nella Exhibit Hall di Ulaanbaatar tra il 15 e il 16 dicembre. L’organizzazione è di International Virtual Forum & Expo congiuntamente al governo della Mongolia, alla Camera di commercio mongola, alla Banca mondiale e all'Export and International Trade Center. Nell'ambito degli eventi, a cui si avvicenderanno personaggi di rilievo internazionale, si terranno discussioni sulle politiche di esportazione, le nuove opportunità e le sfide del futuro. Si svolgeranno, in forma virtuale, incontri per presentare progetti e programmi  di produttori, esportatori e investitori di marchi nazionali mongoli. Per tutte le informazioni e il programma completo vai al sito ufficiale dell'evento e al sito dell'Ambasciata
 

 AMBIENTE
Team italiano per salvare
il Gatto di Pallas


2 dicembre 2020

A vederlo sembra quasi un peluche: pupille rotonde, orecchie piccole e distanti, un muso rotondo. E soprattutto un pelo folto e lunghissimo. Anche a causa della sua straordinaria pelliccia, il gatto di Pallas - piccolo felino che vive in 14 Paesi dell’Asia centrale - è una specie sempre più a rischio estinzione che ancora oggi viene cacciata: per il suo manto e per gli usi nella medicina tradizionale cinese. Come ci spiega Claudio Augugliaro, ricercatore palermitano di 44 anni che ne segue le tracce da anni e che, dal 2011 in poi, ha passato la sua vita tra Italia, Svizzera e Mongolia dove il gatto di Pallas ha uno dei suoi habitat. Augugliaro (candidato Ph.D. all’Università di Losanna, direttore scientifico di Green Initiative e membro del Pallas’s Cat Working Group, associazione internazionale che raggruppa gli esperti di tutto il pianeta) insieme a un team composto quasi interamente da italiani ha compiuto un’impresa scientifica molto importante per il destino di questo animale riuscendo a «catturare» con le fototrappole l’elusivo felino e a stimare la presenza di almeno 15 (± 5) Otocolobus manul (il nome scientifico della specie) in una zona di studio di circa 100 chilometri quadrati, nell’area di Bayan Onjuul, a circa 160 km in linea d’aria da Ulaanbaatar, la capitale della Mongolia. Beatrice Montini (Corriere della Sera). Per leggere il servizio completo clicca qui

 CULTURA
Finalmente in Italia
La leggenda dello sciamano


25 novembre 2020

La leggenda dello sciamano dello scrittore mongolo Ayurzana è un libro culto in Estremo Oriente, diventato popolare anche in Europa, e viene per la prima volta tradotto e proposto in Italia da Tam Editore. www.tameditore.it. Sul tema dello sciamanesimo è stato scritto tanto, forse troppo, e sempre secondo fonti occidentali che mettono in luce solo gli aspetti più spettacolari e artefatti. Finalmente si parla di sciamani direttamente dalla fonte, senza intermediari, attingendo dalla cultura antica delle regioni della Buriazia, al confine fra Russia e Mongolia, su quel Lago Baikal dove si concentrano le energie degli spiriti e le leggende più misteriose. Un racconto dalla forza sconvolgente, un’avventura senza ritorno, che conduce il lettore ai margini del Cielo e degli Inferi, così lontano dalla nostra cultura e dalla nostra sensibilità. E proprio per questo tanto affascinante. L’autore è Gun G. Ayurzana www.ayurzana.mn, nato nel 1970 nelle regioni mongole del Gobi, laureato in Letteratura all’Università Gorky di Mosca. È sposato con Ülziitügs, una delle maggiori poetesse asiatiche. Autore di numerosi romanzi di successo, tradotti in oltre trenta lingue, con La leggenda dello sciamano del 2010 Ayurzana ha raggiunto la massima popolarità. La traduttrice. Dulamdorj Tserendulam, ambientalista mongola laureata alla Sapienza di Roma, appassionata di letteratura e autrice insieme a Federico Pistone della guida Mongolia - L'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri (Polaris). Il suo obiettivo è quello di condividere con gli amici italiani il fascino della cultura mongola, anche attraverso il sito www.mongolia.it info@mongolia.it. L'introduzione è curata dal prof. Davor Antonucci, orientalista e docente all'Università La Sapienza di Roma. Per acquistare il libro su amazon clicca qui grazie

 PRIMO PIANO
Mongolia e Italia
si capiscono sempre di più


16 novembre 2020

Continua la proficua attività dell'ambasciatrice italiana in Mongolia Laura Bottà (nella foto): "Il settore universitario è uno dei campi in cui quest’anno abbiamo registrato dei progressi", ci segnala in riferimento dell'imminente arrivo di un docente di Italiano del MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) presso l’Università Nazionale Mongola, con l'obiettivo di rafforzare la cattedra di Italianistica. Sono state registrate quasi 60 nuove iscrizioni di studenti mongoli nelle Università mongole, numero che corrisponde alla somma di quelle degli ultimi tre anni. La Direzione Generale Sistema Paese del MAECI ha rifinanziato due missioni archeologiche, tra cui quella del CRAST di Torino a Erdene Zuu, mentre le autorità mongole hanno presentato una proposta di accordo per il riconoscimento, nel Paese, dei titoli universitari conseguiti in Italia. 

Covid: la Mongolia
tra i 15 Paesi senza morti


13 novembre 2020

La Mongolia è tra i soli 15 Paesi al mondo in cui il numero delle vittime per il Coronavirus è pari a zero, secondo il calcolo della Johns Hopkins University. Ecco l'elenco completo: Mongolia, Cambogia, Timor Est, Eritrea, Seychelles, Vanuatu, Isole Salomone, Laos, Bhutan, Dominica, Grenada, Santa Sede, Isole Marshall, St. Kitts e Nevis, St. Vincent e Grenadine. La triste graduatoria dei Paesi con il maggior numero di morti dall'inizio della pandemia vede l'Italia al sesto posto. Al primo posto gli Stati Uniti con 242.000 decessi, seguiti da Brasile 165.000, India 130.000, Messico 100.000. Regno Unito 50.000, Italia e Francia 45.000.

 SPORT
Le offese di Verstappen.
L'Onu: "Si scusi subito"


13 novembre 2020

Max Verstappen è un pilota velocissimo, ma spesso non riesce a tenere a freno il linguaggio. Puntualmente si scusa con tutti, dice di aver sbagliato, chi lo conosce sa che è fatto così: s’infiamma, è soltanto un po’ rozzo e ogni volta ci ricasca. Però a qualcuno non basta. Il Governo della Mongolia pretende le scuse pubbliche dal driver olandese per aver dato del «mongolo» a Lance Stroll durante il Gp del Portogallo di due settimane fa, per una collisione durante le prove libere: il team radio incriminato è stato mandato in onda dalla regia della F1 e ha fatto il giro del mondo. Per il governo di Ulan Bator la faccenda è molto seria ed è arrivata sui tavoli delle Nazioni Unite sotto forma di una lettera ufficiale. Verstappen già tre anni nella corsa di Austin aveva usato le stesse parole e pare si fosse rifiutato di scusarsi pubblicamente. Anche questa volta Red Bull ha risposto, spiegando che quelle frasi erano state pronunciate dal suo pilota in una fase molto concitata della competizione e per questo non andavano considerate come delle offese. Ma non è bastato a placare l’ira di Lundeg Purevsuren, ambasciatore della Mongolia all’Onu. «È ovvio - è il contenuto della missiva— che né lui nè la sua squadra hanno imparato la lezione del 2017. Le mancate scuse nei confronti del nostro popolo gli provocheranno un danno d’immagine». Purevsuren inoltre chiede all’Onu di portare avanti la questione con una protesta formale agli sponsor della Red Bull e a quelli personali di Verstappen. Nella lettera in copia c’è anche il presidente della Fia Jean Todt, sempre attento a ogni intolleranza agonistica e verbale degli atleti. Soprattutto in una Formula 1 che ha adottato lo slogan «WeRaceAsOne» per contrastare l’intolleranza e il razzismo. (Daniele Sparisci - Corriere della Sera)

 SOLIDARIETA'
Udine-Ulaanbaatar
nel segno della solidarietà


12 novembre 2020

È ufficiale. L’accordo tra le parti è stato siglato e il Dipartimento di Area Medica dell’ateneo friulano si prepara ad “aprire le porte”, se pur virtualmente, all’ Università nazionale mongola di Scienze mediche di Ulan Bator. Un accordo importante che, se da un lato sottolinea la dimensione spiccatamente internazionale del Dipartimento, in seno ad un Ateneo da sempre convinto dell’importanza di un ponte stabile con l’estero, d’altra parte permetterà al DAME di “esportare” anche in estremo Oriente le proprie esperienze accademiche e professionali, avviando una collaborazione bilaterale nell’ambito della ricerca e della didattica. Una unione di intenti destinata a tradursi in una molteplicità di progetti fattivi dal 2021 e resa possibile grazie al supporto dell’Ambasciata della Mongolia a Roma e del dott. Alberto  Colombo, prezioso mediatore tra le due realtà accademiche. Obiettivo: mettere a servizio dei colleghi asiatici un know how importante, con particolare riferimento alle malattie cardiovascolari e ai tumori, attraverso un percorso di collaborazione improntato allo scambio e all’arricchimento reciproco, umano e professionale. «Il memorandum appena siglato - spiega il Prof. Giuseppe Damante, Referente del DAME per le attività internazionali e Direttore dell’Istituto di Genetica Medica dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (ASUFC) – ci ricorda la propensione del nostro Dipartimento ad avviare accordi di cooperazione non soltanto con paesi all’avanguardia ma anche con realtà in via di sviluppo che necessitano sicuramente del nostro supporto ma da cui ci aspettiamo anche di imparare molto». Tra le idee progettuali in fase di definizione e previste per il 2021, «un percorso di formazione a distanza, attraverso lezioni inizialmente on line, negli ambiti della chirurgia oncologica e cardiovascolare – precisa il Prof. Pier Camillo Parodi, Docente presso il Dipartimento di Area Medica e Direttore della SOC Clinica Chirurgia Plastica Ricostruttiva dell’ASUFC – Tramite le nostre piattaforme avremo la possibilità, per esempio, di trasmettere agli ospedali mongoli interventi chirurgici su cui confrontarci; effettuare teleconsulti su casi particolari che i colleghi asiatici potranno sottoporci. E, non appena possibile, la formazione potrà proseguire con lezioni in presenza a Ulan Bator e con formazioni sul campo, nel nostro ospedale accademico, stimolando così quello scambio di relazioni, competenze e professionalità che è tra gli obiettivi più importanti di questo accordo». E sullo sfondo di un Memorandum che già si preannuncia intenso, il nuovo progetto europeo su ricerca e innovazione, Horizon Europe, per il potenziamento della cooperazione internazionale con particolare  riguardo ai temi di salute. (fonte qui.uniud.it, Università degli Studi di Udine)

 CULTURA
Zanabazar raccontato
in "Qui giace un poeta"


9 novembre 2020

Tra le 60 tombe d'artista raccontate nello splendido libro edito da Jimenez "Qui giace un poeta", - insieme a personaggi immortali come Kafka, Poe, Virginia Woolf, James Joyce, Leopardi, Sartre, Michelangelo, Mozart - c'è anche quella di Zanabazar nel racconto di Federico Pistone. L'importanza dell'opera, culturale e mistica, dell'insigne personalità mongola è testimoniata anche dalle 10 pagine a lui riservate, più di ogni altro personaggio dell'arte e della storia mondiali. Un volume prezioso, a cui hanno collaborato scrittori di alto livello, per chi vuole conoscere la nostra civiltà senza limiti né preconcetti. Come è scritto nella prefazione, "sembra quasi che in quelle tombe lo spirito del defunto e della sua opera si sia fuso con lo spirito del luogo, e che chi ne ha visitato la tomba non sia andato fin lì solo per vedere cosa diamine c'era da vedere. Ma per incontrare una persona". Nel caso di Zanabazar, è stato il giornalista Federico Pistone ad affrontare questa avventura e a "incontrare" questa "persona" davvero eccezionale, tra mistero, cronaca e leggenda. Ecco l'incipit del racconto, con l'invito a visitare attraverso la lettura di questo libro tutte le lapidi raccontate.

Dov'è la tomba di un dio? Non è mai dove la cerchi. Il percorso per trovarla è inclinato, insidioso, trascendente.
Zanabazar è stato un dio, incarnazione del Buddha, primo Bogd Gegen, il santo che risplende, maestro spirituale e politico della Mongolia dal 1638 – quando era una creatura predestinata di appena tre anni che recitava a memoria i testi sacri – al 1723, avvelenato dai Manciù, che temevano il suo potere e la sua presunta immortalità. A quell'epoca nessuno arrivava ai novant'anni, e nessuno ci arrivava con quella energia.
Zanabazar, il dio-re, discendente diretto di Gengis Khan, inventore, matematico, poeta, scrittore, scultore – i suoi bronzi sublimi hanno segnato l'arte di tutta l'Asia – e poi mago, architetto – a dodici anni costruì il primo monastero, lo Shankhiin khiid, non un modellino – musicista, pittore, astronomo, economista, medico, stilista (ha perfino disegnato gli abiti dei monaci, copricapi compresi). Come linguista ha inventato l'alfabeto decorativo del Soyombo, che ancora fregia la bandiera mongola. E, assicura il suo biografo coevo Luvsanperenlei, Zanabazar aveva poteri sovrannaturali e faceva miracoli: come quando si trovò a pregare in un tempio sperduto nelle montagne del Tibet e contemporaneamente, a migliaia di chilometri di distanza, stava fondando l'accampamento mobile di Urga, destinato a diventare la nuova capitale della Mongolia, Ikh Khuree e, dal 1924, la definitiva Ulaanbaatar, l'eroe rosso. Altri testimoni giurano che, in quello stesso istante, Zanabazar stesse tenendo una funzione al monastero Erdene Zuu di Kharkhorin. Uno e trino... (segue)

 SOLIDARIETA'
Preziosa collaborazione
tra Udine e Ulaanbaatar


8 ottobre 2020

Siamo lieti di comunicare che la scorsa settimana è stato siglato un accordo di collaborazione tra il dipartimento di Medicina dell’Università di Udine e la Mongolian National University of Medical Sciences (MNUMS). Hanno firmato il documento i professori Leonardo Alberto Sechi - direttore del dipartimento di Medicina dell’Università di Udine - e il Prof. Batbaatar Gunchin, vice presidente per gli accordi accademici della MNUMS. La finalità di questo memorandum è la collaborazione in campo medico in diverse specializzazioni, a partire dalla cure per i disturbi cardiovascolari e dai processi atti a favorire un invecchiamento sano e attivo. Questo acccordo parte dalla collaborazione con il Prof. Piercamillo Parodi - presidente del dipartimento di chirurgia medica, plastica e estetica dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine - creatasi nel 2017 in occasione di due interventi gratuiti di chirurgia plastica, che hanno consentito un pieno recupero a Mariam, una bambina mongola con gravi ustioni alle mani. Ringraziamo molto l’Università di Udine sia per questa collaborazione, sia per aver aderito con grande interesse alla realizzazione del nuovo progetto. Un particolare e sentito ringraziamento all’Ambasciata della Mongolia di Roma per la fattiva collaborazione che ha agevolato la conclusione favorevole di questo accordo.
Alberto e Chiara Colombo

 CULTURA
Al Concorso "Sergio Maldini"
premiata la Mongolia


7 settembre 2020

La Mongolia si trasferisce nell'incantevole scenario di Santa Marizza di Varmo, provincia di Udine, in occasione della II edizione del Concorso di narrativa di viaggio intitolato al grande scrittore Sergio Maldini. Premiato "Il leopardo e lo sciamano - Viaggio nei misteri della Mongolia" di Federico Pistone (Sperling & Kupfer) con la seguente motivazione:

Federico Pistone, Il leopardo e lo sciamano. In viaggio tra i misteri della Mongolia.
"Il leopardo delle nevi e lo sciamano sono due dei magici incontri dell’autore nel suo affascinante viaggio in una Mongolia descritta nella sua varietà e umanità. Racconto poetico, tra incontri e sorprese, di una terra estrema, che ci riguarda un po' da vicino anche se non lo sappiamo. Narrazione esatta, tesa, nata come esito di una conoscenza vera, profonda, colta e curiosa allo stesso tempo, condotta con una prosa elegante, asciutta, senza voluti preziosismi. L’uso costante della sinestesia fa sentire il lettore al fianco del viaggiatore: suoni, odori, colori, sapori sono descritti con tratti essenziali. Le pagine sono ricche di notizie, di eventi e di luoghi pieni di storia, ma la lettura è scorrevole ed immediata la partecipazione alle vicende narrate. Scrittore sapiente, Pistone sa discernere i centri nevralgici di una civiltà tutta da scoprire e tenere il lettore sul filo sottile sospeso tra l’ interesse per civiltà lontane, il bisogno di fantasticare e la curiosità per il presente, a cui accostarsi con rispetto. Il testo, arricchito da un pregevole servizio fotografico originale, si caratterizza per la compresenza  di istanze saggistiche di spessore antropologico e di desiderio d’avventura, sostenuto da una agilità che rende leggero l’impianto narrativo e suscita una profonda riflessione su un rapporto spesso latente nella vita dell’uomo contemporaneo fra  realtà e fantasia, fra scienza e mito, fra un passato lontano, un passato più recente, un presente di grandi cambiamenti  ed un futuro di difficile lettura, tra l’incredibile urbanizzazione, le offese mosse all’ambiente, la sperequazione sociale, la coesistenza tra forme di vita arcaiche ed altre tese ad un problematico progresso. Le pagine riescono a sostenere in modo convincente il fecondo equilibrio tra riflessione e racconto evocativo, tra il racconto personale di viaggio ed un altro tipo di racconto, in cui è l’umanità tutta ad essere coinvolta in un  cammino incessante, inarrestabile. Perché così vuole la nostra specie e così è sempre avvenuto. Per tutta l’ampiezza del libro, si respira un’aria di curiosità umana, di rispetto per ogni forma di vita e di serena accoglienza dei misteri della vita".

 

 PRIMO PIANO
"Solo lingua cinese"
La protesta dei mongoli


2 settembre 2020

Sono gli eredi di un impero che, pur se brevemente, tra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo, unì politicamente Oriente e Occidente e fu il secondo più vasto della Storia. Il suo fondatore, Gengis Khan, è avvolto ancora da un’aura di grandezza (e terrore). Oggi, i discendenti dei guerrieri che non scendevano mai da cavallo, nemmeno per dormire o mangiare, sono andati in strada, nella regione rimasta in mano alla Cina e che oggi è chiamata Mongolia Interna, per salvare l’ultima vestigia della loro identità: la lingua. In migliaia, riferisce il New York Times, hanno manifestato contro la decisione delle autorità di Pechino di «armonizzare» i curriculum scolastici nazionali togliendo alle minoranze, mongoli e coreani ma anche tibetani e uiguri, la facoltà di insegnare materie come letteratura o storia nella propria lingua, sostituendola con il «putonghua», ovvero il cinese standard (da noi spesso chiamato Mandarino). Pechino ha giustificato la decisione con l’intento di favorire l’integrazione delle minoranze nella società - la Cina è al 91% etnicamente Han, come i cinesi definiscono se stessi - ma la reazione è stata immediata e i genitori hanno minacciato di non mandare più i loro figli a scuola. Per i mongoli che vivono nella provincia che confina con la Repubblica di Mongolia (per i cinesi: Mongolia Esterna), indipendente dal 1921, la lingua è forse l’ultimo baluardo di una civiltà che sta affogando nella modernizzazione. Abituati all’isolamento, alle distese erbose senza fine, i mongoli sono stati sempre attenti a non irritare le autorità comuniste in cambio di un’autonomia culturale che solo da poco, sotto la presidenza di Xi Jinping, è stata messa in discussione. Difficile dire come finirà: tutte le testimonianze delle proteste che hanno invaso la Rete da giorni, sono state cancellate dalla censura. Ci sono stati arresti ma poco sfugge all’ordine del silenzio. Per quest’ultima battaglia i mongoli avranno bisogno di qualcosa di più veloce dei loro cavalli.

(Corriere della Sera - Paolo Salom)

 PRIMO PIANO
La prima immagine
di Padre Giorgio Vescovo


8 agosto 2020

Un Padre Giorgio sorridente ed emozionatissimo ha ricevuto oggi, 8 agosto 2020, l'ordinazione a Vescovo della Mongolia nel Santuario della Consolata di Torino. Nella foto, tratta dalla diretta di TeleCupole, la prima immagine di Giorgio Marengo nelle vesti di Prefetto apostolico della Mongolia. Chi l'ha conosciuto, durante i suoi tanti anni da missionario ad Arvaikheer, sa di una persona straordinariamente generosa, al di là della fede religiosa: è riuscito a creare un contatto prezioso con la popolazione locale e anche con le autorità grazie al suo lavoro umile e concreto. “È tanto intensa questa luce - ha detto il Vescovo Marengo nel suo discorso di investitura - che le parole non bastano. Ci vuole la paorla di gesù, la sua mano che ci tocca. L'unica parola che può risuonare è il grazie più profondo al Signore della storia e a tutti voi". Giorgio Marengo, nel suo mongolo impeccabile, si è poi rivolto ai "miei amati fratelli e alle sorelle della Mongolia che ci seguono da lontano e mi aspettano nella loro terra", concludendo con un bair ta, il grazie mongolo. A concludere, un'Ave Maria cantata in lingua mongola dedicata alla missione della Consolata.

 PRIMO PIANO
L'8 agosto Padre Giorgio
consacrato Vescovo


5 agosto 2020

Padre Giorgio Marengo sarà ufficialmente consacrato Prefetto apostolico della Mongolia sabato 8 agosto 2020 nel Santuario della Consolata di Torino. consacrato il giorno. Nominato vescovo da Papa Francesco lo scorso 2 aprile, padre Giorgio - da anni prezioso missionario nella comunità di Arvaikheer - ha aspettato fino all'ultimo che ci fossero le condizioni per organizzare la consacrazione episcopale a Ulaanbaatar, dove sarebbe stato naturale che avvenisse. Ma a causa delle severe restrizioni legate al Covid è stata scelta Torino, sia per il profondo legame della Consolata con la chiesa subalpina e per le stesse origini di Padre Giorgio. La consacrazione avverrà alle ore 10 per le mani del cardinal Luis Antonio Tagle, assistito dal cardinal Severino Poletto e dall’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia. «Che la consacrazione episcopale avvenga a Torino è il risultato di un misterioso intreccio di eventi ed è un dono del tutto inaspettato - scrive padre Giorgio -. I legami di amicizia e di collaborazione che ci uniscono vi porterebbero certamente a voler essere tutti presenti quel giorno al Santuario della Consolata, ma questo non sarà purtroppo possibile: siamo infatti ancora in tempi difficili e non possiamo dimenticarcelo. Queste restrizioni ci impongono un sacrificio, quello cioè di lasciare che alla celebrazione partecipi solo un gruppo su invito personale: membri della mia famiglia stretta e di quella allargata dei Missionari e Missionarie della Consolata, con un’esigua rappresentanza di sacerdoti e consacrati e consacrate e di altre Chiese particolari legate alla Mongolia. Sono sicuro che tutti capite la situazione e troverete il modo di farvi presenti con la preghiera e l’affetto anche a distanza». Tutti però potranno partecipare all'evento. Sarà infatti predisposta una trasmissione in diretta internet sul canale You-Tube della diocesi di Torino, su quello dei Missionari della Consolata e quello della prefettura in Mongolia. Sarà possibile seguire la cerimonia in diretta sociale su Facebook (@missionariconsolata), in TV su Telecupole, su @consolatavideos, sul Digitale terrestre 15, Sky 824, TivùSat 422. Nella foto, Padre Giorgio Marengo con un giovane mongolo.

Anche il Naadam
a porte chiuse


12 luglio 2020

L'annuale festival sportivo Naadam della Mongolia è iniziato sabato senza pubblico per la prima volta in 800 anni di storia, a causa delle restrizioni per la pandemia. In un ranch fuori Ulan Bator, gli atleti hanno sfoggiato le "tre abilità virili" di equitazione, tiro con l'arco e lotta, vestiti con tute da combattimento tradizionali "zodog shuudag" e tuniche "deel". Ma il festival di due giorni, che di solito attira decine di migliaia di curiosi e venditori ambulanti, quest'anno ha solo una manciata di ospiti vip, mentre ai normali cittadini è vietato entrare e possono seguire il festival in TV. La Mongolia, che confina con la Russia e la Cina, ha riportato finora solo pochi casi di virus e nessun decesso, ma continua a imporre un rigoroso blocco delle frontiere che ha provocato proteste da parte dei mongoli rimastii all'estero. Erdenebad Badam, un venditore ambulante di 55 anni a Ulaanbaatar, ha dichiarato di non essere stato in grado di effettuare vendite con il festival che si svolge a porte chiuse, nonostante sia passato dalla vendita di fazzoletti e penne a maschere e guanti. "Il governo dovrebbe distribuire denaro invece di sprecare soldi per i festival", ha detto ad AFP. "A stento riesco a comprare il cibo. Erdenebayar Nergui, un 27enne residente a UB, ha dichiarato all'AFP di essere scontento del fatto che solo pochi eletti si godranno le festività di quest'anno. "Non c'è niente da guardare. Non possiamo nemmeno andare a vedere le corse dei cavalli, ma i responsabili delle decisioni sono lì e possono divertirsi a guardare sul campo", ha detto. La Mongolia ha revocato alcune restrizioni relative al coronavirus nei giorni scorsi, consentendo di riaprire cinema e locali notturni con orari limitati, sebbene le manifestazioni politiche e la maggior parte degli eventi sportivi siano ancora vietati. (fonte Euronews.com)

 CULTURA
“Il leopardo e lo sciamano”
finalista del premio Maldini


12 luglio 2020

Il libro "Il leopardo e lo sciamano" di Federico Pistone (Sperling & Kupfer) è stato selezionato fra i 5 finalisti del prestigioso Consorso di letteratura di viaggio intitolato a Segio Maldini (1923-1998), grande scrittore e giornalista friulano, amico di Pasolini e vincitore del premio Hemingway. Il 5 settembre a Udine si conoscerà l'esito del concorso, vinto nella passata edizione dalla scrittrice fiorentina Simona Baldanzi con "Maldifiume" (Emiciclo). "Il leopardo e lo sciamano" è il resoconto di un viaggio nei territori più spirituali della Mongolia. Ecco l'icnipit della prefazione di Sveva Sagramola: "Latte e terra. L’odore della Mongolia è fatto delle cose che danno la vita, e un viaggio in questa regione nel cuore dell’Asia è in grado di restituirci una fotografia antica di noi stessi, quando, agli albori della nostra umanità, nomadi, ci spostavamo per adattare le nostre esistenze ai cicli stagionali. Ancora non c’era separazione con la natura, e i confini tra la vita e la morte, l’umano e il divino, erano difficili da distinguere, così come il cielo dalla terra, nello sconfinato orizzonte delle steppe. È in questo spazio senza tempo, dove l’essenza del nostro essere al mondo si staglia nitida, che ci conduce il libro di Federico Pistone, un diario di viaggio che avvince e si legge come un romanzo, emozionante, perché racconta non solo le storie, le abitudini e la vita quotidiana di un popolo abituato da oltre cinquemila anni a vivere nelle tende sfidando inverni che arrivano a cinquanta gradi sottozero, ma ne cattura anche i sogni, le credenze, i misteri".

 PRIMO PIANO
Due casi isolati di peste
ma 0 morti per coronavirus


7 luglio 2020

La notizia dei due contagiati dalla peste in una zona remota della Mongolia è rimbalzata su tutte le testate (perfino Gramellini ha dedicato un suo elzeviro per il Corriere). Parlare di "peste bubbonica" da noi è come ripassare i Promessi Sposi o rivivere le grandi tragedie della storia, ma in questo caso si tratta di un banale contagio dovuto ai parassiti delle marmotte. La caccia a questo animale in Mongolia è vietata ma alcuni nomadi la catturano, a loro rischio e pericolo, per preparare una ricetta tradizionale. Le autorità mongole hanno immediatamente posto in quarantena i due pastori, scongiurando qualsiasi contagio e dimostrando ancora una volta una particolare attenzione nell'evitare il diffondersi di malattie attraverso il Paese. Non dimentichiamo che la Mongolia è uno dei pochissimi stati al mondo dove il Covid-19, che sta ancora falcidiando la popolazione del pianeta, non ha provocato neppure un morto. Un dato certificato dall'Oms e davvero incredibile se si pensa che la Mongolia è schiacciata tra Russia e Cina, due dei Paesi più colpiti dal coronavirus. La chiusura immediata dei confini, al primo sorgere del sospetto, e una condotta irreprensibile dei cittadini, ha permesso alla Mongolia di uscire immune da questa pandemia epocale. Il Governo sta valutando di riaprire le frontiere ai forestieri ma con la massima cautela e con i tempi necessari. (foto di Fernando Tam)

 PRIMO PIANO
Il Partito del Popolo
stravince le elezioni


25 giugno 2020

Il Partito del popolo mongolo (Mpp) ha mantenuto una forte maggioranza in parlamento, secondo i risultati preliminari delle elezioni, resi noti oggi. L'Mpp ha ottenuto 62 seggi su 76, mentre il Partito democratico, principale forza dell'opposizione, ha vinto undici seggi e altri tre sono stati occupati da partiti indipendenti e coalizioni, ha riferito oggi la Commissione elettorale generale. Il risultato ha deluso le aspettative di avere un parlamento più variamente composto, aspettative sorte in molti grazie alla presenza, nelle liste elettorali, di 13 partiti e oltre cento candidati indipendenti. Probabilmente, invece, la gestione della pandemia da Covid-19, per cui la Mongolia ha registrato poco più di 200 contagi e nessun decesso, ha premiato il governo, facendo sì che per la prima volta un partito mantenesse la maggioranza assoluta in elezioni consecutive. In precedenza, il Mpp e il Partito democratico avevano a turno esercitato la maggioranza nel Grande Hural di Stato - il parlamento unicamerale - o erano stati costretti a formare governi di coalizione. La vittoria consentirà al primo ministro Ukhnaagiin Khurelsukh di formare liberamente un nuovo gabinetto o di mantenere il suo gabinetto attuale, praticamente senza affrontare alcuna opposizione. Dovrà, tuttavia, lavorare con il presidente Khaltmaagiin Battulga del Partito democratico, che è stato eletto nel 2017 e non ha partecipato alle votazioni. (fonte affaritaliani.it)

Coronavirus: nessun morto
grazie a Gengis Khan


25 giugno 2020

La Mongolia ha avuto solo 204 casi di coronavirus, tutti importati, e nessun morto. La nazione conta 3,2 milioni di abitanti, la maggior parte nella capitale Ulan Bator. Densità di popolazione bassissima: 1,9 abitanti per chilometro quadrato. Nomadi dispersi nelle steppe. Forse questo è il motivo della scarsa diffusione del Covid-19: il distanziamento sociale in Mongolia è il modo abituale di vivere.
Però, il «South China Morning Post» spiega che nelle steppe mongole circola un’altra versione: è l’eredità di Gengis Khan che ha protetto il Paese. Il grande e feroce condottiero ha lasciato alla sua gente senso militare della disciplina, dieta spartana di latte e carne, capacità di cavarsela da soli senza aspettare l’aiuto di un governo centrale lontanissimo dagli accampamenti provvisori dei nomadi.
Riassume il monaco Ukhaanzaya Dorjnamnan: dietro ogni problema del mondo c’è un naga (il naga è un serpente mistico); il coronavirus è un naga molto potente, ma i naga notoriamente non vogliono fare del male ai mongoli perché essi vivono in pace con la natura. E infatti «Genghis Khan scelse questa terra per noi perché è una buona terra. E Gengis Khan ci promise che la terra ci avrebbe protetto».

Guido Santevecchi (inviato del Corriere della Sera)

 PRIMO PIANO
Russia-Mongolia: colloquio
tra Putin e Battulga


20 giugno 2020

Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto un colloquio telefonico con l'omologo mongolo Khaltmagiyin Battulga, focalizzato sugli accordi di cooperazione raggiunti lo scorso anno. Secondo quanto riferisce una nota stampa del Cremlino, la conversazione si è avuta su iniziativa della parte mongola. "Il presidente della Mongolia si è congratulato con il presidente della Russia per il 75mo anniversario della Vittoria nella Grande guerra patriottica, aggiungendo che un raggruppamento delle truppe mongole prenderà parte alla parata sulla Piazza Rossa. Lo sviluppo di relazioni bilaterali di partenariato strategico è molto apprezzato. È stato discusso il corso di attuazione degli accordi raggiunti a seguito della visita ufficiale del presidente della Russia in Mongolia nel settembre 2019, principalmente in ambito commerciale ed economico", si legge nel comunicato diffuso dal Cremlino. Sono stati discussi anche i problemi legati al controllo della diffusione dell'infezione da coronavirus. (fonte Agenzia Nova)

 PRIMO PIANO
A fuoco lo State
Department Store


11 giugno 2020

Uno spaventoso incendio si è sviluppato nella notte di domenica 7 giugno allo State Department Store di Ulaanbaatar, uno dei simboli della capitale mongola, punto di riferimento commerciale e sociale posto nell'animatissimo Viale della Pace. Le fiamme, come documentato dall'immagine, sono divampate dal sesto piano dell'edificio, molto frequentato dai mongoli e dai turisti per la grande quantità e qualità di oggetti in vendita, dal cashmere ai prodotti dell'artigianato, dagli strumenti musicali, gioielli, dipinti, manifatture tradizionali, libri, mappe, documenti. Un rogo che ha coinvolto l'intera struttura, danneggiando seriamente anche il sistema di scale mobili. Fortunatamente non si registrano vittime né feriti, ma i danni sono ingentissimi. Le cause sono ancora da accertare e, nel giro di alcune settimane, saranno valutati i lavori da compiere e i tempi stimati di riapertura. Lo State Department Store, chiamato confidenzialmente dai cittadini di Ulaanbaatar Ikh Delguur (grande negozio) è una vera e propria istituzione in Mongolia, ed è anche un punto di incontro per appuntamenti, essendo situato in una delle zone più centrali e frequentate della capitale.

 CULTURA
Spirit Animal, progetto
culturale e umanitario


28 maggio 2020

Unire le diverse voci provenienti da differenti culture e angoli della Mongolia, per creare un’immagine della vita nomade del paese. Le loro storie si intrecceranno con quelle di chi ha deciso di abbandonare la vita nomade per sopravvivere in città. Questo è "Spirit Animal", un documentario che esplora le vite di tre famiglie nomadi in Mongolia, minacciate dal cambiamento climatico e dallo stile di vita occidentale della capitale Ulaanbaatar. Il film è un ritratto vivido e intimo dei personaggi che, grazie auna vita trascorsa a contatto con la natura, hanno costruito una forte relazione con il loro animale guida. Il progetto parte dal duo The Makkina - Inês von Bonhorst e Yuri Pirondi - registi vincitori di diversi premi internazionali; e dalla fotografa Tânia Neves, che ha viaggiato regolarmente in Mongolia nel corso degli ultimi 4 anni. Keep Digging Production, casa di produzione cinematografica in provincia di Modena, si innamora subito dell'idea e salta a bordo alla fine del 2019, lanciando un'iniziativa crowdfunding per aiutare la realizzazione del film. La raccolta fondi sta proseguendo a questo link: https://www.indiegogo.com/at/SupportSpiritAnimal e ogni venerdì su questa pagina saranno comunicati gli aggiornamenti sul progetto. Il 5 giugno produttori e registi parleranno live alle ore 16 per svelare alcuni "dietro le quinte".

Coronavirus: Mongolia
blindata fino a fine giugno


27 maggio 2020

Sul fronte Coronavirus, la Mongolia continua a non registrare alcuna vittima, solo qualche decina di casi "sotto controllo. Il Governo ha comunque deciso di tenere chiuse le frontiere almeno fino alla prossima fine di giugno, subito dopo le elezioni legislative.

 PRIMO PIANO
Mongolia: il 24 giugno
le elezioni legislative


26 maggio 2020

Il prossimo 24 giugno si svolgeranno in Mongolia le elezioni legislative in cui verranno eletti i 76 deputati dello State Great Hural, il parlamento mongolo. I deputati sono eletti direttamente nei collegi elettorali con voto a maggioranza semplice. Ogni collegio elettorale richiede almeno il 50% di partecipazione degli elettori affinché il voto sia valido, mentre i membri hanno un mandato di 4 anni. Negli ultimi 10 anni, la frustrazione degli elettori nei confronti dei partiti tradizionali si è accumulata. I principali partiti sono: DP (Democratic Party), MNDP (Mongolian National Democratic Party), MPP (Mongolian People’s Party) e MPRP (Mongolian People’s Revolutionary Party). Nelle elezioni parlamentari e presidenziali del 2016 gli elettori mongoli avevano sviluppato dei forti dubbi sulle loro istituzioni politiche, in particolare sui partiti politici. Infatti oltre l’8% degli elettori ha presentato scheda bianca nel secondo turno delle elezioni presidenziali del 2017, esprimendo il loro dissenso ai 2 candidati. La Mongolia è divisa in 29 circoscrizioni elettorali che eleggono dai 2 ai 3 deputati ciascuno. Ricordiamo che i candidati presidenziali sono nominati dai partiti politici rappresentati nello State Great Hural ed eletti direttamente con voto popolare a maggioranza semplice per un mandato di 4 anni con possibilità di ricandidarsi per un secondo mandato. A seguito delle elezioni legislative, il leader del partito di maggioranza o della coalizione di maggioranza è di solito eletto primo ministro dallo State Great Hural. La campagna per le elezioni parlamentari in Mongolia inizierà ufficialmente il 2 giugno. L’atmosfera attorno alle elezioni di quest’anno è diversa dalle precedenti campagne elettorali a causa della diversa tipologia di candidati. In questa tornata elettorale non si candideranno soltanto i politici di vecchia data come Sodnomzundui Erdene, Bayanjargal Tsogtgerel, Ukhnaa Khurelsukh e Nambar Enkhbayar, ma anche i leader di nuova generazione cresciuti politicamente nei movimenti neo-nazionalisti e tra gli attivisti per i diritti umani. L’uso attivo dei social media offre un’opportunità di parità di condizioni per i candidati ad interagire con gli elettori. La Mongolia è contesa dalle grandi potenze mondiali a livello di politica internazionale e commerciale e questo limita di gran lunga la sua sovranità sia in politica estera che interna. La Cina riceve circa il 90% delle esportazioni della Mongolia e fornisce alla Mongolia oltre 1/3 delle sue importazioni. La Mongolia fa affidamento sulla Russia per il 90% delle sue forniture energetiche e sulle rimesse provenienti dalla Corea del Sud dei mongoli che lavorano in quel paese. Inoltre la Mongolia ha ottenuto nel maggio del 2017 dall’IMF (International Monetary Fund) un pacchetto di aiuti da 5,5 miliardi di dollari da una serie di creditori come l’ADB (Asian Development Bank), la WB (World Bank), che è composta dall’IBRD (International Bank for Reconstruction and Development) e dall’IDA (International Development Association), il Giappone e la Corea del Sud che forniscono sostegno, rendendo il paese asiatico dipendente dalle grandi potenze mondiali. Nel frattempo la GEC (General Election Commission of Mongolia) ha annunciato di aver completato le liste dei candidati nominati dai partiti politici o delle coalizioni, nonché dei candidati indipendenti, che si sono registrati per partecipare alle elezioni del 2020 per entrare nello State Great Hural. Nei tempi utili hanno presentato al GEC i documenti necessari 13 partiti, 4 coalizioni e 137 candidati indipendenti. (di Roberto Galvi, fonte notiziegeopolitiche.net)

 

 

Coronavirus: al 1° maggio
nessun morto in Mongolia


2 maggio 2020

Il nuovo aggiornamento dell'Oms sul Coronavirus in Mongolia conferma i dati del tutto tranquillizzanti da quando è esplosa la pandemia. Nonostante la vicinanza della Cina, dove il virus ha preso il largo, e con la Russia, uno dei Paesi al momento più colpiti insieme all'Europa e agli Stati Uniti, la Mongolia mantiene il sorprendente primato di 0 morti dall'inizio del contagio. La morfologia del Paese, ma anche le attenzioni messe in pratica dal governo mongolo, hanno evitato che nella capitale Ulaanbaatar, dove si assembra una popolazione di un milione e mezzo di abitanti (la metà dell'intero Paese) i casi siano pochissimi e nessuno mortale. I contagiati in Mongolia complessivamente sono stati 39 , i casi attualmente attivi sono 29, i guariti 10 con lo 0% di mortalità. Viene solo un pensiero: beata la Mongolia!
 

Coronavirus: nessun
morto in Mongolia


8 aprile 2020

Il coronavirus, partito dalla Cina e presto diventato una pandemia mondiale, ha toccato solo marginalmente la Mongolia, che ha saputo gestire bene l'emergenza, chiudendo immediatamente i confini e sfruttando anche una situazione geografica favorevole. Non si registrano morti né casi gravi in una popolazione di circa 3,5 milioni di abitanti, di cui la metà concentrata nella capitale Ulaanbaatar. A oggi il bilancio ufficiale è il seguente:

CONTAGIATI IN MONGOLIA: 15

CASI ATTIVI: 11

CASI GRAVI: 0

MORTI: 0

GUARITI: 4

MORTALITA': 0%

 

 PRIMO PIANO
Padre Giorgio Marengo
nuovo vescovo di Mongolia


3 aprile 2020

Il Papa ha nominato Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar, con carattere vescovile, padre Giorgio Marengo, Missionario della Consolata nativo di Cuneo ma “torinese” d’adozione, che lo scorso ottobre aveva portato la sua testimonianza alla Veglia Missionaria diocesana al Santo Volto a Torino.
C’è anche la chiesa torinese in festa per la nomina giunta oggi a Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar (Mongolia), con carattere vescovile, di padre Giorgio Marengo, missionario della Consolata. Nato a Cuneo, ma “torinese” d’adozione e legato a parrocchie e realtà della nostra diocesi. Proprio lo scorso ottobre aveva partecipato alla Veglia missionaria diocesana al Santo Volto a Torino portando la sua testimonianza. Così ora la notizia della sua nomina rimbalza dal Centro Missonario diocesano, alla parrocchia di Sant’Alfonso, dove il Coro Giovani sostiene da anni la sua missione e frequentata dalla sua famiglia, alla comunità di Regina delle Missioni, ai confratelli torinesi… Un susseguirsi di commenti grati per un sacerdote conosciuto e  apprezzato. Padre Marengo ad oggi era Consigliere Regionale dell’Asia, Superiore per la Mongolia e Parroco di Maria Madre della Misericordia ad Arvaiheer, come prefetto apostolico con carattere vescovoile gli è stata assegnata la sede titolare di Castra Severiana. Nato il 7 giugno 1974 a Cuneo, dal 1993 al 1995 ha studiato Filosofia presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e dal 1995 al 1998 Teologia nella Pontificia Università Gregoriana (Roma). Dal 2000 al 2006 ha compiuto ulteriori studi presso la Pontificia Università Urbaniana, conseguendo la Licenza e il Dottorato in Missionologia. Ha emesso la Professione Perpetua il 24 giugno 2000 come membro dell’I.M.C. ed è stato ordinato sacerdote il 26 maggio 2001. Dopo l’Ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: Ministero pastorale in Mongolia ad Arvaiheer (2000-2003); dal 2003: Assegnato alla Missione in Mongolia (il primo missionario dell’I.M.C. in Mongolia); dal 2016: Consigliere Regionale Asia, Superiore per la Mongolia e Parroco di Maria Madre della Misericordia ad Arvaiheer. (Federica Bello, Voce e Tempo).

 

QUI IL LINK DELL'ARTICOLO DI PADRE GIORGIO MARENGO APPARSO SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 24/2/2019

Coronavirus: quarantena
col dono della missione


18 marzo 2020

La Mongolia è un Paese bloccato, tutte le scuole sono chiuse, i viaggi proibiti, le attività pastorali sospese per evitare il contagio da coronavirus. È in questo contesto che “ci si rende conto che oltre, prima e al di là di tutto quello che noi possiamo fare in termini di progetti e attività, c’è una dimensione di dono che avviene in maniera più profonda. Anche se l’apparato esterno non c’è, si scopre ancora di più che la missione prima di essere un’attività, qualcosa che si fa, è una dimensione dello spirito”. Lo afferma ad AsiaNews padre Giorgio Marengo, missionario della Consolata nel Paese delle steppe dal 2003. P. Giorgio racconta una situazione di profonda tristezza e preoccupazione per le notizie sul contagio che giungono soprattutto dall’Italia, suo Paese d’origine. A fine gennaio il governo di Ulaanbaatar ha decretato la chiusura delle frontiere con la Cina e sospeso le attività pastorali. Sono stati bloccati i voli di linea e nessuno entra o esce dal Paese, che conta in tutto quattro contagi. Da oltre un mese la sua parrocchia di Arvaiheer è chiusa, le messe nella grande ger sospese, così come le attività di asilo, cucito e docce gratuite. Ogni giorno, nota, “riceviamo messaggi dal Ministero della sanità con direttive e precauzioni da osservare. In questo senso, ammiriamo molto gli sforzi del governo mongolo di prevenire il contagio e seguiamo fedelmente tutte le disposizioni ufficiali. Spesso vengono i funzionari per accertare il rispetto delle regole e noi collaboriamo con loro”. Tuttavia, continua il missionario, “anche se ci stiamo perdendo la Quaresima vissuta in comunità, la creatività dei fedeli non si ferma e ha fatto sorgere iniziative personali di sostegno alla fede. In buona sostanza, l’opera pastorale si è spostata sui social network, ma continuano anche messaggi e telefonate private con fedeli che ogni giorno ci chiedono il passo del Vangelo su cui meditare”. “Siamo anche edificati – dice – dal vedere come persone di diverse tradizioni religiose si stiano impegnando nella preghiera e nella solidarietà”. P. Giorgio ha dovuto sospendere la formazione dei catecumeni. Anche tutte le funzioni della Settimana Santa sono incerte. La comunità missionaria – formata da due sacerdoti e due suore – ha quindi deciso di “sfruttare” il tempo del fermo obbligato per “riflettere su come rilanciare le attività della comunità, quando ciò sarà di nuovo possibile: abbiamo preparato domande di valutazione che faremo per telefono per raccogliere suggerimenti su come migliorare il nostro servizio pastorale”. Come missionario in un Paese straniero, riflette il sacerdote, “in un momento in cui le attività sono messe a rischio, ci si rende conto che noi siamo qui come dono, che la missione è una dimensione dello spirito. È san Paolo che dice: ‘Non sono più io, ma è Cristo che vive in me’. Lui era prigioniero, ha vissuto ogni sorta di privazione nel suo peregrinare per arrivare a Roma e poi ha passato due anni agli arresti domiciliari. Non ha costruito strutture, però ha continuato a consumarsi per amore di Cristo”. Questa costrizione, aggiunge, “potrebbe insegnarci a riscoprire che la missione, prima di essere una cosa che fai, è una dimensione interiore che vivi: un darti a Dio in risposta a un dono gratuito che hai ricevuto, che è quello della vocazione missionaria che sussiste anche quando non puoi né predicare né fare attività. In questi momenti di crisi si tocca con mano che la missione prima di tutto provoca un processo di trasfigurazione in noi. Se così non fosse, sarebbe solo un mestiere. Per sussistere, la missione non deve basarsi sulle grandi opere, ma sull’interiorità, che non significa fuga dal mondo, ma consumarsi nel rispondere alla chiamata del Signore, al di là di quello che puoi fare”. (A.C.F., fonte asianews)

Coronavirus: le misure
adottate in Mongolia


14 marzo 2020

Dopo l'accertamento del primo caso di contagio da coronavirus in Mongolia, la Commissione di Stato Mongola per le Emergenza ha pertanto adottato le seguenti misure:
1. Sospensione dei voli commerciali con Mosca, Berlino, Nur-Sultan ed Istanbul a partire dalle ore 12.00 dell’11 marzo fino al 28 marzo p.v., nonché di tutti i treni internazionali dal 10 al 28 marzo;
2. Chiusura al traffico automobilistico dei valichi di frontiera tra la Mongolia e la Federazione Russa dalle ore 20.00 dell’11 marzo p.v. fino al 31 marzo. Il divieto è valido sia per i cittadini mongoli diretti verso la Federazione Russa, che per i cittadini stranieri o apolidi che dalla Federazione Russa si dirigano in Mongolia;
3. Particolari facilitazioni sono per contro previste - a partire dalle ore 20.00 dell’11 marzo fino il 31 marzo p.v. – a favore dei cittadini russi che intendano rimpatriare via strada, nonché dei cittadini stranieri che transitino nella Federazione Russa;
4. Sospensione di tutti gli spostamenti interni tra le città, regioni e province della Mongolia con mezzi pubblici o privati, nonché dei voli e treni interni, a partire dalle ore 07.00 del 10 marzo alle ore 07.00 del 16 marzo p.v.
Le predette disposizioni integrano le seguenti misure precedentemente adottate dalle Autorità Mongole:
1. Chiusura di tutti i valichi di frontiera tra la Mongolia e la Cina;
2. Sospensione, fino al 28 marzo p.v. incluso, dei voli commerciali con il Giappone e la Repubblica di Corea, nonché con le città russe di Irkutsk e Ulan-Ude;
3. Divieto dell’ingresso in Mongolia ai cittadini stranieri che abbiano soggiornato, negli ultimi 14 giorni, in Cina, Repubblica di Corea, Giappone, Iran e Italia;
4. Isolamento in quarantena per 14 giorni delle persone che siano state esposte al COVID-19 o manifestino sintomi di contagio.

Coronavirus: fermato
Di Felice, è negativo


11 marzo 2020

L’avventura di Omar Di Felice si ferma momentaneamente. L’ultracycler è stato fermato da una pattuglia della polizia, quest’oggi, per un controllo che le autorità della Mongolia stanno svolgendo su tutti i turisti presenti nel Paese asiatico. I controlli sono scattati in seguito alla positività di un turista francese, che ha fatto scattare la zona rossa in tutta la Mongolia. Ebbene sì, è bastato un solo caso per fermare tutto. Per fortuna, Omar Di Felice è risultato negativo al Coronavirus, ma dovrà rimanere fermo fino a lunedì. L’importante è chiaramente che stia bene e che non gli manchi nulla in questi giorni, ma siamo sicuri che non mancheranno messaggi confortanti da Omar attraverso i suoi canali social. (fonte inbici.net)

Coronavirus: primo caso,
è un cittadino francese


10 marzo 2020

La Mongolia ha bloccato per sei giorni ingressi e uscite dalla sue città dopo il primo caso di coronavirus nel Paese: è un cittadino francese che lavora in una consociata locale del colosso nucleare Orano, specializzato nell'estrazione dell'uranio. L'uomo, arrivato via Mosca, non avrebbe rispettato la quarantena obbligatoria di 14 giorni, ha detto il ministero della salute mongolo. (fonte RaiNews)

Coronavirus: il presidente
Battulga in quarantena


29 febbraio 2020

Il presidente della Mongolia Khaltmaagiin Battulga è stato messo in quarantena a Ulaanbaatar dopo essere rientrato da un viaggio in Cina. Lo rende noto l’agenzia di stampa locale Akipress, spiegando che la misura è stata adottata in via precauzionale per contenere la diffusione del coronavirus. Battulga è stato il primo capo di Stato a recarsi in Cina dallo scoppio dell’epidemia di coronavirus. Durante il suo viaggio, ha incontrato a Pechino il presidente cinese Xi Jinping, con il quale ha discusso dei mezzi per contenere la diffusione del virus. (fonte ilfattoquotidinao)

Coronavirus: la Mongolia
regala pecore alla Cina


28 febbraio 2020

Il presidente della Mongolia Khaltmaa Battulga ha donato a nome del popolo mongolo 30 mila pecore alla Cina per sostenere la lotta contro la Covid-19. Lo riferisce la stampa cinese che riferisce di un video pubblicato dall'emittente nazionale cinese Cctv. Secondo quanto riferisce l'agenzia ufficiale di stampa cinese Xinhua, il primo ministro mongolo Ukhnaa Khurelsukh ha dichiarato in una recente riunione con l'ambasciatore cinese in Mongolia, Chai Wenrui, che il governo mongolo ha donato 200 mila dollari come sforzo per il controllo dell'epidemia cinese e che il Paese è disposto a continuare a fornire il sostegno necessario alla Cina. (fonte agenzianova, foto Matteo Allegro nationalgeographic)

Coronavirus: Mongolia
vietata per ora agli italiani


26 febbraio 2020

In attesa di sviluppi legati ai contagi del Coronavirus, il sito ufficiale della Protezione Civile Mongola ha pubblicato oggi, 26 febbraio, alle ore 16:00, la notizia che la Commissione Speciale per la gestione delle emergenze ha annunciato quanto segue:
"Non sarà consentito l’ingresso in Mongolia a tutti i cittadini stranieri che abbiano soggiornato, negli ultimi 14 giorni, in Italia. I cittadini mongoli provenienti dall’Italia saranno invece sottoposti ad accertamenti sanitari".
Con precedenti decisioni erano stati momentaneamente sospesi i collegamenti aerei tra Ulaanbaatar e la Corea del Sud (aeroporti di Seoul e di Busan), nonché quelli con il Giappone. I voli con la Cina sono sospesi da diverse settimane.

 PRIMO PIANO
Italia-Mongolia-Cina
per un'alleanza più forte


19 febbraio 2020

"Le relazioni Mongolia-Cina sono nel momento migliore della loro storia". Questa la dichiarazione del Presidente mongolo Khaltmaa Battulga rilasciate lo scorso 12 febbraio nel corso della presentazione delle credenziali del nuovo Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Mongolia, Chai Wenrui. "Gli scambi bilaterali e la cooperazione in vari settori come la politica, l'economia, il commercio e le discipline umanistiche sono fioriti, portando benefici a entrambi popoli", ha affermato Battulga. Il Presidente ha aggiunto che il suo Paese ha sempre attribuito grande importanza allo sviluppo di relazioni con la Cina, e ha espresso la sua fiducia nella capacità del vicino Paese di affrontare il nuovo focolaio epidemico di coronavirus. Il Presidente della Camera di Commercio Italo-Mongola Michele De Gasperis ha commentato la dichiarazione del Presidente Battulga: "Accogliamo con grande favore quanto dichiarato dal Presidente mongolo. Noi italiani quando immaginiamo le relazioni economiche e culturali con quei territori tendiamo sempre più a fare riferimento alla Grande Mongolia nel suo insieme, ovvero a quell’area che ricade tra Repubblica di Mongolia e la provincia cinese dell’Inner Mongolia che presenta le medesime peculiarità economiche, commerciali e culturali: un territorio, quindi, che travalica i confini nazionali”. “Questo approccio globale alle aree economiche”, aggiunge De Gasperis, “è ben interpretato dall’Istituto Italiano One Belt One Road, che intrattiene relazioni con la Mongolia e, ovviamente, con la Repubblica Popolare Cinese e opera a vantaggio dell’Italia nell’ambito della Nuova Via della Seta sull’area della Grande Mongolia nel suo insieme, senza distinzioni. Anche in qualità di Presidente dell'Istituto Italiano One Belt One Road, di cui la Camera di Commercio Italo-Mongola è protagonista, non posso quindi che esprimere il mio apprezzamento verso l’apertura del Presidente Battulga, poiché le sue parole vanno a rafforzare quel percorso di cooperazione congiunta già avviato tra i due Paesi nell'ambito del programma della Nuova Via della Seta, a cui l’Italia ha aderito ufficialmente lo scorso anno". Nella foto, Michele De Gasperis e la presidente della Mongolia Interna Bu Xiaolin

Coronavirus, nessun caso
registrato in Mongolia


11 febbraio 2020

In risposta alle crescenti paure in mezzo alla diffusione di un nuovo ceppo di coronavirus, la Mongolia ha chiuso i suoi confini con la Cina e ha chiuso tutte le scuole e gli incontri pubblici fino al 2 marzo. Attualmente non ci sono casi confermati di coronavirus in Mongolia, ma il governo ha preso rigidi misure per prevenire la diffusione della malattia. L'agenzia di stampa mongola ha riferito che un volo charter attraverso il vettore aereo nazionale della Mongolia, la MIAT, ha trasportato 31 cittadini mongoli da Wuhan, epicentro dell'epidemia, a Ulaanbaatar  sabato 1 febbraio. I passeggeri e l'equipaggio saranno tenuti in quarantena per due settimane, anche se i rapporti indicano che tutti i cittadini mongoli evacuati sono risultati negativi al coronavirus. Secondo una fonte di notizie del governo mongolo, dal 4 febbraio un residente della provincia di Darkhan-Uul, rientrato da Taiwan attraverso la Corea del Sud il 30 gennaio, è stato tenuto in isolamento dopo aver mostrato segni di febbre. Altri due casi sospetti sono stati indagati dopo essere arrivati ​​su un volo per Ulan Bator attraverso Seoul. Il 5 febbraio, la Commissione di emergenza statale ha tenuto una riunione per liberare un ospedale in UB da utilizzare come centro di quarantena per le future vittime del coronavirus e sono state costruite strutture temporanee di quarantena presso i posti di blocco alle frontiere cinesi per i cittadini mongoli in arrivo. Dalla chiusura del confine, oltre 6.000 mongoli hanno attraversato la Mongolia dalla Cina a partire dal 4 febbraio. A partire dal 6 febbraio, i cittadini mongoli possono entrare in Mongolia solo attraverso Buyant-Ukhaa (Aeroporto di Ulaanbaatar) e Zam-Uud sulla Mongolia orientale- Confine con la Cina. Prima della quarantena di frontiera, gli ufficiali dell'immigrazione presso il checkpoint di frontiera di Gashuunsaikhait a Umnugobi hanno lavorato a fianco della Provincia della Commissione di emergenza statale per supervisionare l'ingresso di 2.615 cittadini mongoli, 36 cittadini cinesi e 1.432 veicoli in conformità con la quarantena tra il 28 gennaio e il 5 febbraio. Una dichiarazione rilasciata dall'Ambasciata della Mongolia nel Regno Unito conferma che ai cittadini mongoli sarà proibito viaggiare in Cina fino al 2 marzo, tranne che per affari ufficiali; tuttavia, non verranno applicate restrizioni ai camionisti al fine di mantenere il flusso di merci e prodotti tra i due paesi.La giornalista mongola Anand Tumurtogoo ha affermato che mentre i cittadini mongoli "possono ancora viaggiare in Cina se [hanno] affari ufficiali, la maggior parte delle persone che portano piccoli beni dalla Cina sono ... più ferite". Oltre il 90% dei prodotti mongoli viene spedito verso o attraverso Cina. A seconda della durata della situazione, la chiusura del confine con la Cina potrebbe causare una grave carenza di beni, in particolare se l'economia informale è chiusa. È stata creata una nuova task force sotto il ministro della salute per fermare la diffusione del coronavirus in Mongolia. La task force raccoglierà e trasferirà informazioni sulle nuove infezioni da coronavirus al Consiglio di sicurezza nazionale e all'Ufficio dei servizi di emergenza dello Stato. Anche le organizzazioni internazionali si stanno affrettando a rispondere preventivamente alle preoccupazioni per la salute.(Monica Veller - The Diplomat)

Coronavirus: la Mongolia
chiude i confini con la Cina


30 gennaio 2020

Anche la Mongolia sta vivendo con apprensione, ma con particolare prudenza e attenzione, l'emergenza del Coronavirus. Il Governo mongolo ha deciso di chiudere preventivamente anche le frontiere stradali con la Cina e al momento non si segnalano casi sul territorio della Mongolia. Il nostro sito aggiornerà costantemente la situazione anche per chi ha programmato un viaggio verso Ulaanbaatar e la Mongolia.

 PRIMO PIANO
Aumenta l'export
del petrolio greggio


24 gennaio 2020

La Mongolia ha esportato 6,5 milioni di barili di petrolio greggio nel 2019, con un aumento di 355.400 barili rispetto all'anno precedente. Lo ha riferito il ministero delle Miniere e dell'industria. Il Paese ha guadagnato 366,7 milioni di dollari dalle esportazioni di greggio dello scorso anno, ha reso noto il ministero in un comunicato. La Cina resta il maggiore acquirente. L'estrazione mineraria è il settore più importante per l'economia della Mongolia. Il Paese è ricco di risorse naturali come oro, ferro, carbone e rame; al momento, però, non ha ancora alcuna raffineria. Il primo impianto di raffinazione del petrolio è in costruzione nella provincia sud-orientale di Dornogovi e dovrebbe entrare in servizio alla fine del 2022. (fonte agenzianova)

 CULTURA
Il ritorno in Mongolia
di Massimo Zamboni


22 gennaio 2020

Dopo l’ideale ritorno nella Berlino dei primi anni ’80 del precedente Sonata a Kreuzberg, Massimo Zamboni compie un nuovo viaggio verso un luogo stavolta segnato da un tempo senza tempo, in cui passato ancestrale, passato recente, presente e futuro si ritrovano sullo stesso orizzonte. Esce il 31 gennaio per Universal La Macchia Mongolica, il nuovo album del musicista e scrittore, co-fondatore dei CCCP – fedeli alla linea prima e dei CSI dopo. A oltre venti anni di distanza, Zamboni torna in quella Mongolia che aveva visitato insieme alla moglie e a Giovanni Lindo Ferretti e che aveva ispirato il terzo e ultimo disco dei CSI, Tabula Rasa Elettrificata. In quella terra mitica – resa immortale dalle gesta di Gengis Khan, attraversata da Marco Polo, conquistata dalla Russia sovietica – Massimo aveva scoperto un’appartenenza ancestrale, pari solo a quella dei boschi emiliani. E aveva scoperto, per la prima volta nella sua vita, il desiderio di avere un figlio. Caterina nascerà due anni dopo, con una macchia inequivocabile: un piccolo livido destinato a scomparire nel tempo, la cosiddetta macchia mongolica, un segno che caratterizza oltre il 90% dei neonati mongoli e pochi altri al mondo. Questo segno sancirà in lei (e in Zamboni) l’appartenenza a due mondi spirituali e fisici, l’Emilia dei padri e la Mongolia del desiderio. Compiuti i diciotto anni, Caterina vuole andare in Mongolia, come se volesse tornare a casa. La Macchia Mongolica è l’anima musicale di questo nuovo viaggio (prima tutti insieme, poi Caterina da sola) che Zamboni plasma in 13 tracce quasi interamente strumentali, da lui composte e suonate insieme a Cristiano Roversi e a Simone Beneventi: le chitarre di Massimo a volte dolci e placide, altre volte taglienti e acide, a tratti con virate psichedeliche, incontrano le percussioni sciamaniche di Simone e i bassi avvolgenti di Cristiano in un disco che ha una natura cerimoniale e rituale. Fra animali mitologici, leggende antichissime, paesaggi che diventano luoghi dello spirito, il disco di Zamboni è la colonna sonora di un’immersione spirituale, di un’indagine sull’Altrove che è in noi, di un’esplorazione necessaria tra le stanze della memoria più intima. “Senza portarne i segni sulla pelle, mi sento punto anch’io da una macchia mongolica. Ed è come se ognuna delle due vite, quella reale di casa, quella irreale qua – o è viceversa? – fosse contaminata dalla presenza dell’altra” scrive Zamboni a proposito di Lunghe d’Ombra, l’unica traccia del disco con un testo cantato. La Macchia Mongolica è anche un libro, scritto insieme a Caterina Zamboni Russia e edito da Baldini e Castoldi, e un film diretto da Piergiorgio Casotti. (fonte domanipress.it)

 CULTURA
La cantante lirica Ayana
esalta l'orgoglio mongolo


4 dicembre 2019

L'Ambasciata della Mongolia ha voluto celebrare nel modo più sontuoso ed emozionante la Festa Nazionale di Indipendenza che quest'anno assumeva un significato particolare coincidendo anche con la Giornata dell'orgoglio mongolo e il Compleanno di Ghengiz Khaan. Degno teatro dell'evento è stato il Luxury Grand Hotel Parco dei Principi di Roma dove la cantante lirica Ayana Sambuu accompagnata dalla sua pianista si è esibita di fronte a un parterre di alto livello, compreso il Corpo diplomatico di Roma e le Ambasciate. Preceduta dagli inni nazionali mongolo e italiano, Ayana ha interpretato arie del compositore mongolo Byambasuren Sharav ("Mio padre e mia madre") e di Vincenzo Bellini ("Casta diva"), molto apprezzate dal pubblico e in particolare dall'Ambasciatore. Nella foto, Ayana Sambuu durante l'esibizione.

 PRIMO PIANO
La Mongolia celebra
la nascita di Gengis Khan


28 novembre 2019

La Mongolia ha celebrato l'anniversario della nascita del leggendario conquistatore Gengis Khan (1162-1227) che fondò l'impero mongolo riunendo singole tribù del nordest asiatico. Il presidente Khaltmaa Battulga, il premier Ukhnaa Khurelsukh, il presidente del Parlamento Gombojav Zandanshatar e altri deputati e ministri del governo locale hanno reso omaggio alla statua di Gengis Khan davanti al palazzo del governo nella capitale Ulan Bator. Tra gli eventi organizzati per celebrare l'anniversario, festa nazionale dal 2012, anche uno spettacolo di lotta tradizionale, un concerto e una mostra sulla storia e il patrimonio culturale della Mongolia. Il presidente ha, inoltre, conferito l'Ordine di Gengis Khan, il più alto riconoscimento del Paese, al gruppo rock The Hu per aver promosso la cultura mongola nel mondo. Formata nel 2016, la band fonde l'heavy metal con i canti tradizionali mongoli. I loro primi due video 'Wolf Totem' e 'Yuve Yuve Yu' hanno raccolto oltre 45 milioni di visualizzazioni su YouTube nell'ultimo anno, e il loro album di debutto, 'The Gereg', e' arrivato in vetta alla classifica Top New Artist di Billboard a settembre. (fonte ansa)

 SPORT
Ciclismo, un mongolo
diventa protagonista


23 novembre 2019

Continua il valzer delle sorprese al Tour of Fuzhou: 24 ore dopo il primo podio tutto « millenials » del ciclismo Elite mondiale, un corridore della Mongolia ha vinto la tappa regina di una corsa 2.1. Jambaljamts Sainbayar (nella foto), portacolori della squadra ucraina Ferei Pro Cycling Team, ha preso in contropiede i favoriti che si guardavano nell'ultimo chilometro della frazione, mentre era in difficoltà la maglia gialla Ilya Davidenok, vittima di una caduta ai meno 5 dal arrivo. Davidenok è scivolato da solo proprio mentre pedalava a ruota del suo luogotenente Artur Fedosseyev, costringendo i suoi rivali Lyu Xianjing e Carlos Quintero a mettere pure loro piedi a terra. Tutti si sono rialzati ma il loro rallentamento ha permesso ad altri corridori, come Jambaljamts Sainbayar, di rientrare nel gruppo di testa nella fase finale della salita finale verso Yun Ding. Poi lo scatto di Sainbayar, che è sbucato per primo nella nebbia che avvolgeva il traguardo. «Per me è una vittoria importantissima - ha detto Sainbayar - perché è la prima che ottengo a livello internazionale. Non me l’aspettavo, anche se sapevo di porter fare bene in questa salita. Sono partito prima dell'ultima curva e nessuno è riuscito a seguirmi». Alla partenza di Yongtai, Davidenok indicava come probabilmente il nuovo leader alla fine della tappa sarebbe Fedosseyev, più scalatore di lui. Il secondo in classifica si è comportato di luogotenente finchè ha dovuto seguire Quintero, poi ha fatto da solo: gli abbuoni del terzo posto più il piccolo gap creato con Davidenok lo hanno portato in cima alla classifica generale alla vigilia della tappa conclusiva a Yongtai che dovrebbe sorridere ai velocisti. (fonte tuttobiciweb.it)

 PRIMO PIANO
Parlamento approva bilancio
con deficit di 799 milioni


15 novembre 2019

Il parlamento della Mongolia ha approvato il bilancio di Stato per il 2020 con un deficit di 2.100 miliardi di tugrik mongoli (799 milioni di dollari), secondo le informazioni pubblicate sul sito web del parlamento. Lo riferisce l'agenzia ufficiale di stampa cinese "Xinhua" che spiega che il deficit rappresenta il 5,1 per cento del prodotto interno lordo (Pil). Nel bilancio dello Stato, si prevede che le entrate ammonteranno a circa 11.797 miliardi di tugrik mongoli (circa 4,5 miliardi di dollari), ovvero il 29 per cento del Pil, e le spese dovrebbero essere circa 13.872 miliardi di tugrik mongoli (circa 5,3 miliardi di dollari), o il 34,1 per cento del Pil. Il governo mongolo si aspetta che l'economia cresca del 6,0 per cento e che il tasso di inflazione sia dell'8 per cento circa nel 2020. Il prossimo anno, il governo attuerà politiche per promuovere una crescita economica sostenibile, mantenere la disciplina fiscale e ridurre l'entità del deficit di bilancio in più fasi, secondo il ministero delle Finanze del paese. (fonte Agenzia Nova)

 PRIMO PIANO
Paola, dalla Mongolia
a Fieracavalli


9 novembre 2019

L’incontro dell’8 novembre con Paola Giacomini e i ragazzi della scuola di San Bonifacio a Fieracavalli (nella foto) ha costituito un momento che potrebbe essere definito ‘equiformativo’ nel senso più ampio possibile del termine. I ragazzi delle classi quarte, accompagnati dalle dinamiche maestre hanno preso parte a un piccolo frammento del grande viaggio che Paola Giacomini ha compiuto a cavallo, dalla Mongolia a Cracovia. Per un’oretta hanno cavalcato al suo fianco condividendo le sue esperienze e sommergendola di domande su ogni aspetto della sua impresa, da come e dove ha dormito, ai cavalli, a temi più alti quale il viaggio, i popoli e la pace. Una bella cartolina che lascia davvero ben sperare per il futuro. Alla fine, abbracci e autografi per tutti e, ci auguriamo per merito di Paola e anche un po’ di Cavallo Magazine, la voglia di avvicinarsi in modo sempre più partecipato al mondo del cavallo. (fonte cavallomagazine.it)

 SOLIDARIETA'
Donazione alla Croce
Rossa della Mongolia


8 novembre 2019

Il Console Onorario Piero Bardazzi consegnerà nelle prossime settimane 500 euro e un defibrillatore automatico di ultima generazione alla Croce Rossa della Mongolia di Ulaanbaatar. La donazione è avvenuta in occasione del pellegrinaggio al santuario della Madonna delle Grazie di Montenero (Livorno), nel corso dell’incontro conviviale presso il Circolo dell’Accademia Navale di Livorno. Il delegato Carlo Testi, all’esito delle attività di raccolta di beneficenza svolte dai confratelli Massimo Planera e Massimo Illiano, ha consegnato nelle mani del Console la donazione, risultato degli impegni presi con l’Ambasciatore della Mongolia in Italia dai Cavalieri Costantiniani della Delegazione Toscana nel corso dell’iniziativa dello scorso aprile 2019 a Sestri Levante. L’Ambasciatore, immediatamente informato dell’iniziativa benefica, ha voluto far giungere al delegato e, suo tramite, a tutti i Cavalieri della Sacra Milizia Costantiniana, la sua riconoscenza a nome della Mongolia.

 PRIMO PIANO
Arrestati 800 cinesi
a Ulaanbaatar per frode


1 novembre 2019

Circa 800 cittadini cinesi sono stati arrestati a Ulaanbaatar, la capitale della Mongolia, in un’indagine su alcuni crimini informatici. Lo scrive Reuters, che parla anche del sequestro di centinaia di computer e di schede SIM. Gli arresti sono avvenuti dopo che martedì c’erano state diverse perquisizioni e dopo due mesi di indagini. Gerel Dorjpalam, capo dell’agenzia d’intelligence della Mongolia, ha detto che i reati avevano a che fare, tra le altre cose, con scommesse illegali, frode, attività di hacking, furto di identità e riciclaggio di denaro. Sempre Reuters scrive che tutti i cinesi arrestati erano entrati in Mongolia grazie a un visto turistico di 30 giorni. All’inizio di ottobre più di 500 immigrati irregolari, molti dei quali provenienti dalla Cina, erano stati arrestati nelle Filippine per truffa informatica. (fonte ilpost.it)

 AMBIENTE
Leopardo delle nevi,
ne restano quattromila


23 ottobre 2019

Il leopardo delle nevi (Panthera uncia) è una delle specie più rare e meno studiate al mondo: restano appena 4.000 esemplari e sono distribuiti in maniera frammentata tra le montagne di Afghanistan, Bhutan, Cina, India, Kazakihstan, Kyrgyzstan, Mongolia, Nepal, Pakistan, Russia, Tajikistan e Uzbekistan. Oggi, 23 ottobre, si celebra la Giornata Internazionale del leopardo delle nevi e in questa occasione il Wwf lancia un'app per monitorare e proteggere il numero di individui ancora presenti in natura. Si chiama NextGIS Collecto, ed è un sistema sviluppato dal Wwf Russia, in partnership con IT- Company di Mosca. L’app, usata da ranger e biologi per la raccolta dati sui leopardi delle nevi, è facile da usare: una mappa digitale consente di visualizzare tutte le tracce, i percorsi e i luoghi in cui si aggirano i felini, permettendo all’ app di analizzare facilmente le informazioni raccolte. Sul leopardo delle nevi sono stati scritti diversi libri, come quello di Peter Matthiessen (Il leopardo delle nevi - Neri Pozza) e di Federico Pistone (Il leopardo e lo sciamano - In viaggio nei misteri della Mongolia - Sperling&Kupfer).

 PRIMO PIANO
Terra nera, dal 2020
divieto di estrazione


23 ottobre 2019

Il governo municipale di Ulaanbaatar ha annunciato il divieto di estrazione di terra nera nella capitale della Mongolia. Lo riferisce l'agenzia ufficiale di stampa cinese "Xinhua". La terra nera, ricca di humus, è ideale per coltivare la maggior parte delle piante dipendenti dai nutrienti. "Man mano che Ulaanbaatar, che ospita oltre la metà della popolazione del paese (3,2 milioni di persone) si sviluppa, la domanda di terra nera aumenta drammaticamente. Di conseguenza, ora è praticamente impossibile estrarre terra nera nel territorio della capitale", ha dichiarato l'Ufficio stampa del sindaco in una nota. Il divieto entrerà in vigore il primo gennaio 2020 e durerà tre anni. (fonte agenzianova)
 

 PRIMO PIANO
Il monaco-oracolo mongolo
per due giorni a Lugano


27 settembre 2019

Per il quinto anno, il Maestro Hamba Lama Shinendentsel (nella foto) sarà presente a Cadro (Lugano). Il Lama Shinendentsel è uno di pochi Choijin Lama che esistono al mondo, titolo conferito solamente a una decina di monaci-oracolo.Nei giorni 28 e 29 settembre sarà possibile ascoltare l'insegnamento del grande Maestro, ma soprattutto di assistere al Rituale Luijin-Cho'd che permette di rilassare la mente, ritrovare maggiore serenità e migliorare la propria vita privata e professionale.  Tutto il ricavato dell'evento verrà interamente devoluto al progetto che attualmente sta iniziando il Lama Shinendentsel, ossia costruire un asilo nido per 100 bambini orfani e di famiglie disagiate a Ulaanbaatar, in Mongolia. Il Maestro è l'abate del Monastero Janchivdechinlen in Mongolia e da molti anni è impegnato ai diversi progetti rivolti agli anziani, alle donne e ai bambini aiutandoli in modo concreto e spirituale con il riconoscimento sia al livello nazionale che internazionale. (fonte cdt.ch)

 SPORT
Calcio, impresa
della Mongolia


5 settembre 2019

Con un gol di Norjmoogiin Tsedenbal al 17' del primo tempo, la Mongolia ha battuto 1-0 Myanmar nella prima giornata del gruppo F per le qualificazioni ai prossimi campionati del mondo di calcio. Un risultato di estremo prestigio che consente alla nazionale mongola di affiancare al comando della classifica parziale il Tajikistan che ha superato con lo stesso punteggio il Kyrghististan. Riposava il Giappone, favorito per la vittoria finale del girone. Martedì 10 settembre le due attuali capoliste, Mongolia e Tajikistan si affronteranno per definire la provvisoria capolista solitaria. Il 10 ottobre sfida proibitiva sul campo del Giappone. Nella foto, un gruppo di sostenitori della Mongolia con la bandiera ufficiale.
 

 SPORT
Mondiali di calcio:
la Mongolia parte bene


6 giugno 2019

Esordio col botto della Nazionale di calcio della Mongolia nelle qualificazioni del prossimo campionato del Mondo in programma nel 2022 in Qatar. Nell'andata del primo turno a eliminazione diretta la squadra rossoblù ha vinto 2-0 contro il Brunei, con un gol per tempo. Al 6' una magica punizione all'incrocio di 
Norjmoogiin Tsedenbal (nella foto, video a questo link: https://www.trollfootball.me/videos/view/goal-by-norjmoogiin-tsedenbal-mongolia-brunei-1-0-first-goal-of-2022) e al 24' della ripresa Naranbold Nyam-Osor. L'11 giugno il ritorno in trasferta.
 

 EDICOLA
La Mongolia del cashmere
sul Corriere della Sera


1 giugno 2019

Due pagine dedicate al cashmere della Mongolia, il più pregiato al mondo. Ma con un'attenzione particolare al rispetto per l'ambiente. È il senso del reportage uscito sul Corriere della Sera a firma Maria Teresa Veneziani che ha seguito l'esperienza di Francesco Saldarini. Nell'articolo si legge: "L'imprenditore comasco è arrivato con la moglie Laurence anche per osservare da vicino la situazione delle caprette Hircus, ormai famose in tutto il mondo per il prezioso 'vello d'oro' che Saldarini ha avuto l'idea di sostituire alle piume d'oca nei piumini: il fiocco di cashmere iniettato direttamente nei capispalla ne garatisce il perfetto isolamento termico. Un'idea ecosostenibile brevettata e oggi Cashmere Flakes è diventato anche un logo posto sulla capsule di giacconi disegnata da giovani talenti come Mitsuru Nishizaki, cresciuto alla corte di Yamamoto, e Marco Rambaldi (ex Dolce&Gabbana) che ha creato capispalla e pannelli in velluto e tessuto tecnico". Nell'articolo parla anche l'Ambasciatore italiano in Mongolia Andrea De Felip: "L'eccellenza italiana può contribuire con le tecnologie e la conoscenza nella trasformazione dei prodotti agricoli e nell'allevamento". Nel pdf le due pagine del servizio apparso sul Corriere della Sera


La Mongolia del cashmere (Corriere della Sera)
 PRIMO PIANO
Alla Biennale di Venezia
il Padiglione della Mongolia


19 maggio 2019

Il Padiglione della Mongolia (nella foto) alla cinquantottesima edizione della Biennale di Venezia propone un progetto interdisciplinare intitolato A temporality, curato da Gantuya Badamgarav con la collaborazione di Carsten Nicolai, meglio conosciuto come Alva Noto: per la sua terza partecipazione alla mostra veneziana, il paese asiatico porta in Laguna le installazioni scultoree dell’artista Jantsankhorol Erdenebayar, alias Jantsa, e una performance sonora interattiva di canti di gola tradizionali mongoli, accompagnati dall’artista e compositore tedesco Carsten Nicolai, alias Alva Noto. Gli antichi mongoli hanno sempre mantenuto uno stile di vita nomade in cui lo sviluppo e l’accumulo di creazioni tangibili, come la letteratura e l’arte, sono stati limitati dallo stile di vita pastorale, che richiedeva un costante movimento. A causa di questo limitato contesto, le tradizioni orali sono emerse e si sono evolute come principale mezzo di espressione e sono state tramandate attraverso le generazioni. Con lo scorrere del tempo, le tecniche di espressione orale hanno acquisito forme uniche e complesse, che sono ora riconosciute dall’UNESCO come patrimonio culturale immateriale dell’umanità. In origine, i mongoli praticavano il canto di gola come mezzo per comunicare con i loro sé interiori, l’ambiente intorno e il mondo animale. I suoni differivano a seconda dell’ambiente e delle menti più o meno evolute, dei corpi e gli spiriti delle persone che li emettevano. Al giorno d’oggi, l’interazione tra esseri umani e natura è drasticamente attenuata e al contrario gli ambienti creati dall’uomo si sono sovrapposti a secoli di relazioni naturali, con il risultato che blocchi di cemento, vetri, pannelli e asfalti diventano i punti focali dell’interazione.Tenendo presente questa alterazione e le opere precedenti dell’artista Jantsa, che si sono concentrate sulle trasformazioni e gli aggiustamenti tra esseri viventi e non viventi, il curatore Gantuya ha commissionato all’artista la creazione di installazioni scultoree che dialoghino con le stanze anguste e interconnesse con pareti in mattoni della vecchia casa veneziana in calle del Forno dove è stato allestito il padiglione mongolo. Inoltre, ha invitato Alva Noto ad unirsi al progetto ed esibirsi insieme ai cantanti mongoli per trasformare e tradurre gli antichi strumenti delle espressioni orali in una forma d’arte contemporanea interagendo con lo spazio creato da Jantsa. Nato in una famiglia di artisti, Jantsa ha conseguito la laurea presso l’Hunter College di New York e sta attualmente completando il programma MFA presso l’University of California, a Los Angeles, California. Profondamente consapevole delle sue radici, Jantsa è sempre stato affascinato dai racconti mongoli, dagli indovinelli, dai proverbi e dalle strutture mentali intellettuali e comunicative che sono state costruite dai suoi predecessori. Indaga le trasformazioni dei tabù, dei rituali, delle superstizioni e delle abitudini socialmente costruite e crea un dialogo tra passato e presente. Giustapponendo le opere contemporanee con lo spirito della vecchia casa veneziana, le installazioni scultoree di Jantsa offriranno agli spettatori momenti di fugace oblio e reminiscenza, in cui gli artisti potranno interagire con lo spazio e gli oggetti, e creare performance emettendo suoni astratti usando tecniche tradizionali di canto di gola e musica elettronica. I suoni saranno installati nello spazio espositivo durante l’Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia. A Temporality si propone di imporre l’idea dell’effimero all’interno delle nostre percezioni, cercando di evocare una miscela di forme, materiali e suoni che vuole mettere in discussione le mentalità socialmente costruite e indagare diverse forme di resistenza. (fonte Finestre sull'Arte)

 PRIMO PIANO
Pil aumentato dell'8,6%
nel primo trimestre 2019


17 maggio 2019

Il prodotto interno lordo (Pil) della Mongolia è cresciuto dell'8,6 per cento su base annua nel primo trimestre del 2019. Lo hanno rivelato i dati diffusi oggi dall'Ufficio nazionale di statistica (Nsa) secondo cui è stato il più alto tasso di crescita del Pil dal terzo trimestre del 2014, quando si è attestato al 9,1 per cento. Il Pil del paese asiatico è stato di 3,5 trilioni di tugriki mongoli (1,3 miliardi di dollari) nel periodo gennaio-marzo e la crescita è stata principalmente attribuita a un aumento significativo delle esportazioni di materie prime e dei prezzi delle materie prime sul mercato internazionale, secondo l'Nsa. Il Pil della Mongolia è cresciuto del 6,9 per cento anno su anno nel 2018 grazie alle esportazioni di materie prime stabili, alla ripresa degli investimenti esteri diretti e al programma di aggiustamento economico del governo. La Banca Mondiale ha previsto che l'economia della Mongolia crescerà del 7,2 per nel 2019 e del 6,9 per cento nel 2020. (fonte agenzia nova)

 PRIMO PIANO
Mongolia-Sestri Levante,
gemellaggio eccellente


13 maggio 2019

Sestri Levante e la Mongolia legate da un gemellaggio tra eccellenze e gastronomia. Il sindaco e le autorità comunali e regionali del centro ligure hanno ricevuto  l’ambasciatore della Mongolia in Italia, S.E. Tserendorj Jambaldorj e il Console Piero Bardazzi. L’incontro, promosso da Enrico Canale dell’associazione “O Leûdo” e da Vinicio Raso dell’associazione “Genuensis”, ha avuto luogo a Sestri Levante presso la Cooperativa Olivicoltori Sestresi. “È stato per me un onore – dichiara il consigliere regionale Claudio Muzio – poter ricevere ed accompagnare l’ambasciatore nella sua visita alla Cooperativa Olivicoltori, che rappresenta un punto d’eccellenza del nostro territorio e contribuisce a mantenere viva l’attività agricola nel Tigullio”. Al termine dell’incontro l’ambasciatore ha consegnato al Comune di Sestri Levante una pepita di pirite ed una di rame provenienti dalla Mongolia, in segno dell’amicizia. All’ambasciatore è stato fatto dono, da parte del presidente della Cooperativa Nicola Gandolfo e del vicepresidente Marco Cusinato, di un cesto di prodotti tipici del territorio. La delegazione ha visitato anche alcune aziende locali tra cui la vinicola Bisson che ha la particolarità di invecchiare il vino in fondo al mare! Inoltre il delegato della Toscana del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio Carlo Testi ha consegnato alConsole Bardazzi e all’Ambasciatore la medaglia d’ argento di benemerenza per l'amicizia dimostrata nel condividere i valori di aiuto alle persone in difficoltà e il grande lavoro svolto  nella beneficenza alle varie associazioni di volontariato in Italia e Mongolia.

 EDICOLA
Le donne della Mongolia
su Internazionale


5 maggio 2019

L'ultimo numero del settimanale Internazionale (nella foto, la copertina) dedica un servizio alle donne della Mongolia, tradotto dall'originale di Sofja Melnicuk, con le foto di Chiara Gioia. "In Mongolia - si legge nel catenaccio - la tradizionale divisione dei compiti nella società ha favorito la parità fra uomini e donne. Oggi le ragazze sono indipendenti e istruite, spesso più dei maschi. Ma a volte restano sole". Nella classifica dell'indice dell'uguaglianza tra generi, la Mongolia si piazza al 58° posto, molto meglio dell'Italia (70°). L'articolo si conclude: "Le mongole sono emancipate, istruite e ambiziose. Hanno di fronte molte porte aperte, hanno realizzato il sogno di migliaia di donne in tutto il mondo e, sotto molti aspetti, hanno superato gli uomini. Paradossalmente, però, forse è proprio questa la fonte dei loro problemi".

 SPORT
Sumo: Hakuko tradisce
la Mongolia per il Giappone


18 aprile 2019

In Mongolia ha suscitato polemiche l’annuncio dello yokozuma (grande campione di sumo) Hakuho (foto), che ha chiesto la rinuncia alla nazionalità mongola per ottenere la cittadinanza giapponese. L’atleta 34enne, il cui vero nome è Munkhbat Davaajargal, aveva in precedenza indicato il desiderio di diventare un cittadino giapponese naturalizzato, requisito per tutti i lottatori stranieri desiderosi di diventare anziani del sumo. Gli anziani della Japan Sumo Association (Jsa) sono i lottatori in pensione che, una volta abbandonato il dohyo (anello), gestiscono tutto il circuito e vengono considerati i veri custodi della tradizione. Secondo i media mongoli, Hakuho ha presentato la sua richiesta la scorsa settimana presso l’Ufficio presidenziale. “Ora devo solo aspettare la risposta”, ha dichiarato l’atleta durante un’intervista al torneo regionale di Primavera in corso a Tokyo. Lo scorso mese, il lottatore ha vinto il suo 42esimo titolo nella divisione makuuchi al torneo Spring Grand Sumo. Durante la competizione, ha attirato le critiche della Jsa per aver indotto il pubblico ad un estemporaneo applauso, al fine di “svegliare la folla per la conclusione dell'ultimo grande torneo dell'era Heisei”. Ma nonostante i successi storici dello yokozuna, la Jsa non ha voluto modificare la norma secondo cui ogni anziano dev’essere cittadino giapponese. La decisione ha turbato Hakuho, anche a causa dello status di eroe della lotta mongola conseguito in passato da suo padre, Jigjid Munkhbat. Quest’ultimo ha partecipato a cinque Olimpiadi, vincendo una medaglia d'argento – la prima nella storia della Mongolia – nel 1968 a Città del Messico. Dal 2001, anno del suo debutto da professionista, Hakuho ha ridefinito il sumo e ha riscritto molti dei record dello sport: il maggior numero di vittorie in carriera (1.120), di trionfi nella massima divisione (1.026) e di campionati vinti da imbattuto (15). (fonte AsiaNews)

 PRIMO PIANO
Campagna contro
i reati di frode


18 aprile 2019

Il governo della Mongolia ha lanciato una campagna nazionale per promuovere la consapevolezza e la prevenzione contro i reati di frode, secondo quanto riferito oggi dai media locali che citano l'Agenzia nazionale di polizia (Npa). "I crimini nell'ambito della frode sono aumentati di anno in anno, causando perdite dirette a cittadini e organizzazioni", riferisce una nota dell'Npa, aggiungendo che le frodi online, contrattuali e il marketing piramidale sono i tipi più comuni di frodi nel paese. Durante la campagna di due settimane che ha preso il via ieri, l'Npa condurrà una serie di attività volte a informare il pubblico sui tipi comuni di frode e ad aumentare la consapevolezza. Un totale di 9.900 casi penali sono stati registrati in tutto il paese nel primo trimestre di quest'anno, e i reati di frode hanno rappresentato circa il 15 per cento dei reati totali registrati, secondo l' Npa. (fonte Agenzia Nova)
 

 SPORT
Giocherà in Mongolia
il giramondo brasiliano


3 aprile 2019

Gabriel do Carmo (foto), centravanti brasiliano giramondo, ha scelto la Mongolia. All'età di quasi 29 anni (li compirà fra 10 giorni) do Carmo ha giocato in 11 squadre tra Brasile, Bulgaria, Grecia, Albania e Cipro. Svincolato dallo scorso novembre, ieri ha firmato per il dodicesimo club della sua carriera: l'Ulaanbaatar FC, al quale si è legato fino al 15 ottobre 2019. (fonte calciomercato.com)

 PRIMO PIANO
Mongolia tra i Paesi
più sicuri al mondo


10 marzo 2019

Mongolia e Filippine sono i Paesi più sicuri del continente asiatico e ai primissimi posti nel mondo, secondo la recente graduatoria stilata dall'autorevole Institute for Economics & Peace. Come indicato dalla mappa, il primo posto assoluto spetta all'Islanda (indicata in azzurro) mentre l'Italia è solo quarantesima, molto dietro la Mongolia, indicata in giallo chiaro. La graduatoria viene stilata in base a tre tipologie di rischio: conflitti bellici, criminalità e disastri naturali.

 PRIMO PIANO
Dal 1° marzo divieto
dei sacchetti di plastica


1 marzo 2019

È entrato in vigore dal 1° marzo in Mongolia il divieto di utilizzare sacchetti di plastica monouso, più sottili di 0,035 millimetri. La norma mira a ridurre l'impatto ambientale derivato dall'impiego di grandi quantitativi di plastica non riutilizzabile nel paese. Il provvedimento, nello specifico, riguarda la produzione, la vendita, l'importazione e la produzione di sacchetti di plastica "usa e getta". "Speriamo, inoltre, che la norma induca lo sviluppo di maggiori opportunità di business e di lavoro, date dalla produzione di sacchetti di plastica biodegradabili e riutilizzabili", ha commentato oggi il ministro dell'Ambiente e del turismo della Mongolia, Tserendorj Uranchimeg.

 PRIMO PIANO
Cinema, la Mongolia
in lizza per l'Orso d'oro


10 febbraio 2019

«Öndög», film girato in Mongolia e diretto dal cinese Wang Quan'an, è in lizza per l'Orso d'oro, «Öndög» si apre con una sequenza di grande fascino: un veicolo si muove di notte nel mezzo della steppa mongola fino a quando non viene trovato il cadavere di una donna. Per difendere il cadavere da possibili attacchi di animali feroci, la polizia invia un giovane agente poco esperto del luogo.Vincitore a Berlino nel 2006 con il notevole «Il matrimonio di Tuya», Wang Quan'an torna per la quarta volta in concorso al festival tedesco con un progetto anticonvenzionale, che ragiona molto con il linguaggio cinematografico e le suggestioni audiovisive. Colpisce positivamente la fotografia, grazie a immagini di straordinaria bellezza in cui i personaggi sembrano diventare parte integrante della natura circostante. Visivamente pregevole, il film si perde invece in una struttura narrativa troppo complicata e poco appassionante. Soprattutto con il passare dei minuti, il regista sembra un po' perdere le redini del suo progetto, limitandosi a dare vita a singole sequenze di buon impatto estetico, che però faticano a trovare un senso all'interno del mosaico complessivo che è stato messo in scena. Resta comunque un progetto curioso, una sorta di western in salsa asiatica che, a ogni modo, non lascia indifferenti. (autore: Andrea Chimento per Il Sole 24 Ore)

 PRIMO PIANO
CARA MONGOLIA,
BUONO TSAGAAN SAR


4 febbraio 2019

Tsagaan sar: è il capodanno mongolo che segue il calendario lunare tibetano e la data varia ogni anno. È la più importante festa mongola e si protrae almeno per un mese. Per essere pronti bisogna avviare i preparativi con grande anticipo perché bisogna pensare a cibo, regali, vestiti nuovi, pulizie; la tradizione impone inoltre di finire i lavori in sospeso e onorare i debiti prima del nuovo anno. I cibi che non possono mancare sulla tavola sono buuz o bansh, lo schienale di pecora (coda compresa), la carne bollita, i biscottoni (kheviin boov) sovrapposti secondo la tradizione, guarniti di aaruul e dolciumi. Anche il riso, simbolo di fecondità e crescita, è presente in tavola così come l'airag e altri piccoli piatti adatti all’occasione. È dovere dei più giovani, entro i primi tre giorni di festa, rendere omaggio agli anziani, offrendo un khadag e portando i saluti con gesto appropriato cioè reggendo le braccia dell’interlocutore con le mani sotto i gomiti. Le famiglie si scambiano molteplici visite. I giorni più importanti sono la vigilia (Bitüün), giornata in cui si mangia moltissimo come atto propiziatorio per un anno di abbondanza. (dalla guida "Mongolia" di Federico Pistone e Tseeghii - Polaris editore, illustrazione di Cristiano Lissoni da "Salik - Il piccolo vento della steppa" di F. Pistone)

 PRIMO PIANO
Eletto il nuovo presidente
del Parlamento mongolo


2 febbraio 2019

Il parlamento mongolo ha eletto Gombojav Zandanshatar (foto) come nuovo presidente dell'assemblea legislativa con il 95,2 per cento dei voti. L'ex capo della segreteria del governo ha sostituito Miyegombo Enkhbold, che è stato estromesso dall'incarico martedì scorso a causa di un suo presunto coinvolgimento in reati di corruzione e abuso di potere. "Farò particolare attenzione a garantire l'unità del parlamento e a ridurre la disoccupazione, la povertà e le disparità di reddito nel paese", ha detto Zandanshatar al parlamento. Il 48enne del Partito popolare mongolo (Mpp) è stato eletto membro del parlamento tre volte nel 2004, nel 2008 e nel 2016. Inoltre, ha ricoperto il ruolo di vice ministro per l'alimentazione e l'agricoltura nel 2003-2004, ministro degli Affari esteri e del commercio nel 2009-2012 e segretario generale del Mpp nel 2012-2013. (fonte Agenzia Nova)

 PRIMO PIANO
Inauguarata centrale
solare da 10 megawatt


29 gennaio 2019

Una centrale elettrica solare con una capacità installata di 10 megawatt è stata ufficialmente avviata nella provincia centrale di Govisumber, in Mongolia: lo ha riferito oggi la televisione di stato mongola, secondo cui la capacità totale di energia rinnovabile della Mongolia era pari a 275 megawatt alla fine del 2018, in base ai dati forniti dal ministero dell'Energia. “L'impianto solare da 10 megawatt è stato ufficialmente messo in funzione a Sumber soum, suddivisione amministrativa di Govisumber”, ha detto l'operatore del progetto Esb Solar Energy. "La costruzione della centrale elettrica finanziata dal Fondo verde per il clima è durata sei mesi: la centrale elettrica può generare 17,1 milioni di kWh di elettricità all'anno nella rete elettrica nazionale del paese", ha reso noto la società. Il Fondo verde per il clima è stato istituito nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) per aiutare i paesi in via di sviluppo nei loro sforzi per sviluppare le energie rinnovabili. La Mongolia, che ha una potenziale capacità eolica di 1.100 gigawatt, ha fissato l'obiettivo di fornire il 20 per cento dell'energia attraverso le rinnovabili entro il 2020 e il 30 per cento entro il 2030. “La quota di elettricità rinnovabile nel consumo complessivo di energia della Mongolia è salita al 16 per cento in media nel 2018”, ha riportato il ministero dell'Energia. (fonte Agenzia Nova)

 PRIMO PIANO
Paola e la sua cavalcata
dalla Mongolia all'Europa


24 gennaio 2019

Ancora per pochi giorni Paola Giacomini (nella foto all'interno di una gher mongola) è a Caprie in Val di Susa da dove ripartirà, dopo una breve pausa, per proseguire il suo incredibile viaggio che ha iniziato da sola il 10 giugno scorso, partendo dalla Mongolia, e che il prossimo settembre la porterà a Cracovia. Nel frattempo il Tg3 nazionale ha mandato in onda in più edizioni una sua intervista. Il lunghissimo cammino di Paola nasce con l’intendo di studiare quei popoli nomadi, la cui vita è molto legata a quella dei loro cavalli, e che sono i degni eredi delle imprese dei cavalieri mongoli di Gengis Khan. Paola, donna coraggiosa e speciale, ha deciso di affrontare le immense pianure della Mongolia, per raggiungere la Russia e l’Europa con i suoi due cavalli.  “Io non viaggio da sola – ci dice – perché ho due carissimi compagni di viaggio, i miei cavalli, che in attesa del mio ritorno sono ospitati in un monastero ortodosso in Russia”. I passi di Paola sono costellati da innumerevoli e preziosissime esperienze, da incontri con persone uniche e da storie che lei porterà sempre nel suo cuore. Paola infatti ha scelto di appoggiarsi al termine di ogni giornata di cammino alle famiglie che abitano i paesi incontrati e “anche se non sempre siamo a riusciti a capirci con le parole, spesso è bastato uno scambio di sguardi per sentirmi a casa”. Il favoloso viaggio di Paola Giacomini ha anche dovuto affrontare qualche imprevisto e, quando le chiediamo se non nasconda anche qualche pericolo, ci risponde “la paura non sempre è negativa, capita anche che ci permetta di salvarci dai grossi guai, ci vuole coraggio e ci vuole fede, perché senza quella è difficile andare avanti. E comunque la Val di Susa è il posto dove abito e amo tornare”. E a Caprie Paola ritornerà con i suoi cavalli mongoli, che potranno così incontrare Isotta Raminga, la cavalla che l’ha accompagnata nei suoi precedenti viaggi. (fonte: lagendanews.com)

 PRIMO PIANO
Produzione industriale
aumentata del 21%


16 gennaio 2019

La produzione industriale della Mongolia nel 2018 è aumentata del 21 per cento rispetto all'anno precedente, attestandosi a 15.700 miliardi di Tugriks mongoli (circa 5,9 miliardi di dollari). E' quanto rivelato oggi dai dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica mongolo. La produzione dei principali prodotti delle industrie estrattive è aumentata del 19,6 per cento, che rende l'industria mineraria un motore chiave della crescita complessiva del paese. In particolare, il volume della produzione di carbone grezzo è cresciuto del 63,1 per cento e quello della produzione di ferro è aumentato del 3,4 per cento anno su anno. I prodotti dell'industria mineraria lo scorso anno rappresentavano circa l'85 per cento della produzione industriale totale nel paese senza sbocco sul mare, ricco di risorse naturali come oro, argento, ferro, carbone e rame. (fonte Agenzia Nova)

 PRIMO PIANO
Mongolia, Oman e Bhutan
le migliori mete 2019


29 dicembre 2018

Il Corriere della Sera, nelle pagine di Liberi Tutti, ricorda come World Tourism Organization, l’agenzia delle Nazioni Unite per il turismo, segnala Mongolia, Oman e Buthan i Paesi gli emergenti dei prossimi mesi. La prima, terra del condottiero Gengis Khan, si legge "consente di perdersi tra immense steppe e sabbie del deserto dei Gobi. Con possibilità per i viaggiatori di soggiornare nelle yurte, condividendo la vita dei nomadi".

 PRIMO PIANO
Venticinquemila in piazza
contro la corruzione


28 dicembre 2018

Migliaia di cittadini mongoli hanno sfidato oggi temperature che toccavano i -25 gradi a Ulaanbaatar per manifestare contro la corruzione e chiedere le dimissioni del presidente del parlamento del paese. Si è trattato delle più grandi dimostrazioni nel paese e sono state suscitate da scandali di corruzione e tangenti che hanno prodotto grande indignazione tra i cittadini nello scorso anno. Gli organizzatori della protesta nella capitale hano detto che circa 25mila persone sono scese in piazza, la polizia locale ha parlato di 5mila. “La ricchezza del nostro paese è stata rubata”, ha detto il parlamentare Batzandan Jambalsuren, parlando ai manifestanti. E ha accusato i due principali partiti politici del paese e il presidente del parlamento Enkhbold Miyegombo di aver “spezzato il paese in tanti pezzi”. Enkhbold è accusato di aver venduto posizioni nel governo, come quella di viceministro e di segretario di stato, riuscendo ad accumulare qualcosa come 60 miliardi di tugrik (24 milioni di dollari). E’ stato sottoposto a un voto di sfiducia, assieme al primo ministro e al suo governo, lo scorso mese, ma questo voto non ha ottenuto risultati. (fonte Afp)

 PRIMO PIANO
Si dimette il sindaco
di Ulaanbaatar


29 novembre 2018

Il sindaco della capitale della Mongolia Ulan Bator, Sundui Batbold (nella foto), ha annunciato oggi le sue dimissioni dopo che il primo ministro del paese gli aveva chiesto di lasciare l’incarico. In una lettera ufficiale al Consiglio dei rappresentanti dei cittadini di Ulan Bator il 12 novembre, il primo ministro Ukhnaa Khurelsukh ha accusato Batbold di non aver adempiuto ai suoi doveri. Oggi il consiglio ha discusso la proposta di Khurelsukh ma non ha preso una decisione. Tuttavia, Batbold ha deciso di presentare la sua lettera di dimissioni. "La reciproca comprensione tra il primo ministro e il sindaco è cruciale nel prendere decisioni nell'interesse dei residenti di Ulan Bator, così ho deciso di dimettermi dalla mia posizione entro il 5 dicembre", ha detto il sindaco nella sua dichiarazione di dimissioni. (fonte agenzianova)

 EDICOLA
Su Avvenire la Mongolia
di Federico Pistone


12 novembre 2018

Anche Avvenire dedica un servizio al nuovo libro del giornalista del Corriere della Sera Federico Pistone, dal titolo "Il leopardo e lo sciamano - In viaggio tra i misteri della Mongolia", edito da Sperling & Kupfer con prefazione di Sveva Sagramola. Stefano Vecchia, corrispindente nel continente asiatico, annota nel suo articolo: "L'esperienza vissuta della Mongolia è fatta di natura, di storia e di memoria, ma anche di confronto co se stessi e le proprie convinzioni perché, scrive Federico Pistone, "c'è tempo, ore su ore senza distrazioni, per giocare con i pensieri, per dare un valore e un contorno più preciso alla nostra esistenza, per capire quello che davvero conta e quello che è sopprimibile, le persone che ci arricchiscono e che meritano il nostro tempo e quelle che sono sterili, abbandonabili. Quando si torna da un viaggio in Mongolia si è più completi, lucidi, consapevoli, spirituali. Non si ha più bisogno di ingannare nessuno, tanto meno noi stessi".


L'articolo completo uscito su Avvenire
 PRIMO PIANO
Poesie e foto nel diario
di Michele Zelioli


6 novembre 2018

Michele Zelioli non è un semplice viaggiatore, ma ha voluto immortalare la "sua" Mongolia attraverso singolari immagini in bianco e nero e in alcune poesie nelle quali esprime le sue emozioni in modo molto suggestivo. Ecco l'incipit di Ulaagchiin Khar. Per andare alla pagina dei Diari clicca qui:


Si arresta la duna o declina sul fondo, fino al lago.
Nel lago di sabbia scompare l’acqua, nell'orizzonte bruno
muore il cielo, dietro ai monti.
In un attimo è spenta la lingua di fuoco che calpestavi;
il passo arretra, il respiro ancora esita
in cerca d’acqua da bere. Più lontano e dentro
è in marcia un vento diafano, da stamane: sospinge l’imbrunire
verso il lago, a perdita d’occhio fino al monte -
si abbracciano come fratelli. Lentamente
la terra inghiotte i figli suoi, e ne sputa le ossa
o la cenere.

 EDICOLA
Sul Corriere la Mongolia
che bandisce Halloween


31 ottobre 2018

La Mongolia mette al bando la festa di Halloween. Il Corriere della Sera, nell'edizione di mercoledì 31 ottobre, dedica una pagina a firma Paolo Salom, raccontando di come questa ricorrenza tipicamente statunitense abbia attecchito nel Paese asiatico al punto di mettere di farlo diventare un caso, affrontato con rigore dal Governo. Sull'articolo si legge: «Dolc etto o scherzetto», in lingua mongola, suona più o meno così: zali mekh esvel emchlekh. Per noi una specie di scioglilingua. Ma non c’è da preoccuparsi. Se anche capitate dalle parti di Ulan Bator durante la festa di Halloween — una tradizione che viene celebrata (cade stasera) ormai quasi in tutto il mondo — non sentirete più la formula recitata dai ragazzini per «estorcere» caramelle e altri dolciumi bussando a caso alle porte di sconosciuti. Il governo della Mongolia ha infatti cancellato la ricorrenza, vietando alle scuole di organizzare feste in costume «che non appartengono alla nostra tradizione culturale». Per la professoressa Erdenechimeg Ganzolboo — docente all’Istituto superiore numero 23 della capitale Ulan Bator — una decisione incomprensibile. «La nostra scuola — ha spiegato alla Reuters — ha classi specializzate nello studio dell’inglese. Per questo abbiamo iniziato a celebrare Halloween». Il punto, continua la professoressa, è che «forse alcuni studenti si sono immedesimati troppo nei travestimenti e alla fine si sono rivelati un “disturbo sociale”». In effetti, il ministero dell’Istruzione ha dichiarato di aver ricevuto molte lamentele da parte di genitori «furenti perché i figli chiedevano loro denaro per comprarsi costumi di cui non capivano il senso». Leggi sotto il pdf dell'intero articolo


L'articolo del Corriere della Sera
 SPORT
Calcio, Ragini:
"Grande esperienza"


26 ottobre 2018

Marco Ragini è rientrato a San Marino, l'allenatore "giramondo" ha concluso la sua esperienza nella serie A della Mongolia portando l'FC Ulaanbaatar al secondo posto in classifica, a soli 4 punti dalla squadra che ha vinto lo scudetto. Un grande risultato per un club che nella scorsa stagione si era salvato ai play out. Dopo l'avventura in Mongolia, Marco Ragini sogna il ritorno in Europa, ci sono già stati dei contatti che il tecnico sammarinese si augura possano andare a buon fine. (fonte Elia Gorini rtvsanmarino.sm). Nella foto, Regini con il presidente del Fc Ulaanbaatar

 PRIMO PIANO
Trovato un meteorite
nel deserto del Gobi


20 ottobre 2018

Un team di scienziati russi dell’Università degli Urali ha trovato un frammento di meteorite da 800 grammi nel deserto del Gobi, in Mongolia. La conferma proviene dallo stesso centro di studi. “Sei esperti del laboratorio scientifico del Consorzio Terra Extra della Università Federale degli Urali (Ekaterinburg) sono alla ricerca di frammenti di meteorite nel deserto del Gobi. Ed hanno trovato i primi 800 grammi di campione“, si specifica in una dichiarazione dall’università. In precedenza, sempre i ricercatori hanno riferito che il gruppo scientifico è partito per la spedizione esplorativa in Mongolia il 21 agosto. E qui vi ha lavorato fino all’8 settembre con i colleghi dell’Istituto di astronomia e geofisica del Mongolian Academy of Sciences. Si tratta della quarta spedizione oltreoceano di un team di scienziati dell’Università degli Urali, dopo aver già viaggiato in altre aree come l’Antartide, l’Iran e il Cile. La spedizione opera nel territorio della Russia. Ma questo non è il solo risultato di una spedizione russa. Un altro team di scienziati russi ha studiato un meteorite trovato in Siberia e hanno concluso che esso conterrebbe un nuovo minerale all’interno. Il gruppo di scienziati ha battezzato il nuovo minerale uakitit. L’uakitit è stato scoperto nel meteorite di ferro Uakit, trovato nella repubblica russa di Buriátia nel 2016. Secondo il professor Viktor Grokhovsky, dell’Università Federale degli Urali, per testare la scoperta di un nuovo minerale è necessario ottenere dati sulla loro struttura cristallina. Tuttavia, considerando le piccole dimensioni del minerale, questo non può essere realizzato con il consueto metodo di analisi con i raggi X. È noto che il minerale è composto da nitruro di vanadio ed è già stato registrato. (fonte focustech.it)

 PRIMO PIANO
De Gasperis: "In 10 anni
la Mongolia si è trasformata"


15 ottobre 2018

Inervista a Michele De Gasperis (nella foto con una statuetta di Gengis Khan) per i 10 anni di presidenza della Camera di Commercio Italo-mongola
Era il 2008, e la Mongolia di allora era un paese profondamente diverso da quello di oggi.
Ha detto bene, la Mongolia dieci anni fa era un paese totalmente diverso: un paese dedito principalmente all’agricoltura e alla pastorizia e in fondo ai ranking economici mondiali. Ma già da allora, a mio modo di vedere, se ne potevano intuire le enormi potenzialità. La posizione geografica favorevole innanzitutto, nel cuore dell’Asia incastrata tra due superpotenze come Cina e Russia, l’inizio dello sfruttamento di ingenti giacimenti di carbone e rame e le dimensioni imprenditoriali simili a quelle delle pmi italiane sono i fattori che ci hanno fatto percepire allora il potenziale commerciale che la Mongolia poteva avere per il nostro paese. In dieci anni sono stato testimone in prima persona della trasformazione della Mongolia da paese arretrato a nazione industrializzata e cresciuta in benessere come mai prima: un paese diventato in breve tempo uno dei maggiori esportatori di materie prime del pianeta e uno stato strategico in uno dei quadranti geopoliticamente più importanti al mondo, con un’economia emergente e di grande prospettiva.
L’interesse delle istituzioni italiane verso il paese è cresciuto di anno in anno: qual è lo stato delle relazioni tra Italia e Mongolia?
Col passare degli anni, e col crescere dell'interesse internazionale verso la Mongolia, anche l’Italia ha iniziato un percorso di avvicinamento verso il paese asiatico. Il primo passo, nel 2010, è stata la nostra acquisizione del riconoscimento ufficiale dal Governo e da Unioncamere come Camera di Commercio, grazie al quale abbiamo preso parte ai momenti istituzionali più importanti per la Mongolia nelle sue relazioni con l’Italia, ovvero i Tavoli intergovernativi del 2011 e 2017. Abbiamo fatto da apripista per l’apertura dell’Ambasciata di Mongolia a Roma e dell’Ambasciata d’Italia a Ulaanbaatar, organizzato la visita del Sindaco di Ulaanbaatar a Roma nel 2015, partecipato al World Expo Commissioners Club in rappresentanza della Mongolia per Expo 2015, preso parte alle attività del vertice ASEM a Ulaanbaatar del 2016 e tanto altro. L’avvicinamento tra i paesi è stato quindi costante: le relazioni tra Italia e Mongolia non sono mai state così strette.
Come ha contribuito in questi anni la Camera di Commercio a questo avvicinamento?
Quanto fatto in questi anni, durante i quali siamo stati – fino al 2016 – l'unico organismo riconosciuto ufficialmente dall’Italia presente nel paese, è stato promuovere con passione la Mongolia e le opportunità commerciali presso le istituzioni, le associazioni di categoria e le imprese italiane. Abbiamo realizzato missioni commerciali durante le quali abbiamo firmato accordi commerciali per i nostri associati, e accolto delegazioni istituzionali e business mongole in visita in Italia. Abbiamo istituito il Premio della Camera di Commercio Italo-Mongola, assegnato negli anni a Ministri e rappresentanti delle istituzioni mongole e italiane, organizzato country presentation e conferenze e realizzato progetti di solidarietà per bambini mongoli in difficoltà attraverso la nostra onlus Etica. Mi fa piacere inoltre ricordare il contributo che abbiamo dato, nel 2012, alla realizzazione dello speciale del Tg5 “Nel giardino di Gengis Khan”, tra i migliori spot che la Mongolia ha avuto in Italia e da cui è nata l’idea, realizzata grazie agli accordi firmati con i Comuni di Roma e Ulaanbaatar, di istituire gli Uffici del Turismo Mongolo in Italia e Italiano in Mongolia.
Qual è il progetto o attività che le sta più a cuore tra quelli a cui state lavorando?
Il progetto a cui teniamo di più è quello che deve essere ancora realizzato. Parlo di un progetto non ancora concluso a causa delle recenti congiunture economiche dei due paesi, ma che è incluso nel più importante accordo commerciale sottoscritto nella storia dei due paesi, e cioè l’MOU firmato dalla Camera con il Sindaco di Ulaanbaatar a fine 2013. Parlo di un importante progetto di sviluppo urbano per la riqualificazione di un distretto degradato della capitale mongola, con la creazione di un quartiere green con 5.000 unità abitative moderne, infrastrutture e servizi. Un quartiere Made in Italy interamente sviluppato da architetti italiani, il cui progetto è stato presentato nel Parlamento mongolo e riconfermato dall’ultima Commissione Intergovernativa Italia-Mongolia del 2017, e che speriamo possa presto vedere la luce.

 PRIMO PIANO
La Mongolia piange
il Vescovo Padilla


26 settembre 2018

Il Vescovo Wenceslao Padilla, della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria (CICM, detta anche "Missionari di Scheut"), primo Vescovo della Mongolia, è morto il 25 settembre all'età di 68 anni, in seguito a un infarto. E'  il Vescovo che ha accompagnato negli ultimi 26 anni i passi della giovane Chiesa mongola.
Di nazionalità filippina, mons. Padilla, fu infatti inviato in missione nel 1992 in Mongolia, all’indomani della riapertura della nazione, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, come Superiore della “Missio sui iuris”,e non ha più lasciato la nazione. Oggi la Chiesa locale (una comunità di 1.300 fedeli) lo piange e lo ricorda come persona di grande fede, che ha dedicato tutta la sua vita ai poveri e all'educazione dei bambini e dei giovani. In un messaggio inviato a Fides, Pablo Virgilio David, vicepresidente della Conferenza episcopale delle Filippine e Vescovo di Kalookan, ha espresso le condoglianze della Chiesa filippina alla Chiesa della Mongolia, “la più giovane Chiesa cattolica del mondo”, elogiando “il contributo del Vescovo Padilla all'evangelizzazione in Mongolia". "Mons. Padilla - ha ricordato - ha lavorato con tutto il cuore, ha fatto del suo meglio, si è donato senza riserve a un popolo straniero, in una terra lontana. Dio si è servito di lui per toccare il cuore di tante persone in Mongolia”. Wenceslao Padilla è nato il 28 settembre 1949 a Tubao, nelle Filippine. È stato ordinato sacerdote il 17 marzo 1976 e nominato Prefetto apostolico della Mongolia il 10 luglio 2002. La sua consacrazione episcopale è avvenuta il 29 agosto 2003 nella Cattedrale dedicata ai Santi Pietro e Paolo, a Ulanbaatar, capitale della Mongolia, di cui ha curato la costruzione.  Era giunto in Mongolia con altri due sacerdoti filippini – tutti membri della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria (CICM) – nel luglio 1992 poco dopo che la Santa Sede avesse stabilito relazioni diplomatiche con la Mongolia. Quando arrivò con due suoi confratelli CICM, non c'era chiesa né cattolici in Mongolia. Tuttavia, scoprì alcuni cattolici espatriati, tra il personale che lavorava nelle ambasciate straniere. Cominciarono così incontri di preghiera nella case, dove si celebrava la messa domenicale. Man mano che il numero dei partecipanti cresceva, vennero affittate delle sale di comunità dove celebrare la messa domenicale. Solo anni più tardi si cominciò a costruire vere e proprie chiese in muratura. 
Grazie all'opera pastorale di mons. Padilla e dei primi sacerdoti è rinato il "piccolo gregge" della Chiesa in Mongolia, una comunità che si è sempre impegnata nella sua missione attraverso il dialogo con le culture, le religioni e le persone povere. Fin dall'inizio, la comunità cattolica ha tenuto un atteggiamento sensibile e rispettoso verso le culture locali, stabilendo buoni rapporti con le altre religioni, mentre si occupava del servizio e dell'assistenza sociale a molte persone disagiate , povere ed emarginate dalla società. Il territorio affidato al Vescovo Padilla comprendeva tutta la Mongolia: due milioni e mezzo di persone, nella Prefettura Apostolica di Ulaanbaatar. Al momento della sua ordinazione episcopale, nel 2003, il Vescovo Padilla aveva detto: "La priorità è di essere in buoni rapporti con tutti, senza discriminazioni, portando una testimonianza dell’amore di Cristo a buddisti, altri cristiani, musulmani e tutto il popolo della Mongolia ".
Fin dall'inizio, Padilla ha conquistato il cuore del popolo mongolo ed è stato molto apprezzato tra i cristiani ortodossi russi, i buddisti, gli sciamani e membri di gruppi religiosi non cristiani. Come Vescovo, si è impegnato fin da subito per innalzare il livello educativo della comunità dei fedeli, dall'asilo all'università. "Abbiamo sponsorizzato gli studenti per andare all'estero e diplomarsi in un'università straniera, ma voglio che i nostri giovani abbiano una buona istruzione qui nel loro paese", asseriva. Dopo 26 anni di ministero del Vescovo Padilla, diversi missionari sono giunti n Mongolia dall'Africa, dall'Asia, dall'Europa e dall'America Latina. Hanno trovato scuole tecniche, orfanotrofi, case per anziani, cliniche, rifugi per la violenza domestica e asili nido. Questi centri sono spesso costituiti in periferie in cui mancavano i servizi di base. I beneficiari sono persone povere e bambini di famiglie indigenti. Attraverso di loro, la missione cattolica è stata anche in grado di entrare in relazione con i fratelli e i genitori dei bambini, allargando così il servizio di assistenza, guarigione e istruzione. (fonte agenzia Fides)

 PRIMO PIANO
Putin incontra Battulga,
Russia e Mongolia vicine


27 agosto 2018

Il presidente russo Vladimir Putin avrà un incontro a Vladivostok a settembre con l'omologo della Mongolia Khaltmaagiin Battulga (nella foto il loro incontro nel 2017). È quanto riferito del portavoce presidenziale russo, Dmitrij Peskov. "Il Cremlino si aspetta che l'incontro tra i due capi dello Stato si svolga a margine del Forum economico orientale", ha affermato Peskov, secondo quanto riferito dal quotidiano russo "Izvestija". Il Forum economico orientale (Eef) è un evento annuale volto a facilitare lo sviluppo dell'Estremo oriente russo e la cooperazione nella regione dell'Asia-Pacifico. Il prossimo forum è previsto a Vladivostok dall'11 al 13 settembre. (fonte agenzianova.com)

 EDICOLA
Ulaanbaatar,
la città doppia


11 agosto 2018

“Abbiamo deciso di restringere l'immigrazione in città fino al 1 gennaio 2020”. Batbayasgalan Jantsan è il vice governatore di Ulaanbaatar, la capitale della Mongolia. Ha le idee chiare su che cosa stia frenando lo sviluppo della “sua” città. “Ci sono 220mila famiglie che vivono nelle ger [le tende coniche dei mongoli, ndr] e in case costruite da loro stessi. Si sono inurbati al ritmo di 45mila l'anno, con picchi di 65mila, e si sono ammassati alla periferia della città. Hanno prodotto inquinamento del suolo, dell'aria e altri problemi. Le forniture idriche stanno migliorando e vorremmo connettere questa gente all'acquedotto, ma non basta comunque per quelle 800mila persone che vivono nella baraccopoli”. Ulaanbaatar è due città. C'è la capitale moderna e la favela che la accerchia. È un po' la metafora di tutta la Mongolia, a cavallo tra globalizzazione e nomadismo. La costituzione dice che ognuno può andare dove gli pare, ma le autorità vogliono fermare la migrazione. Le nuove regole stabiliscono che potrà trasferirsi in città solo chi ha problemi di salute e deve curarsi nella capitale, chi ha comprato un appartamento “vero” e chi lavora nell'amministrazione pubblica. “Bisogna proteggere il diritto dei residenti di vivere in un ambiente sano”, dice il vice governatore. Ma sarà difficile controllare tutti quelli che sono attratti dalla vita urbana o che perdono gli animali nello zud, l'improvvisa ondata di gelo invernale, e puntano alla città come risorsa estrema. I Verdi, vorrebbero una città inclusiva. Dato che ogni mongolo ha diritto a 700 metri quadri di suolo, il loro presidente, Olzod Boum-Yalagch, propone di installare pannelli solari su quei terreni e di far produrre energia pulita agli stessi abitanti delle baraccopoli. Per loro stessi e per la rete pubblica. Ma le autorità non sono intenzionate a prendere in considerazione soluzioni che si discostino troppo dal progetto di città che già hanno in mente: “Prima bisogna migliorare la vita dei residenti”, dice Batbayasgalan Jantsan, che non considera tali i nuovi inurbati. Bisogna fare selezione all'ingresso e dare migliori servizi a quelli che in città ci restano. “Poi potremo lavorare anche sull'efficienza". (fonte www.rsi.ch)

 EDICOLA
Su Dove di agosto
la Mongolia di McCurry


5 agosto 2018

La Mongolia vista dal grande fotografo Steve McCurry e dalla giornalista Ornella D'Alessio. Insieme raccontano il loro viaggio sul nuovo numero di agosto del mensile Dove. Il titolo del reportage, che presto proporremo in versione integrale su mongolia.it, si intitola "Uomini e aquile: tra steppe, laghi immensi e deserti di roccia. Sulle tracce dei popoli che vivono ancora secondo i ritmi della natura. Con gli occhi di uno dei più grandi fotografi del nostro tempo". Nell'articolo, tutto da leggere e da ammirare, nella sezione "Per saperne di più" viene citato il nostro sito www.mongolia.it, definito "il più esaustivo sul Paese" con un altro gradito consiglio: "Da leggere, sul tema, Il leopardo e lo sciamano - Sperling&Kupfer 2018" di Federico Pistone che in questo libro ha svelato "i misteri della Mongolia".


L'ARTICOLO DI DOVE SULLA MONGOLIA
 PRIMO PIANO
Il Mongol Rally
di Ottavio Missoni


4 agosto 2018

Oggi sono in viaggio da Tashkent destinazione Kazakistan, con qualche giorno di ritardo sulla tabella di marcia dovuta alla sosta forzata sul Mar Nero per problemi, risolti fortunatamente, nell’imbarco sul traghetto. Pariti il 16 luglio da Varese, Ottavio Missoni ed Enrica Fugazzola (nella foto a bordo della loro Panda), hanno in previsione di arrivare a metà agosto in Mongolia, preferendo strade alternative all’autostrada che li ha portati a visitare il modernissimo centro culturale Heydar Aliyevdi di Baku, in Azerbaigian, “La porta dell’inferno” in Turkmenistan, un cratere infuocato che brucia da 45 anni e la città si Samarcanda lungo l’antica via della seta. La loro raccolta fondi, prevista per la gara, sarà a favore di due associazioni: Onlus Mariana e Cool Earth. (fonte varesenews.it)

 PRIMO PIANO
Il Mongol Rally
del comico Cornacchione


23 luglio 2018

«Siamo partiti eroici, a bordo di due Panda gialle molto, ma molto, più vecchie di noi... Per regolamento devono essere shitty car, trabiccoli scassati. La squadra è compatta. Non so quando e se torneremo a casa... In questa avventura la norma è perdere la strada e avere un sacco di problemi durante il tragitto». Racconta di sé sgranando gli occhi il comico e attore teatrale Antonio Cornacchione (nella foto mentre assiste il cambio di una gomma bucata) che è nel mezzo del Mongol Rally, la gara benefica e non competitiva più pazza che ci sia. Obiettivo dell’equipaggio: raccogliere fondi per la onlus Oklahoma che ha sede al Gratosoglio e accoglie adolescenti in difficoltà. «Abbiamo appena avuto un intoppo, due gomme scoppiate su uno sterrato ai confini della realtà — ride —. Siamo entrati in azione in tempo record, abbiamo montato le ruote di scorta», dice il comico in versione «explorer». Più di trecento squadre da tutto il mondo partecipano al Mongol rally 2018, trentasei dall’Italia, quelle milanesi si contano sulle dita di una mano. «La notte del 15 luglio in una località segreta vicino a Praga c’è stato il party selvaggio d’esordio, con il taglio del nastro e gli scongiuri», ricorda. Da lì tutti via, sparpagliati fino alla meta, Ulan Udé, in Siberia, vicino alla Mongolia. Sette fusi orari più a Est. (dal Corriere della Sera)

 PRIMO PIANO
E' mongolo il primo
veterinario della storia


20 luglio 2018

“Un uomo senza cavallo è come un uccello senza ali”, recita un proverbio tradizionale della Mongolia. Nella cultura delle tribù mongole i cavalli erano dei preziosi alleati per i lavori e per l’economia, principalmente basata sulla pastorizia equina. Per questo motivo, il benessere degli animali era essenziale per le popolazioni nomadi. E lo studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences dai ricercatori del Max Planck Institute for the Science of Human History, in Germania, sembra esserne una conferma. E’ proprio nelle tribù mongole, infatti, che sarebbero nate le prime cure veterinarie, le più antiche del mondo. (fonte galileonet)

 PRIMO PIANO
La Mongolia tra le letture
proposte da D di Repubblica


17 luglio 2018

Tra gli 8 libri che D di Repubblica consiglia di leggere per l'estate 2018 c'è "IL leopardo e lo sciamano - In viaggio tra i misteri della Mongolia" di Federico Pistone (Sperling & Kupfer). Sull'articolo di Federico Biserni si legge: "Quant’è lunga l’ombra della tua vita?” è la formula che si usa in Mongolia per chiedere l’età di una persona. Lo scopriamo nelle prime righe de: “Il leopardo e lo sciamano” di Federico Pistone, giornalista del Corriere della Sera ed esperto conoscitore del Paese asiatico. Un modo estremamente poetico di chiedere gli anni perché ad essere impregnata di romanticismo è la Mongolia stessa. Di romanticismo, di leggende, di spiritualità, di mistero. Il viaggio attraverso cui Pistone accompagna i lettori è proprio alla scoperta di quest’anima: partendo dal deserto dei Gobi e dallo Shambala (il punto dove, secondo un’antica tradizione, convergerebbero tutte le energie spirituali del mondo) l’itinerario prosegue verso la capitale Ulaanbaatar, poi su verso il grande Nord e l’immenso lago Khuvsgul per piegare infine a Ovest alla scoperta dei monti Altai e alla ricerca dello sfuggente leopardo delle nevi o dell’ancora più riservato “almas”, l’abominevole uomo delle nevi. Il tutto utilizzando fuoristrada, motociclette, treni, cavalli, piedi e sopportando escursioni termiche di decine di gradi tra il giorno e la notte. Un percorso tortuoso e affascinante capace di mescolare avventura e tradizione, mito e amore per una terra a tratti ancora incontaminata. Clicca qui per leggere l'intero servizio.

 EDICOLA
I misteri della Mongolia
tra sciamani e leopardi


12 luglio 2018

Sulle pagine dei viaggi del quotidiano La Stampa Mongolia in primo piano con "I misteri della Mongolia, alla ricerca di sciamani, almas e leopardi". Lo spunto è il nuovo libro di Federico Pistone, edito da Sperling & Kupfer, "Il leopardo e lo sciamano". "Il viaggio di Federico - scrive la giornalista Irene Cabiati, lei stessa autrice di un reportage dulla Mongolia - è una caccia ai fantasmi: in particolare l’almas e il leopardo bianco. Con l’aiuto di alcuni amici mongoli e di persone che incontra per strada e che volentieri lo accompagnano, si inoltra su strade, talvolta quasi impraticabili, incontrando monaci spiritosi e monaci che si dissolvono come nebbia, sciamani e guardiaparco. C’è anche qualche incontro speciale nello spettacolare tempio Amarbayasgalant, fra il popolo delle renne (Tsaatan) e tra i cavalieri che cacciano con le aquile sugli Altai". Per leggere l'intero articolo clicca qui

 PRIMO PIANO
BUON NAADAM,
MONGOLIA!


11 luglio 2018

Buon Naadam, Mongolia! Dall'11 al 13 luglio il Paese celebra la festa nazionale più importante, raccontata nella guida "Mongolia" (Polaris Editroe) da Federico Pistone e Dulamdorj Tserendorj. La parola Naadam significa “giochi” ma la denominazione completa è Eriin Gurvan Naadam, “i tre giochi degli uomini”: si confrontano infatti lottatori, cavalieri e arcieri in una giostra senza tempo. I mongoli si battono in queste tre specialità da sempre, ma da otto secoli il Naadam è la rievocazione delle gesta di Chinggis Khan, orgoglio inossidabile di questo Paese, prima padrone di due continenti e poi vittima di invasioni e umiliazioni. Ancora oggi è l’occasione per fare festa e riscoprire l’unità nazionale, anche se i turisti stanno togliendo sempre più spazio ai titolari delle celebrazioni. Negli ultimi anni i mongoli si stanno abituando a vedere frotte di stranieri accalcarsi con le macchine fotografiche per vivere e immortalare qualcosa che probabilmente non capiranno mai fino in fondo. E che, tutto sommato, per un occhio occidentale a volte sconfina nel noioso, com’è altrettanto incomprensibile e irritante per un mongolo la visione in tv del Palio di Siena, con quei cavalli che non partono mai e che sono costretti a un percorso ellittico, forzato e pericolosissimo. Invece per i mongoli questi giorni significano libertà e orgoglio. Dal 1921 il Naadam assume anche il valore celebrativo per la liberazione dai cinesi ma sotto il dominio stalinista ogni riferimento a Chinggis Khan era rigidamente proibito. Solo nel luglio 1990, scrollato di dosso anche il peso sovietico, si rivedono le icone del grande condottiero. Ormai il Naadam fa parte di tutti i programmi di viaggio nel mese di luglio. Addirittura molti viaggiatori adeguano la partenza per la Mongolia per poter assistere a quella che con estrema fantasia è stata definita l’olimpiade della steppa. Non che il Naadam sia trascurabile, al contrario. Il fascino però si avverte più nell’atmosfera che si carica di passione e di tensione nei giorni e nelle ore immediatamente precedenti l’evento o nelle edizioni che si svolgono nelle campagne: Ulaanbaatar viene lentamente circondata dalle gher dei nomadi provenienti da tutto il Paese, dopo giorni e giorni a cavallo. Infatti il vero spettacolo, per chi vuole cercarlo, è alla periferia della capitale, trasformata per qualche giorno in un enorme accampamento. Nelle strade di Ub, tra mongoli vestiti con i costumi tradizionali e i turisti sempre più numerosi, si vedono sfilare nomadi che, in groppa ai loro cavalli, hanno finalmente la possibilità di visitare la “grande città”. La celebrazione vera e propria ha inizio nella piazza principale di Ulaanbaatar dove l’esercito schierato fa da cornice ai discorsi delle autorità e del Presidente della Repubblica. Il pubblico e gli atleti si trasferiscono allo stadio principale dove comincia una lunga e principesca sfilata che rievoca le gesta di Gengis Khan. Si comincia con la lotta, davanti a decine di migliaia di spettatori composti: si parte da 512 o 1.024 lottatori (il numero è sempre una progressione geometrica di ragione 2) che si sfidano in match a eliminazione diretta, dimezzandosi fino a rimanere due contendenti finali per il titolo di Arslan, cioè di leone. Quando il numero iniziale è 1024 si avranno quindi 10 turni di incontri. Superato il 5° turno si è insigniti di un titolo onorifico: è un Nachin (Gheppio) chi arriva al 6° turno, Khartsaga (Sparviero) al 7°, Zaan (Elefante) all’8°, Garid (Garuda) al 9°, Arslan (Leone) dal 9° in poi, in tre giorni di lotte trasmesse anche in diretta tv. Un due volte campione è Avarga, tre volte Dalai Avarga, quattro volte Dayan Avarga, infine Darkhan Avarga, ovvero Campione, Grande Campione, Titano, Campione Assoluto. Il più grande lottatore della storia è indubbiamente B. Bat-Erdene Avarga (classe 1964), vincitore di 12 Tsagaan Sar consecutivi e di 11 Naadam. Dal 2004 è deputato al Parlamento. L’abbigliamento di gara, indumenti di particolare pregio, consiste in un corpetto (zodog) che copre solo spalle e braccia, attillati pantaloncini in seta (shuudag) e ai piedi i tradizionali stivali di cuoio (mongol gutal). Gli incontri si svolgono in un tempo limite che varia dai 10’ dei primi tre turni, 15’ del 4° e 5° turno, 20’ del 6° e 7° turno, fino ai 25’ dei turni finali; trascorsi tali limiti, si sorteggia la scelta di una presa che accelera l’esito dell’incontro. Vince chi costringe per primo l’avversario a toccare terra almeno con un ginocchio, un gomito o la testa. Il trionfatore volteggia come un uccello predatore sopra il rivale appena battuto. L’ultimo a resistere, dopo tre giorni di lotte trasmesse anche in diretta tv, è il vincitore del Naadam, l’uomo più forte della Mongolia. Nella storia del Naadam si contano una decina di pluricampioni. La seconda prova è quella del tiro con l’arco, tornato in auge dopo l’indipendenza della Mongolia, a cui prendono parte anche giovanissimi e anziani, tutti bardati secondo l’antica tradizione guerriera. È uno degli sport più antichi dell’umanità, risalente a due millenni or sono. I concorrenti devono centrare dei cilindretti di cuoio intrecciato, con distanze che variano secondo lo stile delle varie gare. Le gare di tradizione khalkh prevedono la dotazione di 4 frecce e una distanza di 60 m per le donne, 75 m gli uomini; nelle gare di tradizione buriati sono 30 m per le donne e 40 m gli uomini; nella tradizione uriankhai, che ammette solo uomini, i bersagli sono a 50 m. Nelle gare dei bambini la dotazione è di 20 frecce e la distanza è proporzionale all’altezza. I compagni di clan sostengono gli arcieri con canti ossessivi di incoraggiamento. Infine, la corsa dei cavalli che si svolge nella vallata di Khüi Doloon Khudag, a 35 km da UB, protagonisti sono i bambini, da 5 a 12 anni, che lanciano i cavalli in sei sfiancanti gare, per sei diverse categorie di cavalli: Daaga, cavalli di due anni / percorso da 12 a 14 km; Shüdlen, cavalli di 3 anni / da 15 a 17 km: Khyazaalan, cavalli di 4 anni / da 15 a 17 km; Soyoolon, cavalli di 5 anni / da 22 a 24 km (è questa la gara più importante, nessun appassionato si perderebbe mai “la polvere dei Soyoolon” né un khuushuur del Naadam, venduti un po’ dappertutto); Ikh nas, cavalli di oltre 5 anni / da 24 a 26 km; Azarga, stalloni / da 22 a 24 km. (foto Federico Pistone)

 PRIMO PIANO
Tavecchio: "Piango
quando rivedo le gher"


30 giugno 2018

L'ex presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio (nella foto) confessa alla Gazzetta dello Sport il suo amore per la Mongolia. Il suo sogno? "Tornare ancora in Mongolia. Quando rivedo le tende nelle praterie sconfinate, piango". Tavecchio è un personaggio molto controverso del nostro calcio, ma nonostante le gaffe e qualche posizione discutibile, nessuno può mettere in discussione la sua umanità, la sua onestà intellettuale e e la sua sensibilità, trstimoniata anche dalla passione per una terra così spirituale come la Mongolia.

 PRIMO PIANO
Markus giramondo,
compleanno in Mongolia


28 giugno 2018

Markus Mayer (foto), giornalista 41enne bavarese, ha lasciato il lavoro e la casa per realizzare un suo grande sogno: girare il mondo in 80 giorni a bordo di una Vespa. Attraverserà 17 Paesi diversi di tre continenti e percorrerà oltre 24mila chilometri. "Il mio 42esimo compleanno sarà in Mongolia", racconta descrivendo l'itinerario di viaggio. La partenza è in programma per il 30 giugno da Madrid. Quando tornerà Markus vuole cambiare mestiere e vivere in camper. (fonte TgCom)

 SOLIDARIETA'
Incontro con Roy e Sirpa,
gli angeli della Mongolia


24 giugno 2018

Una nuova intervista esclusiva arricchisce il Punto d'incontro di mongolia.it, a cura dell'artista mongola Ayana Sambuu. La cantante lirica questa volta ha incontrato per noi Roy e Sirpa (nella foto), definiti "gli angeli della Mongolia" per la preziosa attività che svolgono a favore della popolazione nomade, grazie a un pronto intervento aereo per le emergenze e il soccorso alle persone da trasportare con urgenza nella capitale o nelle zone urbane. Una lunga intervista che svela un aspetto poco conosciuto del Paese e di chi lo fa crescere preservandone autenticità e sicurezza. Spiega Roy nell'intervista: "Blue Sky Aviation fa parte dell’Organizzazione Aerea Internazionale Cristiana MAF che svolge il suo lavoro in più di 30 paesi di tutto il mondo. Noi abbiamo anche uffici di appoggio in tanti paesi, inclusa l’Italia (www.mafitaly.org) che inviano  piloti ed altre persone dello staff internazionale  e che collaborano e lavorano con  team-squadre locali per mantenere le rotte aeree  e tenere i voli aerei in efficienza". Per leggere l'intervista completa vai alla pagina Punto d'incontro di Ayana Sambuu

 EDICOLA
Sul Corriere della sera
i "segreti" di Gengis Khan


15 giugno 2018

Oggi il Corriere della Sera dedica una pagina a Gengis Khan, a firma di Federico Pistone. Un modo diverso per raccontare e ricordare il grande condottiero mongolo, al di là degli stereotipi. Ecco l'incipit, sotto il pdf della pagina intera: Spietato condottiero, incubo di due continenti. O sovrano tollerante, divinità, primo vero ecologista della storia. Buone tutte e due quando il soggetto del dilemma è Gengis Khan - o Cingghis Khaan per traslitterarlo alla mongola - il condottiero che conquistò e unì il più grande impero di sempre, dalla Cina ai confini orientali dell'Europa, nominato uomo del millennio dal Washington Post davanti ai più accreditati Leonardo, Einstein, Gandhi, Galileo, Napoleone, Beethoven e Mozart. La motivazione ufficiale è da premio Nobel: "Ha permesso di collegare Oriente e Occidente consentendo la creazione della civiltà moderna". Sterminando i nemici che non accettavano il suo potere e la sua origine divina, verrebbe da aggiungere in caratteri più piccoli. "Dettagli" che la storia perdona quando in ballo c'è il futuro del mondo, la possibilità di creare un immenso corridoio, da Vienna a Pechino, dal Mediterraneo al Gobi, dove possono fluire liberamente pensieri, religioni, filosofie, ma anche mercati, spezie, gioielli, tessuti in quel sublime scenario medievale chiamato pax mongolica.


La pagina del Corriere della Sera curata da Federico Pistone su Gengis Khan
 PRIMO PIANO
Domani sul Corriere
una pagina su Gengis Khan


14 giugno 2018

Domani sul Corriere della Sera, nell'inserto Liberi Tutti, esce una pagina dedicata a Gengis Khan, scritta da Federico Pistone, autore del recente libro "Il leopardo e lo sciamano - In viaggio tra i misteri della Mongolia" (Sperling&Kupfer). Nel numero di oggi del Corriere (foto) l'anticipazione di Michela Mantovan: "Non è sbagliato sostenere, tra le altre cose, che Gengis Khan sia stato uno dei più grandi viaggiatori di sempre. In sella al suo fedele cavallo unì infatto il più grande impero della storia del mondo. Certo non erano vacanze, le sue, ma durissime campagne militari condotte con un metodo efficiente e micidiale poi copiato da altri strateghi come i generali Patton e Rommel: così lo racconta nei dettagli Federico Pistone, giornalista e scrittore, profondo conoscitore della Mongolia".


L'anticipazione dell'articolo su Gengis Khan
 PRIMO PIANO
Mongolia, transito gasdotti
tra Russia e Cina


10 giugno 2018

La Russia sostiene l'iniziativa della Mongolia di fungere da paese di transito per oleodotti e gasdotti diretti in Cina. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un incontro con il leader cinese Xi Jinping e il presidente della Mongolia Khaltmaagiin Battulga, nella città cinese di Tsingtao sede del summit dell’Organizzazione per la cooperazione di Shangai (Sco). "Ci sono opportunità di cooperazione nell'industria energetica", ha sottolineato il capo dello Stato russo. "I nostri partner mongoli hanno ideato un'iniziativa per costruire importanti oleodotti e gasdotti dalla Russia alla Cina: la sosteniamo è una buona idea, tuttavia è necessario condurre uno studio approfondito di fattibilità, come sempre in questi casi ", ha aggiunto il presidente russo. Putin ha affermato, inoltre, che i tre paesi hanno lavorato insieme per rimuovere gli eccessivi ostacoli amministrativi al fine di garantire flussi commerciali ininterrotti. (fonte agenzianova)

 PRIMO PIANO
Zurigo, nati 4 cuccioli
di lupo della Mongolia


6 giugno 2018

Lo zoo di Zurigo ha interrotto con successo la contraccezione ormonale dei lupi della Mongolia: a inizio maggio sono infatti nati quattro cuccioli. Inizialmente la madre ha tenuto nascosto i piccoli, indica in una nota odierna lo zoo di Zurigo, precisando che l'avvenuta nascita è stata rivelata grazie a una telecamera. I quattro cuccioli, di cui tre maschi, pesano tra 3,3 e 3,7 chili, circa un decimo di quanto potrebbero arrivare a pesare in età adulta. Dopo un primo controllo veterinario non è stato possibile determinare il sesso del quarto lupo, informa lo zoo. L'ultimo lupo era venuto alla luce allo zoo Zurigo nel 2013, in seguito è stato utilizzato un contraccettivo ormonale per impedire nuove nascite. Lo zoo zurighese ospita i lupi mongoli dell'Asia centrale dal 1983. (fonte swissinfo.ch)

 PRIMO PIANO
Mongolia, pronti progetti
per un miliardo di dollari


1 giugno 2018

Il Consiglio dei ministri della Mongolia ha approvato un elenco di progetti da attuare con il finanziamento del prestito agevolato del governo cinese di un miliardo di dollari. Tra i progetti, la costruzione di linee di trasmissione elettrica e sottostazione tra Ulaanbaatar e Mandalgobi; la ricostruzione della centrale termoelettrica di Erdenet; nuovo impianto di trattamento delle acque reflue; la costruzione di 20,9 chilometri di strada dall'incrocio tra Gachuurt e Nalaikh-Choir; la costruzione dell'impianto di lavorazione della carne e impianto di quarantena; il progetto sull'area di sviluppo dei fiumi Tuul e Selbe; l'installazione di telecamere di sorveglianza nelle strade della città di Ulaanbaatar; il progetto per migliorare l'accesso, la qualità e il controllo del settore delle comunicazioni. (fonte agenzianova)

 PRIMO PIANO
Il leopardo e lo sciamano
sul Corriere della Sera


1 giugno 2018

Sul Corriere della Sera di oggi si parla di Mongolia e del nuovo libro "Il leopardo e lo sciamano - In viaggio tra i misteri della Mongolia" (Sperling&Kupfer). Si legge: "Federico Pistone accompagna il lettore in Mongolia, terra estrama che nasconde possibilità di incontri con sciamani e nomadi gentili, fino al leopardo delle nevi, simbolo della spiritualità mongola".

 PRIMO PIANO
Il leopardo e lo sciamano,
"un viaggio straordinario"


28 maggio 2018

È in libreria Il leopardo e lo sciamano - In viaggio tra i misteri della Mongolia, di Federico Pistone (editore Sperling&Kupfer). Scrive Sveva Sagramola nella prefazione: "Latte e terra. L'odore della Mongolia è fatto delle cose che danno la vita, e un viaggio in questa regione nel cuore dell'Asia è in grado di restituirci una fotografia antica di noi stessi, quando, agli albori della nostra umanità, nomadi, ci spostavamo per adattare le nostre esistenze ai cicli stagionali. Ancora non c'era separazione con la natura, e i confini tra la vita e la morte, l'umano e il divino, erano difficili da distinguere, così come il cielo dalla terra, nello sconfinato orizzonte delle steppe. È in questo spazio senza tempo, dove l'essenza del nostro essere al mondo si staglia nitido, che ci conduce il libro di Federico Pistone, un diario di viaggio che avvince e si legge come un romanzo, emozionante, perché racconta non solo le storie, le abitudini, e la vita quotidiana di un popolo abituato da oltre cinquemila anni a vivere nelle tende sfidando inverni che arrivano a -50 gradi, ma ne cattura anche i sogni, le credenze, i misteri. Quel senso del sacro, che i mongoli non hanno mai perso, dato dal rapporto quotidiano con una natura ostile e imponente, che può essere assecondata e mai sfidata, e attraverso cui viene naturale sentire di essere una parte del Tutto, strettamente legati al destino delle piante, degli animali, dei fili d'erba, dell'aria, dell'acqua, di ogni essere vivente. Un racconto che si fa spesso poetico, perché Federico guida il lettore in un paese di cui ha una conoscenza profondissima, senza, per questo, essere invadente. Non giudica, ci lascia guardare, come se fossimo accanto a lui, in questo viaggio straordinario nella nostra umanità".

 PRIMO PIANO
La tragedia di Federico Zini,
ex calciatore a Ulaanbaatar


26 maggio 2018

Tragica e incredibile fine della vicenda di Federico Zini, calciatore che ha militato anche nella massima serie mongola con l'Ulaanbaatar City e di cui anche mongolia.it aveva parlato diffusamente. Il giovane pisano ha ucciso l'ex fidanzata Elisa prima di togliersi la vita. Un fatto terrificante, difficile da comprendere e da spiegare. Ecco la cronaca di Marco Gasperetti del Corriere della Sera:
Da quando si erano lasciati, poco più un anno fa, quell’amore era diventato qualcosa di oscuro, un’ossessione infinita. E per Federico Zini, 25 anni, pisano, professione calciatore, l’ex fidanzata, Elisa Amato, 30 anni, commessa in un negozio di abbigliamento di Firenze, si era trasformata in un oggetto perduto che avrebbe voluto tornare a possedere ad ogni costo. Così, dopo aver tentato altre volte di riallacciare quella relazione, l’ha uccisa con tre colpi di pistola e poi ha rivolto l’arma contro se stesso. I loro corpi sono stati trovati stamani (sabato) poco dopo le 8 su un’utilitaria parcheggiata davanti al campo sportivo di via Vecchia Fornace, immediata periferia di San Miniato, in provincia di Pisa. Entrambi uccisi da colpi di pistola. Ma a polizia e carabinieri sono bastate poche ore per capire che la morte di Elisa e Federico Zini non era un giallo. «E’ stato un omicidio-suicidio, non ci sono dubbi», spiegano gli investigatori. Secondo le prime indiscrezioni, sembra che Federico alle 3.30 di venerdì notte sia andato a casa della sua ex a Galciana, una frazione di Prato, forse per convincerla a riallacciare la relazione finita da tempo. Poi, dopo un furibondo litigio, il giovane avrebbe sequestrato la donna e l’avrebbe costretta, forse minacciandola con la pistola, a salire sulla propria auto. Alcuni vicini hanno raccontato di aver sentito due colpi di arma da fuoco e di aver visto un’auto partire ad alta velocità. La stessa auto che avrebbe poi raggiunto San Miniato, dove abitava Federico Zini. Infine il tragico epilogo. Non è ancora chiaro se la ragazza sia stata uccisa a Prato o fosse ancora viva quando è arrivata a San Miniato dopo aver percorso i circa cinquanta chilometri. I due giovani erano molto conosciuti a San Miniato e a Prato. Federico era un attaccante della Cuoiopelli (serie D) ma aveva giocato anche in serie C e all’estero. Aveva iniziato la carriera nelle giovanili dell’Empoli (allora in serie A), poi dopo la C era stato ingaggiato da alcune squadre straniere in Bulgaria, Filippine, Mongolia e Malta. Fino a tornare in Italia dopo un grave infortunio. Elisa era impegnata nel volontariato con la Pubblica Assistenza L’Avvenire di Prato. «Una ragazza splendida, sempre pronta ad aiutare gli altri», la descrivano amici e amiche. Su Facebook dei due giovani si leggano ancora post che raccontano la loro storia di coppia. L’ultima foto insieme è stata pubblicata l’8 giugno 2017 a Londra dove avevano trascorso qualche giorno di vacanza. «La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte», aveva scritto Federico Zini. E ancora «Elisa hai iniziato con il rubarmi un sorriso e hai finito per rubarmi il cuore». A lei aveva dedicato anche le parole della celebre canzone di Battiato: «perché sei un essere speciale e io avrò cura di te...».

 PRIMO PIANO
Prima raffineria di petrolio,
al via la costruzione


16 maggio 2018

Avrà inizio nel terzo trimestre del 2018 nella provincia di Dornogovi, nel sud-est della Mongolia, la costruzione della prima raffineria di petrolio del paese. Lo ha dichiarato alla stampa il ministero dell'Estrazione e dell'Industria pesante Dolgorsuren Sumiyabazar spiegando che la fine dei lavori è prevista per il 2022. Per la realizzazione dell'opera la Mongolia ha ricevuto un prestito di un miliardo di dollari dall'India. La costruzione della raffineria, infatti, rientra nella strategia di Nuova Delhi per rafforzare i legami con la Mongolia e ridurre la dipendenza energetica da Cina e Russia. La raffineria potrà processare fino a 1,5 milioni di tonnellate metro cubo di greggio all'anno e produrrà annualmente 560 mila tonnellate di gasolio, 670 mila tonnellate di carburante diesel e 107 mila tonnellate di gas naturale liquido. L'opera dovrebbe far crescere il Pil della Mongolia di dieci punti percentuali. Il progetto della raffineria è stato curato dalla azienda Engineers India. Contestualmente, si lavorerà alla costruzione di una linea elettrica, una strada e una ferrovia di circa venti chilometri che collegheranno il sito alla vicina città di Sainshand, capoluogo della provincia di Dornogovi. (fonte agenzianova)

 PRIMO PIANO
Confapi, Piacenza
più vicina alla Mongolia


12 maggio 2018

Sono stati il presidente Cristian Camisa, il vicepresidente Alfredo Cerciello e il direttore Andrea Paparo ad accogliere l’ambasciatore della Mongolia Tserendorj Jambaldorj in visita alla sede di Confapi Industria Piacenza. La Mongolia è più vicina grazie a Confapi Industria Piacenza. L’ambasciatore del Paese asiatico Tserendorj Jambaldorj ha infatti visitato la sede dell’associazione piacentina ieri pomeriggio, incontrando il presidente Cristian Camisa, il vicepresidente Alfredo Cerciello e il direttore Andrea Paparo. L’incontro ha inteso mettere a confronto e offrire soprattutto un’occasione di conoscenza tra la nostra città e il Paese asiatico: “Per le nostre piccole e medie realtà industriali la Mongolia può rappresentare un mercato importante e ricco di opportunità – è stato il commento del presidente di Confapi Industria Camisa – un mercato in cui le eccellenze del nostro territorio sia nel settore dei macchinari che in quello dell’agroalimentare possono risultare particolarmente interessanti. La Mongolia può essere quindi un partner potenziale per le nostre aziende”. Dello stesso avviso si è detto anche l’ambasciatore: “Sono molto soddisfatto di visitare Piacenza – ha commentato a margine dell’incontro – e penso che ci siano davvero tutte le possibilità affinché i nostri territori possano dialogare e conoscersi meglio, stringendo dei rapporti”. Sicuramente l’incontro di ieri è stato un primo passo: “Ci fa davvero piacere avere potuto accogliere il rappresentante di uno stato come la Mongolia – ha concluso il direttore Paparo insieme al presidente Camisa – con questo incontro di fatto si aprono dei canali commerciali preferenziali con il Paese asiatico: canali che possono risultare interessanti anche per la vicinanza della Mongolia alla Cina e alla Russia, due mercati con cui Piacenza ha già dei rapporti consolidati”. (fonte piacenza24.ue)

 SPORT
Ragini: "Primo italiano
ad allenare in Mongolia"


10 maggio 2018

C’è chi si sposa la sua dirimpettaia e c’è chi, per lavoro e spirito d’avventura, a 50 anni ha già girato e vissuto in mezzo mondo: è la storia di Marco Ragini che in vent’anni e più di carriera ha allenato in Svizzera, Lituania, Slovacchia, Congo, ma può vantare anche esperienze italiane e una partecipazione al Torneo di Viareggio alla guida dei nigeriani del Garden City Panthers. Oggi una nuova tappa: la Mongolia.

Da poco più di un mese è il nuovo allenatore dell’FC Ulaanbaatar.
“Sì, è la squadra della capitale Ulaanbaatar, quasi un milione e mezzo di abitanti, circa il 30% dell’intera popolazione della Mongolia. Il campionato è partito da due settimane: per ora, una vittoria e un pareggio”.

Com’è nata questa opportunità? 
“Due mesi fa mi ha chiamato il mio agente (Davide Stuto) e mi ha proposto questa soluzione. Ho accettato quasi subito: conoscere il mondo asiatico da vicino, e non attraverso i media, o per sentito dire, è sempre stato uno dei miei obiettivi”.

È andato in Asia con quale spirito? 
“È una sfida personale, e come tale l’accetto, sotto tutti i punti di vista: non solo sportivo, dunque, ma anche culturale”.

È il primo mister italiano ad allenare in Mongolia. 
“Sono di San Marino, ma ho preso il Master a Coverciano, quindi mi sento a tutti gli effetti un allenatore italiano: l’obiettivo, da questo punto di vista, è portare qui le nostre conoscenze tecnico/tattiche e le abitudini di lavoro”.

Che campionato è la Mongolian Premier League? 
“Vi partecipano dieci squadre: la vincente, poi, accede alla Champions League asiatica. Il torneo dura 6 mesi, a causa delle rigidità invernali: dalla fine di aprile, ai primi di ottobre. Non c’è limitazione al tesseramento di stranieri, ma in campo se ne possono schierare al massimo tre. Il livello, ovviamente, non è di prima fascia”.

Da tre stagioni la vincente ha solo un nome: Erchim. 
“Sono stato chiamato proprio per interrompere questa egemonia: l’obiettivo è vincere e fare bene”. (fonte tuttomercato.web)

 PRIMO PIANO
Il fenomeno dei nomadi
urbanizzati della Mongolia


4 maggio 2018

I veloci cambiamenti politici e sociali avvenuti in Mongolia dopo la fine del regime comunista e ancor più i rapidi cambiamenti climatici che hanno colpito la steppa hanno avuto un fortissimo impatto su una delle ultime culture nomadi rimanenti del mondo. Ma quello che preoccupa più di tutto gli ultimi pastori nomadi mongoli è la siccità, gli inverni sempre più rigidi e il sovra pascolo che minacciano i mezzi di sussistenza tradizionali e spingono più giovani verso la capitale Ulaanbaatar, sempre più sovraffollata e inquinamenta e dove aumentano criminalità e malattie mentali. Jugder Samdan, un pastore nomade ultrasettantenne che ancora resiste col suo gregge di un centinaio di capre e pecore nella vasta prateria semi-arida della provincia di Arkhangai, nella Mongolia centrale, ha detto alla Thomson Reuters Foundation: «Tutti si trasferiscono in città, Lì ci sono troppe persone». Ormai solo circa un quarto dei 3 milioni di mongoli sono nomadi che percorrono questo Paese stretto tra Cina e Russia e grande 4 volte la Germania, ma la globalizzazone e i cambiamenti climatici stanno cambiando velocemente la loro vita e, dal 2001, ogni anno circa 68.000 pastori si sono trasferiti in città. Secondo il vice sindaco di Ulan Bator, Batbayasgalan Jantsan, nei grandi quartieri “informali” allestiti per accogliere i migranti interni mancano spesso l’acqua e l’energia elettrica. Secondo l’Ufficio nazionale di statistica mongolo, negli ultimi 10 anni la popolazione della capitale mongola è quasi raddoppiata, raggiungendo gli 1,4 milioni di persone – quasi la metà di tutta la popolazione della Mongolia –  con circa il 55% della popolazione della città, 750.000 persone, che vive in quartiri di yurte, le tradizionali abitazioni mongole. Intervistato dalla Thomson Reuters Foundation, il vicesindaco Jantsan ha fatto notare che questi insediamenti informali sono grandi ormai quasi quanto un’intera provincia. E  in nomadi urbanizzati vivono in una città avvolta in un denso smog durante i lunghi mesi invernali, sopportando un inquinamento atmosferico altissimo. Dato che le temperature invernali possono scendere ben sotto i meno 30 gradi centigradi, gli ex pastori per stare al caldo bruciano carbone e questo fa innalzare i livelli di inquinamento fino a 14 in più rispetto ai limiti di salubrità dell’Organizzazione mondiale della aanità (Oms). Ed è proprio l’Oms a dire che ogni anno l’inquinamento atmosferico causa oltre 4.000 morti in Mongolia e che questo è diventato un grosso problema per la nazione asiatica e per popolazioni che fino a pochi anni fa non capivano nemmeno di cosa fosse l’inquinamento atmosferico da carbone, che da novembre e aprile rappresenta ormai l’80% dell’inquinamento atmosferico a Ulan Bator. Jantsan non ha dubbi: «E’ una minaccia per la sicurezza nazionale». Bazarragchaa Altantsetseg, uno specialista di utilizzo del suolo della società di consulenza fondiaria  Vector Maps, ricorda che le yurte erano state progettate per una vita nomade e che solo dopo la rivoluzione sovietica del 1921 (la Mongolia è stata il secondo Paese comunista del mondo) hanno cominciato a prevalere le case stabili. Il comunismo era riuscito a mantenere un certo equilibrio: lo Stato possedeva le mandrie e i pascoli del Paese e i pastori venivano pagati per lavorare nelle fattorie collettive. I capi di bestiame erano stati mantenuti in circa 25 milioni, in linea con le valutazioni di capacità di sfruttamento della terra. Un equilibrio che è stato paradossalmente sconvolto dal 1990, quando il Partito del Popolo Mongolo (Il Partito comunista) accettò che la Momgolia diventasse una democrazia parlamentare e con la privatizzazione che ne seguì, che, secondo la Fao, provocò un aumento del bestiame fino a 56 milioni di capi. Lo stesso Altantsetseg riconosce che «Dal 1990 tutto era caos … tutti volevano avere la terra … e gli animali», Alcuni pastori si sono adattati con entusiasmo al nuovo sistema post-sovietico e Samadan spiega; «Le condizioni sono giuste per tutti: rispetto al regime precedente puoi lavorare duro per avere una vita migliore, puoi far crescere la tua mandria e comprare una macchina». Ma il drammatico aumento del bestiame ha causato problemi di sovra sfruttamento dei pascoli esacerbati dalla desertificazione e la figlia di Samdan, Altantsetseg Jugdur, di circa trent’anni, ricorda: «Quando ero un bambino non si vedevano gli animali nell’erba alta, ora guarda quello che abbiamo: solo polvere e terra».I pastori mongoli hanno visto con i loro occhi avanzare il cambiamento climatico e mangiarsi il loro effimero benessere “capitalista” ma le loro storie sono confermate da un rapporto del ministero dell’ambiente del Giappone del 2014 nel quale si afferma che tra il 1940 e il 2008 la temperatura media annuale della Mongolia è aumentata del 2,14% e con un clima più secco che ha portato a più tempeste di polvere. E mentre le temperature annuali aumentavano, dai primi anni ’90 si sono fatti sempre più frequente e intense le ondate di freddo estremo  e neve, i dzud, come chiamano i mongoli gli inverni micidiali che arrivano dopo una siccità estiva. «Se c’è erba sotto la neve, allora gli animali sopravviveranno, quando non c’è erba sotto la neve, allora è Dzud», riasume Altangerel Dolgor. L’inverno appena passato in Mongolia ha sterminato più di 700.000 capi di bestiame indeboliti dalla siccità del 2017, la moria più grande dal 2011. La steppa intorno a Tuvshruulekh è ancora disseminata di cadaveri di animali congelati su cui banchettano branchi di cani randagi e stormi di avvoltoi. Samdan dice di leggere i segni dei cambiamenti climatici intorno a lui: nella steppa sono comparse per la prima volta le lucertole, mentre stanno scomparendo alcune piante stanno scomparendo, comprese quelle utilizzate nelle medicine tradizionali. Ma, passata l’euforia post-comunista, ora sono soprattutto i cambiamenti sociali a preoccupare i pastori. Bayarmaa Vanchindorj, vicedirettore del Centro di salute mentale della Mongolia ha detto alla Thomson Reuters Foundation che «C’è stato un numero crescente di casi di dipendenza, depressione, tratta e abuso sessuale dei bambini». Dopo lo dopo lo stupro di un ragazzo che ha fatto molto scalpore, a marzo migliaia di mongoli hanno protestato di fronte al parlamento a Ulan Bator per chiedere maggiori che venga fatto di più per prevenire gli abusi sui minori. Vanchindorj sottolinea che si tratta di qualcosa di completamente nuovo e al quale la popolazione non è preparata: «I mongoli per molti secoli hanno vagabondato in spazi illimitati di loro spontanea volontà, quindi penso che l’urbanizzazione abbia preso il sopravvento sulle menti delle persone». Per esempio, Narantuya Nijir ha perso tutto il suo bestiame in un dzud del 2010 e ora vive in una yurta nel cortile di quello che è diventato il suo padrone di casa, nell’estrema periferia Ulan Bator, dove la città incontra il pascolo aperto, e ammette: «È piuttosto difficile vivere nel cortile di qualcun altro, anche se non ci fanno pressione, ci preoccupiamo molto». La società mongola sta cambiando rapidamente: il figlio di Samdan, Chudur, vive con la sua giovane famiglia a Ulan Bator e si è adattato bene alla vita in città, dove si è costruito una casa e ha messu su una piccola attività commerciale. il vecchio Samdan ammette che «La pastorizia è una vita dura», ma le sue preghiere che i giovani rimangano nella steppa sono destinate a rimanere inascoltate. Suo nipote di 16 anni, Tsendmandakh Altantsetseg, che non sa niente del comunismo e della “vecchia” Mongolia, non ha una visione romantica della vita nomade tradizionale: «La natura sta cambiando, le praterie si stanno trasformando in deserti, fiumi e torrenti stanno scomparendo. Ho intenzione di andare all’università in città,  dopo la laurea seguirò la mia professione, lavorerò in città e mi costruirò una vita lì». I mongoli sembrano voltare le spalle non solo al loro passato ma anche alle loro sterminate praterie. Ma quale potrà essere il destino di un piccolo popolo che si ammassa in una città inquinatissima e si dimentica della sua terribile e magnifica natura che lo ha plasmato? (fonte greenreport.it)

 CULTURA
In un libro l'ultimo
viaggio di Gengis Khan


30 aprile 2018

La ricerca della tomba di Gengis Khan è diventata un libro, il terzo per Ippolito Marmai, già autore di "Gengis Khan - La tomba segreta dell'imperatore" (2006) e "Gengis Khan - Le tombe dei Khan, tesoro dei Mongoli" (2011, sempre per Campanotto). Il ricercatore italiano ha ora pubblicato "Gengis Khan - Il mistero dell'ultimo viaggio" (edizioni Lulu.com - 272 pagine - si può ordinare su amazon a 25,18 euro. Quello di Marmai non è solo un racconto di sette anni di ricerche ma è anche un vero e proprio appello rivolto al Presidente della Repubblica di Mongolia, al popolo mongolo, alla Mongolia academy of science e "al gruppo segreto di guardiani della tomba, eredi dei 'guardiani per l'eternità' nominati da Gengis Khan nel XIII secolo". L'autore è convinto che la tomba del condottiero non sia nei territori individuati ufficialmente ma in un'altra zona ad alto rischio sciacallaggio e, come scrive lo stesso Marmai, "per salvaguardare un sito archeologico di primaria importanza al fine di proteggerlo da cacciatori di tesori e da eventuali manomissioni distruttive, causate da presunte 'ricerche minerarie' o dall'apertura di nuove strade e miniere". Più che un libro, una missione.

 CULTURA
Il suono senza tempo
di Nyamgerel Myagmar


23 aprile 2018

La galleria di personaggi ed emozioni del nostro Punto d'incontro, curato dall'artista mongola Ayana Sambuu in esclusiva per mongolia.it, si arricchisce di una nuova gemma: Nyamgerel Myagmar è narratore di canti poetici, uno dei pochi rimasti in Mongolia, musicista di fama internazionale del tradizionale morin khuur, il fantastico "violino delle steppe" che connota anche all'estero la musica tradizionale di questa terra e del canto di gola khöömii. Nella sua intervista, Ayana svela i segreti della musica mongola ma anche quelli della stessa essenza di essere abitanti della Mongolia, nomadi e guerrieri. Il maestro Nyamgerel non parla solo di tecnica musicale, straordinaria, e di tradizioni, ma anche di vita. Come quando afferma: "La vita dei mongoli trascorre in una grande solitudine che spesso li mette a dura prova, perciò ha fatto temperare lo spirito con una grande pazienza e resistenza. Uno stile di vita con abitudini pratiche e semplici, sempre pronti alle “sorprese“. Infatti, un poeta mongolo descrive lo spirito delle persone con queste parole: “La solitudine della steppa mi fece diventare uno lupo solitario e selvaggio". Vai a Punto d'incontro per leggere l'intervista completa

 PRIMO PIANO
Bellatalla e i suoi
"inseguitori di nuvole"


19 aprile 2018

Nella sontuosa cornice dell'affolatissimo Palazzo Ducale di Genova (nella foto), l'antropologo spezzino David Bellatalla ha presentato il suo nuovo libro "Mongolia - La terra degli inseguitori di nuvole" (Edizione Oltre clicca qui per ordinarlo). Bellatalla vive da tempo a Ulaanbaatar dove si dedica a progetti umanitari e culturali. Ecco un estratto dalla sua presentazione del libro: “Che senso ha scrivere un libro sul nomadismo quando a scriverlo è un sedentario? Quanto può essere pretenzioso e letterariamente arrogante voler scrivere un libro che non vuole essere un racconto di viaggio, un saggio, un romanzo, una guida per turisti, un testo di antropologia culturale o un diario personale, per sfuggire a qualsiasi tipo di classificazione libraria? Non ho la risposta, ciò che posso dire è che cercare di interpreare e tradurre ciò che per sua stessa natura è irrazionale, attraverso un testo scritto che risulti comprensibile e fruibile a qualsiasi lettore, conservando però, quella freschezza e essenzialità del messaggio di cui vorrei farmi latore, è un’impresa veramente ardua”. A breve la scheda e la recensione nella sezione Libri.

 PRIMO PIANO
Treni, completato progetto
da Erdenet a Ovoot


11 aprile 2018

China Gezhouba Group International Ltd ha consegnato alla alla società di sviluppo minerario Aspire Mining Ltd una bozza di studio di fattibilità per il progetto di linea ferroviaria che collegherà Erdenet a Ovoot in Mongolia. Aspire ha detto che la sua sussidiaria Northern Railways che sta promuovendo il progetto ferroviario dovrà ora valutare e fornire un feedback sullo studio “completo”. Inoltre Aspire ha dichiarato che lo studio “conferma ancora la redditività finanziaria” del progetto ferroviario ferrovia, e che i costi sono in linea con lo studio di fattibilità presentato nel gennaio 2017 per la prima fase. (fonte ferpress.it)

 PRIMO PIANO
La Mongolia ospiterà
l'incontro Trump-Kim?


10 aprile 2018

Gli Stati Uniti e la Corea del Nord stanno conducendo colloqui segreti diretti per preparare il summit tra Donald Trump e Kim Jong Un. Lo rivela la Cnn, citando diversi funzionari dell’amministrazione che indicano come Mike Pompeo, direttore della Cia che diventerà il nuovo segretario di Stato dopo la ratifica del Senato, insieme ad un team dell’agenzia stanno lavorando attraverso canali riservati dell’intelligence ai preparativi per l’attesissimo vertice. Secondo le fonti dell’emittente americana, funzionari dell’intelligence Usa e nordcoreana si sarebbero parlati diverse volte e persino si sarebbero incontrati in un Paese terzo, con il primo obiettivo di decidere il luogo dove svolgere il vertice. I nordcoreani spingerebbero perché si svolga a Pyongyang, anche se pare improbabile che la Casa Bianca sia disposta ad accettarlo. Tra le possibili sedi alternative per il vertice, è stata avanzata anche Ulan Bator, capitale della Mongolia. I colloqui tra i funzionari dell’intelligence hanno come primo obiettivo quello di preparare l’incontro tra Pompeo e il capo dell’intelligence di Pyongyang, prima di quello tra i due leader. I contatti ed i preparativi hanno il pieno sostegno di Trump che ha subito accettato l’invito di Kim, trasmesso le scorse settimane dai sudcoerani, e lo scorso weekend avrebbe detto ai suoi collaboratori che non vede l’ora di incontrare il leader nordcoreano, con il quale per mesi si è scambiato accuse ed insulti pubblicamente. Secondo le fonti della Cnn, l’obiettivo a cui si sta lavorando è quello di arrivare all’incontro alla fine di maggio, forse a giugno. (fonte Secolo d'Italia, foto wordpress)

 PRIMO PIANO
Mongoli in Svizzera,
firmata riammissione


6 aprile 2018

La Mongolia riaccoglierà i cittadini mongoli che si trovano in Svizzera senza permesso di soggiorno valido. Il ministro degli esteri Ignazio Cassis (nella foto, durante la visita al monastero di Gandan) ha firmato nella capitale mongola Ulaanbaatar un accordo di riammissione in tal senso. Secondo un comunicato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Cassis ha firmato il testo in nome della Segreteria di Stato della migrazione (SEM), che aveva negoziato l'accordo. Circa 100 dei 1000 cittadini mongoli presenti in Svizzera potrebbero essere interessati da tale intesa. (fonte tvsvizzera.it)

 SPORT
Ragini nuovo allenatore
del FC Ulaanbaatar


13 marzo 2018

Colpo di scena nella carriera di Marco Ragini (foto). Il tecnico sammarinese, dopo le esperienze con il Chiasso, il Bellinzona e il Locarno, è stato infatti nominato allenatore del FC Ulaanbaatar, squadra di calcio della massima serie della Mongolia. Si tratta del primo allenatore europeo nel campionato mongolo, in una squadra che ha ambizioni di scudetto. L'esordio con il team della capitale Ulaanbaatar è per il prossimo 28 aprile.

 PRIMO PIANO
PARTE LO TSAGAAN SAR,
BUON ANNO, MONGOLIA!


15 febbraio 2018

Dal 16 al 18 febbraio la Mongolia festeggia lo Tsagaan sar, il capodanno lunare, entrando nell'anno del Cane. Come sempre la temperatura è molto rigida, intorno ai 15 gradi sottozero nella capitale Ulaanbaatar ma questo non fermerà le celebrazioni. Per conoscere meglio questa tradizione ecco un estratto dalla nuova guida "Mongolia", edita da Polaris e scritta da Federico Pistone e Dulamdorj Tserendorj. Tsagaan sar: è il capodanno mongolo che segue il calendario lunare tibetano e la data varia ogni anno. Si tratta della più importante festa mongola e si protrae almeno un mese. Per essere pronti occorre avviare i preparativi con grande anticipo: bisogna pensare a cibo, regali, vestiti nuovi, pulizie. La tradizione impone inoltre di finire i lavori in sospeso e onorare i debiti prima del nuovo anno. I cibi che non possono mancare sulla tavola sono buuz o bansh, lo schienale di pecora (coda compresa), carne bollita, biscottoni (kheviin boov) sovrapposti secondo la tradizione, guarniti di aaruul e dolciumi. Anche il riso, simbolo di fecondità e crescita, è presente in tavola così come l'airag e altri piccoli piatti adatti all’occasione. È dovere dei più giovani, entro i primi tre giorni di festa, rendere omaggio agli anziani, offrendo un khadag e portando i saluti con gesto appropriato cioè reggendo le braccia dell’interlocutore con le mani sotto i gomiti. Le famiglie si scambiano molteplici visite. I giorni più importanti sono la vigilia (bitüün), giornata in cui si mangia moltissimo come atto propiziatorio per un anno di abbondanza". (Nella foto, di Federico Pistone, una ragazza mongola vestita con abiti tradizionali offre la sciarpa sacra del khadag e una ciotola di airag, il latte di cavalla fermentato). Buon anno, Mongolia!

 PRIMO PIANO
I Violons Barbares
sabato 10 a Cantù


8 febbraio 2018

Un cantante e barbaro violinista mongolo, un prodigioso suonatore di gadulka (violino bulgaro) e un indemoniato percussionista che agita pentole e tamburi di ogni parte del mondo. Arrivano a cavallo di un grande successo globale per presentare il loro terzo disco: Crying Earth prodotto da Armonia Mundi. Sabato 10 febbraio al San Teodoto a Cantù arriva la musica potente dei Violons Barbares. Un poderoso power-trio che ha fatto tesoro delle proprie tradizioni musicali inventandosi un suono unico e originale: quello che mette insieme il morin khuur e il canto diplofonico mongolo con la gadulka bulgara con ogni genere di percussioni. Contaminazione di linguaggi, emozioni forti, ritmi coinvolgenti e umorismo irresistibile. Sono un originale progetto basato sul dialogo tra due arcaici strumenti di differente provenienza geografica: il morin khuur o violino a testa di cavallo, appartenente alla tradizione della Mongolia e il gadulka bulgaro, violino etnico con tre corde melodiche e addirittura undici corde di risonanza. La forza emotiva e a tratti selvaggia che emanano questi due strumenti è inoltre immersa nella dimensione percussiva ricca di timbri, colori ed energia pulsante creata da Fabien Guyot. Promotore di questo insolito trio è Dimitar Gougov, virtuoso del gadulka e già componente del Philip Koutev ensemble, con Dandarvaanchig Enkhjargal, originario di Ulaanbaatar magistrale interprete di morin khoor e del canto difonico. (fonte quicomo.it)

 PRIMO PIANO
Ballerina di origine mongola
nel video di Jovanotti


24 gennaio 2018

Si chiama Deghi Sverzut, ha 24 anni, risiede a Joannis e le sue origini sono della lontana Mongolia. Si è diplomata all'Istituto tecnico per il turismo D'Annunzio di Gorizia, città dove ha pure frequentato per tre anni la facoltà di scienze diplomatiche internazionali. Un vero e proprio talento della danza moderna che, solo dopo pochi mesi di accademia, si è vista proiettata sulla ribalta nazionale. Formatasi nelle scuole di danza di Cervignano e di Cividale, è stata 'scoperta' da Lidia Carew, giovane e valente danzatrice friulana, nonché fondatrice dell’associazione ‘Lidia dice…’, una fucina di giovani talenti operante in Friuli e con sede a Feletto Umberto. L'ha notata lo scorso febbraio mentre si esibiva con la sua scuola di danza a un concorso locale. Da quel giorno l’associazione l’ha seguita nelle scelte artistiche, nell’affiancamento a professionisti in grado di aiutarla a sviluppare le sue capacità e a credere in se stessa. Dapprima è stato consigliato a Deghi di iniziare un percorso formativo accademico di alto profilo tramite un’audizione privata con la MoveOn di Milano che non solo l’ha subito accolta, ma le ha pure dato l'opportunità di affinare talento e disciplina nella danza, nel canto e nella recitazione. Neanche tre mesi dopo questo suo totale cambio di vita Deghi ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo professionistico dello spettacolo. Ogni mercoledì fa parte del corpo di ballo di Nicola Savino in 90Special in diretta alle 21.15 su Italia Uno e a breve la vedremo nell’ultimo video musicale di Jovanotti che è ancora del tutto inedito. (fonte ilfriuli.it)

 CONTRIBUTI
La Mongolia "libera"
di Ilaria Di Giglio


19 gennaio 2018

Un altro Diario si aggiunge alla collezione di mongolia.it. È quello di Ilaria Di Giglio, appassionata viaggiatrice che definisce la Mongolia una terra "meravigliosa e libera". Questo l'incipit delle sue riflessioni, accompagnate da alcune immagini: "I colori, meravigliosi, sono stati i veri protagonisti del nostro viaggio. Ho definito la Mongolia una terra libera e bella: é stata una definizione immediata, impulsiva ma, riflettendoci, se mi venisse chiesto di descrivere tutti i luoghi del mondo che ho visitato con un aggettivo, alla Mongolia spetterebbe senza ombra di dubbio quello di "libera". È una terra che, più di tutte quelle che ho visitato, sento libera... Libera non soltanto per i suoi spazi immensi ed i suoi silenzi, che regalano quello straordinario senso di pace e libertà". Nella foto, Ilaria con un gruppo di nomadi nella gher. Consulta questo e gli altri Diari

 PRIMO PIANO
Leopardo delle nevi
avvistato con 3 cuccioli


18 gennaio 2018

Un avvistamento che ha dell’eccezionale. Una mamma leopardo delle nevi insieme ai suoi 3 piccoli sono apparsi sulle vette dei Monti Tost, nella Mongolia settentrionale. L’avvistamento è stato reso possibile grazie a una camera trap - una “fotocamera trappola” attivata a distanza capace di catturare su pellicola l’immagine degli animali selvatici quando i ricercatori non sono sul posto – posizionata dai ricercatori dello Snow Leopard Trust, l’organizzazione internazionale che i dedica alla salvaguardia del leopardo delle nevi. E’ la testimonianza più recente della presenza di esemplari in quella zona, quasi impensabile fino a due anni fa, prima che quel corridoio di 8mila chilometri quadrati non divenisse area protetta per volere del Parlamento mongolo. Intanto, questa mamma, uno dei pochi esemplari di leopardo delle nevi in Mongolia e tra le specie maggiormente a rischio estinzione sul pianeta, ha allattato per i primi 3 mesi, ha cacciato per quattro bocche fino questo momento e continuerà a difendere i giovani i leopardi ancora per poco tempo: intorno ai 16 mesi età la prole è pronta per cavarsela da sola e le femmine tornano solitarie, consapevoli di doversi affacciare a una nuova stagione d’accoppiamento. (fonte ambienteambienti.com, foto snowleopard.org)

 PRIMO PIANO
Missione Fondo Monetario
il 25 gennaio a Ulaanbaatar


11 gennaio 2018

La missione del Fondo monetario internazionale (Fmi) arriverà in Mongolia il 25 gennaio prossimo. Lo riferisce la stampa locale, secondo cui durante la visita di lavoro del gruppo a Ulaanbaatar il governo intende toccare una questione riguardante i rialzi delle tasse a causa di molte critiche e proteste tra i cittadini. L'extended fund facility (Fep) del Fondo monetario internazionale è in fase di attuazione in Mongolia dallo scorso anno per tre anni. La delegazione dell’Fmi ha completato il mese scorso la prima e la seconda analisi della performance della Mongolia nell'ambito del programma, sostenuto da un accordo di tre anni. Il completamento del riesame consente alla Mongolia di ottenere circa 79,1 milioni di dollari. Secondo quanto riferito dall'Fmi, la performance del programma fino ad ora è stata forte, la crescita nel 2017 dovrebbe raggiungere il 3,3 percento, migliore di quanto previsto al momento dell'approvazione del programma (fonte Agenzia Nova). Nella foto (di Federico Pistone), scorcio di Ulaanbaatar

 EDICOLA
Da Bergamo alla Mongolia
il gelato di alta qualità


4 gennaio 2018

In Mongolia arriva il gelato di alta qualità. Lo segnala il Sole 24 Ore: "Grazie al supporto assicuratico di Sace, la bergamasca Technogel ha esportato in Mongolia un impianto per la produzione di gelato di alta qualità per un valore di 665mila euro. Sace, che insieme a Simest costituisce il polo dell'export e dell'internazionalizzazione del Gruppo Cdp, conferma così il suo sostegno alle aziende che valorizzano il made in Italy in nuovi mercati".

 PRIMO PIANO
La città del futuro
nascerà in Mongolia


20 dicembre 2017

Nella steppa della mongolia, 30 km a sud dell’attuale capitale Ulaanbaatar, nel 2024 verrà costruita una città che diventerà il modello globale per lo sviluppo urbano sostenibile: Maidar EcoCity+, destinata a essere la nuova capitale del Paese Asiatico stretto tra Cina e Russia. Il progetto è stato presentato e Maidar EcoCity+ inizialmente dovrebbe estendersi su quasi 9 milioni di metri quadrati e ci dovrebbero abitare 300.000 persone. Circa il 50% dell’energia proverrà da fonti rinnovabili come l’eolico. Di  Maidar EcoCity+ si occuperà anche Klimahouse, la fiera leader in Italia per l’efficienza energetica e il risanamento in edilizia,  che ospiterà Klimamobility, la principale conferenza in Alto Adige dedicata alla mobilità sostenibile, che verrà aperta dall’iniziativa “Chi costruisce la mobilità del futuro?”, durante la quale ui l’architetto e urban designer tedesco Stefan Schmitz presenterà il progetto Maidar EcoCity+, come  esempio per lo sviluppo di altri modelli ecosostenibili in tutta l’Asia. «Un modello che non solo risponderà ai bisogni di oggi – dicono a Klimahouse – ma si prenderà cura anche dell’ambiente e delle risorse naturali per soddisfare le necessità delle generazioni future, per questo sarà un esempio per costruire nuove città in Asia e nel resto del mondo». Schmitz spiega che «Maidar EcoCity è la nuova capitale della Mongolia. La pianificazione di Maidar EcoCity segue i principi di una “città a misura d’uomo”. Questo significa una città con uno schema policentrico delle varie unità: edificio, quartiere e distretto. Ogni quartiere risponde alle necessità quotidiane dei suoi abitanti. Ogni distretto funziona come una piccola città con un’unica identità, attorno alla quale ruotano tutti gli aspetti della vita umana: vita, lavoro, tempo libero, shopping, istruzione e assistenza sanitaria. Solo una strutturazione della città così concepita può permettere una riduzione drastica del traffico automobilistico». Anticipando il suo intervento a Klimamobility, l’urban designer illustra il concetto di mobilità di Maidar: «Una mobilità che supporta la struttura policentrica e dà priorità ad una rete per i pedoni, ciclisti e trasporti pubblici in relazione al trasporto privato motorizzato. Punto cardine di questo sistema è la “Green Street”, nella zona centrale della città, sulla quale si trova un sistema di “Personal Rapid Transport” (PRT): auto elettriche autonome, che permettono un uso sia individuale, sia pubblico. Questo sistema di trasporto si colloca allo stesso livello di quello pedonale ed è un’evoluzione del sistema PRT, già in uso in Masdar». (fonte greenreport.it)

 PRIMO PIANO
La Mongolia indimenticabile
raccontata da Debora Zanchi


20 dicembre 2017

La sezione Diari di mongolia.it si arricchisce con un altro contributo di viaggio, quello di Debora Zanchi, che ha vissuto l'emozione degli Altai mongoli e di altri straordinari luoghi naturali e spirituali e ha voluto raccontarceli attraverso riflessioni e immagini "Mi è restato qualcosa di indimenticabile degli sguardi scambiati con occhi socchiusi e curiosi, dell’azzurro di un cielo che sa di infinito, degli spazi che sembrano non avere confini, di parole incomprensibili scambiate con sorrisi desiderosi di incontri". Nella foto di Debora, due lottatori si affrontano per le qualificazioni al Naadam Vai ai Diari completi

 PRIMO PIANO
Il Fondo monetario
promuove la Mongolia


16 dicembre 2017

La delegazione del Fondo monetario internazionale (Fmi) ha completato la prima e la seconda analisi della performance della Mongolia nell'ambito del programma, sostenuto da un accordo di tre anni. Il completamento del riesame consente alla Mongolia di ottenere circa 79,1 milioni di dollari. Secondo quanto riferito dall'Fmi, la performance del programma fino ad ora è stata forte, la crescita nel 2017 dovrebbe raggiungere il 3,3 percento, migliore di quanto previsto al momento dell'approvazione del programma. La combinazione di una forte attuazione delle politiche e di un ambiente esterno favorevole ha aiutato le autorità a sovrastimare su tutti gli obiettivi quantitativi previsti dal programma. Anche il rendimento delle riforme strutturali è stato forte, nonostante i ritardi dovuti al cambiamento di governo a settembre. (fonte agenzianova.com)

 PRIMO PIANO
Un dinaosauro-papera
scoperto in Mongolia


7 dicembre 2017

Chiamatelo dino-papera. O paper-sauro, se preferite. Gli scienziati lo hanno battezzato Halszkaraptor escuilliei, o più familiarmente Halszka: si tratta di una nuova specie di dinosauro, molto somigliante, per l'appunto, a una moderna papera, vissuta circa 75 milioni di anni fa e perfettamente adattata a uno stile di vita semi-acquatico. Le bizzarre caratteristiche di Halszka, dedotte grazie all'analisi a raggi X di un fossile proveniente dalla Mongolia, sono descritte in uno studio appena pubblicato sulla rivista Nature, a firma di un'équipe internazionale di ricercatori guidati da Andrea Cau, naturalista e paleontologo del Museo Geologico "Giovanni Capellini" dell'Università di Bologna. Si tratta di una creatura unica nel suo genere, in grado di muoversi con agilità sia in acqua che sulla terraferma, provvista di piume e pinne per nuotare e dotata di circa cento denti aguzzi adatti a masticare piccoli pesci. Andiamo con ordine. La storia del fossile, ben conservato e incastonato per metà nella roccia, è piuttosto nebulosa. "Il fossile è stato scavato illegalmente in Mongolia da parte di paleontologi non professionisti, in epoca sconosciuta", racconta Cau a Repubblica, "e probabilmente è passato di collezione in collezione finché, nel 2015, un compratore lo ha donato all'Istituto Reale delle Scienze Naturali di Bruxelles, l'unico ente al mondo ad avere un accordo ufficiale con il governo mongolo per il rimpatrio del materiale fossile". Contattato dai colleghi belgi per l'analisi del reperto, Cau – autore di diversi studi relativi ai dinosauri carnivori – ha pensato subito, data la stranezza del fossile, di essere di fronte a un falso: "Halszka è così bizzarra e inattesa", continua lo scienziato, "che la prima volta che la esaminai mi chiesi se fosse un artefatto. La prima impressione, infatti, è che sia una chimera, costruita mescolando parti di dinosauri differenti". (fonte Repubblica.it: leggi l'intero articolo)

 PRIMO PIANO
Ricercatrice di Magione
premiata per studi mongoli


24 novembre 2017

Irene Cardinali (nella foto), cittadina di Magione e dottoranda in Biotecnologie dell’Università degli Studi di Perugia, è destinataria di un Premio del National Geographic Society, una delle più prestigiose istituzioni scientifiche ed educative no profit al mondo. L’importo del premio è di 4.980 dollari da utilizzare alla realizzazione del primo studio sulla variabilità genetica che caratterizza il popolo mongolo. La giovane genetista svolgerà la ricerca insieme alla dottoressa Hovirag Lancioni, responsabile del Laboratorio di Genetica di Popolazione ed Evoluzione Molecolare del Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell’Università di Perugia, coinvolgendo anche il professore Alfredo Savino, docente di Italiano all’Università Nazionale di Ulan Bator, Capitale della Mongolia. L’interesse degli studi di genetica verso il popolo Mongolo nasce dalla consapevolezza che negli ultimi millenni l’Asia centrale ha svolto un ruolo fondamentale nel modellare la cultura e la diversità genetica dell'Eurasia moderna, soprattutto grazie a due fenomeni significativi che si sono verificati in questa parte del mondo: l’ambiziosa strategia di espansione di Gengis Khan e la complessa rete commerciale della Via della Seta. Entrambi i fenomeni hanno favorito lo scambio di merci e la trasmissione di arte, scienza e geni, gettando le basi per l’affermazione delle grandi civiltà. La complessa storia dell’Asia centrale oggi si rispecchia nella variabilità genetica della Mongolia, che ha notevolmente contribuito all'evoluzione delle popolazioni umane moderne dell'Eurasia. Grazie a questo importante premio della National Geographic Society, istituzione che ha la finalità di diffondere la conoscenza geografica e promuovere la protezione della cultura, dell'umanità e delle risorse naturali, sarà possibile realizzare il primo studio genetico sui Mongoli, al fine di comprendere le origini e la storia di questa interessante ed enigmatica popolazione. (fonte perugiatoday.it)

 PRIMO PIANO
Il Ministro della Difesa
incontra l'Ambasciatore


21 novembre 2017

Il ministro della Difesa della Mongolia, Nyamaagiin Enkhbold, ha incontrato gli ambasciatori di Italia e Australia a Ulaanbaatar. Durante l’incontro con l’ambasciatore italiano, Andrea De Felip (foto), il ministro ha espresso soddisfazione per lo stato delle relazioni bilaterali e della cooperazione nell’arco degli ultimi vent’anni, da quando i paesi hanno intrapreso reazioni formali nel campo della Difesa. (fonte Agenzia Nova)

 SPORT
Dominio della Mongolia
al Grand prix di judo


19 novembre 2017

Dominio mongolo al Grand Prix di judo in svolgimento a L'Aia, in Olanda. Tra gli uomini successo di Khadbaatar Narankhuu (foto) nella categoria fino a 73 chilogrammi. In finale il judoka della Mongolia ha battuto Victor Scvortov degli Emirati Arabi Uniti con un ippon messo a segno in meno di un minuto. Sono sei le medaglie già conquistate dai judoka mongoli.

 PRIMO PIANO
Sciopero degli insegnanti,
Governo in difficoltà


14 novembre 2017

Il Governo della Mongolia è impegnato in un difficile braccio di ferro con la categoria degli insegnanti pubblici, che hanno indetto uno sciopero generale per ottenere un aumento dei salari di quasi il 150 per cento. L’Esecutivo del primo ministro Khulelsukh Ukhnaa, formato lo scorso 18 ottobre, per il momento resiste alle richieste degli insegnanti, spiegando che “le risorse sono limitate e il governo è obbligato a non aumentare il salario dei dipendenti pubblici” dall’accordo sottoscritto con il Fondo monetario internazionale (Fmi) in cambio di un prestito da 5,5 miliardi di dollari. Lo sciopero generale, indetto nella giornata di lunedì, ha causato l’arresto delle attività presso il 90 per cento delle scuole pubbliche nella capitale e in numerose aree rurali del paese. Gli insegnanti chiedono che il loro salario mensile sia aumentato da 650 mila tugrik a 1,6 milioni (circa 652 dollari) (fonte agenzianova.com). Nella foto, una scuola di Ulaanbaatar (foto Federico Pistone)

 PRIMO PIANO
Europa-Mongolia, via
all'accordo di cooperazione


1 novembre 2017

Entra in vigore l'accordo di partnerariato e cooperazione tra l'Unione europea e la Mongolia. L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini (nella foto) ha dichiarato che "l'Unione europea e la Mongolia stanno consolidando i loro forti legami, basati su valori e interessi condivisi, e sulla base della comune volontà di lavorare insieme più strettamente. L'entrata in vigore dell'accordo di partnerariato e cooperazione, insieme allo stabilimento nei prossimi giorni di una delegazione dell'Ue a Ulan Bator – ha aggiunto Mogherini – consolida le attuali aree di cooperazione e impegno, e approfondisce e diversifica ulteriormente le relazioni nelle aree di interesse reciproco, per il bene dei nostri popoli". L'accordo di partenariato e cooperazione sostituisce l'accordo di cooperazione commerciale ed economica del 1993. (fonte agenzianova.com)

 PRIMO PIANO
Halloween: dalla Mongolia
un racconto-thriller di Ayana


31 ottobre 2017

In occasione di Halloween anche mongolia.it ha una storia da raccontare. È quella che ha scritto Ayana Sambuu, artista e cantante lirica mongola che collabora a questo sito nella rubrica Punto d'incontro. È una favola, una leggenda, un thriller o semplicemente un ricordo. Ma tutto da vivere e leggere d'un fiato. Ecco l'incipit: "Vi racconterò una leggenda che ho sentito una volta in Mongolia, quando ero già abbastanza grande… Questa storia mi fece una grande impressione all’epoca, e ci riflettevo sopra ogni volta che si parlava della steppa. La steppa per me è sempre stata un mare di profumi d’erba, di spazi infiniti  e del vento leggero d’ estate che soffiava e accarezzava teneramente la pelle del viso, delle braccia, passando fra le dita  creando quelle  piccole  correnti d’aria che risvegliavano  tutti i tuoi sensi". Per leggere l'intero racconto vai a Punto d'incontro

 PRIMO PIANO
Microfossili dalla Mongolia,
scoperta straordinaria


30 ottobre 2017

Nel sito di Khesen, a nord della Mongolia, alcuni ricercatori dell’Università di Yale hanno rinvenuto e analizzato alcuni resti fossili simili a quelli che erano già stati ritrovati circa 20 anni fa nella Formazione di Doushantuo, a sud della Cina. Tali reperti potrebbero aiutare gli scienziati a far luce sul passaggio, molto controverso, da forme di vita procariotiche ad altre eucariotiche, più complesse. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Geology. Uno dei momenti più significativi nella storia dell’evoluzione fu sicuramente il passaggio da forme di vita semplici, procarioti, ad altre più complesse. Sul “come” gli scienziati iniziano ad avere le idee più chiare: i primi eucarioti comparvero probabilmente grazie a simbiosi tra organismi procarioti mentre sul quando ci sono ancora numerosi dubbi. In Cina, nel sito di Doushantuo, furono rinvenuti resti fossili, datati circa 600 milioni di anni fa la cui interpretazione è stata dibattuta per circa 20 anni. Essi erano stati interpretati ora come batteri, ora come protisti, ora come alghe, e dopo ulteriori studi alcuni di questi erano stati riconosciuti come embrioni di animali multicellulari. Tali osservazioni però avevano però bisogno di ulteriori conferme. La Khensen Formation  è situata ad ovest rispetto al lago Khuvsgul, nella Mongolia settentrionale. Il sito ha circa 540 milioni di anni, quindi, è relativamente più giovane rispetto a Doushantuo; si è fin da subito dimostrato interessante per i paleontologi poiché contiene depositi di fosforite, rocce sedimentarie contenenti grandi quantità di calcio fosfato, già rinvenute nel sito cinese di Doushantuo. Qui i ricercatori hanno ritrovato resti fossili appartenenti a 8 generi e 17 specie differenti di microorganismi, per un totale di decine di centinaia di individui (foto). I fossili rinvenuti sono estremamente simili a quelli di Doushantuo, e sono stati conservati alla stessa maniera. Molti, aventi dimensioni di circa 100 µm, sono stati riconosciuti come acritarchi, microorganismi che fecero la loro comparsa circa 1,9 miliardi di anni fa e che sono considerati molto importanti dal punto di vista evolutivo. Essi hanno molto probabilmente una origine eucariotica poiché, rispetto ad archea e batteri, i cui resti fossili sono di piccole dimensioni, questi danno origine a strutture molto più complesse, come le spine. L’aspetto di tali microfossili ricorda quella di un embrione eucariotico: alcuni campioni presentano una sola cellula all’interno, altri più di cento. La struttura inoltre, sembra essere basata su una ‘primitiva’ simmetria bilaterale. Se questi microfossili fossero riconosciuti come animali, ne rappresenterebbero i più antichi resti fossili conservati, oltre ad avvalorare le ipotesi già proposte dopo le scoperte di Doushantuo.  Secondo i ricercatori, lo studio costituisce solamente la punta dell’iceberg poiché tutti i fossili identificati derivano solamente da due campioni analizzati. Raccogliere ed analizzare altri campioni sul sito permetterà agli scienziati di arricchirsi di preziose informazioni anche per gli anni a venire. (fonte pikaia.eu)

 PRIMO PIANO
Mario Chierroni
e la sua Mongolia


28 ottobre 2017

"Viaggiare immerso nei colori con una montagna all’orizzonte, valicarla e trovarne un’altra e un'altra ancora, percependo chiaramente un senso di infinito". Sono le parole di Mario Chierroni tratte dai suoi appunti che pubblichiamo nella sezione Diari insieme a una serie di immagini suggestive, che restituiscono le emozioni di un viaggio in Mongolia, nelle regioni settentrionali e nell'Altai, con la visita allo stupefacente monastero di Amarbayasgalant, gli incontri con i nomadi e "la voglia di scoprire, di scollinare, per cogliere nuovi paesaggi, nuovi colori, nuovi accampamenti, nuovi animali allo stato brado".

 PRIMO PIANO
Valanga in Mongolia:
10 morti e 7 dispersi


24 ottobre 2017

Una valanga sul Monte Otgontenger (foto), in Mongolia, ha travolto 10 alpinisti, mentre altri 7 sono rimasti dispersi: il gruppo, dopo aver raggiunto i 4.021 metri della vetta, stava scendendo a quota 3.400 metri, secondo quanto riferito dalla National Emergency Management Agency. Del gruppo facevano parte 5 donne e 13 uomini di età compresa fra i 30 e i 50 anni. Il Monte Otgontenger, il più alto della Mongolia, è una meta molto popolare del turismo locale in alta montagna. (fonte meteoweb.eu)

 PRIMO PIANO
Una giornata per salvare
il leopardo delle nevi


23 ottobre 2017

Per la giornata internazionale del leopardo delle nevi, il Corriere della Sera dedica uno spazio online con articoli di Daniela Monti, Federico Pistone e Alessandro Sala. Con un allarme estinzione: "La popolazione di questi maestosi mammiferi - riferisce il reportage - si è ridotta drasticamente negli anni: oggi ne sopravvivono tra i 4 e i 6 mila esemplari. Un fondo internazionale prova a tutelarli". "Lo chiamano il fantasma della Mongolia non per niente: è uno degli animali più misteriosi rimasti sulla Terra e ha straordinarie capacità mimetiche. Ci sta provando anche un’équipe del Muse di Trento a dargli la «caccia»: hanno installato una sessantina di «trappole» fotografiche all’interno del Tavan Bogd National Park, un po’ più a Nord rispetto al nostro punto d’osservazione, distribuite su mille metri quadrati. Fin dall’inizio, per noi il leopardo delle nevi è stato il pretesto per un itinerario insolito, avventuroso ma fattibile, attraverso la Mongolia meno conosciuta, quella dove le piste in terra battuta — quando ci sono — sono la sola via di comunicazione, mentre nel resto del Paese avanzano a ritmo sostenuto i lavori di asfaltatura che hanno accorciato i tempi di percorrenza delle direttrici principali che tagliano in due il Paese facendo perno sulla capitale Ulaanbaatar: da Nord a Sud (cioè dalla Siberia al deserto del Gobi) e da Ovest a Est, direzione Pechino". Leggi l'intero articolo online

 APPUNTAMENTI
A Vicenza gli Egschiglen,
canti e danze dalla Mongolia


19 ottobre 2017

Sabato 21 ottobre alle 21.30 nella Sala del Ridotto del Teatro Comunale di Vicenza la rassegna "Festival Musica delle Tradizioni 2017" si concluderà con il concerto "Mongolia" del gruppo "Egschiglen". Interpreti: Yanlav Tumursaihan: morin khuur (violino mongolo) e voce - Amartuwshin Baasandorj: canto khoomii, tobshuur (liuto mongolo), morin khuur e percussioni - Uuganbaatar Tsend-Ochir: tobshuur, flauto e voce. Con la partecipazione della ballerina Ariunaa Tserendavaa. Egschiglen ("Bella Melodia" tradotto in italiano) arrivano dalla Mongolia e occupano un posto di primo piano nella World Music. Le loro sonorità possono risultare inedite e a tratti misteriose: i canti khoomii sfruttano infatti una speciale tecnica di gola, uno stile canoro in cui alcune tonalità vengono modulate contemporaneamente alla melodia di base. La danza di Ariunaa Tserendavaa, con i suoi volteggi colorati, rende ancora più magica e singolare la performance di questo famoso gruppo popolare. Biglietti: 8 euro. Prevendite: on line su www.tcvi.it o Biglietteria Teatro Comunale di Vicenza - Viale Mazzini 39 - tel. 0444.324442 - biglietteria@tcvi.it. (fonte vicenzatoday.it)

 APPUNTAMENTI
La Mongolia di Sollazzo
il 21 ottobre a Roma


16 ottobre 2017

C'è anche la Mongolia nella rassegna fotografica "Imago" di Graffiti che sarà inaugurata sabato 21 ottobre alle ore 17 a Roma nel Salone delle Scienze del “Museo delle Civiltà – Museo Pigorini". Alla presenza dell'Ambasciatore della Mongolia in Italia Ts. Jambaldorj, Paolo Sollazzo presenterà il suo libro "Mongolia-Taccuino di silenzi" (nella foto, la copertina).  "La dimensione del silenzio è quella che prevale su tutto il resto, è quella che regna sulle immagini, anche quando queste ritraggono mandrie in movimento, o ancora di più spazi vuoti o uomini solitari in mezzo a uno spazio che pare infinito e indefinito. L’immagine appena accennata, così lontana dal concetto di fotografia tradizionale, guadagna intensità nella forma e nel contenuto spostandosi da un piano puramente documentario a quello di una personalissima quanto esclusiva visione intima e onirica della scena fotografata. Nel mare di silenzi e di spazi infiniti troviamo anche le riflessioni e i pensieri, che Sollazzo ha voluto annotare in un “taccuino” a completamento di questo suo percorso di sensazioni visive e stati dell’animo in questa terra lontana".

 PRIMO PIANO
Economia mongola
al rialzo del 4%


12 ottobre 2017

La Banca di sviluppo asiatico (Adb) ha previsto che la crescita economica della Mongolia aumenterà del 4 per cento nel 2017 e del 3 per cento nel 2018. L’istituto ha rivisto al rialzo le stime di crescita rispetto alle previsioni di aprile. Secondo la Banca mondiale il prodotto interno lordo mongolo (Pil) crescerà del 2,8 per cento nel 2017 e del 3,1 per cento nel 2018. Nel 2019, invece, sarà possibile superare il 7 per cento. Nel frattempo, i rappresentanti del Fondo monetario internazionale hanno riferito, dopo la prima fase della missione di monitoraggio nel paese, che il Pil della Mongolia dovrebbe aumentare del 2 per cento in questo anno. Il vicegovernatore della Banca della Mongolia B. Lkhagvasuren ha detto di aver mantenuto il tasso di interesse al 12 per cento. “Il tasso di inflazione dovrebbe aumentare entro la fine di quest'anno, ma sarà stabile dall'inizio del 2018. Le riserve valutarie del paese saranno destinate a raggiungere i 3,8 miliardi di dollari entro il 2019”, ha aggiunto il rappresentante della Banca di Mongolia. (fonte agenzianova.com). Nella foto, uno scorcio della Piazza Sukhbaatar di Ulaanbaatar (foto Federico Pistone)

 EDICOLA
"Pugno" il leader mongolo
che si ispira a Putin


6 ottobre 2017

La Mongolia, democrazia asiatica in posizione strategica tra le due potenze Cina e Russia, ha un nuovo primo ministro. Si chiama Ukhnaagiin Khurelsukh, 49 anni, ex ufficiale dell’esercito, laureato in giurisprudenza, in politica dal 2000. Un tipo sportivo, che ama andare in motocicletta (è presidente del club Harley Davidson mongolo) e a cavallo. Sul suo sito Facebook, Khurelsukh ha caricato foto che lo ritraggono in sella, a torso nudo, fucile da caccia a tracolla, e altre con giubbotto «bomber» di pelle nera, mentre stringe il manubrio di una potente motocicletta: immagini che sembrano ispirate da quelle «machiste» di Vladimir Putin diffuse dalla propaganda russa. Sua eccellenza Ukhnaagiin Khurelsukh d’altra parte discende dalla stirpe di Gengis Khan, che con il suo esercito di nomadi a cavallo conquistò un impero. Il premier è noto ai suoi simpatizzanti come «Pugno», per un destro con il quale anni fa mandò al tappeto un avversario nel Grande Hural, il Parlamento di Ulan Bator. Khurelsukh, che è stato votato all’unanimità dai deputati, è il 30° primo ministro della Mongolia: dal 1990, con la fine del regime comunista, il Paese ha abbracciato la democrazia, ma il sistema politico è sempre stato turbolento, minato da una corruzione endemica. I governi durano in media un anno e mezzo e nessun primo ministro ha mai terminato il mandato quadriennale. Il predecessore di Khurelsukh, il premier numero 29 Jargaltulga Erdenebat, è stato destituito con voto di sfiducia a settembre, con la solita accusa di corruzione e incompetenza. Entrambi vengono dal Partito popolare, che ha la maggioranza assoluta in Parlamento. Ora tocca al «Pugno», che dovrà coabitare con il presidente della Repubblica, Khaltmaagiin Battulga, esponente del partito d’opposizione. È un uomo forte, dal punto di vista fisico, anche Battulga, che in passato è stato campione mondiale di sambo, arte marziale di origine russa sviluppata cent’anni fa come metodo di lotta corpo a corpo per l’addestramento dei soldati dell’Armata Rossa. Il primo colloquio tra i due peraltro è andato piuttosto bene: premier e presidente si sono detti d’accordo sulla necessità di lavorare insieme per far uscire il Paese di tre milioni di abitanti dalla crisi economica e finanziaria. Khurelsukh dovrà fare i conti, letteralmente, con il debito accumulato dal suo Paese, costretto a ricorrere a un prestito d’emergenza di 5,5 miliardi di dollari del Fondo monetario internazionale. La crisi economica della Mongolia, che nel 2011 era cresciuta del 17% e ha rischiato la bancarotta, è dovuta in gran parte al crollo dei prezzi di carbone, rame e ferro di cui il suo sottosuolo è ricchissimo e al rallentamento della Cina, grande vicino e sbocco delle esportazioni. Si sono rarefatti anche gli investimenti stranieri. A marzo, per far fronte alla scadenza di una tranche di bond da 580 milioni di dollari collocati sul mercato internazionale, con le casse dello Stato quasi vuote, si erano mobilitati i cittadini, donando soldi in contanti, gioielli, oro, bestiame, anche i cavalli della loro straordinaria cultura nomade. Il default è stato evitato e nell’ultimo semestre la crescita è ripresa al ritmo del 5,8%. Cavallo e pugno del premier a parte, la Mongolia è una democrazia. Può giocare un ruolo diplomatico importante. Ha buoni rapporti con Mosca, Pechino, Seul e anche Pyongyang: e sul suo territorio si sono svolti incontri sulla questione nordcoreana. Per darle un riconoscimento l’Unione europea ha appena deciso di aprire un’ambasciata a Ulan Bator, affidandola al diplomatico italiano Marco Ferri. (di Guido Santevecchi - corrispondente del Corriere della Sera)

 PRIMO PIANO
Ukhnaa Khurelsukh
è il nuovo Premier


5 ottobre 2017

Ukhnaa Khurelsukh (foto) è il nuovo primo ministro della Mongolia. Khurelsukh, del Partito popolare mongolo del popolo (Mpp), ha ricevuto l'approvazione unanime dei parlamentari presenti, che lo hanno confermato come 30° primo ministro della Mongolia. Il presidente Khaltmaagiin Battulga si è congratulato con il primo ministro, con il quale ha discusso delle priorità del governo mongolo per il prossimo futuro. "C'è solo un'opzione e un impegno per cui stiamo lavorando insieme per l'interesse nazionale e per la gente della Mongolia", ha detto il presidente, secondo cui con Khurelsukh manterrà una collaborazione fruttuosa per lo sviluppo nazionale e nel benessere del popolo mongolo. Il presidente della Mongolia ha aperto il dibattito in parlamento per la nomina a primo ministro di Ukhnaa Khurelsukh. (fonte agenzianova)

 SPORT
Calcio, Saudati: "Strutture
migliori in Mongolia"


24 settembre 2017

Attaccante di Atalanta ed Empoli, in particolare, durante la sua carriera, Luca Saudati a Radio Bruno ha commentato l’attualità viola, ripartendo da un fronte riaperto come quello di Bernardeschi: “Io non sono fiorentino, però il problema grosso quest’anno è stato un non-progetto della società che è stato presentato a Bernardeschi. Se fossero rimasti i vari Borja Valero, Kalinic e Vecino, probabilmente il giocatore si sarebbe convinto, a livello economico ma anche tecnico. Non voglio giudicare la squadra e non so cosa vorrà fare la società, da quello che hanno dimostrato sul mercato, si presume che sia in vendita.Il centro sportivo per le giovanili? Crescere i ragazzi un giorno in un campo, un giorno in un altro, magari con strutture non all’altezza, non è il massimo. Io seguo un progetto in Mongolia e lì ci sono delle strutture all’avanguardia; il fatto che la Fiorentina debba far girare i propri ragazzi per mezza città fa un po’ specie. Simeone? I numeri per gli attaccanti parlano sempre, però è un ragazzo arrivato da poco e la squadra è cambiata in molti elementi. A me piace molto comunque perché lavora molto per la squadra, si fa sentire e credo possa ritrovare la confidenza con la porta che aveva al Genoa“. (fonte fiorentinanews.com)

 PRIMO PIANO
Premiato il professore
che aiuta i mongoli


16 settembre 2017

Giovanni De Paoli premia chi aiuta le tribù nomadi della Mongolia, in via di estinzione, ed i bimbi di strada di Ulan Bator. Il Consigliere regionale della Lega Nord Liguria stamane ha consegnato la targa del prestigioso Premio Lerici Pea al professore spezzino David Bellatalla, 55 anni, ricercatore ed antropologo da anni impegnato in progetti umanitari in tutto il mondo ed in modo particolare in Mongolia. Alla premiazione era presente anche il presidente dell’Associazione Liguri nel Mondo, ingegnere Mario Menini. “L’ammirevole impegno umanitario del nostro concittadino a favore delle popolazioni autoctone e dei bambini di strada di Ulan Bator – ha spiegato De Paoli – ha già ottenuto il riconoscimento del Governo della Mongolia, della Croce Rossa e del Rotary International. Ora, si è aggiunto il Premio Lerici Pea che viene realizzato con il determinante contributo dell’Assessorato regionale all’Emigrazione di cui è responsabile la Vicepresidente Sonia Viale. Si tratta di un evento culturale molto importante, di livello internazionale, perché tutti gli anni vengono premiati i cittadini liguri illustri e talentuosi che con le loro opere si affermano all’estero ottenendo risultati encomiabili e di grande prestigio. Ringrazio Lucilla Del Santo, Pia Spagiari, Adriana Beverini e Barbara Sussi Rondano che ogni anno, con grandi sacrifici, organizzano la manifestazione del Premio Lerici Pea”. (fonte cittadellaspezia.com)

 EDICOLA
Il leopardo fantasma,
l'articolo sul Corriere


13 settembre 2017

Due pagine del Corriere della Sera, scritte da Daniela Monti e Federico Pistone, un'illustrazione sontuosa di Paola Parra per raccontare una spedizione in Mongolia sulle tracce del leggendario leopardo delle nevi. Questo l'incipit: "Dopo tre giorni di ricerca — trascorsi sotto la pioggia e dire che questa estate è stata fra le più asciutte, «portate fortuna, voi italiani», dice il ranger battendoci la mano sulle spalle — il bottino è piuttosto misero. Abbiamo visto: 1) un’orma in fondo alla valle, accanto al fiume; 2) escrementi, certo poco romantici, ma indizi certi di una presenza; 3) i tristi resti del pranzo: uno stambecco siberiano. Il ranger dice che qualcosa deve avere disturbato il felino, altrimenti non avrebbe avanzato niente della sua preda, forse sono state delle volpi; 4) una tana, abitata fino a poco prima — l’abbiamo mancato per un nulla — in alto, lungo il dorso della montagna, un buco nella roccia e, davanti, la vista sull’intera vallata, larga, di un verde appena accennato (colpa della pioggia scarsa), un colpo d’occhio straordinario su un paesaggio che sembra infinito popolato di capre, cammelli, cavalli selvatici, marmotte. La ricerca del leopardo delle nevi (il nome scientifico è Panthera uncia), nel parco protetto di Khokh Serkhiin, nella Mongolia occidentale quasi sul confine con il Kazakistan, si è conclusa come temevamo: nessun avvistamento. Lo chiamano il fantasma della Mongolia non per niente: è uno degli animali più misteriosi rimasti sulla Terra e ha straordinarie capacità mimetiche. Ci sta provando anche un’équipe del Muse di Trento — loro sì in modo scientifico — a dargli la «caccia»: hanno installato una sessantina di «trappole» fotografiche all’interno del Tavan Bogd National Park, un po’ più a Nord rispetto al nostro punto d’osservazione, distribuite su mille metri quadrati". Per vedere l'intero articolo vai al pdf completo
 


 PRIMO PIANO
Il Parlamento rimuove
il Primo ministro


9 settembre 2017

Giovedì 7 settembre il Grande Hural di Stato della Mongolia ha tenuto una seduta plenaria non ordinaria, in cui con la maggioranza dei voti a favore ha rimosso il primo ministro Jargaltulgyn Erdenebat dalle sue funzioni e ha annunciato di sciogliere il governo. Il 23 agosto, 30 membri del Partito Popolare del Grande Hural di Stato hanno firmato congiuntamente una proposta per rimuovere Jargaltulgyn Erdenebat dal suo incarico di primo ministro, affermando che il governo di Erdenebat ha ripetutamente abusato del proprio potere per introdurre nuove disposizioni, il che costituisce una grave violazione delle leggi nazionali e una sfida all'autorità del Grande Hural di Stato. (fonte crionline)

 EDICOLA
Sul Corriere articolo
sulle magie dell'Altai


8 settembre 2017

Il Corriere della Sera dedica oggi, venerdì 8 settembre, una doppia pagina dedicata alla Mongolia e in particolare alle regioni dell'Altai e al leopardo delle nevi, curate da Daniela Monti e Federico Pistone. "Fin dall'inizio per noi il leopardo delle nevi è stato solo un pretesto per un itinerario insolito, avventuroso ma fattibile, attraverso la Mongolia meno conosciuta, quella dove le piste in terra battuta - quando ci sono - sono la sola via di comunicazione...". "È un mondo che sembra girare all'incontrario, campione di quella felicità per sottrazione cantata dal francese Pierre Zaoui nel suo 'L'arte di scomparire'. È fatto di 'vuoti' non di 'pieni', mette in secna poco e lascia correre a briglie sciolte l'immaginazione... Le formidabili distese , disseminate di antiche tombe unne che hanno fatto da teatro a battaglie leggendarie, dove Gengis Khan cucì poi l'impero più vasto della storia , territori in cui pare ancora di sentire il clangore delle armi nel silenzio assoluto della steppa; i parchi naturali talmente estesi che gli animali giocano a nascondino...". Pubblicheremo il pdf con l'articolo completo nei prossimi giorni. Nell'immagine il grafico che ha accompagnato l'articolo.

 PRIMO PIANO
Mongola sa a memoria
tutto il catalogo Ikea


8 settembre 2017

Per la campagna di promozione della nuova edizione del catalogo IKEA e l’agenzia BBH Singapore hanno coinvolto Yanjaa Wintersoul, una campionessa di memoria. Per girare lo spot le è stato chiesto di memorizzare tutto quello che si vede nelle 328 pagine del catalogo, personaggi, oggetti, dettagli.
La sua memoria è poi stata messa alla prova: non solo ricordava perfettamente le scene, ma anche il numero della pagina in cui comparivano. Yanjaa Wintersoul è nata in Mongolia ed è cresciuta tra Tokyo e Stoccolma. Ha cominciato a ricevere attenzione dopo aver partecipato al programma tv Sweden’s Got Talent, e per la campagna IKEA ha anche partecipato a un test pubblico che si è tenuto il 6 settembre a Singapore, trasmesso in diretta su Facebook. (fonte il post)

 SPORT
Mondiali di judo,
oro alla Mongolia


30 agosto 2017

Una vera e propria maratona di judo ai Campionati Mondiali di Budapest, dove la finale della categoria 57 kg femminile è dovuta arrivare alla fine del nono minuto di golden score per designare la nuova campionessa iridata. L’incontro opponeva la ventiseienne mongola Sumiya Dorjsuren (foto) e la ventunenne giapponese Tsukasa Yoshida, che si sono date battaglia alla pari per tutta la durata dell’incontro. A decidere è stato un waza-ari della mongola, che interrompe così la striscia di vittorie del Giappone in questa rassegna iridata, e vince la sua prima medaglia d’oro di questo livello dopo aver vinto il bronzo nel 2015 e l’argento olimpico lo scorso anno. Per la giovane nipponica Yoshida, campionessa asiatica in carica, si tratta comunque della prima medaglia mondiale, anche se avrebbe preferito succedere nell’albo d’oro della categoria alla connazionale Kaori Matsumoto. Un plauso anche agli arbitri, bravi a non intervenire con penalità che avrebbero guastato l’esito di questa finale equilibratissima. (fonte oasport.it)

 PRIMO PIANO
Dinosauri dalla Mongolia,
dormivano come uccelli


30 agosto 2017

Si sono addormentati stretti l'uno accanto all'altro, come in un nido, in una posizione simile a quella di uccelli come piccioni e corvi: così sono stati trovati tre giovani dinosauri, i cui resti fossili sono stati rinvenuti in una pietra di 70 milioni di anni fa nel deserto della Mongolia. Il risultato è stato presentato al convegno della Società di paleontologia dei vertebrati dai ricercatori, guidati da Greg Funston (foto) dell'università canadese dell'Alberta, a cui ha contribuito anche Federico Fanti, dell'università di Bologna. La posizione in cui sono stati trovati aiuta gli animali a regolare la temperatura del corpo e ad evitare di attirare i predatori. Sulla pietra (esportata illegalmente dalla Mongolia nel 2006) il paleontologo italiano Fanti ha fatto un'analisi geochimica, da cui ha dedotto che probabilmente questi dinosauri provenivano da Bugiin Tsav, sito ricco di fossili nel deserto del Gobi. I dinosauri appartenevano ad una nuova specie di oviraptoridi, famiglia di dinosauri dal volto corto, lunghe gambe e becco privo di denti, vissuti durante il Cretaceo, tra i 145 e 65 milioni di anni fa. Avevano una cresta in cima alla testa, simile a quella dei moderni casuari, e camminavano su due zampe. Due dei tre sono stati ritrovati accucciati a pancia giù, con il collo rannicchiato indietro verso il corpo, e le braccia che reggevano la testa. "Una posizione molto simile a quella degli struzzi ed emù quando dormono", commenta Funston. Finora erano già stati trovati fossili di dinosauri dormienti, ma tutti solitari. Questo invece è il primo di "gruppo" e suggerisce che quella di posarsi in gruppo sia un'abitudine sviluppata negli animali con una vita sociale ricca. Cosa che sembrava avere anche questa famiglia, gli oviraptoridi, che cercavano il cibo in gruppo e probabilmente mostravano la cresta ai rivali o potenziali compagne. Sulla base dello spessore delle ossa, i ricercatori hanno calcolato che dovevano pesare 45 chili, e poiché le femmine deponevano dozzine di uova, probabilmente questi animali erano "parenti", fratelli o cugini.

 PRIMO PIANO
La principessa e l'aquila
dal 31 agosto al cinema


28 agosto 2017

Dopo aver emozionato la platea del Sundance, La principessa e l’aquila si prepara ad arrivare anche nelle sale italiane con un cast vocale tra cui spicca la giovane e versatile Lodovica Comello. La cantante, attrice e conduttrice ha infatti prestato la propria voce alla protagonista del film d’esordio del regista Otto Bell. Ispirato a una storia vera, La principessa e l’aquila racconta una storia d’amicizia, di passione e di coraggio sullo sfondo dei magnifici paesaggi della Mongolia. Qui una giovane ragazza, Aisholpan, decide di seguire il sogno: quello di diventare la prima addestratrice di aquile donna del suo paese. Un’avventura unica che ha saputo conquistare pubblico e critica a importanti festival internazionali, come il Telluride, il Festival di Toronto o la Festa del Cinema di Roma, guadagnandosi anche una candidatura ai BAFTA nella categoria miglior documentario. La principessa e l’aquila arriverà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 31 agosto. Nella foto, Lodovica Comello durante il doppiaggio del film.

 SOLIDARIETA'
La storia di Mariam,
solidarietà e riconoscenza


17 agosto 2017

Buon pomeriggio a Voi. Ieri io due amici siamo tornati in Italia dopo un viaggio in moto in Mongolia (2° tappa di un giro del mondo anno per anno). Eravamo ansiosi di trovare notizie sugli italiani che avevano aiutato Mariam, da noi incontrata nella prima serata trascorsa in Mongolia, dormendo proprio nella gher della sua famiglia. Abbiamo così trovato il Vs sito, molto ben fatto, completo e…con info su Mariam. Siamo stati testimoni diretti che la bimba sta bene e che lì c’è grande riconoscenza per questi benefattori italiani. Potete far loro conoscere questa nostra? Abbiamo scritto di Mariam e della Mongolia nel nostro blog
motoviaggio.blogspot.it Grazie. Angelo, Renato e Omar

 SOLIDARIETA'
Mariam, un dramma
con il lieto fine


2 agosto 2017

Ha avuto un lieto fine la drammatica storia di Mariam, la bambina nomade mongola rimasta gravemente ustionata alle mani a causa di una stufa rovente. Ecco il resoconto di Alberto e Chiara Colombo, coordinatori del "progetto Mariam".
Informiamo con piacere che tutto è proceduto al meglio all’ospedale di Udine per cui il Prof. Piercamillo Parodi, cui rinnoviamo i più sentiti ringraziamenti e con lui al dr. Nicola Collini, hanno autorizzato il rientro di Mariam in Mongolia. Accompagnata dal padre Kuka, la piccola è partita il  27 luglio con volo da Malpensa a Ulaanbaatar via  Mosca e il giorno successivo sono riusciti - grazie al contributo di alcuni nostri amici - a prendere il volo interno per Bayan Ulgii dove li aspettavano mamma, sorellina e parenti (foto allegata) per tornare a casa, nella cittadina di Tsagaannuur. Sentiti ringraziamenti  anche alle fisioterapiste Elide De Luca e Nicla Paravano, ai medici Michele Patui e Elena Valentini, alle infermiere del reparto di pediatria, alle volontarie di Abio, a “Casa Mia” (grazie a Gabriella e Laura) che ha ospitato Mariam per due mesi, e a tutti coloro che si sono presi cura di Mariam e Kuka durante il loro soggiorno a Udine.

 PRIMO PIANO
L'Ue inaugura
delegazione in Mongolia


25 luglio 2017

L'Unione europea, a seguito della decisione dell'Alto rappresentante per la politica estera e vice presidente della Commissione Ue Federica Mogherini, ha aperto la delegazione in Mongolia, a Ulaanbaatar, portando il totale delle sue rappresentanze nel mondo a quota 140. L'Ue mantiene la promessa sull'avvio "di una delegazione a pieno titolo in Mongolia, nazione democratica strategicamente tra Cina e Russia, partner importante per noi", dice in una nota il presidente delle Commissione Jean-Claude Juncker, ricordando le tre visite fatte, di cui la prima nel 1998 e l'ultima nel 2016. La Mongolia, rileva Mogherini, "ha un ruolo importante in una complessa regione, con una posizione geopolitica unica". La mossa è un investimento su legami più stretti e presto ci sarà "la firma di un accordo di partnership e cooperazione". La decisione, che segue l'accordo tra la Commissione Ue e il Consiglio dell'Ue e che diventerà pienamente operativa nel corso del 2017, rimarca l'importanza dei significativi progressi fatti nello sviluppo delle relazioni Ue-Mongolia. L'Italia, a conferma del crescente peso del paese asiatico, ha aperto la sua ambasciata nel 2016. (fonte Ansa, nella foto: il presidente uscente della Mongolia Elbegdorj con il presidente della Commissione Ue Juncker)

 PRIMO PIANO
Alle Cornelle i primi passi
dei leopardi delle nevi


15 luglio 2017

Li chiamano «I fantasmi delle montagne», quella del leopardo delle nevi è una specie rarissima, si stimano tra i 4.080 e i 6.590 esemplari in libertà, ma la popolazione effettiva riproduttiva potrebbe non superare le 2.500 unità. Per questo, la doppia nascita al Parco Faunistico Le Cornelle (Valbrembo - Bergamo) è stata salutata come un evento straordinario. Due fiocchi azzurri straordinari per bellezza e unicità, poiché appartenenti alla specie più minacciata al mondo: è la prima volta dopo moltissimi anni, infatti, che in Italia nascono e riescono a sopravvivere ai primi delicati giorni di vita, due esemplari di questa specie. Arman e Neko sono due maschi figli di Kadir, il papà, animale dal carattere schivo di 6 anni, e di Luna, la mamma, di soli 3 anni, più socievole, premurosa e accorta. Il parto è avvenuto in uno speciale nido in legno che ha garantito privacy alla madre dando allo stesso tempo agli esperti del Parco la possibilità di controllare i neonati senza disturbarli. Subito dopo il parto, tramite una piccola videocamera posizionata su un’asta, è stato possibile filmare e fotografare madre e figli senza arrecare disturbo. Le riprese e le fotografie sono state effettuate principalmente dall’alto riuscendo così a controllare la crescita dei piccoli. Adesso, la mamma Luna ha spostato il nido da un piano sopraelevato a un piano più basso, raso terra, poiché i cuccioli hanno iniziato a camminare e così possono muoversi con maggiore facilità. La gestazione è durata circa 100 giorni e i cuccioli saranno accuditi dalla mamma per circa due anni. Il peso che potranno raggiungere è variabile: tra i 25 e i 75 kg. Il leopardo delle nevi, infatti, nome scientifico Uncia uncia, ha zampe corte (altezza al garrese sui 60 cm) e coda lunga (anche fino a 1 metro) e spessa, con una forma allungata e un’andatura strisciante. La pelliccia è unica nel suo genere, sia per la colorazione sia per quanto è folta, così da rappresentare un’utile protezione rispetto alle temperature più rigide. Secondo le ultime indagini, i Monti Altai, in Mongolia, dove si sfiorano i 4.300 metri, ospitano alcuni degli ultimi 4mila leopardi delle nevi che sopravvivono alla scomparsa. Alcune centinaia di esemplari, sono ospitati nei giardini zoologici di tutto il mondo dove ogni nascita che si ottiene contribuisce ad allontanarlo dall’estinzione. La natura riservata e l’indole schiva sono tipiche anche degli esemplari allevati nei giardini zoologici dove per osservarli bisogna come minimo aguzzare la vista. (fonte Famiglia Cristiana)

 PRIMO PIANO
Il Naadam inaugurato
dal nuovo Presidente


13 luglio 2017

In Mongolia è esploso il Naadam, la festa più importante dell’anno. I soldati in uniformi tradizionali portano le “grandi bandiere bianche” che furono reintrodotte nei primi anni Novanta dopo la caduta del comunismo e rappresentano lo Stato mongolo indipendente. La cerimonia di apertura mostra gli eroi della Mongolia del passato, compreso Genghis Khan, che fondò l’impero mongolo. La festa è stata aperta dal presidente appena eletto Khaltmaa Battulga, che ha riflettuto sul significato storico della giornata nel suo discorso di apertura: “Oggi sono 2.226 anni dalla fondazione dello stato mongolo, l’811° anniversario del grande impero mongolo, il 96° anniversario della rivoluzione dei popoli mongoli, il decimo anniversario della restaurazione della libertà e dell’indipendenza nazionali (dalla Cina) e il ventesimo anniversario della nostra Rivoluzione democratica“. Tanti motivi in più per festeggiare. Buon Naadam, Mongolia.

 PRIMO PIANO
Il democratico Battulga
nuovo presidente di Mongolia


8 luglio 2017

54 anni, uomo d’affari e maestro di arti marziali. Questo è Khaltmaa Battulga (foto) che si è aggiudicato il ballottaggio delle presidenziali in Mongolia. Appartenente al Partito Democratico della Mongolia, nonostante le numerose schede bianche, dalle urne ha ricevuto il 50,7 per cento delle preferenze pari all’87 per cento dell’elettorato del Paese. “La Mongolia ha vinto”, le prime parole di Battulga. “Come ho promesso, comincerò subito a lavorare per risolvere le difficoltà economiche e liberare il Paese dai debiti”. Lo sconfitto, l’esponente del Partito Popolare Mieygombo Enkhbold ha già annunciato battaglia all’opposizione dichiarando di voler premere sulle riforme costituzionali che limitano i poteri del presidente. (fonte euronews)

 PRIMO PIANO
Mongolia: presidenziali
atto secondo


7 luglio 2017

Questo venerdì si torna alle urne in Mongolia, per il secondo turno delle elezioni presidenziali. Il primo si era concluso con un nulla di fatto lo scorso 26 giugno: nessun candidato aveva raggiunto la maggioranza assoluta. Il rappresentante del partito democratico Battulga Khaltmaa (foto), ex maestro d’arti marziali, era arrivato primo, ottenendo il 38,1% dei voti. A sfidarlo al ballottaggio troverà Miyeegombyn Enkhbold, candidato del Partito del Popolo Mongolo, al governo del Paese asiatico dallo scorso anno. Il 52enne, primo ministro dal gennaio 2006 al novembre 2007, aveva ricevuto il 30,3 %. Colui che prenderà il posto dell’attuale Presidente Cahiagijn Ėlbėgdorj, ineleggibile dopo due mandati, avrà il duro compito di risollevare l’economia stagnate della Mongolia. (fonte euronews.com)

 PRIMO PIANO
La Cenerentola di Rossini
sbarca a Ulaanbaatar


17 giugno 2017

Un italiano alla corte di Gengis Khan. Sarà, infatti, il direttore abruzzese Jacopo Sipari di Pescasseroli, direttore principale ospite della Fondazione Festival Pucciniano a dirigere la prima assoluta in Mongolia nel Teatro nazionale d'Opera e Balletto della capitale Ulan Bator della straordinaria opera "La Cenerentola" di Gioachino Rossini. Il Maestro, tornato dai successi in Messico e al Teatro nazionale di Belgrado dove ha recentemente diretto il balletto "La bella Addormentata" di Tchaikovsky con l'Opera di Stato, porta l'Opera italiana anche in Mongolia, invitato dal Mongolian Cultural Envoy to UK and EU e dal Ministero degli affari esteri dello Stato. Il progetto, ideato dal soprano e regista Ayana Sambuu (nella foto) con la collaborazione di Nathalie von Rittersberg, vede la presenza di noti solisti internazionali provenienti da diversi paesi unitamente al coro e all'Orchestra del Teatro Nazionale di Mongolia. Tra i solisti anche gli italiani Concetta Pepere nel ruolo di Clorinda, Franco Cerri nel ruolo straordinario di Dandini e Pietro Toscano in quello di Don Magnifico.

 SOLIDARIETA'
Operata a Udine
la piccola Mariam


6 giugno 2017

Grazie al Gengis Van Team coordinato da Marco Scicchitano, a Etica Onlus Presidente Dr. Michele De Gasperis, a Casa Mia Onlus Presidente Gabriella Pera e Laura, a Flying Angels Foundation Onlus nelle persone di Alessandra Minetti e Valentina , il 31 maggio la piccola Mariam, bambina nomade mongola rimasta gravemente ustionata alle mani a causa di una stufa rovente, è stata operata presso l'ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine. Nella foto, Mariam è con il padre, a destra e con Alberto Colombo, al centro. L'intervento ricostruttivo alle mani di Mariam, condotto dal Prof. Piercamillo Parodi direttore della Clinica Universitaria di chirurgia plastica e ricostruttiva e dall’ortopedico Dr. Nicola Collini, è stato reso possibile dalla stretta collaborazione fra i soggetti che hanno preso parte all'iniziativa. Un ringraziamento particolare alla Regione Friuli Venezia Giulia, alla Azienda sanitaria di Udine, al reparto pediatria dove Mariam è ricoverata e assistita, al Dott. Pasquale Palumbo, capo dell’ufficio consolare italiano a Ulaanbaatar. A questo primo intervento ne seguirà un altro, che verrà condotto nella stessa struttura ospedaliera nelle prossime settimane. La permanenza di Mariam in Italia si concluderà dopo una terza fase di riabilitazione e fisioterapia
Alberto e Chiara Colombo (coordinatori del progetto Mariam)

 PRIMO PIANO
L'ambasciatore di Mongolia
in visita a Magione


16 maggio 2017

Sabato 20 maggio, una delegazione composta da amministratori comunali, rappresentanti delle istituzioni parlamentari e universitarie, delle realtà imprenditoriali e associazionistiche, accoglieranno nella sala del consiglio comunale di Magione l’ambasciatore della Mongolia in Italia S.E. Tserendorj Jambaldorj. Il programma della giornata prevede, alle 10.30, la visita alla sala consiliare dove, dopo i saluti del sindaco Giacomo Chiodini, sono previsti gli interventi della senatrice Valeria Cardinali, associazione parlamentare Italia-Mongolia; di Giovanni Paciullo, rettore Università per Stranieri; Maurizio Oliviero, Università degli studi di Perugia; Brunello Cucinelli, imprenditore; Nyamaa Lkhagvajav dell'Associazione Mongolia-Italia; Umberto Mannocchi Comitato Fra Giovanni da Pian di Carpine. Vanni Ruggeri, storico e presidente del Consiglio comunale di Magione, a conclusione della mattinata, illustrerà la sala consiliare e la storia di Giovanni da Pian di Carpine. Farà seguito una vista al Castello dei cavalieri di Malta e alla statua dedicata al celebre francescano. Nel pomeriggio, ore 17, dopo la visita a un’azienda del territorio, nella sala Carpine della Società operaia, il rappresentante diplomatico incontrerà gli imprenditori di Magione e Perugia. L’incontro è a cura dell’associazione parlamentare Italia-Mongolia. La visita, oltre che consolidare il legame tra la comunità mongola e magionese in nome del francescano Giovanni da Pian del Carpine che nel 1246 raggiunse, prima ancora di Marco Polo, le lontane terre di Gengis Khaan come inviato di papa Innocenzo IV; sarà occasione per l’ambasciatore di conoscere alcune delle realtà imprenditoriali del comune di Magione. (fonte umbriadomani.it). Nella foto, l'ambasciatore Tserendorj con il Presidente Mattarella

 PRIMO PIANO
In libreria il secondo
capitolo di Yeruldelgger


8 maggio 2017

Dopo Yeruldelgger, Morte nella steppa, il noir francese più premiato degli ultimi dieci anni, arriva nella collana Darkside di Fazi Editore il secondo capitolo della trilogia che sta conquistando i lettori di tutto il mondo: il commissario ritrova la Mongolia e le sue terre estreme in un grande thriller di un’originalità assoluta Yeruldelgger, Tempi selvaggi. La trilogia di Yeruldelgger è stata un vero e proprio caso editoriale in Francia, dove ha venduto 500.000 copie e ha vinto i più importanti premi letterari fra cui il prestigioso Prix SNCF duPolar 2014. Questa la trama del secondo volume della serie. È inverno inoltrato in Mongolia: la steppa è avvolta nella morsa dello dzüüd. Imperversa un vento gelido, le temperature si aggirano sui meno trenta e il paesaggio è spazzato da tormente di neve. Sembra di respirare schegge di vetro. È la leggendaria sciagura bianca, che al suo passaggio lascia dietro di sé una scia di cadaveri. Milioni di vittime, uomini e animali. Da un cumulo di carcasse congelate, incastrata fra un cavallo e una femmina di yak, sbuca la gamba di un uomo. Sarà solo il primo di una serie di strani ritrovamenti. Ma il commissario Yeruldelgger al momento ha altri problemi: in un albergo di Ulan Bator è stata assassinata Colette, una prostituta, e il principale indiziato e accusato del delitto è proprio lui. Le indagini per scagionarsi prima lo metteranno sulle tracce del figlio di Colette, scomparso nel nulla, poi lo porteranno in Francia, a districarsi in una in una fitta trama di giochi di potere dei servizi segreti, loschi affari dei militari e corruttela della politica. Sempre più con le spalle al muro il commissario Yeruldelgger non avrà più niente da perdere e sarà pronto a uccidere: il fuoco va sconfitto col fuoco. Proprio come si fa quando scoppiano gli incendi nella steppa: si creano muri incendiari. E intanto, la neve continua a ricoprire la Mongolia…(fonte latelanera.com)

 PRIMO PIANO
Geologo bolognese premiato
"Ora mi dedico alla Mongolia"


4 maggio 2017

L'unico italiano a conquistare il prestigioso titolo di "Emerging explorer" del National Geographic: di fatto, uno dei migliori 14 ricercatori del mondo del 2017 per la prestigiosa rivista scientifica. Federico Fanti, 36 anni, bolognese, ricercatore dell'Alma Mater studiorum al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali, si è meritato il titolo di Emerging explorer destinato a “scienziati, divulgatori e innovatori con capacità e talento unici e straordinari”. "Sono naturalmente molto soddisfatto, sono della generazione cresciuta col National Geographic quindi per me è un onore. Oltretutto da molto tempo va avanti la collaborazione col NG che ha permesso numerose scoperte scientifiche". Fra le più importanti, ricorda Fanti, sicuramente "la campagna di scavo in Tunisia e il lavoro in Mongolia, partito lo scorso settembre: la Mongolia è uno dei siti più ricchi al mondo di fossili ma al contempo vi è un fiorente mercato nero che stiamo cercando di contrastare". Fanti, geologo e paleontologo, svolge attività di ricerca anche presso il museo geologico “Giovanni Capellini” dell’Alma Mater. I suoi studi si concentrano su come i cambiamenti climatici e ecologici hanno influenzato l’evoluzione attraverso eventi di adattamento o estinzione. Dal 2006 ad oggi ha condotto campagne di scavo in Alaska, Canada, Messico, Turkmenistan, Mongolia, Australia, oltre che in Europa e in Africa. Nel dicembre del 2014, durante una spedizione nel governatorato di Tataouine, in Tunisia, ha scoperto lo scheletro di un gigantesco coccodrillo, una specie nuova per la scienza, che è stato chiamato Machimosaurus rex. (fonte repubblica.it)

 PRIMO PIANO
Prima auto elettrica
al Mongol Rally


3 maggio 2017

Partenza fissata il 16 luglio da Goodwood, Regno Unito, arrivo chissà quando a Ulan Bator, capitale della Mongolia, dopo 16 mila km di steppe, deserti e montagne. Il Mongol Rally è una gara sui generis, che si svolge dal 2004 con il principale obiettivo di fare beneficienza. Aperto anche a dilettanti in cerca di avventura, rigorosamente a bordo di utilitarie di cilindrata inferiore ai 1000 cc, e con l’obbligo di raccogliere almeno 1000 sterline da destinare a opere di beneficienza. Tra le vetture al via dell’edizione 2017 anche un’elettrica, la prima nella storia del rally. Si tratta di una Nissan Leaf  modificata dagli specialisti di Plug In Adventures, team scozzese che due anni fa aveva utilizzato una Leaf per coprire 2.659 km in due giorni sfruttando solo punti di ricarica pubblici e gratuiti. Chris Ramsey, fondatore di Plug In Adventures, ha dichiarato: “Il Mongol Rally è la sfida più impegnativa che abbiamo mai affrontato a bordo di un veicolo elettrico, ma è da anni che la stiamo pianificando. Più ci sposteremo verso oriente, più dovremo confrontarci con punti di ricarica limitati e con terreni difficili da percorrere”. La scelta di utilizzare al bestseller green giapponese non è stata casuale: “Oltre a essere un’auto che conosco molto bene e che ho sempre trovato affidabile, dispone della più capillare rete di ricarica rapida in Europa. In più, è compatibile con le spine Commando da 240v, perciò potrò caricare la batteria e continuare a guidare anche nelle zone più isolate, dove non ci saranno colonnine per la ricarica rapida. Il valore di questa esperienza risiede nel percorso, non nell’arrivare a destinazione il prima possibile”. La Leaf AT-EV (all-terrain electric vehicle), è basata su una vettura di serie in allestimento con batterie da 30 kWh, capaci di garantire un’autonomia massima di 250 km. Tra le modifiche apportate troviamo cerchi in lega Speedline SL2 Marmora e pneumatici Maxsport RB3, particolarmente indicati sullo sterrato, nonché specifiche protezioni sottoscocca. Il portapacchi modificato consente di trasportare carichi anche all’esterno ed è provvisto di una barra luminosa Lazer Triple-R con 16 LED in grado di generare 16.400 lumen supplementari a bassa tensione per illuminare i tratti più impegnativi del percorso. (fonte Tuttosport)

 PRIMO PIANO
Libertà di stampa,
Mongolia al 69° posto


26 aprile 2017

La Mongolia perde 9 posizioni nella classifica sulla libertà di stampa stilata da Rsf (Reporters sans frontieres) ed è ora al 69° posto nel mondo; viene scavalcata dall'Italia che invece guadagna 25 posti e si attesta al 52° gradino. La Mongolia resta però ai primissimi posti nella graduatoria continentale, battuta solo da Taiwan (45°) e dalla Corea del Sud (63°). Precede però il Giappone, mentre malissimo vanno i due potenti vicini: la Cina (176esima su 180 Paesi) e la Russia (148). Nella mappa, la Mongolia viene rappresentata in arancione (come l'Italia), che significa "media libertà di stampa". Male i Paesi in rosso, pessima situazione per quelli colorati in nero.

 PRIMO PIANO
Mongolia-Italia,
confronto e collaborazione


26 aprile 2017

La seconda Commissione Mista Italia-Mongolia, tenutasi a Ulaanbaatar nei giorni scorsi, ha visto i rappresentanti istituzionali italiani e mongoli confrontarsi sui temi di reciproco interesse nell’ambito dell’incremento delle relazioni tra i due paesi. La delegazione italiana, guidata dal Sottosegretario allo Sviluppo Economico Scalfarotto e rappresentata dal sottosegretario al Turismo Bianchi, dall’Ambasciatore d’Italia in Mongolia De Felip con la partecipazione dai rappresentanti di Confindustria e SACE, ha discusso con la controparte mongola dei diversi settori in cui è possibile avviare collaborazioni economiche e commerciali, con particolare riferimento all’agricoltura, industria leggera, sanità, energia e ambiente, cultura e turismo, edilizia e infrastrutture. Confermati i progetti promossi dalla Camera di Commercio Italo-Mongola, tra cui quelli per la riqualificazione urbana dei ger district della capitale mongola e la realizzazione di 10.000 unità abitative con infrastrutture e servizi connessi; l’apertura dei due Uffici del Turismo di Roma e Ulaanbaatar, organismi per la promozione e l’incremento dei flussi turistici tra i due paesi; la mostra “Creatori di Imperi: Gengis Khan e Giulio Cesare”, un’esposizione da tenersi a Roma e Ulaanbaatar per mettere a confronto due dei più famosi condottieri della storia attraverso lo scambio di opere d’arti e reperti tra i paesi. Il Presidente De Gasperis ha rilasciato un commento: ”Con la nuova Commissione Mista, l’Italia ha maggiormente circostanziato gli ambiti in cui sarà possibile collaborare con la Mongolia. Sono state evidenziate le ottime prospettive e opportunità per le imprese italiane nei diversi comparti economici, e la Commissione è un autorevole riconoscimento che darà nuovo impulso ai progetti già promossi dalla Camera di Commercio Italo-Mongola. Un ottimo risultato che, nonostante la contrazione economica, vede l’Italia favorita e che siamo certi ci permetterà di dar seguito presto e in maniera proficua alla collaborazione con le istituzioni e le imprese mongole nello sviluppo dei progetti dei nostri associati”. (fonte Associm). Nella foto, De Gasperis con il Ministro dell'Agricoltura della Mongolia Purev.

 CONTRIBUTI
A maggio in libreria
la nuova guida sulla Mongolia


21 aprile 2017

Buongiorno, ho visitato il vostro sito, bellissimo e completo. Ho cercato il libro: "Mongolia. L'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri" di Federico Pistone ma risulta introvabile su Internet per acquisto online. Sapete se è disponibile in qualche modo? Grazie. Patrizio

Approfittando di questa gentilissima richiesta (e grazie per le generose parole sul sito) ricordiamo che la nuova edizione della guida Polaris sulla Mongolia uscirà a fine maggio in libreria in versione molto rinnovata e aggiornata, sia nei contenuti che nella grafica. All'autore Federico Pistone si affianca Dulamdorj Tserendulam, brillante studentessa universitaria mongola che ha dato nuova freschezza e informazioni inedite. Per un accordo con la casa editrice Polaris, a chi farà richiesta della guida attraverso mongolia.it (info@mongolia.it) sarà praticato un prezzo speciale con spedizione a domicilio. Nella foto, il dettaglio della nuova copertina del libro.

 CULTURA
Brezza dalla Mongolia
con le arie di Ayana


11 aprile 2017

"A breeze from the steppes", una brezza dalle steppe, della Mongolia naturalmente. È quella portata a Londra dalla cantante lirica mongola Ayana Sambuu e dal baritono italiano Franco Cerri che hanno interpretato arie d'opera italiane e mongole, accompagnati dalla pianista Mandakhtuya Dorje. È l'iniziativa organizzata  dall'Ambasciata della Mongolia in Inghilterra con il coinvolgimento speciale dell'Ambasciatore Sanjaa Bayar e l'Ambasciatore Culturale della Mongolia in Inghilterra e UE Unurma Janchiv. Si replica con "La Cenerentola" di Rossini a Ulaanbaatar il 28 giugno al Palazzo Centrale della Cultura e il 2 luglio al Teatro Accademico d'Opera e Balletto in collaborazione con l'orchestra della Filarmonica della Mongolia sotto la direzione del direttore della Fondazione Pucciniana italiana Jacopo Sipari Di Pescasseroli e il cast dei cantanti mongoli, italiani e internazionali con l'appoggio del Ministero degli Esteri della Mongolia e il Consiglio dei Mongoli al Estero.

 PRIMO PIANO
Bit, bilancio ottimo
e un angolo di Mongolia


7 aprile 2017

L'hanno chiamata Bit Revolution, la Borsa Internazionale del turismo ha chiuso i battenti con un ottimo bilancio e con un pezzetto di Mongolia, grazie allo stand di Mondiscovery Tour (nella foto, con Chiara Colombo). Oltre sedicimila incontri di match-making (+13% rispetto al 2016) hanno fatto incontrare 2.000 espositori con 1.500 top buyer profilati italiani ed esteri, oltre a più di 200 travel blogger e 2.000 esponenti dei media accreditati. Come riferisce Il Giornale: "La Bit accende la voglia di viaggiare e di fare un’esperienza e una scoperta diretta di destinazioni e pacchetti vacanza anche nell’era di Internet e del web. Segnale di un trend in crescita, considerando che nel 2016 il numero dei viaggi con pernottamenti degli italiani è cresciuto per la prima volta dopo 7 anni del 13,7% rispetto al 2015".

 EDICOLA
Leopardo delle nevi,
missione italiana in Mongolia


1 aprile 2017

Irbis, Panthera uncia o, semplicemente, leopardo delle nevi. Il felino appartenente alla famiglia delle pantere e - nonostante il nome - lontano parente della tigre, originario delle catene montuose dell’Asia centrale, è conosciuto per il mantello chiaro, molto spesso, dalla tonalità che vira verso il grigio scuro con piccole macchie nere. Essendo carnivoro, è in grado di cacciare prede anche di dimensioni più grandi della sua, ma non disdegna vegetali e ramoscelli. Per proteggerlo dall’estinzione e dalle difficoltà legate alla sua sopravvivenza causate dalla scomparsa del suo habitat, per mano dell’uomo, un team di ricercatori italiani è partito da Bologna alla volta delle vette della Mongolia, con l’obiettivo di censire uno dei felini più minacciati di estinzione al mondo: il leopardo delle nevi. Il Museo delle Scienze Naturali di Trento e il Parco Natura Viva di Bussolengo lavorano già da due anni al progetto di censimento della specie e questa è la seconda spedizione in due anni. Per seguire la missione è stato ideato un hashtag #fantasmadellemontagne. Dalla capitale della Mongolia, Francesco Rovero — curatore della sezione biodiversità del Museo delle Scienze Naturali di Trento (Muse) — e i suoi impiegheranno non meno di altri 2 giorni per raggiungere il Parco Nazionale Tavan Bogd, dove i Monti Altai toccano i 4.300 metri e ospitano alcuni degli ultimi 4mila leopardi delle nevi stimati che sopravvivono alla scomparsa. Da quel momento, la spedizione rimarrà 18 giorni in Mongolia per posizionare 60 fototrappole nei punti in cui si rinvengono le tracce del passaggio di uno dei felini più minacciati al mondo, ribattezzato “il fantasma delle montagne”. L’idea, come spiegano i ricercatori, è appunto quella di “aumentare le conoscenze su questa specie e censire il numero di esemplari presenti nei 1000 chilometri quadrati da campionare”. Nella prima spedizione del 2015 è stata registrata “un’estensione drammatica degli allevamenti di capre cachemere, che devono soddisfare la domanda del pregiato tessuto anche da parte dell’Occidente. (www.corriere.it testo di Silvia Morosi) Leggi l'intero servizio

 PRIMO PIANO
Il Lama Shinendentsel
dal 7 al 9 aprile a Lugano


24 marzo 2017

Per il terzo anno consecutivo l'Hamba Lama Shinendentsel arriverà in Ticino e in particolare a Cadro (Lugano) dal 7 al 9 qprile. Sarà l'occasione per offrire a tutti la possibilità di assistere al rituale Luijin-Chöd (per l'armonizzazione di corpo, mente e spirito), che sarà preceduto da preziose spiegazioni sul rituale e da un insegnamento che potrà essere utile nella vita quotidiana di ciascuno di noi. Nel passato non è stato possibile per tutti avere la possibilità di un colloquio individuale con Lama Shinendentsel, per poter esporgli delle domande personali riguardanti il lavoro, la famiglia, la salute ecc. Per questo motivo quest'anno sarà dato più spazio a questi incontri, a cui saranno riservate l'intera giornata di giovedì 6 aprile (dalle 9 alle 18) e le mattine (dalle 9 alle 12) di venerdì 7, sabato 8 e domenica 9 aprile. Coloro che volessero prenotare un incontro con il Lama Shinendentsel possono contattare la responsabile Muren via e-mail EventoMongoliaLama@gmail.com indicando giorno e ora in cui si desidera fare l'incontro insieme a un recapito telefonico. L'Hamba Lama Shinendentsel dirige a Ulaanbaatar un monastero tra i più attivi e frequentati; i suoi progetti per il futuro prevedono, tra l’altro, la costruzione di un grande centro di accoglienza per i giovani della capitale che sia luogo di riflessione e spiritualità, ma anche centro culturale e di aggregazione giovanile e sociale teso al recupero dell’identità del popolo mongolo, messa a dura prova dalla occidentalizzazione selvaggia del paese.

 APPUNTAMENTI
Dal 2 al 4 aprile alla BIT
uno stand della Mongolia


20 marzo 2017

Torna dal 2 al 4 aprile la BIT (Borsa Internazionale del Turismo) che quest'anno si sposta nella sede di Fieramilano City. Anche la Mongolia sarà rappresentata grazie allo stand di Mongolia Discovery Tours (coordinate Padiglione MICO, Ala Sud livello 0 - stand D44A). Come precisano gli organizzatori "da oltre trent’anni BIT favorisce l’incontro tra decision maker, esperti del settore e buyer accuratamente selezionati e profilati, provenienti da varie aree geografiche e settori merceologici. Con oltre 1.500 Hosted Buyer internazionali ed italiani, più di 2.000 aziende partecipanti e oltre 60.000 visitatori professionali attesi, l’edizione 2017 sarà una delle più innovative che BIT abbia mai organizzato, introducendo importanti novità". Vai al sito ufficiale

 SPORT
Zini: "Sarò cannoniere
del calcio mongolo"


12 marzo 2017

Federico Zini è un vero e proprio girovago del calcio: Malta, Filippine, Bulgaria e adesso il talento ex cantrano dell’Empoli ha deciso di tentar l’avventura nel campionato mongolo. L’attaccante, che è reduce da un gravissimo infortunio, che ne ha messo a rischio il prosieguo della carriera ci racconta questa sua nuova avventura e non solo in questa chiacchierata esclusiva con Supernews (di Mauro Migliavacca).

Federico la tua carriera, dopo oltre un anno di stop per infortunio riparte dalla Mongolia. Cosa ti ha convinto a sposare questo nuovo progetto?

“Innanzitutto un saluto a tutti i lettori e grazie per avermi contattato. Ulaanbaatar City Fc è un club giovane, fondato nel 2015 con un presidente molto ambizioso che già da questa stagione vuole vincere tutti i titoli a disposizione. Un progetto che mi ha convinto fi da subito”

Hai girato molto: Malta, Filippine, Bulgaria prima di questa nuova esperienza. Cosa ci puoi raccontare di queste tue precedenti avventure sportive?

“Malta, Bulgaria e Filippine sono state tutte e tre esperienze importanti per la mia crescita umana e professionale. Ho avuto modo di vedere il calcio in maniera diversa sia fuori che dentro il campo , perchè ogni Nazione lo vive a suo modo”.

Tanto peregrinare per il Mondo, ma non ti manca l’Italia ed il calcio italiano?

“L’Italia mi manca, certo: la mia ragazza, la famiglia, gli amici e la quotidianità. Però il momento però sono molto felice delle scelte calcistiche che ho fatto anche se in futuro, giocare in una piazza importante in Italia ha il suo grande fascino”.

Cosa ti aspetti da questa nuova avventura sportiva e come l’affronti?

“Adesso finalmente sto bene, la voglia di riiniziare e di rimettermi in gioco è tanta. Ho una scommessa con il mio procuratore, essere il capocannoniere a fine stagione. Prima di tutto spero che come squadra, riusciremmo a portare  a casa gli obiettivi prefissati”

 PRIMO PIANO
Per lo Tsagaan sar
Quaresima rinviata


2 marzo 2017

È un festival tra i più antichi e più importanti della cultura mongola il "Tsagaan Sar", che letteralmente significa "Luna Bianca" ed è ricco di simbolismi e rituali che si compiono nelle famiglie, come una accurata pulizia della casa, gli auguri pronunciati dagli anziani, le preghiere per un buon auspicio. La popolazione mongola lo ha festeggiato in coincidenza con il nuovo Anno lunare, dal 27 febbraio al 1 marzo 2017. Come appreso da Fides, la comunità dei circa mille battezzati in Mongolia, pienamente inserita nella cultura locale, assume questa celebrazione incorporandola nella liturgia e dandole un nuovo significato: nelle prime ore del 27 febbraio si è celebrata nelle chiese cattoliche in Mongolia una speciale Eucaristia, all'alba del nuovo anno, per affidare a Dio la vita di tutti e pregare per la nazione. Il Prefetto Apostolico Wenceslao Padilla, mentre in questi giorni ha accolto nella sua residenza persone cristiane e non, per i tradizionali saluti e auguri, ha diffuso un messaggio per il nuovo anno, in cui afferma: "Dato che la celebrazione della Luna bianca segna l'inizio della primavera e si considera un nuovo inizio, preghiamo per la pace e per il benessere della nazione. Possano le benedizioni di Dio scendere sul popolo mongolo in questo giorno speciale". Nel 2017 la celebrazione del nuovo anno lunare, inoltre, coincide con l'inizio della Quaresima, che inizia il 1° marzo con il mercoledì delle ceneri. Per questo la Chiesa mongola ha ufficialmente deciso di rinviare alla prima Domenica di Quaresima l'imposizione delle ceneri e il vescovo Padilla ha emesso una dispensa straordinaria dal digiuno e dall'astinenza quaresimale, dato che nei giorni del festival la popolazione consuma tradizionalmente una grande quantità di carne, durante le visite ai vicini di casa. I fedeli della Mongolia, che hanno partecipato in massa alla messa mattutina, al sorgere del sole, hanno apprezzato molto questa modalità di inculturazione: "Apprezzo il fatto che la liturgia cattolica possa armonizzarsi con le nostre tradizioni", dichiara a Fides Teresa, parrocchiana della chiesa di Santa Maria a Ulaanbaatar . "Celebriamo l'Anno lunare. Come cristiani sappiamo che Dio è la sorgente di tutte le benedizioni e Gesù è il sole che non tramonta mai. Camminiamo verso di Lui. Preghiamo perchè le sue benedizioni scendano su tutti noi nel corso di questo nuovo anno”, ha detto padre Mbumba Prosper, missionario congolese in Mongolia, nella sua omelia durante la messa di Capodanno nella chiesa della Divina Misericordia a Erdenet. (fonte Agenzia Fides)

 SPORT
Zini, un altro italiano
nel calcio mongolo


2 marzo 2017

Federico Zini è il bomber con la valigia. Nonostante sia ancora giovane, classe 1993, nella sua carriera ha già calcato i campi di Malta, Bulgaria, Filippine e ovviamente Italia. Dopo il drammatico incidente in uno dei primi allenamenti nella squadra filippina del Ceres La Salle in cui si ruppe la rotula in uno scontro col portiere (che rimase ferito alla testa) Zini ha affrontato un calvario fatto di operazioni e lunghe ore di riabilitazione. Quindici mesi dopo è pronto a scendere di nuovo in campo. Prima però c'è da prendere un aereo. Destinazione Asia, Mongolia: "Ho firmato per Ulaanbaatar City, contratto di un anno". Zini giocherà dunque nella massima divisione mongola e va a vivere a Ulan Bator, capitale dello stato con un milione e 300mila abitanti. "Sono molto felice - ha detto - ho passato un periodo nero ma nonostante tutto non ho mai mollato. Ringrazio il procuratore Angel Ruiz che mi è stato vicino sempre e mi ha dato questa possibilità". Accanto a Zini oltre alla famiglia anche la fidanzata Elisa: "Mi ha sopportato e supportato sempre, non è stato facile. Anche la mia famiglia è sempre stata presente". Il centravanti partirà per l'Asia tra poche settimane: "Il 20 marzo. In squadra con me - ha aggiunto - c'è un altro ragazzo italiano, Mauro Boerchio. La mia ragazza se tutto va bene mi raggiunge tra qualche mese". La Khurkhree National Premier League, ovvero la serie A mongola, prende il via a metà aprile. Zini avrà un mese di tempo per riprendere la condizione e tornare a fare il calciatore, quello che lui definisce "il mestiere più bello del mondo". (fonte http://www.quinewscuoio.it/)

 PRIMO PIANO
Auguri Mongolia,
è l'anno del Gallo


27 febbraio 2017

Il 27 febbraio la Mongolia lascia l'anno della Scimmia ed entra nell'anno del Gallo. Come già ricordato nelle news precedenti, si festeggia lo Lo Tsagaan Sar, il capodanno mongolo, la più importante festa mongola insieme al Naadam. Sulle tavole compaiono i tradizionali buuz o bansh, pecora, carne bollita, biscottoni (kheviin boov), riso, e airag, latte di cavalla fermentato. Nonostante tutti i problemi legati ai danni del gelo e alla recessione economica, la Mongolia si ferma a festeggiare per almeno un mese. E per l'occasione è stata coniata una speciale moneta (foto) che riproduce l'anno del Gallo. Buon anno, Mongolia!

 CONTRIBUTI
Naadam, uno straniero
può combattere?


23 febbraio 2017

Buongiorno, ho una domanda singolare da farvi: uno straniero può combattere nel Naadam? So che è la festa nazionale per antonomasia, ma sarebbe uno dei miei sogni poter lottare. Buona giornata M.G.

Risponde Tseeghii di mongolia.it
Mi fa piacere che il mio paese faccia parte dei tuoi sogni. Innanzi tutto complimenti per la tua intraprendenza, in Mongolia però è molto difficile gareggiare nel Naadam nazionale e in quelli regionali (Naadam dell'aimag) dove la scelta dei lottatori dipende dalla Mongolian Wrestler Association; tale scelta deriva da un ranking stilato in base ai risultati di tutti i tornei svoltisi in Mongolia. Per un wrestler che non sia inserito in questo ranking è quasi impossibile partecipare ad importanti tornei. Diversa è invece la possibilità di partecipare al Naadam di un Sum (provincia). Questi Naadam minori sono il punto di partenza di aspiranti wrestler, in genere giovani e studenti e, alcune province, accettano anche la partecipazione di stranieri. Per esempio in anni recenti ha accettato l'iscrizione di turisti la provincia di Khatgal, vicino al lago Khövsgöl. Nessuno straniero (finora) è mai riuscito nell'impresa di vincere il Naadam di un Sum e magari tu potresti essere il primo! In tal caso conquisteresti il titolo di "Elefante del Sum". Buona fortuna.

 SPORT
Calcio, due italiani
all'Ulaanbaatar FC


22 febbraio 2017

Doppietta italiana per la squadra mongola Ulaanbaatar FC, che pesca nel nostro paese il portiere e l’attaccante. Sara quindi italiano l’erede di Giacomo Ratto in mezzo ai pali dell’Ulaanbaatar FC. La dirigenza mongola della squadra biancoblu ha infatti scelto il pavese Mauro Boerchio, ventotto anni (nella foto, a sinistra), per sostituire Ratto, dopo l’esperienza positiva della scorsa stagione. Il bomber sarà invece Federico Zini, pisano di ventitré anni (a destra). Boerchio, dopo una lunga carriera tra Serie D e Lega Pro (Nocerina, Renate, Lecco, Pro Sesto, Verbano e Savona), con il picco raggiunto nella stagione 2008/09 quando fece il secondo nel Bari di Antonio Conte, ha scelto di lasciare l’Italia per giocare la Champions League dell’Oceania con la maglia dei campioni di Vanuato dell’Amicale FC (assieme all’ex Foggia, Salernitana e Novara Rijat Shala, a Roberto Polli, a Marcomattia Nasali, Francesco Perrone, e ai due triestini Nicola Princivalli e Massimiliano Lionetti, con Marco Bianchini in panchina) e successivamente il Campionato Maltese con lo Gżira United. (fonte www.opinione-pubblica.com)

 PRIMO PIANO
FMI e Banca Mondiale
in aiuto alla Mongolia


20 febbraio 2017

Il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e l'Asian Development Bank sono intervenuti per sostenere la Mongolia nel mezzo di una forte crisi del debito sovrano. Dipendente dall’esportazione di materie prime, la Mongolia sta attraversando una fase di forte calo nei prezzi di carbone, rame, e altre risorse naturali fondamentali per l’economia. Intanto a Pechino il vice presidente cinese Li Yuanchao ha incontrato il ministro degli Esteri mongolo Tsend Munkh-Orgil, in visita nel Paese. Li Yuanchao ha affermato che la Cina presta da sempre attenzione alle relazioni sino-mongole, durante la visita del capo di Stato cinese Xi Jinping in Mongolia, le due parti hanno stabilito la completa partnership strategica. Il vice-presidente cinese spera che le due parti possano intensificare l'attuazione degli importanti consensi raggiunti dai leader dei due paesi, salvaguardando la base politica delle relazioni bilaterali, rafforzando il collegamento della strategia di sviluppo, approfondendo la cooperazione pragmatica e ampliando i contatti civili, al fine di portare maggiori benefici ai popoli dei due Paesi. Tsend Munkh-Orgil ha affermato che lo sviluppo delle relazioni amichevoli con la Cina è una priorità nella politica diplomatica mongola. (fonti tpi.it e cri.cn)

 PRIMO PIANO
La Mongolia si prepara
a festeggiare l'anno del Gallo


20 febbraio 2017

Nonostante la crisi economia e il gelo, la Mongolia si prepara a festeggiare lo Tsagaan sar, il giorno della luna bianca, che corrisponde al nostro capodanno e che quest'anno cade il 27 febbraio. Si lascia l'anno della Scimmia e si entra nell'anno del Gallo. Ma come si celebra lo Tsagaan sar, la festa più sentita dai mongoli insieme al Naadam? Ecco un estratto dal libro "Mongolia - L'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri" (Polaris editore), scritto da Federico Pistone, affiancato per la quarta edizione in uscita a primavera da Dulamdorj Tserendulam, detta "Tseeghii": "Lo Tsagaan Sar è il capodanno mongolo che segue il calendario lunare tibetano e la data varia ogni anno. È la più importante festa mongola e si protrae almeno per un mese. Per essere pronti bisogna avviare i preparativi con grande anticipo perché occorre pensare a cibo, regali, vestiti nuovi, pulizie; la tradizione impone inoltre di finire i lavori in sospeso e onorare i debiti prima del nuovo anno. I cibi che non possono mancare sulla tavola sono buuz o bansh, lo schienale di pecora (coda compresa), la carne bollita, i biscottoni (kheviin boov) sovrapposti secondo la tradizione, guarniti di aaruul e dolciumi. Anche il riso, simbolo di fecondità e crescita, è presente in tavola così come l'airag e altri piccoli piatti adatti all’occasione. È dovere dei più giovani, entro i primi tre giorni di festa, rendere omaggio agli anziani, portando i saluti e offrendo un khadag con gesto appropriato cioè reggendo le braccia dell’anziano con le mani sotto i gomiti. Le famiglie si scambiano molteplici visite. I giorni più importanti sono la vigilia (Bitüün), giornata in cui si mangia moltissimo come atto propiziatorio per un anno di abbondanza".

 CONTRIBUTI
I misteri svelati
del quadro mongolo


20 febbraio 2017

Buongiorno, sono un appassionato d'arte, avrei acquistato un quadro presso un mercatino rionale sul quale vi è una firma di pittore presumibilmente della Mongolia, gradirei cortesemente conoscere cosa c'è scritto sul retro della quadro. Le sono grato per la sua gentile collaborazione. Ecco in allegato la scritta apposta sullo stesso. Grazie Distinti saluti

 

Risponde Tseeghii di mongolia.it
Mi fa piacere che sia interessato all'arte del mio paese. Sul retro del quadro è scritto:
                    TÖV                          (Regione mongola, presumibilmente luogo di permanenza del pittore)
                    N. ADIYABAZAR      (nome del pittore mongolo)
                  "BAYAN-UULAND"   (nome di una località, nome molto comune, potrebbe trovarsi nel Töv, nel Dornod o anche in un'altra regione. La traduzione letteraria della località è "Nella montagna ricca")   
                    59 x 77      1992        (misure del quadro e data)
Allego il sito della galleria nazionale mongola dove sono esposte altre opere di Adiyabazar, se volesse approfondire la conoscenza dell'artista. Le auguro un felice prosieguo di tutti i suoi interessi culturali.

 PRIMO PIANO
Lo zud non perdona,
è strage di bestiame


16 febbraio 2017

La Mongolia, strangolata dal debito pubblico (a marzo scade una tranche di bond da 580 milioni di dollari, le casse dello Stato sono quasi vuote e il governo si è rivolto a tutti, finora senza trovare nuovo credito), è in ginocchio per lo zud, una pesante combinazione di venti, siccità e gelo, che sta provocando effetti disastrosi sulla steppa dell’Asia centrale. Il Paese deve ancora riprendersi dallo zud del 2016 che ha causato la morte di oltre un milione di animali, tra cui molti capi di bestiame. La Croce Rossa ha lanciato un appello internazionale, per l’invio di aiuti nel Paese in cui almeno metà della popolazione è nomade e vive di pastorizia, potendo contare solo sul bestiame come unica fonte di reddito e principale fonte di alimentazione e trasporto (Afp)

 PRIMO PIANO
Simone Bardi
e la sua Mongolia


13 febbraio 2017

Simone Bardi è "artista per ispirazione, fotografo per divertimento, scrittore per caso". E ama la Mongolia. Sul suo sito www-cct-seecity.com le ha dedicato alcune riflessioni accompagnate da immagini (o viceversa), dal titolo "Densamente è spopolata la felicità". Ecco il testo: "Ma cosa ci vai a fare in Mongolia? In troppi mi hanno fatto questa domanda, quindi ho pensato a tutto quello che avrei perso se non ci fossi andato. Perché la risposta non è poi così scontata come sembra. Hai letto quello che hai potuto, hai fatto le tue ricerche, sei affascinato dal pensiero di questa terra così lontana, così aliena e di cui così poco si parla. Ma finché non parti non avrai una risposta realmente plausibile per questa domanda. Quindi aspetti di tornare per ripercorrere il fiume di emozioni che ti ha travolto quando eri laggiù. Nel frattempo la mente fa un enorme salto indietro al 1997, quando i fondatori dei CSI, Ferretti e Zamboni, riversarono in musica i loro pensieri al ritorno da un viaggio in terra mongola e il risultato fu il sorprendente album “Tabula Rasa Elettrificata” per descrivere una terra dove “tutto o quasi è al fine raso al suolo, con sopra dell’elettricità”. Da una delle canzoni di quell’album – “Bolormaa” – prendo in prestito le parole per il titolo di questo post perché credo che niente riesca a racchiudere meglio la Mongolia dell’espressione “densamente spopolata è la felicità”. E proprio da questo concetto, semplice ed esaustivo come solo i mongoli sanno essere, inizia la mia dichiarazione d’amore per questo Paese. In Mongolia imparerai a lasciare andare lo sguardo ben oltre i confini della tua immaginazione e penserai che l’infinito esiste davvero. Qui abbandonerai finalmente tutto quello che per te è ormai superfluo, e lascerai spazio allo spazio, ad un vuoto che non ha bisogno di essere colmato. Perderai molte parole e imparerai ad apprezzare il silenzio. Ti sentirai lontano da tutto e da tutti, e riuscirai a dare un senso alla tua solitudine cercando di immedesimarti nella loro. Resterai senza fiato di fronte a quegli spazi immensi e proverai ad associare il concetto di essenziale a quello di libertà. Guarderai i bambini a cavallo e sognerai di essere uno di loro, sognerai di sentirti così per sempre. Ti perderai dentro una gher (la tradizionale casa-tenda dei mongoli) e rimarrai incantato dalla quantità di cose che potrai trovarci. Osserverai i dettagli e penserai a tutta la cura e il tempo che ci sono voluti per fare di quei venti metri quadrati un universo che contiene le loro vite. Conoscerai i monaci dell’Amarbayasgalant e ti farai inebriare da quei forti profumi di incenso. Dividerai il tuo pasto insieme ai nomadi e sorriderai davanti alla loro timidezza. Qui per leggere l'intero blog originale, qui per consultarlo sui nostri Diari

 EDICOLA
Mongolia in bancarotta
e la gente regala i cavalli


7 febbraio 2017

Il Corriere della Sera dedica una pagina e un ampio servizio online sulla singolare situazione creatasi in Mongolia, dove i cittadini e i nomadi hanno donato soldi, oro e bestiame allo Stato per ripianare il debito pubblico. Scrive Guido Santevecchi: "La Mongolia, democrazia stretta geograficamente e politicamente tra Russia e Cina, è anche strangolata dal debito pubblico. A marzo scade una tranche di bond da 580 milioni di dollari, le casse dello Stato sono quasi vuote e il governo si è rivolto a tutti, finora senza trovare nuovo credito. Si sono mobilitati i cittadini, donando soldi in contanti, gioielli, oro, bestiame, anche i cavalli della loro straordinaria cultura nomade per riscattare il Paese. Parlamentari e manager di aziende stanno contribuendo alla colletta con sottoscrizioni fino a 100 milioni di tugrik, la moneta locale. Ma siccome l’anno scorso il tugrik ha perso un quarto del suo valore, 100 milioni significano solo 40 mila dollari". Il commento di Federico Pistone: "Benvenuti nella terra dell'orgoglio. Qui sono tutti figli di Gengis Khan, dio nell'olimpo del Tengher - l'immenso cielo che protegge la Mongolia - lui che l'ha trasformata nell'impero più grande della storia e che è stato riconosciuto uomo del millennio scorso, non dal Mongol Messenger ma dal Washington Post "per avere collegato Est e Ovest consentendo la creazione della civiltà moderna". I mongoli sono orgogliosi di vivere nel Paese più emozionante e disabitato del mondo, il più fotogenico secondo il National Geographic, perfino di vantare le temperature più estreme con un'escursione di 100 gradi nel deserto del Gobi, e le faglie più spaventose aperte dai terremoti. Dopo aver dominato metà del pianeta, hanno sofferto l'infamia della dominazione cinese al punto di salutare i sovietici come liberatori, nonostante l'ecatombe di monaci e monasteri ordinata da Stalin. Con la fine del comunismo e l'autonomia riconquistata, i mongoli hanno ripreso a consultare febbrilmente gli sciamani - quelli sopravvissuti alle purghe bolsceviche - e a autotassarsi per ricostruire i simboli più importanti della fede lamaista. Come la statua alta 26 metri al monastero di Gandan, il principale tempio di Ulaanbaatar, che riproduce la divinità buddhista Megjid Janraiseg. Era d'oro massiccio, colato e portato a Mosca nel 1937: una commovente colletta popolare ha permesso la ricostruzione dell'imponente monumento in acciaio e rame, provenienti dalle miniere di Erdenet e fregi d'oro dal Nepal. Vent'anni dopo, una nuova colletta, meno spirituale, ma sempre nel segno dell'orgoglio".

 PRIMO PIANO
La Mongolia
di Maria Chiara Nicolini


3 febbraio 2017

Un altro Diario arricchisce i contributi dei nostri lettori, quello di Maria Chiara Nicolini che ha inviato anche delle immagini molto belle dalla Mongolia. Ecco l'incipit: “Ma perché proprio la Mongolia?”: ce lo hanno domandato amici, colleghi e parenti. La Mongolia inizia tanto tempo fa, per ragioni non meglio definite ma che hanno a che fare con la curiosità verso modi di vivere e paesaggi lontani da quelli a noi usuali. A un certo punto arriva il richiamo e occorre partire, anche se non si è viaggiatori provetti o non si è ancora visitato Roma. Paolo può affermare di essere stato a Ghinghis City ma non a Roma: è fantastico! Per entrambi non si è trattato solo di visitare luoghi incredibili, ma di mettersi alla prova in situazioni completamente nuove, anche per tentare di superare certe paure… È stato un viaggio faticoso, nuovo sotto tanti punti di vista, e il bello è che non finisce, ti ci ritrovi dentro anche quando attraversi i boschi della brughiera briantea! Vai al Diario completo, con testi e immagini di Maria Chiara Nicolini.

 PRIMO PIANO
La vodka mongola
distillata con la musica


31 gennaio 2017

Siamo abituati a pensare alla vodka come il distillato tradizionale russo, ma in molte altre parti del mondo se ne producono di pregiate e particolari, preparate secondo ricette tradizionali che prevedono anche un pizzico di estro artistico. È quello che succede con una tipo di vodka tradizionale mongola, nella cui preparazione la musica è uno dei passaggi fondamentali. La casa produttrice APU aprì nel 1924 come azienda pubblica, ma più tardi un privato la acquistò, mantenendo la preparazione richiesta da questa vodka purissima, supportato dall'esperienza ereditata dall'antica cultura mongola. L'industria sorge su un terreno molto vicino al noto Palazzo d'Inverno dell'ultimo imperatore, Bogd Khan, nella capitale Ulan Bator.  Dopo aver scelto le migliori materie prime locali, questa vodka non subisce solo tre filtraggi, come accade per tutte le altre vodka. Viene filtrata 8 volte, usando carbone, quarzo, diamanti, perle nere e argento, che le conferiscono il sapore che la contraddistingue. A questo punto avviene l'incontro con l'acqua, ma non un'acqua qualsiasi: viene utilizzata quella ricavata dallo scioglimento dell'antico ghiacciaio del Khan, formatosi più di 800mila anni fa. E qui entra in gioco la parte musicale: l'unione tra il distillato e l'acqua infatti avviene in un ambiente musicale, che trasmette musica tradizionale mongola, una delle espressioni di canto più particolari del mondo. Benché le varie tribù abbiano diversi canti propri, i cantori mongoli sono conosciuti per aver sviluppato la capacità di emettere diplofonie e triplofonie, ovvero più suoni emessi in contemporanea dalla stessa persona, sfruttando le risonanze che si creano nel tratto vocale perché siano udibili anche gli armonici (infatti è detto anche canto armonico), tipo quello del filmato. Questo tipo di musica punta a riprodurre i suoni della natura e degli animali, e con le sue particolari vibrazioni rendono la vodka APU nota e buonissima. Secondo la tradizione, la vodka non sarebbe la stessa senza questo passaggio della catena produttiva. (fonte rockit.it)

 APPUNTAMENTI
Mongolia e Oriente
in festa a Milano


31 gennaio 2017

Uno straordinario viaggio “a chilometro zero” attraverso la magia e il fascino di Cina, Giappone, Vietnam, India, Thailandia, Indonesia, Sri Lanka e Mongolia. Lo si potrà fare durante il Festival dell'Oriente che torna a Milano nei giorni 3-4-5 e 10-11-12 febbraio (dalle 10.30 alle 23.00) negli spazi di Fiera Milano City, dove scoprire la cultura millenaria di questi Paesi. Per due weekend, infatti, si potrà assistere e partecipare a spettacoli folkloristici, mostre, conferenze, workshop, fare acquisti al bazar orientale di prodotti tipici e gustare specialità etniche. Un evento unico per conoscere e immergersi nella cultura millenaria di questi Paesi. Gli amanti dei viaggi di scoperta potranno documentarsi tra le sconfinate steppe della Mongolia; gli spettacolari siti di templi buddisti della Birmania, nota anche come il Paese delle Mille Pagode, che da poco ha riaperto le proprie porte ai visitatori; o la Corea del Sud, dove usanze e tradizioni secolari sopravvivono accanto a città avveniristiche. Dopo la tappa milanese, il Festival dell'Oriente si sposterà a Bologna, Torino e Roma. (fonte Il Sole 24 Ore)

 APPUNTAMENTI
Doppia presentazione
del libro di Masseini


23 gennaio 2017

Doppia presentazione del libro "In Mongolia - Viaggio in un Paese nella bufera della modernità" (Morlacchi editore) di Alvaro Masseini: venerdì 27 gennaio alle 21 alla sede dell'Associazione Porta S. Susanna (via Tornetta 7, Perugia) con la partecipazione di Alfredo Savino, in qualità di console onorario italiano a Ulaanbaatar. Lunedì 30 gennaio appuntamento alle 20 al ristorante La Capannina in via Lungolago 20 di Castiglione del Lago (provincia di Perugia) con una cena a base di piatti tipici della Mongolia, come khushuur, buuz, khorghog accompagnati dal tipico té salato Suutei tse. Al termine della cena, presentazione del libro e proiezione delle foto scattate da Masseini durante i suoi viaggi in Mongolia.

 CONTRIBUTI
La scrittura mongola
diventa un tatuaggio


19 gennaio 2017

Buongiorno mongolia.it, sarei interessato alla pronuncia di questa frase e sapere anche se è espressa nella forma corretta, dovrebbe servire per un tatuaggio; la frase è una ma è scritta con tre design diversi. Grazie, cordiali saluti D.V.

 

Risponde Tseeghii, autrice insieme a Federico Pistone della guida "Mongolia - L'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri" la cui quarta edizione, completamente aggiornata e arricchita, uscirà nella primavera 2017 per la casa editrice Polaris. L'amico che scrive ci dà anche la possibilità di mostrare la bellezza della scrittura mongola. Come scrive la stessa Tseeghii sul libro in uscita: "La scrittura classica mongola risale al XIII secolo e deriva dall'alfabeto uiguro, da influenze tibetane e da adattamenti alla lingua mongola avvenuti nel corso del tempo. Nonostante l’introduzione del cirillico dal 1946, la scrittura classica continua a essere utilizzata e insegnata, seppur timidamente, durante la scuola base. Per quanto finora confinata a iscrizioni, sigilli di stato, francobolli, monete, copertine di libri, insegne, documenti e didattica, molti sono i mongoli che vorrebbero il ritorno diffuso di questa antica e nobile scrittura".

 

Si tratta di un proverbio mongolo. È scritto correttamente (nella scrittura mongola, la mongol bichig). La traduzione letteraria è: "Meglio vedere una volta che ascoltare mille volte". Vuole dire che vedere qualcosa con i propri occhi o farla di persona è meglio di sentirla descrivere mille volte. Ho allegato la pronuncia. Traslitterazione: "Myangan udaa sonssonoos neg udaa üz". Buono studio.

 EDICOLA
Il Dalai Lama
mai più in Mongolia


5 gennaio 2017

Il Dalai Lama non sarà mai più ammesso in Mongolia: questa è la decisione presa dal governo della Mongolia e annunciato dal ministro degli esteri Tsend Munkh-Orgil. La decisione è arrivata poche settimane dopo che il Dalai Lama ha visitato la Mongolia, dove è stato dal 18 al 23 Novembre. La visita era stata organizzata dal monastero di Gandan nella capitale Ulaan Baatar. A protestare, tuttavia, non sono state soltanto le autorità cinesi che vedono nel Dalai Lama un secessionista, ma anche lo storico monastero rivale di Ikh Khuree, il cui abate Sanjdorj Zandan ha percepito nella visita una intromissione del Dalai Lama negli affari interni della Mongolia ed un tentativo di diventare il capo del Buddhismo mongolo. La visita – che ha visto come conseguenza dei severi provvedimenti presi dal governo cinese (aumento delle tasse sui minerali importati dalla Mongolia, chiusura delle frontiere ai camion, etc) – ha portato il governo mongolo a questa decisione: «Sotto questo governo, il Dalai Lama non sarà mai più invitato in Mongolia, nemmeno per motivazioni religiose», ha detto Tsend Munkh-Orgil al quotidiano Unuudur lo scorso martedì. Con questa decisione, il governo tibetano in esilio incassa l’ennesimo fallimento e si trova in una posizione sempre più isolata. Al Dalai Lama ormai è vietato accedere agli unici due paesi al mondo che sono a maggioranza buddhista tibetana: ovvero il Bhutan, in cui il Dalai Lama non può accedere da quando suo fratello Gyalo Thondup cercò di farvi un colpo di stato, e la Mongolia, la cui maggioranza della popolazione segue proprio la scuola Gelug del Buddhismo Tibetano, la stessa scuola di cui il Dalai Lama fa parte. Se si considera che il Dalai Lama non può neanche accedere in altri paesi con forte presenza buddhista quali il Nepal, la Thailandia, la Russia (in Siberia c’è una forte presenza di Buddhismo Tibetano) e diversi altri paesi del sud-est asiatico, si capirà come ormai Tenzin Gyatso sia isolato all’interno del contesto buddhista asiatico. Solo il Giappone, ovviamente, non fa problemi a dargli il visto, oltre che i paesi occidentali. (fonte opinione-pubblica.com)

 PRIMO PIANO
Il Wwf filma cinque
leopardi delle nevi


23 dicembre 2016

Un filmato straordinario, realizzato dal Wwf sulle montagne della Mongolia, che vuole essere anche il miglior regalo di Natale per gli amici di mongolia.it Una femmina di leopardo insieme a 4 cuccioli: "È la prima volta in assoluto che un video riprende una cucciolata così numerosa", afferma il Wwf Mongolia. In questi ultimi mesi si sono intensificati gli sforzi per la salvaguardia del leopardo delle nevi (dai cambiamenti del clima e soprattutto dall'imbecillità umana) e l'augurio - visto che siamo in tema - è che questo meraviglioso felino possa tornare a popolare i territori mongoli più remoti. Buona visione, buon Natale e buon anno nuovo a tutti, leopardi e altre creature!

 CONTRIBUTI
Il buon Natale del Papa
e delle Missionarie


16 dicembre 2016

Ogni anno riceviamo gli auguri di buon Natale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, in particolare da suor Adriana Bricchi, missionarie impegnate con coraggio e tanta concretezza in Mongolia (la scuola che hanno costruito a Orbit ha un valore sociale e culturale eccezionale). Quest'anno oltre agli auguri per la redazione di mongolia.it, c'è anche un regalo speciale. Ecco il messaggio di suor Adriana, a cui ricambiamo il buon Natale, che sia una festa di riflessione e di tolleranza. Ecco allora quale sarà l'"abbondante ricompensa" di cui parla. Grazie per il "dono" prezioso e auguri a tutti.

Stimato Signor Federico,
si avvicina Natale ed il mondo dei ricordi si ravviva in me. Emergono care persone, conoscenze diverse ed anche visi di persone mai viste, ma incontrate via internet... Vorrei inviare a ciascuno di questi un "dono", possibile ai miei limiti. Proprio oggi è arrivato a me un "dono": mi piace moltissimo e  vorrei farne parte anche ai miei  amici e conoscenti. Se lo passo a Lei l'accetta? E più, nel sito "Mongolia .it. Lei Signor Federico lo inserirebbe per tutti i miei "amici" e perché no?, anche per i suoi amici? Se mi farà questo piacere riceverà un'abbondante "ricompensa". Anche Papa Francesco ne rimarrà ben soddisfatto. Innanzitutto lo legga Lei lentamente... lo mediti e nel suo cuore scenderà una gioia profonda. Grazie per l'amore che ha per la Mongolia e BUON NATALE

Sr.Adriana Bricchi fma

 

AUGURI !!!
Il Natale di solito è una festa rumorosa: ci farebbe bene un po’ di silenzio per ascoltare la voce dell’Amore.
Natale sei tu quando decidi di nascere di nuovo ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima. L’albero di natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita.
Gli addobbi di natale sei tu quando le tue virtù sono i colori che adornano la tua vita.
La campana di natale sei tu quando chiami, congreghi e cerchi di unire.
Sei tu anche luce di natale quando illumini con la tua vita il cammino degli altri con la bontà, la pazienza, l’allegria e la generosità.
Gli angeli di natale sei tu quando canti al mondo un messaggio di pace, di giustizia e di amore.
La stella di natale sei tu quando conduci qualcuno all’incontro con il Signore.
Sei tu anche i re magi quando dai il meglio che hai senza tenere conto a chi lo dai.
La musica di natale sei tu quando conquisto l’armonia dentro di te.
Il regalo di natale sei tu quando sei un vero amico e fratello di tutti gli essere umani.
Gli auguri di natale sei tu quando perdoni e ristabilisci la pace anche quando soffri.
Il cenone di natale sei tu quando sazi di pane e di speranza il povero che ti sta a fianco.
Tu sei la notte di natale quando umile e cosciente ricevi nel silenzio della notte il Salvatore del mondo senza rumori né grandi celebrazioni; tu sei sorriso di confidenza e tenerezza nella pace interiore di un natale perenne che stabilisce il regno dentro di te.

                                                       Papa Francesco

 PRIMO PIANO
Time: Gengis Khan
uomo più ricco di sempre


11 dicembre 2016

Gengis Khan è l'uomo più ricco della storia. Lo ha deciso niente meno che il Time, attraverso una serie di ricerche e interviste con economisti e storici che alla fine hanno stilato una top ten degli ultimi duemila anni. Come scrive Andrea de Cesco per corriere.it, "la ricchezza del fondatore dell’Impero Mongolo, che sotto il suo dominio si estendeva dalla Cina all’Europa, è stimata in «molte terre e poco altro». Secondo gli studiosi il segreto della sua influenza, che lo portò a essere il sovrano del regno territorialmente contiguo più esteso della storia, è stata la grande generosità che lo contraddistingueva. «Una delle ragioni del suo successo è il fatto che spartiva il bottino di guerra con i propri soldati e comandanti», afferma Morris Rossabi, professore di storia al Queens College di New York. Dopo che un’area era stata conquistata, le ricchezze erano inventariate e poi suddivise equamente tra i militari e le loro famiglie. Una parte era destinata all’imperatore, che però non ostentò mai la propria agiatezza. Quando morì fu avvolto in un panno di feltro come tutti, e così sepolto". Nella foto, la statua di Gengis Khan nella piazza principale di Ulaanbaatar.
Questa la classifica completa del Time:

1. Gengis Khan
2. Bill Gates
3. Alano il Rosso
4. John Rockefeller
5. Andrew arnegie
6. Josep Stalin
7. Akbar il Grande
8. Shen Zhong
9. Ottaviano Augusto
10. Mansa Musa

 PRIMO PIANO
Mongolia, record mondiale
per scheletri di velociraptor


7 dicembre 2016

I dati raccolti Unendo le statistiche di Nazioni Unite, Banca Mondiale, Guinness World Record e di una serie di testate internazionali, è stata stilata una classifica sui record dei cinque continenti. Anche la Mongolia è presente: è la nazione in cui si trovano più scheletri di Velociraptor di tutto il pianeta. Ovviamente i ritrovamenti sono concentrati nel deserto del Gobi, vero "frigorifero" della preistoria. A sorpresa l'Italia detiene il primato per la produzione di kiwi! Nella foto, un esemplare di velociraptor.

 APPUNTAMENTI
In Mongolia con Masseini
a Magione e Perugia


5 dicembre 2016

Martedì 6 dicembre a Magione, l'antica Pian di Carpine da dove nel XIII partì il missionario Giovanni che poi scrisse la Historia Mongalurum, ospita Alvaro Masseini nell'ambito dei corsi dell'Università della Terza età. Masseini presenterà la nuova edizione del libro "In Mongolia - Viaggio in un Paese nella bufera della modernità", edito da Morlacchi (288 pagine, 25 euro). "Dopo quattro viaggi in Mongolia - si legge nella presentazione - l'autore constata il rapido e drastico cambiamento cui il paese sta andando incontro a seguito della scoperta di vasti giacimenti minerari di materiali strategici e le non meno devastanti conseguenze dei mutamenti climatici per quelle popolazioni di pastori nomadi, un tempo anche guerrieri, che da sempre hanno caratterizzato l'identità del paese". A fine gennaio il libro sarà presentato anche all'Università per stranieri di Perugia con la partecipazione di Alfredo Savino. Nella foto, la copertina del libro di Masseini.

 CULTURA
Istruzione in Mongolia,
l'articolo di Avvenire


4 dicembre 2016

Il quotidiano Avvenire dedica un servizio di Stefano Vecchia sull'istruzione in Mongolia, con un'intervista a Federico Pistone, giornalista del Corriere della Sera, scrittore e titolare di mongolia.it. "La Mongolia, immensa, spopolata e circondata da invadenti vicini come Cina e Russia ha anche uno dei più elevati tassi di scolarizzazione al mondo. Perché se il Paese (vasto cinque volte l’Italia con soli tre milioni di abitanti) ha in vastità, isolamento e nomadismo le caratteristiche identitarie, la sfida dell’istruzione si gioca con strumenti adattati alle dure condizioni ambientali e alle caratteristiche socio-economiche di una popolazione tradizionalmente nomade che va sedentarizzandosi ma con forti resistenze e cercando di mediare con la propria identità. «A tre anni i bambini mongoli sanno già andare a cavallo, a cinque imparano a radunare le mandrie e a mungere yak, giumente e capre e vivono la ferocia e la meraviglia della natura senza compromessi. Quella è la loro vera scuola di vita – ricorda Federico Pistone, giornalista, autore di libri sulla Mongolia e titolare del sito www.mongolia.it –. Almeno quando si parla delle famiglie nomadi, la metà dell’intera popolazione della Mongolia, che abitano negli immensi spazi della steppa e del deserto». Pistone ricorda «l’amica Dulam, nata e cresciuta al confine del Gobi, che tra le prove scolastiche della sua infanzia aveva quella di riuscire a catturare un certo numero di scoiattoli per dimostrare intelligenza, coraggio e scaltrezza», ma sottolinea anche che «la Mongolia, grazie al retaggio – peraltro drammatico – della lunga dominazione sovietica, vanta un tasso di alfabetizzazione altissimo, intorno al 97%, quasi come l’Italia. I mongoli amano leggere e studiare già dai primi anni di vita, recuperando materiale dai villaggi e testimonianze orali dagli anziani». «Di quando ho vissuto con gli Tsaatan, gli “Uomini renna” che popolano la regione nordovest della Mongolia, sull’orlo dell’estinzione fino agli anni ’90 – testimonia ancora il giornalista-scrittore – ricordo i lunghissimi viaggi che percorrevano attraverso la taiga infestata da lupi per raggiungere il villaggio di Tsagann nuur, dove i nomadi potevano scambiare i loro manufatti con generi di prima necessità ma anche con libri, giornaletti, quaderni e penne da distribuire ai bambini per la loro istruzione che veniva completata dalle lezioni tenute da Dalaibargial, la nuora di Gombo, re degli Tsaatan. Dalaibargial scendeva ogni mese al villaggio per incontrare un’insegnante che veniva dalla città di Moron da cui riceveva una sorta di aggiornamento culturale da riferire ai suoi allievi speciali». Da questo commovente impegno per l’istruzione è emersa la necessità degli “asili mobili”, tra i “fiori all’occhiello” del sistema educativo del Paese erede dell’impero di Genghiz Khan, additati al mondo come esempio. Attivi nelle aree rurali da giugno a agosto ma, se il clima lo consente, con una attività più estesa da maggio a novembre, forniscono ai piccoli mongoli non solo un’educazione propedeutica a quella scolastica, ma anche opportunità di socializzazione. Essenziali queste ultime, per l’isolamento a cui le comunità nomadi o seminomadi sono costrette nel lungo e rigido inverno delle steppe, fortemente nevoso. Per merito di queste iniziative, estive per esigenze climatiche, profondamente centrate sui singoli insegnanti e con i loro rapporto con la popolazione locale, in aree isolate molti piccoli dai due ai cinque anni d’età hanno potuto partecipare alla forte crescita dell’istruzione prescolare che dal 2010 al 2015 ha visto, per dati Unesco, una crescita di piccoli iscritti che nei distretti urbani ha portato la frequenza dal 68 al 73%. Merito anche di specifici finanziamenti internazionali (di 39,4 milioni di dollari quelli veicolati dal 2007 al 2015 dal programma “Global Partnership for Education” sotto la supervisione della Banca mondiale. Le lezioni si tengono nelle ger, le tradizionali tende circolare di feltro, casa dei nomadi delle steppe da tempo immemorabile. Stuoie e tappeti per isolare dal suolo, foto e disegni dei bambini appesi ai pali di legno che danno forma e consistenza alla tenda sono tutto quanto serve a asili che necessitano per la collocazione solo di uno spazio adeguato e sicuro da eventuali inondazioni. Presso uno dei villaggi – il più delle volte semplici agglomerati di ger, che forniscono gli studenti che qui arrivano a piedi oppure accompagnati a cavallo, in motocicletta o su trattori da fratelli maggiori o genitori. All’interno, giocattoli, un arredamento essenziale ma soprattutto quaderni e libri. Una soluzione unica per una condizione originale in condizioni non facili ma superate con impegno e entusiasmo. A testimoniarlo la frequenza, che sfiora il 100%, di piccoli provenienti al 71% da comunità meno favorite e al 50% femmine, ma anche l’indice di gradimento delle famiglie al 91%. (da Avvenire, leggi qui l'intero articolo)

 APPUNTAMENTI
Al Mao di Torino
la Mongolia di Irene Cabiati


21 novembre 2016

In occasione dell’esposizione fotografica "Un tesoro nella steppa. Il monastero di Erdene Zuu in Mongolia", realizzata in collaborazione tra le città di Torino e di Kharkhorin, la Regione di Uvurkhangai e grazie al supporto di Missioni Consolata Onlus, il MAO (Museo d'Arte orientale, via san Domenico 11, Torino, ingresso libero) propone due appuntamenti dedicati a questo splendido Paese. Il primo si terrà all’interno dell’esposizione "Un tesoro nella steppa" martedì 22 novembre alle ore 18. Irene Cabiati parlerà della rivoluzione che ha stravolto il tessuto sociale della Mongolia, in bilico fra passato e modernità, fra tradizioni e speranze. Autrice del libro "Mongolia in viaggio" (Alpine Studio) intraprende un viaggio nella storia e nelle storie di un popolo fiero, a cui la nuova, imponente «ricchezza» impone profondi dilemmi sul senso della felicità. La Mongolia infatti ha portato alla luce i suoi tesori: non i bottini di Gengis Khan a lungo cercati da archeologi e predatori, ma il patrimonio inestimabile delle miniere di rame, carbone, oro e terre rare. Per buona parte della popolazione, ancora legata al passato, non è stato semplice affrontare un rinnovamento rivoluzionario. Ma non sempre nella grande città, lontano dai pascoli che hanno dovuto abbandonare, la vita è facile e talvolta diventa inconsolabile la nostalgia per il passato e lo scoramento di fronte a facili illusioni. (foto di Irene Cabiati)

 PRIMO PIANO
Dalai Lama in Mongolia
Cinesi furibondi


20 novembre 2016

Il Dalai Lama (nella foto) ha predicato a migliaia di buddisti in Mongolia nonostante la richiesta cinese di cancellare la sua visita, in un momento in cui la Mongolia sta cercando di ottenere un importante pacchetto di aiuti dal suo potente vicino. La visita potrebbe avere ripercussioni sulle difficili relazioni tra i due Paesi, Pechino si era già opposta ad altre visite del Dalai Lama, chiudendo i confini nel 2002 e cancellando temporaneamente i voli nel 2006. ​Il Dalai Lama si è rivolto ai suoi fedeli nel monastero di Gandantegchenlin parlando del materialismo, all’inizio di una visita di quattro giorni che la Mongolia ha voluto esclusivamente religiosa, e senza alcun incontro istituzionale in agenda. (fonte tgcom24)

 PRIMO PIANO
Torino-Mongolia, siglato
un patto culturale


10 novembre 2016

"Questo è un inizio e non un punto d'arrivo". Con queste parole Chiara Appendino ha suggellato la firma del patto di collaborazione tra Torino e Kharkhorin [la leggendaria Karakorum]. "È un grande onore, per me", ha commentato il sindaco, "siglare questo documento. È il riconoscimento dello straordinario rapporto duraturo che si è creato tra l'Italia e la Mongolia". "Penso che la cooperazione internazionale", ha evidenziato Appendino, "sia fondamentale per lo sviluppo della città. Questo patto favorirà lo scambio e la collaborazione tra le istituzioni culturali dei rispettivi territori, inizialmente a vantaggio dei settori turistico e culturali, con progetti e corsi di formazione, studi storico-archeologici, culturali e interreligiosi". Il primo atto concreto è la mostra fotografica inaugurata al Mao: "Un tesoro nella steppa. Il monastero di Erdene Zuu in Mongolia".  "L'accordo ci consente di dimostrare che è forte la volontà di collaborare allo scopo di stringere ancora di più i rapporti ed estenderli anche ad altri ambiti per favorire investimenti e creare opportunità di sviluppo", ha concluso il sindaco. Si tratta del primo accordo siglato da Chiara Appendino. (fonte torinooggi.it)

 PRIMO PIANO
Classifica Best in travel,
Mongolia nella top ten


1 novembre 2016

Dal Nepal a Pistoia, da Mosca alla Mongolia. Ecco Best in Travel 2017, la classifica annuale redatta dalla Lonely Planet che tiene conto anche degli eventi, anniversari, manifestazioni o inaugurazioni di grandi strutture o musei che si svolgono nei paesi e nelle città nel mondo. Una classifica di riferimento da consultare per organizzare nuovi viaggi, per scoprire nuove culture, per sognare nuove mete (soprattutto lontane). L’Italia compare in classifica con la città di Pistoia, capitale della cultura Italiana 2017. Al primo posto nella classifica delle 10 destinazioni top Best in Travel, troviamo il Canada che proprio nel 2017 festeggia il suo 150° anniversario. Segue la Colombia e la Finlandia (per quest’ultima, in occasione del centenario della sua indipendenza, sono stati organizzati molti eventi, dalle grandi mostre ai concerti). Al 4° posto la selvaggia Dominica; segue Nepal e Bermuda (che a giugno ospiterà la Coppa America di vela). Concludiamo questa Top Ten con 4 destinazioni meravigliose: Mongolia, Oman, Myanmar ed Etiopia (fonte Lonely Planet)

 PRIMO PIANO
Il diario di Roberto,
750 km in bicicletta


1 novembre 2016

Un'avventura che più ecosostenibile non si può. È quella di Roberto Landolina, che ha percorso in Mongolia 750 chilometri in bicicletta, ci cui 500 su piste sterrate, dal villaggio di Rashaant a Tsetserleg. La racconta ai Diari di mongolia.it attraverso immagini e impressioni ma anche con informazioni pratiche e consigli. Scrive Roberto: "Di fronte ad una natura tanto straripante comprendi la piccolezza dell’essere umano e ti rendi conto di quanto straordinario sia stato questo Popolo nell’adattarsi perfettamente a condizioni così estreme (anche -50°C d’inverno). Il silenzio che si ode tra queste valli è qualcosa che non vorresti interrompere neanche col tuo respiro, un incantesimo che ti rapisce. Vivi in perfetta simbiosi con la natura, circondato dell’essenziale. Ascolti i versi degli animali, il soffiare del vento e la pioggia che cade. E quando accade, ne so qualcosa, le piste si allagano creando veri e propri ruscelli, fango dove affondi fino alle ginocchia, pozze che sembrano laghi, fiumi che si gonfiano. E tu con la tua bicicletta stracarica non puoi far altro che mettere le ciabatte e spingere, spingere e ancora spingere, pregando che presto la strada torni pedalabile". Vai al Diario e all'album completo di Roberto Landolina

 PRIMO PIANO
Inaugurato il centro sociale
delle missionarie a Orbit


24 ottobre 2016

Un progetto di importanza sociale estremamente rilevante quello realizzato dalle Figlie di Maria Ausiliatrice a Orbit, periferia di Ulaanbaatar, dove già da alcuni anni è operativa una scuola elementare costruita sempre grazie alle missionarie. Nei giorni scorsi è stato inaugurato il Nomiin Yos Center, una "casa" destinata a ospitare un centro sociale per gli abitanti locali e per promuovere l’alfabetizzazione degli adulti oltre a ospitare le suore che operano nel vicino istituo scolastico. Un polo culturale che rappresenta un vero e proprio "regalo" per la popolazione mongola. Nella foto, il momento del taglio del nastro con le autorità religiose e istituzionali, insieme alle Figlie di Maria Ausiliatrice, promotrici dell'iniziativa.

 PRIMO PIANO
In Mongolia la prima unione
civile italiana all'estero


23 ottobre 2016

Un momento storico per l'Italia, giustamente celebrato dall'ambasciatore che ne è stato il celebrante: "Orgoglioso di celebrare la prima unione civile fuori dall'Italia qui all'ambasciata italiana di Ulan Baatar. Congratulazioni Maurizio e Massimiliano!". L'ambasciatore d'Italia in Mongolia, Andrea De Felip, annuncia così su Twitter il 21 ottobre 2016 la prima unione civile in assoluto celebrata all'estero, in applicazione della nuova legge, tra uno degli addetti della sede diplomatica, Massimiliano, e il suo compagno. L'omosessualità nel paese asiatico è stata depenalizzata soltanto nel 2002 dopo i decenni di repressione della dittatura comunista; rimane tuttavia praticamente sconosciuto il livello entro cui veniva applicata la legge ed il paese ha seguito la posizione pro-liberalizzazione adottata anche dagli altri stati satelliti dell'ex blocco sovietico tra la fine degli anni '90 e l'inizio di quelli 2000. La Mongolia è un paese dove non esiste alcun tipo di pubblico riconoscimento per le persone Lgbt e, pur non essendovi una particolare emergenza omofobica culturale, la notizia nell'ambasciata italiana rappresenta un evento di risonanza che, per una volta, pone l'Italia tra i paesi che possono indicare la strada del futuro. (fonte gaynews.it)

 PRIMO PIANO
Collaborazione e stabilità
tra Mongolia e Cina


18 ottobre 2016

Il 18 ottobre a Pechino il segretario generale del Comitato centrale del Partito comunista cinese e capo dello Stato, Xi Jinping (a destra, nella foto), ha incontrato il presidente del Partito del popolo mongolo e presidente del Grande Khural della Mongolia, Zandankhuu Enkhbold (a sinistra), giunto in Cina per presenziare al "Dialogo 2016 tra il PCC e il mondo". Xi Jinping ha dato il benvenuto alla prima visita di Enkhbold in Cina dopo la sua elezione a presidente del parlamento. Ha indicato che attualmente le relazioni sino-mongole mantengono una buona tendenza di sviluppo, e che sia la Cina che la Mongolia hanno dato allo sviluppo delle relazioni bilaterali un'importante posizione nella propria diplomazia, e gli scambi e la cooperazione nei vari settori hanno apportato interessi concreti ai popoli dei due Paesi, svolgendo un ruolo positivo per la promozione della pace e della stabilità regionali. Xi Jinping ha rilevato che il PCC e il governo cinese guardano e sviluppano sempre le relazioni con la Mongolia da un punto di vista strategico e lungimirante, e intendono rafforzare gli scambi, il coordinamento e la cooperazione con la Mongolia, al fine di promuovere insieme lo sviluppo della completa partnership strategica tra Cina e Mongolia. (fonte Radio Cina Internazionale)

 APPUNTAMENTI
La principessa e l'aquila,
domenica 16 ottobre a Roma


14 ottobre 2016

La casa di distribuzione I Wonder Pictures all'undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma (13-23 ottobre 2016) propone tre titoli che prossimamente distribuirà nei cinema italiani, tra cui, domenica 16 ottobre, La principessa e l'aquila (The Eagle Huntress) di Otto Bell. Ambientato nelle montagne della Mongolia, il film racconta la storia vera di Aisholpan, una ragazzina di tredici anni che lotta per diventare la prima addestratrice di aquile, in un contesto culturale in cui l'addestramento delle aquile è un'arte millenaria tradizionalmente riservata ai soli maschi. La principessa e l'aquila è stato già presentato al Sundance Film Festival, Telluride e Toronto e ha attirato l'attenzione della 20th Century Fox Animation, che ne produrrà una versione animata diretta da Chris Wedge (L'era glaciale, Robots). Girato con tecniche innovative che portano a contatto con la magica natura delle montagne e dei cieli della Mongolia, La principessa e l'aquila sarà distribuito negli Stati Uniti da Sony Pictures Classics a partire dal prossimo 28 ottobre ed è un grande contender per le nomination agli Oscar. (fonte movietele.it)

 PRIMO PIANO
Leopardo delle nevi,
missione made in Italy


4 ottobre 2016

È prevista per marzo 2017 la seconda missione di ricercatori italiani in Mongolia per studiare e contare i leopardi delle nevi. A tornare sui Monti Altai è un team del Museo delle Scienze di Trento (Muse), guidato dal curatore della sezione biodiversità Francesco Rovero. L'annuncio è arrivato nell'ambito del VII Convegno della ricerca scientifica nei parchi e nelle aree protette in corso al Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona), che ha confermato il suo sostegno alla spedizione. "Minacciati di estinzione a causa della perdita di habitat, il numero di leopardi delle nevi che sopravvivono in natura non è ancora stato individuato con certezza", spiega Francesco Rovero. Si stima la presenza di "circa 4 mila esemplari", aggiunge, ma "meno del 15%" del territorio di distribuzione "è coperto da ricerca scientifica e, se vogliamo salvarli dall'estinzione, è necessario conoscerne le condizioni". Rovero guidò la prima spedizione di ricercatori italiani in Mongolia nella primavera del 2015: il suo team in tre settimane campionò 600 chilometri quadrati, posizionando 49 fototrappole e toccando i 3.200 metri di quota. "Nel 2017 ci sposteremo ad est", anticipa il ricercatore, "aumentando la superficie da campionare a mille chilometri quadrati e il numero delle foto trappole a 60, fino a raggiungere i 4 mila metri di quota". Quello relativo ai leopardi delle nevi è uno dei 16 progetti di conservazione all'attivo del Parco Natura Viva. (fonte Ansa.it)

 EDICOLA
Su La Lettura
la Mongolia di Zamboni


2 ottobre 2016

La Lettura, il settimanale culturale del Corriere della Sera, dedica due pagine alla Mongolia, in particolare al diario di Massimo Zamboni, il musicista dei Csi che, insieme a Giovanni Lindo Ferretti, ha inciso nel 1996 lo storico “Tabula rasa elettrificata” e ha pubblicato “In Mongolia in retromarcia”. Zamboni ripercorre questa emozione lunga vent’anni e mai interrotta. “Un unico rumore ruba il silenzio assoluto della notte, un suono metallico, come di concavità percossa. Qualcuno – invisibile – batte con una mazza di ferro sulle ruote del treno e la ripetizione di quel gesto compone la colonna sonora per la sosta alla frontiera”. Inizia così il reportage che racconta una Mongolia delle emozioni più intime. Zamboni chiude così il suo diario: “Resta la sensazione che la Mongolia nomade sia ancora capace di imporre un ordine preciso ai pensieri di chi vi si accosti con spirito aperto, disposto al cambiamento: il fuoco, la famiglia, un riparo, le bestie, nutrirsi, procreare. Idee chiare. Un invito a chi sa ascoltare. Questa sua concisione vale il viaggio".

 EDICOLA
Inquinamento a Ulaanbaatar,
colpa del carbone nelle gher


26 settembre 2016

Sul sito di Internazionale compare la traduzione, curata da Andrea De Ritis per Rue89), dell'articolo del giornalista francese Pierre Haski, che spiega i motivi per cui Ulaanbaatar, oltre a essere la più fredda, è anche la seconda al mondo per inquinamento, alle spalle di una città iraniana. Curiosamente sul numero cartaceo di Internazionale viene riportato un articolo del giapponese The Diplomat che "promuove" (si fa per dire) la capitale mongola al primo posto di questa classifica poco onorevole. Ecco un estratto dal reportage di Haski. "Secondo le Nazioni Unite Ulan Bator, la capitale mongola che conta ormai più di un milione di abitanti (più di un terzo della popolazione del paese) è la seconda città più inquinata del mondo. La ragione principale è il carbone, che permette agli abitanti di “Ger city”, la città delle iurte che sorge intorno alla città moderna e sempre più splendente, di riscaldarsi durante il lungo e rigido inverno (le temperature possono scendere fino a 40 gradi sotto zero). L’impatto sull’ambiente e sulla salute degli abitanti è disastroso. Ulan Bator è una capitale paradossale. Per decenni è stata una città dalla tipica architettura sovietica, riscaldata da enormi condutture di acqua bollente che portavano il calore negli appartamenti delle case popolari. Oggi la città è divisa tra una rapida modernizzazione e un’altrettanto rapida espansione delle bidonville. La scomparsa dell’Unione Sovietica nel 1991 ha avuto un impatto considerevole su questo paese gigantesco ma scarsamente popolato (meno di tre milioni di abitanti) e schiacciato tra due imperi rivali, la Russia e la Cina. Così i nomadi, che erano diventati funzionari statali durante l’era sovietica, sono tornati alla vita tradizionale dopo un’interruzione durata diversi decenni. Ma come mi ha spiegato un vecchio mongolo mentre seguivo una campagna elettorale nel deserto del Gobi qualche anno fa, le nuove generazioni fanno fatica a riprendere la vita nomade, soprattutto durante gli inverni più rigidi, che qui sono chiamati dzud". Leggi l'intero articolo. (foto David Gray Reuters/Contrsato)

 PRIMO PIANO
Due lutti nel mondo
degli studi mongoli


25 settembre 2016

Nel giro di pochi giorni gli studi mongoli hanno perso due grandissimi studiosi riconosciuti a livello accademico in tutto il mondo: Igor de Rachewiltz (nella foto, 11 aprile 1929 - 30 luglio 2016) e Charles Bawden (22 aprile 1924 - 11 agosto 2016). Igor de Rachewiltz nato a Roma dove aveva studiato legge, aveva poi proseguito gli studi all'Orientale di Napoli, negli anni '50 si era trasferito in Australia dove ha condotto le sue ricerche e la sua attività accademica fino al pensionamento. Uno dei più grandi esperti della Storia segreta dei mongoli di cui nel 2004 aveva pubblicato una corposa traduzione in inglese frutto di quarant'anni di ricerche. Era molto legato all'Italia dove sul finire del secolo scorso si era recato più volte per tenere seminari e conferenze (nel 2006 la Sapienza Università di Roma gli ha conferito il titolo di Dottore di Ricerca honoris causa). Charles Bawden professore alla Soas di Londra è stato un grande conoscitore della Mongolia, tra le sue pubblicazioni più importanti vi sono il dizionario mongolo-inglese (1997) e una storia della Mongolia moderna (1968) oltre alla traduzione dell'Altan tobchi. (di Davor Antonucci, Università La Sapienza di Roma, per mongolia.it)

 AMBIENTE
Il leopardo delle nevi
ha bisogno di più spazio


23 settembre 2016

I leopardi delle nevi si meritano il soprannome di "fantasmi della montagna": ce ne sono pochi, sono schivi e vivono sulle montagne dell'Asia centrale, a elevate altitudini, in un habitat che può essere pericoloso per gli umani. Ora, gli sviluppi tecnologici hanno finalmente permesso agli scienziati di dare un'occhiata più in profondità nel mondo di questi felini minacciati, portando alla pubblicazione di uno degli studi più robusti mai condotti. Dal 2008 al 2014, i ricercatori al lavoro sulle montagne Tost, nel Gobi meridionale, in Mongolia, hanno applicato a 16 leopardi delle nevi collari GPS che registravano la posizione dei leopardi quattro volte al giorno, per un anno. I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Biological Conservation, suggeriscono che ciascuno di questi grandi felini ha bisogno di un territorio enorme, 44 volte più grande di quello stimato in precedenza: oltre 200 chilometri quadrati per i maschi e più di 120 per le femmine. Ciò significa che un singolo leopardo adulto dovrebbe potersi muovere, alla ricerca di cibo e femmine, in un'area più vasta del più grande parco nazionale italiano, quello del Pollino. "Gli studi precedenti davano per scontato che gli areali fossero più piccoli. Ma avere questa informazione ovviamente influenza tutto, dalle stime della popolazione dei leopardi alle strategie di conservazione", spiega Orjan Johansson, studente di dottorato alla Swedish University of Agricultural Sciences e primo autore dello studio, i cui dati provengono da una ricerca durata otto anni e parzialmente finanziata da Snow Leopard Trust, SL Foundation Mongolia e Panthera. "Le nostre scoperte non fanno altro che evidenziare quanto ancora dobbiamo imparare del leopardo delle nevi", commenta. (fonte nationalgeographic.it, foto di Steve Winter. Leggi tutto l'articolo)

 PRIMO PIANO
Croce rossa, al Console
la medaglia d'argento


22 settembre 2016

La Croce Rossa mongola ha insignito il Console onorario di Prato Piero Bardazzi della Croce d'Argento per il suo contributo umanitario. Sono numerose le iniziative che Bardazzi ha portato avanti in favore della popolazione mongola e questo riconoscimento ne è un significativo attestato. Nella motivazione si legge: "Mr. Piero Albarano Bardazzi è stato premiato con la 'Humanity Silver medal' dalla Croce Rossa mongola in ragione del suo contributo umanitario a favore delle popolazioni più bisognose della Mongolia". Attualmente Piero Bardazzi è l'unico Console onorario in Italia. A Roma è operativa l'Ambasciata della Mongolia (attualmente il solo riferimento per ottenere i visti turistici) mentre dal giugno scorso a Ulaanbaatar è stata inaugurata l'Ambasciata d'Italia, con l'insediamento del primo storico ambasciatore Andrea De Felip.

 APPUNTAMENTI
La Mongolia di Zamboni
sabato 24 a Padernello


21 settembre 2016

Sarà Massimo Zamboni il protagonista del terzo appuntamento della rassegna "L'uomo in viaggio – storie di donne uomini in cammino" che si terrà sabato 24 settembre alle ore 21 presso il Castello di Padernello (Borgo San Giacomo Bs). Massimo Zamboni è musicista, compositore e scrittore. Come fondatore e chitarrista dei CCCP e dei CSI (Consorzio Suonatori Indipendenti) ha segnato la storia della musica italiana indipendente. Nell'esperienza umana e artistica di Zamboni il viaggio, e più in generale la geografia, sono sempre stati elementi determinanti: a Berlino è avvenuto l'incontro decisivo con Giovanni Lindo Ferretti (cantante dei CCCP e dei CSI), ma altrettanto importanti sono state Mostar, Mosca, Beirut e la Mongolia. Città e luoghi in cui Zamboni è tornato più volte, e di cui è possibile trovare limpide tracce tra i testi delle sue canzoni e nelle parole dei suoi libri. A Padernello Zamboni affronterà alcuni dei temi più rilevanti della sua esperienza: dal suo recente ritorno in Mongolia, al viaggio in zattera sul canal Tartaro con Vasco Brondi alias Le Luci della Centrale Elettrica – da cui è nato successivamente il testo a quattro mani “Anime Galleggianti – dalla pianura al mare tagliando per i campi” (La nave di Teseo 2016). Spazio anche al primo viaggio a Berlino, all'incontro con la musica e all'esperienza nei balcani. Un appuntamento da non perdere. L'ingresso è libero. (fonte La Provincia di Cremona)

 AMBIENTE
Il leopardo delle nevi
nel progetto del Muse


9 settembre 2016

La rivista del Cai "Montagne360" ha dedicato un servizio al leoprado delle nevi della Mongolia, in particolare al progetto di ricerca del Muse di Trento nei monti Altai. Nell'articolo di Francesco Rovero e Claudio Groff, dal titolo "Il fantasma delle montagne", si racconta di come sia nato lo studio, a metà del 2014. "Oltre all'elevato interesse per poter studiare un animale così affascinante, la proposta stuzzicava anche il nostro interesse per la montagna e per le terre lontane proprio in considerazione dell'area: le propaggini più orientali dei vasti e selvaggi monti Altai, per la precisione un angolo della Mongolia nord occidentale, nel distretto di Bayan Olgiy al confine con la Russia e a poche decine di chilometri dal Kazakistan e dalla Cina". Per leggere l'intero articolo vai sul relativo pdf


L'articolo su Montagne360
 PRIMO PIANO
Russia-Mongolia, al via
esercitazioni militari


30 agosto 2016

Le esercitazioni militari congiunte di Russia e Mongolia Selenga-2016 sono state avviate nella Repubblica di Buriazia, nella regione centro-meridionale della Siberia, lungo la costa orientale del lago Bajkal. Lo ha annunciato Alexander Gordeev, capo dell'ufficio comunicazione del Distretto militare orientale russo. La cerimonia inaugurale dell'avvio delle attività di training — ha precisato Gordeev — si è tenuta in una apposita struttura del Distretto a Burduny. Alle esercitazioni — ha aggiunto Gordeev — partecipano circa 1.000 militari di entrambe le nazioni con 200 pezzi di equipaggiamento. Le esercitazioni Selenga-2016 per le truppe di Russia e Mongolia si tengono con cadenza annuale dal 2008. (fonte sputniknews.com) 

 PRIMO PIANO
Festa per il primo
prete della Mongolia


30 agosto 2016

Don Joseph Enkh è il primo sacerdote mongolo ed è stato ordinato domenica a Ulan Bator e ha celebrato la prima Messa nella Cattedrale della capitale della Mongolia. «Ringrazio il Signore – ha detto durante l’ordinazione – che mi ha chiamato a servirlo attraverso il sacerdozio. Sono anche grato a tutte le persone che mi hanno aiutato a rispondere a questa chiamata. Spero che ci siano presto altre vocazioni al Sacerdozio e alla vita consacrata tra i giovani della Mongolia». Il prefetto apostolico del Paese asiatico, monsignor Wenceslao Padilla, filippino, arrivato tra i primi missionari negli anni Novanta, ha detto di «confidare» che «il nuovo sacerdote sia fedele alla sua vocazione, prenda la sua croce giorno dopo giorno e segua sempre Cristo, in ogni circostanza della sua vita». «Il Signore – ha spiegato nell’omelia – ha reso possibile ciò che sembrava essere impossibile» invitando i fedeli «a continuare a confidare in Dio». Alla celebrazione hanno partecipato diversi esponenti del governo e del mondo diplomatico; era presente tra gli altri Dambajav, responsabile del monastero buddista di Dashi Choi Lin, che, come ricorda l’agenzia Fides raccontando l’evento, ha sottolineato i «buoni rapporti» esistenti con la Chiesa. «Impariamo da loro, e loro imparano da noi. Siamo felici che uno di noi mongoli sia diventato un prete in questa Chiesa». L’esponente buddista ha posto una stola di seta blu intorno al collo del sacerdote appena ordinato, che, nella tradizione buddista, simboleggia il cielo e significa dunque purezza, buona volontà, buon auspicio e compassione. (di Fabrizio Mastrofini, Avvenire)

 EDICOLA
Alfredo, mollo tutto
e vado in Mongolia


29 agosto 2016

Da vanityfair.it (di Mary Marchesano) Alfredo Savino, classe 1976, milanese di origine vive e lavora in Mongolia da più di sette anni. Si è laureato all'Università di Milano con una tesi che analizzava i rapporti tra l'Europa e la Mongolia nel XII secolo. In effetti studi del genere avevano pochi sbocchi lavorativi, ma a stare stretta ad Alfredo era anche l'atmosfera grigia che si respirava in quegli anni nel capoluogo lombardo. Subito dopo la laurea Alfredo coglie al volo la proposta di accompagnare dei gruppi in Mongolia, dove era già stato per seguire le orme del condottiero mongolo.«Per me ha significato una nuova prospettiva lavorativa capendo allo stesso tempo che non puoi parlare di un Paese se lo si visita soltanto, ci devi vivere per capirne a fondo le sfumature. Per cui mi sono preso un anno sabbatico, un periodo per cercare di capirne meglio le usanze, i costumi e studiare la lingua mongola. Dopo sette anni sono ancora qua».E proprio la Mongolia, cosi distante dall'immaginario collettivo del paese nel quale emigrare, a dargli la felicità che cercava.«A volte non so se sono io ad aver scelto la Mongolia o se è stata la Mongolia ad aver scelto me. È come una bella donna: si fa amare, ma a volte ti maltratta. Forse è proprio questo che mi piace di lei» racconta Alfredo, con lo stesso tono con cui si parlerebbe della propria amata. La Mongolia, grande cinque volte l'Italia, è una terra estrema. «Qui non esiste la via di mezzo: dal caldo al freddo, alle distanze, ai differenti modi di vivere della città e campagna». Basti pensare ai lunghi e rigidi inverni, dove le temperature raggiungono punti di -60°, che si alternano poi a tiepidi estati. Quando parla della sua terra d'adozione, Alfredo ha una visione lucida, concreta, come la Mongolia stessa. Vai alla pagina di Vanity Fair

 AMBIENTE
Gher mongole in Emilia,
un servizio sul Tg3


27 agosto 2016

La Mongolia in Emilia. L'agriturismo Cacigolara offre la possibilità di dormire in un'autentica gher mongola nelle campagne appenniniche, a pochi minuti da Borgo Val di Taro in provincia di Parma. Anche la Rai ha dedicato un servizio andato in onda nel telegiornale regionale del Tg3 e su RaiNews. Una sorta di "assaggio" di Mongolia, in attesa di un vero viaggio nel Paese più emozionante del mondo.

 PRIMO PIANO
Giochi, lo scandalo lotta:
tutti con la Mongolia


25 agosto 2016

Ai tempi di Gengis Khan sarebbero volate frecce. Oggi i mongoli sono pacifici e gentili e, quando li fai arrabbiare, al massimo si spogliano. E' successo nell'ultima giornata dell'Olimpiade di Rio, quando il lottatore Ganzorigiin Mandakhnaran, per gli amici Ganzorig, si è visto scippare la medaglia di bronzo nei 65 kg da una decisione arbitrale definita "sospetta" (anche l'azzurro Chamizo ne sa qualcosa). Insomma il podio è andato all'uzbeko Navruzov, contro ogni logica e contro lo stesso verdetto del pubblico brasiliano che ha sovrastato di fischi la sentenza e inneggiato a pieni polmoni alla Mongolia. I due allenatori, Bayaraa e Tsostbayar si sono spogliati e inginocchiati in mutande davanti ai giudici: "Ci avete rubato la gara, prendetevi anche i vestiti", ha detto uno dei coach. L'ex campione di lotta Baasanjav non ha dubbi: "Tutti l'hanno visto, Ganzorig ha dominato e la Mongolia è stata derubata".  A Ulaan Baatar gli sport di combattimento (sumo, lotta, judo, pugilato) sono sacri e quando un atleta perde accetta la sconfitta e si sottomette al vincitore che gli volteggia sopra come un'aquila sulla preda. Una protesta sincera, sportiva, senza volgarità, da un popolo fiero che non tollera ingiustizie. Le immagini dello strip tease hanno invaso la Rete e in poche ore Ganzorig è diventato uno dei personaggi più cliccati e "likeati", altro che bronzo. (di Federico Pistone, Corriere della Sera)

 SPORT
Rio, Giochi amari:
2 medaglie e lo strip


22 agosto 2016

Per la Mongolia è stata un'Olimpiade deludente sotto molti aspetti. Solo 67° posto finale, come l'India (che ha però una popolazione mille volte superiore) con un bilancio di 1 argento e 1 bronzo. Dorjsürengiin Sumiya ha conquistato la prima medaglia, un argento, nel judo femminile 57 kg; l'altra medaglia è andata a Otgondalai Dorjnyambuu nel pugilato 60 kg. Un bottino magro rispetto alle attese: l'Associated Press aveva preconizzato 6 medaglie per la Mongolia, di cui 3 d'oro. Delusione per alcuni degli atleti favoriti nelle rispettive discipline di boxe e lotta, come Boldbaatar Ganbat, Tumurkhuleg Davaadorj, Altansukh Dovdon, Urantsetseg Munkhbat, Munkhzaya Tsedevsuren. Nell'ultima giornata si è poi verificato uno degli eventi più clamorosi di questi Giochi di Rio, che ha visto proprio la Mongolia protagonista, suo malgrado.Ganzorigiin Mandakhnaran aveva conquistato la finale per il bronzo nella classe 65 kg ma l'arbitro, inopinatamente, ha regalato la vittoria all'avversario uzbeko, confermando il livello scandaloso degli arbitri olimpici della lotta, di cui anche l'azzurro Chamizo è rimasto vittima, scippato dell'opportunità di lottare per l'oro. Molti arbitri sono stati allontanati dall'Olimpiade, resta però l'amarezza per verdetti insensati o sbilanciati in modo sospetto. I due tecnici della Mongolia, increduli, hanno messo in scena la loro clamorosa e quasi disperata protesta: si sono tolti i pantaloni e si sono inginocchiati davanti ai giudici. Come dire: ci avete rubato tutto, prendetevi anche i nostri vestiti! "Tre milioni di persone in Mongolia aspettavano questo bronzo", ha detto Byambarenchin Bayaraa, uno dei tecnici della nazionale mongola. "Il 100 per cento del palazzetto era dalla nostra parte e ha manifestato con noi la protesta per un verdetto scandaloso". Il pubblico ha infatti cominciato a scandire in coro Mon-go-lia, Mon-go-lia, offrendo il proprio verdetto e rifiutando quello ufficiale. Magra consolazione per una corazzata mondiale degli sport di combattimento uscita dalle Olimpiadi con 2 sole medaglie. Il computo complessivo della storia olimpica mongola è ora di 26 podi: 2 ori, 10 argenti e 14 bronzi.

 SPORT
Rio, clamorosa protesta
dei lottatori mongoli


21 agosto 2016

Clamorosa protesta dei tecnici del lottatore mongolo Ganzorig al termine della finale per il bronzo olimpico nella categoria 65 kg. I due si sono tolti la maglia, buttandola a terra, e uno si è anche inginocchiato davanti alla giuria per contestare la decisione di assegnare la vittoria all'uzbeko Navruzov, rimanendo addirittura in mutande (Italpress)

 PRIMO PIANO
La Mongolia non fa scuola,
tassi bassi ovunque


19 agosto

Domanda da un milione di dollari (o anche più): esiste una banca centrale che sta procedendo in questi giorni al rialzo del costo del denaro? La risposta è sì. Ieri la banca centrale della Mongolia ha aumentato i tassi di un quarto di punto al 4,5% per difendere il tasso di cambio della moneta locale, il tugrik. La Fed, che non si occupa di finanza mongola, ha invece sottolineato i rischi insiti negli squilibri delle banche italiane, una delle ragioni che sconsigliano un rialzo. “Nella discussione sulla stabilità finanziaria – si legge nei verbali della riunione di fine luglio – si è fatto notare che, sebbene lo stato di salute delle banche Usa sia buono, gli istituti europei, specie le banche italiane, sono sotto pressione per la debole congiuntura economica,i margini di interesse sottili e le preoccupazioni sulla qualità degli asset in portafoglio”. E così, a giudicare dai verbali della Fed, l’Italia contribuisce a render meno probabile il rialzo dei tassi a settembre, nonostante l’opinione in senso contrario di operatori come Bill Gross: “le banche centrali – ha scritto – continuano a mettere nell’economia olio sporco (ovvero denaro a costo quasi zero). Prima o poi, il motore si fermerà”. Il dibattito tra falchi e colombe è destinato a durare almeno fino all’intervento di Janet Yellen venerdì 26 al meeting di Jackson Hole. Nell’attesa la prospettiva di un rinvio dell’aumento dei tassi Usa ha sostenuto la ripresa delle Borse e del corso delle materie prime favorite dal dollaro debole e dalla discesa dei rendimenti. (di Ugo Bertone per firstonline.info)

 EDICOLA
Cambiano le mete estive:
il fascino della Mongolia


18 agosto 2016

Da travelblog.it C’erano una volta Tunisia, Turchia, Marocco, Egitto, Mar Rosso. Erano queste, fino a qualche anno fa, le mete estive preferite dagli italiani. Economiche e affascinanti allo stesso tempo. Poi l’allarme terrorismo ha spaventato i viaggiatori, senza però arrestare la loro voglia di vacanza. E così, invece di restare a casa come molti pensano, i turisti hanno semplicemente cambiato meta. Islanda, Giappone, Colombia, Mongolia. Oppure mete più vicine a casa, preferibilmente posti di mare oppure paesini di montagna, purchè ci sia relax. Foto di Federico Pistone

 SPORT
Dalla boxe la seconda
medaglia per la Mongolia


16 agosto 2016

E' arrivata la seconda medaglia olimpica per la Mongolia: l'ha conquistata Otgondalai Dorjnyambuu (foto, zimbio.com) nel pugilato maschile pesi leggeri 60 kg. L'atleta di Ulaanbaatar ha perso la semifinale con il francese Oumiha, conquistando automaticamente il bronzo, che va ad aggiungersi all'argento vinto da Dorjsürengiin Sumiya, finalista nel judo femminile fino a 57 kg. Per la Mongolia ci sono ancora alcune speranze di podio, anche se finora la spedizione di Rio è stata molto deludente rispetto alle aspettative. Aspettiamo però a stilare un bilancio definitivo, in attesa dele ultime finali di questa settimana. 

 SPORT
Rio, prima medaglia
per la Mongolia


8 agosto 2016

È arrivata la prima medaglia olimpica di Rio per la Mongolia: è quella di Dorjsürengiin Sumiya, approdata alla finalissima del judo femminile fino a 57 kg e battuta dalla "padrona di casa" Rafaela Silva, che ha regalato al Brasile il primo alloro. Dorjsürengiin ha 24 anni ed è nata a Uvs, nella Mongolia occidentale: un risultato prestigioso che ripaga, almeno parzialmente, dell'avvio deludente per la Mongolia che è andata molto vicina al podio in altre gare di judo e boxe, senza però centrare l'obiettivo. Con questo argento, la Mongolia si porta a un bottino storico complessivo di 25 medaglie olimpiche. Ma non è ancora finita: molta attesa ora è nel tiro con la pistola femminile, un'altra delle specialità della tradizione sportiva mongola. Al prossimo aggiornamento! Nella foto, Dorjsürengiin Sumiya durante la finale persa con la brasiliana Silva.

 CULTURA
Mongolia e Italia unite
nel segno di Rossini


8 agosto 2016

Grande successo dell'International Opera Studio di Roma in collaborazione con l'Ambasciata della Mongolia e il Comune di Formello nel progetto italo-mongolo ispirato a La Cenerentola di Rossini e curato da Ayana Sambuu insieme a Carlo Alberto Gioja e Bruna Bencivenga per portare in Italia e valorizzare i cantanti lirici professionisti della Mongolia. Standing ovation allo storico Teatro di Villa Torlonia e nel Comune di Roma che hanno accolto con grande entusiasmo la proposta dell'Ambasciata e dell'ex ambasciatore Odonbaatar Shijeekhyy di presentare i cantanti lirici della Mongolia a esibirsi con gli artisti italiani. Gli artisti, sotto la guida del maestro Stephen Laurance Kramer e con la regia di Ayana Sambuu, hanno presentato la straordinaria versione semiscenica dell'opera rossiniana, risultato del corso di perfezionamento dell'International Opera Studio dell'associazione culturale ViViAmoL'Arte. La magia dell'opera, insieme al grande effetto visivo artistico offerto dalle proiezioni dei quadri di Nathalie Von Rittersberg, ha incantato il foltissimo pubblico di Formello. La magia dei colori delle scenografie e dei costumi, insieme al talentuoso cast artistico dei cantanti italiani, mongoli e spagnoli accompagnati dall'orchestra dell'International Opera Studio con la pianista russa Victoria Khalilova, hanno trasmesso emozioni senza tempo. Il mezzosoprano Ayana Sambuu ha affascinato il pubblico grazie alla sua interpretazione del ruolo di Angelina-Cenerentola insieme a cantanti di straordinaria bravura: Carlo Alberto Gioja nel ruolo di Don Magnifico, Ignacio Prieto nel ruolo del principe Ramiro, Paolo Ciavarelli nel ruolo di Dandini, le bellissime sorellastre Clorinda e Tisbe interpretate dalla giovanissima italiana Sabina Galizia e Dariimaa Myagmar dalla Mongolia, mentre la voce di Tuvshinjargal Enkhbat della Mongolia tuona letteralmente interpretando il ruolo di Alidoro. Il progetto è stato appoggiato da sponsorizzazioni crowdfunding e donazioni private (fra le quali quella di 1000 euro da Carmenelvira Terrazas e sua figlia Vanessa Desegovia direttamente dal Messico e di Altan Zandraa per il biglietto aereo da e per la Mongolia) che hanno dimostrato la sensibilità nell'investire nella cultura per le nuove generazioni. Prezioso aiuto materiale arriva da Elena Orlandelli e la sponsorizzazione dei uno dei biglietti aerei da parte di Enkhtuya Dendev, titolare della catena dei negozi franchising di Elpa Cesar's a Ulaanbaatar. Importante sottolineare che la grande dedizione dimostrata dall'International Opera Studio di Roma nel corso degli ultimi anni producendo opere come il Don Giovanni e Le nozze di Figaro di Mozart, L'elisir d'amore di Donizetti, il Gran Gala Red Carpet e il trionfo de La Cenerentola di Rossini, sono stati i risultati degli sforzi organizzativi soprattutto di Carlo Alberto Gioja, presidente di ViViAmoL'Arte, del direttore organizzativo Bruna Bencivenga, e negli ultimi due anni anche dell'artista Ayana Sambuu, responsabile degli Affari Esteri dell'International Opera Studio. "L'obiettivo - ha spiegato Ayana - è quello di offrire una visione diversa del mondo della lirica, indispensabile per costruire insieme un mondo sano e benefico in nel senso culturale, ma anche sociale". Nella foto, i cantanti Ignacio Prieto e Ayana Sambuu, protagonisti de La Cenerentola.

 SPORT
Rio, la Mongolia
sfila al Maracanà


6 agosto 2016

Anche la Mongolia ha sfilato nella magica notte del Maracanà per l'apertura dei Giochi Olimpici di Rio. Il judoka Temuulen Battulga è stato il portabandiera della rappresentativa mongola, costituita da 42 atleti, abbigliati in una sgargiante divisa gialla e bianca. Una delegazione sorridente e acclamatissima: la Mongolia è un Paese che ispira simpatia ma che ha anche ambizioni di medaglie, soprattutto nei settori del judo, della boxe, della lotta. Mongolia.it seguirà giorno per giorno l'esito delle gare degli atleti della Mongolia. Nella foto, Temuulen Battulga con la bandiera mongola guida la nazionale asiatica a Rio.

 SPORT
Judo, previsioni:
3 ori per la Mongolia


4 agosto 2016

Soltanto nel judo la Mongolia potrebbe conquistare 3 medaglie d’oro ai Giochi di Rio e 6 allori complessivi della disciplina, secondo le proiezioni della Associated Press. Sul gradino più alto del podio potrebbero finire Boldbaatar Ganbat (60 kg, nella foto), Tumurkhuleg Davaadorj (66 kg), Sumiya Dorjsuren (57 kg donne). Altre medaglie possibili nel judo Altansukh Dovdon (66 kg), Urantsetseg Munkhbat (52 kg D), Munkhzaya Tsedevsuren (63 kg D). Verificheremo sul “campo” l’andamento delle gare, giorno per giorno.   

 SPORT
Rio: Mongolia pronta
a migliorare Londra


3 agosto 2016

Anche la Mongolia si appresta a vivere da protagonista l'Olimpiade di Rio, che si inaugura la notte del 5 agosto. Come mongolia.it ha ricordato, saranno 42 gli atleti che gareggeranno con buone possibilità di medaglia in discipline come judo, lotta, tiro e boxe. Nella precedente edizione dei Giochi, a Londra 2012, la squadra mongola aveva collezionato cinque medaglie, conquistando il settimo posto assoluto (primo in Asia) nella speciale graduatoria stilata dal sito internazionale medalespercapita.com che tiene conto degli allori conquistati per abitante: una medaglia ogni 547mila abitanti. Meglio avevano fatto solo Grenada, Giamaica, Trinidad e Tobago, Nuova Zelanda, Bahamas e Lituania. Subito dietro la Mongolia, l'Ungheria, il Montenegro e la Danimarca. L'Italia aveva chiuso al 44° posto con una medaglia ogni 2.170mila abitanti. Nella foto, la delegazione mongola a Ulaanbaatar prima della partenza per il Brasile.

 PRIMO PIANO
Ian Manook ci insegna
a pronunciare Yeruldelgger


1 agosto 2016

In effetti la pronuncia è complicata: Yeruldelgger. È il nuovo fenomeno editoriale che sta scalando le posizioni anche in Italia, quasi a insidiare i grandi successi commerciali di Camilleri e Manzini. Come abbiamo già segnalato da tempo su mongolia.it (vedi notizie su News e recensione su Libri), si tratta di un robusto thriller ambientato interamentre in Mongolia, scritto dal francese Ian Manook ed edito in Italia da Fazi. Per cercare di agevolare il lettore, ma soprattutto il possibile acquirente messo a disagio dal titolo complicato, che è poi il nome dell'ispettore "maledetto" protagonista di una storia di crimini efferatissimi tra steppa e deserto mongoli, lo stesso Manook ha messo in linea una sorta di lezione (in italiano) di pronuncia di Yeruldelgger: ne è venuto fuori un vero e proprio sketch dove lo scrittore francese esibisce una irresistibile verve comica, intonando anche una serie di canzoni per rendere più semplice la pronuncia del suo libro. Cita così Celentano (due volte) e De André. "Allora - attacca Manook nella sua performance - si dice Ye: come... solo baci che do a te, ye ye ye ye ye ye! Rul rul come... il re fa rullare i tamburi, rullare, rullare rul. Del, del: l'unico frutto dell'amor è la banana, è la banana. Eh lo so che non è italiano, è spagnolo, il suo è lo stesso. Ye - Rul - Del - Ger... come: una terza 'gherra' che farà sparire quei due bei seni che tu porti in giro. Eh sì Celentano: lo canto male ma è Celentano".

 SPORT
Vialli sbeffeggia Vieri:
"Giocherò in Mongolia"


30 luglio 2016

Si sa, la Mongolia è terra di grandi atleti: dal sumo alla lotta, dal judo al tiro con l'arco. Nel calcio le cose non vanno altrettanto bene, anche se il movimento sta crescendo, sia in termini di calciatori da "esportazione" e di club sempre più competitivi, Nazionale compresa. Gianluca Vialli ci ha voluto scherzare su, ma l'obiettivo del suo sarcasmo non era certo il calcio mongolo ma Bobo Vieri, che nei giorni scorsi ha annunciato di essere tornato in forma e di essere pronto per giocare nel campionato cinese. Vialli ha postato un video in cui annuncia la sua, ovviamente scherzosa, intenzione di riprendere a giocare proprio nel campionato della Mongolia. L'ex azzurro e campione d'Italia con la Sampdoria, oggi 52enne opinionista di Sky, comunica la sua decisione mentre si affanna in un esercizio muscolare per le braccia: "Sto continunando il lavoro per rimettermi ion forma", annuncia Vialli parodiando Vieri. " Luca is back. Pesavo 83,4 chili, ora peso 83,3 chili. Ancora 500 grammi e sono in forma. Luca is back. Vado a giocare in Mongolia". Poi, esausto, chiede all'operatore di "stoppare" il filmato.

 SPORT
Olimpiade di Rio, i 42
atleti della Mongolia


29 luglio 2016

È pronta la squadra olimpica della Mongolia. A Rio gareggeranno 42 atleti sotto la bandiera con il Soyombo. Nella storia delle Olimpiadi la Mongolia ha conquistato 24 allori, di cui 2 medaglie d'oro (una nel judo e una nella boxe conquistate a Pechino 2008), 9 argenti e 13 bronzi. Nell'ultima Olimpiade, a Londra 2012, la Mongolia il bottino della Mongolia è stato di 2 argenti e 3 bronzi, sempre nelle specialità di judo, lotta e boxe. Ecco l'elenco completo della spedizione mongola in Brasile. Ancora da ufficializzare i 5 partecipanti alle maratone. Nella foto, il judoka mongolo Naidangiin Tüvshinbayar, prima storica medaglia d'oro della Mongolia, conquistata a Pechino: l'atleta sarà in lizza anche a Rio. Mongolia.it seguirà passo dopo passo l'avventura olimpica della Mongolia.
ATLETICA
Maratona maschile (3 posti)
Maratona femminile (2 posti)
BOXE
Gankhuyagiin Gan-Erdene (pesi mosca leggeri maschili)
Kharkhüügiin Enkh-Amar (pesi mosca maschili)
Erdenebatyn Tsendbaatar (pesi gallo maschili)
Dorjnyambuugiin Otgondalai (pesi leggeri maschili)
Baatarsükhiin Chinzorig (pesi superleggeri maschili)
Byambyn Tüvshinbat (pesi welter)
JUDO
Tsogtbaataryn Tsend-Ochir (60 kg maschile)
Davaadorjiin Tömörkhüleg (66 kg maschile)
Ganbaataryn Odbayar (73 kg maschile)
Uuganbaataryn Otgonbaatar (81 kg maschile)
Lkhagvasürengiin Otgonbaatar (90 kg maschile)
Naidangiin Tüvshinbayar (100 kg maschile)
Temuulen Battulga (+100 kg maschile)
Mönkhbatyn Urantsetseg (48 kg femminile)
Adyaasambuugiin Tsolmon (52 kg femminile)
Dorjsürengiin Sumiyaa (57 kg femminile)
Tsedevsürengiin Mönkhzayaa (63 kg femminile)
Tsend-Ayuushiin Naranjargal (70 kg femminile)
Pürevjargalyn Lkhamdegd (78 kg femminile)
LOTTA
Erdenebatyn Bekhbayar (57 kg libera maschile)
Ganzorigiin Mandakhnaran (65 kg libera maschile)
Pürevjavyn Önörbat (74 kg libera maschile)
Orgodolyn Üitümen (86 kg libera maschile)
Dorjkhandyn Khüderbulga (97 kg libera maschile)
Jargalsaikhany Chuluunbat (125 kg libera maschile)
Erdenechimegiin Sumiyaa (53 kg libera femminile)
Pürevdorjiin Orkhon (58 kg libera femminile)
Soronzonboldyn Battsetseg (63 kg libera femminile)
Ochirbatyn Nasanburmaa (69 kg libera femminile)
NUOTO
Batsaikhan Dulguun (50 m stile libero maschile)
Yesui Bayar (50 m stile libero femminile)
SOLLEVAMENTO PESI
Ankhtsetseg Munkhjantsan (69 kg femminile)
TAEKWONDO
Pürevjavyn Temüüjin (68 kg maschile)
TIRO
Gankhuyagiin Nandinzayaa (carabina 10 m, carabina 50 m tre posizioni femminile)
Otryadyn Gündegmaa (pistola 10 m, pistola 25 m femminile)
Tsogbadrakhyn Mönkhzul (pistola 10 m, pistola 25 m femminile)
TIRO CON L’ARCO
Jantsangiin Gantögs (individuale maschile)

 PRIMO PIANO
Intervista a Manook,
creatore di Yeruldelgger


23 luglio 2016

È ormai diventato un caso letterario , "Yeruldelgger"romanzo thriller ambientato in Mongolia. Vedi scheda e recensione di mongolia.it Ecco l'intervista dell'Ansa all'autore, il francese Ian Manook (nella foto). "Manook, pseudonimo di Patrick Manoukian, 67 anni portati benissimo, di origine armene, che vive a Parigi e parla con scioltezza in italiano, con il suo commissario della squadra omicidi di Ulan Bator ha venduto in Francia - dove e' già uscito il secondo volume della trilogia e il prossimo ottobre verrà pubblicato il terzo - 200 mila copie e vinto in un anno 16 premi. "È stato - spiega - il più premiato nella storia dei gialli in Francia. Yeruldelgger significa 'promessa di abbondanza'" e ha proprio portato fortuna allo scrittore-viaggiatore che è stato tra i protagonisti dell'ultima edizione del Festival 'Letterature' alla Basilica di Massenzio, a Roma. "Non mi aspettavo - dice Manook - un successo cosi' grande. Il 50% credo sia dovuto all'ambientazione, alla Mongolia, il resto spero sia da attribuire al mio modo di scrivere. La storia è vicina agli intrighi dei gialli nordici, la differenza è nello stile". Le indagini di Yeruldelgger nella misteriosa e sconfinata Mongolia lo vedranno alle prese, nel bel mezzo della steppa, con i resti di una bambina seppellita con il suo triciclo, una tragedia personale, e poi con i cadaveri di tre cinesi con macabri segni di un rito sessuale. Il tutto si intreccia con poliziotti corrotti e delinquenti neonazisti. "Nel 2007 ho fatto un viaggio in Mongolia e mi è piaciuto molto il paese. La cultura sciamanica dà uno spessore diverso alla morte, alla violenza. Quando ho capito questo è diventata una delle forze principali del romanzo" dice l'autore che scrive di getto, senza un piano e senza documentarsi prima. "Se ti documenti troppo il rigurgito della documentazione viene automaticamente nella scrittura e non mi piace. Ho scritto senza fermarmi 600 pagine sottolineando in rosso alcune parole su cui volevo tornare. Questo garantisce alla scrittura più leggerezza". La Mongolia, continua, "sembra un paese eterno, indistruttibile ma è allo stesso tempo molto fragile. Potrebbe sparire in 15-20 anni economicamente, politicamente e anche fisicamente. Negli ultimi 50 anni ci sono stati terremoti fortissimi". Anche il suo commissario duro, che fa pugilato, è stato educato alla saggezza dei monaci guerrieri ha una fragilità che "è la linea - aggiunge - del secondo capitolo della trilogia, Les Temps Sauvages, uscito in Francia nel 2015 e del terzo romanzo. In entrambi l'ambientazione si spinge anche in altri luoghi, oltre alla Mongolia".

 EDICOLA
Passaggio in Mongolia
con la Pechino-Parigi


19 luglio 2016

Termina in Place Vendome, nel cuore di Parigi, dopo 36 giorni di gara, l’edizione 2016 della Pechino-Parigi. Dei 104 equipaggi partiti il 12 giugno dalla Grande Muraglia, hanno concluso la maratona in 96. I primi a tagliare il traguardo sono i vincitori delle due categorie Vintageant riservata alle vetture costruite prima del 1941, e Classic, che raggruppa quelle ante 1975: Bruce and Harry Washington, padre e figlio neozelandesi su una pesantissima Chrysler 75 Roadster del 1929, e gli australiani Mark Pickering e Dave Boddy su una Datzun 240Z del 1973. Un sorpasso in classifica quello della Datzun rossa con il simbolo del canguro giallo come portafortuna sulla carrozzeria, avvenuto dopo la retrocessione in classifica, per problemi tecnici, dell’Alfa Romeo Giulia Super del 1971 di Giorgio Schön e Pierre Tonetti, in testa nella prima settimana di gara. Una Giulia che portava sulla carrozzeria anche il logo di Corriere Motori. «Le condizioni delle strade pressoché inesistenti della Mongolia hanno compromesso la gara a tanti di noi — spiega Schön —. L’ottavo giorno la nostra macchina era fuori uso: ci si sono rotti spinterogeno, puntine, distributore, e si è sfilato un tubo della pompa della benzina, praticamente annegato nel serbatoio e non recuperabile». La Giulia di Schön è stata portata fuori dai confini della Mongolia su un camion, poi trainata per 28 chilometri nella terra di nessuno da un’altra Giulia e, in Russia, su un altro camion, portata a Novosibirsk per essere finalmente riparata e da qui terminare la parte europea della gara». L’impresa di Schön (oltre a riportare le suggestione del primo reportage su un’auto dell’inviato del Corriere della Sera Luigi Barzini sulla Itala del Principe Scipione Borghese nella Pechino-Parigi del 1907), ha ripercorso e idealmente la via del Cachemire. Schön e Tonetti erano infatti anche «ambasciatori» di Loro Piana. La missione era quella di trasportare dalla Cina a Parigi una piccola balla di puro cachemire che successivamente avrebbe dovuto essere lavorata negli stabilimenti dell’azienda a Quarona. I festeggiamenti dopo l’arrivo a Parigi hanno simpaticamente compromesso in parte l’operazione: lo champagne stappato e spruzzato dall’equipaggio in Place Vendome non ha risparmiato nemmeno il prezioso bagaglio... Ma il cachemire è stato comunque consegnato nella mani dell’amministratore delegato Matthieu Brisset. Il passaggio in Mongolia è quello che gli equipaggi hanno affrontato con maggiori difficoltà. «Le buche, la terra che ti travolge la macchina in prova speciale, le notti in tenda- racconta Mattia Nocera pilota di una Chevrolet Tourer del 1930 – dieci ore di guida al giorno su strade impossibili che hanno fatto pensare a tanti di noi di non farcela». «Alla fine — ammette il suo navigatore Giacomo Foglia— la vittoria è stata arrivare al traguardo dopo più di 13.600 chilometri su una vettura così». Loro sono gli unici italiani a partecipare su un’auto anteguerra. Gli altri li ritroviamo su Alfa Romeo Giulia nella categoria Classic, con il piazzamento di Chiodi-Degli Esposti in tredicesima posizione assoluta e secondi di classe; mentre Angelo Cavalli e Gianni Gentile, ventunesimi assoluti, hanno scelto una vettura tedesca, la Bmw 518 del 1974. (estratto dall'articolo di Savina Confaloni per motori.corriere.it)

 PRIMO PIANO
In libreria "Yeruldelgger",
thriller dalla Mongolia


19 luglio 2016

È in libreria "Yeruldelgger", romanzo del francese Ian Manook (Fazi Editore, 528 pagine, 16,90 euro). Subito una premessa. Questo libro è un thriller in piena regola, violento, cattivo, in alcuni punti sconvolgente ma appassionante come i classici del genere. E in più si svolge in Mongolia, altrimenti non sarebbe nello scaffale di mongolia.it. Il titolo (quasi impronunciabile), Yeruldelgger, non è altro che il nome dell'ispettore della polizia mongola che indaga su una serie di delitti spaventosi: una bimba sepolta viva nella steppa, tre cinesi evirati e sodomizzati e altri episodi efferati che il "nostro eroe" cercherà di collegare per risolvere il caso, lottando contro superiori corrotti, cinesi arroganti, gruppi di neonazisti e altri personaggi inquietanti che popolano i sotterranei di Ulaanbaatar. Ma Yeruldelgger, scontroso e geniale come il Vincent D'Onofrio della serie tv Law & Order (il riferimento è dello stesso autore), deve fare i conti anche con una situazione familiare devastante ma ha dalla sua parte alcune presenze che lo aiutano a sopravvivere e a lottare fino alla verità. Un libro di notevole spessore narrativo, da leggere d'un fiato, con il vantaggio di aprire scenari inediti sulla Mongolia di oggi in bilico fra tradizioni millenarie e una realtà sempre meno romantica ma sincera e tutta da scoprire. L'autore è il parigino Manook diventato celebre in Francia proprio per questo romanzo, tradotto dopo 3 anni di attesa anche in italiano da Fazi, nella collana Darkside. Ecco un estratto: "Yeruldelgger era svuotato, sfinito, come strizzato da quella vita da poliziotto che non riusciva più davvero a controllare. Alle sei di quel mattino venica nmandato a indagare su tre cadaveri mutilati con la taglierina nel locale degli impiegati di una fabbrica cinese alla periferia di Ulan Bator, e cinque ore dopo era nella steppa senza nemmeno capire perché fosse stato inviato laggiù. Avrebbe preferito di gran lunga rimanere in città a investigare con la sua squadra sui cadaveri dei cinesi". Vai alla sezione Libri per tutte le schede e le recensioni

 PRIMO PIANO
Ambasciata d'Italia
in Mongolia, sede e sito


18 luglio 2016

Con la "benedizione" del Ministro agli Affari Esteri Paolo Gentiloni, dal luglio 2016 è operativa la nuova Ambasciata d'Italia in Mongolia. Primo storico Ambasciatore è Andrea De Felip (nella foto, insieme al Presidente della Repubblica di Mongolia Elbegdorj), diplomatico di provata capacità ed esperienza internazionale. La sede è a Ulaanbaatar, al 14° piano del CC Tower,  Jamiyan Gun Str. 9 1st khoroo, Sukhbaatar district. Inaugurato anche il nuovo sito Internet, ancora in fase di costruzione e arricchimento. Nell'immagine, la home page. Vai al sito ufficiale dell'Ambasciata italiana in Mongolia.

 PRIMO PIANO
La Mongolia festeggia
un Naadam particolare


15 luglio 2016

In una Ulaanbaatar irreale per le misure di sicurezza in occasione dell'11° Asem tra Asia ed Europa, si è svolto il Naadam, l'avvenimento più importante del calendario mongola: una sorta di Olimpiadi della steppa che rievocano le gesta di Gengis Khan e celebrano la liberazione dai Cinesi. Mongolia.it pubblicherà un report della manifestazione. Per vedere l'inaugurazione del Naadam 2016 vai a questo link. Per saperne di più vai nella pagina Naadam (nella foto, di Federico Pistone, un giovane arciere del Naadam).

 PRIMO PIANO
Gentiloni inaugura
Ambasciata a Ulaanbaatar


15 luglio 2016

Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni (foto) ha inaugurato l'Ambasciata d'Italia a Ulaan Bataar, in Mongolia. All'inaugurazione - informa la Farnesina - hanno preso parte anche il ministro degli Esteri della Mongolia Lundeg Purevsuren, il neo Ambasciatore d'Italia Andrea De Felip e la collettività italiana residente in Mongolia. Nel corso del suo indirizzo di saluto il Ministro Gentiloni ha sottolineato come le antichissime relazioni tra Italia e Mongolia - risalenti al XIII secolo e formalizzate nel 1970 - si siano evolute in senso estremamente positivo negli ultimi anni sia sotto il profilo politico sia sotto il profilo economico. "La Mongolia - ha affermato Gentiloni - ha delle enormi potenzialità e l'Italia è pronta a sostenerne la crescita. L'apertura della nostra Ambasciata - ha proseguito il Ministro - potra' costituire un elemento di forza per lo sviluppo di relazioni sempre piu' strette tra i due Paesi grazie all'assistenza che potrà fornire alle nostre imprese, ai nostri connazionali e ai cittadini e le aziende mongole interessate all'Italia". La Mongolia, Paese di circa tre milioni di abitanti chiuso tra Russia e Cina, ha mostrato negli ultimi anni un notevole dinamismo: è prevista una crescita del 5,9% del pil per il 2016 e i principali settori dell'economia locale, dal tessile alla sicurezza alimentare, si prestano ad una più intensa collaborazione con il sistema imprenditoriale italiano. (fonte Agi)

 EDICOLA
Europa e Asia in Mongolia
per trovare nuovi impulsi


15 luglio 2016

La notizia dell'ennesimo, plateale, attentato terroristico in Europa, a Nizza, trova i big dell'Europa (Schauble, Tusk, Mogherini, Merkel, Gentiloni) e dell'Asia (ci sono tutti, eccetto Vladimir Putin, quindi, tra gli altri, Li Keqiang, Shinzo Abe, Park Geun-hye) per l'11° Asem Summit in una Ulaan Baatar deserta, per motivi di sicurezza.  Sembra una beffa. Hanno chiesto agli abitanti della capitale mongola di andare via, in campagna, per non ostacolare il Summit. Ma il terrore ha già colpito, di nuovo, in Francia, nella notte e non si sa più come reagire di fronte a un rischio che può scoppiare ancora, ovunque, nelle forme più strane e imprevedibili. Tutto succede a dstanza sideralmente lontana ma qui a Ulan Bator si discute di come trovare un nuovo senso a questa piattaforma di dialogo tra Paesi asiatici e l'Europa, specialmente per quanto riguarda l'aspetto della crescita, dell'economia. A conclusione dei lavori, si arriverà alla dichiarazione di Ulan Bator, a vent'anni dalla nascita di questo strumento di dialogo, nel frattempo altri strumenti di dialogo e soprattutto di intervento sono nati, e si diffonderanno ancora. La Cina con l'Obor, la One Belt One Road, che guarda all'Eurasia e alle sue banche e ai suoi fondi di sviluppo. Le sinergie tra Europa e Asia, con la Cina ancora una volta protagonista, per i piani di sviluppo delle infrastrutture. È davvero tempo per l'Asem di trovare una spinta reale tra due poli così apparentemente lontani. (di Rita Fatiguso, Sole 24 Ore)

 PRIMO PIANO
Erdenebat (Popolari)
nuovo premier di Mongolia


8 luglio 2016

Jargaltulga Erdenebat è il nuovo primo ministro della Mongolia. Venerdì 8 luglio il parlamento del paese ha dato l’incarico di formare al nuovo premier, 42 anni ex ministro delle finanze. Erdenebat fa parte del Partito del popolo, che ha stravinto le elezioni che si sono svolte alla fine di giugno. (fonte Internazionale). Nella foto, la piazza Gengis Khan (ex Sukhebaatar) nel centro di Ulaanbaatar. Sullo sfondo il Grande Hural, il Parlamento mongolo, presidiato dalla statua di Gengis Khan.

 SOLIDARIETA'
Il viaggio della carità
dal Piemonte alla Mongolia


7 luglio 2016

Partita nel cuore della notte la prima tappa di avvicinamento a Strasburgo del progetto «Mongolia Charity Rally 2016» condiviso tra l’associazione Phigamma di Torino e i Centri di Formazione professionale dei salesiani di Bra e Fossano. Ieri le foto di rito con i sindaci Bruna Sibille (Bra) e Davide Sordella (Fossano), una parte dell’equipaggio e i giovani allievi che hanno preparato il furgone Opel Vivaro, allestendolo per il trasporto dei disabili. Poi la partenza per Strasburgo dove i cinque partecipanti,capitanati da Riccardo Garella, hanno incontrato la Commissione disabilità dell’Unione Europea per presentare il progetto. Poi il lunghissimo percorso - 14 mila chilometri - che prevede il passaggio in dieci Stati e due continenti. L’Anello d’Oro della Russia Imperiale, le grandi città carovaniere di Samarcanda e Buchara, e un angolo del Turkmenistan a buon diritto noto come la Porta dell’Inferno sono solo alcune delle tappe della lunga strada verso Ulan Bator. All’arrivo la donazione del furgone alla autorità locali e il rientro a casa dell’equipaggio in aereo. (fonte lastampa.it)

 PRIMO PIANO
Scattata in Mongolia
la foto più bella dell'anno


5 luglio 2016

La foto dell'anno viene dalla Mongolia, tanto per cambiare. Il concorso Travel Photographer of the Year 2016, organizzato da National Geographic Travel è stato vinto da Anthony Lau di Hong Kong con l'immagine "Cavaliere d'inverno" (a sinistra), scattata nel gelo della Mongolia. Così l'autore descrive il suo scatto: "L'inverno nella Mongolia interna è duro e impietoso. A temperature che possono raggiungere i 30 gradi sotto zero, con un vento carico di neve che soffia costantemente da tutte le direzioni, è stato difficile per me trovare la forza di uscire dalla macchina e scattare fotografie. Ho visto gli allevatori di cavalli avanzava verso di me nella foschia mattutina". Lau si aggiudica così il primo premio che consiste, oltre a una visibilità internazionale, anche in un safari fotografico di sette giorni a "caccia" di orsi polari a Churchill, in Canada. Vai alla pagina del National Geographico con tutte le foto del concorso.

 PRIMO PIANO
Cucinelli: "Salutiamo
la fiera Mongolia"


5 luglio 2016

Solomeo è un borgo medievale, in provincia di Perugia. Nemmeno cinquecento abitanti ma un fascino straordinario, grazie alla passione di uno dei marchi tessili più prestigiosi in Italia e nel mondo, quello di Cucinelli che realizza i suoi straordinari capi grazie al miglior cashmere disponibile, quello che proviene dalla Mongolia. Non è solo un fatto commerciale, ma un amore vero quello che lega Brunello e Federica Cucinelli al Paese asiatico: “Salutiamo la Mongolia - ha detto Brunello - terra eterna, dove lo sconfinato Cielo azzurro fu padre di tutti gli dèi, dove mitici animali furono all’origine di stirpi nobili, dove le praterie, verdi come lo smeraldo, ondeggiano come il mare e i boschi nascondono fiumi di acciaio. Mongolia, madre di uomini che mille anni fa si diffusero in ogni parte del mondo, uomini con gli occhi sognanti oltre l’infinito, uomini che oggi guardano al futuro fieri della loro grande storia”. Con questo spirito nei giorni scorsi il Teatro Cucinelli di Solomeo ha ospitato un entusiasmante Festival internazionale di musica, culminato con il concerto dell'Ensemble mongolo di Ulaanbaatar: tutto il fascino dei suoni e dell'arte della Mongolia che ha incantato gli spettatori restituendo una magia senza tempo. È stata anche l'occasione per vedere insieme personaggi di spicco, come si vede nella foto: insieme agli artisti mongoli, da sinistra il Console onorario Piero Bardazzi, l'Ambasciatore mongolo in Italia Shijeekhuu Odonbaatar, Brunello e Federica Cucinelli.

 EDICOLA
Vince l'opposizione,
si volta pagina?


4 luglio 2016

Stefano Vecchia, orientalista e corrispondente per Avvenire in Asia, racconta per Mondo e Missione la situazione della Mongolia dopo le elezioni presidenziali.
"Il recente voto in Mongolia, con la vittoria netta dell’opposizione, apre potenzialmente una pagina del tutto nuova nella tormentata storia politica del grande ma sottopopolato Paese dell’Asia centrale. Non a caso, si pone anche in una contingenza nuova, con una economia fino in anni recenti arrembante ma limitata alla solo disponibilità di risorse minerarie ora in netto arretramento e istanze che sono insieme di crescita, liberalizzazione e di tutela davanti alla pressioni di vicini potenti e storicamente dominanti. Paradossalmente, le necessità di rinnovamento sono affidate a un partito, quello del Popolo mongolo, di ideologia sovietica, che per decenni ha guidato il Paese prima della transizione alla democrazia nel 1990. Mercoledì scorso il Ppm ha ottenuto 65 dei 76 seggi nel parlamento monocamerale, il Grand Khural. Il rivale maggiore, il Partito Democratico, che nel precedente Parlamento aveva 38 seggi, ne ha avuti solo nove. Una disfatta, accentuata dalla mancata rielezione nella massima assise legislativa, dell’ex premier Chimed Saikhanbileg, alla guida di un governo in carica dal 2011 che aveva vinto basando la sua campagna su una ridistribuzione della ricchezza in un tempo di crescita del 17,5 per cento. Crisi globale e condizioni interne hanno portato la Mongolia a un tasso di crescita previsto per l’anno dello 0,4 per cento e un debito pubblico che appare fuori controllo. Questo ha incentivato un’affluenza record alle urne del 72,1 per cento degli aventi diritto fra i tre milioni di abitanti e la svolta che non potrà non avere effetto anche sulle presidenziali del prossimo anno. L’attuale capo dello Stato, Tsakhia Elbegdorj, tecnocrate educato a Harvard, è infatti membro del Partito democratico e ora al secondo mandato, ultimo secondo le attuali leggi. Al partito va accreditato di avere garantito l’indipendenza formale della Mongolia tra Repubblica popolare cinese e Unione sovietica, sebbene in simbiosi economica pressoché assoluta con Mosca, e di avere traghettato il paese verso una economia di mercato nei drammatici mesi successivi alla caduta del regime sovietico senza cedere alle pressioni e alle lusinghe di Pechino che sul Paese allunga rivendicazioni di controllo storico. Molti gli ostacoli sul cammino dei nuovi governanti del Paese, vasto cinque volte l’Italia, con una urbanizzazione in crescita, notevoli cambiamenti negli stili di vita e finora con uno sviluppo basato sullo sfruttamento delle sue immense risorse naturali. Una crescita che tuttavia è stata segnata da fratture diffuse nella società dove corruzione, ineguaglianze e inflazione minacciano convivenza e legalità. La necessità di una maggiore integrazione con le economie regionali, a partire da Cina e Russia, senza rinunciare al principio di equidistanza e di maggiori rapporti con le economie globali, è oggi centrale e sempre più lo sarà. L’isolamento aperto alla cooperazione, infatti, potrebbe non essere più in grado di garantire al Paese i vantaggi finora goduti ma pagati anche con degrado ambientale e sociale".

 CULTURA
La musica della Mongolia
a Solomeo con Cucinelli


4 luglio 2016

Tre giorni di cultura, musica ed emozioni all'insegna della Mongolia: il borgo medievale umbro di Solomeo ha ospitato un festival musicale internazionale che ha avuto il suo momento più entusiasmante nell'esibizione dell'Ensemble Mongolo di Ulaanbaatar. La sua presenza è stata fortemente voluta dalla Fondazione Brunello e Federica Cucinelli anche per ricordare il viaggio che Giovanni da Pian di Carpine fece 700 anni fa in Mongolia. La compagnia, composta da musicisti, ballerini e i famosi cantanti di gola, ha portato per le piazze e gli angoli del borgo un vasto repertorio di musiche e canti tradizionali mongoli. Alla splendida iniziativa hanno preso parte anche l'Ambasciatore Mongolo in Italia, Shijeekhuu Odonbaatar e il Console onorario di Prato Piero Bardazzi. Al centro della foto, Brunello Cucinelli con l'Ambasciatore, attorniati dagli artisti dell'Ensemble.

 EDICOLA
Il Post: trionfa MPP,
il partito di opposizione


30 giugno 2016

Un'analisi attenta sull'esito delle elezioni in Mongolia, che è anche l'occasione per una riflessione più ampia sul Paese e sulle sue prospettive, la propone Il Post, che sintetizza con questo sommario: "Ha stravinto il partito di opposizione, e ha influito il grave rallentamento di quella che una volta era una delle economia più in crescita al mondo: c'entra la Cina". Mercoledì 29 giugno in Mongolia si è votato per rinnovare il governo e il parlamento: secondo i risultati preliminari ha stravinto il Partito Popolare Mongolo (MPP), cioè il maggiore partito di opposizione, che era stato al governo del paese per 69 anni durante il periodo comunista, fino al 1990 con il nome di Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo. Il responsabile della commissione elettorale ha detto che MPP ha ottenuto 65 dei 76 seggi del Grande Hural, il parlamento con una sola camera della Mongolia. Il Partito Democratico Mongolo al potere ha invece subìto una pesante sconfitta e ha ottenuto solo 9 seggi, rispetto ai 38 che aveva in precedenza. L’affluenza è stata poco più del 72 per cento.In molti consideravano queste votazioni come un test sulla politica economica del governo, e in campagna elettorale si è parlato soprattutto di economia. La Mongolia sta infatti attraversando una grave crisi: era uno dei paesi ad aver avuto la più rapida crescita economica degli ultimi anni, grazie alle preziose risorse minerarie del territorio, il cui sfruttamento su grande scala era iniziato solo da poco, e agli intensi rapporti commerciali con la Cina. Nel 2011 la crescita era oltre il 17 per cento, l’anno scorso è invece crollata al 2,3. L’MPP ha promesso agli elettori di tagliare la spesa pubblica una volta al governo, ha insistito molto sul rallentamento della crescita economica e sul raddoppio del debito estero durante gli anni di governo del Partito Democratico. Gran parte del declino, secondo gli osservatori, può essere attribuito proprio al rallentamento dell’economia in Cina e al calo dei prezzi delle principali esportazioni della Mongolia (carbone e rame), ma gli elettori hanno accusato il governo di non aver fatto abbastanza e di aver aumentato il debito. La vittoria dell’MPP è stata interpretata come una chiara volontà di cambiamento rispetto al recente passato. Il capo del Partito Democratico, Enkhbold Zandaakhuu, ha ammesso la sconfitta dicendo che «gli ultimi quattro anni sono stati molto difficili». Il presidente della Repubblica viene eletto direttamente dalla popolazione e ha un ruolo ampiamente simbolico. Al parlamento spetta il potere legislativo: è a una sola camera, si chiama Grande Hural, è composto da 76 membri ed è eletto ogni quattro anni. Nel 1992 è stata adottata una nuova Costituzione e nel 1996 il Partito Rivoluzionario perse le elezioni mantenendo comunque un ruolo importante nella politica del paese. 

 PRIMO PIANO
Elbegdorj confermato
Presidente della Repubblica


30 giugno 2016

Il presidente uscente della Mongolia, Tsakhia Elbegdorj (foto), è stato rieletto per un secondo mandato, al termine degli scrutini delle elezioni presidenziali. Lo ha annunciato la Commissione elettorale nazionale, precisando che il risultato va ancora convalidato. Elbegdorj, in campagna elettorale, ha annunciato di voler proseguire nella sua politica liberale e di apertura ai capitali stranieri, che ha già fatto registrare un tasso di crescita del 17,5% nel 2011 e del 12,3% lo scorso anno (fonte Ansa). Resta comunque la sconfitta del suo partito, e l'avanzata massiccia dell'opposizione, rappresentata dal Partito Popolare Mongolo.

 EDICOLA
Sul Corriere della Sera
il nuovo noir sulla Mongolia


30 giugno 2016

Le pagine della Cultura del Corriere della Sera hanno aperto l'edizione del 29 giugno con un ampio articolo di Roberto Iasoni dedicato alla Mongolia e al libro "Yeruldelgger" (Fazi editore), il romanzo-rivelazione di Ian Manook e il suo poliziotto. "Fornito di un nome impronunciabile (Yeruldelgger Khaltar Guichyguinnkhen), per la relativa comodità del lettore abbreviato in Yeruldelgger, il protagonista eponimo del romanzo di Ian Manook (traduzione di Maurizio Ferrara) è un investigatore della squadra omicidi di Ulan Bator. Il suo ufficio si trova nell’edificio post-sovietico (dal 1924 al 1990 la Mongolia è stata una repubblica comunista, sotto la dominazione sovietica) del Dipartimento di pubblica sicurezza. Ha mani possenti, una schiena poderosa e una grande ombra, ma la sua anima ardente di mongolo nato nella ventosa pienezza della steppa e cresciuto nell’insegnamento dei monaci buddhisti è soffocata dalla cenere della collera, esplosa dopo il rapimento e l’uccisione della figlioletta. Una tragedia che come una valanga gli ha portato via anche la moglie, impazzita, e la figlia maggiore, che lo incolpa della fine della sorellina. Poliziotto astioso e violento, irrispettoso delle gerarchie, è un relitto umano che si porta dentro la sua condizione di sopravvissuto come una malattia terminale. La forza magnetica del romanzo — noir in un’accezione tutta sua, così densa di vita da poter accostare senza perdere credibilità, sulla stessa pagina, l’orrore più crudo e stomachevole alle più delicate immagini della natura selvaggia — sprigiona in gran parte da questa inedita figura di funzionario". Presto la recensione nella sezione libri di mongolia.it


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 PRIMO PIANO
La Mongolia elegge
il nuovo parlamento


27 giugno 2016

Elezioni legislative in Mongolia. Il 29 giugno i cittadini della Mongolia voteranno per eleggere il nuovo parlamento, il Grande Hural di Stato, per la settima volta da quando nel paese si sono tenute le prime elezioni democratiche, nel 1992. Negli ultimi anni, anche se consultazioni sono state sempre libere, l’affluenza è calata dal 95,6 per cento del 1992 al 67,3 per cento del 2012. In ballo, tra le altre cose, c’è una riforma dell’intero sistema elettorale. (fonte internazionale.it)

 PRIMO PIANO
Elezioni presidenziali,
chi sono i 3 candidati


26 giugno 2016

Per seguire con più attenzione le elezioni presidenziali del 29 giugno, ecco i profili dei 3 candidati tratteggiati da Marco Bagozzi, autoredel libro "Vincere con Gengis Khan" (a lato, la copertina). Seguiremocon attenzione l'esito delle consultazioni.

Cahiagijn Ėlbėgdorž: presidente in carica, elettonel 2009, con il Partito Democratico, formazione di centrosinistra, che si richiama alla tradizione europea liberal-socialista. È sostenuto anche dal Partito Civile-Partito Verde e dal Partito Nazional-democratico. Secondo gli analisti la sua rielezione è altamente probabile. Ex giornalista formatosi in Ucraina e Stati Uniti è stato tra i promotori della democratizzazione del Paese, fin dai primi anni ’90 (la cosiddetta Perestrojka mongola), è stato primo ministro in due periodi (aprile-dicembre 1998 e agosto 2004 – gennaio 2006). Di tendenza liberale, è considerato il candidato più filo-occidentale. In realtà nel suo primo mandato ha messo sul tavolo una politica estera pragmatica: ha saputo allacciare ottimi rapporti con l’Occidente e con i paesi dell’Unione Europea in particolare, ma non ha rinunciato a rapporti bilateralicon Iran, Corea del Nord e Cina, oltre a rafforzare la presenza nell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai. Nella politica energetica ha sollevato più di qualche malumore nei dintorni di Washington, per quanto riguarda la concessione delle licenze di estrazione. È il candidato pragmaticoche piace ai “nuovi ricchi” di Ulaanbaatar e alla borghesia.

Badmaanyambuugiin Bat-Erdene: candidato del Partito del Popolo Mongolo, partito erede del partito unico al poteredurante il periodo socialista. Bat-Erdene è una leggenda sportiva del paese, essendo il più grande lottatore della storia contemporanea di Bökh (vincitoreper 11 volte, primato assoluto, del titolo nazionale del Naadam), la lotta libera mongola, la cui popolarità è pari solo a quella dal lottatore di sumo Asashōryū (vero nome Dolgorsürengiin Dagvadorj), schierato nelle file del Partito Democratico. Deputato dal 2004 è una figura fortemente carismatica, proposta dal Partito come candidato di “unità nazionale”. Tradizionalmente il Partito è vicino a Russia e Cina e segue con interesse il modello centralista del socialismo di mercato cinese. Negli ultimi anni il partito è stato penalizzato dalla Rivoluzione Colorata del 2007 che lo ha estromesso dal potere e dalle politiche poco trasparenti dell’ex Presidente Ėnhbajar (vedi sotto), accusato di corruzione. La scelta di Bat-Erdene, quindi di uno sportivo pulito, invincibile, amatissimo dal popolo, rientra in un’ottica di maggior trasparenza e di  penetrazione delle masse popolari più colpite dall’ingiusta redistribuzione della ricchezza nazionale. Il cavallo di battaglia di Bat-Erdene è la lotta alla corruzione e alle attività illegali delle compagnie estrattive, che punta a riportare sotto il controllo dello Stato centrale, concedendo licenze solo in cambio di garanzie di serietà, legalità econvenienza per il popolo. A sostenere Bat-Erdene sono anche tre partiti minori: il Partito Verde Mongolo (da non confondere con quello che sostiene Ėlbėgdorž), dal Partito per la realizzazione della libertà e dal Partito Unito dei Patrioti.

Natsag Udval: esponente del Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo, nato da una scissione del Partito del Popolo, fondato dall’ex Presidente Nambaryn Ėnhbajar. È la prima donna candidata alla presidenza della Repubblica, attualmente occupa il dicastero della salute. Il partito che si richiama alla tradizione della sinistra comunista mongola, è caratterizzato da dure posizioni nazionaliste anti-cinesi (Ėnhbajar è inoltre seguace del Dalai Lama) e raccoglie molti consensi nelle masse popolari che vedono la Cina e la sua potenza come invasiva e imperialista. Il candidato del PRPM potrebbe erodere voti a Bat-Erdene.

 PRIMO PIANO
Elezioni presidenziali,
l'analisi di Limes


26 giugno 2016

In questi giorni la Mongolia è chiamata alle urne per le elezioni presidenziali. Limes ha pubblicato un lungo e illuminante articolo di Alex Franquelli su questo argomento. Eccone una sintesi."Quel lembo di poco più di un milione e mezzo di metri quadrati lasciato a ricordo di un’era di conquiste è di nuovo a un bivio. In Mongolia, anche se le elezioni presidenziali potrebbero non determinare cambiamenti sostanziali sul fronte interno, sarà interessante valutare quali sviluppi la scelta del quinto presidente della giovane democrazia potrà avere sulla scena politica internazionale. Sulla carta, molta. Il presidente uscente Tsakhiagiin Elbegdorj (Partito democratico), Badmaanyambuugiin Bat-Erdene (Partito popolare mongolo) e Natsag Udval (Partito popolare rivoluzionario mongolo) sono i candidati a una presidenza che nella sua storia ventennale ha visto i maggiori partiti alternarsi al vertice delle istituzioni senza determinare sostanziali cambiamenti di rotta in politica estera. Se da un lato, infatti, la transizione a un regime stabilmente democratico è passata attraverso gli scandali legati alla concessione delle licenze minerarie alle multinazionali nel sud del paese, dall’altro il processo di democratizzazione è proseguito spedito verso il raggiungimento di uno status di eccellenza che costituisce un modello per l’intera regione. Vent’anni dopo le prime elezioni presidenziali, la Mongolia è un crocevia d’interessi, soprattutto legati allo sfruttamento delle proprie risorse minerarie, che le sono valse il titolo di “economia col più alto tasso di crescita al mondo” ma che hanno pure acuito gli squilibri sociali esistenti già negli anni del regime autoritario filosovietico guidato dall’ancora esistente Partito popolare mongolo. In politica estera, la presidenza di Elbegdorj, pur tra alti e bassi, ha tentato con un certo successo di coltivare un rapporto paritario con i propri, più potenti interlocutori. Le relazioni con l’Occidente si sono intensificate: la Mongolia è diventata il 57esimo membro dell’Ocse e continua a operare con vari incarichi di peacekeeping nel Sudan del Sud e in Afghanistan a fianco dei contingenti americani e tedeschi. La Third neighbor policy, ovvero la ricerca di relazioni internazionali che guardino oltre gli angusti confini condivisi con Russia e Cina, è rimasta dunque al centro della dottrina politica della Mongolia post-1989. Ma quanto potrà durare l’avanzata diplomatica mongola prima di entrare in conflitto con gli interessi dei due vicini? La risposta che molti, incluso Elbegdorj, sembrano dare a questa domanda è un riflesso condizionato dell’innegabile successo del paradigma mongolo sia sul piano domestico sia su quello internazionale. Ripetere gli errori di repubbliche dell’Asia centrale come il Tajikistan, il Kyrgyzstan e l’Uzbekistan, scivolate di nuovo in un contesto autoritario, sarebbe stato facile in un paese con poco più di 2 milioni e mezzo di abitanti e una storia recente di totale asservimento ai diktat di Mosca. A Ulan Bator sono ottimisti e c’è da giurare che lo siano anche gli investitori stranieri che ogni anno accrescono il già affollato distretto finanziario attorno a piazza Sükhbaatar (...) La sensazione è dunque quella dell’inizio di una nuova fase della storia della Mongolia, volta alla ricerca di un ruolo più importante sul piano internazionale che manca ormai da quasi 8 secoli. Non a caso, infatti, l’impero mongolo, pur facendo della violenza e della razzia la chiave del suo successo, nutriva un rispetto quasi sacro per la diplomazia. La scelta del prossimo presidente, dunque, rappresenta un’incognita soprattutto per ciò che riguarda il ruolo che Ulan Bator intende avere sul piano internazionale. Bat-Erdene (un lottatore molto popolare in patria) e Natsag Udval (attuale ministro della Sanità e accanita sostenitrice dell’ex presidente Enkhbayar, arrestato per corruzione) sapranno garantire autorevolezza in un momento così delicato? La nuova Mongolia nascerà al di fuori dei suoi confini e, per una volta, lontano da Pechino e Mosca. Almeno fino a quando la lasceranno fare". Nella cartina di Laura Canali, le invasioni mongole della storia.

 PRIMO PIANO
Magione incontra
il nuovo ambasciatore


26 giugno 2016

Da qualche giorno l'Italia ha un suo ambasciatore in Mongolia. Si tratta di Andrea De Felip che, ancor prima di partire per ricoprire l'importante incarico ad Ulaanbaatar, ha accettato di buon grado un'idea proposta da Magione. Intitolare una sala della sede diplomatica, in corso di allestimento, a Giovanni da Pian di Carpine: il celebre frate francescano che nel 1246, primo europeo e prima ancora di Marco Polo, raggiunse le lontane terre di Gengis Khaan, come ambasciatore di papa Innocenzo IV. L'ipotesi di stabilire uno stretto legame storico-culturale fra l'antico e il nuovo gesto diplomatico è nata  su suggerimento del Comitato per la valorizzazione della figura di Giovanni da Pian di Carpine che ha deciso di regalare ad Andrea De Felip, appena designato al Ministero degli esteri, una tela che riproduce lo storico incontro di 770 anni fa, raffigurato nel celebre affresco di Gerardo Dottori nella sala del Consiglio comunale di Magione. "Solo un mese fa", spiega Umberto Mannocchi, "siamo andati a Roma con una delegazione del Comitato, della quale facevano parte anche il vicepresidente della Pro Magione Luigi Bufoli e Giampietro Chiodini. Lo scopo ovviamente non era solo di donare copia dell'affresco, ma di complimentarsi con lui, a nome di tutta la comunità di Magione, e soprattutto di metterlo al corrente delle tante iniziative culturali condotte a termine o ancora in cantiere con la lontana Mongolia: tutte organizzate in stretto rapporto con il Comune di Magione, con l'Università  per stranieri di Perugia, con Adisu, con la Regione Umbria e tutte finalizzate a far conoscere il magionese più celebre. Nell'occasione, anche a nome dell'amministrazione comunale, l'ambasciatore è stato invitato a visitare Magione, l'antica Pian di Carpine. Sono stati anche consegnati all'ambasciatore, che ha molto gradito, un "frasario italiano-mongolo" di Soyombo, dono di Giancarlo Ventura e un libro fotografico "In Mongolia - Viaggio in un paese nella bufera della modernità", dono dell'autore Alvaro Masseini componente del nostro Comitato. (fonte Corriere dell’Umbria) Nella foto, alla Farnesina: da sinistra, Giampietro Chiodini, Umberto Mannocchi, Andre De Felip e Luigi Bufoli.

 PRIMO PIANO
Associm, intervista
al nuovo Ambasciatore


23 giugno 2016

Dopo aver ricoperto numerosi incarichi nella diplomazia bilaterale presso le Ambasciate di Israele e Singapore e presso gli uffici del Ministero degli Esteri, e in seguito all’istituzione dell’Ambasciata d’Italia a Ulaanbaatar nel dicembre 2015, S.E. Andrea De Felip (nella foto con l'Ambasciatore di Mongolia a Roma S.E. Shijeekhuu Odonbaatar, al centro, e col Presidente della Camera di Commercio Italo-Mongola Michele De Gasperis, a destra) è stato nominato nuovo Ambasciatore d’Italia a Ulaanbaatar. A seguito della cerimonia di presentazione della lettere credenziali al Presidente della Mongolia Tsakhiagiin Elbegdorj del 17 giugno, la Camera di Commercio Italo-Mongola ha intervistato il nuovo Ambasciatore.
Ambasciatore De Felip, sono passati 46 anni dall’avvio delle relazioni diplomatiche tra Italia e Mongolia, e mai come ora Italia e Mongolia hanno avuto rapporti diplomatici così stretti: la visita del Sindaco di Ulaanbaatar Bat-Uul a Roma e del Ministro degli Esteri Purevsuren a Expo, quella del Presidente del Senato Grasso in Mongolia e quella in Italia del Ministro della Difesa Tsolmon; e, soprattutto, l’annuncio dell’istituzione dell’Ambasciata italiana a Ulaanbaatar. Come valuta lo stato di salute dei rapporti italo-mongoli e la loro importanza nello scacchiere politico ed economico dell’Asia? In quali ambiti bisogna approfondire e rafforzare gli interessi comuni?
L’Italia ha sempre seguito con attenzione e con grande simpatia, sin da suoi primi passi, il cammino della giovane democrazia mongola. Un cammino non facile, in un contesto regionale complesso quale quello dell’Asia nord-orientale. La decisione di aprire l’Ambasciata a Ulaanbaatar testimonia proprio il nostro desiderio di imprimere nuovo slancio ai rapporti italo-mongoli che sono già molto positivi, come evidenziato dallo scambio di visite al più alto livello da lei stesso ricordato. Vi è certamente un potenziale notevole ancora inespresso che intendiamo realizzare al meglio delle nostre capacità.
Parliamo di impresa: oggi l’imprenditoria italiana guarda sempre più all’Oriente, a mercati ormai consolidati come quello cinese e a quelli emergenti come, appunto, la Mongolia. Cosa può dare oggi l’Italia alla Mongolia e cosa la Mongolia all’Italia? Considerate le peculiarità e le possibili sinergie tra i due paesi, quale futuro immagina per i rapporti commerciali e industriali fra Italia e Mongolia?
Il baricentro dell’economia mondiale si è spostato in Asia. E’ un fatto ineluttabile, con cui non soltanto noi istituzioni ma soprattutto la nostra imprenditoria, spesso giocando di anticipo sulle stesse istituzioni, ci stiamo confrontando, al fine di coglierne le sfide e le straordinarie opportunità. La Mongolia, da canto suo, sta perseguendo con determinazione un disegno di diversificazione della sua economia, che ancora oggi è in gran parte dipendente dal settore minerario. Vi sono, infatti, settori dell’economia del paese con un eccezionale potenziale, oltre a quello minerario, ancora da realizzare pienamente. E penso ad esempio al tessile-conciario, al settore agroalimentare, alle infrastrutture di trasporto, all’edilizia abitativa e all’energia pulita, per citare i principali. Sono settori che presentano un’occasione straordinaria per l’esportazione delle nostre eccellenze produttive e del nostro know-how. Gli amici mongoli conoscono e apprezzano la nostra tecnologia in questi settori, proprio nella prospettiva di salire nella catena del valore delle loro produzioni.
Il turismo e la cultura rappresentano altri settori in cui possono essere avviate collaborazioni importanti tra Italia e Mongolia, due realtà geograficamente distanti ma entrambe ricchissime di storia e analogie. Che ruolo giocherà per l’Ambasciata la cultura e la promozione culturale?
Un ruolo molto importante. Le nostre tradizioni culturali, la nostra lingua e le nostre città d’arte costituiscono la nostra risorsa naturale più importante, e la valorizzazione di questa risorsa straordinaria, che ci invidia tutto il mondo, va di pari passo con la promozione economico-commerciale in senso stretto, integrandola e completandola. Non a caso, all’interno del Ministero degli Esteri italiano le due attività promozionali – quella commerciale e quella culturale – cadono sotto il cappello della stessa direzione generale, ovvero la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese. E lei dice molto bene: le nostre due civiltà sono entrambe ricchissime di storia e di analogie. E anche di straordinari momenti di contatto e di dialogo: fu infatti un italiano, il francescano Giovanni da Pian del Carpine, il primo inviato diplomatico europeo a essere ammesso alla corte del Gran Khan dell’impero mongolo nel lontano 1246, al termine di uno straordinario viaggio fatto praticamente a piedi dall’Italia fino all’antica capitale della Mongolia. Il resoconto della sua missione è un documento di valore storico eccezionale, il più antico resoconto europeo su storia, usi e costumi dei mongoli. I mongoli amano la nostra cultura, amano la nostra lingua e la nostra musica – in particolare la tradizione operistica italiana, ed è su queste basi che intendo costruire un ricco dialogo nella promozione culturale reciproca.
Per finire: cosa si augura per il suo mandato? Ci sono dei temi in particolare su cui insisterà la sua attività?
La mia priorità sarà sicuramente concentrarmi sullo sviluppo delle relazioni economiche-commerciali. L’obiettivo della crescita del paese è per noi prioritario e passa, ovviamente, attraverso il fondamentale strumento del potenziamento delle nostre esportazioni. Nel perseguire ciò, conto di poter far leva su quelle complementarietà dei rispettivi sistemi produttivi industriali di cui parlavo prima, alla ricerca di quelle partnership che gli stessi mongoli chiamano spesso e con insistenza le partnership “win-win”, ovvero vantaggiose per entrambi i paesi per i motivi descritti poc’anzi. Ovviamente il dialogo politico tra Italia e Mongolia è di fondamentale importanza: la democrazia mongola condivide molti dei valori della nostra democrazia, in primis la salvaguardia dei diritti umani. Basti pensare ai progressi che hanno fatto nel percorso per l’abolizione della pena di morte, che ha permesso di recente alla Mongolia di accreditarsi a pieno titolo come paese abolizionista. Ma guardiamo con grande interesse anche al ruolo internazionale geopolitico di assoluto rispetto che la Mongolia si è costruita, e in particolar modo alla nuova capacità operativa delle sue forze di difesa, che le ha rese capaci di partecipare sempre più a operazioni di peace-keeping e di supporto alla pace internazionale, un altro settore con il quale ci interessa molto dialogare con gli amici mongoli.
 

 PRIMO PIANO
Nomads, tre documentari
in realtà virtuale


22 giugno 2016

Arrivano i primi documentari in realtà virtuale.Dopo i tentativi del New York Times con Cloud over Sidra e altri esempi di reportage giornalistici visibili a 360°, ora il documentario VR diventa seriale. È il caso di Nomads, che ci porta dentro le vite delle popolazioni itineranti del mondo. Realizzato da Félix Lajeunesse e Paul Raphaël, titolari dei Felix and Paul Studios, precedentemente noti per altri due lavori documentaristici comeInside the Box of Kurios (vincitore di un Emmy Award) e Inside Impact: East Africa, Nomads è stato appena lanciato e si può vedere con un'apposita app da scaricare. Lejeunesse e Raphaël hanno girato Mongolia, Kenya e i mari del Borneocon le loro videocamere per riprese a 360°, con l'obiettivo di catturare le popolazioni più sfuggenti del pianeta. Ne è uscita una serie in 3 documentari: Herders, Maasai e Sea Gypsies che raccontano appunto la vita di questi gruppi nomadi facendoci entrare nelle loro tende, nelle yurte e nelle barche. I lavori sono stati presentati all'ultimo Sundance Film Festival e ora sono disponibili per Samsung Gear VR; a breve si potranno anche vedere con il visore Oculus Rift, in risoluzione 6K. Nomads si muove tra i panorami della Rift Valley attraversati dai Maasai, la steppa mongola dove scorrazzano i clan Herders e l'oceano del sud est asiatico in cui navigano perennemente senza fissa dimora i Bajau,mostrandoci il loro punto di vista e cercando di trasmettere le loro sensazioni. La app contiene anche extra sulle modalità di lavoro dei reportage, che spiegano come un'operazione del genere spinga in avanti i confini dell'informazione e contribuisca a mostrare le potenzialità della realtà virtuale in chiave informativa.(fonte quotidiani.net)Entra in una gher mongola nella realtà virtuale.

 

 SPORT
Giochi di Rio, la Mongolia
si presenta con 37 atleti


21 giugno 2016

Anche la Mongolia prepara la spedizione per i Giochi Olimpici di Rio, in programma ad agosto. Sono 37 gli atleti che gareggeranno sotto la bandiera mongola, così ripartiti: 13 judo (7 uomini e 6 donne), 9 lotta (6 U, 3 D), 5 atletica leggera (3 maratona U, 2 D), 4 boxe U, 3 tiro a volo U, 1 tiro con l'arco U, 1 taekwondo U, 1 sollevamento pesi F. Nella sua storia olimpica la Mongolia ha conquistato 24 allori, di cui 2 medaglie d'oro (una nel judo e una nella boxe conquistate a Pechino 2008), 9 argenti e 13 bronzi. Nell'ultima Olimpiade, a Londra 2012, la Mongolia il bottino della Mongolia è stato di 2 argenti e 3 bronzi, sempre nelle specialità di judo, lotta e boxe. Nella foto, il judoka mongolo Naidangiin Tüvshinbayar, la prima storica medaglia d'oro della Mongolia, conquistata a Pechino.

 PRIMO PIANO
La Mongolia di Menci
in mostra ad Arezzo


17 giugno 2016

Lungo la Via della Seta, in otto a bordo di un pulmino per percorrere 16mila chilometri. Un viaggio che sarà raccontato nella mostra fotografica "The Goodfellas Travel Team", foto di Cristiano Menci fino al 19  giugno nei locali del palazzo Chianini Vincenzi in via Cesalpino ad Arezzo. La mostra propone gli scatti catturati dal fotografo del Goodfellas Travel Team Cristiano Menci durante il loro primo viaggio del 2013 che li ha portati dall'Italia alla Mongolia a bordo di un pulmino poi donato alla comunità locale. La mostra, organizzata in collaborazione con Hub Art-Exhibit Accelerator (l’Associazione Culturale di Hub Garden) resterà aperta fino al 19 giugno, tutti i giorni dalle 10 alle 20. Immagini evocative di paesi lontani vi porteranno a bordo del pulmino che ha percorso 16000 km lungo la leggendaria Via della Seta, passando dalle sontuose moschee iraniane ai deserti del Turkmenistan fino alle sconfinate steppe della Mongolia. Un tour fotografico alla scoperta di popoli e culture lontani dalla nostra quotidianità. A sinistra, una delle foto di Menci.

 PRIMO PIANO
Andrea De Felip nuovo
ambasciatore a Ulaanbaatar


16 giugno 2016

La Farnesina rende noto che, a seguito del gradimento del governo interessato, Andrea De Felip (terzo da sinistra nella foto) è stato nominato nuovo ambasciatore d'Italia a Ulaanbaatar, come recentemente deliberato dal Consiglio dei ministri. Lo riferisce una nota della Farnesina.De Felip è nato a Milano nel 1970; laureato in scienze politiche presso l’università di Torino, entra in carriera diplomatica nel 2000, iniziando il suo percorso professionale alla Farnesina presso la Direzione generale per i paesi Asia, Oceania, Pacifico e Antartide. Nel 2001 è assegnato alla Direzione generale Affari politici multilaterali e diritti umani. Nel 2004 è primo segretario all’ambasciata d’Italia in Israele e, nel 2008, assume servizio all’ambasciata d’Italia a Singapore come primo segretario commerciale. Di rientro a Roma nel 2013, è assegnato alla Direzione generale per la Mondializzazione e le questioni globali. (fonte Agenzia Nova)

 SPORT
Judo, le scelte a sorpresa
della Mongolia per Rio


15 giugno 2016

Ha destato grande sorpresa, tra gli appassionati di judo, la pubblicazione della lista degli atleti convocati dalla Mongolia per le Olimpiadi di Rio 2016. La squadra asiatica, infatti, disporrà di tredici judoka sulle quattordici categorie in programma, un numero superiore rispetto ai nove di Londra 2012, ma in diverse divisioni di peso erano qualificati diversi rappresentanti mongoli, fatto che ha costretto la federazione ad operare delle scelte. Una delle scelte più clamorose riguarda la categoria 60 kg, dove la Mongolia avrebbe qualificato ben quattro rappresentanti: il favorito sembrava essere Boldbaatar Ganbat, già campione mondiale e numero due del mondo, ma la federazione ha preferito optare per il giovane Tsogtbaatar Tsend-Ochir, 23° nel ranking mondiale ma vincitore della rassegna nazionale. Scelta controcorrente anche nella categoria 81 kg, dove Uuganbaatar Otgonbaatar (numero 18 del mondo) combatterà al posto di Dagvasuren Nyamsuren (numero 14). Al femminile la Mongolia potrà beneficiare di ben due teste di serie numero uno con Uranstetseg Munkhbat (48 kg, nella foto) e Sumiya Dorjsuren (57 kg). Tra le 52 kg, solo dieci punti separavano Tsolomon Adiyasambuu da Bundmaa Munkhbaatar, con la prima che è stata preferita. Nessuna sorpresa nelle altre categorie, con Naranjargal Tsend-Ayush (70 kg) che dovrà fare a meno della sorella Tserennadmid, che nella categoria 63 kg è stata esclusa a vantaggio di Munkhzaya Tsedevsuren. Ricordiamo che quattro anni fa, a Londra, i mongoli ottennero un argento con Tuvshinbayar Naidan (90 kg) ed un bronzo con Nyam-Ochir Sainjargal (73 kg). Il primo sarà presente anche a Rio, ma tra i 100 kg, mentre al secondo è stato preferito Odbayar Ganbaatar. Erano già presenti nella capitale inglese anche Tumurkhuleg Davaadorj (66 kg), che allora combatteva nella categoria inferiore, e Lkhamdegd Purevjargal (78 kg), oltre alle già citate Munkhbat, Dorjsuren e Tsedevsuren. (fonte oasport.it).
Ecco l'elenco dei convocati per la Mongolia:UOMINI: Tsend-Ochir Tsogbtaatar (60 kg), Tumurkhuleg Davaadorj (66 kg), Odbayar Ganbaatar (73 kg), Otgonbaatar Uuganbaatar (81 kg), Otgonbaatar Lkhagvasuren (90 kg), Tuvshinbayar Naidan (100 kg), Temuulen Battulga (+100 kg). DONNE: Urantsetseg Munkhbat (48 kg), Tsolomon Adiyasambuu (52 kg), Sumiya Dorjsuren (57 kg), Munkhzaya Tsedevsuren (63 kg), Naranjargal Tsend-Ayush (70 kg), Lkhamdegd Purevjargal (78 kg)

 PRIMO PIANO
Corriere: La Mongolia
sarà una star del turismo


10 giugno 2016

La Mongolia sarà una delle mete turistiche più gettonate del futuro (conviene quindi andarci prima che diventi un must!): lo rivela il Corriere della Sera del 10 giugno nella pagina dei Viaggi. Il giornalista Fabrizio Guglielmini analizza quelle che potranno essere le destinazioni preferite, tenendo conto della sicurezza, delle bellezze, dell'ambiente e di altri aspetti secondo le valutazioni dall'Organizzazione Mondiale del turismo, agenzia delle Nazioni Unite. "La Mongolia - si legge sul Corriere - (meta per pochi ancora alla fine degli anni '90) sarà una star del turismo in Asia orientale". Altri Paesi citati: Namibia, Cina, Montenegro, Zambia, Angola e Cina. Conclusione: è il momento giusto per partire per la straordinaria Mongolia. (foto di Federico Pistone)

 PRIMO PIANO
Nuova area protetta
per i leopardi delle nevi


9 giugno 2016

Oltre 8mila chilometri quadrati di habitat naturale che il Parlamento della Mongolia ha deciso di far diventare Parco Nazionale, rendendo i Monti Tost un corridoio tutelato tra le aree già protette del Gran Gobi e del Parco Nazionale di Gobi Gurvan Saikhan. Un vero e proprio salvavita per i 20 leopardi delle nevi censiti nella zona negli ultimi cinque anni, che da oggi dovranno avere a che fare solo con le attività agropastorali tradizionali: dopo 4 anni di battaglie, è stata vietata in quella zona l’estrazione mineraria, la costruzione e la caccia. L'annuncio arriva dal Parco Natura Viva di Bussolengo, durante la presentazione della giornata del 15 giugno, dedicata alla raccolta fondi per il Leopardo delle Nevi in collaborazione con il 4° Reggimento 'Ranger' Alpini Paracadutisti dell’Esercito Italiano, specializzato in operazioni d’alta quota. "E’ un successo di molti attori del mondo della conservazione internazionale ma che porta anche la firma dell’Italia, grazie al sostegno che da anni offriamo allo Snow Leopard Trust, la Fondazione che opera in Asia e che ha reso possibile tutto questo", spiega Caterina Spiezio, responsabile Ricerca e Conservazione del Parco Natura Viva di Bussolengo. "Il paesaggio che deriverà dalla continuità di questi ambienti naturali costituirà una delle più grandi zone tutelate al mondo per i leopardi delle nevi, che oggi resistono sugli altipiani dell’Asia centrale con 4.000 esemplari sull’orlo dell’estinzione. Ma il lavoro non è finito qui - continua - ora, secondo la legge mongola, dovrà insediarsi un gruppo di lavoro governativo che trovi una soluzione alternativa alle 12 licenze di esplorazione mineraria e ai 2 siti di estrazione attualmente attivi in quella zona". In cima alla lista delle minacce per i leopardi delle nevi c’è ancora ilbracconaggio, che alimenta il mercato degli animali da compagnia, della vendita della pelliccia e delle ossa, la cui polvere viene tuttora usata nella medicina tradizionale asiatica. Ancora. L’aumento degli allevamenti agropastorali diminuisce le prede disponibili e aumenta il conflitto con l’uomo, mentre le estrazioni minerarie distruggono l’ambiente, costringendo gli esemplari a cercare nuove aree. Proprio i leopardi delle nevi, insieme agli Alpini Paracadutisti 'Ranger' del 4° Reggimento dell’Esercito Italiano di stanza a Verona, saranno i protagonisti il prossimo 15 giugno dell'evento al Parco Natura Viva di Bussolengo 'Diventa una forza della natura!', un’intera giornata alla scoperta delle abilità innate degli animali e dell’uomo che deve emularli per cavarsela negli ambienti naturali più difficili. Due i momenti importanti: una mostra per scoprire le capacità di sopravvivenza degli animali e le strumentazioni speciali di cui deve dotarsi l’uomo; un orienteering per i ragazzi dai 6 ai 18 anni tra i sentieri del Parco, per mettere alla prova le proprie abilità. (fonte adnkronos)

 PRIMO PIANO
Kerry al Naadam:
Mongolia grande esempio


5 giugno 2016

«La Mongolia è un grande esempio». Parola di John Kerry, segretario di Stato degli Usa in visita nel Paese asiatico e ospite del ministro degli Esteri mongolo Lundeg Purevsuren in vista del festival del Naadam, la celebrazione nazionale più importante della Mongolia. «Avete la Cina da una parte e la Russia dall’altra che esercitano forti pressioni, e qui ci siete voi in questa oasi di democrazia che lottate per la vostra identità», ha detto Kerry, il quale ha sottolineato quanto l’amministrazione Obama abbia cercato di coltivare la Mongolia come partner strategico, situato tra due stati rivali degli Usa sempre più assertivi. Nella foto Afp, Kerry si cimenta nel tiro con l'arco con alcuni 

 SOLIDARIETA'
A fine luglio inaugurazione
del Salesio Center


30 maggio 2016

Procedono a ritmo spedito i lavori per il completamento del Salesio Center, costruito grazie all'impegno delle Figlie di Maria Ausiliatrice/Salesiane. La consegna dell'edificio e la relativa inaugurazione sono confermati per il 30 luglio di quest'anno. Il Salesio Center (nella foto, di Chiara Colombo) si trova a cinque minuti a piedi dalla scuola primaria e asilo attivi a Orbit, alla periferia di Ulaanbaatar, realizzati sempre dalle missionarie in Mongolia: sarà destinato alle opere assistenziali e per le giovani donne, ai corsi di scolarizzazione per adulti oltre che residenza per le suore.

 APPUNTAMENTI
Dal 9 giugno a Prato
foto e aiuti per la Mongolia


25 maggio 2016

"Mongolia, un popolo da scoprire" è il titolo della mostra fotografica di Sandra Zagolin che sarà inaugurata il 9 giugno alle 19 al Giardino Buonamici, sede della Provincia di Prato, organizzata con scopo benefico dal Console onorario della Mongolia Piero Bardazzi. L'antropologo spezzino David Bellatalla, che da anni vive e lavora a Ulaanbaatar, sta costruendo una struttura destinata ad accogliere i bambini orfani e poveri costretti a vivere nei tombini. Ad aiutarlo, la onlus italiana Need You e la Mongolian Red Cross. Per sostenerlo ha organizzato insieme alla giornalista Stella Spinelli e a Massimo Illiano una mostra fotografica di Sandra Zagolin, che ha trascorso un lungo periodo in Mongolia. L'evento si svolgerà dal 9 al 19 giugno, con il patrocinio del Comune di Prato. Nella foto, un'immagine della Mongolia scattata da Sandra Zagolin.

 SOLIDARIETA'
Da Bra e Fossano
per il Charity Rally


21 maggio 2016

Meccanici di Bra e Fossano al lavoro per il Mongolia Charity Rally. Primo tassello per la partecipazione dei ragazzi della meccanica auto del Cnosfap che saranno chiamati a personalizzare l’Opel Vivaro capitanato da Riccardo Garella. Toccherà agli allievi dei CFP di Bra, per la parte meccanica e di manutenzione veicoli, e di Fossano per la carrozzeria, la grafica e la pellicolatura, preparare al meglio il veicolo seguiti dai loro insegnanti. Le incognite che dovranno affrontare l’equipaggio sono non prevedibili: davanti a loro si apre un percorso di 14.000 km, attraverso dieci stati e due continenti. Ricordiamo che il Mongolia Charity Rally 2016 non è una vera e propria corsa: le squadre partecipanti si impegnano piuttosto ad acquistare ed allestire alcuni veicoli, per poi guidarli da Bruxelles a Ulaanbaatar attraversando tutta l'Asia Centrale. Una volta giunti nella capitale mongola i veicoli, tramite un’associazione benefica, verranno donati direttamente alle popolazioni locali, o utilizzati per portare a termine vari progetti umanitari. L’Opel Vivaro verrà allestita a Bra per poi trasferirsi a Fossano per la parte di carrozzeria. La partenza è fissata il 9 luglio da Bruxelles verso l’Anello d’Oro della Russia Imperiale, le grandi città carovaniere di Samarcanda e Buchara, e un angolo del Turkmenistan a buon diritto noto come la Porta dell’Inferno fino ad arrivare a Ulan Bator. “Si tratta di un viaggio affascinante quanto impegnativo - commenta Riccardo Garella - ispirato dalla volontà di mettersi in gioco in prima persona per una causa importante”. Per ulteriori informazioni sul progetto www.phigamma.org. Nella foto, gli allievi del CFP dei Salesiani di Bra prendono in consegna il mezzo che parteciperà al Mongolia Charity Rally 2016. (testo di Franco Bursede per cuneocronaca.it)

 PRIMO PIANO
Rai, via ad accordo
con televisione mongola


21 maggio 2016

"Il Direttore Generale della Rai Antonio Campo Dall'Orto (nella foto) e la direttrice generale della Mongolian National Public Radio and Television, Oyundai Tsagaan, hanno firmato un Protocollo di cooperazione fra i due organismi radiotelevisivi", come viene diffuso in una nota dalla Rai. Dalla tv pubblica di Stato spiegano in conclusione: "L'accordo attesta il reciproco interesse a sviluppare scambi di programmi, coproduzioni, iniziative di formazione e di promozione dei due Paesi. La firma, alla presenza dell'ambasciatore della Mongolia inItalia, Shijeekhuu Odonbaatar, segue la recente decisione del Governo italiano di aprire prossimamente ad Ulan Bator una sede di rappresentanza. La Rai intende con questa nuova partnership, che segue il recente accordo con China Radio International, rafforzare i propri legami con il continente asiatico".

 PRIMO PIANO
Grasso e Sereni in Mongolia:
"Rafforzare le relazioni"


22 aprile 2016

Visita ufficiale in Mongolia per il presidente del Senato Pietro Grasso (foto), accompagnato da Marina Sereni, vicepresidente della Camera. La visita ufficiale di Grasso avviene in occasione del "IX Meeting del partenariato parlamentare Asia-Europa", che si svolgerà a Ulan Bator. Il presidente Grasso ha incontrato il Presidente del Parlamento, Zandaakhuu Enkhbold, il Ministro degli esteri, L. Purevsuren, e assistera' dalla tribuna alla sessione plenaria del Parlamento. Successivamente è previsto il colloquio con il Presidente della Repubblica, Tsakhia Elbegdorj. Scopo della visita di Pietro Grasso e Marina Sereni è rafforzare le relazioni politiche, economiche e culturali tra governi e fare altrettanto con i parlamenti. Dal 1996 l'Asem (Asia-Europe Meeting) e il suo fronte parlamentare Asep (Asia-Europe Parliamentary Partnership) lavorano in questa direzione e, ad anni alterni, scambiano informazioni ed esperienze e si confrontano sulle sfide globali. "La nona edizione dell'incontro Asep si tiene in questi giorni in Mongolia mentre nel 2014 fu l'Italia, e in particolare la Camera dei deputati, ad ospitare questo importante appuntamento in coincidenza con il semestre di Presidenza italiana dell'UE" ricorda la vicepresidente Sereni. Ai tre pilastri principali - dialogo politico e della sicurezza, cooperazione economica e finanziaria, scambio culturale e sociale - quest'anno si è aggiunto il tema della "connettività e delle infrastrutture" per facilitare gli scambi e la mobilità di persone e cose. "Non è difficile capire come, in un momento segnato da guerre, flussi migratori massicci, terrorismo, il confronto in sede Asem tra 51 governi (più la Commissione Europea e il Segretariato Asean, Association of Southeast Asian Nations) e in sede ASEP di 52 parlamenti (quelli nazionali più il Parlamento europeo) dell'Europa e dell'Asia possa essere un'occasione particolarmente significativa per promuovere politiche di sicurezza, di pace, di collaborazione e crescita economica" ha concluso Marina Sereni. (fonte agi.it)

 PRIMO PIANO
Libertà di stampa: Mongolia
molto meglio dell'Italia


20 aprile 2016

La Mongolia si conferma migliore dell'Italia nella classifica sulla libertà di stampa secondo l'organizzazione Reporter senza frontiere che stila ogni anno una graduatoria tenendo conto di diverse variabili. Nel 2015 l'Italia perde altre 4 posizioni e precipita al 77° posto al mondo. La Mongolia è 60esima ed è il secondo migliore Paese asiatico, dietro solo Taiwan (51°), subito dietro la Serbia e davanti alle Mauritius. Al comando 4 stati europei: Finlandia, Olanda, Norvegia e Danimarca, quinta la Nuova Zelanda e sesta Cosat Rica. La Mongolia è piazzata meglio anche di Croazia (63), Corea del Sud (70), Giappone (72), Grecia (89), India (133), Turchia (151) e Cina, al 176° posto, quindi fra gli ultimissimi del pianeta. Nell'immagine, la mappa della libertà di stampa tracciata da Reporter senza frontiere.

 PRIMO PIANO
Giovanni: "Vado in Mongolia
per dimenticare il cancro"


20 aprile 2016

«Vado in moto in Mongolia per dare una speranza a tutti i “tumorati di Dio”». Possono sembrare parole irriverenti o quanto meno sfrontate, ma pronunciate da un malato di cancro che si è tatuato la data di scadenza sulla mano possono aprire un’interessante riflessione. Giovanni Parolo (foto), 57 anni di Besnate in provincia di Varese, è un appassionato di viaggi, che dopo una vita trascorsa tra sacrifici e lavoro, nel dicembre 2013 ha iniziato un lungo e pesante calvario. I medici gli diagnosticano un tumore in stato avanzato ad un testicolo: «Da lì è cominciato uncalvario fatto di visite, chemioterapie, degenze in ospedale, errori medici, la rimozione del testicolo aggredito dal tumore – spiega Parolo –. Una vocina dentro mi diceva di lasciar perdere, di vivere la mia vita senza intorno dottori e medicine». Giovanni non è credente e lontano dalla religione cattolica. Ma decide, sollecitato dalla moglie, di tentare un’esperienza nuova, diversa. Concordano un viaggio a Santiago de Compostela. «Bè, quando sono tornato, stavo bene. Ero felice, rinato (...)». Nel 2015, il 1 marzo, Parolo ha fatto un’altra visita da un medico a Roma: «Mi ha dato 6 mesi di vita, così mi sono tatuato la data di scadenza sulla mano: 1 settembre 2015». Ma Giovanni è ancora qui. «Ora sto bene, vivo la mia vita, sono sereno». E vuole offrire una speranza a chi soffre come lui, a chi vive la sua stessa situazione, a quelli che definisce i «tumorati di Dio», dicendo loro che il cancro «non si combatte solo con la chemioterapia, forse è una cosa spirituale». La voglia di lottare serenamente, restando in pace con se stesso, lo ha portato ad una nuova sfida intrisa di «speranza». «Vado in Mongolia in moto, con la Yamaha 300 – ha detto a Varese News – con i sistemi che ci sono oggi, telefonini e tecnologia varia non è un viaggio troppo temerario. Volevo partire da solo, ma forse viene con me il mio amico Florio. Non ho detto nulla ai miei (è sposato e ha tre figli, il più piccolo quasi diciottenne, ndr) – spiega – credo che lo sappiano, ma fanno finta di non saperlo. Lo faccio perchè ho voglia di sentirmi me stesso, di riscoprire la solitudine, lontano dallo stress, dalle corse, dalla vita frenetica». In Mongolia, dice Giovanni, «ci sono spazi immensi, tempi dilatati, si vedono le stelle in cielo. Partiremo a inizio giugno e passeremo attraverso la Russia, vedremo posti magnifici (il lago Bajkal su tutti), senza fretta, incontrando persone. Abbiamo programmato di metterci due mesi e mezzo per andare e tornare: da Besnate a Ulan Bator ci sono circa 10 mila chilometri. Mi porto dietro 1000 euro: voglio farcela con quelli, senza spendere di più, facendo una vita col minimo indispensabile. Mi porto dietro qualche ferro per riparare la moto, un fornelletto, la tenda, un po’ di attrezzature. Per me e per tutti i “tumorati di Dio”». (fonte Varese nes e Aleteia.org)

 SPORT
Ratto, primo calciatore
italiano in Mongolia


13 aprile 2016

Si scaldano i motori dell’edizione 2016 della Khurkhree National Premier League, il campionato mongolo, che seguiremo come ormai avviene da cinque anni (qui le edizioni precedenti 2011, 2012,2013, 2014, 2015). Ma oltre alla curiosità che ci porta a sondare mondi calcistici così lontani, quest’anno avremo un motivo di interesse in più, visto che è stato ufficializzato il passaggio del portiere italiano Giacomo Ratto (nella foto) alla neofondata squadra dell’Ulaanbaatar City FC. Per la prima volta un calciatore italiano calcherà i campi del campionato del paese est-asiatico. L’Ulaanbaatar City FC, fondato nel 2015 e al suo primo campionato (è una delle tre squadre esordienti oltre al Confinental e al Bayngol squadra fondata dal mitico Paul Watson, già protagonista in Micronesia), sarà la vera e propria mina vangate di questa Premier League: l’allenatore olandese Pieter De Jongh infatti potrà contare oltre che su Ratto anche su altri quattro stranieri di grande interesse come i russi Artyom Drobyšev (ex FC Čita), Ilyan Kungurov (ex FC Baikal Irkutsk) e Mikhail Gandilyan e il marocchino Ghassane El Barhami (con esperienze passate in Francia, Germania, Cina, Maldive e Sri Lanka). Per l’occasione abbiamo intervistato in esclusiva proprio il nostro portabandiera, in questa sua avventura da pioniere del pallone, già alla sesta esperienza all’estero, dopo Svizzera, Malta, Panama, Nicaragua e Fiji. Giacomo Ratto, 29 anni, varesino, nella sua carriera vanta le giovanili del Varese e successivamente il passaggio al Gavirate. Nel 2010 varca il confine italosvizzero per firmare con l’AS Castello e successivamente con il Mendriso. Dal Canton Ticino il salto nel buio lo porta all’SK Victoria, campionato maltese, e poi ancora più lontano con, in sequenza, Tauro FC (Panama), UNAM Managua (Nicaragua) e Suva FC (Fiji), tre continenti. Ora arriva il quarto, con l’Asia e la Mongolia.
Cosa ti ha spinto a questa particolare carriera da giramondo?
Quello che mi ha spinto a guardare oltre ai confini del nostro paese è la voglia di emergere, di prendere in mano la mía vita, e fare della mía passione il mío lavoro. Tutto sta nel saper “guardare oltre” molto spesso pensiamo che il calcio sia solo Europa, ma esistono altri quattro continenti con campionati professionistici dove poter lavorare.
Ora hai scelto la Mongolia. È vero che ci fu già un contatto qualche anno fa?
Si è vero. Dicembre 2014, un agente di Singapore mi mandò un offerta del Khoromkhon per giocare l’AFC Cup. Parlai con il club nicaraguense e rescissi il contratto, rifiutai un’ offerta dal Costa Rica, dal Municipal Liberia accettai la proposta del Khoromkhon. Era un’occasione unica, il mio contratto era esclusivo per l’AFC Cup, era l’opportunità che aspettavo da una vita, giocare una competizione internazionale, l’equivalente della nostra Europa League. Purtroppo 2 giorni prima della partenza per tornare in Italia, l’agente mi comunicò che il Khoromkhon sarebbe stato escluso dall’AFC Cup 2015 e sarebbe entrato nel nuovo format del 2016. Mi trovai senza squadra, e senza tempo per sentire di recuperare in Costa Rica o Nicaragua, poiché stavo tornando in Italia.
L’Ulaanbaatar City FC è una squadra di nuova formazione, cosa ti aspetti da questa prima stagione di Niislel League?
Io ho firmato con L’Ulaanbaatar City FC, con un obiettivo chiaro. Vincere il titolo, quindi ciò che mi aspetto è di finire il campionato a ottobre alzando il titolo.
Hai già conosciuto allenatore e compagni? Conosci già qualcosa del calcio mongolo?
No i compagni non li conosco, so che ci sono tre russi e un marocchino e potrebbero arrivare nuovi stranieri. Si l’allenatore lo conosco, diciamo che è colui che ha fatto si che io firmassi in Mongolia. Pieter De Jongh lo contattai quando era allenatore Del Cape Town FC, gli mandai Curriculum e vídeo siccome ero interessato a giocare in Sud Africa, e dopo aver controllato mi disse che era interessato a me e mi avrebbe contattato. Nel frattempo firmò con l’Ulaanbaatar City, quindi mi propose questa nuova meta. Del calcio Mongolo conosco poco, sarà una scoperta continua, giorno per giorno.

Articolo e intervista di Marco Bagozzi per www.opinione-pubblica.com. Leggi l'articolo completo.
Bagozzi è autore del libro "Vincere con Gengis Khan", recensito da mongolia.it nella sezione Libri

 PRIMO PIANO
La Mongolia lancia
bond high yeld


11 aprile 2016

La Mongolia torna sul mercato dei bond con una emissione high yield da 500 milioni di dollari (Usd). Fra i paesi emergenti del continente asiatico, le obbligazioni della Mongolia sono al momento quelle più redditizie (e rischiose). Lo si evince principalmente dal risultato del collocamento, via sindacato, del titolo di stato a cinque anni che, per essere sottoscritto dagli investitori istituzionali, ha dovuto offrire un alto rendimento, vicino al 11%, con rapporto di copertura abbastanza basso (780 milioni). Il bond della Mongolia è stato infatti collocato al prezzo di 99,99 con una cedola pari al 10,875% (codice ISIN US60937GAD88). L’obbligazione, il cui collocamento è stato curato da Credit Suisse, Deutsche Bank, ING Wholesale Banking London, JP Morgan, è quotata sulla borsa del Lussemburgo e negoziabile per importi minimi di 200.000 USD. Il rendimento del bond Mongolia 2021 riflette, al momento, le condizioni critiche delle finanze dello stato mongolo, travolto dalla crisi mineraria su cui si basa principalmente l’economia del paese. Solo due anni fa, la Mongolia riuscì a collocare alla pari bond per 500 milioni di dollari con cedola più dimezzata rispetto a oggi, ma il governo non era a corto di liquidità e l’export andava a gonfie vele. Anche il rating della Mongolia, B2 per Moody’s e B per Standard & Poor’s e Fitch, è peggiorato rispetto al 2013. (fonte investireoggi.it)

 PRIMO PIANO
Trovata nell'Altai mummia
con "scarpe da ginnastica"


11 aprile 2016

Una scoperta straordinaria e nello stesso tempo curiosa. Nei monti Altai della Mongolia è stata rinvenuta una mummia risalente a 1.500 anni fa: si tratta di una donna che, ai piedi, indossa delle calzature (vedi foto) somiglianti a delle moderne scarpe da ginnastica. Ovviamente si tratta solo di un "effetto ottico", con la tomaia e i lacci di cuoio perfettamente conservati che ricordano questo tipo di calzatura. Il ricercatore mongolo B. Sukhbaatar del museo di Khovd ha dichiarato: "Questa mummia secondo noi appartiene a una donna perché non abbiamo trovato armi o frecce nella tomba. Ora il reperto sarà sottoposto a perizie meticolose per avere tutte le informazioni. Accanto allo scheletro mummificato sono stati trovati un cavallo, probabilmente sacrificato, una sella, delle briglia, una tazza di legno, degli attrezzi di ferro, un cuscino, una testa di pecora, una borsa e tessuti vari, compresi quattro cappotti di pelliccia". Il clima particolare dell'Altai, freddo e secco, ha consentito l'eccezionale conservazione della tomba.

 PRIMO PIANO
A Ulaanbaatar il Naadam
si celebra l'11 luglio


6 aprile 2016

In vista dell'Asem, il summit tra i leader dei Paesi europei e asiatici che si terrà a luglio a Ulaanbaatar, sono state riviste di nuovo le date per le celebrazioni del Naadam. Nella capitale la festa è confernata dall'11 al 13 luglio, come da tradizione, mentre a Karakorum il Naadam è spostato al 22 luglio. Nelle altre località rurali le date verranno comunicate nei prossimi giorni. Nella foto, una rara immagine di lottatori del Naadam scattata nel 1958 da Cartier Bresson.

 PRIMO PIANO
L'ambasciatore Odonbaatar
nella «bellissima Genova»


1 aprile 2016

Il Plenipotenziario e ambasciatore della Mongolia per l’Italia Shijeekhuu Odonbaatar, accompagnato dal primo segretario dell’ambasciata mongola a Roma Davaadash Sambuu, è in visita ufficiale nella “bellissima Genova”. I diplomatici hanno incontrato a De Ferrari il governatore ligure Giovanni Toti e a Tursi il vice sindaco Mario Bernini, con  l’assessore comunale allo Sviluppo economico Michele Piazza. Poi sono stati invitati a cena dai responsabili del Teatro Carlo Felice. Il viaggio proseguirà a Roma. Nel corso dei cordiali incontri, sono state ricordate le antiche radici delle relazioni tra la Mongolia e l’Italia, in particolare con Genova, risalenti già all’epoca medioevale. Oggi il rapporto tra i due paesi è particolarmente saldo, testimoniato dall’ormai prossima apertura di un’ambasciata italiana e dalle visite che il presidente del Senato Pietro Grasso e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni si apprestano a compiere nei prossimi mesi nel paese asiatico. L’ambasciatore Odonbaatar ha evidenziato la forte crescita economica della Mongolia negli ultimi anni, dovuta principalmente alle industrie estrattive: “La volontà è quella di convertire l’economia verso settori più moderni e per questo l’intensa attività diplomatica vorrebbe aprire la strada a nuove collaborazioni. Inoltre, per l’economia mongola è importante aprirsi a nuove tecnologie ad alto valore aggiunto, che possano consentire un utilizzo più razionale e rispettoso dell’ambiente”. Le visite a Tursi e a De Ferrari, sono state anche occasioni per rivolgere un invito agli imprenditori genovesi a visitare la Mongolia, conoscere gli operatori economici locali e le possibilità che questo paese, situato in una posizione strategica tra alcuni tra i maggiori mercati mondiali (Russia, Cina e Giappone), può offrire per join-venture e partnership. Genova ha già avviato una collaborazione con la Mongolia grazie al Teatro Carlo Felice, che a gennaio ha ospitato la Compagnia Accademica di Danza Nazionale di Mongolia in uno spettacolo dedicato a Gengis Khan. L’ambasciatore ha auspicato che il rapporto tra le due realtà continui a dare frutti, e sta lavorando affinché musicisti mongoli possano venire a formarsi ed esibirsi presso il teatro genovese.  (fonte ligurianotizie, testo di Fabrizio Graffione). Nella foto, Odonbaatar, secondo da destra, sulla Terrazza Colombo.

 PRIMO PIANO
Minatori in piazza: «Basta
svendere la nostra terra»


31 marzo 2016

Oltre 2mila minatori si sono riuniti ieri nella grande piazza della Libertà di Ulaan Baatar per chiedere le dimissioni del Parlamento e del governo mongolo. I dimostranti chiedono conto di un accordo da 5,4 miliardi di dollari con una compagnia anglo-australiana, che si è accaparrata i diritti di estrazione mineraria nella zona di Oyu Tolgoi. Si tratta dell’ennesimo contratto firmato dal governo con ditte straniere, e i minatori in piazza temono che la ricchezza del Paese sia “svenduta a prezzi da saldo”. I dimostranti sono guidati dall’ex lottatore e deputato dell’opposizione Battulga Khaltmaa. Ai giornalisti presenti, l’uomo ha detto: “Il nostro benessere è impacchettato e inviato fuori dal Paese. Dove va il denaro ricavato da queste vendite?”. Il politico ha riunito i piccoli partiti non allineati al governo e alcune organizzazioni della società civile in un gruppo chiamato “Ethical Mongol”, che si propone di “ristabilire l’equità economica” della nazione. Dopo decenni di economia stagnante, basata più che altro sulla pastorizia e incentrata sulla sussistenza, il Paese ha deciso di sfruttare le riserve e le ricchezze del sottosuolo: carbone e terre rare sono divenuti merce di scambio pregiata. Il 94% dell’intero Prodotto interno lordo viene dallo sfruttamento del sottosuolo, ma il rischio è che il mercato venga appaltato agli stranieri. Al momento, secondo Xinhua, il 90% delle esportazioni mongole finisce sul mercato cinese; inoltre, il 49% delle aziende operanti sul territorio nazionale è di proprietà cinese. Ecco perché, nonostante le rassicurazioni di Xi Jinping, una parte della popolazione inizia a temere l'egemonia politica e la penetrazione del Dragone. I dimostranti chiedono la revoca del mandato parlamentare e un rimpasto di governo. Le prossime elezioni politiche sono previste per giugno 2016, ma secondo il deputato democratico Erdenechimeg Luvsan “l’esecutivo sta già lavorando per far rieleggere quei parlamentari che hanno interessi nel campo minerario, in modo da garantire lo status quo”. (fonte Asianews)

 PRIMO PIANO
Festival dei cammelli,
spettacolo nel Gobi


30 marzo 2016

Ogni anno, nel mese di marzo, nel deserto del Gobi, in Mongolia, si svolge il "Temeenii Bayar", il Festival dei cammelli che porta a Dalanzadgad, nella provincia di Umnugovi, una folla di appassionati da tutto il Paese. Una parata di due giorni di coloratissimi abiti tradizionali e cammelli, cavalcati dai rispettivi proprietari iscritti all'evento più atteso della rassegna: la corsa lunga 15 chilometri attraverso il deserto, a cui hanno partecipato quest'anno oltre un migliaio di persone. (fonte unionesarda.it)

 CONTRIBUTI
La Buona Pasqua
dalle missionarie


27 marzo 2016

Suor Adriana Bricchi, delle Figlie di Maria Ausiliatrice missionarie in Mongolia, scrive a Alberto Colombo, collaboratore di mongolia.it che ha contribuito alla realizzazione di progetti umanitari importanti, come la costruzione di una scuola a Orbit, nella periferia di Ulaanbaatar.


Stimato Dottore, è una gioia il vedere che il clero aumenta in Mongolia. Dalla foto di tutto il gruppo dei sacerdoti, guardando quella di centro, a sinistra del Vescovo, sta il diacono Giuseppe che sarà ordinato nel prossimo mese di agosto. Si tratta del primo sacerdote mongolo della storia. Se potrò stare in Mongolia fino a quella data sarà per me una gioia...
Fra poche ore qui inizia la liturgia pasquale: quante persone mi stanno in cuore! Quanti desideri! Quante necessità... Lui è onnipotente: mi ascolti. Buona Pasqua
Sr. Adriana Fma

 EDICOLA
Sole 24 Ore: la Mongolia
apre al made in Italy


24 marzo 2016

Il Sole 24 Ore dedica un ampio servizio alla Mongolia, al suo inedito sviluppo economico e in particolare alla sua apertura al "made in Italy". L'articolo, di Rita Fatiguso, è corredato da grafici molto significativi sui trand mongoli, in particolare nel settore minerario, edile, delle infrastrutture e agroalimentare. Ecco un estratto del testo: "Questo è l’anno della verità per la Mongolia, una democrazia in evoluzione, stretta tra Cina e Russia, costretta a mettere in crisi il principio di neutralità permanente davanti alla necessità di attirare investimenti nel Paese. Il Governo di coalizione del dicembre 2014 è arrivato al capolinea nel luglio 2015, nel mese di giugno si terranno nuove elezioni, a ridosso del vertice Asem, la piattaforma di dialogo tra Europa e Asia in calendario a metà luglio a Ulanbataar, e con la disputa sulla strategica miniera di carbone Tavan Tolgoi ancora irrisolta. Finora già un centinaio di Paesi ha investito in Mongolia - si va dall’anglo-australiana Rio Tinto (miniere), ai costruttori giapponesi, ai gruppi tecnologici sud coreani, fino, nella moda, a Louis Vuitton (gruppo LVMH), primo marchio di lusso ad aprire un negozio ad Ulaanbatar. La Cina è la destinazione principale dell’export mongolo, la Russia il principale fornitore energetico, Cina e Russia totalizzano il 26% e 22% delle esportazioni. Ma il Governo mongolo è a caccia di nuovi arrivi, nel 2014 gli investimenti stranieri sono scesi a 850 milioni di dollari rispetto ai 4,4 miliardi del 2012. La crescita del 2015, secondo la Banca Mondiale, pari al 2,3%, è stata in calo rispetto al 7,8% dell’anno precedente. Il settore minerario la cui produzione è cresciuta del 30,3% a fine 2015 trainava la crescita economica, pari all’80% dell’export e al 22% delle entrate fiscali del Paese, nonostante l’altalena delle materie prime. La Mongolia ha registrato comunque un saldo attivo della bilancia commerciale di 18 milioni di dollari a fine 2015. Le esportazioni sono state nell’ultimo anno di pari a 426,60 milioni di euro, principalmente prodotti minerari e di origine animale e tessili (cashemire). Le importazioni, pari a 298,20 milioni, prodotti minerari, macchinari, apparecchi elettrici, veicoli e alimentari. L’Italia è quinta tra i Paesi destinatari dell’export della Mongolia, con una quota di mercato dell’1,3%; come fornitore si attesta invece al 12° posto, con una quota di mercato dello 0,6% a maggio 2015. La meccanica strumentale è la voce principale dell'export italiano nel Paese, seguita dalla moda e dai prodotti metallurgici. Le importazioni, pari a 25 milioni (+ 25%), in gran parte sono costituite da prodotti agricoli. Gli investimenti diretti italiani in Mongolia erano pari a 10 milioni a fine 2013. Tra le aziende più attive Barreca & La Varra, Ferretti International, Termigas, Brunello Cucinelli e Ermenegildo Zegna. Zegna è stato il primo marchio italiano ad aprire un negozio nella capitale mongola seguito da Armani, Terranova, Loro Piana si rifornisce di cashemire in Mongolia e qui ha un impianto per le prime lavorazioni della preziosa fibra, ci sono Damiani e Coccinelle. Selex ES (Finmeccanica), ha attivato progetti di cooperazione per la fornitura di infrastrutture e la creazione di smartcities oltre al settore sia civile che militare.
 

 PRIMO PIANO
Ambasciata d'Italia,
Sequi presenta le credenziali


23 marzo 2016

Con una cerimonia a Ulaanbaatar apertasi nella storica piazza Gengis Khan con l’accoglienza della guardia d’onore, proseguita poi nel Palazzo di Stato, l’Ambasciatore Ettore Sequi (nella foto) ha presentato al Presidente mongolo Tsakhiagiin Elbegdorj le Lettere credenziali che lo accreditano come Ambasciatore della Repubblica italiana in Mongolia. A seguito della presentazione delle credenziali – si legge in una nota - l’ambasciatore Sequi ha avuto un colloquio molto cordiale con il presidente Elbegdorj, al quale ha trasmesso i saluti del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. L’ambasciatore Sequi e il presidente mongolo hanno poi discusso della decisione del governo italiano di istituire una Rappresentanza diplomatica nel Paese, a conferma del reciproco interesse a sviluppare ulteriormente i rapporti tra Italia e Mongolia, in tutti i settori. “Nel colloquio, particolarmente amichevole, con il presidente mongolo - ha dichiarato Sequi a seguito della cerimonia - ho sottolineato la forte determinazione del governo italiano, e della Farnesina in particolare, affinché la nuova Ambasciata possa essere presto inaugurata. Ho evidenziato in particolare il personale impegno del ministro Gentiloni, che con visione ha colto le opportunità offerte da un Paese in crescita come la Mongolia, in settori come le infrastrutture, le tecnologie verdi, la sicurezza alimentare, il tessile-conciario, il settore estrattivo e in generale la fornitura di macchinari. Il presidente mongolo ha avuto quindi parole di grandissimo apprezzamento per la decisione italiana ed ha espresso sincera gratitudine per l’impegno personale del ministro Gentiloni che ha saputo cogliere i grandi vantaggi che si possono aprire alle relazioni economiche e commerciali tra Italia e Mongolia. Elbegdorj ha tenuto a sottolineare la straordinaria reputazione di cui l’Italia gode nel Paese e tra la popolazione mongola e ha auspicato l'incremento dei flussi turistici nelle due direzioni e il rafforzamento delle relazioni economiche e culturali”. L’ambasciatore Sequi ha infine discusso con il presidente mongolo delle imminenti visite istituzionali nel Paese, in occasione dapprima dell’Assemblea parlamentare Asep (Ulaanbaatar, 21-23 aprile 2016) - a cui parteciperanno da parte italiana il presidente del Senato Pietro Grasso e la vice presidente della Camera Marina Sereni - e del Vertice Asem di luglio, per cui il presidente mongolo ha detto di auspicare la partecipazione del presidente del Consiglio Matteo Renzi. (fonte 9colonne)

 PRIMO PIANO
Il gelo dell'inverno
ha decimato il bestiame


18 marzo 2016

Centinaia di migliaia di capi d’allevamento sono morti in Mongolia a causa della mancanza di pascoli, secondo quanto rende noto la Croce Rossa. Il Paese quest’anno è stato colpito dallo zud, un fenomeno climatico in cui si susseguono prima un’ondata di freddo estremo invernale e poi caldo estremo estivo. Di conseguenza, capre, pecore e mucche non possono nutrirsi a sufficienza per sopportare i rigori dell’inverno, quando le temperature scendono al di sotto di -50°C. Oltre 350mila capi sarebbero già morti: un disastro, in un Paese dove un terzo degli abitanti vive di allevamento. (fonte meteoweb.eu)

 PRIMO PIANO
Meeting Asia-Europa a luglio,
come snaturare una capitale


17 marzo 2016

Si chiama Asia-Europe Meeting, per gli amici Asem. È un incontro istituzionale che si svolge ogni biennio fra i Capi di Stato e i Governi di 53 Paesi dei due continenti per parlare di strategie comuni a tutto tondo. Nel 2014 l'ha ospitato Milano, quest'anno tocca a Ulaanbaatar. Così la Mongolia sarà per due giorni, il 15 e 16 luglio, al centro dell'attenzione mondiale. Tutto bene. Anzi no. Per organizzare questo evento, il Paese rischia di essere snaturato e i Mongoli di pagare un prezzo carissimo, senza contare le conseguenze per i visitatori stranieri. Ecco, in sintesi, l'elenco delle conseguenze di questa organizzazione: 1) la capitale sembra un grande cantiere, si costruiscono case nuove e signorili per ospitare i prestigiosi rappresentanti e altri edifici "di facciata", in un momento di gravissima crisi economica; 2) il Governo ha promulgato alcune leggi che, se da una parte sono dettate dal buon senso (divieto di sputare e di soffiarsi il naso per strada) dall'altra assomigliano più a un'imposizione "per fare bella figura"; 3) il Premier mongolo ha addirittura rivolto l'invito, che suona più come un obbligo, agli abitanti di Ulaanbaatar di lasciare la capitale durante la due giorni dell'Asem! Questo toglierebbe dalle strade il traffico che ora è caotico e darebbe un'immagine più "pulita" ma anche più falsa di Ub. Questa comunicazione non è piaciuta ai cittadini e anche personaggi della cultura locale si sono risentiti di questa richiesta, rispondendo ironicamente: "Stanno invitando i Mongoli a lasciare la Mongolia!". 4) Per motivi di sicurezza legati all'organizzazione dell'Asem nel 2016 è stato reintrodotto l'obbligo del visto sui passaporti, che era stato tolto solo due anni prima. Un'altra conseguenza nefasta per il turismo.  5) Con una decisione sconcertante e grottesca, il Naadam (la più importante celebrazione della cultura mongola per celebrare le gesta di Gengis Khan, che da secoli si svolge dall'11 al 13 luglio) viene spostata d'autorità al 15 luglio, per permettere agli "illustri" ospiti di poterla seguire in prima fila. Un vero scempio alle tradizioni, in nome di una finta immagine che nessuno, tanto meno gli stessi ospiti, vogliono vedere e conoscere. La Mongolia è la Mongolia ed è meravigliosa per questo. E non solo a Ulaanbaatar. (nella foto di Svetlana Kazina, una modella con abiti tradizionali sfila per Ulaanbaatar by night)

 CULTURA
Concerto di Ayana e Ignacio
il 1° aprile a Burgos


15 marzo 2016

Ayana Sambuu, mezzosoprano e collaboratrice culturale di mongolia.it, sarà l’ospite speciale del concerto di beneficenza dedicato alla Giornata mondiale sulla coscienza per l'Autismo che si svolgerà il 1° aprile alle 20  in Spagna e precisamente all'Auditorium Caja Circulo di Burgos, città famosa soprattutto per la sua cattedrale gotica, patrmonio Unesco. Ayana è stata invitata personalmente dal tenore spagnolo Ignacio Prieto, che ha debuttato in Italia con l’International OperaStudio di Roma (www.iosrome.com) al Gran Galà di Palazzo Chigi a Formello (Roma) l’estate scorsa. Il cantante spagnolo presenterà anche il programma del  suo secondo cd “L’Italia nel Cuore”, raccolta delle piu belle arie italiane tra cui, con il permesso speciale dell’Associazione Culturale Viviamol’Arte, il famoso duetto dalla "Cenerentola” di Rossini, “Sprezzo quei don”, interpretato dai due cantanti e registrato dal vivo durante il concerto-evento Red Carpet a Formello. L’evento  sarà presentato dalla fondazione Cajacirculo e dall'associazione ASIRE Education in collaborazione con Radio Arlazòn e Diario de Burgos. Come dice il Presidente dell'ASIRE Education Sonia Rodriguez Cano, promotrice di questo projetto concertistico, ”è davvero bellissimo collaborare con questi artisti straordinari dalle voci meravigliosie e di raffinata eleganza". Il concerto sarà accompagnato dalla bravissima pianista spagnola Marta Vela. Nella foto, la locandina del concerto.

 PRIMO PIANO
Il reportage di Leahovcenco
tra i cacciatori con le aquile


14 marzo 2016

Il fotografo attivo a Los Angeles Sasha Leahovcenco e il suo amico e produttore Cale Glendening sono partiti per un viaggio in Mongolia per scoprire l’antichissima tradizione della caccia con l’aquila nella Mongolia occidentale. I due sono rimasti una settimana al fianco di un gruppo di addestratori di aquile dei Monti Altai capeggiati da Konki, un ex pastore che dopo la morte di suo padre, due anni fa, ha deciso di diventare cacciatore come lui per proseguire una tradizione che in questa zona si tramanda di padre in figlio. Ogni giorno la sveglia era alle sei del mattino nel paesaggio straordinario delle montagne mongole vicine al villaggio di Deluun, e dopo una colazione con Konki e suo cugino Onei, altri due cacciatori con le loro rispettive aquile arrivavano a cavallo dalle altre parti della montagna per unirsi alla caccia. Leahovcenco ha utilizzato una macchina fotografica Canon 5D Mark III, con un unico obiettivo, il Canon 24-70mm II, e un flash AlienBees B800. Le immagini che ha scattato mostrano tutta la bellezza di uno spettacolare paesaggio incontaminato e di uomini in profonda simbiosi con la natura, depositari di una tradizione che senza di loro potrebbe scomparire nel mondo contemporaneo. (fonte The Post Internazionale) Il servizio e le immagini

 CONTRIBUTI
Mongolia Charity Rally,
avventura e solidarietà


11 marzo 2016

Buongiorno, mi chiamo Riccardo, ho 28 anni, e con alcuni amici ci siamo iscritti all'edizione 2016 del Mongolia Charity Rally. Il Charity Rally è una spedizione verso la Mongolia fatta per unire la beneficenza e lo spirito di avventura. Il nostro progetto è quello di comprare due macchine, partire il 9 luglio da Bruxelles, e attraversare i quasi 14mila km che ci dividono da Ulan Bator. Una volta arrivati sul posto, i veicoli (un pick up e un mezzo per il trasporto di persone disabili) saranno donati a GoHelp, l'associazione organizzatrice del rally, per essere distribuiti sul territorio o utilizzati per progetti benefici. In più, abbiamo deciso di donare tutti i soldi aggiuntivi che raccoglieremo ad un'associazione che si occupa di persone con disabilità medio-gravi. Abbiamo un sito, www.phigamma.org, una pagina facebook, e un crowdfunding appena aperto. Da soli copriremo tutte le spese di viaggio, e ci stiamo sforzando di trovare gli sponsor per le macchine: un po' di visibilità e di sponsor in più potrebbero rendere questo progetto ancora più bello. Ci chiedevamo se vi farebbe piacere accompagnarci e sostenerci attraverso il vostro bellissimo sito: qualche contatto, ma anche solo una vostra menzione o articolo avrebbero davvero il potere di rendere la nostra piccola sfida un momento bello ed importante. Vi ringrazio moltissimo per l'attenzione. Spero di avere vostre notizie! Un caro saluto, Riccardo


mongolia.it: Buongiorno Riccardo, grazie per averci scritto e complimenti per la vostra iniziativa tra avventura e solidarietà. Certamente mongolia.it seguirà la vostra esperienza, attraverso news e altre segnalazioni, anche “in corsa”. Lanciamo anche un appello per chi volesse sostenere questo vostro importante progetto. Per quanto riguarda gli aiuti umanitari, tenete presente anche il contatto dei Missionari della Consolata di Arvaikheer, affidati a padre Giorgio Marengo. Loro sono davvero meravigliosi nell’aiutare concretamente la popolazione della Mongolia. (nella foto, alcuni bambini di Arvaikheer)

 

Ciao Riccardo e Ciao Federico!
Scusate il ritardo, ma adesso ci sono, prima di riscomparire fino a Pasqua, che per noi rappresenta il momento piu' intenso dell'anno. Intanto ringrazio Federico, sempre troppo generoso con noi; speriamo di vederti di nuovo alla missione prossimamente. Vi faccio gli auguri, Riccardo, per la riuscita del vostro progetto; ovviamente siete i benvenuti ad Arvaiheer, quando passerete di qui. Grazie per il pensiero di portare del materiale didattico per i nostri bambini: è sempre gradito e utile, sempre che non vi sia di troppo impiccio. Se vuoi, puoi consultare il nostro sito www.consolatamissionmongolia.net, gentilmente segnalato anche da Federico sul suo. Restiamo in contatto. Buon tutto a tutti, Padre Giorgio

 PRIMO PIANO
Vietato sputare in strada,
approvata la nuova legge


9 marzo 2016

I deputati mongoli hanno approvato una modifica alla legge sulla salute pubblica che vieta di soffiarsi il naso e sputare in pubblico e in strada. La pena prevista è una multa di 5mila tugrik (2,23 euro), che rappresenta una notevole somma per un cittadino mongolo medio. Sarà compito dei volontari, attivisti e pattuglie della polizia far applicare e rispettare la legge. Secondo i mass media locali, il divieto è stato introdotto in prossimità del vertice euroasiatico ASEM, con la partecipazione di delegazioni di oltre 50 paesi, che si svolgerà in Mongolia nel luglio prossimo. (fonte rainews)

 APPUNTAMENTI
Tre giorni di Mongolia
a Manno (Canton Ticino)


7 marzo 2016

La Mongolia si trasferisce per tre giorni nel Canton Ticino. Da venerdì 11 marzo a domenica 13 nella sala Aragonite del municipio di Manno, vicino a Lugano, si svolgerà una serie di iniziative tutte dedicate alla Mongolia, grazie all'organizzazione del Comune e delle Ong ticinesi La mensa e il gregge membro della FOSIT. L'ingresso è libero (per informazioni www.manno.ch o cancelleria comunale di Manno tel. 091 611 10 00). Ecco il programma nel dettaglio. Venerdì 11 marzo (tema "Uomo e natura: il conflitto"): ore 19 aperitivo mediterraneo e mongolo con buffet e saluto di benvenuto. Alle 20,45 proiezione del film "L'ultimo lupo" di Jean-Jacques Annaud. Sabato 12 marzo (tema "Uomo e natura: il compromesso"): alle 17 documentario "La mensa e il gregge"; alle 18.15 incontro con l'economista mongola Muren Santini; alle 19.15 cena mediterranea/mongola a buffet (su prenotazione, 25 chf, tel 079 685 00 83, nanuk7@bluewin.ch); alle 20.45 film "Tulpan", premiato a Cannes 2008, di Sergey Dvortsevoy. Domenica 13 marzo ("Uomo e natura: la poesia"): alle 14 lettura della favola "Salik, il piccolo vento della steppa" di Federico Pistone, letto da Francesco Mariotta della Compagnia Sugo d'Inchiostro; alle 16.30 film "Il cane giallo della Mongolia" di Byambasuren Davaa. Durante l'iniziativa, esposizione e vendita opere di Isla Viglezio-Pallich e Giovanni Zgraggen e di fotografie a tema mongolo, mercatino dell'artigianato, intermezzi musicali di Daansuren Mandakhjargal. Tutte le informazioni su www.lamensaeilgregge.ch

 SOLIDARIETA'
Missionari della Consolata,
ecco il nuovo sito Internet


2 marzo 2016

Nuovo sito per i Missionari della Consolata, con cui mongolia.it collabora da molti anni, seguendo e appoggiando le loro ammirevoli iniziative umanitarie. Questo il nuovo indirizzo: www.consolatamissionmongolia.net. La missione, affidata a padre Giorgio Marengo e padre Ernesto Viscardi, opera da 13 anni ad Arvaikheer, capoluogo della regione dell'Uvurkhangai, in prossimità del deserto del Gobi e non lontano da Karakorum, l'antica capitale dell'Impero mongolo di Gengis Khan. Ecco il "chi siamo" del nuovo sito: "Come missionari e missionarie della Consolata siamo presenti in Mongolia sin dal 2003. Uomini e donne consacrati, provenienti da diversi paesi, lavoriamo insieme cercando di vivere la missione nella semplicità in comunione di fede e di vita. Serviamo la Chiesa nascente della Mongolia annunciando il Vangelo a quanti non lo conoscono, in dialogo con i credenti di altre religioni e cercando di essere una presenza di consolazione tra i più bisognosi. Cercando di vivere in fedeltà gli insegnamenti del nostro Fondatore, il beato Giuseppe Allamano, facciamo della preghiera il centro della nostra vita personale e comunitaria. La realtà di questa missione ci sfida a vivere in un atteggiamento di conversione permanente che ci apre a Dio e agli altri".

 SPORT
Judo, due ori e due bronzi:
Mongolia protagonista


1 marzo 2016

Sui quattro titoli di judo in palio all'European Open di Varsavia, la Mongolia è riuscita a conquistare due ori grazie a Mungunchimeg Baldorj (63 kg), vincitrice sulla spagnola Isabel Puche per due yuko ad uno, ed a Tsolomon Adiyasambuu (52 kg, nella foto), che ha sconfitto l’ucraina Oleksandra Starkova per yuko. In queste due categorie la Mongolia ha ottenuto anche due bronzi, rispettivamente con Tserennadmid Tsend-Ayush, che partiva come testa di serie numero uno fra le 63 kg, e Bundmaa Munkhbaatar. Un risultato straordinario che conferma la Mongolia al vertice di questa disciplina sportiva, in vista dell'Olimpiade di Rio de Janeiro nel prossimo agosto.

 APPUNTAMENTI
Dalle Dolomiti alla Mongolia
con Menegaz e Bortoluz


1 marzo 2016

"All'Antica Torre", ristorante del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, propone per sabato 5 marzo l'evento "A cena con DolomiTeam2015: dalle Dolomiti alla Mongolia". Ospiti della serata saranno Alessandro Menegaz e Michel Bortoluz (nella foto), che la scorsa estate sono partiti da Feltre e sono arrivati fino a Ulaanbaatar a bordo di una piccola utilitaria, visitando 15 stati e 18 siti Unesco. Saranno All'Antica Torre a raccontare, con parole ed immagini, il loro avventuroso viaggio, di cui ci si può fare un'idea visitando il sito www.dolomiteam2015.it. Chi desidera può partecipare alla cena informale alle ore 20 in compagnia di DolomiTeam2015, altrimenti è possibile l'ingresso anche solo per ascoltare i loro racconti, a partire dalle ore 21 circa. La cena proposta è a menu fisso (bevande comprese) a un costo di 18 euro (12 euro per bambini under 12). Per permettere un ottimale svolgimento della serata, è necessaria la prenotazione contattando il ristorante All'Antica Torre (0439 1995149 o allanticatorre@gmail.com). (fonte parks.it)

 EDICOLA
La giornata di Tamiraa,
ingegnere a Ulaanbaatar


22 febbraio 2016

Un video molto interessante proposto da www.internazionale.it ci racconta la giornata di Tamiraa, una giovane ingegnera civile di Ulaanbaatar. È l'occasione per vedere come sta crescendo la capitale della Mongolia, grazie anche ai nuovi professionisti come Tamiraa che cercano di affrontare la richiesta sempre maggiore di abitazioni a Ulaanbaatar senza però snaturare la cultura locale e cercando il migliore impatto possibile sulla città. “Gli ingegneri civili - afferma Tamiraa - hanno un ruolo cruciale nei paesi in via di sviluppo. Contribuiscono a rendere la città più bella e a dare una casa a migliaia di persone. Sono orgogliosa di aiutare la mia città a diventare un posto migliore”. Il video fa parte di una serie dedicata a grandi lavori nel mondo proposta da "School of life", fondata dal filosofo e conduttore televisivo Alain de Botton. De Botton si occupa di cultura e storia del pensiero sottolineando il loro valore per la vita quotidiana. Il suo ultimo libro pubblicato in Italia è "L’arte come terapia". Guarda il video

 

 PRIMO PIANO
L'ambasciatore Odonbaatar
in visita in Abruzzo


20 febbraio 2016

Shijeekhuu Odonbaatar è l’ambasciatore della Repubblica di Mongolia, ed è giunto in Abruzzo su invito del senatore Antonio Razzi, segretario della Commissione Esteri. A Pescara il diplomatico ed il senatore di Forza Italia hanno incontrato il presidente della Camera di Commercio Daniele Becci e il sindaco Marco Alessandrini e alcune aziende del territorio pescarese. Shijeekhuu Odonbaatar ha detto che la finalità della visita è quella di ampliare i rapporti di collaborazione tra l’Italia e la Mongolia e di far conoscere agli imprenditori di Pescara l’attuale situazione economica e le possibilità di investimento soprattutto nei settori dell’industria e dell’agricoltura. Il senatore Razzi ha ricordato che la Mongolia è un Paese emergente e che i rapporti commerciali con l’Italia sono molto ben avviati. Il parlamentare abruzzese ha affermato che recentemente è stato invitato ad andare in Mongolia per far conoscere i prodotti e le imprese abruzzesi. (fonte rete8.it)

 PRIMO PIANO
Abolizione pena di morte,
la Mongolia diventa esempio


19 febbraio 2016

La Comunità di Sant’Egidio riunisce il 22 febbraio alla Camera dei Deputati 30 ministri della giustizia di Paesi sia abolizionisti che mantenitori della pena di morte. È il nono congresso di rappresentanti di ogni continente si riuniscono per discutere delle prospettive di abolizione in uno spazio in cui, nello spirito di dialogo che è la cifra delle iniziative della Comunità, si esaminano i percorsi possibili e realisti per una gestione più umana della giustizia. In ordine di tempo, l’ultimo Paese ad avere abolito la pena di morte è stata la Mongolia, lo scorso 4 dicembre, anche grazie a questo paziente lavoro. Il 22 e 23 febbraio il Segretario di Stato per la Giustizia della Mongolia sarà a Roma. Alcuni dei colleghi che troverà nella capitale italiana (El Salvador, Rwanda, Timor Est, Togo) hanno già abolito la pena capitale da tempo; altri (Repubblica Centrafricana, Mali, Sierra Leone, Sri Lanka) hanno sospeso le esecuzioni e aderito alla moratoria approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite; altri ancora, come il Vietnam e la Somalia, mantengono la pena di morte. (fonte onuitalia.com)

 SPORT
Calcio, il romano Lopez
allenerà la Mongolia


18 febbraio 2016

Ci potrebbe essere ancora l’Asia nel futuro di Fabio Lopez. L’allenatore romano, che ha già lavorato in Indonesia, Malesia e Bangladesh, partecipando con quest’ultima selezione alle gare di qualificazione al Mondiale brasiliano, è in trattativa per guidare la nazionale della Mongolia. I dirigenti della Federazione di Ulan Bator sono rimasti impressionati dalle metodologie di lavoro di Lopez, in particolare quelle legate alla retroguardia: con il debolissimo Bangladesh è riuscito a non prendere gol per un tempo intero contro la forte Australia, ricevendo i complimenti del commissario tecnico dei ‘Socceroos’, Ange Postecoglou, qui con lui nella fotografia scattata in occasione del match di Dacca. (fonte gazzettadiparma.it)
 

 PRIMO PIANO
Da Revenant alla Mongolia,
nuova avventura di DiCaprio


16 febbraio 2016

Leonardo DiCaprio, dopo aver vissuto i tormenti del freddo glaciale e della neve in "Revenant", film per cui è candidato all’Oscar, sembra averci preso gusto, tanto che ha deciso di affrontare un viaggio di sopravvivenza nelle lande dell’immensa Mongolia. Si dice già in giro che Leonardo DiCaprio abbia pagato la considerevole somma di 95.000 dollari per provare l’ebbrezza di 10 giorni di sopravvivenza nella vita reale. Ma non viaggerà da solo, con lui ci sarà Johan Ernst Nilson, un navigato esploratore svedese, che ha detto che spingerà l’attore fino al suo limite di sopportazione. Non si tratta però soltanto di stenti e sofferenza, la gita è organizzata intorno al Lago Hovsgol, uno dei luoghi più suggestivi delle terre selvagge dell’antica terra di Gengis Khan, soprannominato la Perla Blu scuro della Mongolia. Leonardo DiCaprio però ha assicurato che il suo viaggio non sarà soltanto di piacere, infatti lo ha prenotato con la sua offerta ad un’asta di beneficenza per le star, organizzata dalla Fondazione americana per la ricerca sull’AIDS. Oltre al Lago Hovsgol e dintorni, l’esplorazione comprende lunghe cavalcate, la caccia con il falco, sempre a cavallo, e quindi anche tiro con l’arco. Le notti trascorreranno all’interno di una yurta, le tipiche abitazioni mobili dei popoli delle steppe. Lui e Johan Ernst Nilson divideranno i pasti con una famiglia nomade come parte dell’escursione, ma avranno con sé anche un cuoco e delle guide locali per aiutarli a sentirsi a proprio agio durante le fatiche del viaggio. “Quando faccio questi viaggi, tiro la gente fuori dalla loro zona di comfort in termini di viaggio interiore e gli faccio fare cose che normalmente non farebbero” spiega Nilson. “Se spingi oltre il tuo limite, la ricompensa sarà molto più alta. Sarà sorprendente”. Leonardo DiCaprio ha già parlato ampiamente ai microfoni dei momenti difficili che ha dovuto sopportare durante le riprese di Revenant in condizioni davvero estreme, al gelo del Canada e dell’Argentina. “Posso nominare 30 o 40 sequenze nelle quali c’erano alcune delle cose più difficili con cui ho mai avuto a che fare. Che si tratti di andare dentro e fuori da fiumi gelati, o dormire in carcasse di animali, o roba che ho mangiato sul set“ (fonte graffitiblog.it). Visitare la Mongolia, aggiungiamo noi, è sicuramente avventuroso ma molto più semplice e piacevole di quanto annunciato da DiCaprio. Ed è un'esperienza alla portata di tutti, non solo di star del cinema che "hanno dormito nelle carcasse di animali", disposte a pagare cifre pazzesche e del tutto ingiustificate. Parola di mongolia.it

 PRIMO PIANO
Alla Bit di Milano
anche un po' di Mongolia


14 febbraio 2016

È stata una Bit (Borsa internazionale del Turismo) un po' dimessa quella andata in scena a Milano fino al 13 febbraio scorso. Tutto il mondo era concentrato in un grande padiglione, non come anni fa quando ci volevano vere e proprie maratone per spostarsi da uno stand all'altro. È lo specchio della crisi, anche turistica, nonostante i deboli ma incoraggianti segnali di recupero. La Mongolia comunque era presente, grazie allo stand di Mondiscovery che ha dato la possibilità di aprire qualche scorcio mongolo nel panorama internazionale delle proposte. Nella foto, Chiara Colombo insieme a un'amica vietnamita nello stand della Bit.

 CULTURA
Auguri, Mongolia!
Buon anno della scimmia


8 febbraio 2016

Buono Tsagaan Sar a tutti dalla redazione di mongolia.it! Secondo il calendario lunare mongolo, lasciamo l'anno della pecora per entrare in quello della scimmia. Per vivere le magie della Mongolia in inverno, lasciamo spazio a uno splendido ed evocativo video musicale che è anche il nostro modo di estendere a tutti i migliori auguri!
Vai al video

 PRIMO PIANO
Da Lecco alla Mongolia
con il Genghis's Panda


7 febbraio 2016

Da Lecco alla Mongolia in automobile. Non si tratta del viaggio della speranza, bensì di un’avventura nel vero senso della parola. Più di 15mila chilometri, passando per 15 confini, a bordo di una Fiat Panda che tre ragazzi lombardi compiranno in estate. Marzio Invernizzi e Lorenzo Biraghi da Lecco, insieme a Leonardo Caprio, milanese, parteciperanno al Mongol rally, corsa non competitiva che ogni anno parte dall’Europa e, percorrendo strade di tutti i tipi, arriva nel cuore dell’Asia. Le uniche regole imposte dagli organizzatori «The adventurists» è di utilizzare un mezzo che non superi la cilindrata di 1.200 e – fattore ben più importante nell’era di internet – il divieto assoluto di utilizzare navigatori satellitari. Armati di cartine geografiche vecchia maniera, su una Panda tradizionale, i tre studenti del Politecnico attraverseranno Europa e Asia. «Abbiamo deciso di fare questa pazzia perché ci affascina – racconta Invernizzi –. Ci ha coinvolto Lorenzo e ora stiamo organizzando il viaggio nei minimi particolari. Ci sembra una bella esperienza che possiamo fare proprio ora che stiamo studiando, anche se i costi sono importanti». Bisogna infatti pagare una quota di mille sterline per iscriversi al rally. Metà andranno in beneficenza a un’associazione che deciderà il team. «Inoltre, ovviamente, dovremo pagarci le spese, dalla benzina, ai viveri. Anzi, dobbiamo ancora prendere l’automobile. Per questo stiamo cercando anche sponsor che ci possano dare una mano». Il team, chiamato Genghis’s Panda, è già al lavoro per ottenere i visti, preparare il percorso e la logistica. «Ognuno può scegliere il tragitto che vuole – spiega Marzio –, basta che il 20 luglio sia a Budapest per la seconda partenza ufficiale. La prima infatti si terrà qualche giorno prima a Londra. Da lì si può andare verso la Russia, oppure passare per Romania, Bulgaria, Turchia e gli Stati dell’ex Urss, come faremo noi. Percorreremo l’autostrada più alta del mondo in Tagikistan, a oltre quattromila metri, attraverseremo deserti, insomma non ci faremo mancare nulla». E pure le temperature varieranno molto: dai 40° di giorno si passerà anche a 5° o 6° di notte. «E prima dovremo anche sistemare l’automobile per renderla più sicura in vista del lungo viaggio». I tre giovani attraverseranno luoghi tuttora sconosciuti ai più. «Per questo vogliamo viaggiare in queste zone del pianeta, per scoprire nuove culture». (articolo di Fabio Landrini, ilgiorno.it)

 SOLIDARIETA'
Associazione Italia Mongolia,
nuova iniziativa solidale


2 febbraio 2016

Un'altra importante iniziativa solidale sta partendo grazie all'instancabile Emma Maffucci (nella foto), presidente dell'Associazione Italia Mongolia, coordinata da Vittoriano Olivieri. Dopo l'accordo firmato nelle settimane scorse con il Banco Farmaceutico di Milano, è al via la raccolta di indumenti per bambini della Mongolia da 0 a 11 anni. L'iniziativa fa seguito alla richiesta della madre del bimbo, che l'Associazione ha aiutato economicamente per un intervento chirurgico al cuore effettuato nei mesi scorsi. L'operazione è andata perfettamente e il giovane paziente è già sulla strada della guarigione. "Con questa nuova iniziativa - ha annunciato Emma Maffucci - abbiamo fatto partire il nostro tam tam contattando subito le nostre sostenitrici mamme, le quali hanno iniziato letteralmente a invaderci con gli indumenti richiesti, che saranno dunque destinati non solo a questo bambino ma anche ad altri. Stiamo inscatolando, dividendo per età e sesso i vestiti e li distribuiremo durante la nostra prossima missione. Il lavoro dell'Associazione è molto intenso e pieno di problemi, ma siamo sulla strada giusta per arrivare al traguardo del nostro meraviglioso progetto, con un grazie particolare a Sara, proprietaria del negozio Cose del Borgo di Greve in Chianti, che ha fatto da capo cordata per la raccolta".

 PRIMO PIANO
Il diario del Gengis Van
tutto avventura e generosità


31 gennaio 2016

Un nuovo contributo si aggiunge ai nostri Diari. È quello del team Gengis Van, composto da quattro giovani avventurosi, Manlio, Luca, Lorenzo e Marco, che hanno affrontato e portato a termine una vera e propria missione: il Mongolia Charity Rally, massacrante corsa automobilistica non competitiva, organizzata dalla onlus inglese Go Help. Non è stato un viaggio semplice, ma ha arricchito profondamente i protagonisti che in 40 giorni hanno attraversato 16.00 chilometri e 11 Paesi, partendo da Roma e arrivando a Ulaanbaatar. Ma è stata anche e soprattutto un'esperienza a scopo benefico, perché i protagonisti del Gengis Van hanno donato 1.300 euro per contribuire all’acquisto del lotto di terreno dove sorgerà la seconda Book House della capitale mongola, un luogo di apprendimento e di svago per i bambini nonché un punto di incontro e di confronto per gli adulti. Inoltre i "magnifici 4" hanno donato alla popolazione locale un pick-up TATA Telcoline 2000cc anno 2006 in perfette condizioni. Infine, è stata aperta, anche attraverso mongolia.it, un'iniziativa di solidarietà nei confronti di Mariam, una piccola nomade della Mongolia che deve essere curata dopo aver subito un grave danno alle manine a causa di una stufa. Il racconto di questa avventura di Marco Scicchitano e le immagini di Lorenzo Monacelli si possono vedere nella nostra sezione Diari.

 PRIMO PIANO
La Mongolia si prepara
allo Tsagaan Sar


31 gennaio 2016

La Mongolia si prepara per lo Tsagaan Sar, il capodanno lunare, che quest'anno cade l'8 febbraio. Si lascia l'anno della pecora per entrare in quello della scimmia, considerato un segno riflessivo e tranquillo. È una ricorrenza particolarmente sentita in tutto il Paese e viene preparata con largo anticipo per essere pronti ai festeggiamenti, che dureranno 4 giorni e seguiranno antichi rituali: le famiglie si radunano, nelle case delle città o nelle gher della campagna, vestendosi con gli abiti migliori, preparando centinaia di buuz (i tradizionali ravioli al vapore) da mangiare tutti insieme, visitando gli anziani e recandosi poi insieme nei monasteri per partecipare alle suggestive cerimonie buddhiste. Il primo giorno del nuovo anno ognuno deve seguire la "giusta direzione", che è diversa per ciascuno a seconda del segno zodiacale e dell'ascendente. Nella foto, la preparazione dello Tsagaan Sar all'interno di una gher.

 PRIMO PIANO
Mongolia nella top ten
delle destinazioni etiche


17 gennaio 2016

La Mongolia è nella top ten delle destinazioni più etiche al mondo per quanto riguarda la natura. Per l'unicità dei suoi paesaggi, l'attenzione per la salvaguardia del patrimonio naturale, la tutela degli animali, oltre ai diritti umani e il welfare, la Mongolia ha conquistato l'Ethical Destinations Awards. Un motivo in più per scoprire questo straordinario "ultimo paradiso dei nomadi guerrieri". Il primo posto assoluto lo conquista Capo Verde davanti a Dominica e Grenada; a seguire la Micronesia e, prima fra i Paesi asiatici, la Mongolia, davanti a Panama, Samoa, Tonga, Tuvalu e Uruguay (foto Papapan).

 APPUNTAMENTI
Tre giorni di danza mongola
al Carlo Felice di Genova


11 gennaio 2016

Da venerdì 15 a domenica 17 gennaio 2016, al Teatro Carlo Felice, nell'Auditorium Eugenio Montale di Genova, sarà protagonista la Compagnia di danza di Mongolia "Gengis Khan", la rassegna di danze nazionali e suite coreografiche della Mongolia, con la coreografia di Servjidin Sukhbaatar, che offrirà e regalerà al pubblico una panoramica storica, dall'epoca degli sciamani ai giorni nostri, attraversando l'epopea di Gengis Khan e la Rivoluzione del 1921. Il repertorio della Compagnia comprende danze interessanti e particolari, suddivisibili in alcune grandi categorie: religioso-rituali, sia sciamaniche che buddiste, storico-militari e nazionali propriamente dette, che incarnano le peculiarità delle diverse etnie mongole. La danza è accompagnata da strumenti tradizionali e dal canto, formando insieme ad essi un'unica espressione artistica. (fonte carlofelicegenova.it)

 SOLIDARIETA'
Il 16 gennaio a Roma
la Mongolia del Gengis Van


9 gennaio 2016

Dopo un viaggio in auto di 40 giorni da Roma a Ulaanbaatar, i quattro componenti del Gengis Van, unico team italiano dell’edizione 2015 del Mongolia Charity Rally, hanno fatto ritorno a casa dopo aver portato a termine tutti gli obiettivi di quest’impresa organizzata dalla onlus inglese Go Help: a) 1.300 euro donati per contribuire all’acquisto del lotto di terreno dove sorgerà la seconda Book House di Ulaanbaatar, un luogo di apprendimento e di svago per i bambini nonché un punto di incontro e di confronto per gli adulti; b) un pick-up Tata Telcoline 2000cc anno 2006 portato in Mongolia in perfette condizioni per essere donato alla popolazione locale. La sera di sabato 16 gennaio, dalle 19 alle 2, il Gengis Van Team racconterà e festeggerà questo successo con un evento conclusivo al Tag - Tevere Art Gallery - Via di santa Passera, 25 Roma L'ingresso è di 6 euro + 4 euro con selezione di finger-food. Per informazioni info@gengisvan.com. Sito di riferimento: www.gengisvan.com. Nell'occasione, il fotografo del team, Lorenzo Monacelli, inaugurerà la propria mostra intitolata Landscapes On The Road. Ventidue paesaggi dalla Turchia alla Mongolia, un racconto per immagini di un viaggio di 16.000 km "dove lo spazio cambia in fretta e i luoghi si confondono nella memoria e dove l’unico elemento a cui appellarsi per dare un ordine ai ricordi è il tempo". Principale scopo di questa serata è quello di presentare il piccolo progetto Gengis Van for Mariam in favore della piccola Mariam cui verranno devoluti gli incassi della serata. Quasi un anno fa Mariam, 3 anni (nella foto), è rimasta gravemente ustionata dopo aver messo entrambe le mani su una stufa rovente. Oggi è in attesa di un costoso intervento di chirurgia plastica che le consenta di riacquisire l’uso delle dita la cui cicatrizzazione le rende, ad oggi, impossibili i più semplici gesti quotidiani nonché una corretta crescita delle ossa. A fare da cornice, oltre al vasto assortimento di finger food, ci saranno la splendida musica dal vivo e il trascinante dj-set offerti da alcuni degli artisti che hanno accompagnato il Gengis Van Team lungo tutti i mesi di organizzazione e raccolta dei fondi precedenti la partenza. Aiutiamo Mariam: ecco le coordinate per eventuali donazioni:
Mariam's donation account
Account number: 5191049337
Account holder: KUNSHUAKH MARIAM (Registration Number: BM13210505)
Bank: Khan Bank LLC
SWIFT CODE: AGMOMNUB
Bank address: 14250 Ulaanbaatar, Post Box- 192, Seoul Street-25, Mongolia

 PRIMO PIANO
Mongolia a meno 40 gradi,
anche Ulaanbaatar nel gelo


7 gennaio 2016

L'inverno sta mettendo in ginocchio, come ogni anno, la Mongolia. Nel nord del Paese la temperatura ha sfiorato i 40 gradi sottozero, in particolare nella località di Rinchinlhumbe, ma anche nella capitale Ulaanbaatar il termometro è precipitato molto sotto i 30 gradi sottozero (a lato, la rilevazione di mongolia.it). Dopo una fine anno piuttosto calda, gennaio sta riservando alla popolazione mongola una nuova stagione polare che falcidierà le greggi e l'economia legata all'allevamento e alla pastorizia. La speranza è che il clima sia più clemente in vista dello Tsagaan Sar, il capodanno lunare mongolo, che quest'anno cade l'8 febbraio.

 SOLIDARIETA'
Aiuti umanitari dal Consolato
della Mongolia di Prato


7 gennaio 2016

In occasione delle festività natalizie, si è svolta la consegna di generi alimentari, promossa dal Consolato onorario di Mongolia a Prato e supportata dall'Ufficio Regionale Attività di emergenze della Croce Rossa Italiana della Toscana e dalla delegazione provinciale dell'Ordine Costantiniano di san Giorgio. I generi alimentari sono stati donati a favore della Congregazione delle Suore domenicane del Santo Rosario di Iolo, alla parrocchia di Santa Maria delle Carceri, alla Croce Rossa comitato locale di Vernio e alla Misericordia Toscana, alla mensa La Pira, alla Croce d’Oro la quale, a sua volta, ha donato i generi alimentari ai bambini del campo nomadi di viale Marconi. Presenti alla consegna degli alimenti il console onorario di Mongolia Piero Bardazzi (nella foto) e in rappresentanza della delegazione regionale per la Croce Rossa e dell'ordine Costantiniano di San Giorgio Umberto Colaone e Massimo Illiano che hanno provveduto alla consegna. Si tratta di un atto di carità e di sostegno alle fasce più deboli della popolazione che il Consolato onorario della Mongolia fa ogni anno. (fonte Il Tirreno, edizione Prato)

 AMBIENTE
La magia della Mongolia
vista dal satellite


1 gennaio 2016

Cominciamo il 2016 con una splendida immagine satellitare della Mongolia acquisita da Sentinel 2-A per la serie Earth from Space Video Programme e pubblicata da www.esa.int, in collaborazione con la rivista Geomedia. Nella parte bassa dell'immagine si può riconoscere il sistema montuoso di Baga Bogd, la cui cima più alta raggiunge i 3.600 metri. Come spiegato da Esa, la chiarezza delle immagini ottenute con il sensore multispettrale ad alta risoluzione di Sentinel-2A consente di rivelare spettacolari modelli di erosione, dove il suolo eroso, con l'aiuto delle piogge, viene trasportato dai crinali montuosi verso i territori più a valle. Nella parte in alto a destra dell'immagine si può individuare molto distintamente un bacino acquifero: si tratta del lago Taatsiin Tsagaan, uno dei quattro laghi salati che formano la cosiddetta Valle dei Laghi. L'8 aprile 1998 la Mongolia ha sottoscritto la Convenzione di Ramsar, trattato che identifica le Regioni Umide di Importanza Internazionale. La profondità del lago e l'alta concentrazione di sale conferiscono all'acqua un colore turchese vivo. In orbita dal 23 giugno 2015, Sentinel-2A è un satellite in orbita polare per misurazioni ad alta risoluzione per il monitoraggio del territorio, in grado di fornire immagini delle coperture di vegetazione, terreno ed acqua, dei corsi d'acqua interni e delle zone costiere.

 EDICOLA
Marco e Lilli in trattore
da Piacenza alla Mongolia


30 dicembre 2015

Dall’Italia alla Mongolia in trattore, alla scoperta di saperi antichi sulle piante selvatiche commestibili e medicinali. È questa l’avventura in cui si è gettato Marco Carbone, 34 anni originario di Castelsangiovanni, assieme a Lilli, la sua fidanzata francese conosciuta ormai tre anni fa in Portogallo. Marco e Lilli (nella foto), con la casa mobile in legno che loro stessi hanno realizzato, si trovano da un paio di giorni in Montenegro. Parte della casa è adibita a laboratorio, contenitori per le piante, essiccatoio, vi sono due piccoli distillatori artigianali, imbuti, filtri, bottiglie, bottigliette, barattoli, contagocce, libri e appunti. Il viaggio, in senso lato, è iniziato una decina di anni fa quando i due, ancora prima di conoscersi, avevano deciso di vivere una vita nomade, fatta di arte di strada, giocoleria, musica e lavori stagionali in campagna. (fonte www.liberta.it)

 PRIMO PIANO
In Mongolia vietato
posacenere con Gengis Khan


30 dicembre 2015

Le autorità mongole hanno vietato la produzione e distribuzione nel paese di posacenere raffiguranti Gengis Khan, il grande condottiero asiatico. Dei posacenere in vetro, con l’immagine del conquistatore sullo sfondo, erano stati messi in vendita in una catena di supermercati locali. Secondo l’Autorità per la concorrenza e tutela dei consumatori, la vendita dell'oggetto viola un provvedimento che vieta la pubblicità ingannevole, inoltre l’immagine di Khan è sfruttata in maniera impropria causando “vilipendio all’onore e alla dignità di una personalità storica”. Le autorità hanno disposto il sequestro e il ritiro dal commercio dell’oggetto che era stato prodotto in Cina ed importato. Se fosse stato opera di un produttore locale, questi avrebbe rischiato grosso. Nella capitale mongola Ulan Bator ci sono due statue di Gengis Khan, la più grande statua equestre del condottiero mongolo al mondo e un monumento all’ingresso nel Parlamento. (fonte rainews)

 PRIMO PIANO
Dove: Bayan Olgii tra i 50
luoghi da non perdere


27 dicembre 2015

Quando c'è una classifica dei luoghi più belli del pianeta, la Mongolia è sempre presente. Se per National Geographic l'Impero di Gengis Khan è tra i più spettacolari e "il più fotogenico" del mondo, per il mensile Rcs "Dove" la regione di Bayan Olgii, nella zona mongola dell'Altai, merita un posto tra "i 50 luoghi meravigliosi da vedere prima che scompaiano". Accanto a siti come Venezia, Roma, le Seychelles, le Maldive, il Taj Mahal, Tokyo, la Foresta amazzonica, Angkor Wat, ecco allora fare capolino anche questo territorio incontaminato della Mongolia con la seguente motivazione: "BAYAN OLGII (MONGOLIA) – Un paesaggio incontaminato, preservato nei secoli dal suo essere inaccessibile, regno delle tribù nomadi mongole. Oggi il loro antico stile di vita è messo in discussione dalla crescita delle temperature e dalle variazioni nelle precipitazioni". Vai alla pagina originale

 EDICOLA
Le renne degli Tsaatan
danno il Buon Natale


25 dicembre 2015

Il sito di RaiNews dedica una pagina al "Buon Natale dalla Mongolia", proponendo alcune immagini e una breve descrizione degli Tsaatan, gli Uomini renna a cui il giornalista Federico Pistone ha dedicato due libri ("Tsaatan - Gli uomini renna della Mongolia" insieme all'antropologo David Bellatalla per Periplo e "Uomini renna - Viaggio in Mongolia fra gli Tsaatan" per Edt). Le immagini di RaiNews sono accompagnate dal seguente testo: "Nella tradizione natalizia è Babbo Natale che conta sulla sua fedele squadra di renne che in questi giorni ne trainano la slitta. In realtà c'è al mondo un popolo nomade che vive davvero in simbiosi con questi cervidi: sono i Dukha o Tsaatan della Mongolia. Questa etnia per migliaia di anni ha affrontato i rigori dell'inverno nella Taiga sopravvivendo grazie all'allevamento delle renne. Ora il loro stile di vita è minacciato da nuove leggi restrittive introdotte dal governo sulla base di considerazioni ambientaliste e animaliste" (nella foto, di Federico Pistone, un uomo renna).
Vai alla pagina di RaiNews
Vai agli Tsaatan di F. Pistone

 PRIMO PIANO
A Ulaanbaatar apre
l'Ambasciata d'Italia


25 dicembre 2015

Come già annunciato da mongolia.it, ora c'è la conferma ufficiale: a Ulaanbaatar aprirà l'Ambasciata d'Italia. La decisione è stata presa dal Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, alla luce della recente positiva evoluzione delle relazioni politiche con il governo mongolo, delle significative potenzialità economiche-commerciali, del forte e reciproco interesse all'approfondimento dei rapporti culturali e del crescente ruolo della Mongolia nelle dinamiche regionali e nei rapporti tra Unione europea e Asia. L'Italia è diventato nel tempo uno dei principali partner economici della Mongolia e dal 2002 è stata istituita la Camera di Commercio italo-mongola che raggruppa le principali aziende che operano sull'asse economico Italia-Mongolia. Nella foto, Gentiloni è con il Ministro degli Esteri della Mongolia Purevsuren.

 EDICOLA
Nicholas Cage restituisce
il dinosauro alla Mongolia


23 dicembre 2015

Pensava di aver fatto un grosso affare, quando lo aveva «scippato» a Leonardo Dicaprio offrendo 230 mila dollari e surclassando l’offerta del suo rivale. Ma a distanza di otto anni, suo malgrado, l’attore americano Nicholas Cage ha scoperto che il teschio di dinosauro era stato rubato nove anni fa in Mongolia, e che gli toccherà restituirlo ai legittimi proprietari, nonostante lo avesse comprato legalmente all’asta. Il cosiddetto «cranio Bataar», appartenente a un tarbosauro (Tyrannosaurus Bataar), ha attraversato la dogana statunitense nel 2006 come pietra fossile ed è stato comprato dall’attore nel marzo 2007 per 230mila dollari. Cage aveva anche ricevuto un certificato di autenticità dalla casa d’aste IM Chait Gallery. Nel luglio 2014, l’amara sorpresa: Cage è stato informato dalle autorità statunitensi che il fossile poteva essere stato importato illegalmente dalla Mongolia. L’attore «ha pienamente collaborato» con gli agenti federali, permettendogli di ispezionare il cranio. E anche quando è stato stabilito che il fossile doveva essere restituito al governo mongolo, Cage lo ha subito affidato al Dipartimento di Sicurezza interna degli Stati Uniti. Magri con un pizzico di amarezza. Tutti i resti di tarbosauri Bataar vissuti durante il Cretaceo, 65 milioni di anni fa, trovati nella Formazione Nemegt in Mongolia, sono considerati di proprietà del governo. L’Ufficio del Procuratore di New York ha annunciato il rimpatrio del cranio la scorsa settimana senza menzionare che Cage era il proprietario. Dal 2012 lo stesso ufficio ha restituito tre scheletri completi di dinosauri Bataar in Mongolia, oltre a un gran numero di ossa di una varietà di altri rettili e uccelli preistorici. «Siamo lieti di aggiungere questo cranio alla serie di fossili riportati in Mongolia», ha detto il procuratore Preet Bharara aggiungendo: «Ognuno di questi fossili rappresenta un bene culturale e scientifico importante rubato al suo legittimo proprietario». (fonte corriere.it, foto Afp-Reuters)

 PRIMO PIANO
Anu, finalista a Miss Mondo
esalta la Mongolia


21 dicembre 2015

Ha 24 anni, è alta 1,78, ha una grazia e una bellezza straordinarie, è nata e vive a Ulaanbaatar dove svolge il lavoro di grafica designer. Si chiama Anu Namshir (foto) ed è finalista per la Mongolia di Miss Mondo. Alla fine non ha vinto, perché a trionfare è stata la 22enne studentessa spagnola Mirela Lalaguna, ma a Sanya, stazione balneare nella Cina meridionale dove si è svolto il concorso, Anu ha conquistato tutti. Non solo per la classe, ma anche per le sue dichiarazioni in stile Gengis Khan: "Anche se rappresento una piccola nazione di tre milioni di abitanti, con il vostro aiuto sono pronta a rappresentare sette miliardi di persone". Anu ha poi esaltato le bellezze del proprio Paese: "La Mongolia è un Paese con una cultura nomade unica al mondo e una natura incontaminata dove si possono provare esperienze meravigliose lungo steppe senza fine, sotto un cielo blu cobalto, montagne maestose, deserti che tolgono il fiato, fiumi cristallini e la tradizionale ospitalità dei pastori". La pagina e le foto di Anu Namshir

 EDICOLA
Il Giubileo vissuto
anche dalla Mongolia


10 dicembre 2015

Il concetto di misericordia, delle “viscere materne” di Dio Padre, “stravolge la vita dei mongoli. Quasi tutti coloro che hanno abbracciato il cristianesimo lo hanno fatto perché colpiti dalla possibilità del perdono e dall'idea che il peccato non ti segna per sempre. Il Giubileo sarà vissuto anche dalla Mongolia”. Ne è convinto padre Giorgio Marengo (nella foto), missionario della Consolata che dal 2003 vive nel Paese e dal 2006 ad Arvaikheer. Gli fa eco il vicario del prefetto apostolico, padre Ernesto Viscardi, che all'agenzia AsiaNews racconta la cerimonia di apertura della Porta Santa: “Il rito si è svolto l’8 dicembre, molto semplice, ma molto partecipato. Il prefetto apostolico, mons. Wenceslao Padilla, ha guidato i rappresentanti delle sei parrocchie della Mongolia in una piccola processione che si è chiusa con l’apertura della Porta. Questa è stata parzialmente ristrutturata, per darle un simbolismo nuovo che richiama i temi dell’Anno Santo”. Per la Chiesa di Mongolia, racconta il missionario anch'egli della Consolata, “è un’esperienza del tutto nuova. I cristiani delle varie parrocchie organizzeranno dei pellegrinaggi alla cattedrale per poter lucrare l’indulgenza, e nel corso dell’anno liturgico daremo tantissimo spazio al tema della misericordia. Cercheremo di spiegare ai nostri cristiani cos’è un Giubileo, il significato del perdono di Dio, la sua presenza nelle Scritture”. Per comprendere meglio il tutto, la Bolla di Indizione Misericordiae Vultus è stata tradotta in mongolo. Se tutto procederà come da programma, aggiunge padre Viscardi, “riusciremo persino a compiere un pellegrinaggio a Roma, nella seconda metà di giugno, per passare dalla Porta Santa di San Pietro. La misericordia è un tema conosciuto nella società locale, di impronta buddista, ma bisogna spiegare loro l’ottica cristiana. Però penso che sia un bel segno che in questo anno sia passata, alcune settimane fa, la legge che abolisce la pena di morte nel Paese. Sono quasi sicuro che chi l’ha proposta e votata non aveva proprio in mente l’Anno santo, ma è un bel segno”. A 430 chilometri da UlaanBaatar vive invece padre Giorgio: “Noi qui non abbiamo un edificio come chiesa, ma una ger. La nostra comunità ha partecipato alla messa dell’Immacolata con una particolare intenzione per l’inizio dell’Anno Santo. Il 20 dicembre, dopo la Messa, faremo un momento di approfondimento ad hoc sul significato del Giubileo”. Il concetto di misericordia, spiega il missionario, “fa moltissima presa in Mongolia. Le viscere di misericordia di Dio Padre colpiscono molto. L’esperienza dei nostri pochissimi cristiani è singolare, perché proprio il loro cammino di apertura al cattolicesimo è stato aiutato da questo concetto. C’è un grande stupore davanti al fatto che Dio è misericordioso, il concetto di perdono come vita nuova è rivoluzionario. Apprezzano l’idea che si possa sempre ricominciare. È una cosa che stravolge la loro vita”. Anche dal punto di vista pratico, la Chiesa locale ha le idee chiare: “Vogliamo sviluppare un programma di accompagnamento di chi vuole uscire dall’alcolismo, che qui è un problema molto forte. Due nostri battezzati vogliono aprire un gruppo di sostegno, e noi li sosteniamo molto. È una cosa che si sposa con l’Anno Santo, perché ogni forma di dipendenza è una forma di schiavitù. Questa dell’alcol è la più diffusa, una vera e propria piaga sociale. Vogliamo sensibilizzare però tutti, non soltanto gli alcolisti. Tutti hanno dipendenze, fisiche o spirituali. Preghiamo che l’Anno della Misericordia ci aiuti a liberarci da queste schiavitù”. La Chiesa cattolica in Mongolia è nata poco più di 23 anni fa, con l'arrivo nel 1992 di uno sparuto gruppetto di missionari del Cuore Immacolato di Maria (Cicm). Fra questi anche il futuro Prefetto mons. Padilla. Da allora le conversioni al cattolicesimo sono state circa 1.100, le parrocchie da zero sono divenute sei e la comunità cattolica ha creato infrastrutture sanitarie ed educative molto apprezzate nel Paese. (I.P., fonte radiovaticana.va)

 PRIMO PIANO
Allarme della Croce Rossa,
in arrivo gelo e carestie


8 dicembre 2015

La Mongolia è un paese asiatico stretto tra due giganti, la Russia e la Cina: è una terra di antiche tradizioni, avvezzo al clima estremo e alle situazioni ambientali più difficili. Quest’anno però la situazione potrebbe farsi veramente complicata per coloro che vi abitano: a lanciare l’allarme è la Croce Rossa Internazionale, dopo un’estate siccitosa e arida che ha compromesso i raccolti e decimato le mandrie il rigido inverno tipico di queste latitudini potrebbe mettere in seria difficoltà la popolazione autoctona. In questi giorni intense nevicate si sono avute su gran parte del paese, oltre 40 cm di neve che rapidamente si è ghiacciata compromettendo le vie di comunicazione; in molte località si sono registrate temperature minime intorno a -30°. Lo Zud è un termine mongolo che identifica un inverno particolarmente freddo e nevoso, come quello che sta per abbattersi sul paese asiatico, un clima talmente rigido da impedire il pascolo degli animali compromettendo la sopravvivenza di intere mandrie con ripercussioni gravi anche sulla popolazione (fonte ilmeteo.it) Vai al video

 PRIMO PIANO
Nuovo codice penale,
cancellata pena di morte


5 dicembre 2015

Il 4 dicembre 2015 il parlamento della Mongolia ha approvato il nuovo codice penale, la cui entrata in vigore è prevista nel settembre 2016. Il nuovo testo non prevede più la pena di morte. Dopo Figi, Madagascar e Suriname, la Mongolia è il quarto paese ad aver abolito la pena di morte nel 2015 e il 102° in totale. L'ultima esecuzione in Mongolia ebbe luogo nel 2008. Due anni dopo, il presidente Tsakhiagiin Elbegdorj (nella foto) commutò tutte le condanne, annunciò una moratoria sulle esecuzioni e ratificò un trattato internazionale per l'abolizione della pena di morte. Il presidente Tsakhiagiin Elbegdorj ha più volte affermato che la pena di morte è una violazione del diritto alla vita, che le esecuzioni non hanno alcun effetto deterrente e che il rischio di errori è inevitabile in qualsiasi sistema giudiziario. (fonte amnesty.it)

 PRIMO PIANO
Ulaanbaatar capitale
più fredda del mondo


4 dicembre 2015

Ulaanbaatar contende ad Astana (Kazakistan) il record di capitale più fredda del mondo. La temperatura media annuale è di -1,3° con picchi a -49°. Secondo uno studio del Centro Meteo italiano, le città più gelide del pianeta si trovano in Siberia: primo posto a Omjajkon con minima di -69,9° registrata nel 1926 (altri strumenti, meno attendibili, erano arrivati a segnare addirittura -82°), seconda Tomtor (-69,2°), terza Verchojanks (-68,8°). Ulaanbaatar è al settimo posto assoluto fra le città mondiali: attualmente la capitale della Mongolia registra -30°, ma il termomentro è destinato a scendere ulteriormente. Nella foto (di Federico Pistone), una donna torna nel tepore della sua gher.

 AMBIENTE
Riscaldamento climatico,
cashmere a rischio


1 dicembre 2015

Il 30 novembre è iniziata a Parigi la XXI Conferenza sul clima, a cui partecipano più di 190 leader mondiali, per decidere come rallentare l’aumento della temperatura terreste nei prossimi decenni. I cambiamenti climatici, provocati soprattutto dalle emissioni di gas serra, riguardano anche l’industria della moda: molte materie prime fondamentali – come lana, cotone, seta – dipendono dall’ambiente circostante, e sono particolarmente minacciate dalla desertificazione. Secondo un rapporto della multinazionale del lusso Kering e di Business for Social Responsibility (un’organizzazione che si occupa di sostenibilità ambientale), l’innalzamento della temperatura e la conseguente desertificazione rendono più difficile allevare e far pascolare adeguatamente gli animali. Il settore che in futuro potrebbe risentirne di più è quello del cashmere, come scrive l’importante sito di moda Business Of Fashion (BOF). Secondo dati della società di consulenza Bain, i prodotti in cashmere valgono quattro dei 60 miliardi di euro fatturati dal mercato del lusso. Mentre il cotone, la seta o la pelle possono essere prodotti anche artificialmente, il cashmere si ottiene soltanto da un’unica specie di capre, che vive nelle praterie di aree geografiche ben definite. Il cashmere è realizzato con il pelo invernale delle capre hircus: la loro lana tosata ogni anno in tutto il mondo è compresa tra le 15 mila e le 20 mila tonnellate, con 6500 tonnellate di cashmere puro, cioè quello ottenuto dopo la pulitura (un maglione è fatto con la lana di circa quattro animali). La maggior parte del cashmere proviene dalla Cina, dove vivono circa 100 milioni di capre. I marchi del lusso sono molto esigenti e utilizzano soprattutto quello proveniente dalla Mongolia e dalla Mongolia Interna, una regione autonoma della Cina, caratterizzato da fibre più fini, lunghe e chiare. Secondo il Programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite, il 90 per cento della Mongolia è a crescente rischio di desertificazione. Nel 2010 a causa prima della siccità, che d’estate ridusse l’erba nelle praterie, e poi di un inverno troppo rigido, sono morti nove milioni di capi di bestiame, tra cui anche capre hircus. In generale la resa del cashmere è determinata dalle condizioni invernali, che influiscono sulla crescita della lana: temperature più alte possono alterare la normale produzione. Negli ultimi anni le richieste di cashmere sono aumentate: oggi non viene venduto solo nel settore del lusso ma anche dalle catene di fast fashion come Zara e H&M, che producono molte collezioni a basso costo per ogni stagione. Di conseguenza gli allevatori hanno cercato di aumentare la quantità di bestiame: dal 1993 al 2009 in Mongolia le capre hircus sono passate da 23 a 44 milioni. Il risultato è un circolo vizioso: più animali che forniscono lana comportano una maggiore necessità di pascoli e un degrado ulteriore delle praterie. Inoltre le capre non nutrite adeguatamente sviluppano un pelo più grosso e ruvido, facendo abbassare anche la qualità del cashmere. Due anni fa il governo cinese ha limitato il numero di acri da destinare ai pascoli – un tentativo per ridurne l’impoverimento – ma la Mongolia e altri paesi come l’Afghanistan non sono in grado di imporre limitazioni di questo tipo. Una soluzione per le aziende del lusso è intervenire direttamente al livello della produzione. Nel 2009 Loro Piana, un marchio italiano specializzato nella produzione di capi in cashmere, ha lanciato un programma di allevamento di 24mila capre hircus in Cina, della durata di cinque anni. Ha allevato così solo le capre dal mantello migliore, ha ottenuto una minore quantità di cashmere ma di maggior qualità, e contenuto nel suo piccolo la desertificazione di quella zona. (fonte ilpost.it, foto Federico Pistone)

 EDICOLA
Viaggio in Transmongolica
con il Corriere della Sera


30 novembre 2015

"A lezione di russo in Transmongolica" è la doppia pagina che il Corriere della Sera dedica alla leggendaria tratta ferroviaria creata nel 1891 e oggi rimessa a nuovo: "Quindici giorni in treno per coprire gli ottomila chilometri che separano Mosca da Pechino, fra un corso di lingua, una lettura di Tolstoj e l'incontro con tatari, uzbechi e buriati". L'articolo, di Umberto Torelli, accompagnato da una bella illustrazione di Paola Parra (nell'immagine), descrive l'itinerario senza però entrare troppo nella realtà della Mongolia che pure costituisce una delle parti più emozionanti del viaggio: "Da qui - si legge - il treno riprende la corsa per entrare in Mongolia, la terra di Gengis Khan. Le immense foreset di betulle della Siberia lasciano il posto a praterie verdi. Poi il treno speciale finisce il suo percorso a Pechino...".


Articolo sulla Transmongolica del Corriere della Sera
 APPUNTAMENTI
Magione ripercorre il viaggio
di fra Giovanni del Carpine


27 novembre 2015

Un viaggio nella musica del XIII secolo, dalla Francia alla Mongolia, sulle parole di fra Giovanni da Pian di Carpine tratte dall’Historia Mongalorum sono gli elementi che fanno da sfondo allo spettacolo Hic Sunt Leones nato dal progetto del gruppo Umbria Ensemble in programma domenica 29 novembre, con inizio dalle ore 17, nel teatro Mengoni. Magione, antica Pian del Carpine, città natale del francescano, amico e sodale di San Francesco d’Assisi, ospiterà in anteprima lo spettacolo che ripercorre, tra suggestioni musicali e narrative, la storia del viaggio in Mongolia di fra Giovanni da Pian del Carpine, primo occidentale a recarsi in Oriente con un’ambasciata ufficiale da parte di papa Innocenzo IV lasciando un documento scritto del suo percorso ben prima del più famoso Marco Polo. Il racconto è stato ricostruito in musica da Umbria Ensemble con la consulenza etnomusicologa di Corrado Vitale, che ha anche curato le trascrizioni delle musiche e delle melodie del periodo in cui visse il frate umbro. La narrazione si snoda sulle parole del libro Historia Mongalorum, l’opera più autorevole per la conoscenza della figura di fra Giovanni da Pian di Carpine, che la redasse in parte durante il cammino e in parte a Roma; e del resoconto del suo lunghissimo e avventuroso viaggio in Mongolia (1245-1247). In quest’opera, in cui scrisse degli usi e costumi dei Mongoli ma anche delle loro tecniche di guerra, questo francescano è il primo a svelare agli europei i segreti di quell’Estremo Oriente per secoli temuto e favoleggiato. Le parole scritte dallo stesso Giovanni saranno recitate da Claudio Carini della Fontemaggiore. L’evento – ad ingresso libero – sarà aperto dai saluti delle autorità istituzionali italiane e mongole, laiche e religiose; e da una breve introduzione storica e musicologica a cura di Franco Mezzanotte e del musicologo Corrado Vitale. All'evento parteciperà anche l'ambasciatore della Mongolia in Italia Odonbaatar (fonte agenparl.com). Nell'illustrazione, fra Giovanni al cospetto del Khan.

 PRIMO PIANO
Dal 1° gennaio 2016
torna l'obbligo del visto


26 novembre 2015

Buone e cattive notizie dal fronte Italia-Mongolia. Com'è consuetudine, cominciamo da quelle "cattive". Dal 1° gennaio 2016 torna l'obbligo del visto sui passaporti dei cittadini italiani che si recano in Mongolia. È una misura di sicurezza legata, non solo alla minaccia globale del terrorismo, ma anche allo svolgimento dell'Asem, il summit Europa-Asia che si terrà proprio a Ulaanbaatar nel 2016 e che richiede un innalzamento del margine di sicurezza. È probabile però, come ha anticipato l'Ambasciatore Shijeekhuu Odonbaatar in un incontro a Roma con Alberto e Chiara Colombo (collaboratori di mongolia.it e in rappresentanza di Associm), che l'obbligo del visto potrà essere di nuovo cancellato dal 2017. Intanto però l'unico modo per ottenerlo è attraverso l'Ambasciata della Mongolia a Roma, via Bellini 4, telefono 06 8540536, email italy@mfa.gov.mn. Le buone notizie sono legate all'anticipazione del Ministro Gentiloni che ha annunciato la prossima apertura di un'Ambasciata italiana a Ulaanbaatar. Al momento il riferimento è quella cinese di Pechino. Nella foto (di Ennio Cusano), l'Ambasciatore Odonbaatar Vai al sito dell'Ambasciata della Mongolia a Roma

 CONTRIBUTI
Un raro reportage
dalla Mongolia del 1957


24 novembre 2015

Umberto Mannocchi, presidente dell'Associazione Mongolia-Italia, ha inviato a mongolia.it questo articolo raro e prezioso dedicato alla Mongolia. Si tratta di una pubblicazione risalente al febbraio 1957 sulla rivista "L'illustrazione italiana", corredata da immagini straordinarie. Il reportage, che potete vedere nell'originale aprendo il documento pdf allegato, si intitola "Mongolia, un sassolino negli stivali di Mao" e racconta la situazione di un Paese in quell'epoca satellite dell'Unione Sovietica ma ancora legato, nel bene e nel male, alla Cina. Una lettura emozionante, che si conclude con una frase a suo modo storica: "Si stenterebbe a credere che questo paese di deserti e di steppe, percorso dalle file dei mongoli nomadi issati fra le due gobbe dei loro cammelli, armati ancora di archi degni di Gengis Khan, possa costituire la posta eventuale di una lotta politica sotterranea e silenziosa".


Mongolia, un sassolino negli stivali di Mao (L'illustrazione italiana 1957)
 PRIMO PIANO
Ridotta in Mongolia
la mortalità materna


16 novembre 2015

Negli ultimi 25 anni, il rischio per una donna di morire per cause legate alla gravidanza è sceso, a livello globale, del 43 per cento ma, per quanto indubbiamente positivo, questo risultato è ben al di sotto di quanto sperato. Uno dei Millenium Goals fissati dalle Nazioni Unite e dalla Banca Mondiale era infatti quello di abbattere del 75 entro il 2015 i tassi di questo tipo di mortalità rispetto a quelli del 1990. A riferirlo è uno studio pubblicato su "The Lancet", frutto della collaborazione tra l'Organizzazione mondiale della sanità, l'Università del Massachusetts ad Amherst, la Harvard University e l'Università della California a Berkeley. Solo nove paesi hanno centrato l'obiettivo del 75 per cento: Bhutan (da 945 a 148), Capo Verde (da 256 a 42), Cambogia (da 1020 a 161), Iran (da 123 a 25), Laos (da 905 a 197), Maldive (da 677 a 68), Mongolia (da 186 a 44), Rwanda (da 1300 a 290) e Timor Est (da 1080 a 215). Molti altri paesi in via di sviluppo hanno invece ancora valori di mortalità materna molto elevata: la media dell'Africa sub-sahariana è di 546 morti per 100.000 nati vivi. All'estremo opposto della scala vi sono dieci paesi che hanno un tasso di mortalità materna inferiore a 5: Austria, Bielorussia, Repubblica Ceca, Finlandia, Grecia, Islanda, Italia, Kuwait, Polonia e Svezia. Anche i tassi di decrescita sono molto differenziati: dieci paesi (Bielorussia, Cambogia, Estonia, Kazakistan, Libano, Mongolia, Polonia, Rwanda, Timor Est e Turchia) hanno ridotto la mortalità a un tasso annuo compreso fra il 7 e il 5 per cento, mentre a livello regionale l'Asia orientale è quella che ha registrato la riduzione media più veloce (5 per cento all'anno). Il minimo è stato invece registrato nella regione caraibica (1,8 per cento), dove in alcuni paesi c'è stato addirittura un aumento della mortalità (in Guyana si è passati da  171 a 229 e alle Bahamas da 46 a 80). (fonte lescienze.it)

 PRIMO PIANO
Arriva il grande gelo,
temperature verso i meno 30


16 novembre 2015

In Mongolia è in arrivo il grande freddo. Nella capitale Ulaanbaatar lunedì 16 novembre il termomentro è sceso a meno 22 gradi, ma le previsioni parlano di meno 30 già nella prossima settimana per precipitare ulteriormente a oltre meno 40 dal mese di dicembre. In alcune zone si sono raggiunti già i meno 32 gradi centigradi. Tempeste di neve arriveranno da giovedì 19 novembre. Per i nomadi come sempre sarà un inverno micidiale: le greggi verrano decimate e gli stessi pastori saranno a grave rischio sopravvivenza. È un massacro che si consuma sistematicamente da novembre a febbraio, con il fenomeno devastante dello zud, il congelamento del terreno (permafrost) che impedisce agli animali di accedere al terreno e al nutrimento: mongolia.it terrà monitorata la situazione nelle varie regioni, cercando dove possibile di intervenire con aiuti umanitari e sensibilizzazione, grazie anche ai contatti con missioni laiche e religiose, associazioni e ospedali locali. 

 PRIMO PIANO
Accordo Miat-Alitalia,
nuovi voli per la Mongolia


12 novembre 2015

Miat Mongolian Airlines, vettore di linea asiatico rappresentato in Italia da Aviareps, grazie al nuovo accordo interline con Alitalia offre ora collegamenti dall’Italia, via Francoforte e Berlino Tegel, verso Ulaanbaatar in Mongolia. L’accordo prevede voli dalle principali città italiane, Milano e Roma, con la possibilità di aggiungere collegamenti nazionali da/per entrambe le città. Resta confermato anche l’accordo con il partner Air Berlin per i collegamenti dall’Italia, via Berlino Tegel, verso Ulaanbaatar. Nell’estate del 2016, Miat Mongolian Airlines aggiungerà una nuova rotta da/per Francoforte: a partire dal 19 giugno 2016, due voli settimanali no stop partiranno da Francoforte per la capitale della Mongolia. Il collegamento sarà operato ogni giovedì e domenica con Boeing 767-300 configurati in due classi. Per i collegamenti da/per Berlino Tegel, il vettore opera al momento con 2 voli settimanali via Mosca, ogni mercoledì e sabato, con un terzo collegamento, il venerdì, attivo a partire dall’8 luglio 2016. La flotta di Miat Mongolian Airlines è composta da 5 aeromobili: tre Boeing 737-800, un Boeing 767-300 e un Boeing 767-300ER. Tutti gli aeromobili presentano 2 classi di bordo.

 APPUNTAMENTI
Venerdì 20 novembre
la Mongolia a Lumezzane


12 novembre 2015

L’Associazione Amici dell’Arte di Lumezzane propone due serate da non perdere per gli appassionati di cultura e arte. Si parte venerdì 13 novembre, alle ore 20.30, presso la sede dell’Associazione, con la performance e laboratorio del maestro Tiziano Calcari. Mentre, venerdì 20 novembre, sempre alle ore 20.30 alla sede dell’Associazione, si parlerà della “Mongolia. La cultura nomade, il fascino del buddhismo, una terra estrema”. La sede è in via Matteotti a Lumezzane Pieve (Bs). L'ingresso è libero.

 PRIMO PIANO
Cina e Mongolia, rapporti
sempre più stretti


11 novembre 2015

Il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato il capo di stato della Mongolia, Tsakhiagiin Elbegdorj, nella Grande Sala del Popolo di Pechino. I due leader hanno concorato sulla necessità di lavorare insieme per promuovere uno sviluppo continuo della partnership strategica globale tra Cina e Mongolia, portando così benefici ai popoli dei due Paesi. Xi Jinping ha affermato che la Cina presta molta attenzione alle relazioni con la Mongolia, e che le colloca in una posizione di rilevo nella sua agenda diplomatica. Il presidente cinese ha inoltre affermato che la Cina sostiene il rafforzamento degli scambi e cooperazione tra Cina, Mongolia e Russia, per completare al più presto il programma per il corridoio economico tra i tre paesi. Xi Jinping ha infine concluso che la Cina intende continuare a scambiare le proprie opinioni con la Mongolia su questioni importanti, e a cooperare nello spirito di salvaguardia della pace, della stabilità, e della giustizia a livello regionale e globale. Nella foto, Xi Jinping ed Elbegdorj.

 SOLIDARIETA'
Associazione Italia Mongolia
regala il sorriso a un bimbo


6 novembre 2015

L’Associazione Italia Mongolia, nell’ambito della propria mission istituzionale che prevede oltre ad attività culturali e aiuti umanitari particolarmente rivolti all’ infanzia della Mongolia, ha recentemente aderito alla richiesta di l’aiuto di una giovane mamma di Ulaanbaatar per suo figlio di tre anni gravemente ammalato. La richiesta di aiuto è stata inoltrata dalla madre del piccolo paziente (Enkh-Uils) a un nostro socio, con cui la richiedente aveva, in passato, collaborato saltuariamente in terra di Mongolia. La mamma, Bayarkhuu doveva far operare, con urgenza, il piccolo al cuore, con un intervento assolutamente necessario pena il decesso del piccolo, ma la stessa pur facendo un doppio lavoro non riusciva a reperire la somma necessaria che l’ospedale esigeva per l’operazione. In realtà bisogna dire che l’operazione è di fatto gratuita ma i chirurghi dovevano reperire sul mercato esterno i materiali necessari per eseguire l’operazione. L’associazione si è fatta carico del reperimento, tramite i propri soci, della somma necessaria che ha provveduto ad inviare tempestivamente in Mongolia. Domenica 1 novembre abbiamo ricevuto un messaggio con cui la madre annunciava che il bambino era stato operato il giorno precedente e che l’operazione era andata bene. Il piccolo paziente ancora dormiva nella camera sterile, ancora sotto l’effetto dell’anestesia. Come Associazione facciamo un plauso al personale medico del 1st hospital e al chirurgo Oyunchimeg. La madre del piccolo è felice e noi pure.

 AMBIENTE
Antilopi saiga
a rischio estinzione


4 novembre 2015

Oltre la metà della popolazione mondiale di saighe, una specie rarissima di antilope considerata tra gli animali a maggior rischio d'estinzione, è morta nel giro di un paio di settimane, e a distanza di mesi gli esperti ancora non sanno il perché. Dell'animale, un tempo diffuso nelle steppe euroasiatiche e oggi confinato in poche aree di Kazakistan, Russia, Mongolia, nella primavera scorsa si era registrato un numero impressionante di decessi, inizialmente stimato in 120mila esemplari. Ma il bilancio ora è stato corretto al rialzo fino ad arrivare ad almeno 211mila esemplari, e le previsioni sulla sopravvivenza della specie sono tutt'altro che rosee. L'argomento è stato affrontato la settimana scorsa in Uzbekistan con i rappresentanti dei Paesi interessati. Le analisi di campioni di terreno e acqua hanno escluso presenze significative di tossine e inquinanti. Tolto l'avvelenamento, una delle possibili cause sembrerebbe essere un batterio, chiamato pasteurella, presente nelle antilopi in uno stato dormiente, e "svegliato" da fattori ambientali. Per il professor Richard A. Kock del Royal Veterinary College londinese, intervistato dal New York Times, il cambiamento climatico, con l'aumento delle temperature, potrebbe aver indebolito le difese delle antilopi ed essere quindi tra le cause del risveglio del batterio, che si è trasformato in un patogeno letale portando alla morte degli animali nell'arco di poche ore. In questa eventualità, lo scenario è allarmante. "Non è qualcosa a cui la specie può sopravvivere", ha detto Kock. "Se ci sono fattori ambientali scatenanti abbastanza diffusi, si può arrivare all'estinzione entro un anno". (fonte e foto Ansa)

 CONTRIBUTI
La Mongolia di Gloria
tra immagini e sorprese


3 novembre 2015

Un nuovo avvincente (e prezioso) diario si aggiunge al già consistente numero del nostro archivio. È quello di Gloria Boscaini che racconta la "sua Mongolia" attraverso una serie di riflessioni e considerazioni illuminanti accompagnate da 10 splendide immagini. Un viaggio durato quasi un mese, che ha toccato alcune delle mete più suggestive, ma con qualche sorpresa. Ad esempio il Lago Zuun Nuur, frequentato pochissimo dai visitatori e giudicato invece da Gloria: "Un posto paradisiaco, nel nulla, tra capre, yak e pastori locali che ci hanno mostrato con orgoglio le loro prede; unici ospiti nel campo gher, ci siamo sentiti totalmente avvolti dalla pace". Leggi il diario completo

 PRIMO PIANO
Da Roma a Expo, rapporti
solidi fra Italia e Mongolia


1 novembre 2015

Expo chiude i battenti con un bilancio eccellente e con un "colpo di coda" della Mongolia che, pur non essendo presente con uno stand ufficiale, si è distinta per il miglior progetto ecosostenibile e per una giornata all'insegna della cultura e della diplomazia, in occasione dei 45 anni di relazioni fra Italia e Mongolia. Molti gli incontri ufficiali, tra Roma e Milano, che hanno coinvolto i Ministri degli Esteri della Mongolia Lundeg Purevsuren e quello italiano Paolo Gentiloni, che ha anche assicurato l'appoggio del nostro Paese per il prossimo vertice Asem che verrà ospitato a Ulaanbaatar nel 2016. La delegazione, guidata dall'Ambasciatore mongolo a Roma Shijeekhuu Odonbaatar, si è poi trasferita a Milano per visitare Expo e inaugurare la Giornata culturale della Mongolia a cui hanno preso parte anche il Commissario generale Bruno Antonio Pasquino e il Console Onorario della Mongolia per la Toscana Piero Bardazzi (nella foto), prima dell'incontro a Palazzo Marino con il sindaco di Milano Giuliano Pisapia.

 AMBIENTE
Energia solare, presto
un nuovo impianto


30 ottobre 2015

Sono iniziati i lavori per la costruzione di un impianto per l’energia solare da 8MW. Sarà costruito nei pressi della miniera di carbone Bayanteeg, situata nel sum Nariin-Teel, nella provincia di Uvurkhangai. La Corea del Sud fornirà 25 milioni di dollari per finanziare la realizzazione della nuova centrale. Questo impianto diventerà un'ulteriore fonte di energia elettrica per la provincia di Uvurkhangai e di Bayankhongor. (fonte Associm)

 PRIMO PIANO
La Mongolia a Milano
C'è anche Pisapia


25 ottobre 2015

Il Sindaco Giuliano Pisapia ha incontrato a Palazzo Marino il Ministro degli Esteri della Mongolia Lundeg Purevsuren (foto), accompagnato dall'Ambasciatore a Roma Odoonbaatar Shijeekhuu. Milano è stata la seconda tappa della missione in Italia del Ministro nell'anno in cui si celebrano i 45 anni di relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Nel corso del colloquio si è parlato dell'opportunità di rafforzare ulteriormente la collaborazione tra la capitale Ulaanbaatar e Milano, che il ministro ha auspicato possa essere il ponte tra l'Italia e la Mongolia per la futura collaborazione economica e culturale, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese dei due Paesi. Tessile-abbigliamento, design e agro-alimentare i settori in cui viene richiesta lo scambio di tecnologia. Oltre a complimentarsi per il successo di Expo 2015, che il ministro ha visitato in mattinata, l'ospite ha anche ringraziato per lo scambio di informazioni in corso sul fronte della sicurezza e della mobilità urbana per la preparazione del Vertice ASEM tra i capi di stato di Europa e Asia che Ulan Bator ospiterà il prossimo luglio dopo quello svoltosi a Milano lo scorso ottobre.

 CULTURA
La Mongolia all'Expo
tra diplomazia e cultura


23 ottobre 2015

Mongolia protagonista all'Expo sabato 24 ottobre. Il Ministro degli Esteri mongolo Purevsuren Lundeg sarà nel centro espositivo di Milano in occasione di una giornata tutta all'insegna della Mongolia, tra diplomazia e cultura. Alle 10.30 la delegazione arriverà all'entrata Vip (Cargo 8) accolta dalla Commissione generale Expo e si trasferirà all'Expo Center Open Plaza dove il Commissario Generale Bruno Antonio Pasquino darà il benvenuto ufficiale e la bandiera della Mongolia sarà issata sul pennone. All'iniziativa sarà presente anche Alberto e Chiara Colombo, collaboratori di mongolia.it, in rappresentanza di Associm, Camera di Commercio italo mongola. Dalle 10.45 si succederanno diverse iniziative che culmineranno con un grande concerto, a cui prenderanno parte numerosi artisti della Mongolia che presenteranno una serie di suggestive canzoni tradizionali, danze e arie di lirica italiana. L'evento sarà presentato dalla cantante lirica Ayana Sambuu (nella foto), collaboratrice di mongolia.it, che interpreterà anche l'Aria di Rosina dal Barbiere di Siviglia di Rossini.

 CULTURA
Fra' Giovanni avvicina
Magione a Kharkhorin


22 ottobre 2015

Fra’ Giovanni avvicina Magione a Kharakhorin (l'antica capitale dell'impero mongolo Karakorum). Impegnati a Torino per scambi e progetti con l’Italia non hanno voluto mancare una visita a Magione il sindaco di Kharkhorin, Enkhbat Lamzav e il vicegovernatore Bajargal Osorkhuu legati a questa città dalla figura di fra' Giovani da Pian di Carpine. Ad organizzare la visita Alfredo Savino, console onorario d’Italia in Mongolia; padre Giorgio Marengo, della congregazione della Consolata missionario in Mongolia da dodici anni; e Umberto Mannocchi, presidente del comitato Giovanni da Pian di Carpine. All’incontro, che si è tenuto nella sala del consiglio comunale, proprio sotto il dipinto che ritrae uno dei momenti salienti del viaggio di fra Giovanni: la consegna della lettera di papa Innocenzo IV al Gran Khan; erano presenti: il sindaco Giacomo Chiodini, Vanni Ruggeri delegato alla cultura del Comune, Umberto Mannocchi e molti cittadini. Il rapporto tra Magione e la città di Kharkhorin si formalizza nel 1997 con la costituzione a Magione del comitato Italia-Mongolia, come testimonia la targa apposta a fianco della biblioteca. Gli eventi più salienti di questo consolidato rapporto sono il viaggio di Fausto Carloni partito per la Mongolia da Magione che, al suo ritorno, ha fatto vedere per la prima volta, nel paese di fra' Giovanni, i luoghi del viaggio che il francescano fece nel 1245. Altro momento fondamentale del rapporto tra Magione e Mongolia è stata la mostra etnologica allestita presso la Torre del Lambardi nel 2007. In esposizione importanti testimonianze della cultura mongola tra cui una gher, tipica abitazione della popolazione un tempo nomade. Tutto il materiale fu concesso dall’associazione Soyombo di cui è segretario generale Giancarlo Ventura. Negli anni il rapporto con Magione si è consolidato anche grazie al direttore del centro culturale italiano in Mongolia L.Nyamaa a promotrice di una convenzione tra Università per Stranieri di Perugia, Adisu di Perugia (agenzia per il diritto allo studio universitario), Comune di Magione e Comitato Giovanni da Pian di Carpine allo scopo di consentire a studenti della Mongolia di studiare italiano nel capoluogo perugino. La traduzione in mongolo dell’Historia Mongalorum, l’importante documento della cultura mongola della metà del Duecento scritto da fra Giovanni da a conclusione nel viaggio, ha rappresentato un altro importante tassello del percorso che potrebbe concludersi con un gemellaggio tra le due città. (fonte trasimenooggi.it)

 AMBIENTE
Da Mongolia e Nepal
gli antenati dei cani


20 ottobre 2015

Il più fedele e adorato amico dell'uomo, il cane, ha avuto origine dai lupi dell'Asia Centrale, più precisamente da Mongolia e Nepal, addomesticati dai residenti locali per traformali in compagni di caccia. È quanto emerge, riferisce la Bbc, dal più vasto studio genetico del Dna delle migliaia di razze opubblicato sulla prestigiosa rivista Pnas. La ricerca è stata condotta dal dottor Adam Bokyo della statunitense Cornell University sulla base di 4.676 esemplari di razza pura e 549 'bastardini', frutto di incroci (fonte Agi, foto Federico Pistone)

 AMBIENTE
Uova fossili rivelano
temperatura dei dinosauri


14 ottobre 2015

Rivelata per la prima volta la temperatura corporea dei dinosauri grazie all'analisi delle uova fossili. Lo studio, pubblicato nella rivista Nature Communications, è stato coordinato da Robert Eagle, dell'Università della California a Berkeley. Ha stabilito che la temperatura dei grandi sauropodi era di circa 37 gradi, mentre quella dei piccoli raptor era di circa 32. Orientativamente il livello di calore corporeo di questi rettili può essere collocato tra quella dei coccodrilli e quella degli uccelli moderni. La scoperta è stata fatta sulla base dell'analisi della composizione del carbonato di calcio dei gusci d'uovo fossili scoperti in Argentina e Mongolia. "La tecnica permette di calcolare la temperatura corporea interna della femmina di dinosauro al momento della formazione delle uova", ha detto Aradhna Tripati, dell'Università della California a Los Angeles. Le uova scoperte in Argentina sono di sauropodi e hanno circa 80 milioni di anni, mentre le uova di raptor (piccoli dinosauri parenti del Tyrannosaurus rex e degli uccelli) sono state deposte in quella che è l'attuale Mongolia, nel periodo compreso tra 71 e 75 milioni di anni fa. Eagle ha affermato che "i dinosauri producevano calore e riuscivano ad aumentare la temperatura corporea rispetto a quella dell'ambiente, ma non riuscivano a mantenerla come fanno gli uccelli". (fonte repubblica.it)

 CONTRIBUTI
Ester, l'artista italiana
che racconta la Mongolia


12 ottobre 2015

Ester Bozzoni è un'artista bresciana che si è trasferita in Mongolia insieme al marito disegnatore e, insieme, hanno avviato un progetto per la realizzazione di "Secret of the blue sky", una graphic novel ambientata proprio in Mongolia. La nostra Ayana Sambuu ha intervistato in esclusiva Ester nel suo "Punto d'incontro": sono emersi molti aspetti davvero interessanti del rapporto di una giovane italiana, appassionata di cinema sulla vita in Mongolia del periodo pre-sovietico, con una terra così diversa ma già entrata profondamente nella sua anima. Ester Bozzoni traccia con brillantezza e lucidità il ritratto di un Paese sorprendente, e della sua capitale, Ulaanbaatar ("una città che trovo ogni giorno più affascinante", offrendo anche consigli molto utili per chi decide di visitare la Mongolia o addirittura di venirci a vivere e lavorare: "Si tende a presentare la Mongolia come un paese incontaminato - dice Ester - dove la tradizione nomade e il contatto con la natura ne fanno l’identità. Vivendo nella capitale e considerando anche quel poco che ho visto fuori Ulaanbaatar, questo ritratto non corrisponde alla realtà, piuttosto insegue un ideale col quale i mongoli non si identificano. Vorrei che gli italiani fossero più informati sulla storia recente della Mongolia, soprattutto riguardo ai grandi cambiamenti avvenuti durante e dopo la caduta del regime sovietico. Penso che ciò sia lampante nella capitale, la quale, non va dimenticato, rappresenta la realtà quotidiana della metà della popolazione totale". Leggi l'intervista completa

 CONTRIBUTI
La Mongolia di Marinella
tra profumi, aquile e yak


12 ottobre 2015

Un diario molto speciale, quello di Marinella Bessone, che in poche impressioni ha elencato "le cose più belle" del suo viaggio in Mongolia, accompagnandole con immagini molto suggestive, da Sud a Nord, dall'Altai al Gobi. Tra i ricordi "indimenticabili": il profumo dell'erba, gli spazi confinati, gli yak che giocano, i cavalieri, la sorprendente cucina, l'aglio selvatico del Gobi, le aquile, i falchi e gli scoiattoli e le gher (stufa, dormite e capocciate comprese). Nella foto, un cacciatore con l'aquila dell'Altai. Vai a tutti i DIARI

 SPORT
Non di solo calcio...
Le passioni della Mongolia


12 ottobre 2015

Non di solo calcio vive il mondo, assicura bergamopost.it che disegna una mappa degli sport più amati, Paese per Paese. C'è anche (e soprattutto)  la Mongolia: "La mappa dello sport è una gigantesca tavolozza colorata di arcobaleno. Negli Usa si sono inventati un sacco di cose e ovviamente va per la maggiore il baseball, che piace tanto ai venezuelani e ai cubani, e poi il football americano. Ovviamente c’è il basket, uno degli sport più popolari del mondo, non solo negli States. Dove allora? In Lituania la pallacanestro è una vera e propria religione, così come in Lettonia e nelle Filippine. In Mongolia fanno wrestling, che non è lo stesso che si vede in tv, ma è una disciplina antichissima che comprende la lotta ma anche il tiro con l’arco e l’equitazione. Oltre 1,5 milioni di abitanti segue questa disciplina come qualcosa di davvero religioso. In Irlanda giocano a calcio. Sì, ma quello gaelico. Per i 2 milioni di abitanti il giorno della finale è qualcosa di metafisico: Dublino si ferma (quasi)". Nella mappa, i Paesi in verde praticano il calcio come sport nazionale; la Cina in viola rappresenta il tennis da tavolo, mentre la Mongolia, in giallo, il wrestling inteso però nell'accezione più nobile e antica.

 CULTURA
Il cielo di Mongolia
svelato in un fumetto


1 ottobre 2015

Cosa hanno in comune una ragazza italiana e un guerriero mongolo del 1300? È un intreccio di vite quello raccontato tra le pagine di “Secret of the blue sky”. Massimiliano “Max” Regoli e Ester Bozzoni, autori di questa graphic novel, vogliono raccontare le emozionanti leggende popolari e le credenze religiose di Ulaanbaatar, capitale della Mongolia, città dove i due si sono trasferiti nel 2014. Le due storie parallele però non si basano soltanto sulla fantasia, ma sono ricche di riferimenti storici: gli artisti sul loro sito spiegano che gli abiti, le armi, gli ornamenti e la vita militare rappresentano fedelmente l’epoca del grande impero mongolo. Il progetto è stato inserito su kickstarter, sito di crowdfunding, per raccogliere i fondi necessari alla realizzazione. Il primo traguardo è sviluppare la versione digitale dell’opera (in italiano e inglese) e solo successivamente anche il prodotto cartaceo in lingua mongola. (fonte ilgiornaledibrescia.it)

 EDICOLA
Con il Messaggero
sulla Transmongolica


30 settembre 2015

Un viaggio con la Transmongolica, la leggendaria linea ferroviaria che unisce Mosca a Pechino attraversando il territorio mongolo, è un'esperienza straordinaria. Ce la racconta Sabrina Quartieri nella sezione Viaggi de il Messaggero. Ecco il testo dedicato al tratto mongolo: “La Mongolia è meglio averla vista una volta, che averne sentito parlare mille volte”, recita un proverbio locale. Le formalità di attraversamento del confine si svolgono comodamente a bordo. Entrati in territorio mongolo si respira subito il radicato misticismo di un grande popolo nomade dal passato glorioso (ci fu un tempo in cui i discendenti di Gengis Khan conquistarono gran parte della Cina). Se nella capitale Ulan Baator si visitano il monastero Gandan e il museo dei Lama, spingendosi verso fuori ci si ritrova immersi tra le montagne, tra scenari naturalistici che conducono (in bus) fino al villaggio di yurte, le abitazioni tradizionali mongole fatte di legno e di tappeti di feltro di lana di pecora. Indimenticabile, durante l’insolita escursione, il pranzo assieme ai nomadi del luogo, pastori e allevatori di cavalli. La magia dell’inesplorata Mongolia accompagna il visitatore fino al deserto del Gobi, antica terra di dinosauri". Leggi l'intero articolo

 EDICOLA
Sul Corriere la Mongolia
e il ritorno dei pascoli


22 settembre 2015

"Così nell'arida Mongolia tornano verde e pascoli". Il Corriere della Sera di oggi dedica le due consuete pagine su Expo ai migliori progetti ecosostenibili del pianeta, aprendo proprio con il caso della Mongolia. Paolo Foschini ed Elisabetta Soglio, che firmano il servizio, descrivono il Green Gold Project, avviato dal ministero dell'agricoltura: "In pratica si trattava, dopo averli letteralmente cercati e inseguiti per mesi in un territorio vastissimo e maestosamente ostico quale è la Mongolia, di insegnare ai pastori a fare cose per loro contraddittorie: come bloccare per alcuni periodi dell’anno la libera circolazione del bestiame; o ridurre il numero di animali all’interno delle mandrie. Certo, la contropartita sarebbe stata, col tempo, un progressivo rinverdimento della terra. Ma col tempo. E fare un sacrificio senza vedere i risultati subito, si sa, è molto difficile. A maggior ragione dopo gli ultimi rigidissimi inverni mongoli che già avevano decimato le mandrie per conto loro. Ma la campagna d’informazione ha funzionato. Col contributo decisivo, e ovvio, di un aiuto economico del governo alle famiglie che partecipavano. E i risultati alla fine sono arrivati: in sette anni oltre 3 milioni di ettari sono tornati a disposizione come terre da pascolo. E sono nate 66 associazioni organizzate di pastori (Pugs), via via riconosciute dal governo, grazie alle quali il piano stesso potrà essere portato avanti — questa è la speranza — e ampliato ulteriormente".

 SOLIDARIETA'
Dal Lido di Camaiore
un aiuto ai bimbi mongoli


22 settembre 2015

Nella suggestiva cornice del Park Hotel Villa Ariston del Lido di Camaiore si è tenuta una cena galà di beneficenza in favore dei bambini che abitano nelle zone remote della Mongolia, organizzata dall'associazione Italia-Mongolia presieduta da Emma Maffucci. Un aiuto concreto per le scuole mongole con la fornitura di computer (offerti dalla Fondazione Monte Paschi di Siena) ma anche libri, forniti dall'Unicef di Perugia, di medicine (Banco Farmaceutico italiano), presidi sanitari (a cura del San Giovanni di Dio con il dott. Mauro Battisti),  oltre all'inserimento nel programma scolastico della lingue e della cultura italiana, con la prof. Iva Catarinelli, per stabilire una connessione ancora più salda fra i due Paesi. L'iniziativa è stata appoggiata dell'Ambasciata della Mongolia, rappresentata da Myagmarsuren Ochirsukh, primo segretario ed interprete dell'Ambasciatore Sh.Odonbaatar, che ha espresso gratitudine. Ospite speciale della serata Ayana Sambuu, cantante lirica mongola di livello internazionale, che ha incantato il pubblico presente con la sua meravigliosa voce. Per lei standing ovation.

 SOLIDARIETA'
Scuola di Orbit: l'appello
delle missionarie salesiane


21 settembre 2015

Continua il prezioso e faticoso lavoro delle missionarie salesiane in Mongolia, che hanno già realizzato opere importantissime legate soprattutto all'educazione scolastica nella periferia di Ulaanbaatar, con la costruzione della scuola diocesana di Orbit: l'asilo è attualmente frequentato da 140 bambini, mentre alla scuola elementare sono iscritti 35 alunni. Ma i lavori continuano. Come riferisce suor Adriana Bricchi, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, "recentemente è iniziata la seconda fase del nostro progetto in Mongolia con la costruzione a Orbit (a 5 minuti a piedi dalla scuola), del Centro Salesiano destinato in parte ad abitazione delle consorelle e in parte allo svolgimento di attività socio-missionarie a favore di bambini /e , e per i così detti “ragazzi di strada”. Il completamento di questa costruzione, già avviata come da foto allegate, è previsto per il 2016 sempre che si riescano a raccogliere da Onlus e privati tutti i fondi necessari. Per questo motivo, pur rendendoci conto del difficile momento, mi permetto di rivolgermi a Voi per un contributo da effettuare come da indicazioni in calce. Se qualcuno di voi avesse l’occasione di visitare questo paese saremo ben liete di mostrarvi la nostra realtà. Don Bosco ci aiuti a ringraziare con dovere chi sostiene I nostri sforzi per essere di aiuto a giovani in diverse difficoltà. Cordiali saluti ed auguri d’ogni bene. Per tutte le sorelle missionarie-Salesiane in Mongolia".

Conto corrente bancario: 
Intestazione: Missione Giovani - FMA Onlus
Codice Fiscale 01871390017
Conto Corrente Banca Popolare di Sondrio - Ag. 1.Roma
Iban IT91V0569603201000008802X26
E' fondamentale che come causale di versamento venga scritto: "Erogazione liberale per l’opera FMA in Mongolia”.
I contributi sono deducibili fiscalmente

 CONTRIBUTI
L'emozionante Mongolia
di Luana e Alberto


10 settembre 2015

Un altro piccolo reportage si aggiunge al nostro Diario: è quello di Luana e Alberto, reduci da un viaggio in Mongolia ed entusiasti della loro esperienza fra i nomadi. "Siamo partiti per la Mongolia con il cuore aperto, e siamo tornati pieni di emozioni, siamo partiti pensando di essere preparati e nonostante tutto ci siamo stupiti, avevamo delle piccole speranze di conoscere e vivere scene di vita vera, e ci siamo ritrovati dentro la magia di un film, un po' spettatori e un po' protagonisti". Così scrivono Luana e Alberto nei loro appunti di viaggio, accompagnati da alcune immagini singolari, come quella che li ritrae insieme ad alcuni lottatori, in tradizionale abito da competizione, nella zona del lago Khuvsgul. Guarda tutti i Diari

 CONTRIBUTI
Brigitte, la regina
dei caffè di UB


3 settembre 2015

Si chiama Brigitte Cummings (nella foto), è tedesca, ed è considerata la regina dei caffé a Ulaanbaatar. Il suo Helmut Sachers Kaffee è da tempo diventato il punto di riferimento per la colazione degli stranieri e dei mongoli nel centro della capitale, grazie soprattutto alla migliore pasticceria europea. Ma Brigitte è anche una persona di cultura e molto attenta ai cambiamenti della società della Mongolia. Ecco com'è nato l'incontro, e l'amicizia, con la cantante lirica Ayana Sambuu, collaboratrice di mongolia.it che l'ha intervistata per la rubrica "Punto d'incontro". Brigitte racconta della sua esperienza, del suo passato in Italia, di arte, musica, musei, ma anche di caffè e pasticceria, e del futuro del Paese che ha scelto, la Mongolia. Leggi l'intervista completa

 EDICOLA
"Mongolia brutta?"
Il flop de ilpost.it


3 settembre 2015

"La Mongolia è brutta?" titola il sito ilpost.it, pensando di cavarsela con quel punto di domanda a un procurato danno di immagine per uno dei Paesi più belli, affascinanti e spirituali del mondo, popolata da gente meravigliosa. Chissà chi ha scritto quell'articoletto, ovviamente non firmato, che è un concentrato di disinformazione e superficialità, ma anche di risibile giornalismo, ispirato dalla "recente visita in Mongolia del vicepresidente degli Stati Uniti" che ha portato "l'attenzione su un paese asiatico - si legge - di cui si sa molto poco". Certamente "molto poco sa" chi ha scritto questo pezzo insulso (e chi ne ha composto il titolo), infrangendo la buona norma di conoscere quello che si dice o si scrive, altrimenti molto meglio stare zitti. Il testo continua: "Ulan Bator, che qualcuno considera 'la capitale più brutta del mondo'". "Qualcuno?!". Qualcuno chi? Anche in questo caso anonimato totale, concetti buttati lì per riempire. Ulaanbaatar può piacere o non piacere, è comunque una città sorprendente e tutta da scoprire, ma certamente la Mongolia è un incanto senza confronti e chi la conosce veramente - certo non il post.it - se ne innamora per sempre. E quel titolo, che non riflette nemmeno quanto scritto nell'articolo (visto che si parla solo della capitale), è il compimento dell'antigiornalismo. Per fortuna, i commenti dei lettori rimediano con giudizi, questi sì, espressi a ragion (e Mongolia) veduta. Guarda (purtroppo) il link Qualcun altro, un po' più autorevole (National Geographic) ha appena eletto la Mongolia il Paese più bello e fotogenico del mondo e ha inserito la sua capitale Ulaanbaatar tra le città più affascinanti e misteriose del pianeta. E prima di esprimere questi concetti in Mongolia c'è andato.

 PRIMO PIANO
Assemblea Osce in Mongolia
con l'incognita Russia


29 agosto 2015

Ulaanbaatar ospiterà dal 15 al 18 settembre l’Assemblea parlamentare dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Nonostante le misure restrittive imposte ai danni della Russia da Unione Europea e Stati Uniti, potrebbe essere presente Sergei Naryshkin, presidente della Camera bassa del parlamento russo. All'inizio di luglio, la Finlandia aveva negato i visti d'ingresso a uomini politici russi invitati a partecipare all'Assemblea parlamentare Osce. Il nome di Naryshkin è nella "lista nera" dell'Unione europea ed era uno dei delegati a cui era stato negato l’ingresso.

 SPORT
Mongolia Bike Challenge
Trionfa l'italiano Pettinà


29 agosto 2015

Nicholas Pettinà regala al G.S. Forestale Cicli Olympia Vittoria un grande successo internazionale, la vittoria dell'edizione 2015 del Mongolia Bike Challenge, dopo l'esordio in terra mongola nel 2014 quando concluse la gara dietro al canadese Cory Wallace. Il corridore di Vittorio Veneto alla fine dopo sette lunghi ed estenuanti giorni ha dato 44' 45'' al campione irlandese marathon Ryan Sherlok mentre sul terzo gradino del podio è salito lo spagnolo Miguel Silvestre Iniesta. Il dominio di Nicholas è stato assoluto ed incontrastato fin dalla prima tappa di questa edizione della corsa ad una velocità di 27,40 km/orari. Pettinà si è imposto in cinque delle sette tappe (prima, seconda, quarta, sesta e settima). Tranne le ultime due tappe, tutte le prime cinque giornate sono state corse su distanze sempre superiori a 113 km e un paio di volte gli atleti hanno dovuto pedalare per 170 km. Classifica finale: 1. Nicholas Pettinà (GS Forestale - Cicli Olympia Vittoria) 30:50:03; 2. Ryan Sherlock (Irlanda) 31:31:18; 3. Miguel Silvestre Iniesta (Spagna) 31:47:34; 4. Yuki Ikeda (Giappone) 32:42:11; 5. Bolor Erdene Enhtaivan (Mongolia) 32:44:07 (fonte pianetamountainbike.it, foto Mongolia Bike Challenge)

 PRIMO PIANO
Un ristorante mongolo
aperto a St. Moritz


22 agosto 2015

Cucina mongola a St. Moritz. Un connubio insolito ma perfettamente riuscito grazie al Royal Mongolian Restaurant inserito nello spettacolare contesto dell'Hotel San Gian: un menu tradizionale mongolo reinterpretato e "personalizzato", grazie anche al servizio buffet che permette una scelta ampia e variegata, compresa l'opzione vegetariana, mantenendo però il riferimento degli ingredienti classici. Tra le scelte un menu "all you can eat a 48 franchi svizzeri (40 per la carta vegetariana). Vai al sito ufficiale. Nella foto (di Agata Colombo), l'ingresso del ristorante.

 SPORT
Mondiali di atletica:
la Mongolia comincia bene


22 agosto 2015

La Mongolia si è presentata con 3 partecipanti ai Campionati Mondiali di atletica leggera in programma a Pechino. Già nella prima competzione, la maratona maschile, un atleta mongolo si è distinto: è il 33enne Ser-Od Bat-Ochir (foto) che si è piazzato al 38° posto con il tempo di 2 ore 32 minuti e 9 secondi, precedendo anche concorrenti sulla carta molto più accreditati. La maratona è stata vinta dall'eritreo Ghebreslassie in 2.12'28'', quarto l'azzurro Ruggero Pertile e 8° Daniele Meucci. Le altre due atlete della Mongolia partecipano alla maratona femminile: sono Otgonbayar Luvsanlundeg, 33 anni, e Bayartsogt Munkhzaya, 21 anni.

 SPORT
Al via il Mongolia
Bike Challenge


21 agosto 2015

Domenica 23 agosto riparte il Mongolia Bike Challenge, spettacolare (e massacrante) competizione ciclistica che si svolge sulle piste mongole. Il favorito è l'italiano Nicholas Pettinà, che già nella passata edizione avrebbe poturo conquistare il successo, se non fosse incappato in un errore di percorso in una delle prime tappe, consegnando la vittoria all'esperto canadese Cory Wallace, che quest'anno però non è fra i partenti. Per l'atleta del Gs Forestale Cicli Olympia Vittoria un'occasione d'oro per rifarsi portando in Italia il trofeo. Altri quattro gli italiani in lizza: Giampietro Marion, Leonardo Bachini, Mattia Paganotti e Cristiano Tomasso. A fare la parte del leone, almeno dal punto di vista numerico, sono gli statunitensi (9), davanti a belgi (8), a spagnoli, australiani (7), italiani e tedeschi (5). Il Mongolia Bike Challenge, diretto come sempre dall'italiano Willy Mulonia, partirà dal Complesso con la Statua di Gengis Khan e si concluderà sabato 29 agosto, dopo 7 giorni e 856 km percorsi. Per ulteriori informazioni www.mongoliabikechallenge.com

 PRIMO PIANO
Una gher a Brunico
per il museo di Messner


17 agosto 2015

La Mongolia a Brunico. Una gher in piena regola domina la piazza dello splendido centro della Val Pusteria per promuovere il Messner Mountain Museum Ripa, dedicato ai popoli della montagna. La foto è stata scattata dalla nostra amica e collaboratrice Agata Colombo. L'MMM Ripa è uno dei sei musei che compongono il Messner Mountain Museum dislocati in località alpine italiane. In particolare il Ripa (il nome deriva dai termini tibetatni Ri, che significa montagna, e Ta (uomo) è stato aperto nel luglio 2011. Come precisa il sito ufficiale: "Il moderno alpinismo è nato 250 anni fa, ma è da più di 10.000 anni che l'uomo abita e frequenta i rilievi montuosi. Da principio ci si recava per cacciare, poi per condurre mandrie e greggi di pascolo in pascolo, quindi vi si stabilì per lavorare la terra e allevare bestiame. Stabilitisi tra i fondali delle valli e i pascoli estivi, i popoli di montagna hanno saputo sviluppare una propria arte della sopravvivenza, una cultura che, al contrario della cultura urbana, si basa sulla responsabilità personale, sulla rinuncia al consumo, sul mutuo aiuto. È a questo modo di vivere, che solo all'osservatore superficiale può apparire diverso da luogo a luogo, che Reinhold Messner dedica il museo MMM Ripa". Guarda il sito ufficiale del museo.

 CULTURA
La grande musica lirica
unisce Italia e Mongolia


13 agosto 2015

Sullo sfondo delle più importanti arie liriche di Rossini, Verdi e Puccini, ma anche di Mozart ed Hendel, Palazzo Chigi a Formello (Roma) ha ospitato un importante evento culturale sull'asse Italia-Mongolia. Oltre cento protagonisti della vita culturale e politica internazionale si sono dati appuntamento, circondati dai quadri di Nathalie von Rittersberg, per assistere in uno splendido chiostro al concerto diretto dal Maestro Stephen Laurence Kramer con una squadra di cantanti di alto livello, d'Italia, Mongolia e anche Spagna, accompagnati dalla pianista russa Victoria Khalilova: Carlo Alberto Gioja (basso baritono), Ayana Sambuu (mezzosoprano), Bruna Bencivenga (soprano), Chinges Jargalsaikhan (basso), Ochirsaikhan Erdene (baritono), Myagmasuren Batbayar (mezzosoprano), Ignacio Prieto (tenore). A introdurre gli artisti il sindaco di Formello Sergio Celestino, l'assessore alla Cultura Barbara Paoli, il Consigliere dell'Ambasciata di Mongolia Enkhbayar Budbazar per l'Ambasciatore Odonbaatar. Fra gli ospiti la senatrice Valeria Cardinali, il Ministro plen. Andrea Perugini, il Rettore dell'Università per Stranieri di Perugia prof. Giovanni Paciullo, il Console dell'Ambasciata di Giappone a Roma Toshiaki Kobayashi, l'Ambasciatore di Indonesia a Roma e molti altri. Perfetta l'organizzazione dell'associazione ViViAmol'Arte, Comune, Municipio di Roma Capitale, Ambasciata della Mongolia a Roma e l'Interocrea Festival di Antrodoco. Tra i presenti anche la principessa Natacha Troubetzkoi e Brigitte Cummings, presidente del Rotary Club della Mongolia, membro di Rotary Club di Hong Kong e membro della International Female Association of Mongolia. Guarda una parte del concerto della Cenerentola 

 EDICOLA
Sul Corriere il caso
di Tuya e Tuvchinj


9 agosto 2015

Il Corriere della Sera dedica una doppia pagina all'"esodo dei migranti ambientali", aprendo la rassegna proprio con la Mongolia. Le immagini sono del 38enne fotografo milanese Alessandro Grassani. Ecco il testo che accompagna la foto principale: Erdene Tuya, 29 anni, si sveglia con il figlio di tre anni Tuvchinj che tiene abbracciata una pecorella. Il marito e un altro figlio di sei anni sono andati a prendersi cura del gregge. Le foto sono state scattate nel 2011 dopo un inverno rigidissimo che ha portato 20 mila pastori a migrare verso la capitale, Ulan Bator, la cui popolazione è raddoppiata negli ultimi 20 anni. Un inverno persino più tremendo di quello del 1944 che ha impresso un ricordo indelebile nella memoria di chi l’ha vissuto. Negli ultimi 15 anni si sono verificati inverni straordinari per ben quattro volte. Le foto sono di Alessandro Grassani, fotografo milanese, che ha realizzato reportage sulle migrazioni a cuasa del clima in Mongolia, Bangladesh, Kenya. Vai alla pagina di Corriere.it

 APPUNTAMENTI
Gli Hosoo Transmongolia
agli Arcipelaghi sonori


8 agosto 2015

Ritorna in provincia di Modena il festival internazionale di musica etnica “Arcipelaghi sonori”, organizzato dal Comune di San Cesario sul Panaro. La prima serata, giovedì 20 agosto, si apre con un gruppo molisano, i Patrios, a cui seguirà il gruppo mongolo degli Hosoo Transmongolia. Come ricorda Modenatoday si tratta di un "gruppo molto particolare. Provenienti tutti dai monti Altai della Mongolia Occidentale gli Hosoo Transmongolia hanno un’eccellente educazione nel canto armonico oltre ad essere virtuosi suonatori di strumenti tradizionali mongoli come il violino con tastiera a testa di cavallo, il violino basso, l’oboe mongolo e altri vari strumenti a pizzico e a corde. Il loro canto è in grado di esprimere una gioia di vivere lieta e piena di rispetto per tutte le cose e le contaminazioni con il mondo occidentale non hanno intaccato il legame con la tradizione mongola". Per approfondire

 CULTURA
Università di Trento,
In Mongolia con Erasmus+


8 agosto 2015

C'è anche la Mongolia fra le destinazioni dell'Università di Trento, che si è aggiudicata un finanziamento di oltre 865mila euro nell’ambito del nuovo programma Erasmus+ per azioni volte alla promozione della mobilità internazionale. Il finanziamento servirà per attuare progetti di mobilità internazionale nei prossimi 24 mesi per fini di studio e docenza rivolti sia a studenti che a docenti in entrambe le direzioni. Le borse di studio per gli studenti outgoing saranno di 650 euro/mese per permanenze di 4 o 5 mesi, quelle per gli studenti stranieri che trascorreranno un periodo di studio presso l’Ateneo trentino (incoming) saranno di 850 euro/mese, oltre a un contributo per le spese di viaggio. Tra le destinazioni che studenti e staff potranno scegliere ci sono: Israele, Russia, Cina, Filippine, Tailandia, Vietnam, Mongolia, India, Brasile, Cile, Messico, Paraguay, Sudafrica, Australia, Canada, Giappone, Nuova Zelanda, Singapore e Stati Uniti. Il programma europeo Erasmus+ prevede infatti un’apertura ulteriore della mobilità da e verso i Paesi non-UE (cosiddetti Paesi partner) rispetto al precedente programma LLP-Erasmus e consente alle università europee di presentare una candidatura autonoma.
 

 SPORT
Mondiali di nuoto
anche la Mongolia c'è


5 agosto 2015

Anche la nazionale della Mongolia, coraggiosamente, partecipa ai campionati mondiali di nuoto in svolgimento a Kazan, Russia. Nella 4x100 mista la staffetta mongola ha chiuso la propria batteria all'ottavo posto con il tempo di 4'34''46, molto lontana dal record del mondo centrato dagli Stati Uniti con 3'42''43, ma meritandosi comunque l'applauso del palazzetto. Seguiremo le altre gare in cui sono impegnati gli atleti mongoli.

 SPORT
Calcio East Asian Cup
La Mongolia si arrende


4 agosto 2015

Dopo un avvio strepitoso, la Mongolia perde l'occasione di avanzare alla fase finale dell'East Asian Cup di calcio. Nella prima giornata la nazionale mongola ha battuto 4-0 le Isole Marianne Settentrionali, grazie alle reti di Munkh-Erdene Tuguldur, Soyol-Erdene Gal-Erdene, Bilegt Dashnyam e Altankhuyag Murun, primo giocatore mongolo della storia ad avere ottenunto un contratto da professionista (ora al club thailandese Krabi F.C.). A questo punto, i tifosi mongoli si erano illusi di poter dominare il girone, ma nella seconda giornata i padroni di casa del Guam hanno vinto 2-0 passando al comando della graduatoria, approfittando anche del successo delle Marianne su Macao. Nella terza e decisiva giornata, facile vittoria di Guam sulle Marianne (5-0) mentre la Mongolia si faceva battere da Macao. la classifica finale del girone: Guam 7 (qualificato alla fase finale), Macao 4, Mongolia e Marianne 3. Nella foto (statopotenza.eu), a sinistra, il bomber mongolo Altankhuyag Muren. 

 EDICOLA
Il destino della Mongolia
sul Venerdì di Repubblica


4 agosto 2015

Qual è il destino della Mongolia e delle sue millenarie tradizioni? Se lo chiede Gabriele Battaglia sul Venerdì di Repubblica nell'articolo "Cosa resta della steppa". "Lo sfruttamento intensivo delle miniere - si legge nel sommario - sta cancellando l'antica cultura nomade producendo nuovi ricchi e molte contraddizioni". Tra gli interlocutori l'antropologo David Bellatalla (foto), da anni impegnato sul fronte degli aiuti umanitari in questo Paese, che definisce la Mongolia "terra di miracoli e misteri" e riassume a suo modo il rischio della fina della civiltà nomade: “Perdiamo nostro fratello gemello. È la storia che racconta anche la Bibbia. Dio accetta i regali del pastore Abele e rifiuta quelli dell'agricoltore Caino. Allora quello tira una bastonata in testa al fratello e l'ammazza. Così stiamo facendo noi ora, con i nomadi”. Vai all'articolo completo

 AMBIENTE
Google Earth per studiare
la deforestazione


1 agosto 2015

La lotta alla deforestazione in Mongolia è uno degli obiettivi di Google Earth Engine, lo strumento satellitare presentato alla sede Fao di Roma. Google, in collaborazione con le Ong, le università e altre istituzioni stanno sviluppando questo servizio a fini umanitari, anche per la conservazione degli oceani, il controllo di territori protetti o la mappatura delle epidemie e la lotta alla pesca illegale. Dave Thau, capo della piattaforma digitale di Google Earth Engine, ha spiegato come trasformare i dati satellitari in mappe che gli scienziati possono poi analizzare per affrontare problemi ambientali. "Frammentando le immagini di un territorio e inserendo pixel precedentemente presi nello stesso luogo, si può ovviare anche al problema delle nuvole che impediscono la visione della terra dallo spazio", ha detto Thau. In questo modo è stato possibile scoprire fenomeni che si sono verificati negli ultimi 30 anni, come l'effetto della deforestazione in Mongolia o lo sviluppo urbano della città del Texas, negli Stati Uniti. Nella foto (di Federico Pistone), foreste nella regione del Khentii.
 

 PRIMO PIANO
Governo cede partecipazioni
a 10 imprese statali


31 luglio 2015

Il Governo mongolo sta progettando di rilasciare sul mercato, nel corso di quest’anno e del 2016, le proprie partecipazioni in dieci imprese di proprietà statale, tra cui la miniera di carbone più grande del Paese Tavan Tolgoi, per  rilanciare la crescita economica della Mongolia e cercare di aumentare gli investimenti stranieri. Ad affermarlo è Angar Davaasuren, amministratore delegato della Borsa mongola, secondo cui il Governo intende vendere le proprie partecipazioni in centrali elettriche e altre imprese nazionali, inclusa la propria quota della miniera di carbone di Tavan Tolgoi. Secondo Davaasuren, circa il 20-30 per cento della miniera potrebbe essere offerto agli investitori internazionali nei prossimi due o tre anni. La Mongolia sta così cercando di attirare investitori dall'estero per sviluppare le ingenti risorse naturali che possiede e dare ulteriore impulso alla crescita economica nazionale, che nel 2014 si è attestata attorno all’8%. Entro due mesi, secondo Byambasaikhan Bayanjargal, Amministratore Delegato di Erdenes Mongol LLC che controlla il deposito di carbone da coke, sarà raggiunto un accordo per sviluppare la miniera di Tavan Tolgoi. (fonte Associm)

 

 PRIMO PIANO
Oggi 16 milioni di persone
discendono da Gengis Khan


26 luglio 2015

La notizia era già nota ma ora un genetista di Oxford ha confermato che Gengis Khan lasciò un´eredità condivisa da 16 milioni di persone oggi viventi. Il condottiero mongolo ha così il  carattere maschile alfa di maggior successo e diffusione nella storia umana. Bryan Sykes, professore di genetica umana all´Università di Oxford, ed autore de "La maledizione di Adamo" - uno studio sul cromosoma Y - ritiene che il cromosoma di Gengis Khan, detto "super Y", sopravvisse e proliferò fino alle Isole Britanniche, come rivelato anche da Discovery Channel. La ricerca di Sykes si basa sui dati raccolti da Oxford Ancestor, una società che tratta il dna per ricerche ad uso privato di antenati o parenti. "Offriremo agli uomini inglesi test genetici gratuiti, per verificare se siano discendenti di Gengis. I ricercatori hanno trovato un´impronta di cromosoma Y che ricorreva assolutamente identica nell´8% della popolazione maschile". "Non vi è ragione di dubitare - ha commentato David Morgan, studioso di storia mongola dell'Università del Wisconsin - che Gengis Khan lasciò una progenie non indifferente".

 PRIMO PIANO
Concluso il Naadam
in onore di Gengis Khan


14 luglio 2015

La Mongolia ha vissuto come ogni anno, da oltre 8 secoli, la festa del Naadam, il principale appuntamento popolare del Paese, insieme allo Tsagaan Sar, il capodanno lunare. Dall'11 al 13 luglio la Mongolia ha rivissuto una festa che ha ormai tremila anni ma da otto secoli rappresenta la rievocazione delle gesta di Gengis Khan (nella foto). Cinquecento atleti hanno dato vita alla estenuante gara di lotta. Agghindati con una giacca (zodog) che copre solo spalle e braccia, attillati pantaloncini in seta (shudag) e ai piedi i tradizionali stivali di cuoio (gutal), si sono sfidati in rapidi match a eliminazione diretta. L'obiettivo è costringere l’avversario a toccare terra almeno con un ginocchio. Il trionfatore ha volteggiato come uno sparviero sopra il rivale appena battuto. L’ultimo a resistere, dopo tre giorni di lotte trasmesse anche in diretta tv, è il vincitore del Naadam, l’uomo più forte della Mongolia. La seconda prova era quella del tiro con l’arco, a cui hanno preso parte anche giovanissimi e anziani, tutti bardati secondo l’antica tradizione guerriera. I concorrenti hanno centrato barattoli posti a 50 o 75 metri a seconda della categoria mentre i compagni di clan li sostenevano con canti ossessivi di incoraggiamento. Infine, la corsa dei cavalli che si è svolta come da tradizione su una piana stepposa in un’area verso l’aeroporto. Protagonisti sono stati i bambini, da 5 a 12 anni, che hanno lanciato i cavalli in una sfiancante gara di 15 e 30 chilometri. Moltissimi gli stranieri che hanno assistito al Naadam, anche se la vera essenza di questa celebrazione può essere colta esclusivamente dal popolo mongolo.

 PRIMO PIANO
Il Burkhan Khalduun
patrimonio Unesco


14 luglio 2015

Il Burkhan Khalduun è stato inserito dall'Unesco nel Patrimonio dell'Umanità, insieme ad altri 23 siti nel mondo. Si tratta della montagna della regione del Khentii, nel nord della Mongolia, dove sarebbe sepolto Gengis Khan. "È una regione meravigliosa - scrive Federico Pistone nel libro "Mongolia, l'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri" (Polaris) - comoda da raggiungere e raramente inserita negli itinerari classici soprattutto per chi visita la Mongolia per la prima volta. Il motivo forse va cercato in un equivoco di fondo: le guide che descrivono il Khentii lo segnalano esclusivamente per il legame con Gengis Khan. Qui nacque (forse), qui fu incoronato imperatore (forse), qui venne sepolto (forse), insieme ai tesori, ai cavalli, alle donne. Ma al di là di queste evocazioni storiche, resta comunque una zona paradisiaca di boschi e specchi d'acqua in fila lungo il Khentii, la catena montuosa (non oltre i duemila di quota, salvo il picco del Khentii khan di 2.350 metri) che dà il nome alla regione". Nella foto (di Federico Pistone), lo sfondo del Burkhan Khalduun incorniciato da larici e betulle.

 SPORT
Grand Prix di Judo
la Mongolia è prima


6 luglio 2015

La Mongolia si conferma potenza mondiale nel judo: con 18 medaglie, di cui 5 d'oro e 3 d'argento, domina il Grand Prix di Ulaanbaatar, precedendo Giappone (8 medaglie), Cina (6) e Francia (3). Ecco il resoconto di oasport.it, che ha fornito anche la foto di Otgonbaatar Lkhagvasuren, uno dei protagonisti della manifestazione. "Dopo tre giorni di combattimenti, si è concluso il Grand Prix di Ulaanbaatar, prova del calendario internazionale di judo che si svolge nella capitale della Mongolia. Partiamo proprio dal successo del judoka locale Otgonbaatar Lkhagvasuren, ventiduenne già medagliato di bronzo agli Asian Games nella passata stagione. Il giovane mongolo della categoria 90 kg, numero quattro del tabellone, ha ottenuto il successo più importante della sua carriera andando a battere per ippon il cinese Cheng Xunzhao. Testa di serie numero uno, lo svedese Joakim Dvärbysi è accomodato sul terzo gradino del podio insieme all’uzbeko Erkin Doniyorov. Successo giapponese nella categoria di peso più elevata, la +100 kg, dove Kenta Nishigata ha ottenuto la sua prima medaglia d’oro internazionale a ventisette anni. Il campione nazionale nipponico, vincitore a sorpresa della rassegna di Fukuoka, si è imposto per ippon sul tedesco Sven Heinle, mentre i padroni di casa Temuulen Battulga e Duurenbayar Ulziibayar si sono accomodati sul gradino più basso del podio.

 CULTURA
La Mongolia di Lee
conquista Cortona


5 luglio 2015

C'è la Mongolia, la sua magia e il suo dramma, nelle immagini del quarantenne fotografo coreano Deasung Lee, vincitore della quarta edizione del Premio Internazionale Happiness On The Move, organizzato dal festival Cortona On The Move e dal Consorzio Vino Chianti. Lee ha battuto la concorrenza di 1600 fotografi da cinque continenti. Il lavoro premiato, che sarà esposto nel 2016 al "Cortona on the move", si intitola Futuristic Archaeology ed è dedicato alla desertificazione della Mongolia, attraverso scatti sovrapposti di potente forza evocativa. Ecco la motivazione della giuria: “Daesung  Lee, con un’estetica che fonde elementi di fotografia documentaria con la messa in scena ci offre una rappresentazione molto efficace e originale del reale, e in maniera poetica ci pone di fronte al tema dell’ambiente e della necessità di tutelarlo. Una idea concettuale molto precisa, che permette di fondere una visione del passato con la previsione del futuro, è la forza di questo lavoro. Daesung affronta infatti il tema della precarietà della vita nomade in Mongolia con immagini in cui la bellezza formale attrae impedendo un’immediata lettura del contesto: l’osservatore, ad un primo sguardo, non è in grado di capire il segno di ciò che sta osservando. Eppure è potente e affascina”. Nella foto, una delle immagini premiate.

 SPORT
Judo, la Mongolia
domina il Grand Prix


5 luglio 2015

Si è aperto all’insegna dei judoka mongoli il Grand Prix di Ulaanbaatar 2015, prova del calendario internazionale. Gli atleti della Mongolia hanno conquistato infatti tre delle cinque medaglie d’oro in palio, collezionando addirittura undici medaglie. Come da tradizione, la Mongolia ha confermato la sua forza nelle categorie di peso più basse. Un fatto davvero evidente tra i 60 kg, dove i padroni di casa hanno monopolizzato il podio. A sorpresa, però, la medaglia d’oro non è andata al campione mondiale in carica Boldbaatar Ganbat, bensì ad Amartuvshin Dashdavaa (foto) che ha sconfitto il connazionale per ippon dopo un minuto e mezzo di golden score. Il ventisettenne è così tornato sul gradino più alto del podio dopo il Grand Prix di Tashkent (Uzbenkistan) dello scorso ottobre. Il podio è stato completato da Kherlen Ganbold e Tsogtbaatar Tsendochir, medagliati di bronzo. Numero uno del tabellone dei 73 kg, Tumurkhuleg Davaadorj si è imposto per ippon sul giovane fenomeno giapponese Hirofumi Abe. Il due volte campione asiatico, già vincitore quest’anno del Grand Prix di Tbilisi, ha fatto valere la sua esperienza per rispondere al waza-ari del nipponico, che si rivelò al grande pubblico con la vittoria dello scorso Grand Slam di Tokyo, battendo addirittura Masashi Ebinuma. Sul terzo gradino del podio sono saliti l’altro mongolo Altansukh Dovdon ed il russo Arsen Galstyan, campione olimpico dei 60 kg oramai passato alla categoria superiore. Il terzo successo per i padroni di casa è arrivato con Sumiya Dorjsuren, che si è imposta nella categoria 57 kg femminile. Da notare l’assenza di Urantsetseg Munkhbat, campionessa iridata nel 2013, anche se la Mongolia ha comunque trovato il podio con Khorloodoi Bishrelt. L’altra medaglia di bronzo è andata al collo della kazaka Alexandra Podryadova. Infine, nella categoria 52 kg, la ventunenne giapponese Ai Shishime si è aggiudicata il suo primo Grand Prix in carriera battendo Tsolomon Adiyasambuu per ippon. Numero uno del tabellone, la finlandese Jaana Sundberg non è riuscita a salire sul podio, sconfitta nel match per il bronzo da Bat-Erdene Baljinnyam. Sul podio della categoria sono salite ben tre mongole, visto che in terza posizione si è classificata anche Bundmaa Munkhbaatar. Il Grand Prix di Ulaanbaatar proseguirà con altre quattro categorie di peso: 73 kg ed 81 kg per gli uomini, 63 kg e 70 kg per le donne (fonte oasport.it)

 SPORT
Judo, a Ulaanbaatar
in scena il Grand Prix


3 luglio 2015

Duecentodue atleti provenienti da 35 Paesi combatteranno fino a domenica 5 luglio sui tatami del Grand Prix di judo a Ulaanbaatar. La curiosità starà soprattutto nel poter rivedere all’opera i tre campioni olimpici russi, esclusi dalle convocazioni per gli ultimi Campionati Europei. Arsen Galstyan (campione olimpico dei 60 kg, oramai passato ai 66 kg), Mansur Isaev (73 kg), reduce da un infortunio, e Tagir Khaibulaev (100 kg) saranno gli unici tre rappresentanti della nazionale di Ezio Gamba presenti nel Paese asiatico. Anche per la Francia saranno presenti quasi tutti i migliori interpreti tra quelli esclusi dalla rassegna continentale di Baku, al netto degli infortunati e di Teddy Riner. I padroni di casa della Mongolia cercheranno di fare bella figura di fronte al proprio pubblico, schierando tutti i propri migliori elementi per un totale di 56 judoka. Presente anche il campione mondiale in carica dei 60 kg, Boldbaatar Ganbat (fonte e foto oasport.it)

 PRIMO PIANO
Terrorismo, Mongolia
"a rischio trascurabile"


28 giugno 2015

La Mongolia è a "rischio trascurabile di terrorismo", così come Svezia e Svizzera. Anche se Alfano ricorda che "oggi nessun Paese è sicuro", nella mappa pubblicata oggi dalla stampa (a lato), la Mongolia risulta essere uno dei più tranquilli del pianeta. Secondo la “Terrorism and political violence map”, realizzata insieme al The Risk Advisory Group, si osserva una riduzione del livello di allarme in 21 Paesi: Albania, Bangladesh, Barbados, Bhutan, Brasile, Costa Rica, Croazia, Cuba, Repubblica Ceca, Egitto, Fiji, Guyana, Honduras, Kirghizistan, Mauritania, Mongolia, Marocco, Mozambico, Panama, Tunisia e Uzbekistan.

 APPUNTAMENTI
Mongolia e Sardegna
canti nomadi a Ravenna


26 giugno 2015

Stasera, venerdì 26 giugno alle 21.30, la rassegna "Canti nomadi" di Ravenna Festival fa tappa in Mongolia passando dalla Sardegna. Nel suggestivo Chiostro della Biblioteca Classense vanno in scena il Cuncordu e Tenore de Orosei con i cantori mongoli Tsogtgerel Tserendavaa e Garzoring Nergui (nella foto). Riferisce ravennanotizie.it: "Nel cuore di una natura ancora sacra e pastorale, l’aspra bellezza delle montagne sarde incontra la distesa delle steppe della Mongolia, attraverso le polifonie del tenore e il canto difonico khoomij. Tra liturgie e feste paesane, al confine fra sacro e profano, le voci risuonano ancora tra le montagne della Sardegna, dove si rifugia la bellezza di una cultura pastorale sempre viva. Il canto difonico è nato invece dove s’incontrano le montagne dell’Altaj e l’immenso deserto del Gobi, uno fra i luoghi più desolati, misteriosi e affascinanti del pianeta. Questo meraviglioso incontro fra il gruppo di Orosei e i due artisti mongoli, che si è realizzato per la prima volta nell’ambito del Festival delle Musiche Sacre di Fès, in Marocco, e si è replicato al festival Les Orientales in Francia, mette in risalto i valori e le affinità di questi due popoli, testimoni di un passato in cui l’uomo sapeva vivere in simbiosi con la natura".

 APPUNTAMENTI
Il morin khuur di Epi
al Castello Sforzesco


25 giugno 2015

Martedì 30 giugno alle 21 la musica mongola diventa protagonista al Castello Sforzesco di Milano nella rassegna Ethno Festival, aperta gratuitamente al pubblico. Tra gli altri si esibirà Epi, al secolo Enkhjargal Dandarvaanchig (nella foto), 47enne artista di Ulaanbaatar, virtuoso del morin khuur, lo stupefacente e tradizionale violino delle steppe con il manico a forma di testa di cavallo. Epi è considerato uno dei migliori interpreti di questo genere musicale e, insieme all'arpista Rüdiger Oppermann, è particolarmente apprezzato in Germania. Si è già esibito al'Expo 2002 di Madrid e in ogni parte del mondo. 

 CULTURA
A Formello sventola
la bandiera mongola


24 giugno 2015

Bandiera mongola al municipio di Formello. A tenerla sono il sindaco Sergio Celestino e l'ambasciatore della Mongolia a Roma Shijeekhuu Odonbaatar (nella foto). L'incontro, promosso dall'associazione culturale ViViAmol'Arte, era l'anteprima dell'atteso Evento Red Carpet che il presidente Carlo Alberto Gioja, il direttore organizzativo Bruna Bencivenga e la responsabile dei Rapporti Internazionali Ayana Sambuu stanno organizzando il 19 luglio. Formello ospiterà dal 9 al 18 la prima parte dell'International OperaStudio dedicato all'opera lirica "La Cenerentola" di G. Rossini, concludendo questo percorso di "alto perfezionamento" con il Gran galà dell'Opera il 19 stesso nel Chiostro di Palazzo Chigi. Centrale il ruolo dell'amministrazione comunale formellese che ha reso possibile questa collaborazione e dell'Ambasciata che ha aiutato la selezione di artisti già in carriera che verranno a perfezionarsi a Formello. Nell'occasione il sindaco e l'assessore alla Cultura Barbara Paoli hanno accompagnato l'Ambasciatore per le suggestive vie di Formello dove, oltre alle riprese del nuovo film con Sabrina Ferilli nel borgo, si èi assistito a un sontuoso matrimonio nel Chiostro. Presente anche la pittrice Nathalie Von Rittersberg che aprirà l'evento del 19 luglio con una mostra dei suoi dipinti. L'artista, colpita dalla bellezza del paese, ha detto: "Formello is small, but is very busy".

 CULTURA
La Mongolia di Ayana
nel Romanzo del mondo


23 giugno 2015

Si intitola "Novel of the world" (nella foto, la copertina) ed è un piccolo libro davvero singolare realizzato da Mondadori in occasione di Expo: raccoglie 104 testimonianze di autrici da tutto il mondo, Mongolia compresa, presentati nella lingua inglese e in quella originale di provenienza. Tra queste autrici ci sono personaggi letterari di primo piano che hanno voluto contribuire con storie inedite legate alla propria cultura, affiancando artisti emergenti come è il caso di Ayana Sambuu, presente in rappresentanza della Mongolia, cantante lirica e stratta collaboratrice di mongolia.it. "Ho voluto raccontare - rivela Ayana - come la nostra famiglia accolse un nuovo anno, tutti insieme intorno a un tavolo, con gli amici di mio fratello e mio marito per la prima volta in Mongolia. Ho cercato di trasmettere la serenità, emanata soprattutto dai miei nonni, persone davvero speciali. E poi tutti i preparativi per lo Tsagaan Sar, i cibi tradizionali, il numero delle portate (12, per festeggiare il nuovo anno). Il mio racconto vuole essere un augurio per tutti noi di poter trascorrere una vita tranquilla, non necessariamente di abbondanza, ma sufficiente per creare, studiare, scoprire, avere figli, dare e ricevere amore". Scarica gratis Il Romanzo del mondo

 APPUNTAMENTI
A Genova aperitivo
sulle tracce di Gengis Khan


16 giugno 2015

Venerdì 19 giugno dalle ore 19 Genova Cultura organizza, nella sede in via Roma 8b, l’incontro “Un aperitivo sulle tracce di Gengis Khan” a cura del viaggiatore Franca Perla Lombardi (nella foto). "Steppe, aspre montagne, laghi cristallini, paesaggi sterminati e mozzafiato, una fauna ricchissima. La Mongolia, un territorio che da secoli affascina viaggiatori, conquistatori e avventurieri. Monasteri buddhisti (khild) rappresentano la testimonianza più immediata delle radici spirituali della Mongolia, rare testimonianze tangibili della storia del paese, con le loro preziose icone, i sutra e i dipinti che ne ingentiliscono le antiche mura. Poco o nulla resta di Karakorum, l’antica capitale che nel trecento fece tremare il mondo, ma tra Nalaikh ed Erdene, il luogo in cui il grande condottiero trovò una benaugurante frusta d’oro, l’episodio viene rappresentato da un’enorme statua equestre di 40 metri. Un popolo gentile dove le famiglie nomadi ti ospitano nelle loro semplici tende gher. Nelle gher si è sempre i benvenuti e non occorre bussare… i mongoli non lo fanno mai. “Nokhoi khor” è quello che i mongoli gridano quando si avvicinano a una gher, che letteralmente significa: tieni il cane". (fonte genovapost.com)

 PRIMO PIANO
Europa e Mongolia
ancora più vicine


16 giugno 2015

"La Mongolia sarà un alleato strategico per l'UE ad Est" ha dichiarato il presidente della Mongolia Tsakhiagiin Elbegdorj rivolgendosi ai deputati in seduta plenaria a Strasburgo (nella foto, un momento del discorso). Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ha accolto con favore il presidente Elbegdorj. Durante il suo discorso ha anche affrontato la transizione verso la democrazia, oltre al sostegno e alla cooperazione dell'Unione europea in questa fase. "Da uno dei regimi comunisti più chiusi e isolati al mondo siamo diventati uno dei più aperti. Oggi abbiamo un'economia di mercato dinamica e un società vitale e creativa", ha detto il presidente della Mongolia Tsakhiagiin Elbegdorj, sottolineando l'importanza del sostegno e della cooperazione nell'UE. "L'Unione Europea era con noi quando abbiamo avuto bisogno del suo sostegno ed quando abbiamo avuto bisogno di un incoraggiamento", ha dichiarato. Martin Schulz ha annunciato che la Mongolia ospiterà l'Incontro Asia-Europa 2016 (ASEM) in giugno. "Questo è essenziale per costruire dei ponti tra l'Europa e l'Asia, ci aiuterà a risolvere i problemi regionali e globali", ha concluso. (fonte Europarlamento)

 SOLIDARIETA'
A Sanremo con l'Aifo
un aiuto alla Mongolia


16 giugno 2015

Dal 19 al 21 giugno in Piazza Muccioli a Sanremo sarà installata una gher proveniente dal progetto di Riabilitazione su Base Comunitaria che l’Aifo sostiene da 23 anni in Mongolia​​. Ancora una volta la collaborazione con il Masci (Movimento Scout Adulti), questa volta di Sanremo e Imperia, consente ad Aifo di far conoscere la cultura della Mongolia (a fianco, la locandina di presentazione). Chiamata dall’OMS per il problema dell’alto numero di persone disabili nell’immenso paese asiatico, Aifo, grazie alla stretta e fattiva collaborazione del governo centrale e di quelli regionali e alle grandi capacità e disponibilità del personale sanitario e proprio del popolo mongolo,​​ è riuscita a coprire con servizi efficienti l’intero Paese. La tenda è arredata con mobili originali così come sono originali i capi di abbigliamento e oggetti prodotti dalle cooperative di disabili che con queste attività hanno riacquistato indipendenza economica e quindi dignità. Sarà esposta anche una mostra fotografica e verranno proiettate immagini con filmati e foto scattate nel corso dei viaggi che Aifo organizza in Mongolia per visitare i progetti. Presenti i volontari di Aifo Imperia e Sanremo a disposizione per le informazioni sul progetto. Orari: montaggio dalle ore 16 di venerdì 19 giugno e quindi apertura che proseguirà sabato dalle ore 9 alle 21 e domenica dalle 9 alle 15. L'ingresso è libero. (fonte imperiapost.it)

 PRIMO PIANO
Moda: missione compiuta
della Cna in Mongolia


16 giugno 2015

Soddisfazione da parte di CNA Federmoda per i risultati raccolti con la missione appena conclusasi ad Ulaanbaatar. Nella capitale mongola l’Unione settoriale del tessile, abbigliamento, pelle, cuoio e calzature di CNA ha portato 10 marchi: 070 Landi, Artico, Colb, Donne da Sogno, Lacompel, Landi Fancy, Rinfreschi, Roncarati, R and Co (Creazioni Rosanna) e Valbisenzio ad incontrare operatori del settore e per presentarsi al pubblico. Una iniziativa realizzata con il sostegno del Ministero dello Sviluppo Economico, con il supporto dell’Agenzia ICE e la partecipazione di Piero Bardazzi, Console onorario a Prato. La due giorni, tenutasi presso il Tuushin Hotel di Ulaanbaatar ha visto la realizzazione di una sfilata e di incontri b2b. “Abbiamo registrato grande interesse da parte degli operatori mongoli intervenuti, verso prodotti interamente fatti in Italia – ha dichiarato Luca Rinfreschi, Presidente Nazionale CNA Federmoda – operatori appositamente selezionati che conoscono il circuito delle fiere internazionali di settore. E’ evidente che il mercato di questo Paese non può ancora esprimere grandi volumi di acquisto per un prodotto di fascia medio alta, nonostante questo sono stati conclusi alcuni contratti e diverse proposte saranno valutate nelle prossime settimane.” L’interscambio Italia-Mongolia per l'anno trascorso ha registrato un valore di circa 78 milioni di euro (fonte MiSE aggiornamento 3.3.2015), un Paese di cui siamo il decimo fornitore con esportazioni (che vedono tra le voci principali: meccanica, moda, arredo e alimentare) per circa 36 milioni di euro. (fonte Cna)

 PRIMO PIANO
La Mongolia vi aspetta
È il momento di organizzarvi


15 giugno 2015

Tra un mese la Mongolia festeggerà il Naadam, la più grande festa nazionale. Molti viaggiatori scelgono questo periodo per visitare la Mongolia, ma le meraviglie di questo Paese meritano un viaggio in qualsiasi periodo. Da giugno a settembre il clima è decisamente favorevole, con temperature diurne calde ma mai torride né umide, mentre le sere sono fresche e gradevoli. È il momento quindi di programmare il viaggio in questa terra incantevole e gentile. Per avere qualche idea di itinerario basta consultare il nostro Parti con noi o recarvi alla vostra agenzia di viaggio di fiducia. Tra l'altro dal luglio scorso per gli italiani non serve nemmeno più il visto, una comodità eccezionale che consente di organizzarsi anche all'ultimo momento, disponibilità di voli permettendo. Tra l'altro c'è un viaggio per un piccolo gruppo "Nella terra di Gengis Khan" dal 15 al 27 agosto in cui restano ancora pochi posti disponibili. Scrivete a info@mongolia.it. Nell'articolo di Federico Pistone sul Corriere della Sera i 4 motivi per andare in Mongolia

 CULTURA
Musica mongola e iraniana
si uniscono a Pennabilli


31 maggio 2015

C'è anche la Mongolia, nella versione più spettacolare, al Festival internazionale dell'arte in strada "Artisti in piazza" a Pennabilli, antico borgo medievale in provincia di Rimini. Appuntamento lunedi 1° giugno con i Sedaa (nella foto), un emozionante mix di musica tradizionale mongola, rappresentata dal cantante Nasaa Nasanjargal e dal musicista Maraa Naranbaatar, con il polistrumentista iraniano Omid Multi Bahadori, per un risultato che sfiora la magia. Guarda il programma completo del Festival di Pennabilli. Vai al sito ufficiale dei Sedaa per trasportarvi in un mondo esotico e magico a metà tra l'antico Oriente e le lande sconfinate della Mongolia. http://www.artistiinpiazza.com/2015/

 PRIMO PIANO
Caldo record
anche in Mongolia


29 maggio 2015

E meno male che la Mongolia è un Paese freddo! In questi giorni il termometro ha raggiunto temperature record di 35 gradi nelle regioni del Gobi. Anche la capitale Ulaanbaatar ha fatto registrare un caldo anomalo, oltre i 25°. La Mongolia, che solo poche settimane fa aveva patito una situazione di gelo eccezionale, non è stata risparmiata dall'ondata torrida che ha colpito gran parte dell'Asia, provocando solo in India una vera ecatombe. Dall'Egitto al Giappone una terribile estate anticipata. Le temperature stanno però tornando ai livelli stagionali. Nella foto, una bambina di Ulaanbaatar si ripara con un cappello di paglia (foto Federico Pistone)

 PRIMO PIANO
Da Como alla Mongolia
"oltre la strada"


19 maggio 2015

Un'esperienza straordinaria e un libro, "Oltre la strada". Protagonisti i comaschi Francesca e Tommaso (nella foto) e un'avventura, raccontata da moto.it, dall'Italia alla Mongolia: "Una moto, 23.000 chilometri da percorrere, 150 litri di bagaglio, tre mesi di preparazione e un itinerario attraverso diciannove Paesi. Un viaggio epico, organizzato nei minimi dettagli. La partenza da Como, la meta è la Mongolia. Francesca e Tommaso partono una mattina di giugno con l'obiettivo di attraversare Svizzera, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia e Russia per fare poi ritorno lungo le Vie della Seta in sella alla loro Africa Twin. In Siberia, però, il viaggio si interrompe tragicamente e i due protagonisti si ritrovano a intraprendere un cammino che va oltre le strade del mondo, insinuandosi nelle terre inesplorate dell'anima. Gradualmente il dolore si trasforma nella consapevolezza che solo quando si perde tutto si è davvero liberi e che la strada percorsa è comunque maestra di vita. "Oltre la strada" è il resoconto di un viaggio alla scoperta del mondo e di se stessi, un racconto dedicato a chi ama le due ruote, i viaggi e una vita non convenzionale. Ma oltre alla sinossi del loro libro abbiamo la fortuna di poter cedere a loro la "parola" e far raccontare a Francesca e Tommaso la loro esperienza.
Il portellone si apre davanti a noi, lento come uno sbadiglio, e la nave-balena ci libera dopo la breve traversata da Gibilterra. La luce entra prepotente e abbaglia Afrisecond, che scalpita e ruggisce, vedendo davanti a sé la terra africana per la prima volta. Tommy indossa il casco, monta in sella e mi fissa.
“Sei pronta?” mi chiede “è il momento di vivere la nostra seconda vita”.
Sorrido, salto sul nostro cavallo meccanico e, insieme, esploriamo il Marocco, chilometro dopo chilometro, lasciando sull’Atlante, nel Sahara, nel Mediterraneo i ricordi dell’incidente che, pochi mesi prima, aveva arrestato brutalmente il nostro viaggio verso la Mongolia.
Non è passato nemmeno un anno da quando eravamo privi di sensi, in una pozza di sangue, sull’asfalto siberiano, eppure, ora siamo di nuovo in sella a una nuova Africa Twin e al nostro destino. Leggi l'intero servizio

 PRIMO PIANO
Neve e freddo eccezionale
Ma torna il bel tempo


11 maggio 2015

Dopo un'ondata di caldo eccezionale, la Mongolia ha vissuto un secondo inverno altrettanto anomalo. In alcune regioni è caduta neve abbondante e la temperatura è precipitata sottozero. Ecco il report di Giovanni Staiano per meteogiornale.it: "Giornate fredde in gran parte della Mongolia, con temperature minime diffusamente negative, fino ai -11,1°C di Songiin. -8,9°C a Underkhaan, -8,7°C a Maanti, -8,4°C a Ulygaiin Dugang, -6,3°C a Choir, -5,9°C a Gaiuut, -5,7°C a Rinchinlhumbe, -5,4°C nella capitale Ulaan-Baatar, -5,0°C a Mandalgovi. Meno 2,9°, -1,8°, 2,2°, 2,7° e 3,9°C le medie delle minime di maggio di Rinchinlhumbe, Gaiuut, Underkhaan, Ulaan-Baatar e Mandalgovi. In molte aree del paese è anche caduta la neve, per esempio nelle già citata Rinchinlhumbe e Gaiuut, ma anche a Tosontsengel, Tsetserleg e Hujirt. Freddo intenso anche a Gaiuut precipitata fino a -8,9°C e che ha poi registrato una massima di appena 1,7°C e la caduta di 7 cm di neve. A causa delle nevicate sono state chiuse alcune strade". Nelle ultime ore la situazione è migliorata e anche nella capitale Ulaanbaatar la temperatura è risalita oltre i 15°.

 PRIMO PIANO
La Mongolia cenlebra il 70°
della vittoria sul nazismo


9 maggio 2015

Anche la Mongolia sfila a Mosca per celebrare i 70 anni della vittoria sovietica contro il nazismo. Sono trenta i Capi di Stato di tutto il mondo che si sono dati appuntamento nella capitale russa per i festeggiamenti ufficiali. La Mongolia ha un legame molto stretto con l'ex Unione Sovietica, segnato nel bene e nel male dalla storia recente: la liberazione dai Cinesi, le purghe di Stalin con la distruzione di gran parte dei monasteri e l'esecuzione di migliaia di moanci mongoli, la difesa dalle invasioni giapponesi, la Seconda Guerra Mondiale, la caduta del Comunismo e l'indipendenza. Sono molte sul territorio mongolo le attestazioni di solidarietà militare, politica ed economica russo-mongola, fra cui il monumento eretto a Ulaanbaatar (foto) con un carro armato con data 1945 che richiama l'alleanza tra Mongolia e Russa e il comune obiettivo antinazista.

 SPORT
Primo calciatore mongolo
in Europa grazie a YouTube


9 maggio 2015

Si chiama Murun Altankhuyag, ha 25 anni e fa il calciatore. Prima per divertimento, ora per lavoro. Tutto grazie (oltre al discreto talento) a YouTube. Un video postato due anni fa e visto da oltre cinquemila persone, accompagnato dalla scritta: "I have a dream to became professional player". Quel "sogno" è diventato realtà, perché i professionisti serbi del Fudbalski Klub Mačva Šabac (campionato Serbian First League) lo hanno ingaggiato prelevandolo dai dilettanti thailandesi del Satun Utd Fc. Nemmeno un provino, visto su Internet e comprato a "scatola chiusa". Come riferisce Alessandro Di Gioia (calciomercato.com) "anche un altro social network, Facebook, è compartecipe della realizzazione del sogno di Murun: nel 2012 infatti, quando studiava Sport Management e giocava a calcio, riuscì a tenere i contatti con il suo attuale agente proprio su FB. Procuratore che ha svolto alla grande il suo lavoro: dopo un anno il passaggio al Krabi FC, nel 2014 trasferimento al Satun United e quest'anno proprio il Sabac". E pensare che il video in questione non è esattamente una garanzia: si vede questo mingherlino numero 10 realizzare una rete in rovesciata (nella foto, peraltro contro una difesa apparsa piuttosto allegra) in un match ufficiale in Mongolia - preceduto da tanto di inno -  poi una serie un po' confusa di azioni in cui è perfino difficile individuare Murun. Ma i social network hanno fatto il miracolo: quindi, benvenuto al primo giocatore mongolo in Europa! Vedi il video originale postato su YouTube da Murun.

 CULTURA
In libreria "I mongoli"
ma è solo un riassunto


9 maggio 2015

La casa editrice il Mulino recupera una pubblicazione del 2012 di Morris Rossabi, docente universitario newyorkese, ne realizza una splendida copertina e inserisce il volumetto "I mongoli" nella collana Popoli e civiltà (136 pagine, 13 euro). Il testo è una sorta di riassunto - non a caso il titolo originale è "The Mongols - A very short introduction" - sicuramente utile per un "ripasso" sulla portata storica dell'Impero mongolo ma niente di straordinario e soprattutto niente di nuovo. Nulla a che fare con l'appassionante "Gengis Khan" di Weatherford. Ecco un estratto, dalla conclusione del libro di Rossabi: "Probabilmente l'eredità più duratura dei mongoli furono le relazioni e gli scambi tra Oriente e Occidente. Dall'epoca mongola in poi gli avvenimenti europei ebbero ripercussioni nell'Asia mediorientale e orientale mentre tendenze asiatiche nel campo dell'arte, dell'abbigliamento e della religione influenzarono l'Occidente. Le invasioni mongole inaugurarono le relazioni e la storia a livello globale. Il fatto che i mongoli siano citati in fonti contemporanee cinesi, giapponesi, uigure, tibetane, russe, georgiane, armene, persiane, arabe, siriache e latine testimonia il loro influsso su gran parte del mondo asiatico". Vai alla sezione LIBRI

 PRIMO PIANO
Roma-Ulaanbaatar: incontro
storico fra i due sindaci


7 maggio 2015

Contatto avvenuto: mercoledì 6 giugno il sindaco di Roma Ignazio Marino ha incontrato il sindaco di Ulaanbaatar Erdeniin Bat-Üül. Il colloquio, tenutosi nell’ambito della due giorni di incontri del Sindaco della capitale mongola con le rappresentanze istituzionali romane e italiane, ha avviato le relazioni politiche tra le due città, e ha rappresentato l’occasione per discutere dei futuri programmi di sviluppo turistici e culturali che coinvolgeranno le rispettive capitali e che rafforzeranno ulteriormente i rapporti e la collaborazione tra Italia e Mongolia. Erano presenti all’incontro anche l’Ambasciatore mongolo a Roma S.E. Shijeekhuu Odonbaatar, Michele De Gasperis, Presidente della Camera di Commercio Italo-Mongola, e Eugenio Bernardi, Direttore dell’Ufficio del Turismo Mongolo in Italia. Il Presidente De Gasperis ha espresso “viva soddisfazione per la visita del Sindaco Bat-Üül a Roma, coronata con l’incontro tenutosi col Sindaco Marino in Campidoglio. Durante questa due giorni romana, sono state individuati diversi ambiti in cui Roma e l’Italia possono avviare interessanti forme di collaborazione con Ulaanbaatar. Questa visita, di cui la nostra Camera è stata onorata e per la quale ringrazia nuovamente il Sindaco, ha dato un significativo impulso all’individuazione di quei punti di contatto tra le due municipalità su cui sarà possibile in futuro lavorare con reciproca soddisfazione, e ha permesso alle imprese associate di presentare personalmente al Sindaco le potenzialità dei comparti imprenditoriali romani e italiani” ha concluso De Gasperis. (fonte Associm). Nella foto, da sinistra: Marino, De Gasperis, Bat-Üül e Odonbaatar.
 

 APPUNTAMENTI
Il sindaco di Ulaanbaatar
martedì 5 maggio a Roma


4 maggio 2015

La Camera di Commercio Italo-Mongola riceverà martedì 5 maggio come proprio ospite il Sindaco di Ulaanbaatar Erdeniin Bat-Üül (nella foto), in visita ufficiale a Roma. Alle ore 15:30 il Sindaco presiederà un evento organizzato presso la Sala del Carroccio in Campidoglio, durante il quale presenterà alle istituzioni e alle imprese italiane le ultime opportunità e proposte commerciali provenienti dalla capitale della Mongolia. Prenderanno parte all’incontro l’On. Luca Giansanti, Consigliere Comunale, il Dr. Mario de Facqz, Capo staff dell’Assessore alla Cultura, la Dott.ssa Patrizia Tanzi, Responsabile dell’Ufficio Promozione Internazionale del Turismo, S.E. Shijeekhuu Odonbaatar, Ambasciatore della Mongolia a Roma, e il Dr. Michele De Gasperis, Presidente della Camera di Commercio Italo-Mongola. Per informazioni e adesioni contattare la Camera di Commercio Italo-Mongola a info@associm.com

 AMBIENTE
Expo, è della Mongolia
il progetto vincente


1 maggio 2015

Anche la Mongolia è presenta all'Expo di Milano, anche se non si trova traccia del suo padiglione "annunciato". Eppure è uno dei Paesi su cui sono maggiormente puntati i riflettori internazionali. Viene proprio dalla Mongolia il primo dei 18 progetti mondiali premiati nel campo agro-alimentare e della nutrizione, le “Best Sustainable Development Practices”. Le pratiche sono state scelte tra le proposte selezionate da una giuria internazionale, nell'ambito del programma “Feeding Knowledge”, che ha lo scopo di far conoscere e diffondere le migliori soluzioni scientifiche in tema di sicurezza alimentare e sviluppo sostenibile, affinché possano diventare un modello per tutte le nazioni del mondo, a livello ambientale, sociale e produttivo. Sulle 786 proposte presentate, 749 sono state ammesse (di cui il 47,1% dall'Europa e il 15,1% dall'Asia). Cinque progetti – realizzati in Mongolia, Niger, Guatemala, Tanzania e Italia - saranno narrati in un filmato prodotto da Expo Milano 2015. Quello della Mongolia è il primo in assoluto e riguarda "gruppi di pastori per una gestione sostenibile dei pascoli in Mongolia”, organizzato dal Ministero dell’Industria e dell’Agricoltura mongolo.

 EDICOLA
Sul Corriere della Sera
4 motivi per la Mongolia


1 maggio 2015

Doppia pagina dedicata alla Mongolia sul Corriere della Sera del 1° maggio: "Dove regnava Gengis Khan" è il titolo dell'ampio servizio scritto da Federico Pistone, titolare di mongolia.it e autore della guida Polaris sulla Mongolia. Nell'articolo vengono individuati 4 buoni motivi per visitare la Mongolia. Si parte dalla notizia di cronaca recente degli sciamani scesi in piazza. Ecco l'incipit: Le penne d'aquila sui cappelli a cinque punte ondeggiano al ritmo ossessivo dei tamburi: qualcuno intinge l'anulare nel latte di cavalla e ne offre una goccia al Cielo, una alla Terra e una agli antenati. Duecento sciamani hanno abbandonato i loro rifugi nelle regioni settentrionali della Mongolia e sono scesi in piazza, la grande piazza Gengis Khan di Ulaanbaatar, davanti al Parlamento all'ombra della Blue Sky Tower, per protestare contro lo sfruttamento eccessivo del deserto del Gobi, forziere di oro, rame e tutte quei metalli che hanno improvvisamente risvegliato l'interesse mondiale per quest'ultimo paradiso dei nomadi. Lo spirito della Mongolia, immacolato da millenni e in magico equilibrio tra le forze naturali del bene e del male, i leggendari e temutissimi gog e magog, rischia in pochi anni di essere sgretolato da multinazionali che scavano voragini, prosciugano corsi d'acqua, impongono strade asfaltate e stravolgono paesaggi e governi. In ballo c'è una nuova ricchezza - hanno ribattezzata la Mongolia l'emirato delle steppe - ma anche un fragile equilibrio da difendere. Non basta l'appello ecologista lanciato da Jiang Rong con il suo libro Il totem del lupo e rilanciato da Annaud al cinema con L'ultimo lupo, dove si esalta la vita nomade contro il tentativo di appiattimento sociale imposto dal governo di Pechino. Per fortuna la Mongolia resta un'isola - si fa per dire, è la terra al mondo più lontana dal mare - compressa fra Russia e Cina eppure miracolosamente aggrappata al proprio orgoglio millenario di tradizioni, riti, spiritualità e sorrisi. Un Paese incantato, ancora per poco, da visitare per molte ragioni. Almeno quattro. Sopra, un segmento dell'illustrazione realizzata per il Corriere da Paola Parra, che accompagna le due pagine. Apri le due pagine del Corriere

 CULTURA
È in libreria "Gengis Khan"
finalmente in italiano


23 aprile 2015

È in libreria "Gengis Khan - La nascita del mondo moderno" di Jack Weatherford (Leg-Bus, 29 euro). Non è una novità editoriale. Questa avvincente biografia dello studioso statunitense sul condottiero mongolo era uscita nel 2004, ma finalmente ora è apparsa anche nella splendida versione italiana. Qualche purista potrà obiettare che il passo narrativo scelto dall'autore sia eccessivamente "spettacolare", un po' all'americana diremmo noi. Ma per la prima volta siamo di fronte a una biografia di Gengis Khan serrata, giornalistica, brillante e soprattutto ricca di informazioni e di aggiornamenti, con un intreccio di riferimenti storici e bibliografici davvero entusiasmante. Un'occasione preziosa per conoscere l'epopea mongola, attraverso la saga del suo uomo-divinità più importante, in una lettura senza respiro e - evviva! - senza banalità. E così scopriamo come Temugin ha meritato l'appellativo di "uomo del millennio". E a completare il quadro, una confezione editoriale da leccarsi i baffi. Scheda completa nella sezione Libri

 AMBIENTE
L'ira degli sciamani
contro il progetto minerario


23 aprile 2015

L'ira degli sciamani della Mongolia contro un progetto minerario canadese che minaccia il patrimonio nazionale. Nel sottosuolo delle immense e disabitate steppe mongole si celano ingenti giacimenti di carbone, rame, oro, ferro e altri minerali per un valore di diversi miliardi di dollari, una ricchezza che potrebbe trasformare, in meglio o in peggio, la vita dei tre milioni di abitanti. Cantando preghiere a Tenger, il Cielo onnipotente, gli sciamani si oppongono però a questo sfruttamento straniero che mette in pericolo l'eredità mongola, la sua terra, le sue acque, le sue montagne. (fonte ilsole24ore.com) Vedi il video

 PRIMO PIANO
Padre Ernesto: La Chiesa
scommette sui laici


11 aprile 2015

La vera sfida della Mongolia, come racconta il missionario della Consolata padre Ernesto Viscardi, è di «coniugare il bello di una cultura millenaria con le opportunità che i vari elementi della “modernità” possono offrire». Siamo passati da una società caratterizzata da antiche tradizioni a una «bombardata da modelli molto aggressivi». Nella quotidianità resistono quelle forme tradizionali, basti pensare allo sciamanesimo o al buddismo mahayana tibetano che si mescola con gli accessori della modernità (internet, macchine di grossa cilindrata…). L’ordinarietà, soprattutto tra i più anziani, è regolata dalla consuetudine: ci sono «i giorni buoni o meno buoni per concludere affari, sposarsi o fare funerali». I giovani guardano, invece, alle «telenovelas» coreane o ai mercati di Singapore. La Chiesa in Mongolia è una realtà giovane: i primi missionari di Scheut si sono stabiliti nell’estate del 1992, i religiosi della Consolata sono arrivati, invece, nel luglio del 2003 e dopo due anni di studio della lingua hanno incominciato la loro missione ad Arvaiheer, a 430 km dalla capitale. E oggi la comunità cattolica di Arvaiheer conta i suoi primi 20 battezzati. Per un missionario che ha speso 12 anni in Africa, l’Asia «diventa un’esperienza unica. Lavorare in un Paese che si apre al resto del mondo, in una Chiesa quasi incipiente, è una grazia e la realizzazione del sogno di ogni missionario. E per questo, come si esprimerebbe un mongolo, dico: “Dio del cielo a te rendo grazie”». Per dare un «volto mongolo alla Chiesa cattolica», padre Ernesto sta realizzando il progetto formativo “Formation of full time ministers” che mira alla formazione dei laici: due anni in Mongolia e due a Manila presso l’Istituzione Fondacio Asia che prepara laici missionari animatori di comunità. I candidati ottengono un contratto triennale e sono inseriti a tempo pieno nelle attività pastorali. «Insieme formano un “pastoral team”, un gruppo think-tank di analisi, riflessioni e proposte da iniettare nella Prefettura Apostolica». (fonte Luciano Zanardini - Vatican Insider - Lastampa.it)

 AMBIENTE
Allarme Mongolia:
il deserto avanza


31 marzo 2015

La vita nomade è stata fondamentale per la cultura tradizionale mongola nel corso della storia: ancora oggi i pastori sono circa un terzo della popolazione totale, mentre gli animali allevati sono oltre 25 milioni, la concentrazione di animali da allevamento più alta del pianeta. Questo stile di vita tradizionale oggi è minacciato dai cambiamenti climatici: secondo una ricerca realizzata dal governo mongolo circa 850 laghi e 2 mila fiumi si sono asciugati, e la perdita di acqua contribuisce alla rapida desertificazione della Mongolia. Circa il 23 per cento del suo territorio si è trasformato in deserto negli ultimi 30 anni. Per il progetto Futuristic Archaeology il fotografo coreano Daesung Lee ha fotografato alcune delle grandi aree desertificate della Mongolia, ponendo all’interno di ogni scena un’altra immagine stampata su un grande cartellone ― in corrispondenza con l’orizzonte del paesaggio ― della stessa zona prima che iniziasse il processo di desertificazione. In alcuni casi viene fatto invece l’opposto. Daesung Lee ha voluto realizzare dei veri e propri “diorami” (ambientazioni in scala ridotta) con l’idea che le persone fotografate possano rifugiarvisi “per poter sopravvivere in futuro”. In questo modo i paesaggi fotografati diventano una specie di limbo, qualcosa a metà tra la situazione attuale e un’ideale esposizione nel futuro di ciò che era una vecchia tradizione: mettendo a confronto una fotografia naturale con quella che assomiglia a un’immagine come quelle che vediamo esposte nelle mostre Daesung Lee cattura la precarietà della vita nomade. La serie completa e gli altri lavori di Daesung Lee si possono vedere sul suo sito. (fonte il post.it)

 PRIMO PIANO
Nuovo aeroporto: via
al collegamento con Ub


27 marzo 2015

Il Governo della Mongolia ha approvato la costruzione di un tratto stradale che colleghi Ulaanbaatar al nuovo aeroporto internazionale di Khushigt Valley, nel Tuv aimag. La costruzione della nuova strada dovrebbe essere ultimata entro il secondo trimestre del 2016, prima dell’undicesimo Asia-Europe Meeting (ASEM), vertice dei Capi di Stato e di Governo che nel 2016 si terrà proprio a Ulaanbaatar. Il Ministro delle Strade e dei Trasporti N. Tumurkhuu è stato incaricato di avviare le pratiche affinché i lavori di costruzione possano partire il prima possibile. Per quanto riguarda l’aeroporto di Khushigt Valley, la prima fase della sua realizzazione sarà portata a termine a metà del 2016, e pertanto i lavori di costruzione della nuova strada di collegamento – dotata di doppia carreggiata con tre corsie per senso – dovranno essere ultimati in tempo per permettere di raggiungere l’aeroporto una volta che questo sarà operativo. (fonte Associm)

 

 CULTURA
Dall'Appennino alla Mongolia
Lindo Ferretti su Sky Arte


25 marzo 2015

Lo straordinario percorso umano ed artistico di Giovanni Lindo Ferretti (nella foto), in prima visione mercoledì 25 marzo alle 22.10 su Sky Arte nel film "Fedeli alla linea", che sarà poi replicato in altre fasce. "Un film - scrive Anna Lupini per tvzap - in forma di dialogo con un personaggio che non è solo un musicista e cantante, ma anche pensatore e un artista a tuttotondo che ha sempre manifestato un pensiero libero e forte. Un dialogo intimo tra le mura di casa, che ripercorre un intero arco esistenziale: dall’Appennino alla Mongolia, attraversando il successo, la malattia e lo sgretolarsi di un’ideologia. Il ritorno a casa infine, tra i suoi monti per riprendere le fila di una tradizione secolare, sullo sfondo del suo ultimo ambizioso progetto: Saga. Il Canto dei Canti, opera epica equestre che narra il legame millenario tra uomini e cavalli. Il film è arricchito da preziosi contenuti d’archivio: inedite immagini dei CCCP Fedeli alla linea nella Berlino degli anni del Muro, scatti dei primi concerti concessi da Umberto Negri, tra i fondatori del gruppo con Ferretti e Zamboni, vhs mai visti recuperati all’interno del Fondo Valdesalici, foto di famiglia, estratti del film di Luca Gasparini, Tempi moderni e sequenze del viaggio in Mongolia tratte da "Sul 45° parallelo" di Davide Ferrario, fino ad arrivare ai suoni e alle immagini dell’attuale tour A cuor contento". Guarda l'articolo e l'anteprima

 

 CONTRIBUTI
Il diario di Adele e Andrea
25.000 km in camper


23 marzo 2015

Quasi venticinquemila chilometri percorsi in camper, dall'Italia alla Mongolia, e raccontati in esclusiva per mongolia.it dalla intraprendente coppia di Parma Adele e Andrea Cobianchi, attraverso un intenso e dettagliato diario di viaggio e alcune immagini (come quella a fianco, al monastero di Amarbayasgalant) scattate durante la spedizione. Ecco un estratto: "S’incontrano numerosi "Ovoo", cumuli di pietre con al centro un palo avvolto da tante bandiere di preghiera azzurre e rosse. Assistiamo al rito votivo che consiste nel girare attorno al cumulo di pietre per tre volte e lanciare monetine e sassi facendo crescere il cumulo stesso; chi non si ferma annuncia il suo passaggio con tre suoni di clacson.  Frequenti i corsi d'acqua e le piste che, staccandosi dalla via principale, si perdono in immensi pascoli punteggiati da candide Gher. Presso un fresco e limpido ruscello, sostiamo per pranzare, sotto un cielo terso e azzurro, la temperatura è di 33°; un vicino Buddha solitario ci osserva. Desta la nostra curiosità, un altro imponente Buddha che, attorniato da altre divinità, fa da custode a un grande cimitero, nel quale sorgono numerose Stupe di varie dimensioni in base all'importanza del defunto. In un tempio attiguo assistiamo a una toccante cerimonia di cremazione". Leggi il diario di viaggio 

 SPORT
Mondiali di calcio: Mongolia
eliminata da Ballardini


23 marzo 2015

Si è già conclusa l'avventura della Mongolia (nella foto) ai campionati Mondiali di calcio 2018 in Russia. La nazionale allenata da Purevsukh ha perso anche l'incontro di ritorno delle qualificazioni, pur se di misura. Dopo il 4-1 subito all'andata sul campo di Timor Est, la Mongolia ha saputo gestire meglio il ritorno, davanti a 5.000 spettatori stipati nello stadio Centrale di Ulaanbaatar, concludendo con una sconfitta per 1-0 (rete di Patrick Fabiano dopo 9 minuti di gioco). È stata comunque una prestazione convincente quella dei rossoblù mongoli contro una nazionale più quotata e lo conferma la caratura del c.t. Davide Ballardini, ex tecnico di Lazio, Cagliari, Palermo, Genoa e Bologna. Timor Est accede alle fase successiva, la Mongolia vedrà ancora una volta i Mondiali da casa. Vedi gli highlight e il gol della partita

 CULTURA
L'ultimo lupo di Annaud
tra politica e ambientalismo


23 marzo 2015

Come annunciato da mongolia.it, il film L'ultimo lupo dal 25 marzo è nelle sale cinematografiche italiane. Ecco la recensione di comingsoon.it: Se Jean-Jacques Annaud dovesse riassumere il suo percorso umano e artistico in una parola, sceglierebbe "cuore". Così almeno ha dichiarato durante un’intervista rilasciata in occasione dell’uscita in Francia de L'ultimo lupo, kolossal da 40 milioni di dollari voluto e finanziato dalla Cina, che considera Il totem del lupo di Jiang Rong un monumento cartaceo nazionale. Di cuore ce n'è tanto nel tredicesimo film del regista francese, che vede ancora il cinema come un sogno e che, nonostante le cadute, ha sempre lottato strenuamente per costruire una sua personalissima macchina delle meraviglie. I primi ad accorgersene sono stati i lupi che hanno "recitato" nel film, a cominciare dal capo branco Cloudy che ogni mattina si lasciava accarezzare come un cagnolino d'appartamento. Poi è toccato a noi, che abbiamo visto la passione vibrare intensamente fra le steppe della Mongolia inquadratura dopo inquadratura. C'è anche un po' di sana passione politica in questa storia di disastrosa violazione di un ecosistema, perché, mentre Mao inviava giovani "emissari" della Rivoluzione Culturale a educare i nomadi e i pastori delle regioni più remote del suo immenso paese - avviando un danno ambientale irreparabile - un giovane Jean-Jacques militare in Camerun rifletteva sui danni del colonialismo. Quasi trent’anni dopo, dall'orlo dell'Apocalisse, il regista sventola ancora la bandiera del rispetto della libertà dei popoli e condanna l’attitudine a distruggere sistematicamente le vite degli altri, siano essi uomini, animali o piante. Infine, c'è estrema cura nella mise en scene di questo film che parla di speranza attraverso la relazione fra l’uomo e l’animale. C'è la fotografia evocativa di Jean-Marie Dreujou insieme alla magia che solo la silenziosa rappresentazione di un paesaggio incontaminato e smisurato può creare. Va detto, però, che delle due anime del film una è migliore dell’altra. E’ quella più selvaggia, quella che fa il tifo per i lupi, per la loro giusta aggressività, la loro lealtà e organizzazione sociale; quella che mostra una natura vendicativa, insomma, e che i bambini non dovrebbero vedere. Annaud la sviluppa visivamente quasi con ferocia, filmando la carneficina e restituendoci scenari che, in netta contrapposizione con la ieraticità e pacatezza di sequenze più contemplative, appaiono brulicanti come un quadro di Hieronimus Bosch, rossi di sangue come l' "Inferno" dantesco oppure spettrali, orribilmente raggelanti e raggelati. L'effetto è portentoso e l'emozione arriva inesorabile. Più debole, e forse troppo schematica nella divisione fra buoni e cattivi, è la parte degli uomini, con la saggezza e l’armonia con il cosmo dei mongoli da una parte e l’ottusità degli ufficiali governativi dall’altra. In mezzo, lo studente universitario Chen Zhen, personaggio forse guastato dalla sua universalità e dalla sua funzione di alter ego dello spettatore, che non ne comprende in pieno il mistero, la complessità. E’ qui che L'ultimo lupo non balza in avanti impetuoso e veloce come gli splendidi animali che descrive e che Jean-Jacques Annaud rischia di registrare un calo di tensione e di epicità, perché l’enigma più affascinante da penetrare è proprio l’essere umano, meno puro e coerente dell’animale, ma dotato di autoconsapevolezza e libero arbitrio". Vai alla sezione Film

 PRIMO PIANO
Alfredo Savino, primo
Console onorario in Mongolia


18 marzo 2015

Alfredo Savino è ufficialmente il primo Console onorario italiano in Mongolia. Martedì 17 marzo l'Ambasciatore italiano responsabile per la Cina e la Mongolia con sede a Pechino, Alberto Bradanini, si è recato a Ulaanbaatar per consegnare al dott. Savino l'importante incarico diplomatico in occasione di una cerimonia tenuta in onore del Console all'hotel West bestern Tuushin. Il giorno seguente, il nuovo Console è stato ricevuto dal Direttore del protocollo del Ministero degli esteri mongolo per ricevere l'exequatur. Alfredo Savino, 38 anni, milanese, dal 2007 si è trasferito a Ulaanbaatar dove insegna italiano all'Università nazionale della Mongolia. È uno dei fondatori e soci storici dell'associazione culturale Soyombo di Giancarlo Ventura. Nella foto, Alfredo Savino, durante il suo intervento di investitura, con l'Ambasciatore Bradanini.

 SPORT
Mondiali 2018: la Mongolia
perde 4-1 a Timor Est


12 marzo 2015

È stata proprio la Mongolia ad aprire le danze per le qualificazioni del Campionato del mondo di calcio, in programma nel 2018 in Russia. La squadra allenata da Sanjmyatav Purevsukh ha perso la prima partita 4-1 a Dili contro la nazionale di Timor Est. Il gol della bandiera è stato realizzato a 3 minuti dalla fine da Erkhembayar. Il ritorno previsto il 17 marzo allo Stadio Centrale di UIaanbaatar: per passare il turno la Mongolia dovrà vincere 3-0 o con oltre tre reti di scarto. Negli altri match di qualificazione: Cambogia-Macao 3-0, Taipei-Brunei 0-1, Sri Lamka-Bhutan 0-1. Le vincenti si qualificano al secondo round. Nella foto, un momento della partita (Mongolia in tenuta bianca)

 SOLIDARIETA'
La Giornata della preghiera
arriva anche in Mongolia


11 marzo 2015

Anche nelle steppe di Arvaikheer, a 400 chilometri da Ulaanbaatar, la piccola comunità cattolica locale si unirà alla Giornata di preghiera mondiale proclamate da papa Francesco. Padre Giorgio Marengo (foto), missionario della Consolata in Mongolia da 12 anni, ha dichiarato ad AsiaNews: "Chiediamo al Signore che apra i cuori di tutti, a cominciare dai nostri, e ci converta a Lui". Nata poco più di 20 anni fa, anche i cattolici della Mongolia - appena mille fedeli in totale - si uniranno dunque alle "24 ore per il Signore" proclamate da papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima 2015. Si tratta di un'iniziativa affidata al Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, che cerca di unire tutte le diocesi del mondo in una giornata di adorazione eucaristica e di penitenza attraverso il sacramento della riconciliazione. Il tema di quest'anno è "Dio ricco di misericordia". Nel rispetto di una missione difficile da tanti punti di vista, ma altrettanto stimolante, la chiesa di padre Giorgio è una gher, una tenda della tradizione nomadica della Mongolia. Qui il suo "piccolo gregge" si riunirà, in comunione con la Chiesa universale, per rispondere all'appello del Papa e dimostrare come la preghiera sia "l'arma dei cristiani contro i mali del mondo". In Mongolia, continua padre Giorgio, "la preghiera è fondamentale. Nel nostro caso pregheremo in modo particolare per la missione, dato che ancora non vi è la possibilità di contare su una Chiesa locale [il primo diacono mongoli, Enkh-Baatar, è stato ordinato in Corea del Sud lo scorso 10 dicembre 2014]. Ma siamo fiduciosi, perché la missione è di Dio: è Lui che tocca i cuori, e quindi abbiamo un bisogno estremo di rimanere uniti al Signore, di adorarlo e di supplicarlo". (fonte asianews.it)

 CULTURA
Successo a Prato
per i Khukh Mongol


2 marzo 2015

Grande successo al Teatro del Convitto Cicognini di Prato per lo spettacolo dell’ensemble Khukh Mongol (nella foto) organizzato dall’assessorato alla Cultura del Comune in collaborazione con il Consolato Onorario della Mongolia in Toscana. Emozionante ed applauditissima la performance degli artitisti, a cui hanno assistito oltre 200 persone. Tra loro il vicesindaco Simone Faggi, gli assessori alla Cultura Simone Mangani e allo Sviluppo economico Daniela Toccafondi e Piero Bardazzi, rappresentato console onorario della Mongolia per la Toscana. Molto apprezzati i colori e le suggestioni della tradizione mongola attraverso il ricco repertorio che ha spaziato dalla musica suonata con strumenti tradizionali, ai canti (il canto armonico khuumi, gli elogi magttaal), dalle contorsioni ai vari tipi di danza. L’ensemble Khukh Mongol, che ha tenuto spettacoli in tutta l’Europa occidentale, negli Usa e in Giappone, nasce nel 1997 a Ulaanbaatar e da allora, sotto la guida di Dashtseren Erdenebold, gira il mondo come ambasciatore musicale della Mongolia. (fonte Adnkronos)

 PRIMO PIANO
Ulaanbaatar, in due anni
il nuovo aeroporto


25 febbraio 2015

Entro l'inizio del 2017 Ulaanbaatar avrà il nuovo aeroporto internazionale, attualmente in fase di costruzione. Il progetto è stato sviluppato dal Governo mongolo e dall’agenzia giapponese per la cooperazione JICA. Nel maggio 2008 è stato firmato un accordo per la fornitura di un prestito di 28,8 miliardi di yen per l'attuazione del progetto, nel quadro delle sovvenzioni messe a disposizione dal Giappone per lo sviluppo dell’aeroporto. Il Direttore dei lavori per il nuovo aeroporto internazionale, N. Enkhbat, ha affermato che secondo le ultime stime il progetto sarà ultimato il 7 gennaio 2017, anche se non nasconde che ci siano buone possibilità di portarlo a termine entro il 2016 (fonte Associm). Nella foto, il progetto. Vai al sito ufficiale 

 CULTURA
Al Bano e Ayana
due voci che uniscono


25 febbraio 2015

Ayana e Al Bano, due grandi cantanti per la prima volta insieme in occasione di una splendida cerimonia, oragnizzata dall'Ambasciata mongola a Roma, per ricordare i 45 anni di rapporti diplomatici ufficiali fra Italia e Mongolia, ma anche gli otto secoli dalle prime relazioni storiche, quando Giovanni di Pian del Carpine, inviato del Papa, incontrò il Khan a Karakorum, l'antica capitale del grande Impero mongolo. Per questa ricorrenza, ospitata nella suggestiva cornice della Sala Immacolata del Convento Ss Apostoli di Roma, hanno preso parte molte personalità italiane e mongole, fra cui l'Ambasciatore Odonbaatar. Protagonista della serata è stata Ayana Sambuu, cantante lirica (e responsabile della rubrica "Punto d'incontro" per mongolia.it), a cui lo stesso Al Bano ha voluto tributare un personale applauso, commentando: "Ayana ha una vocalità davvero bella e forte. Assolutamente bravissima, straordinaria!". Ayana ha introdotto l'ensemble Khukh Mongol, che ha proposto musica tradizionale della Mongolia, e ha poi interpretato due brani del repertorio lirico; in particolare l'aria di Rosina, dal Barbiere di Siviglia di Rossini, ha scatenato l'entusiasmo dei presenti. Nella foto, Al Bano e Ayana, insieme al marito Marco e all'Ambasciatore Odonbaatar.

 APPUNTAMENTI
L'ensemble Khukh Mongol
in concerto a Prato


25 febbraio 2015

Suggestioni, colori, musica dalla Mongolia venerdì 27 febbraio alle 21.15 al Teatro del Convitto Cicognini di Prato (ingresso libero). In scena l'ensemble Khukh Mongol, dopo il debutto del 25 febbraio in prima nazionale al teatro Cucinelli di Solomeo, in Umbria. L'iniziativa è a cura del Comune di Prato in collaborazione con il Console Onorario della Mongolia in Toscana Piero Bardazzi. Il concerto spazia dalla musica tradizionale (strumenti antichi e canto armonico di gola khuumi) alla danza fino alle esibizioni di contorsionismo.  L’ensemble Khukh Mongol (nella foto), che ha tenuto spettacoli acclamati in Europa, Stati Uniti e Giappone, nasce nel 1997 a Ulaanbaatar. Sotto la guida di Dashtseren Erdenebold, gira il mondo come ambasciatore musicale della Mongolia. Il nome Khukh Mongol (Blu Mongolia) è stato scelto per la particolare importanza  che il colore blu colore riveste per tutti i mongoli: il blu intenso oltre a ricordare i colori del cielo mongolo, richiama la macchia blu sulla schiena che caratterizza i bambini mongoli. Oltre ai cantanti e musicisti - tutti professionisti che suonano tipici strumenti mongoli come il violino a testa di cavallo, il salterio, il flauto e il contrabbasso – sarà sul palco anche la cantante khuumi Purevsuren Usukhjargal, una delle pochissime donne mongole a padroneggiare questo tipo di canto. Tutti gli artisti si esibiranno nel costume tradizionale mongolo, confezionato con pesanti broccati dagli splendidi motivi e dai colori brillanti.

 CULTURA
Magione e lo Tsagaan Sar
nel ricordo di fra Giovanni


19 gebbraio 2015

Martedì 24 febbraio Magione, l'antica Pian di Carpine (provincia di Perugia), festeggia lo Tsagaan Sar, la principale festa mongola che coincide con l’inizio dell’anno buddhista. È anche l'occasione per ricordare lo storico viaggio di fra Giovanni da Pian di Carpine che nel 1245-47, primo occidentale, raggiunse Karakorum, capitale del grande impero mongolo, per tentare una soluzione diplomatica alle continue minacce di invasione militare dell’Europa. La festa è organizzata dal Comitato Giovanni da Pian di Carpine, dalla Pro Magione, dalle Associazioni Mongolia Italia di Ulaan Bator e Soyombo di Milano, con il patrocinio del Comune di Magione. Il programma della giornata prevede l’arrivo, alle 15, nella sede del Comune di una delegazione guidata dall’Ambasciatore mongolo in Italia, Shijekhuu Odonbaatar, che sarà ricevuto dal sindaco e dalle autorità locali, proprio nella sala del consiglio affrescata da Gerardo Dottori con la rappresentazione molto efficace dello storico incontro tra fra Giovanni da Pian di Carpine e il Gran Kahn Guyuc. La delegazione farà poi visita alla vicino castello dei Cavalieri di Malta, il monumento che insieme alla Torre di Magione risale all’epoca di Giovanni da Pian di Carpine. Seguirà la cena tradizionale mongola, alla quale parteciperà lo stesso ambasciatore, alcuni studenti mongoli dell’Università per gli stranieri di Perugia, il Rettore, il direttore dell’Adisu Maurizio Oliviero. Chi volesse partecipare può farlo entro domenica 22 chiamando il numero 075-8409115 (costo della cena euro 25,00), appuntamento per le ore 20,00 di martedì 24 febbraio al Ristorante Albergo Le Rocce, in località Villa di Magione. I piatti del menu, realizzato da un cuoco italiano che ha lavorato in un ristorante ad Ulaanbaatar, con la supervisione di L. Nyamaa, direttrice della Associazione Mongolia Italia, verranno spiegati ed inseriti nel contesto ambientale e culturale di un popolo tradizionalmente nomade, e in quello storico descritto da Giovanni da Pian di Carpine ben 770 anni fa.  Questo il menu che verrà servito: Khushuur (panzerotti di verdure e carne); Buuz (fagottini ripieni di carne di agnello, cotti al vapore); Tsuivan (tagliatelle con verdure e carne di maiale); Khorkhog (carne di montone bollito con patate; il tutto cotto con l’ausilio di pietre riscaldate); Baitsaany salade (insalata di verza, carote e cipolla); tè e wodka rigorosamente mongoli; dessert italiano e vino rosso Colli del Trasimeno. Nell'immagine, l'affresco che ricostruisce l'incontro fra Giovanni e il Gran Kahn.

 PRIMO PIANO
Il 19 febbraio è Tsagaan Sar
Comincia l'anno della Pecora


16 febbraio 2015

Il 19 febbraio la Mongolia celebra lo Tsagaan sar (luna bianca), il nuovo anno: si passa dall'anno del Cavallo all'anno della Pecora. Da settimane il popolo mongolo si prepara a questo evento tradizionale che ha un significato particolarmente rilevante nella tradizione e nella cutlura locale. Lo Tsagaan sar segue il calendario lunare tibetano. I mongoli fanno festa per cinque giorni consecutivi. Si scelgono i vestiti migliori e si preparano centinaia di buuz (i tradizionali ravioli al vapore) e altri piatti e bevande tipiche; si consumano antichi riti per ricordare gli antenati, si vanno a visitare i parenti più anziani, si scambiano i regali e si mangia e si beve tutti insieme; si incontrano amici per giocare, cantare e ballare. Ma come sarà questo nuovo anno della Pecora? Risponde l'esperta di www.oracoloching.com: "Il 2015 è l'anno della Pecora! Sarà un anno piuttosto tranquillo e seguirà a quello pieno di energia del Cavallo. Un anno rilassante che servirà a trovare la pace con se stessi e con i propri cari in cui le cose accadranno lentamente e risveglieranno l'emotività della Pecora. Protettrice dell'arte, la Pecora risveglierà in tutti coloro che appartengono a questo segno, tutta la creatività e l'amore per l'estetica. Chi è della Pecora sarò produttivo e pieno di immaginazione. La Pecora dovrà approfittare del 2015 per creare e coltivare nuovi interessi e passioni, per fare nuove amicizie e per fare nuovi viaggi, facendo attenzione a non esagerare con le spese. La serenità e il carattere pacifico della Pecora mitigheranno i contrasti, se esistono, ma in generale chi è della Pecora farà molta fatica ad avere nemici veri poiché sarà portata a dare fiducia e a stringere legami seri solo dopo attente riflessioni. Come sarà il 2015? Un anno di introspezione!".

 EDICOLA
Gianni Mura su Repubblica
racconta il calcio mongolo


15 febbraio 2015

Gianni Mura e la Mongolia. Un articolo del grande giornalista sportivo (foto) è apparso su La Repubblica di domenica 15 febbraio sulla situazione calcistica mongola, associandola alle vicende non proprio trasparenti del calcio italiano dopo le esternazioni di Lotito. "Il silenzio dei complici e dei furbetti sotto la bandiera della grana" il titolo del pezzo: "Khul bumbug yg khulbungug ch dud. Bello slogan: il calcio a chi ama il calcio. Spero che la grafia e la traduzione dal mongolo, che ho trascritto dal Manifesto, siano corrette. Le ultime faccenduole del nostro calcio fanno venire una gran voglia di altrove. E la Mongolia è abbastanza altrove. Il presidente, per 17 anni, della federcalcio, Ganbold Buyannamekh, travolto da svariati scandali ha dovuto dimettersi. Squalificato per cinque anni dalla Fifa per concussione nel pasticcio che portò all'assegnazione del mondiale 2022 al Qatar. Secondo gli oppositori aveva un'altra brutta abitudine: far di tutto perché il ranking della Mongolia rimanesse basso, così da poter contare sui puntuali versamenti della Fifa per migliorarlo. Quei fondi li usava per grandi feste private. (...) In Mongolia non hanno il problema di sfrondare i numeri semmai di ampliarli. Infatti il campionato è passato da 7 a 8 squadre. L'unica che gioca lontano dalla capitale Ulan Bator è il Khangarid di Erdenet. Il campionato dura da fine giugno a fine agosto. L'inverno è lungo e gelido, si possono toccare i 40 sottozero. Ulan Bator, con circa 1.200.000 abitanti ha il 38% di popolazione in una nazione che ha la media di 1,5 abitanti per kmq, quindi non è facile reclutare talenti qua e là. Sarà compito di Vojislav Bralusic, nuovo ct, serbo di Uziece, 35 anni, far crescere i Lupi Azzurri. Così li chiamano i non molti tifosi, in Mongolia le passioni sono i cavalli, il tiro con l'arco e la lotta(...)".

 CULTURA
La Mongolia di Palazzi
vince il Daily Life Stories


13 febbraio 2015

C'è anche la Mongolia, grazie a un fotografo italiano, tra le migliori immagini premiate al World Press PhotoMichele Palazzi ha infatti vinto il primo premio “Daily Life Stories” per gli scatti di vita in Mongolia. Palazzi, trentenne fotografo romano dell'agenzia Contrasto, ha cominciato come documentarista e ha ottenuto una serie prestigiosa di riconoscimenti grazie soprattutto alla sensibilità nel catturare le trasformazioni sociali e, per quanto riguarda la Mongolia, la modernizzazione sempre crescente in una definizione suggestiva e drammatica. Guarda il sito di Michele Palazzi. Nella foto, una delle immagini scattate in Mongolia.

 PRIMO PIANO
Libertà di stampa: Mongolia
molto meglio dell'Italia


13 febbraio 2015

La Mongolia guadagna posizioni rispetto all'Italia nella nuova classifica sulla libertà di stampa, stilata da Reporter senza frontiere (Rsf). L'Italia si attesta a un umiliante 73° posto perdendo 24 posizioni rispetto alla graduatoria dell'anno precedente (coefficiente 27,94). La Mongolia è al 54° posto (27,27), quindi 19 posizioni meglio rispetto alla valutazione italiana. Al comando si confermano i Paesi del Nord Europa: prima la Finlandia 7,52, seconda la Norvegia 7,75, terza la Danimarca 8,24, quarta l'Olanda 9,22, quinta la Svezia 9,47. Secondo questo studio, il Paese meno libero è l'Eritrea (84,86), peggio anche della Corea del Nord (83,25). La libertà di stampa in Mongolia è considerata migliore anche rispetto a Giappone, Argentina, Croazia, Ungheria e appunto Italia. Guarda la mappa di Reporter senza frontiere

 CULTURA
Esce a marzo in Italia
il film "L'ultimo lupo"


10 febbraio 2015

Uscirà il 26 marzo nelle sale cinematografiche italiane il film "L'ultimo lupo" di Jean-Jacques Annaud, lo stesso regista francese de "Il nome della rosa". La pellicola è tratta dal romanzo "Il totem del lupo", best seller clandestino in Cina scritto da Jiang Rong: lo studente di Pechino Chen Zhen viene inviato in Mongolia dal governo maoista per dare un'istruzione a una famiglia di nomadi.  "Mi è stata data carta bianca", ha confidato Annaud. "Ho scritto il soggetto in piena libertà. Mi sono seduto a tavolino senza nessun obbligo e le riprese sono state molto fedeli al testo”. Il film testimonia il contrasto fra la Cina comunista e la natura incontaminata e la libertà della Mongolia, rappresentata dal "lupo". “Come attore - ha dichiarato il protagonista Feng Shaofeng - penso di aver fatto un bel viaggio in me stesso. Abbiamo sempre detto che i lupi sono animali selvaggi che aggrediscono gli uomini. Ma da quando ho girato questo film con i lupi le mie idee sono cambiate. Adesso mi sembrano animali incredibili, sì sono cacciatori ma vivono in gruppi governati da una rigida disciplina”. Il film uscirà il 19 febbraio in Cina, in occasione del nuovo anno, e in Francia il 25 febbraio. Guarda il trailer originale

 APPUNTAMENTI
Anche la Mongolia
alla Bit di Milano


6 febbraio 2015

Ci sarà anche la Mongolia alla Bit, la Borsa Internazionale del Turismo, che si terrà a Milano dal 12 al 14 febbraio dalle 8.30 alle 18.30. Uno stand è stato allestito dalla Mondiscovery di Amgalan, uno degli amici e collaboratori di mongolia.it. Le coordinate di riferimento sono: padiglione 14 G07. Nell'immagine, il logo della Bit 2015.

 PRIMO PIANO
Il caso del monaco-mummia
"Non è morto, medita"


5 febbraio 2015

Fa il giro del mondo la storia del ritrovamento, in Mongolia, della mummia congelata di un monaco buddista. Il corpo, infatti, risalente a circa due secoli fa, è stato rinvenuto nella "posizione del loto", utilizzata dai monaci per meditare. Per questo i fedeli buddhisti sono convinti che l'uomo non sia morto, bensì in una sorta di trance. Una convinzione talmente diffusa che le autorità hanno addirittura disposto esami forensi per confermare che il religioso sia effettivamente deceduto. Barry Kerzin, medico vicino al Dalai Lama, ha detto alla stampa locale che il monaco potrebbe trovarsi in un raro stato di meditazione chiamata "tukdam". "Se riesce a restare in questo stato di profonda concentrazione - ha spiegato Kerzin - il meditatore può progressivamente attenuare le proprie funzioni vitali, arrivando a una sorta di 'non morte' che lo avvicinerebbe a un Buddha". La scoperta della mummia è avvenuta in seguito all'arresto di un uomo, che stava cercando di trafugarla per venderla a qualche collezionista di cimeli religiosi. (fonte L'Unione Sarda)

 PRIMO PIANO
Monaco-mummia di 200 anni
ritrovato in Mongolia


2 febbraio 2015

Un uomo mummificato in meditazione è stato ritrovato in Mongolia. Un esame sulla reliquia umana ha svelato che si tratterebbe di una persona vissuta circa 200 anni fa, il cui corpo è stato conservato in maniera così perfetta grazie alla pelle di animale con cui è stato ricoperto. ‘Il corpo mummificato si trova nella posizione del loto, come se fosse ancora meditando” scrive Siberian Times. Vai all'articolo completo.  Il corpo è stato trovato il 27 gennaio nella provincia di Songinokhairkhan, non lontano dalla capitale Ulaanbaatar, ed era coperto di pelle di bestiame. I resti sono ora nella capitale dove sono sottoposti a diverse analisi. La mummia potrebbe essere di uno degli insegnanti di Lama Itigilov, monaco buddista nato nel 1852 che apparteneva ai Buriati, la più grande minoranza etnica della Siberia. Nella tradizione buddhista tibetana, Lama Itigilov è conosciuto soprattutto per lo stato di conservazione del suo corpo, che non sembra essere soggetto a decadenza né a deterioramento. Questo monaco fu una figura importante nel mondo religioso russo prima della Rivoluzione d’Ottobre e abate del monastero d’Ivolginsk nella steppa Buriata dove oggi è esposta la sua mummia, sette giorni all’anno, dal 2002.

 AMBIENTE
Miniere d'oro, la Mongolia
sceglie il modello X Factor


31 gennaio 2015

Il Sole 24 Ore racconta lo sviluppo della situazione delle miniere d'oro e di rame di Oyu Tolgoi, nel deserto del Gobi della Mongolia, risorsa fondamentale per lo sviluppo, nel bene e nel male, del Paese. "Come Madh e Lorenzo Fragola all’ultima edizione di X Factor", scrive Sissi Bellomo. "Anche le sorti di un gigante minerario come Rio Tinto - almeno in Mongolia - sono ora appese ai risultati di un text poll: una votazione popolare multimediale, via sms, Twitter e quant’altro. Il nuovo premier mongolo, Saikhanbileg Chimed (foto), un 46enne ex campione di sollevamento pesi, ha scelto questo metodo (finora inedito da parte delle istituzioni) per consultare i cittadini su come contrastare il rallentamento dell’economia: il Piano A prevede un giro di vite alla spesa pubblica, mentre il Piano B si fonda sull’agevolazione degli investimenti minerari da parte degli stranieri. Come l’australiana Rio Tinto, appunto, impegnata nello sviluppo di Oyu Tolgoi, letteralmente “la collina azzurra”:  un’enorme miniera di oro e rame scoperta oltre dieci anni fa, che da sola avrebbe la potenzialità di accrescere di un terzo il Pil della Mongolia, ma che per ora è sfruttata solo in minima parte, per via delle infinite dispute e lentezze burocratiche che hanno frenato i lavori. Il via al televoto, come direbbero i conduttori televisivi, verrà dato domani. E la consultazione - ultima frontiera dei sondaggi in rete, tanto amati dai grillini nostrani - durerà quattro giorni. Il risultato del referendum virtuale, che non sarà vincolante, è piuttosto prevedibile: anche se in Mongolia ci sono state parecchie polemiche sul rischio di svendere le ricchezze minerarie a multinazionali straniere, sembra difficile che la maggioranza dei cittadini preferisca sacrificare il welfare, chiedendo al governo di stringere la cinghia". Leggi l'articolo completo

 SPORT
Sumo, il mongolo Hakuho
entra nella leggenda


25 gennaio 2015

Il 29enne lottatore mongolo di sumo Hakuhō Shō (foto) ha vinto ieri a Tokyo, in Giappone, il 33° torneo ufficiale della sua carriera, diventando il lottatore di sumo più vincente della storia. Hakuhō ha battuto il precedente record di Taihō Kōki, che vinse 32 tornei fra il 1960 e il 1971. Quello di ieri era un incontro di uno dei sei tornei “principali” della stagione (chiamati honbasho). Vincendo l’incontro – che ha combattuto contro Kisenosato Yutaka, un forte lottatore del Giappone - Hakuhō Shō ha vinto in anticipo il titolo. Nel sumo per vincere è necessario atterrare o buttare fuori dalla zona di combattimento il proprio avversario. Nell’incontro di ieri Hakuhō e Kisenosato si erano atterrati assieme praticamente nello stesso momento, e per questo l’arbitro aveva deciso di ripetere il combattimento: poi Hakuhō ha battuto agilmente Kisenosato in sette secondi (fonte ilpost.it). Leggi l'articolo completo

 CULTURA
Magione vicina alla Mongolia
proprio come nel 1245


24 gennaio 2015

Non arriverà dopo un lungo viaggio in sella a un mulo come quella portata da Fra' Giovanni da Pian di Carpine al Gran Kan dei mongoli nel 1245, ma una lettera scritta dal Comune di Magione arriverà al municipio dell'antica città di Kharkhorin (Karakorum) in Mongolia, per avviare un rapporto più stretto tra le due municipalità unite dalla figura del francescano che per primo narrò fatti e vicende del popolo mongolo. La decisione è arrivata a seguito dell'incontro promosso dall'associazione Fra' Giovanni da Pian di Carpine che ha portato a Magione il console italiano in Mongolia, Alfredo Savino. Accolto dal sindaco, Giacomo Chiodini, dall'assessore al turismo, Cristina Tufo e dal delegato alla cultura, Vanni Ruggeri, il console ha proposto l'avvio di una collaborazione tra le due città. «La Mongolia è un paese in grande sviluppo - ha spiegato il console - come dimostra la presenza di prestigiosi marchi, anche locali, che hanno avviato rapporti economici con quella realtà». Grande disponibilità a collaborare affinché i rapporti tra i due paesi possano concretizzarsi in iniziative e attività, è stata offerta dai rappresentanti dell'associazione presenti all'incontro: Umberto Mannocchi, GianPietro Chiodini, Michele Carrozza e Luigi Bufoli che ha ricordato le due grandi mostre sulla Mongolia realizzate a Magione con il materiale messo a disposizione da Giancarlo Ventura, segretario dell'associazione Soyombo (fonte frescodiweb.it). Leggi l'intero articolo

 SPORT
Mongol Rally, la fine
di una grande corsa


22 gennaio 2014

Anche la Mongolia soffre degli stessi mali dell'Italia, soprattutto quando si parla di burocrazia. Scompare così (per la precisione viene snaturata) una delle iniziative più spettacolari e coinvolgenti, il Mongol Rally, che da 11 anni vedeva la partecipazione di centinaia di cittadini europei, di cui moltissimi italiani, a bordo di automobili spesso "avventurose" che venivano poi lasciate a Ulaanbaatar in beneficenza (ambulanze attrezzate comprese). Anche la quota d'iscrizione viene destinata a foraggiare iniziative umanitarie. L'ingresso in Mongolia dalla Siberia era però ormai diventata un'impresa ancora più impegnativa dello stesso (massacrante) viaggio. Troppi controlli, troppe spese, troppa burocrazia appunto. Così il Mongol Rally, a dispetto del nome stesso, non si concluderà più in Mongolia: la bandiera a scacchi (si fa per dire perché trattasi di corsa non competitiva) sarà sventolata a Ulan Ude, capitale della Buriazia, prima del confine mongolo, a circa 600 chilometri dal "vero" storico "traguardo", Ulaanbaatar.

 EDICOLA
L'incredibile love story
sull'asse Italia-Mongolia


19 gennaio 2015

La notizia del fidanzamento tra un italiano e una delle più popolari giornaliste della Mongolia ha fatto il giro del web, salendo alla ribalta anche nella versione online del Corriere della Sera. Riferisce Vittorio Cerdelli: "Quando la notizia del fidanzamento tra Gianluigi Brescianini e la giornalista di punta della tv nazionale Khaliun Enkhabat è diventata virale, i paparazzi di Ulan Bator si sono letteralmente scatenati. «Khaliun sta con uno straniero», titolava in prima pagina il Chi versione Mongolia. «Si, ma è alto e bello», rispondeva indirettamente il gossipparo Hotnews.Mn, e nei commenti romantici e i nazionalisti del paese di Gengis Khan si dividono in diatribe difficilmente traducibili. Succede nella Mongolia sospesa tra il passato socialista e un presente in bilico tra crescita economica e disparità sociale, dove il fidanzamento tra un occidentale e la giornalista più famosa del paese riesce a dividere il popolo dei social network. “L’ho conosciuta al Centro, un locale per occidentali di Ulan Bator – racconta un innamoratissimo Brescianini -, mi ha colpito la sua bellezza e dopo averle offerto da bere ci siamo accordati per una cena”. Galeotta fu la tequila: le cene si moltiplicano così come gli incontri, ma Gianluigi non ha idea di chi sia quella ragazza conosciuta in discoteca. «Mi diceva di essere famosa e non capivo perché la gente la guardava, poi una sera mi ha detto di accendere la tv e ho capito che era l’annunciatrice di punta della tv nazionale. Wow». Non solo, perché la 28enne è anche attrice, presentatrice di eventi e contesissimo volto di pubblicità di ogni genere. «Gli ammiratori le mandano fiori e un popolo fiero e nazionalista come quello mongolo fatica ad accettare che una persona famosa si fidanzi con un occidentale qualsiasi – continua Brescianini-, all’inizio era strano vederla in televisione ma ormai ci ho fatto l’abitudine, sono felice con lei e questo mi basta». Leggi qui l'articolo completo

 SPORT
Pallone d'Oro: il capitano
della Mongolia vota Conte


13 gennaio 2015

Anche il calcio mongolo ha seguito l'incoronazione del Pallone d'Oro, partecipando attivamente alla votazione. Se il portoghese Cristiano Ronaldo del Real Madrid ha conquistato la corona per la terza volta, il premio per il miglior allenatore è andato a Joachim Löw, c.t. della nazionale tedsca campione del mondo, davanti a Carlo Ancelotti, tecnico del Real. Ma Garidmagnai Baysgalan (foto), capitano della nazionale di Mongolia, ha votato a sorpresa per un altro allenatore italiano, Antonio Conte, ex coach della Juve e ora degli Azzurri.

 PRIMO PIANO
Anche la Mongolia in piazza
a dire: Je suis Charlie


11 gennaio 2015

Anche la Mongolia si unisce alla solidarietà per Charles Hebdo e per Parigi, duramente colpita dal terrorismo. Nella piazza principale di Ulaanbaatar, di fronte alla statua dedicata a Sukhbaatar, eroe della liberazione contro i Cinesi, è stata accesa una grande scritta, la stessa che campeggia in ogni angolo del mondo: "Je suis Charlie". L'iniziativa è stata promossa dai giornalisti della Mongolia, ai quali si è affiancata la popolazione della capitale in un abbraccio da lontano ma molto convinto per la causa comune della libertà. La foto è stata pubblicata dal sito di Liberation 

 SPORT
Calcio, la nazionale mongola
nell'articolo del manifesto


10 gennaio 2015

"Il calcio agli amanti del calcio: la Mongolia torna in campo". Il quotidiano comunista il manifesto dedica un interessante articolo di Stefano Fonsato alla nazionale mongola: "Al grido di «Forza lupi azzurri» il paese cerca di rimontare la scalata dal 138° posto in classifica mondiale. Con un allenatore serbo, Bralusic". Ecco l'incipit dell'articolo: "Xөлбөмбөгийг Хөлбөмбөгчдөд! La pro­nun­cia di que­ste due parole, “khul bum­bug yg khul­bum­bug ch dud!”, risulta, se pos­si­bile, ancora più incom­pren­si­bile della gra­fia ciril­li­cheg­giante. Meglio sve­larne subito il signi­fi­cato, ovvero “Il cal­cio agli amanti del cal­cio”: uno slo­gan deciso, un grido di bat­ta­glia, un movi­mento cul­tu­rale che ha per­vaso la Mon­go­lia dalla vita reale ai social net­work, in cui que­sta scritta (in dia­go­nale sullo sfondo ros­so­blù della ban­diera) cam­peg­gia su migliaia di pro­fili. La fede­ra­zione cal­ci­stica del paese di Gen­gis Khan ha final­mente vol­tato pagina: il pal­lone è tor­nato libero di roto­lare senza più i soprusi di una famiglia-despota, quella di Gan­bold Buyan­ne­mekh, che negli ultimi 17 anni ha let­te­ral­mente accen­trato il con­trollo ammi­ni­stra­tivo della disci­plina, com­bi­nan­done di tutti i colori. Fino alla squa­li­fica per cin­que anni da parte della Fifa, dopo aver appu­rato la con­cus­sione di cui Gan­bold si mac­chiò ine­so­ra­bil­mente nella vicenda Moham­med bin Ham­mam, ex pre­si­dente della Feder­cal­cio Asia­tica (anch’egli, ban­nato, ma a vita), che sfidò Blat­ter, nell’ultima corsa al comando dell’organizzazione mon­diale, com­prando voti un po’ qua e un po’ là, per dare linfa alla corsa alla can­di­da­tura del Qatar per i Mon­diali del 2022. Una vicenda tor­bida, quella, che pre­senta ancora tanti buchi neri e la cui com­pleta verità non verrà mai a galla". Nella foto, la nazionale di calcio della Mongolia. Leggi l'intero articolo direttamente al sito del manifesto

 CULTURA
In anteprima "Il miracolo"
racconto di Ayana Sambuu


9 gennaio 2015

Emozioni sospese fra una primavera romana e i ricordi d'infanzia di una indimenticabile nevicata in Mongolia. È il filo narrativo di un delicato e magico racconto, "Il miracolo", che Ayana Sambuu (nella foto) affida in anteprima a mongolia.it. Ayana è una cantante lirica mongola affermata e appartiene a una famiglia che ha dato molto alla cultura della Mongolia. Questo l'incipit del racconto: "Quello fu proprio un bellissimo giorno della primavera romana. Portò finalmente un po’ di sole e di sollievo dopo il lungo e piovoso inverno. Mi svegliai prestissimo,nel mezzo della notte. Mi scaraventai giù dal letto di colpo: ero molto preoccupata perché sentivo la gola in fiamme, e non riuscivo a togliermi dalla testa le cadenze dell’aria di Rosina. Provai a bere qualche sorso d'acqua ma il bruciore non passava. Tornai a letto e nel dormiveglia sentivo il mio corpo rilassarsi ma la mia mente resisteva e continuava a pensare, pensare...". L'intero racconto è pubblicato nel Punto d'incontro, lo spazio curato da Ayana con riflessioni e interviste. Leggilo qui

 EDICOLA
Una designer bresciana
alla conquista della Mongolia


8 gennaio 2014

Da Brescia a Ulaanbaatar, per esportare il migliore design italiano. È la scommessa di Claudia Pelizzari (nella foto), raccontata da corriere.it. "Ha lavorato per le più belle case di Brescia - scrive Stefano Senini - ma Claudia Pelizzari è maggiormente conosciuta fuori dai confini della provincia ed è stabilmente presente sulle più note riviste internazionali: è una interior designer, con ufficio di progettazione in via Trieste. «Non si tratta semplicemente di arredare - chiarisce -, ma di occuparsi di tutto quello che in un edificio riguarda gli interni, dagli impianti alle finiture» (...) Dopo lavori in Svizzera e Costa Azzurra e progetti in Grecia, Qatar e Malesia, lo studio ha ottenuto una commessa importante in Mongolia: 11 ville di circa 1000 mq a Ulan Bator (...).  David Morini, architetto, è il figlio di Claudia ed è stato in Mongolia per il primo contatto con i nuovi clienti: «Abbiamo progettato a Ulan Bator lo show-room dei nostri amici Tempini (l’importante ditta di rivestimenti con sede a Sant’Eufemia, ndr); una famiglia di costruttori locali l’ha visitato e ci ha contattato per la villa personale e per un complesso di abitazioni destinato alla classe più ricca». (...) Madre e figlio sono in partenza per l’oriente per mostrare personalmente alcuni render ai committenti, dopo l’ultimo incontro avvenuto a Brescia la scorsa estate. «Non sono persone chiassose o che ostentino ricchezza - spiega la designer -. Accettano volentieri di moderare alcune richieste eccessive, come l’uso di marmi e colonne: d’altra parte per loro Italia vuol dire proprio quel tipo di architettura». Anche il giardino dovrà essere all’italiana, impresa difficile nelle temperature molto rigide della capitale mongola, la più fredda del mondo. «Ci hanno anche chiesto di ricavare nel parco uno spazio per montare la yurta, la caratteristica tenda nomade - prosegue Claudia-, per loro una sorta di focolare». L’Italia è in ritardo rispetto ad altre nazioni con gli investimenti in Mongolia: le grandi compagnie minerarie sono inglesi, i costruttori edili giapponesi, le corporation tecnologiche sudcoreane. Gli interni delle case più prestigiose avranno però una firma bresciana".

 CULTURA
Con Viviana Rasulo
da Napoli all'Altai


5 gennaio 2015

Fino all'8 gennaio Napoli (Galleria Mediterranea di via de Cesare) ospita la rassegna fotografica "Ai confini del mondo" di Viviana Rasulo, dedicata alla Mongolia e ai luoghi artici. È il frutto di due viaggi intrapresi dalla Rasulo, di professione pediatra, insieme a Luca Bracale, fotoreporter e collaboratore del National Geographic. "Il tema centrale - riferisce Marco Molino su www.informazionimarittime.it - è la migrazione. “In Mongolia, raggiunta dopo una avventurosa traversata della Siberia – racconta la Rasulo - abbiamo incontrato una comunità nomade che vive e si sposta nelle infinite steppe di quel paese stretto tra la Cina e la Russia". L’autrice ha catturato alcune immagini di una secolare caccia con l’aquila che viene addestrata per nove mesi e lanciata alla ricerca di lupi e piccoli animali come le marmotte. Alla base di questo sistema c’è un patto silenzioso tra umani e uccelli: ai primi la pelle degli animali cacciati, ai secondi la carne. Le immagini della Rasulo – che nel 2014 ha realizzato “Photoproject 365” con gli scatti effettuati nel corso di un anno a bambini da lei visitati - mettono a fuoco due temi apparentemente in contraddizione: il nomadismo e le radici, come quelle della sua città natale fotografata navigando in kayak lungo le frastagliate rive di Posillipo, dove “il tufo che sprofonda negli abissi del mare” si fonde col nuovo cemento che tenta di sovrapporsi all’anima più antica di questi luoghi. Una rappresentazione visiva, quasi una metafora, del saldo radicamento nella natura e nella storia che per il capoluogo partenopeo è un patrimonio importante ma talvolta anche un limite, una prigione. "Forse non ci crediamo, ma anche il più statico e ostinato cittadino vive una situazione di continua instabilità, precarietà e mutevolezza, che poi è tipico del carattere del napoletano. Radici profonde di culture e di terre antiche – conclude la Rasulo - ma grandi capacità di adattamento e spostamento continuo così come lo è per la Mongolia e per gli orsi polari”. Nella foto, uno scatto di Viviana Rasulo a un cacciatore con l'aquila.

Canale Sky su Indiana Jones
Ecco chi era veramente


28 dicembre 2014

Forse non tutti sanno che... Indiana Jones, a cui Sky dedicherà un canale televisivo dal 1 al 4 gennaio 2015, altri non è che Roy Chapman Andrews (foto), il paleontologo statunitense che scoprì il più grande forziere di scheletri di dinosauri proprio nel deserto mongolo del Gobi. La sua vita avventurosa ha ispirato il personaggio cinematografico, portato al successo dall'attore Harrison Ford e dal regista George Lucas. Roy Chapman Andrews (1884-1960) è stato anche direttore del Museo di storia americana ma è soprattutto famoso per le sue esplorazioni in Mongolia negli anni Venti del Novecento. Portò alla luce reperti straordinari come ossa complete di dinosauri fino ad allora sconosciuti, come il velociraptor, ma anche uova fossili che oggi fanno bella mostra nei musei di tutto il mondo, compreso ovviamente quello di Storia Naturale di Ulaanbaatar. Celebre la sua frase: "C'è sempre un'avventura che ti aspetta dietro l'angolo. E il mondo è un luogo pieno di angoli". Vai al filmato su Roy Chapman Andrews

Dal Gobi il buon Natale
dei missionari


25 dicembre 2014

Il Natale in Mongolia, un Paese legato alle tradizioni religiose buddhiste e sciamaniche, viene festeggiato soprattutto nelle missioni cattoliche, come quella della Consolata, che opera 12 anni nel deserto del Gobi. Lastampa.it dedica un servizio a questi nostri amici che lavorano con coraggio e concretezza per dare un supporto, non solo spirituale ma anche molto pratico, alla popolazione mongola. "Come lievito nella farina. I Missionari della Consolata sono arrivati in Mongolia nel 2003 per servire la giovane Chiesa locale composta interamente da ministri stranieri. Oggi sono in sei, tre sacerdoti e tre suore, distribuiti tra la capitale Ulaanbaatar e Arvaiheer, dove la Chiesa prima non era mai stata presente. La missione di Arvaiheer ha preso forma in un quartiere periferico: «Abbiamo creato – racconta padre Giorgio Marengo – uno spazio di incontro, di crescita e di preghiera aperto a tutti». Nello specifico si occupano di molte attività: da una piccola scuola dell’infanzia all’interno di una ger (la tenda mongola) alla promozione della donna attraverso un progetto di cucito e ricamo che mantiene circa trenta famiglie; dalla cura della salute alle necessità di chi non riesce a procurarsi carbone per la stufa, cibo e medicine. «Vorremmo essere segni della misericordia di Dio. Gesù, ascoltato nel silenzio della preghiera e servito nelle sue membra più povere, è il cuore di tutto, il senso del nostro essere qui, il tesoro più prezioso che offriamo con semplicità e tanta discrezione, senza forzature. Molti (la maggioranza) non lo conoscono ancora, qualcuno lo vuole seguire. Siamo forse una delle più piccole parrocchie del mondo (18 battezzati), ma non abbiamo desideri di grandezza o di visibilità, solo di essere autentici e utili. Tocchiamo con mano come Dio guidi la storia e le nostre singole storie, regalandoci sempre tante sorprese». La Mongolia è in rapida trasformazione. «Mentre si dava un assetto democratico – dopo i settant’anni del regime comunista – si è scoperta ricca e appetibile per le ingenti risorse minerarie: abbiamo una crescita economica galoppante, grandi povertà e pericolosi squilibri». Nel Paese di Gengis Khan la presenza cristiana è ridotta al minimo. «La tradizione religiosa prevalente è il buddhismo tibetano, ma il sostrato più profondo è legato allo sciamanesimo. Il duro regime filo-sovietico aveva cercato di sradicare le credenze religiose con una sistematica opera di distruzione di templi e di indottrinamento ideologico, ma con la libertà di culto sono state accolte altre esperienze religiose». A livello ufficiale esiste un dialogo tra le religioni che permette di incontrarsi e «manifesta una volontà di collaborazione; bisogna che venga calato nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni tra le persone; su questo c’è ancora un po’ di chiusura, comprensibile per l’isolamento in cui il Paese è vissuto». Nella foto (di Federico Pistone), Padre Giorgio Marengo vicino a un campetto di basket realizzato nella missione di Arvaikheer.

Nuovo Governo in Mongolia
Ecco l'elenco dei Ministri


22 dicembre 2014

Dopo la crisi di novembre, il Primo Ministro della Mongolia Chimed Saikhanbileg (nella foto, a sinistra, con il Presidente della Repubblica Elbegdorj) ha presentato l'elenco dei Ministri che comporranno il nuovo Governo di Coalizione della Mongolia. Ecco l'elenco, con il partito di appartenenza (MPP Partito Popolare, MNDP Partito Nazionale Democratico, DP Partito Democratico).
• Chimed Saikhanbileg (MPP), Primo Ministro
• Ukhnaa Khurelsukh (eletto nel MPP), Vice Primo Ministro;
• Mendsaikhan Enkhsaikhan (MNDP), Ministro senza portafoglio;
• Sangajav Bayartsogt (DP), Ministro e Capo del Segretariato di Gabinetto;
• Dulamsuren Oyunkhorol (MPP), Ministero dell'Ambiente, dello Sviluppo Verde e del Turismo;
• Lundeg Purevsuren (DP), Ministro degli Affari Esteri;
• Jargaltulga Erdenebat (MPP), Ministro delle Finanze;
• Dambii Dorligjav (DP), Ministro della Giustizia;
• Dondogdorj Erdenebat (DP), Ministro dell'Industria;
• Damdin Tsogtbaatar (MPP), Ministro dell'Edilizia e dello Sviluppo Urbano;
• Luvsannyam Gantumur (DP), Ministro dell'Istruzione, della Cultura e della Scienza;
• Namkhai Tumurkhuu (MPP), Ministro delle Strade e dei Trasporti;
• Rentsendoo Jigjid (DP), Ministro del Comparto Minerario;
• Sodnom Chinzorig (MPP), Ministro del Lavoro;
• Sodnomzundui Erdene (DP), Ministro per lo Sviluppo della Popolazione e la Protezione Sociale;
• Radnaa Burmaa (DP), Ministro della Nutrizione e l'Agricoltura;
• Dashzeveg Zorigt (DP), Ministro dell'Energia;
• Tserendash Tsolmon (Coalizione ‘Justice’), Ministro della Difesa;
• Gankhuyag Shiilegdamba (Coalizione ‘Justice’), Ministro della Salute e dello Sport

Nuovo centravanti mongolo
per il team Zanabazar


22 dicembre 2014

Si chiama Suren Mamay, ha 32 anni ed è un calciatore mongolo, virtuale ma fortissimo. È il nuovo acquisto della squadra Zanabazar, gestita dal nostro sito mongolia.it e dedicata al grande artista del Seicento, una sorta di "Leonardo delle steppe". Stiamo parlando di Hattrick (in inglese "tripletta"), il più popolare gioco di calcio del mondo. Con questo ingaggio da oltre 1,2 milioni di euro (fortunatamente anche questi virtuali), Zanabazar diventa ancora più ambiziosa nel campionato di "serie C", dove occupa il secondo posto (con 3 vittorie e una sconfitta) a 3 punti dalla capolista kazaka Beskunak. Sabato prossimo, 28 dicembre, lo Zanabazar Arena applaudirà l'esordio di Mamay, centravanti di ruolo, valutato "mitico" in attacco e "fuoriclasse" nei passaggi. I 2.398 iscritti allo Zanabazar club e gli oltre trentamila spettatori che assisteranno al match contro il Kalanda si attendono un debutto straordinario, impreziosito da gol. Nell'immagine, la scheda del nuovo attaccante mongolo di Zanabazar.

In Mongolia con Rai Radio2
domenica 21 dalle 13.45


20 dicembre 2014

Rai Radio2 fa le valigie e parte per la Mongolia. Domenica 21 dicembre dalle 13.45 alle 15 il popolare programma "Che ci faccio qui", condotta da Nicoletta Simeone e Massimo Cervelli (nella foto), dedica una puntata alla Mongolia, con la partecipazione del giornalista Federico Pistone, titolare di mongolia.it e autore di varie pubblicazioni, tra cui la guida Polaris "Mongolia, l'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri". Ascolta il programma

Gli auguri dell'Ambasciatore
"Sempre più vicini"


19 dicembre 2014

L'artista Ayana Sambuu, che collabora con questo sito e cura la nostra rubrica "Punto d'incontro", ha raccolto un augurio molto speciale e prezioso riservato a mongolia.it e rivolto agli amici della Mongolia che abitano in Italia e anche alle persone italiane che sono state in Mongolia o che vorrebbero visitarla. È quello dell'Ambasciatore della Mongolia in Italia, Sh. Odonbaatar (nella foto insieme ad Ayana Sambuu).
“Prima di tutto in occasione dell’arrivo del nuovo anno porgo i miei migliori auguri agli amici e colleghi italiani e al popolo italiano. Insieme alla nostra Ayana, abbiamo deciso di fare questo gesto improvvisato mentre parlavamo qui all’Ambasciata. Potrei dire che già da qualche anno abbiamo iniziato ufficialmente i nostri rapporti e una collaborazione tra Italia e Mongolia, fra alcune organizzazioni italiane e mongole, ovvero tra i cittadini dei due stati. Quindi, questo è  il terzo anno da quando è stata aperta ufficialmente l’Ambasciata della Mongolia in Italia e stiamo lavorando per sviluppare ancora di più le relazioni  e la collaborazione fra i nostri due paesi. Sono molto contento di poter dire che aiutiamo ad avvicinare i nostri popoli dal punto di vista degli affari internazionali nei campi di business, mondo del  lavoro e diamo appoggio e la nostra partecipazione nei progetti  di ambito culturale ed  educativo. Vi porgo i miei migliori auguri per il Nuovo Anno  2015, cari amici".

Il marchio Terranova
sbarca a Ulaanbaatar


16 dicembre 2014

Il marchio Terranova sbarca a Ulaanbaatar. Nell’ambito dello  sviluppo delle relazioni tra Italia e Mongolia, pur in un momento difficile come quello attuale per entrambi i Paesi, uno store di 980 metri quadrati (area di vendita) del marchio di abbigliamento è stato inaugurato nel 3rd district della capitale. Nella foto, l'apertura ufficiale di Terranova a Ulaanbaatar. Per vedere il filmato dell'inaugurazione clicca qui

Giuseppe Enkh-Baatar,
primo diacono mongolo


11 dicembre 2014

La Chiesa cattolica asiatica festeggia l'ordinazione del primo diacono proveniente dalla Mongolia. Dopo anni di studio nel seminario di Daejeon, in Corea del Sud, il vescovo mons. Lazzaro You Heung-sik e mons. Wenceslao Padilla, prefetto apostolico di Ulaan Baatar, consacreranno Giuseppe Enkh-Baatar (nella foto). Il giovane, battezzato come Giuseppe, è stato il primo mongolo a entrare in un seminario. Ma Giuseppe - parrocchiano della cattedrale dei santi Pietro e Paolo nella capitale mongola - prima si è laureto in biochimica all'Università internazionale della Mongolia, un istituto retto dai protestanti coreani. All'inizio, questa scelta non lo appassionava: "Volevo entrare in seminario subito dopo le scuole, ma la mia famiglia e gli altri cattolici, compreso il vescovo, mi hanno sconsigliato. Sono stati molto saggi. Conoscere la scienza mi ha fatto capire meglio la creazione di Dio". Parlando all'agenzia AsiaNews durante la recente visita pastorale di papa Francesco in Corea, il nuovo diacono aveva definito questo giorno "un sogno che posso vivere giorno per giorno". Secondo mons. Padilla, l'ingresso di Giuseppe nel clero cattolico "aiuterà ancora di più il piccolo gregge che vive nelle steppe della Mongolia. Secondo le ultime stime, i cristiani presenti in Mongolia rappresentano poco più del 2% della popolazione, a stragrande maggioranza di fede buddista mischiata con credenze sciamaniche della tradizione locale. Resta alta anche la quota degli atei, che sfiora il 40% del totale. I cattolici sono un migliaio circa, ma hanno saputo far nascere e crescere col tempo centri di accoglienza per orfani, diseredati e anziani, cliniche mediche - in un Paese in cui le infrastrutture sanitarie scarseggiano - e diverse scuole e istituti tecnici. (fonte radiovaticana.va e Missionari della Consolata)

Ulaanbaatar nel gelo
Al nord meno 40 gradi


8 dicembre 2014

Dopo un inizio di inverno anomalo, con temperature addirittura miti, la Mongolia è piombata nel gelo più totale. A Ulaanbaatar il termomentro è sceso fino a -30° ma la minima spetta a Renchinlkhümbe, nelle regioni settentrionali, dove si sono registrati -39,9°. Le conseguenze più devastanti riguardano i nomadi che popolano le steppe: difficile sopravvivere sia per gli uomini che per le greggi. Nella foto, un corteo di yak sfida una tempesta di neve (foto Federico Pistone)

Nuova serie tv su Marco Polo
con Favino e Baljinnjamyn


5 dicembre 2014

Debutterà il 12 dicembre negli Stati Uniti la nuova serie televisiva "Marco Polo", ideata da John Fusco e diretta da Joachim Ronning. In attesa che lo sceneggiato sbarchi anche in Italia, sono previsti 10 episodi della durata di 60' ciascuno. Tra i protagonisti ci sono un attore italiano, Pierfrancesco Favino, nei panni del padre di Marco Polo, Niccolò, e un attore mongolo, Baljinnjamyn Amarsaikhan (nella foto), che interpreta il Khan Ariq Böke, nipote di Gengis Khan e predecessore di Kublai. La serie, costata 90 milioni di dollari, è stata girata tra Italia, Kazakistan e Malesia.

Il buon Natale
delle missionarie


5 dicembre 2014

Anche in Mongolia si festeggia il Natale, grazie soprattutto ai missionari che portano il loro contributo alla popolazione attraverso iniziative sociali, come quelle prezione realizzate dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Eccolo il buon Natale di Suon Adriana Bricchi, che da anni è missionaria a Ulaanbaatar insieme alle sue Sorelle. "Il Natale ancora riaccende ricordi dell’infanzia, così i ricordi di persone incontrate sul cammino della vita, degni di stima, e di riconoscenza. Gli auguri sono semplici forme di pensare bene... di desiderare del bene… di ringraziare  coloro che ci hanno fatto del bene. Ed ora alcune notizie  sommarie sulla nostra missione della Mongolia. Nello scorso anno si è iniziata l'attività della Scuola Materna  e con questo 2014 anche della Scuola Elementare. Dopo tanti passi lenti, con la collaborazione di  diversi benefattori si è raggiunta una meta che dovrà però continuare, svilupparsi con le classi successive. In Mongolia la vita missionaria è fra le più difficili…  Conversioni al cattolicesimo si possono contare con il contagocce, ma anche i nati in Mongolia sono figli di Dio la cui entrata nell’ovile di Madre Chiesa si dovrà attendere con pazienza. Voi vedeste I bambini: sono graziosissimi, come tutti I bambini del mondo! La nostra missione in Mongolia-Ulaanbaatar-Orbit rimane bisognosa della  collaborazione di benefattori per risolvere problemi diversi. Doverosa di riconoscenza prometto preghiere, bisognosa  di aiuto rimango fiduciosa anche della sue valida preghiera. Nuovamente Buon Natale di ricooscenza. Sr. Adriana Bricchi, Fma". Chi volesse aiutare la missione delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Mongolia: Conto corrente  BANCA POPOLARE DI SONDRIO – Ag.1-Roma - IBAN  IT  91 VO5696 03201 000008802X26, intestato a Missione Giovani – FMA ONLUS – Cod.Fiscale 01871390017 (usufruibile per il 5 xmille). N.B.Il bonifico abbia come causale: Missione FMA-Mongolia.-Nome e indirizzo di chi emette il bonefico e il suo codice fiscal o la P. Iva

Bis degli Egschiglen
in provincia di Vicenza


4 dicembre 2014

Dopo il successo riscontrato a Gorizia, prosegue il tour del gruppo musicale mongolo Egschiglen. L'appuntamento è per il 9 dicembre alle 21 nella chiesetta di San Bartolomeo, in località San Bortolo del comune di Arzignano, provincia di Vicenza, nell'ambito della rassegna "Spirito Armonico", curata dal Comune di Arzignano. L'ingresso è libero. Per maggiori informazioni, cliccare qui. "Con Spirito Armonico”, dice l’Assessore alla Cultura Mattia Pieropan, “andiamo alla scoperta della spiritualità dei popoli del mondo attraverso la loro musica, un’armonia dell’anima che ci spinge alla riflessione, fuori dagli stereotipi e dai luoghi comuni”. Nella foto, la chiesa rurale di San Bortolo, risalente al XIV secolo, che ospietrà gli Egschiglen.

Carbone, la Mongolia
rilancia il megaprogetto


4 dicembre 2014

La Mongolia ha riavviato l'asta per lo sviluppo del più grande deposito di carbone coke al mondo. Cinque società, scrive il Wall Street Journal, avrebbero presentato offerte: China Shenhua Energy, primo produttore di carbone al mondo per volumi, Sumitomo, una filiale di Mongolian Mining (quotata a Hong Kong), Peabody Energy e un gruppo locale. Tavan Tolgoi ha riserve per 7,5 miliardi di tonnellate del carbone usato in siderurgia, ma la Mongolia non è riuscita a finanziarne lo sviluppo dopo il collasso della precedente gara nel 2011. Secondo Mongolian Mining, scrive Reuters, la shortlist dovrebbe essere comunicata il 15 dicembre (RR). Nella foto, la miniera di Tavan Tolgoi

Il Messaggero: "Mongolia,
spazi infiniti e avventura"


2 dicembre 2014

"Mongolia: spazi infiniti e spirito di avventura", è l'invito de "Il Messaggero" in un articolo online (per leggerlo clicca qui). "Più che un viaggio, un’avventura da vivere con la mente aperta e un po’ di spirito di adattamento. Scordatevi le comodità, il trolley o la camera d’albergo: in Mongolia si va con lo zaino, si dorme nelle tende senza corrente elettrica e senza bagno. Almeno così si fa per conoscere la vera Mongolia. Quella che ti rimane negli occhi, nel cuore e nell’anima: quella degli spazi infiniti, dei silenzi, delle stellate spettacolari, degli sguardi profondi dei bambini dagli occhi a mandorla. Non fatevi illudere da Ulan Bator, la capitale: il centro della città ricorda quello di una normalissima città europea: boutique, teatri, ristoranti e locali. Si può far tappa due giorni ma poi bisogna allontanarsi dalla civiltà e scoprire le terre sconfinate. Basta uscire di 10 chilometri dal centro e si è in un altro mondo. L’impatto con la natura è talmente forte che all’inizio quasi spaventa, sembra che prenda il sopravvento su di te. Ma appena ci si abitua non si vuole più ripartire. Si è continuamente circondati o a tu per tu con vette di 4mila metri, ghiacciai, laghi, foreste. C’è tutto tranne il mare: è a 1600 chilometri di distanza. La Mongolia, infatti, è il secondo più grande stato del mondo senza accesso al mare, dopo il Kazakistan (che però, volendo essere precisi, ha uno sbocco sul mar Caspio). Una volta sul posto meglio organizzare il tour con una delle agenzie locali. Ci si sposta con le jeep e i van e ogni sera ci si accampa nelle iurte: sono grandi tendoni rotondi dove all’interno vengono sistemati letti (a volte comodi altre volte non tanto) e stufe per scaldare. Non c’è acqua, non c’è luce e non ci sono i servizi igienici: il bagno è un buco nella steppa. Quindi ricordatevi sempre di munirvi di pila frontale che, insieme alla carta igienica (non è uno scherzo, lo consigliano le agenzie prima del viaggio!) è la prima cosa da mettere nello zaino. Come abbigliamento (in Mongolia ci si va in estate): giacca leggera traspirante, maglia intima termica, scarponcini da trekking. Non dimenticate macchina fotografica alla mano e qualche regalino per i bimbi che incontrerete. Ma vi capiterà anche di viaggiare per ore senza incontrare anima viva e se arriverete fino al Deserto del Gobi sarà un’altra esperienza indimenticabile: di giorno ammirerete formazioni di sabbia di tutti i colori e dimensioni e la notte stellate mai viste".

A Gorizia con gli Egschiglen
tutti i suoni della Mongolia


1 dicembre 2014

C’è grande attesa a Gorizia per il Concerto del Gruppo "Egschiglen" della Mongolia. L’evento è promosso nell’ambito del festival musicale "Across the border", dalla Cooperativa culturale Maja e dal Kulturni dom di Gorizia, in collaborazione con il Folkclub Buttrio ed il Kulturni dom di Nova Gorica. Egschiglen ("bella melodia" in lingua mongola), vera istituzione mondiale nella World Music, viene fondato nel 1991 da studenti in corso di specializzazione al conservatorio di Ulaanbaatar. Sin dai primissimi passi, i musicisti si focalizzano sulla musica contemporanea della Mongolia ed eseguono ricerche sistematiche per la dimensione sonora del proprio repertorio con strumenti tradizionali e le tecniche vocali dell’Asia Centrale. Gli Egschiglen sono gli ambasciatori musicali del loro Paese. Con i loro raffinati arrangiamenti, interpretano sia canzoni tradizionali che lavori di compositori mongoli contemporanei. I loro pezzi hanno sovente la qualità e la trasparenza della musica da camera, pur mantenendo il potere incantatore delle tradizioni popolari. Da un lato le sonorità mongole appaiono strane e misteriose alle orecchie occidentali. In particolar modo i canti khoomii - ilkhomii è una speciale tecnica di canto ‘di gola’, uno stile in cui le tonalità fuori dalla scala sono modulate nello stesso tempo in cui viene cantata la melodia di base (diplofonia) - lasciano senza parole. Dall’altro la musica risuona familiare, esprimendo i sentimenti di base dell’umanità: amore, preoccupazione e riconoscenza.Tumro canta e suona il morin khuur, violino tradizionale mongolo a due corde in crine di cavallo il cui riccio finisce a testa di cavallo, impugnato come un violoncello. Ugan si occupa del basso mongolo, ih khuur. Il cantante solista Amra canta alla maniera khomii accompagnandosi al liuto tobshuur. I movimenti artistici della ballerina Ariunaa, che accompagna il gruppo nei concerti, sfortunatamente si perdono nei dischi, ma si possono apprezzare appieno dal vivo. Ingresso: € 10,00 Prevendita: Kulturni dom di Gorizia - tel. +39 0481 33288 | email info@kulturnidom.it | web www.kulturnidom.it (fonte adnkronos). Nella foto, il gruppo degli Egschiglen.

Il democratico Saikhanbileg
nuovo premier di Mongolia


22 novembre 2014

Il Grande Hural, parlamento della Mongolia, ha scelto un nuovo primo ministro per guidare un governo diviso che dovrà affrontare un’incerta crisi economica. L’ha riferito il sito internet ufficiale. Chimed Saikhanbileg del Partito democratico è stato nominato capo del governo in un voto ampio, dopo che il Partito del popolo mongolo, formazione d’opposizione, ha boicottato il voto. La Mongolia ha goduto in anni recenti di una crescita accelerata, arrivando a un +17,5% del Pil nel 2011, grazie al boom delle esportazioni di risorse, per lo più carbone, rame, terre rare. Tuttavia il crollo del mercato delle commodity ha bloccato questo ritmo, tanto che nel primo semestre 2014 il Pil è cresciuto solo del 5,3%, in un momento in cui l’inflazione è in crescita e la valuta sta crollando. (Fonte Afp). Nella foto, il premier Saikhanbileg.

La Mongolia di Marika Dee
sul nuovo Internazionale


21 novembre 2014

Sul nuovo numero del settimanale Internazionale un reportage sulla Mongolia, realizzato dalla fotografa belga Marika Dee. Non è il solito "portfolio" sulle tradizioni dei nomadi delle steppe ma un'analisi sociale, intitolata "Ragazzi di città". "In Mongolia - si legge nel sommario - una crescita economica senza freni stra trasformando profondamente la società. Con effetti soprattutto per i giovani, in bilico tra la modernità e un passato da riscorprire". In Mongolia però la situazione cambia come il vento del Gobi, fino a far diventare "sorpassata" la valutazione di Internazionale: la crisi di governo e il blocco dello sfruttamento delle risorse minerarie ha portato negli ultimi mesi a una crisi profonda, altro che "crescita economica senza freni". Lo stanno vivendo sulla loro pelle i mongoli, sia i nomadi che vivono nelle gher ma soprattutto gli abitanti della capitale Ulaanbaatar. Inconsuete e interessanti le immagini della Dee, come quella che pubblichiamo a sinistra.

Sugarkhuu, il contrabbasso
che incanta la Mongolia


20 novembre 2014

Intervista esclusiva di Ayana Sambuu per mongolia.it a Sugarkhuu Luvsandagvaa, musicista e miglior contrabbassista della Mongolia. Un'artista universalmente riconosciuta che spazia dalla musica classica al jazz, senza dimenticare le tradizioni del morin khuur, il violino dal manico a testa di cavallo. Sugarkhuu racconta la sua esperienza musicale e personale, analizzando anche la situazione politica che non sempre incoraggia gli artisti: "Certo, ora va meglio dei tempi passati... Mi dispiace sempre moltissimo che il nostro governo non dia abbastanza attenzione allo sviluppo della musica classica in Mongolia. Vorrei che  facessero molto di più. Perciò, ho dovuto sempre cambiare  posti di lavoro, per questo motivo, lavorando un po’ dove era possibile: per esempio, due anni fa , sono stata invitata dal Teatro Accademico di Ulan Ude in Buryazia, poi in alcuni periodi ho lavorato insegnando la musica nel Collegio Musicale di Ulaanbaatar ed  in alcuni altri istituti di educazione musicale". Per leggere l'intervista completa su "Punto d'incontro" clicca qui.

BUON COMPLEANNO,
GENGIS KHAN


14 novembre 2014

Oggi, 14 novembre, la Mongolia festeggia per tradizione il compleanno di Gengis Khan, il più grande Condottiero della storia che, nel XIII secolo conquistò Asia e gran parte dell'Europa formando l'Impero mongolo, che non ebbe mai più pari in quanto a estensione. "Se fino a vent'anni fa evocare il nome di Gengis Khan poteva portare di fornte a un plotone di esecuzione del governo filosovietico, oggi parlare male o a vanvera del grande condottiero viene considerata una bestemmia e insieme un vilipendio. Gengis Khan (la pronuncia corretta assomiglia a Cinghis Haan, con l’acca molto aspirata), il più grande conquistatore di tutti i tempi, riposa in pace, probabilmente in un luogo del Khentii, nel nord della Mongolia, dov’è nato intorno 1162, incoronato imperatore nel 1206 e morto nel 1227. Aveva conquistato il mondo a cavallo e l’unica volta che ne è sceso, per una caduta, è morto. Eppure Gengis Khan è stato riesumato e torna a vivere nell’orgoglio dei mongoli (da "Mongolia, l'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri" di Federico Pistone - Polaris 2013). Per festeggiare gli 852 anni di Gengis Khan mongolia.it ha affidato all'artista Ayana Sambuu un articolo-rivelazione che potete leggere, in inglese, nella nostra rubrica Punto d'incontro. Buon compleanno, grande Temujin.

Montecarlo sostiene
l'Unesco in Mongolia


10 novembre 2014

Mentre l'Unesco festeggia quest'anno il suo 70° compleanno, Montecarlo rinforza la sua partnership con l'agenzia delle Nazioni Unite per sostenere i popoli dei paesi del Sud e riaffermare l'importanza dei valori di pace e di dialogo. In Mongolia, l'accordo di cooperazione, di una durata di 4 anni, permetterà di rinforzare le capacità delle autorità e dei periti mongoli per la stabilizzazione, la conservazione e la preservazione del patrimonio archeologico del sito di Shoroon Bumbagar, necropoli recentemente scoperta nella provincia di Bulgan. Il progetto permetterà anche di sensibilizzare le autorità e le comunità locali sull'importanza della protezione del patrimonio culturale archeologico. (fonte montecarlonews.it)

Presidenti di Mongolia e Cina
"Ora cresciamo insieme"


9 novembre 2014

Il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato a Pechino il presidente della Mongolia, Tsakhya Elbegdorg. Xi Jinping ha affermato che la cooperazione economica fra Cina e Mongolia è di mutuo vantaggio e beneficia ai due popoli. Bisogna integrare la proposta della parte cinese sulla costruzione della Striscia economica della Via della Seta con la proposta della Via della Prateria da parte mongola, e promuovere in modo prioritario la cooperazione del collegamento reciproco nei settori minerario, di energia elettrica, di agricoltura e di pastorizia, realizzando quanto prima l'accordo di libero commercio Cina-Mongolia e accelerando la costruzione della zona di cooperazione economica trasnazionale bilaterale. (fonte italian.cri.cn). Nella foto, Elbegdorj e Jinping

CRISI DI GOVERNO
PREMIER SFIDUCIATO


6 novembre 2014

Crisi di Governo in Mongolia da ieri, 5 novembre. Il primo ministro Altankhuyag Norov è stato sfiduciato dal Parlamento con 36 voti contro 30 per presunta corruzione. I suoi collaboratori sono stati arrestati e il Governo è stato temporaneamente affidato al vicepremier del Partito Democratico. Al di là delle accuse specifiche, il Governo di Altankhuyag è da tempo ferocemente criticato per aver rallentato lo sviluppo economico di un Paese che solo due anni fa aveva un saldo attivo del +17,5 per cento, precipitato al 6,3% di oggi. La questione è legata agli investimenti delle miniere d'oro e di rame di Oyu Tolgoi, nel deserto del Gobi, con il drammatico negoziato tra Governo e il colosso multinazionale Rio Tinto: accordi fissati e poi disattesi, cambi di rotta, dissidi interni hanno portato all'attuale situazione di stallo politico ed economico. Il Partito Democratico, che governa il Paese con l'opposizione del Partito Rivoluzionario, ha ora tempo due settimane per formare un nuovo Governo. Ma non sembra un'impresa facile perché all'interno dello stesso partito si è creata una situazione caotica e delicatissima. Mongolia.it seguirà la vicenda con attenzione. Nella foto, l'ex premier Altankhuyag.

Caldo record in Mongolia
con massime di 20 gradi


29 ottobre 2014

Fa più caldo in Mongolia che in Italia. La sorprendente situazione meteorologica è rilevata da Giovanni Staiano di meteogiornale.it. "Ancora temperature massime vicine ai 20 gradi in Mongolia, dopo un ottobre decisamente sopra media. Lunedì 27 ottobre, 19,8°C a Hunhataoortoo, 19,1°C a Dalanzadgad, 19,0°C a Erdeni, 18,5°C a Erdenemandal, 18,1°C a Baruunturuun e Tsogt-Ovoo. 12,3° e 11,8°C le medie delle massime di ottobre di Dalanzadgad e Tsogt-Ovoo. Caldo anche nella capitaleUlaanbaatar, con una massima di 13,2°C, 6,4°C oltre la media delle massime di ottobre. Martedì 28, 20,0°C a Erdenetsagaan, 18,9°C a Choibalsan (8,8°C la media delle massime di ottobre), 18,6°C a Zamyn-Uud, 13,3°C a Ulaanbaatar. Il mese di ottobre nell'Asia centrale e settentrionale è stato caratterizzato da temperature sotto la norma in quasi tutta la Russia (eccezione la zona nord-orientale) e il Kazakistan, e sopra la norma tra Mongolia e Cina". Nell'immagine, l'anomala situazione climatica della Mongolia vista dal satellite

L'Espresso: "Mongolia
sempre più global"


28 ottobre 2014

La Mongolia è sempre più global. Lo riferisce L'Espresso in un articolo di Marco Restelli che descrive un Paese che sta cambiando radicalmente, "forse anche troppo". "Quasi isolata dal mondo fino a vent’anni fa, la nuova Mongolia sta ingurgitando voracemente la globalizzazione e i suoi simboli, vuole tutto e lo vuole presto. Impazienza giovanile: il 45 per cento dei mongoli ha meno di 24 anni e l’età media della popolazione è di 27 anni. Così, fra i nuovi palazzi di lusso pacchiano del centro di Ulaan Baatar sta crescendo una generazione che non vuol più saperne di pastorizia, di vita nomade nelle “gher” (le tradizionali tende circolari) o di allevamento di cavalli e cammelli; una vita molto dura ed esposta a un’escursione termica infernale, dai più 35 gradi dell’estate ai meno 40 gradi dell’inverno, quando gli animali muoiono a frotte perché non possono brucare il terreno ghiacciato". Per leggere l'intero servizio clicca qui.

 

In cento danno il benvenuto
al missionario padre Ernesto


28 ottobre 2014

Cento persone hanno voluto salutare il missionario padre Ernesto Viscardi all'oratorio di Castello Brianza, in provincia di Lecco. Da dieci anni il religioso offre il suo prezioso servizio alla missione della Consolata di Arvaikheer, in Mongolia. "In Mongolia - ha riferito padre Ernesto -  i cattolici sono circa un migliaio e vi sono sei parrocchie, gestite da 65 missionari che provengono da tutto il mondo. La prima missione risale al 1992. La Mongolia è un paese che cresce in fretta. I nostri progetti riguardano la creazione e il mantenimento di scuole tecniche, asili, centri per i ragazzi di strada o detti 'dei tombini' e di centri culturali per la diffusione della lingua e della cultura locale. Ci stiamo anche occupando di portare avanti progetti agricoli, promossi dalla Caritas e dalla Comunità Europea". Alla cena era presente anche il fratello, padre Mario Viscardi. Nella foto, padre Ernesto con i bambini della missione di Arvaikheer (foto Federico Pistone)
 

Ub Underground, libro
drammatico ma eccessivo


22 ottobre 2014

"UB Underground" è un nuovo libro sulla Mongolia, anzi sulla sua capitale e sui bambini di strada. Prima le buone notizie: la casa editrice Koi press mette a disposizione questo romanzo gratuitamente in versione ebook su tutti gli store online. Ottimo invito alla lettura. Altra buona notizia: la Mongolia torna sotto i riflettori non per il solito romanzo storico dedicato a Gengis Khan o alle orde d'oro, ma per una testimonianza drammatica e underground (con l'accezione vera di "sottoterra") sulla vita della capitale, Ulaanbaatar, chiamata Ub dai suoi stessi abitanti. Ma l'autore, Leonard J. Monk, trentunenne statunitense senza fissa dimora, calca troppo la mano su una realtà tragica sì (ispirata al servizio fotografico di Mikel Aristregi proposto integralmente alla fine del libro), ma che rappresenta solo un aspetto marginale della società mongola (oltre a tutto molto limitato nel corso degli anni), che invece ne esce ingiustamente con le ossa rotte. Lo stile inoltre è sempre estremamente carico e volgare ma non così brillante. Per recensione ed estratto vai a sezione Libri

Judo: la Mongolia domina
il Grand Prix di Astana


21 ottobre 2014

Mongolia dominatrice assoluta del prestigioso Grand Prix di Astana di judo: 10 medaglie, di cui 3 d'oro e 3 d'argento  e primo posto nel medagliere davanti alla Romania (2 ori) e all'Uzbekistan (1, 2, 3) mentre l'Italia è 18esima con 1 solo bronzo. Ecco quanto riporta olimpiazzurra.com: "Presente con una squadra di altissimo livello, la Mongolia ha ottenuto il primato nel medagliere della competizione, con tre ori, tre argenti e quattro bronzi e dieci atleti su quattordici che hanno concluso sul podio. Ottima, in particolare, la prova di Amartuvshin Dashdavaa, vincitore della medaglia d’oro tra i 60 kg, categoria nella quale proprio un altro rappresentante del Paese asiatico, Boldbaatar Ganbat, è il campione mondiale in carica. Titoli anche per Nyam-Ochir Sainjargal (73 kg) e Temuulen Battulga, venticinquenne che si sta facendo un nome nella massima categoria di peso, la +100 kg. Oltre alla Mongolia, solamente la Romania ha ottenuto più di una medaglia d’oro, grazie ai successi di Andreea Chițu (52 kg) e Corina Căprioriu (57 kg). Completa la top 3 del medagliere la squadra di casa, l’Uzbekistan, che ha festeggiato soprattutto l’oro di Rishod Sobirov (66 kg)". Nella foto, il campione mongolo Dashdavaa.

Asem, Elbegdorj all'Europa:
"Tutti in Mongolia nel 2016"


17 ottobre 2014

"See you soon in Mongolia and thank you", sono le parole conclusive del Presidente Elbegdorj che ha parlato questa mattina a Milano all'Asem, il Vertice biennale tra Asia ed Europa a cui prendono parte 53 Capi di Stato e di Governi dei due continenti. Un intervento trascinante, quello di Elbegdorj, che ha dato appuntamento al 2016 quando la Mongolia ospiterà il prossimo Asem: "Quella del 2016 - ha ricordato il presidente mongolo - sarà un'occasione eccezionale perché si tratta del ventesimo anniversario dell'attività dell'Asem, fondato nel 1996. La Mongolia è pronta per ospitare questo grande evento per saldare sempre di più i rapporti tra il nostro Paese e il nostro continente con l'Italia e con l'Europa". Elbegdorj ha avuto parole di elogio anche per Russia e Cina, definiti "vicini di grandissima capacità". Ha poi ricordato, divertendo la platea, che per entrare in Mongolia ora non serve più il visto: "In quest'occasione ho notato che molti di voi hanno avuto problemi di visto. Ecco quando verrete tra due anni in Mongolia non li avrete più. E se dovesse esserci qualsiasi contrattempo, dite che vi manda il Presidente". Nella foto, i partecipanti all'Asem

Squalificato il presidente
della Federcalcio mongola


16 ottobre 2014

La FIFA ha squalificato il Presidente della Federcalcio di Mongolia Ganbold Buyannemekh con l'accusa di aver "sollecitato e accettato" tangenti. 'ESPN' riferisce che l'uomo, ex membro del Comitato esecutivo AFC, sarebbe stato pagato nel 2011 per la campagna di Bin Hammam alla presidenza FIFA e nel 2009 per la corsa dello stesso al posto di Presidente della AFC. Bin Hammam fu già radiato a vita tempo fa dalla FIFA (fonte calciomercato.it). Nella foto, Ganbold Buyannemekh

Premiata a Grottammare
la moda della Mongolia


13 ottobre 2014

La Mongolia si affaccia alla ribalta dello stile italiano partecipando a Grottammare (Ascoli Piceno) al II Concorso internazionale di Moda e Design, grazie al Centro culturale italiano di Ulaanbaatar. Tutti i partecipanti hanno ottenuti consensi e riconoscimenti. Nella foto, da sinistra: G. Otgonsuren, dell'Unione visagisti mongoli” (nomination “Sposa” e “Passerella”), L. Nyamaa (responsabile Centro culturale italiano), B. Gerel-Erdene, parrucchiera di salone “Matrix”, 3° posto (“Sposa” e “Passerella”) e la stilista I. Urangoo, di “Shilmel Zagvar”, 1° posto (collezione Casual).

A Milano anche la Mongolia
nel decimo vertice Asem


13 ottobre 2014

Ci sarà anche la Mongolia a Milano tra il 16 e il 17 ottobre in occasione del decimo vertice Asem (Asia Europa Meeting), che riunirà i capi di Stato e di Governo di 50 Paesi. Il Corriere della Sera dedica oggi una pagina all'evento, col titolo "Europa e Asia, il club dei litigi". "Un'occasione - si legge - per rilanciare l'ambizioso obiettivo di una "grande partnership" mai decollata ma ormai strategica per tutti. La Ue saprà superare le divisioni?". Interessante la riflessione del giornalista Danilo Taino: "La Ue ha sempre partecipato con i suoi limiti: un po' arrogante, divisa tra i diversi interessi nazionali al suo interno, senza una chiara politica verso il resto del mondo. Gli asiatici hanno spesso considerato gli europei in declino e per molti versi poco rilevanti (fatto salvo l'accesso al mercato della Ue). A Milano difficilmente sarà diverso: ci si arriva - forse è inevitabile - nel modo di sempre, con ognuno che cura i propri interessi nazionali". Nell'immagine, l'ultimo vertice dell'Asem

Lo sport della Mongolia
in un libro di Marco Bagozzi


3 ottobre 2014

"Vincere con Gengis Khan" (edizioni Anteo, 12 euro), un libro singolare, coraggioso e interessante, che interseca la passione per lo sport alla storia della Mongolia. Lo ha scritto Marco Bagozzi, analista geopolitico e collaboratore di "Eurasia", già autore di un analogo reportage dalla Corea del Nord ("Con lo spirito Chollima"). Così la storia, la cultura e la tradizione mongola si riflettono nello sport, partendo dai primi insediamenti nomadi, passando per l’Impero di Gengis Khan, l’occupazione cinese, il governo lamaista, la Repubblica Popolare e l’odierna Repubblica Democratica. Bagozzi analizza il ruolo dello sport, lo sviluppo e le sue connessioni con la geopolitica. Introduzione di Aldo Colleoni. Si parte dallo sport durante la Repubblica Popolare: “La vera rivoluzione sportiva parte dal 1948, con il lancio del Primo Piano Quinquennale per lo Sviluppo Economico e Culturale (1947-1952), quando il governo fra gli altri obiettivi si impegna drasticamente per superare l’”analfabetismo della cultura fisica” anche grazie alla creazione del Segretariato della cultura fisica e dello sport, sottoposta al controllo del Ministero popolare della protezione sanitaria, e si riorganizza l’attività prendendo come esempio il vicino sovietico”. Per arrivare allo sport nella moderna Mongolia:  “Lo sport mongolo diventa quindi una sorta di metafora della diplomazia del paese. Così come il governo ha percorso la strada del più vasto riconoscimento internazionale possibile, aprendo relazioni con tutte le istituzioni e con il maggior numero di paesi possibile, le federazioni sportive hanno ottenuto l’adesione ufficiale nei più importanti “governi dello sport” mondiale: affiliazione alla FINA (nuoto) nel 1991, FIFA (calcio) nel 1989, IIHF (hockey su ghiaccio) nel 1999, FIBA (pallacanestro) nel 2000, IRB (rugby) nel 2003 e ITF (tennis) nel 2008”.

A fuoco hotel 5 stelle
nel centro di Ulaanbaatar


30 settembre 2014

Spaventoso incendio nel centro di Ulaanbaatar. L'hotel in costruzione a 5 stelle Shangri-La, ospitato in un lussuoso grattacielo vicino alla piazza principale della capitale mongola, ha preso fuoco, sembra per un corto circuito avvenuto al settimo piano. Distrutta completamente un'ala dell'edificio. Non ci sono vittime: 23 persone sono state fatte evacuare e l'incendio è stato spento nel giro di due ore.  Nella foto, il drammatico incendio del palazzo. Nella costruzione dell'albergo, la cui ultimazione sarebbe stata prevista nel 2015, sono stati investiti 500 milioni di dollari. Per vedere il video dell'incendio clicca qui

Erdene, in Italia la bimba
con il braccio bionico


26 settembre 2014

Erdene è un piccola bambina della Mongolia che aveva sempre avuto un sogno. Avere una vita normale come tutti quelli della sua età. Appena nata difatti, causa errore medico, probabilmente per un laccio emostatico lasciato legato al braccio destro, aveva subito l'amputazione di una parte del braccio. Dal Veneto, grazie all'associazione Sos Bambino Onlus di Vicenza, è stato possibile creare grazie alla tecnologia in 3D un arto completamente funzionante. A occuparsi del progetto è stato l'ingegnere biomedico di Pordenone Marco Avaro che ha così provveduto grazie a una stampante tridimensionale a produrre il pezzo mancante. Per la bambina, accompagnata in Italia da Nyamaa (collaboratrice di mongolia.it), si prospetterà un periodo lungo per imparare a usare il braccio bionico, ma grazie a questo potrà avere una vita assolutamente normale. (fonte piacenzanight.com). Nella foto, la piccola Erdene con lo staff medico e Nyamaa

Da Ravenna un aiuto
alle donne mongole


16 settembre 2014

Claudio Fucchi, ispettore capo della Polizia Municipale di Ravenna, Claudio Bertolli e Ugo Capone, assistenti della Polizia di Stato in pensione, da maggio a luglio di quest' anno, hanno percorso 26mila chilometri a bordo di un furgone Iveco 4x4 attraversando diciassette nazioni, fra cui Russia, Kazakistan e Uzbekistan e Cina, per consegnare aiuti umanitari in Mongolia. Nella capitale della Mongolia Ulaan Baatar li attendevano i membri di un’associazione, la National Center Against Violence, che si occupa di donne e bimbi oggetti di violenza “con cui – ha spiegato Claudio Fucchi  – abbiamo creato una relazione grazie ad associazioni ONG italiane e partecipando a questa missione umanitaria “La via della seta”. È occorso un anno per raccogliere attraverso il passa parola tra colleghi ed alcune Aziende locali sponsor del viaggio, tutto il materiale necessario all’associazione per realizzare un laboratorio di sartoria che sarà gestito dalle donne seguite dall’associazione:  5 macchine da cucire, 2 personal computer, 1 computer portatile; poi una parte del carico era composto da indumenti pesanti, scarpe e cancelleria che l’associazione destinerà alle persone bisognose per un peso di circa 3 quintali di merce. La nostra visita nella capitale mongola – ha proseguito Fucchi - è stata anche l’occasione per stringere una sorta di gemellaggio professionale con la Polizia Stradale di quel luogo sancito da uno scambio di doni”.   Il Comandante della Polizia Muncipale Stefano Rossi ha ringraziato i tre protagonisti per lo spirito che ha animato la missione contro la violenza sulle donne. “Pur avendo inizialmente qualche lieve perplessità, vista la complessità di questo progetto – ha aggiunto - via via che ricevevo le loro notizie da questi paesi lontani mi sono appassionato sempre di più, e con me tutto il personale della PM, che tanto si è prodigato per il buon esito del viaggio e di questo li ringrazio”. Anche il sindaco Fabrizio Matteucci ha avuto parole di apprezzamento affermando: “È molto meritorio il fatto che persone in divisa e con compiti di responsabilità nel loro lavoro, decidano di dedicare tempo e risorse a scopo umanitario. Sono orgoglioso quando emergono queste punte di iceberg dal mare della solidarietà ravennate”. (fonte ravennanotizie.it)

Un pezzo di Mongolia
nelle campagne parmensi


13 settembre 2014

Visitare la Mongolia senza muoversi dall'Italia? La proposta è dell'agriturismo Ca' Cigolara, immerso nel verde a pochi minuti da Borgo Val di Taro, in provincia di Parma. Gli ospiti possono alloggiare in autentiche gher, le tradizionali e confortevoli tende mongole, ma anche gustare prodotti biologici e marmellate fatte artigianalmente. Per informazioni www.cagicolara.it. Nella foto, uno scorcio dell'agriturismo.

Caldo record in Mongolia
Superati i 35 gradi all'ombra


10 settembre 2014

Mentre l’estremo nord della Siberia comincia a raffreddarsi, a seguito del progressivo indebolimento dell’insolazione diurna e dell’accorciamento delle giornate, più a sud, fra Siberia meridionale e Mongolia, continua ad insistere il caldo anomalo, già visto nel corso di questa stagione estiva. Dopo le decine di record mensili di caldo maciullati in Mongolia, Siberia e nord della Cina a inizio Settembre sono state archiviate temperature massime fino a +35°C in Mongolia, con punte di oltre +30°C +32°C nel nord del paese asiatico. Basti pensare che nella capitale mongola, Ulaanbaatar, ubicata ad oltre 1100 metri di altezza, nei giorni scorsi sono stati toccati i +31°C. Per il mese di settembre si tratta di un valore assolutamente eccezionale. Il caldo insisterà ancora anche nei prossimi giorni, tanto da non escludere altre massime prossime ai +34°C. (fonte meteoweb.eu, foto Federico Pistone)

Calcio, Khoromkhon
campione di Mongolia


10 settembre 2014

Il Khoromkhon (nella foto) vince la Nislel Lig ed è campione nazionale di calcio della Mongolia. Niislel Lig nell’idioma locale significa Lega della Capitale e il nome è ben giustificato visto che delle 7 squadre che hanno partecipato al campionato, ben 6 provengono da Ulaanbaatar, e solo il Khangarid è rappresentante della seconda città del paese, Erdenet. Il campionato mongolo si gioca nei mesi estivi, tra giugno ed agosto, e si svolge interamente al MFF Football Center costruito nel 2002 in erba sintetica con una capienza di 3500 posti: dopo la regular season, si passa ai playoff tra le prime quattro in una sorta di final four. La stagione regolare si è conclusa con il pari merito tra le due favorite, l’Erchim e il Khoromkhon entrambe a 28 punti ma con una differenza reti favorevole ai primi. L’Erchim è la squadra due volte campione in carica, con 8 titoli nazionali all'attivo: si basa sull’asse serbo formato da Milan Sredojević, Zoran Pešić, portati in Mongolia dal nuovo mister della nazionale Vojslav Bralusic. Il Khoromkhon, guidato da Pürevsükh, ha pescato soprattutto in Africa, con i nigeriani Michael Adeyemo e Samson Awomodu, oltre che puntare sul canadese Ryan Fante. Ma il bomber è il mongolo Nyamdavaagyn Naranbold. Ai playoff sono arrivate anche l’Ulaanbaatar University, che ha puntato sulla stella giapponese Yusuke Minami (capocannoniere del torneo con 10 reti), e il Khangarid.
Nuova delusione firmata FC Ulaanbaatar, che dopo la fondazione del 2010 e il titolo vinto al primo tentativo, ha collezionato due pessime stagioni. Troppo poco per una squadra che era stata fondata per fungere da pilastro del calcio locale, anche con il supporto del Milan. Fuori anche il Selenge Press e il Mazaalay, squadra materasso a zero punti. Le semifinali hanno confermato il ruolo delle due favorite, con l’Erchim capace di superare per 3-1 il Khangarid (13’ Sredojević, 24’ Bilgüün, 53’ Gal-Erdene, 79’ Battulga) e il Khoromkhon che supera di prepotenza gli universitari con un nettissimo  7-1 (Muyiwa 28′ 50’, Fante 30’, Tsend Ayush 58’, Naranbold 76’ 90’, Ulsbold 64’; Minami 65’).
La finalina ha premiato il Khangarid che ha superato l’University dopo uno spettacolare 4-3 (D.Enkhtör, Ts.Munkh-Erdene, A.Erdenbayar S.Gankhuyag / Khangarid / E.Pürevdorj Yusukye Minami, G.Yondonjamts / Ulaanbaatar Università). Nella finalissima invece il Khoromkhon ha battuto l’Erchim con il minimo scarto grazie ad un gol di Ryan Fante, portando a casa il titolo che mancava dal 2005. Il titolo di miglior portiere è andato a Ariunbold Batsaikhan dell’Erchim, così come quello di miglior difensore ad Anar Batchuluun. A centrocampo ha dominato Tsend Ayush Khrelbaatar, capitano del Khoromkhon, mentre il miglior attaccante è stato il giapponese Minami. Per il calcio mongolo continua la strada verso il successo e dopo Murun Altankhuyag già professionista da un anno con la maglia del Krabi FC, squadra di seconda divisione tailandese, sembrano aprirsi le porte per altri cinque  “figli di Gengis Khan” che il procuratore giapponese Takashi Morimoto ha intenzione di impiantare stabilmente nel campionato Thai. (segnalazione Marco Bagozzi, fonte tuttocalcioestero.it)

Putin in Mongolia
si commuove all'inno


5 settembre 2014

Per aprire agli import prodotti da Ulan Bator il presidente Vladimir Putin è volato in Mongolia e durante l'incontro con il presidente mongolo Elbegdorj, mentre ascoltava l'inno nazionale, si è commosso. L'inno russo, adottato nel 2000, ha la stessa partitura musicale di quello sovietico utilizzato dal 1043 al 1991 e il cui autore fu il compositore Aleksandr Vasil'evic Aleksandrov. Nella foto, Putin con il presidente della Repubblica di Mongolia Elbegdorj in una tradizionale gher. Per vedere il video sul sito di Repubblica clicca qui

I canti mongoli
stregano Ferrara


30 agosto 2014

 ‘It’s the khoomi style’. Per il successo che sta attirando potrebbe quasi competere col vecchio tormentone coreano ‘gangnam’. La provenienza è ugualmente orientale, la risonanza, invece, molto ferrarese. Tra i buskers protagonisti dell’edizione 2014 ci sono indubbiamente i tre gruppi mongoli invitati, capaci di farsi accerchiare dal pubblico persino quando sono in pausa. Pur con repertori diversi, sono tutti portatori dei canti tradizionali del paese di Gengis Khan e non si fanno mai mancare l’accompagnamento di un morin khuur, il violino a due corde a testa di cavallo, iscritto nel patrimonio orale e immateriale Unesco. Il tratto distintivo per chiunque li voglia identificare è però soprattutto la voce, per via di quell’inconfondibile canto di gola che potrebbe ricordare addirittura lo scacciapensieri delle colonne sonore western di Morricone, e che è frutto di un’impegnativa preparazione tecnica. «Servono anche cinque anni di apprendimento – spiega Gunbileg Shinetsetseg, danzatrice dei Khukh Mongol – e si inizia a studiare già a otto anni. C’è poi un villaggio, Chandman – questo sì nel lontano West (mongolo) –, dove persino gli ottantenni cantano khoomei». E proprio a Ferrara è ospite Dangaa Khosbayar, in arte Hosoo, premiato nella capitale Ulan Bator come ‘miglior cantante mongolo’: la polifonia che raggiungono i suoi canti gutturali, in una continua emissione di suoni acuti e gravi insieme, non passa inascoltata, abbinandosi alle musiche ataviche proposte con i Transmongolia che lo seguono fin qua, forti pure di una scorsa partecipazione al festival. Il consiglio per i neofiti che volessero muovere i primi passi verso il genere? «Allenatevi due ore al giorno per minimo un anno – ipotizza come posologia Yesunerdene Bat, 26 anni, diplomato al conservatorio di Ulan Batar, cantante e violinista (a testa di cavallo) –. Serve intonazione, respiro lungo, e la padronanza della lingua: dite ‘hello’ e tenete la lingua ferma in alto sulla elle. E provate a partire da lì». (fonte: ilrestodelcarlino.it). Per leggere il servizio completo e vedere foto e filmati relativi alla manifestazione clicca qui

Visti gratis per la Mongolia
Favoriranno l'occupazione


28 agosto 2014

L’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto) accoglie con favore la decisione della Mongolia di diminuire le restrizioni per l’ingresso nel paese, così come richiesto dall’organizzazione stessa nelle sue linee guida. I cittadini di 42 paesi, tra cui l'Italia, potranno ottenere un visto turistico gratuito della durata di un mese, in aggiunta ai 20 paesi che già beneficiano dell'agevolazione. Plaude alla decisione il segretario generale della Unwto, Taleb Rafai: “Siamo felici che la Mongolia segua le nostre raccomandazioni. Queste politiche possono avere un impatto positivo sul Pil del paese”. Per la Mongolia è un nuovo passo avanti, dopo l’approvazione lo scorso anno da parte del locale parlamento della risoluzione “cieli liberi” per liberalizzare il settore dell’aviazione. La diminuzione delle restrizioni all’ingresso di turisti extracomunitari potrà determinare un sensibile miglioramento del tenore dell’economia, oltre a favorire la creazione di numerosi posti di lavoro. Secondo un rapporto dell’Unwto per il periodo 2012-2015, verrebbero generati 206 milioni di dollari di ricavi turistici e 5,1 milioni di posti di lavoro aggiuntivi tra il 2012 e il 2015 nella sola area dei paesi G20 (da guidaviaggi.it)

Mongolia e Ferrara al galoppo:
i musicisti si raccontano


27 agosto 2014

I Buskers non sono solo musica e spettacolo, ma storie che si intrecciano le une alle altre, storie di artisti che fanno della piazza non più un non-luogo, ma un teatro dai mille colori. Quest’anno, nella tavolozza che dipingerà con continuità Ferrara dal 26 al 31 agosto, ritroveremo il rosso porpora e il blu cielo della Mongolia, la nazione ospite dell’edizione 2014. La prima presenza di musicisti mongoli al Ferrara Buskers Festival risale al 1994, ma quest’anno sono ben tre le formazioni che si turneranno per le vie cittadine: i musicisti e danzatori del Kuhkh Mongul (foto), il quartetto dei Sedaa e gli Hosoo & Transmongolia. Riposti i costumi tipici, pronti per essere indossati a Lugo, la danzatrice Shinetsetseg Gunbileg del gruppo Khukh Mongol sfodera un sorriso a trentadue denti quando le viene chiesto di fare da interprete per gli altri musicisti. “È bellissimo che ci siano più gruppi della Mongolia – spiega entusiasta – perché il Buskers Festival ci permette di far conoscere le tradizioni e la cultura della nostra nazione, e quando ieri ci siamo esibiti tutti insieme, il pubblico cantava con noi, è stato stupendo”. Innegabile che la folla si raduni attorno alle postazioni dei mongoli ipnotizzata dagli strumenti particolarissimi e dalla tecnica vocale unica nel suo genere: “Il Morin Khuur è un violino, simbolo della Mongolia, le cui corde – continua paziente Shinetsetseg – sono ricavate dalla coda dei cavalli”, e risuonano proprio del galoppare nelle steppe dell’Asia centrale. Il canto armonico, invece, è diplofonico, capace di emettere con una sola voce due melodie distinte allo stesso tempo, tecnica originaria della Mongolia e trasmessa “anticamente da padre in figlio, oggi insegnata in prestigiose scuole”. In una Ferrara che agli occhi di Shinetsetseg appare come “una piccola città antica di cui non conosco la storia, ma che traspare dai suoi monumenti meravigliosi”, la cultura della lontana Mongolia investe occhi e orecchie attraverso “il potere della musica – continua – grazie al quale riusciamo a fare sentire il pubblico come se si trovasse davvero in Mongolia, tra le sue montagne, nella sua steppa, sotto il cielo limpido”. E le difficoltà di comunicazione, benché siano state sottolineate da diversi musicisti, per i ragazzi del Khukh Mongul scivolano presto in secondo piano, perchè “è la nostra musica che parla, e poi siamo soltanto al secondo giorno, il tempo migliorerà anche questo aspetto”. La Mongolia è tutta racchiusa nel yatga (arpa-cetra) e nella diplofonia, nei costumi colorati e negli occhi dei musicisti che, dalla Germania (dove vivono), portano “per tutta l’Europa la nostra terra d’origine, e quando ci esibiamo davanti ad un nostro connazionale, le lacrime scendono spontanee” (di Silvia Franzoni da estense.com)

Mondiali di judo
oro per la Mongolia


25 agosto 2014

Sono del mongolo Boldbaatar Ganbat e della giapponese Ami Kondo i primi titoli iridati ai mondiali di judo che hanno preso il via a Chelyabinsk, in Russia. Ganbat ha conquistato la medaglia d’oro nei 60 kg al termine di una finale equilibrata contro il russo Beslan Mudranov. Bronzo per il giapponese Naohisa Takato, campione nel 2013. Nella foto, la premiazione con la medaglia d'oro Ganbat, secondo da sinistra.

Mongolia.it si rifà look
Da settembre il nuovo sito


18 agosto 2014

Mongolia.it compie quattordici anni e cambia look. Presto in linea la nuova versione ancora più intrigante e aggiornata, con news, consigli di viaggio, punti d'incontro, immagini e altre informazioni per rendere sempre più vicine Mongolia e Italia. Appuntamento a settembre con la nuova mongolia.it, per abbracciare sempre più forte questa terra meravigliosa.

Tornano in Mongolia
18 scheletri di dinosauro


5 agosto 2014

Più di 18 scheletri di dinosauri erano stati illegalmente esportati dalla Mongolia diversi anni fa, ma adesso, finalmente, sono tornati a casa. A dare l’annuncio sono state le autorità statunitensi: i resti di dinosauri, infatti, erano stati messi all’asta a New York, quando alcuni osservatori mongoli si accorsero che con molta probabilità gli scheletri erano gli stessi che erano stati precedentemente rubati dal loro Paese. Qualche giorno fa si è tenuta la cerimonia ufficiale nella quale si è festeggiato il ritorno “a casa” di alcuni scheletri di dinosauri precedentemente trafugati in Mongolia. La vicenda risale a diversi anni anni fa, ma solamente nel 2012 or sono si è venuti a capo della faccenda. Durante un’asta tenutasi nel 2012 a New York, un privato offriva uno scheletro di Tarbosaurus bataar al miglior offerente, una razza cugina del Tirannosaurus rex di origine mongola. Insospettiti della particolare offerta, le autorità della Mongolia si sono messi sulle tracce dell'acquirente e, in collaborazione con la polizia americana, hanno ottenuto il ritorno del dinosauro. (fonte ondenews)

La musica della Mongolia
a Ferrara dal 21 al 31 agosto


4 agosto 2014

Mongolia protagonista nella kermesse "Ferrara Buskers", dedicata all'Aquila e alla popolazione colpita dal terremoto.Il festival dei musicisti di strada, si terrà dal 21 al 31 agosto tra Ferrara, Comacchio e Lugo. Alla presentazione hanno partecipato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, i sindaci dell'Aquila e Ferrara e l'ambasciatore mongolo Shijeekhuv Odonbaaav. La Mongolia, infatti, sarà il paese ospitato in questa edizione del festival proponendo etno jazz, etnica con danze e contorsionismo, un quartetto con canto overtone e infine un trio di classica. Musica mistica, canti vibranti e contorsionismi negli spettacoli open air dei 4 gruppi invitati provenienti dalla Mongolia (nella foto), omaggiata con una serie di iniziative tra cui una mostra nella Biblioteca Ariostea di Ferrara. I musicisti mongoli portano con sé storie e antichi rituali, esibendosi in canti diplofonici, danze sinuose e strumenti tradizionali come il Morin Khuur (Patrimonio Orale e Immateriale Unesco). L’immaginazione corre tra sconfinate steppe, cavalli selvaggi al galoppo e nomadi viandanti nello spirito della natura.

Mongolia, niente più visto
Precisazioni dell'Ambasciata


7 luglio 2014

Come già anticipato, da luglio 2014 non occorre più il visto per la Mongolia, per i viaggiatori italiani e di altri 42 Paesi, esclusivamente per viaggi turistici o di commercio leggero e non superiori a 30 giorni. Lo conferma l'Ambasciata di Roma che ci ha inviato la seguente nota:
"Si  informa che dall' 8 luglio 2014, l'Ambasciata di Mongolia non accetterà piu le pratiche per visti classificate J (turismo) e B (affari), col  premesso di soggiorno fino 30 giorni, dei cittadini dei seguenti paesi, inclusa a Repubblica Italiana: Austria, Andorra, Argentina, Bahamas, Belgio, Bulgaria, Brasile, Grecia,  Gibilterra, Granada, Danimarca, Regno Unito, Islanda,Spagna, ITALIA, Irlanda, Cipro, Costa Rica, Lettonia, Lituania, Lichtenstein, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Panama, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Uruguay, Finlandia, Francia, Croazia, Repubblica Ceca, Cile, Svezia, Svizzera, Estonia.
Invece, le pratiche per tutte le altre classifiche dei visti  possono essere  presentati secondo l'orario di  accettazione".

Il Naadam raccontato
sulla Stampa da Irene Cabiati


7 luglio 2014

Tutto pronto per il Naadam, la più importante celebrazione per la Mongolia. L'appuntamento è come tradizione dall'11 al 13 luglio. Irene Cabiati, autrice di "Mongolia in viaggio" (2012 Alpine Studio) ha raccontato così l'imminente evento sulle pagine del quotidiano La Stampa, sotto il titolo "Mongolia, gli eredi di Gengis Khan si sfidano a cavallo".
"Arrivano a Ulaanbaatar a cavallo, sui camion, in moto e in fuoristrada per innalzare le gher (le case di feltro dei nomadi) e trasformare la periferia in un immenso accampamento che evoca tempi antichi, quando le tribù della Mongolia si riunivano per eleggere i capi supremi: oggi si radunano per il Naadam la festa che celebra la rivoluzione del 1921 combattuta con l’Armata Rossa contro l’occupazione cinese, ma soprattutto è la fiera riaffermazione di una tradizione nomade che onora lo spirito guerriero del popolo in nome di Gengis Khan. Si svolge dall’11 al 13 luglio ed è l’occasione per misurarsi in sfide ancestrali come la lotta, il tiro con l’arco, le gare di abilità a cavallo. Parate, danze e musica riscaldano le celebrazioni dove il sacro e il profano miscelano un cocktail di spiritualità e gioco, orgoglio e alcol. Nella capitale la festa è influenzata dalla presenza di migliaia di turisti, per questo è consigliabile assistere al Naadam nelle province più lontane, meno clamorose ma più genuine.  Può essere lo spunto per un viaggio nella steppa mongola dove la natura dialoga con il misticismo religioso della fede buddista e dello sciamanesimo. Radici antiche che oggi si scontrano con la modernizzazione e la promessa di benessere collegato allo sfruttamento dell’immenso patrimonio minerario che minaccia l’equilibrio dei pascoli e delle acque. Si parte da Ulaanbaatar, ormai metropoli congestionata, che svela la sua storia attraverso le architetture: dai grattacieli ai palazzi in stile neoclassico del periodo «sovietico», dall’antico tempio buddista di Gandan, il più grande della Mongolia (uno dei pochi preservati dalle purghe di Stalin contro il clero buddista) al Palazzo d’Inverno di Bogd Khan (l’ultimo imperatore mongolo), al Museo delle belle Arti e il Museo di Storia Naturale dove troneggiano alcuni dinosauri. Di qui parte un collegamento ideale con il deserto dei Gobi e in particolare la valle di Bayan Zag dove sono stati trovati numerosi e preziosi fossili. L’immensa palude salmastra che ospitava i dinosauri oggi è un territorio caleidoscopico: dal mantello d’erba sulla superficie sassosa ai calanchi scavati dal tempo (la rupe di Tsagaan Suvarga); dalle infuocate dune che cantano ( Khongoriin Els) allo sconcertante spettacolo della Valle delle Aquile attraversata da un fiume sempre ghiacciato. Il viaggio può proseguire verso Karakorum. Fu la capitale dell’impero mongolo e non esiste più: ne narrarono lo splendore nei loro resoconti i missionari Pian del Carpine e Rubruck. Sulle sue rovine fu costruito (1585) il monastero dell’Erdene Zuu protetto da un muro di 1680 metri intervallati da 108 stupa: nel 1702 ospitava 62 templi e centinaia di lama. Oggi è prevalentemente un museo. Sulla via del ritorno è consigliabile una sosta al Parco del Khunstain con le sue colline ammantate di betulle dove è possibile vedere (ma non avvicinare) i cavalli Przewlaski (takhi) che vivono allo stato brado. Per saperne di più sul viaggio e sulla storia, la cultura, le tradizioni e le aspirazioni del popolo mongolo consultare il sito www.mongolia.it".

Miniera di Oyu Tolgoi
arriva una supermulta


7 luglio 2014

A rischio la miniera di rame e dell'oro Oyu Tolgoi. A quanto pare i quattro miliardi di dollari per l'espansione della metropolitana di Oyu Tolgoi potrebbero essere ritardata per l'ennesima volta. Fonte Ubpost. A quanto pare la Mongolia sta facendo richieste di tasse non pagate e sanzioni, mentre la miniera ha licenziato 300 lavoratori. L'Autorità fiscale mongola ha inviato un rapporto sulle verifiche al Turquoise Hill Resources, che possiede il 66 per cento dei 6,2 miliardi di dollari Oyu Tolgoi miniera, chiedendo 130 milioni di dollari in tasse non pagate e relative sanzioni, e diritti non riconosciuti connessi con lo sviluppo iniziale della miniera. In risposta alle affermazioni fatte dall'amministrazione fiscale, Turchese Hill ha detto ribadiamo con fermezza che Oyu Tolgoi LLC, unità di Turquoise Hill responsabile della miniera, ha pagato tutte le tasse e le spese, come richiesto nell'ambito del contratto di investimento e la legge mongola. Kay Priestly, Amministratore Delegato di Turquoise Hill, ha detto: «Siamo fortemente in disaccordo con le affermazioni della relazione di revisione e stiamo attualmente rivedendo tutte le opzioni per risolvere la questione. E 'importante che noi proteggiamo il nostro diritto di stabilizzazione fiscale previsto dal contratto di investimento». La società ha detto che sta esaminando la relazione di revisione e, qualora siano riscontrate violazioni del contratto di investimento, si prenderà in considerazione l'arbitrato internazionale. «Ogni elemento della pretesa che equivale ad una violazione del contratto di investimento attiverà il processo di risoluzione delle controversie delineata nel contratto di investimento tra cui possibile arbitrato internazionale», ha detto la società in un comunicato alla stampa. Turquoise Hill ha detto che l'impatto di questi richieste potrebbero ritardare il completamento dello studio di fattibilità della metropolitana se una soluzione alle questioni fiscali non sarà raggiunto entro la fine di questo mese. Oyu Tolgoi prevede di produrre 150.000 a 175.000 tonnellate di rame e 700.000 a 750.000 once d'oro quest'anno (di Lucia Giannini, agccommunication.eu)

Non serve più il visto
per i viaggi in Mongolia


2 luglio 2014

Dal mese di luglio non è più necessario il visto per la Mongolia per i viaggiatori provenienti dall'Italia. Sarà sufficiente il passaporto valido. E' una novità sorprendente e inattesa su cui torneremo per un approfondimento.

Da Ferrara a Pechino in Land Rover
Il ritorno in Mongolia di Mirco e Francesca


30 giugno 2014

Islanda, Mongolia, Sudafrica e adesso è il turno della Cina. La coppia ferrarese composta da Mirco Gadda e Francesca Venturi è pronta ancora un volta per affrontare un altro lungo viaggio a bordo del loro Defender che li porterà dopo migliaia di km da Ferrara a Pechino.Le tappe della nuova avventura saranno Zagabria, Budapest, Kiev, Aqtobe (Kazakistan), Turkestan, Taskent, Kashgar e poi in Pakistan a Islamabad, ingresso in India e tappa ad Amristar, Daramsala, ingresso in Nepal e tappa a Kathmandu e Lahsa e Xian prima di giungere finalmente a Pechino. Percorso diverso invece per il ritorno, che si sposterà decisamente a Nord,  passando per la Mongolia nella sua capitale Ulan Bator già raggiunta in un viaggio simile nel 2010 e poi Novosibirisk in Siberia, Ekaterimburg e Mosca prima di tornare tra le mura estensi (fonte estense.com)

Dal Lario alla Mongolia in moto
Francesca e Tommaso sono pronti


29 giugno 2014

Su due ruote dal Lago di Como alla Mongolia. Ben 23mila chilometri di strada – in parte asfaltata e in parte da scoprire - attendono due giovani viaggiatori comaschi. Gli intrepidi centauri sono Tommaso Cazzaniga (34 anni, laurea alla Bocconi) e Francesca Bresciani (30 anni, laurea in Giurisprudenza, volontaria in associazioni sparse per il mondo), legati sentimentalmente e un tutt’uno, per i prossimi due mesi, con la loro Africa Twin 750 del ’94, una moto preparata per affrontare ogni tipo di percorso, caricata misurando i centimetri e risparmiando i grammi. I due lariani attraverseranno 18 Paesi e, tra 60 giorni, spegneranno il motore davanti al Tempo Voltiano da dove, ieri mattina alle 12, sotto un acquazzone, sono partiti dopo aver salutato parenti e amici. «Non ci spaventa certamente un po’ di pioggia, dovremo affrontare condizione ben più estreme. Siamo pronti ed entusiasti. È una grande avventura», hanno detto i due viaggiatori che nel curriculum vantano decine di tour in giro per il mondo.
Tutto è stato curato nel dettaglio, comprese le minestre liofilizzate, fondamentali per un vegetariano come Tommaso Cazzaniga e una vegana come Francesca Bresciani. Attraverseranno Svizzera, Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia, Russia, Mongolia, Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Iran, Turchia, Bulgaria, Serbia, Croazia e Slovenia. Sarà possibile seguire il loro viaggio sul sito Internet www.oltrelastrada.it Qui, tramite la pagina Facebook, si potranno vedere le foto e i commenti in tempo reale. (f.bar. Corriere di Como,it)

In Mongolia la giornata
mondiale dell'ambiente


5 giugno 2014

Mangiare con il cervello significa risparmiare. E' questo il senso di "Think, eat, save" motto di quest'anno della Giornata mondiale dell'Ambiente. Dal 1972 il 5 giugno è diventata una ricorrenza: l'assemblea generale delle Nazioni unite l'ha infatti proclamata festività. La prima è stata celebrata nel 1973 a Stoccolma e da allora è ospitata ogni anno da una città diversa, con un tema diverso. Quest'anno le celebrazioni avranno luogo in Mongolia e il tema sono gli sprechi alimentari. Ogni anno nel mondo un terzo del cibo prodotto viene gettato durante uno dei passaggi dal produttore al consumatore. Lo ricorda l'Unep, l'agenzia dell'Onu per l'ambiente, che ha scelto appunto il tema, con l'obiettivo di sensibilizzare. In quantità si parla di 1,3 miliardi di tonnellate di derrate alimentare del valore di mille miliardi di dollari, che sarebbero sufficienti a nutrire gli 870 milioni di persone che ogni giorno non hanno da mangiare. Per questa ragione l'Unep e la Fao hanno raccolto in un sito tutti i modi in cui tradizionalmente vengono conservati gli alimenti. L'iniziativa ha riscoperto anche la pratica dell'esercito di Gengis Khan di essiccare così tanto la carne da far ridurre una mucca alle dimensioni di un pugno, o quella ancora usata dagli inuit di preparare il Kiviak-a facendo fermentare la carne di un piccolo uccello marino all'interno di un sacco di pelle di foca. ''Ridurre il cibo sprecato è una sfida economica, etica e ambientale - ha osservato Achim Steiner, direttore generale dell'Unep - uno dei modi è guardare a come culture meno 'sprecone' danno valore a ogni singolo boccone, e valutare come imitarle''. La Mongolia è uno dei Paesi che sta crescendo maggiormente nel mondo, e punta a garantire questa crescita con una economia verde. Non è uno di quei paesi in cui lo spreco di cibo è alto: il tradizionale stile di vita nomade di alcuni dei suoi abitanti offre alcune antiche risposte alla sfida moderna degli sprechi alimentari (fonte: today.it).

Tutto pronto per il Mongol Rally
la folle avventura a fin di bene


27 maggio 2014

Vi ricordate Wacky Races, il cartone animato di Hanna-Barbera nel quale 11 improbabili vetture si sfidavano in gare paradossali su e giù per gli Stati Uniti d'America? Bene, esiste un rally non competitivo che assomiglia molto a questo cartone per la sua natura goliardica e paradossale. Si tratta del Mongol Rally che vede i partecipanti impegnati nell'affrontare i circa 10.000 km che separano Londra da Ulan Bator, capitale della Mongolia, su un mezzo che abbia una cilindrata inferiore ai 1200 cc, senza alcun tipo di assistenza tecnica e seguendo un percorso a piacere. La corsa è organizzata con uno scopo benefico: è infatti obbligatorio per i partecipanti raccogliere un minimo di mille sterline da donare all'associazione Cool Earth (che si occupa prevalentemente di fermare la distruzione delle foreste pluviali) e ad altre realtà benefiche a discrezione dei team. Uno degli equipaggi iscritti però si è spinto oltre: il Team Battletsar Galactikhan ha infatti deciso di mettere in piedi un progetto con il Lotus Children's Centre, una ONG che si prende cura di 100 bambini maltrattati e vulnerabili. Il gruppo comprende oltre a due ragazzi e una ragazza australiani (Sam, Zac e Clem) anche due ragazzi italiani: sono Filippo e Davide. Il primo, 27 anni e milanese di origine, è volato in Australia per studiare fotografia ed è il vero trascinatore del team; il secondo, 25 anni genitori sardi e australiano d'adozione, è un regista ma dovrà vestire i panni del meccanico nella lunga traversata. Questi cinque avventurieri una volta giunti nella capitale mongola si tratterranno per una settimana nelle strutture del Lotus Children's Centre organizzando workshop di video e fotografia per i bambini ospiti (autore Federico Biserni per d.repubblica.it).
 

Mongolia protagonista
allo Spirito del Pianeta


26 maggio 2014

Mongolia grande protagonista dello Spirito del Pianeta, il festival internazionale dei gruppi tribali e indigeni del mondo, in programma a Chiuduno (Bergamo) dal 30 maggio al 15 giugno. Mercoledì 4 giugno il palco sarà tutto mongolo, con l'Ambasciatore della Mongolia Shijeekhuu Odonbaatar (nella foto) che alle 20.30 aprirà la serata; alle 21.15 il gruppo musicale Dumun eseguirà musiche tradizionali presentando il morin khuur strumento nazionale mongolo ed il suggestivo canto khoomii (overtone). Alle 22.30 conferenza  sul "popolo di Gengis Khan". Per il programma completo e altre informazioni vai al sito ufficiale del Festival

Sayà: "La mia religione
è la musica classica"


19 maggio 2014

Ha ricevuto il premio "Best Artist 2013" della Mongolia, si chiama Sayantsetseg Sangidorj, in arte Sayà, ed è la prima pianista-solista della Mongolia che sia mai stata invitata a esibirsi al Carnegie Hall. L'ha intervistata per mongolia.it Ayana Sambuu, la cantante lirica che cura la rubrica "Punto d'incontro" che ha colto anche un aspetto "spirituale" di Sayà, che ha rivelato: "La mia  eligione è stata sempre la musica classica anche se ho profondo rispetto per il buddismo, il cattolicesimo e per le  altre religioni. Sì, apprezzo molto l’architettura, l’arte, alcune  cerimonie buddhiste, ma direi più dal punto di vista storico-sociale, come un grande dato di fatto della vita della Mongolia, dove questa religione ha svolto e continua a svolgere un ruolo importante. Negli ultimi anni, credo che il Buddismo in Mongolia si sia “rafforzato”, e per me è un “qualcosa” di positivo che  riesce a dare al popolo delle certezze, qualcosa che sicuramente contribuisce alla vita morale e spirituale delle persone". Per leggere l'intervista completa vai al PUNTO D'INCONTRO

Medicina tradizionale
meno spese sanitarie


11 maggio 2014

La medicina tradizionale della Mongolia è stata riportata in auge da un nuovo ospedale nella Mongolia interna, una regione autonoma della repubblica popolare cinese, a sud della Mongolia. Le conoscenze di queste terapie erano prima sparse nei villaggi delle steppe e delle montagne e rischiavano di andare perdute una volta che non ci fossero più i praticanti. Ma ora c’è un centro della TMM in un ospedale nuovo fiammante, che cura centinaia di migliaia di pazienti che vengono anche da lontano, dalla Mongolia, dal resto della Cina e anche dalla Russia. La direttrice dell’ospedale, Ulaan, racconta, dopo aver ricevuto applausi a New York dove per la prima volta aveva presentato la TMM a una riunione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che gli specialisti della OMS in visita all’ospedale guardarono stupefatti a un medico che aveva rimesso a posto in 10 minuti una frattura a una gamba. E, aggiunge, “sotto i loro occhio io usai l’agopuntura per curare una spalla che non rispondeva più alle sensazioni. Loro non capivano perché inserivo l’ago nel piede e non nella spalla, ma il paziente fu subito curato”. Un direttore della OMS ha detto a Ulaan: “Se gli ospedali negli Usa facessero ricorso alla TMM, le loro spese sarebbero molto minori” (fonte firstonline.info)

L'Ambasciatore della Mongolia
incontra il business milanese


10 maggio 2014

Il Presidente della Camera di Commercio Italo-Mongola Michele De Gasperis e l’Ambasciatore di Mongolia a Roma S.E. Shijeekhuu Odonbaatar hanno incontrato ieri, accolti da Rosanna Acunzo Papetti e da Gianluca Papetti presso la rappresentanza di Milano della Camera, oltre 50 rappresentanti della business community milanese.  La riunione, a cui hanno preso parte anche il delegato dell’Ufficio del Turismo Mongolo in Italia Simone Gasbarri e il Presidente nazionale di Filiera Agricola Italiana Gianfranco Grieci, è stata organizzata per presentare alle imprese milanesi la Mongolia, i suoi programmi governativi e le opportunità di cooperazione con l’Italia, e per inaugurare i rapporti con le realtà imprenditoriali più importanti del capoluogo lombardo, che il prossimo anno ospiterà l’Expo 2015 a cui anche la Mongolia prenderà parte. “L’imprenditoria milanese - è convinto De Gasperis - può trovare nella Mongolia e nelle sue imprese numerosissime opportunità di cooperazione commerciale: dalle partnership alle joint-venture, dall’importazione di materie allo scambio di know-how, queste due realtà sono fortemente compatibili”. (fonte Associm).

Nasce l'ufficio del turismo
mongolo in Italia


5 maggio 2014

E’ nato l'Ufficio del Turismo Mongolo in Italia, con l'obiettivo di incrementare le relazioni, già ottime, tra Italia e Mongolia in ambito turistico ma anche culturale ed economico. L’Ufficio offrirà una serie di servizi a quanti in Italia decidano di mettersi in viaggio verso la Mongolia, diffonderà materiali informativi, dati e altri documenti aggiornati forniti direttamente dalle autorità mongole e assisterà gli utenti nella preparazione della documentazione necessaria per raggiungere il Paese asiatico. Responsabile è Simone Gasbarri, consigliere del Direttivo della Camera di Commercio Italo-Mongola, mentre alla direzione dell’Ufficio è stato nominato Eugenio Bernardi, professionista del settore turismo. “L’apertura di questo Ufficio - ha affermato Gasbarri - è un’importante occasione per rafforzare i rapporti tra i due Paesi. Grazie alla sua storia e al forte sviluppo economico degli ultimi anni, oggi la Mongolia guarda al settore del turismo con rinnovato interesse”. Per Bernardi l’apertura di questo Ufficio rappresenta una grande opportunità: “Una cultura millenaria e un paesaggio ancora incontaminato e selvaggio: la Mongolia oggi ha le carte in regola per accogliere un sempre maggior numero di turisti da tutto il mondo, italiani inclusi. Obiettivo dell’Ufficio del Turismo Mongolo in Italia sarà, pertanto, dare comunicazione e visibilità adeguata all’offerta turistica del Paese, e assistere in maniera completa e corretta quanti scelgano di raggiungere la Mongolia”. Nella foto, Eugenio Bernardi e Simone Gasbarri.

Pistone e Saikali svelano
"i segreti del bookmaker"


29 aprile 2014

Cos'hanno in comune la Mongolia e un manuale per scommettere sullo sport? Uno degli autori de "I segreti del bookmaker - Scommettere sullo sport e iniziare a vincere" (Sperling&Kupfer 2014) è Federico Pistone, giornalista del Corriere della Sera, responsabile del sito mongolia.it e autore di vari libri dedicati alla Mongolia vai alla bibliografia completa. Aveva già scritto un libro sulle scommesse sportive (Prima puntata, Rcs-Gazzetta dello Sport, 2011) ma la novità è che questa volta ad affiancarlo è il re dei bookmaker italiani, Antonio Saikali, che svela tutti i misteri per "smettere di perdere al gioco, per iniziare a vincere qualcosa e per provare a guadagnare con continuità". Per scaricare in formato ebook il libro clicca qui

Problemi nelle miniere del Gobi
e la valuta mongola perde il 26%


28 aprile 2014

Troppi interessi, troppa avidità e troppo rame hanno creato una paradossale crisi finanziaria in Mongolia, dove sono sempre in impasse i negoziati tra il Governo e il gruppo minerario australiano Rio Tinto per il finanziamento della grande miniera di oro e rame di Oyu Tolgoi, la Collina Turchese. Il sito, controllato al 66% da Rio Tinto e al 34% dal Governo, ha iniziato a produrre rame nel luglio scorso e a regime dovrebbe arrivare a estrarre fino a 450mila tonnellate di rame e 400mila once d’oro ogni anno. La diatriba però ha allontanato i capitali stranieri e ha fatto cadere la valuta locale, il tugrik. Ieri occorrevano 1790 tugrik per un dollaro: rispetto a dodici mesi prima, la valuta mongola ha perso il 26%, il peggior risultato tra tutte le monete dell’Asia. L’economia cresce ancora al ritmo dell’11,7%, ma è ben lontana dal 17,5% del 2011, appena prima che Rio Tinto decidesse di rallentare lo sviluppo del giacimento. Al centro delle discussioni ci sono i 5,1 miliardi di dollari ancora necessari per l’espansione sotterranea della miniera. Ne è conseguito un calo degli investimenti esteri e delle riserve in valuta, mentre la flessione del tugrik ha aumentato il costo delle importazioni e ha spinto l’inflazione al 12,4%. Però le cose potrebbero cambiare velocemente: un accordo tra Governo e Rio Tinto è in grado di fare da volano per l’afflusso di capitali e per la crescita industriale del paese. (fonte firstonline.info)

La Mongolia di Irene Cabiati
in un articolo sulla Stampa


25 aprile 2014

Irene Cabiati, autrice del bel libro "Mongolia in viaggio" (Alpine Studio) raccomta "il calore dei sorrisi e il freddo esistenziale" di questo Paese nell'articolo per La Stampa Viaggi (leggilo qui). "La Mongolia - scrive - sta diventando una delle mete preferite dai viaggiatori: l’attrazione è il suo paesaggio, il carattere gentile della sua gente, la peculiarità delle sue tradizioni legate al nomadismo. Il Paese sta attraversando un momento interessante da quando ha deciso di sfruttare il vasto patrimonio minerario che intende difendere a denti stretti dall’assalto delle multinazionali. Ma la rivoluzione che sta già cambiando il suo assetto socio economico è già in atto con le inevitabili contraddizioni e in molti sperano che la modernizzazione non travolga l’aspetto più interessante e più prezioso di questa nazione incastonata fra la Russia e la Cina: la sua tradizione saldamente ancorata ad antichi saperi che si sono tramandati nei secoli e che talvolta commuovono il turista ignaro: il rispetto per la natura e per gli avi, il culto religioso spesso integrato con i riti sciamanici, il fiero legame con la terra di appartenenza". Irene Cabiati segnala tre libri in particolari per approfondire la conoscenza di questo Paese: "Fra i libri da leggere per conoscerlo meglio sicuramente il più documentato è “L’ultimo paradiso dei nomadi guerrieri” ( è da poco uscita la terza edizione) di Federico Pistone. Gli itinerari sono ricchi di spunti culturali e storici e sono un validissimo supporto per il viaggiatore che vuole avvicinarsi il più possibile ai luoghi e alle circostanze della sua esplorazione. Il contributo di questa guida è stato fondamentale sia come compagna di viaggio, quando ho visitato la Mongolia, sia come ispiratore quando ho scritto il mio reportage “Mongolia in viaggio” dedicato al momento di transizione della società mongola dal nomadismo alla modernizzazione. Un’altra lettura interessante è “Gobi, il deserto dentro di me” di Reinhold Messner. L’autore, celebre per le sue imprese estreme, a 60 anni ha percorso il deserto in completa autonomia e l’ha definita “un’ultima passeggiata fra la vita e la morte”. Infine Irene Cabiati segnala "Il Grande Khan": "Non è stata la solitudine la compagna di viaggio di tre giovani, il Team Barbera (Federico Mosso, Alberto Pagan ed Emanuele De Bonis) che sono partiti da Torino alla volta di Ulan Bator a bordo di una piccola autoambulanza PiaggioPorter soprannominata Ninonino in occasione del raduno automobilistico non competitivo, “Mongol Rally-fight to make world less boring”.

Ariun, Signora dei musei
nell'intervista di Ayana


21 aprile 2014

Ariun Sanjaajamts, fondatrice del Mongolia Connections a New York, grande esperta e appassionata di arte e musei, è la protagonista di "Punto d'incontro", la rubrica di mongolia.it curata da Ayana Sambuu. "Ama viaggiare per scoprire il mondo attraverso mostre, seminari e incontri per condividere le sue esperienze e raccontando della cultura e l’arte della Mongolia". Dice Ariun: "Da quando sono stata coinvolta nei progetti  che riguardano i  musei, ho cominciato a vederli come grandi istituzioni educative. Sono i luoghi dove si può  fare ricerca , esplorare ed imparare l’arte, la storia, la  geografia,  la natura,  la scienza, la tecnologia... In una parola, si può ritrovare tutto nei musei, non è meraviglioso?". Per leggere l'interviosta completa vai alla sezione PUNTO D'INCONTRO

In libreria "Scompartimento n° 6"
viaggio da Mosca a Ulaanbaatar


19 aprile 2014

Iperborea, casa editrice specializzata in letteratura scandinava, propone "Scompartimento n° 6", una storia ambientata in gran parte nella capitale della Mongolia,meta della tratta ferroviaria Transiberiana Mosca-Ulaanbaatar. L'autrice è Rosa Liksom,ma il vero nome è Anni Ylaavara, nata nella Lapponia finlandese. Scrive sololibri.net: "Il suo lungo racconto dal titolo checoviano prende spunto dalla corsia n.6 di un manicomio, il luogo in cui è ambientato un racconto del 1892 del grande narratore russo. Una ragazza, il cui nome non viene mai pronunciato, lascia Mosca in treno per raggiungere la Mongolia, dove conta di visitare delle antichissime iscrizioni rupestri che la interessano per i suoi studi. Lo scompartimento numero 6 ha quattro cuccette, due delle quali sono chiuse". Estratto: “Quel treno l’avrebbe condotta attraverso villaggi abitati da deportati , attraverso città aperte e città chiuse della Siberia, fino alla capitale della Mongolia, Ulan Bator”. Presto la scheda e la recensione completa nella sezione LIBRI.

Un viaggio in Mongolia
per ritrovare se stessi


15 aprile 2014

La Mongolia è uno dei luoghi più incantevole ed emozionanti del pianeta. Non è un viaggio per tutti ma per chi è disposto a immergersi profondamente in una realtà spirituale e incontaminata. Per questo mongolia.it, attraverso i suoi migliori contatti in Mongolia e con il supporto di una collaudata agenzia di viaggi italiana (Lunettes), propone itinerari nell'anima più autentica di questa terra meravigliosa. Viaggi su misura a date libere, per coppie o gruppi di amici, ma anche alcune proposte a date fisse con accompagnatore mongolo che parla perfettamente italiano: ad esempio "La festa del Naadam" (dal 1° al 15 luglio, prenotazioni entro il 30 aprile), "Incontri nel deserto" (26 luglio-8 agosto, prenotazioni entro il 19 maggio) e "L'anima della Mongolia" (12-25 agosto, prenotazioni entro il 6 giugno). Scrivete senza impegno a info@mongolia.it. Per tutti i dettagli consultate la sezione Parti con noi

Gli Tsaatan di Capoferri
sabato sera a Calcinate


8 aprile 2014

La magia degli Tsaatan nella testimonianza di Giovanni Capoferri. Sabato 12 aprile alle 20.30 nella sala della Comunità di Calcinate, in provincia di Bergamo, sarà proiettato il filmato "Viaggio tra gli Tsaatan, gli uomini renna della Mongolia", realizzato da Capoferri che l'estate scorsa ha compiuto il viaggio solitario in Land Rover attraverso Europa e Asia fino a raggiungere a cavallo la tribù che vive nelle foreste settentrionali della Mongolia. L'autore racconterà la sua emozionante esperienza. La serata, organizzata con l'oratorio San Giovanni Nosco e il Comune di Calcinate, è a ingresso libero.

Giornata dell'autismo: scelto
"Horse boy" girato in Mongolia


5 aprile 2014

E’ stato scelto il 2 aprile 2014, Giornata mondiale sull’autismo, per l’uscita nelle sale di “Horse boy. L’amore di un padre”, del regista statunitense Michel Orion Scott. In 93 minuti il film racconta il viaggio compiuto da Rupert Isaacson e Kristin Neff, i genitori del piccolo Rowan, per curare il figlio. Scott segue la famiglia texana che nell’estate del 2007, per un mese, ha attraversato a dorso di cavallo la Mongolia alla ricerca di un gruppo di sciamani, nella speranza che i loro riti e il contatto con la natura potessero aiutare Rowan a guarire dall'autismo.
Horse Boy è dunque il racconto di una "cura" cercata nel rapporto con gli animali e con la natura, fino in capo al mondo, tra le steppe dell'Asia: un racconto che, attraverso l'avventura straordinaria di una famiglia, dà voce alle migliaia di genitori che con coraggio e fantasia affrontano ogni giorno la battaglia contro una malattia misteriosa. Dimostrando come, anche nei momenti più bui, si può aprire la porta alla gioia e alla meraviglia. Il film, nelle sale da mercoledì, è distribuito da Feltrinelli Real Cinema.  (fonte redattoresociale.it). Vai al trailer da mymovies.it

"Appuntamento al freddo" su Internazionale
con la Mongolia fotografata da Chiara Gioia


28 marzo 2014

Il nuovo numero del settimanale Internazionale dedica 6 pagine di Portfolio alla Mongolia. Il reportage, intitolato "Appuntamento al freddo", è di Chiara Gioia, che ha fermato alcuni spettacolari momenti del festival del ghiaccio sulla superficie del lago Hovsgol, al nord del Paese. Un servizio gelido e suggestivo per una celebrazione tra sacro e profano, tutto tassativamente sottozero. "Migliaia di abitanti della zona e pastori nomadi - si legge nell'introduzione - si radunano per partecipare a giochi all'aperto e per assistere alle esibizioni di sciamani e musicisti". Nella foto, il frontespizio del servizio di Internazionale.

Visti per la Mongolia: il Consolato di Milano
sospende temporaneamente l'emissione


19 marzo 2014

Per i cittadini italiani i visti per la Mongolia attualmente possono essere rilasciati solo presso l'Ambasciata di Roma in via Vincenzo Bellini 4 - 00198 Roma tel./fax 06-84081065. Questo è l'inidirizzo Internet Il Consolato della Mongolia a Milano, in via Boccaccio 9, ha infatti comunicato di avere "temporaneamente sospeso l'emissione dei visti". Per tutte le altre informazioni relative a documenti e alle modalità da conoscere in vista del viaggio, vai alla sezione Prima di partire
 

Mio nonno Zandraa,
padre del cinema mongolo


18 marzo 2014

Il padre del cinema mongolo, Zandraa Tsevenii (1918-2009) in un'inedita intervista, svelata per mongolia.it dalla nipote, la cantante lirica Ayana Sambuu, nella rubrica "Punto d'incontro". Rivelazioni preziose sulla cultura mongola e straordinarie immagini d'archivio arricchiscono questa testimonianza affettuosa. Per leggere l'intervista completa clicca qui

Protesta il Movimento 5 Stelle: "Roma brucia
e il Pd pensa al turimso con la Mongolia"


14 marzo 2014

Da RomaToday: "Abolizione delle botticelle, telelavoro, potenziamento del servizio 'Atac risponde' contro incremento del turismo con la Mongolia. Zero a uno. Protesta il gruppo capitolino del Movimento cinque stelle che denuncia: “Traffico, crisi economica, trasparenza nel servizio di trasporto pubblico, qualità della vita, problemi secondari per il Partito Democratico”. La lamentela parte dalla votazione di ieri in Assemblea Capitolina durante la quale, a fronte dell'approvazione per favorire il turismo con la Mongolia “sono state bocciate le nostre mozioni” si legge in una nota. Tra le proposte del M5S “l'abolizione delle botticelle e per l'incentivo del telelavoro (una pratica che consentirebbe risparmi enormi per la PA, per le aziende, per i cittadini, nonché una riduzione del traffico con conseguente miglioramento dell'ambiente e della salute)” scrivono dal M5S". Nella foto, un momento della seduta nell'aula Giulio Cesare.

 

L'Associazione Italia-Mongolia
presentata a Firenze


27 febbraio 2014

In un'affollatissima sede della Provincia di Firenze si è tenuta la presentazione dell'Associazione Italia-Mongolia, presente l'Ambasciatore della Mongolia in Italia Shijeekhuu Odonbaatar e personalità del mondo economico, culturale, e istituzionale. L’associazione, costituita da pochi mesi, si propone di intrattenere stretti rapporti con il grande Paese centroasiatico. La presidente Emma Maffucci ha annunciato che uno degli obiettivi è quello di realizzare in una località della steppa, da individuare, una casa prefabbricata da adibire a scuola per i bambini nomadi: sarà dotata di computer, grazie ad una connessione satellitare, docenti in Italia insegneranno le basi della lingua italiana, storia, arte e cultura Italiana. Gli alunni che si distingueranno saranno ospitati in Italia. Saranno sviluppati anche progetti umanitari. Piero Bardazzi, console onorario della Mongolia a Prato e in Toscana, ha confermato l’impegno delle autorità consolari per favorire e sviluppare i rapporti economici tra i distretti produttivi della Toscana e le regioni mongole. Aurelio Rota ha illustrato le sue esperienze di inziative culturali e musicali con la Mongolia. Tra le iniziative culturali, quella di far conoscere le figure di Marco Polo e Gengis Khan. Successivamente l’assessore allo Sviluppo economico Sara Biagiotti ha incontrato a Palazzo Vecchio l'ambasciatore della Mongolia in Italia. Nella foto, l'ambasciatore Shijeekhuu Odonbaatar con il console onorario Piero Bardacci.

Ayana incontra lo stilista Ughetti
"Così ho disegnato le divise mongole"


21 febbraio 2014

Ha vestito la nazionale della Mongolia ai Giochi olimpici invernali di Sochi. E' Stefano Ughetti, stilista biellese, titolare dell'azienda Superstar e creatore di CAMO. Il nome deriva da "camouflage", mimentizzato. "L'idea - come spiega Ughetti - non è quella di mascherare le persone con ciò che indossano, ma vestirle, facendole sentire in armonia con i capi, un tutt’uno". La nostra Ayana Sambuu ha intervistato Ughetti per la rubriva Punto d'incontro, in esclusiva per mongolia.it. Sulla decisione di disegnare le uniformi degli atleti mongoli, Ughetti ha rivelato ad Ayana: "Mi è stato espressamente chiesto di trasferire quella che è la massima qualità italiana nelle divise. Ho fatto appositamente realizzare un tweed dai colori della terra con delle forti punte di bordeaux ed anche una lana blu sempre 100% made in Italy e specificatamente made in Biella". Per leggere l'intervista completa vai a Punto d'incontro.

Damiani debutta in Mongolia
con un brand a Ulaanbaatar


20 febbraio 2014

Damiani, annuncia l'apertura di una nuova boutique in Mongolia, all'interno del Central Tower Mall di Ulan Bator, dove sono presenti alcuni dei più importanti brand di lusso internazionali. La maison è il primo brand di alta gioielleria ad aprire una boutique monomarca in Mongolia. Damiani continua nella sua politica di espansione internazionale con particolare attenzione all' Asia dove il marchio diventa ogni giorno più conosciuto e apprezzato. (adnkronos)

A Sainshand il più grande
parco eolico in Mongolia


19 febbraio 2014

L'eolico in Mongolia avrà un nuovo slancio grazie a Ferrostaal Industrial Projects GmbH, in procinto di acquisire una quota di maggioranza nel parco di Sainshand da 52 MW. Con 190 GWh di energia elettrica prodtta ogni anno, Sainshand sarà il più grande parco eolico del paese. L'investimento per il progetto ammonta a circa 120 milioni dollari ed è destinato a collegarsi alla rete già entro la fine del 2015. Dopo l'annuncio della compagnia fotovoltaica cinese Hareon del suo progetto colossale, un parco solare da 1 GW nel deserto della Mongolia Interna, anche l'eolico si fa largo nel Paese. Il progetto è già ben sviluppato, così come l'accordo di acquisto dell'energia e di tutte le licenze. Acquisendo la quota di maggioranza del progetto, Ferrostaal potrebbe creare un ponte tra gli sviluppatori locali, Sainshand Wind Park LLC, e gli investitori di tutto il mondo. “Come sviluppatori del progetto, le nostre competenze nei settori della gestione dei progetti, di finanziamento, dell'ingegneria e del contracting sono molto richiesti. A questo proposito abbiamo già unito le forze con esperti di gestione del risparmio della nostra società e avviato colloqui con gli investitori internazionali”, ha spiegato il Dott. Klaus Lesker, Amministratore Delegato di Ferrostaal Industrial Projects GmbH. Il paese sta investendo molto nell'espansione della sua rete di fornitura di energia elettrica e ciò è particolarmente incoraggiante per lo sviluppo delle rinnovabili. Secondo il 'Wind Energy Development Roadmap for Mongolia', l'eolico è la migliore candidata a diventare una delle risorse energetiche più importanti per il paese entro il 2020, quando dovrebbe arrivare a coprire circa un quinto del fabbisogno energetico della Mongolia. Merito anche delle condizioni eccezionali che caratterizzano il paese e che riguardano la velocità del vento compresa tra i 7,5 e gli 8,5 metri al secondo in media, ideali per l'energia eolica. (Francesca Mancuso www.greenbiz.it)

La Console della Mongolia incontra
gli studenti della Città Studi di Biella


15 febbraio 2014

A lezione dalla Console. Ganruya Tsevegdorj, Console onorario della Mongolia, ha parlato agli studenti del Master universitario MTE (management and textile engineering) della Città Studi di Biella. Argomento, ovviamente, la Mongolia e le nuove opportunità economiche che questo Paese offre, soprattutto in campo tessile. “La Mongolia - ha spiegato la Console - ha meno di tre milioni di abitanti e una delle più basse densità di popolazione del mondo, ma nel 2013 il suo PIL è cresciuto dell’11,3%. A determinare questa crescita è stata sì l'importanza del settore minerario, ma soprattutto il tessile che con la sua produzione di lana e cashmere è da sempre uno dei settori di riferimento, capace di enormi potenzialità di sviluppo”. Gantuya era accompagnata da alcuni studenti mongoli ed è stata una preziosa e reciproca occasione di interscambio culturale ed economico. Come riporta il sito www.newsbiella.it: "Il tema dell'internazionalizzazione attraverso la formazione è molto sentito anche in Mongolia, Paese che da anni spinge i giovani a confrontarsi con realtà differenti, completando all'estero e soprattutto in Italia la formazione. La giornata di lezione si è conclusa con la visita allo stabilimento di F.lli Piacenza, azienda partner del Master MTE, che intrattiene con la Mongolia importanti scambi commerciali per l'approvvigionamento di materie prime eccellenti come il cashmere. La delegazione ha particolarmente apprezzato la possibilità di vedere dal vivo la combinazione tra la tecnologia e il “saper fare” al fine di raggiungere l'eccellenza nella realizzazione di prodotti unici. Studiare la complessità della filiera, i controlli qualitativi e la valorizzazione delle risorse umane è uno degli obiettivi condivisi dalle aziende che collaborano con il Master (MTE). L'augurio del Console, che ha apprezzato la struttura di Città Studi con il campus e le attività di supporto alla ricerca e alla formazione, è stato quello di poter annoverare tra gli allievi della seconda edizione del Master MTE anche nuovi  giovani talenti della Mongolia. Il Console ha inoltre offerto ai partecipanti dell'edizione di quest'anno la possibilità di entrare in contatto con numerose aziende tessili presenti nel suo Paese". Nella foto, i partecipanti all'incontro.

Dello stilista italiano Ughetti di Camo
le divise della Mongolia a Sochi


12 febbraio 2014

E' uno stilista italiano, Stefano Ughetti di Camo, ad aver disegnato le divise del team della Mongolia per la passerella degli atleti nella cerimonia d'apertura e quella di chiusura dei Giochi Olimpici invernali di Sochi, in Russia. Ughetti ha commissionato i capi alla Goyo, azienda di cashmere di Ulaanbaatar. Nella foto, Stefano Ughetti insieme alla spedizione olimpica della Mongolia.

Due atleti della Mongolia
ai Giochi invernali di Sochi


7 febbraio 2014

Sono due gli atleti che rappresentano la Mongolia all'Olimpiade invernale di Sochi, inaugurata il 7 febbraio. Sono Bold Byambadorj che partecipa alla 15 km classica di sci nordico maschile (la gara si didputerà il 14 febbraio) e Chinbat Otgontsetseg impegnata sui 10 km femminile (13 febbraio). Nella cerimonia di apertura lo staff della Mongolia ha sfilato con un elegante completo nero spezzato da una sciarpa azzurra, che rappresenta la sacralità del Cielo. Nella foto, i due atleti con il preparatore.

Dal 13 al 15 febbraio alla Bit di Milano
c'è anche la Mongolia con Amgalan


7 febbraio 2014

Anche la Mongolia avrà il suo spazio alla Bit, la Borsa Internazionale del Turismo, aperta a Milano dal 13 al 15 febbraio. Sarà presente Amgalan dello stand Mondiscovery Tours. Sabato 15 la manifestazione è aperta al pubblico e tutti possono entrare per avere informazioni e progettare il proprio viaggio. Accanto ad Amgalan, Chiara Colombo potrà fornire informazioni direttamente in italiano sulla destinazione. Nella foto, Amgalan.

Sci alpinismo di solidarietà
per il leopardo delle nevi


5 febbraio 2014

Sono rimasti pochi, pochissimi. I leopardi delle nevi, saliti alla ribalti in questi giorni per gli "incontri ravvicinati" di Putin in vista dell'Olimpiade invernale di Sochi, sono in via d'estinzione, minacciati dal bracconaggio e da altri elementi legati all'ecosistema. Vivono in Mongolia, ma anche in India, Cina e Pakistan e attualmente ce ne sono circa cinquemila allo stato brado. Dal 1981 l’organizzazione Snow Leopard Trust si impegna per salvare gli esemplari rimasti e insieme a Dynafit, che come logo proprio il leopardo delle nevi, ha predisposto un calendario italiano di sci alpinismo con la finalità di aiutare alla salvaguardia dello splendido felino. Ecco date e località: 9 marzo Cortina d’Ampezzo (Bl), 16 marzo Campo Imperatore (Aq), 23 marzo Gressoney La Trinité (Ao). I partecipanti hanno a disposizione 8 ore, dalle 8.30 alle 16.30, per compiere il maggior dislivello possibile lungo le salite e discese delle varie località turistiche. Lungo il percorso gli sciatori troveranno dei cartelli che li aiuteranno a conoscere meglio il leopardo delle nevi e il suo habitat. La partecipazione prevede l’iscrizione al momento del via e il versamento della quota di 10 euro che dà diritto a un gadget firmato DYNAFIT, un pranzo in quota e la possibilità di testare attrezzatura della stagione in corso, ma anche e in esclusiva per gli iscritti, le preview dei prodotti che saranno sul mercato nell’inverno 2014/2015. L’edizione dello scorso anno ha visto la partecipazione a livello internazionale di quasi 800 scialpinisti che hanno percorso oltre 790.000 metri di altitudine permettendo a DYNAFIT di donare 7.918 euro all’associazione Snow Leopard Trust a favore della protezione del leopardo delle nevi. Per maggiori informazioni: www.dynafit.it

Comincia l'anno del cavallo
Buono Tsagaan sar, Mongolia!


30 gennaio 2014

Buono Tsagaan Sar, Mongolia. Dal 31 gennaio, secondo il calendario lunare, si entra nel nuovo anno del cavallo. Ecco gli auguri, in lingua originale, della Console Onoraria per la Mongolia di Milano:
Аманд нь амар мэнд бялхаж
Атганд нь азын дөрвөн бэрх багтаж
Айл гэрт тань инээд хөөр цалгиж
Амар сайхан шинэлээрэй !
Gantuya

Il 31 gennaio la Mongolia festeggia
lo Tsagaan sar: è l'anno del cavallo


21 gennaio 2014

Il 31 gennaio la Mongolia celebra lo Tsagaan sar, il nuovo anno: si passa dall'anno del Serpente all'anno del Cavallo. Lo Tsagaan sar segue il calendario lunare tibetano. I mongoli fanno festa per cinque giorni consecutivi. Ultimo giorno dell’anno (30 gennaio): si scelgono i vestiti migliori e si preparano centinaia di buuz (i tradizionali ravioli al vapore) e altri piatti e bevande tipiche. Primo giorno dell’anno (31 gennaio): si consumano antichi riti per ricordare gli antenati, si vanno a visitare i parenti più anziani, si scambiano i regali e si mangia e si beve tutti insieme. Secondo giorno dell’anno (1 febbraio): nuovi incontri con altri parenti, sfoggiando i vestiti e i gioielli migliori. Terzo giorno dell’anno (2 febbraio): si rispetta il rito di restare in casa o nelle gher insieme ai familiari più stretti. Quarto giorno dell’anno (3 febbraio): si completa la festa con incontri fra amici, giochi, canti e balli. Si festeggia anche a Milano con l'associazione Soyombo. Appuntamento sabato 1 febbraio alle 12.30 al ristorante Il tempio d'oro (via delle Leghe 23) con un menu di cucina mongola. Il prezzo è 28 euro tutto compreso, di cui 4 andranno a favore dei progetti benefici dell'associazione. La conferma va segnalata entro il 29 gennaio a giuseppe.trabattoni@gmail.com. Nella foto, cibo tradizionale mongolo servito in abbondanza in occasione dello Tsagaan sar.

Nasce la prima fabbrica
di autoveicoli in Mongolia


17 gennaio 2014

Si chiama “Ecobus LLC” ed è la prima fabbrica mai aperta in Mongolia per la produzione di autoveicoli. Controllata dalla Nomin Holding LLC, gruppo mongolo che opera in diversi settori (alimentare, abbigliamento, assicurazioni, elettronica e grande distribuzione), la Ecobus LLC produce autobus ecologici con motori eco-diesel che rispettano gli standard europei Euro 4 sulle emissioni inquinanti. Gli autobus sono di nuova generazione non solo per i motori, ma anche per altre caratteristiche, come la possibilità di pagare i biglietti con la carta di credito. Durante la cerimonia di inaugurazione della fabbrica, il presidente della Repubblica mongola Tsakhiagiin Elbegdorj ha salutato l’apertura dello stabilimento come l’inizio di una nuova era per l'industria nazionale e in particolare per il settore dei trasporti pubblici. “Negli ultimi anni” ha continuato “ho evitato di presenziare a cerimonie di inaugurazione per tagliare il fatidico nastro rosso, accampando sempre la scusa di avere cose più importanti da fare. Se adesso sono qui è perché sono convinto che sia mio compito dare pubblicamente sostegno a chi introduce nel nostro Paese importanti innovazioni”. Parlando più in generale delle prospettive di evoluzione del settore produttivo in Mongolia, il presidente ha osservato che “per molto tempo abbiamo creduto che fosse necessario importare dall’estero quasi tutto, dai vestiti che indossiamo a molti dei cibi che mangiamo. Adesso invece abbiamo imparato a creare le opportunità per impiantare le produzioni nel nostro Paese”. Per incoraggiare la neonata impresa, infine, Tsakhiagiin ha ricordato che molte delle case automobilistiche che hanno fatto la storia mondiale dell’auto hanno cominciato in un garage con non più di due o tre dipendenti (fonte Ub Post, trad. firstonline.info). Nella foto, il primo ecobus della fabbrica mongola.

Le dune del Gobi
per studiare i venti


13 gennaio 2014

Stabilire i movimenti dei venti attraverso l’osservazione delle dune di sabbia, è l’importante risultato ottenuto da un esperimento condotto nel deserto della Mongolia da un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall’Accademia Cinese delle Scienze, che è riuscito a superare alcune difficoltà tecniche riscontrate fino a questo momento. Infatti, l’utilizzo delle dune come una spia per la circolazione dei venti, almeno fino ad oggi, era stato molto complicato da mettere in pratica, dal momento che richiedeva un gran numero di variabili da considerare. Difficoltà che i ricercatori hanno superato piallando ben 16 ettari di dune per registrare nel dettaglio la loro evoluzione nell’arco di tre anni, riuscendo così a realizzare un modello di riferimento applicabile in tutte le condizioni, incluso altri pianeti, visto che per studiare i venti servono solo immagini satellitari (da http://ecologia.guidone.it). Nella foto (di Federico Pistone), il vento sulle dune del Gobi a Khongoryn els.

Dalla Brianza alla Mongolia
13.000 chilometri di solidarietà


10 gennaio 2014

Dalla Brianza alla Mongolia, per 13 mila chilometri di solidarietà. Cinque amici di Sirone hanno deciso di organizzare per la prossima estate un viaggio verso Ulaanbaatar con scopo benefico. Lo racconta La Provincia di Lecco: "Tutto un programma anche la comitiva, che sarà composta dall’assessore alla Cultura, Antonio Redaelli, dalla bibliotecaria Laura Nasta – ai quali farà da supporto informativo in Italia la presidente della commissione biblioteca Maura Riva – e da alcuni altri amici. "Che cosa ci aspetta, è presto detto – racconta l’assessore, lisciandosi un po’ pensieroso la barba – Cioè, circa 13 mila chilometri poco raccomandabili fino alla capitale mongola, lungo un itinerario che, in linea di massima, attraverserà Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakhstan, infine Russia". "Il tutto a bordo di un mezzo – questa è la peculiarità dell’impresa – che, una volta giunti a destinazione, verrà donato a un’organizzazione impegnata a favore delle popolazioni locali". Nella foto, Laura Nasta e Maura Riva.

Incontro con Erdene Chultem,
professoressa di lingue e di vita


3 gennaio 2014

Si chiama Erdene Chultem ed è una popolare insegnante a Ulaanbaatar. Il suo impegno sociale e le sue riflessioni sul ruolo della Mongolia tra tradizioni e futuro emergono dall'intervista che Ayana ha realizzato per mongolia.it nella sua rubrica Punto d'incontro. Per la professoressa Erdene il processo di crescita e di modernizzazione del suo Paese è fondamentale per permettere alla Mongolia di avere un piano rievante negli equilibri internazionali e soprattutto diventare interlocutore credibile nei processi di sviluppo mondiale, senza per questo dover rinunciare alle proprie origini. Alla domanda di Ayana, "che cosa consiglia di visitare a Ulaanbaatar", Erdene risponde: "Sarai sorpresa, ma io consiglio sempre per prima cosa... di fare amicizia. Conoscere un nomade moderno mongolo è la migliore chiave per “buttarsi” dentro una cultura e soprattutto di comprendere i valori dall’interno. Ulaanbaatar è una città unica, colorata e ha tanti posti da visitare. Vorrei proporre ai nostri lettori una  prospettiva diversa, inusuale: provate solamente a scoprire UB come una città meravigliosamente amichevole nei confronti dell’Europa. Prima di tutto, prendete un biglietto al Teatro Nazionale dell’Opera & Ballet per sentire le voci dei cantanti che hanno studiato il belcanto in Europa (in Russia, Bulgaria ed Italia soprattutto) e cercate di valutare la loro esibizione. Poi andate al Central Tower che è accanto del Teatro, magari passate attraverso dei negozi di marca, per esempio Luis Vuitton, cenate in uno dei locali che stanno all’ultimo piano, poi prendete una delle buone birre della Mongolia o qualche vino anche italiano, francese o spagnolo. E vedrete che farete una bella amicizia con qualcuno che vi consiglierà  molto bene su come visitare i posti della vera cultura nomade della Mongolia!". Nella foto, la professoressa Erdene Chultem. Per leggere l'intervista completa clicca qui

In Mongolia rispunta un lago
Ecco i segreti del miracolo


19 dicembre 2013

Il manifesto del 19 dicembre riporta un articolo di importanza straordinaria, non solo per la Mongolia. Nella desertica provincia mongola di Bulgan è spuntato un lago. Non è una magia ma una vera e propria "rivoluzione policolturale", come viene titolato il servizio di Daniele Balicco. "Nel 2013 a Elsen Tasarhai - si legge - è ricomparso un lago. I giovani di questo piccolo centro del Bulgan, nel cuore della Mongolia, a fatica riuscivano a credere alle descrizioni degli anziani. Proprio lì dove per decenni hanno visto solo sterpaglia, sabbia, rocce e arida terra bianca, sarebbe esistito, in passato, un lago grande. Nella scorsa primavera il lago è riapparso. E intorno al lago una vasta area verde di piante e arbusti selvatici. Per la prima volta in molti decenni il deserto si è ritirato. Ma come è possibile che un’arida distesa di terra bianca si sia trasformata in pochi anni in uno spazio verde e acquitrinoso? In Mongolia oltre il 70% del territorio nazionale è ricoperto da aree desertiche e semidesertiche che, negli ultimi decenni, non hanno mai smesso di avanzare, anche a causa del nuovo boom delle estrazioni minerarie". Così scopriamo che c'è un po' di Italia in questo apparente miracolo: "Nel 2007 il professor Baataryn Chadraa (allora presidente dell’Accademia delle Scienze di Mongolia), dopo aver sperimentato diversi progetti di riforestazione per arginare l’avanzata del deserto del Gobi, decide di testare il metodo della Policoltura MA-PI, un modello di agricoltura proposto sin dal 1970 dal professor Mario Pianesi - ideatore, fondatore e presidente dell’associazione internazionale UnPunto Macrobiotico (Upm). Lo scopo della Policoltura è quello di riportare, quanto più possibile, l’interazione fra uomo e habitat verso una condizione di equilibrio. Alla base di questo metodo stanno tre scelte precise: la riproduzione spontanea dei semi (dedicandovi almeno un 10% dei terreni coltivati), il recupero di varietà antiche e autoctone di cereali, ortaggi e legumi (coltivate consociate a rotazione naturale, senza prodotti chimici di sintesi) e infine la piantumazione, nei terreni coltivati, di siepi e alberi da frutto in file a rete, con distanze di 5/10 metri, a seconda dell’esposizione al sole, dell’umidità e del pH del terreno. Quest’ultimo accorgimento è particolarmente importante perché ogni albero attira e trattiene umidità, veicola le diverse correnti acquatiche (sotterranee e aeree), facendo così abbassare, negli anni, la temperatura dell’aria e del terreno attorno a sé".

Mongolia nuovo Klondike
nel servizio su Io Donna


16 dicembre 2013

Lo definisce "il nuovo Klondike" Paolo Salom sul nuovo numero di Io Donna del Corriere della Sera. Il riferimento è alla Mongolia, alle sue risorse auree e alla disperazione dei cosiddetti "minatori ninja" che cercano di raggranellare clandestinamente qualche pagliuzza d'oro per sopravvivere. "Mongolia, qui si scava a mani nude in cerca dell'oro" è il titolo dell'articolo: "Nemmeno il gelo di un inverno spietato che trasforma le praterie in distese di ghiaccio riesce a fermare i “minatori ninja” della Mongolia. Ci vuole ben altro: nelle vene di questi instancabili avventurieri scorre il sangue di Gengis Khan, l’uomo- leggenda, il Padre di una nazione fiera che, nel passato, ha soggiogato quasi tutto il mondo conosciuto. Oggi i suoi eredi vivono in un Paese sterminato (grande cinque volte l’Italia) che si è scoperto un Eldorado delle risorse naturali. Così, mentre le più grandi compagnie del mondo fanno a gara per ottenere licenze di estrazione dal governo di Ulan Bator, i ninja sfidano le autorità e scavano miniere “private”sui resti di grandi giacimenti abbandonati o in mezzo alla steppa, solo perché si è diffusa la voce che nelle viscere dell’oceano verde che ricopre il Paese asiatico ci sono oro, rame o qualche altro prezioso minerale. «Spostiamo tonnellate di roccia ogni giorno, ci spacchiamo le mani, la tosse non ci abbandona un attimo» ha raccontato Chinzoring un minatore di 60 anni, al documentarista David Rengel. «Ma alla fine ci riempiamo le tasche d’oro. E l’oro cura ogni malattia». Anche il freddo insopportabile che in queste zone del mondo raggiunge medie di 25 gradi sotto zero a gennaio. O il caldo afoso che durante la breve estate trasforma le distese d’erba in polvere che riempie occhi e narici". Nell'immagine, una ninja in cerca d'oro (foto di Chiara Gioia). Per leggere l'intero servizio clicca qui 

La Mongolia gelida e finta
sulla rivista Traveller


16 dicembre 2013

Mongolia protagonista un po' laccata e finta nel numero invernale della rivista Traveller Condé Nast, con un servizio sugli Uomini renna e sui cacciatori con le aquile dell'Altai. Il richiamo è subito in copertina con un bambino imbacuccato a dorso di una renna, che sembra in posa anche lei per il fotografo Jimmy Nelson. Foto perfette ma senza anima, molto glamour come è nello stile del magazine, che non restituiscono alcuna emozione e, soprattutto, nessuna veridicità. Vedere gli Tsaatan o i Kazaki impeccabilmente acconciati nei loro preziosi abiti in pelliccia di lupo fa quasi sorridere e fa pensare anche a degli attori, più che ai veri abitanti della taiga o dei monti Altai. I "veri" Uomini renna vivono in modo molto più modesto e intimo, qui sembrano invece dei modelli catapultati negli scenari nevosi dei monti Sayan, al confine della Siberia. E nemmeno ci aiuta il testo, di Marina Lanza, ridotto a poche righe didascaliche che ci ricordano che "Lo Tsaatan o 'popolo delle renne', conta 44 famiglie ed è la comunità più piccola del territorio" e che i Kazaki "sono pastori seminomadi, specializzati nella caccia a cavallo con l'aquila". L'unica emozione è la citazione dello scrittore Galsan Tschinag: "All'anno della vacca seguì l'anno della tigre. La gente non lo diceva, ma aveva paura. Però cercava di rassicurasri: sarebbe stata una tigre bianca. E la tigre bianca arrivò, silenziosa, sulle sue zampe di velluto". Nella foto, uno dei "modelli" di Jimmy Nelson.

Secondo l'Ub Post i cittadini mongoli
sono convinti della corruzione politica


13 dicembre 2013

Secondo un'inchiesta dell'Ub Post, il cittadino medio in Mongolia è fermamente convinto che ogni politico o alto esponente della pubblica amministrazione sia irrimediabilmente corrotto. "Il peggio - si legge nel report, tradotto da www.firstonline.info) è che molto spesso ha ragione. La disposizione a lasciarsi corrompere, del resto, parte da lontano. É infatti di pubblico dominio che i candidati al parlamento devono pagare una sostanziosa “donazione” allo Stato per poter prendere parte alle elezioni. La giustificazione comunemente addotta è che mettere insieme l'ammontare di una donazione non è difficile per qualcuno che ha un seguito di sostenitori. Ma, naturalmente, ciò che è difficile è crearsi tale seguito, se non si ha modo di farsi conoscere e promuovere le proprie idee. Il sistema aiuta di fatto le persone che già sono arrivate al potere a rimanerci, e dà scarse possibilità a coloro che, pur interessati alla gestione dello Stato, non godono di grandi mezzi economici. Ma, anche in Mongolia, la corruzione non è un'esclusiva della politica. Il modo più semplice di ottenere che un prestito venga concesso velocemente è conoscere qualcuno in banca; se invece si vuole accelerare un trattamento ospedaliero, giova fare regali a dottori e a infermieri; se poi si vuole avviare un'impresa, licenze e approvazioni arriveranno soltanto in cambio di denaro, beni o favori. La situazione della Mongolia ha attirato l'attenzione di organizzazioni internazionali come l'Usaid (United States Agency for International Development), che ha varato un progetto di trasparenza e lotta alla corruzione, coadiuvata da associazioni locali quali la Independent Authority Against Corruption o l'Asia Foundation. Gli strenui sforzi compiuti stanno dando qualche risultato, che si è tradotto nell'avanzamento di alcune posizioni nell'indice di percezione della corruzione stilato dalla Transparency International. Tale avanzamento è stato salutato con grande entusiasmo dall'entourage del presidente, ma poco ha scalfito l'opinione del cittadino medio e, soprattutto, la qualità del suo rapporto con le istituzioni". Nella foto, il Parlamento nella piazza Gengis Khaan.

Il buon Natale delle missionarie:
"Ma non lasciateci sole!"


12 dicembre 2013

Anche la Mongolia si appresta a vivere il Natale. Lo scenario è quello giusto: freddo, neve e allegria. Ma sarà anche un Natale di speranza e di carità, come testimoniano le missionarie a Ulaanbaatar. Suor Adriana Bricchi, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, oltre ai sentiti auguri ci manda anche un resoconto delle strutture scolastiche che hanno meritoriamente realizzato nel quartiere Orbit, un vero "miracolo" di dedizione con tutte le difficoltà che si porta dietro. "Stimati Benefattori, con il cuore vi raggiungo per augurarvi in semplicità: buon Natale! Ed ora, come da promessa fatta  ho comunicazioni, un po’ belle ed un po’ meno belle… Nello scorso 2 settembre si è aperta in Mongolia la Scuola Materna in Ulaanbaatar-Orbit. Era nostro desiderio che si potesse iniziare la scuola elementare, ma il governo ha rimandato il permesso per il prossimo anno. E speriamo che così sia! La Scuola Materna è un "dono" che non pensavamo di ricevere, ma la divina Provvidenza ha progettato che I nostri vicini, alla vista della già eretta Scuola Elementare ci chiedessero di poterci mandare i loro bambini più piccoli alla Scuola Materna. Superate grandi difficoltà abbiamo ottenuta l’autorizzazione  dal governo e troviamo  con gioia che la Scuola Materna sta alla base della Scuola Elementare. Purtroppo, per ora, le disposizioni governative della Mongolia non permettono che si svolgano, negli ambienti scolastici attività religiose. Per noi missionarie è una grande sfida! Ma da missionarie non ci lasciamo vincere dalle difficoltà. A cinque minuti a piedi c’è un terreno che ci aspetta. Là costruiremo un “Salesio Center”, cioè abitazione delle missionarie, attività assistenziali per i vicini più poveri (e ce ne sono!), attivitàpara-scolastiche, come dopo-scuola, oratorio ecc... Un giorno, con i vostri figli li potrete vedere. Sentiamo “sulla pelle” tante necessità che ci circondano… suscitano tanti desideri che ci stimolano alla pratica della carita’, per la diffusione del Regno di Gesu’ Cristo… ma siamo anche deboli…. Non lasciateci sole! Anche da lontano ci potete aiutare, soprattutto con la preghiera!". Nella foto, i bambini della scuola di Orbit con le missionarie.

Al via il punto d'incontro di Ayana
Primo ospite il fotografo Zhar


10 dicembre 2013

"Punto d'incontro" è una nuova rubrica in esclusiva di mongolia.it. La cura Ayana Sambuu, una cantante lirica mongola che vive in Italia e che, in questo spazio, incontrerà personaggi che "racconteranno" la loro Mongolia attraverso riflessioni, rivelazioni e immagini. A inaugurare questo spazio è Zhar, fotografo poliglotta che riesce a catturare le emozioni del mondo con la sua tecnica pura e intensa. Seguiranno altre interviste di personaggi a 360 gradi. Nella foto, Ayana ospite Licia Colò nella trasmissione "Alle falde del Kilimangiaro", come rappresentante dell'arte mongola in Italia. Per leggere la prima intervista clicca qui

Nel 2014 la Mongolia investirà
l'80% del bilancio nelle costruzioni


10 dicembre 2013

La Mongolia investirà nel 2014 oltre l'80% del bilancio statale nel settore delle costruzioni. Questa la percentuale degli investimenti totali previsti per l'anno venturo che il Parlamento ha deciso di destinare a questo comparto strategico. Le grandi opere che lo Stato ha in programma per il 2014 (strade e autostrade, centrali termiche e idroelettriche, riqualificazione delle aree gher) verranno realizzate con l'aiuto del settore privato. Per questo la Mongolia, che dal 2010 ha adottato l'attuale Legge sulle Concessioni, garantisce ai privati che svilupperanno e realizzeranno questi progetti di poter recuperare l'investimento grazie ai clienti finali e alle forme di finanziamento previste dal Governo. "L'ingente percentuale di investimenti destinata dal Governo mongolo al settore delle costruzioni per il 2014 è un ulteriore riconoscimento di come questo comparto rappresenti oggi un elemento imprescindibile per lo sviluppo del Paese", commenta Michele De Gasperis, Presidente della Camera di Commercio Italo-Mongola. Nella foto, Ulaanbaatar vista dalla collina di Zaisan.

Nell'ultimo libro di Anna Maspero
la Mongolia dei cammelli battriani


8 dicembre 2013

C'è anche un pezzetto di Mongolia nell'ultimo libro di Anna Maspero "Il mondo nelle mani - Divagazioni sul viaggiare" (casa editrice Polaris, 254 pagine 16 euro), un raffinato compendio di riflessioni, citazioni e consigli senza confini (nella foto, la copertina). "Una sorta di ipertesto", lo definisce Marco Aime nella prefazione. "Un libro che accompagna, che offre passaggi d'autore nati dalla lunga esperienza di viaggi di Anna Maspero ma anche dalla sua capacità di confrontarsi con altri aspetti del viaggio che non siano solo quelli turistici". In questo esercizio ecumenico, ci ritroviamo fatalmente in Mongolia grazie al riferimento al testo di Massimo Zamboni (vedi nostra sezione LIBRI) "In Mongolia in retromarcia" e al capitolo dedicato al luogo "dove vivono i cammelli battriani": "A bordo dei nostri fuoristrada lasciamo la capitale Ulaan Baatar, dove si concentra la metà dei neppure tre milioni di abitanti della Mongolia, e subito ci ritroviamo nel grande spazio vuoto della steppa, uno sconfinato mare di erba cui si alternano immense spianate di sassi dall'aspetto lunare. Inevitabile per il viaggiatore straniero provare un senso di disorientamento. L'impressione è quella di andare senza una meta, scegliendo a caso una delle innumerevoli piste che si incrociano e si perdono all'infinito".

Gli auguri di natale a Milano
con l'associazione Soyombo


7 dicembre 2013

Un incontro "pane e salame" per l'associazione culturale Soyombo di Giancarlo Ventura per lo scambio di auguri natalizi e il punto sull'amata Mongolia. Appuntamento lunedì 9 dicembre alle 20.30 alla sede di via Sanremo 22 a Milano (per iscrizioni giuseppe.trabattoni@gmail.com). Nell'immagine, il simbolo del Soyombo, che rappresenta la libertà del popolo mongolo, sulla mappa con i colori ufficiali della bandiera.

La visita di Barroso in Mongolia
Sempre più stretti i rapporti con l'Europa


28 novembre 2013

Si è conclusa la visita ufficiale del presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso in Mongolia. L’arrivo di Barroso a Ulaanbaatar ha rappresentato una visita storica per il Paese asiatico, che mai aveva ricevuto in via ufficiale una delle più alte cariche dell’Unione Europea.Barroso ha incontrato il presidente di Mongolia Tsakhiagiin Elbegdorj e il Primo Ministro Noroviin Altankhuyag. Entrambe le parti hanno convenuto che il 2013 sia stato un anno importante per lo sviluppo delle relazioni tra Unione Europea e Mongolia, con la firma dell'accordo di partenariato e di cooperazione siglato ad aprile e il forte incremento di scambi commerciali nell’ultimo anno. I rappresentanti di UE e Mongolia hanno esaminato la possibilità di ampliare ed esplorare nuove aree di cooperazione, non solo in campo economico ma anche nell’istruzione e nell'innovazione, e Barroso si è detto disposto a continuare a facilitare la partnership commerciali tra la Mongolia e le imprese europee. I leader, inoltre, hanno discusso della possibile apertura di un ufficio di rappresentanza diplomatica della Commissione Europea a Ulaanbaatar e di altre questioni in ambito regionale e mondiale, e l’UE ha riconosciuto il sempre maggiore impegno mongolo nelle relazioni internazionali, lodandone il ruolo positivo soprattutto nei rapporti con il resto del continente asiatico (fonte Associm). Nella foto, Barroso e Elbegdorj nella piazza Gengis Khan di Ulaanbaatar.

La Mongolia festeggia l'indipendenza
il 26 novembre 1924 la liberazione dai cinesi


26 novembre 2013

Ottantanove anni fa, il 26 novembre 1924, nasceva la Repubblica Popolare della Mongolia. Si festeggia l'indipendenza dalla Cina dopo una dominazione durata secoli. La Mongolia conquista finalmente la sua autonomia, viene convocata la prima seduta dell'Ikh Hural, il Parlamento, e la capitale Urga viene ribattezzata Ulaanbaatar (eroe rosso) in onore di Sukhbaatar, eroe della liberazione. Nella foto (di Federico Pistone), Sukhbaatar troneggia nella piazza principale di Ulaanbaatar, intitolata proprio all'eroe rosso fino a pochi anni fa. Oggi si chiama piazza Gengis Khan. Pur essendo una ricorrenza molto sentita dai Mongoli, il 26 novembre non è giorno di festa e anche le scuole restano aperte. Per approfondire vai alla sezione STORIA

Il 26 novembre a Magione
Masseini presenta In Mongolia


24 novembre 2013

Centocinquanta foto accompagnano "In Mongolia" (edizioni Angolo Manzoni) di Alvaro Masseini alla scoperta di questo paese "nella bufera della modernità". A presentarlo l'autore martedì 26 novembre alle ore 15.30 alla biblioteca comunale di Magione, luogo storico legato agli antichi rapporti fra Occidente e Mongolia grazie ai viaggi e ai resoconti di Giovanni da Pian del carpine. "Alvaro Masseini - ricorda lagoccia.eu - è docente di storia e filosofia, vive sulle colline del Lago Trasimeno ed è giornalista per pura passione. Ama dedicare il suo tempo alla cultura degli ulivi e viaggiando nei luoghi più appartati del pianeta, per poi portarne documentazione con le sue opere di prosa e fotografia". Nella foto, la copertina del libro.

Ritrovata da napoletani
flotta di Kublai Khan


22 novembre 2013

Una equipe di archeologi napoletani ritrova, nei fondali a largo della piccola isola di Takashima, la flotta dell’imperatore Kublai Khan, nipote del condottiero mongolo Gengis Khan. L’area si trova a sud del Giappone e più precisamente nell’isola del Kyushu, nei pressi della baia di Hakata, che per ben due volte fu scelta dai Mongoli come area idonea per l’invasione del paese nipponico, in quanto sede del “Korokan” (il palazzo Imperiale). Il primo tentativo di conquista fu nel 1274, e l’altro (quello che riguarda il ritrovamento) nel 1281 con due flotte provenienti dalla Cina e dall’attuale Corea che avrebbero dovuto dar vita ad uno sbarco senza precedenti. La spedizione Italo-nipponica, dopo due anni di incessanti ricerche, condotte dall’archeologo Daniele Petrella, direttore dell’Iriae (international research institute of archaeology and etnology) e dal prof. Hayashida Kenzo presidente e fondatore dell’Ariua (asian research institute of underwater archaeology), con la partecipazione del prof. Sebastiano Tusa della soprintendenza del mare della regione Sicilia, è riuscita ad individuare ed a riportare alla luce parte della flotta salpata dall’antica Happo (Corea) e spazzata via da un tifone il 15 agosto del 1281 (fonte ilmattino.it)

Avventura e solidarietà lunga 16 chilometri
a Casale di Brolio con il Goodfellas Team


22 novembre 2013

Sono tornati dalla loro missione in Mongolia e sabato 23 novembre la racconteranno al Casale di Brolio, in provincia di Arezzo. Sono i giovani laureati del "The Goodfellas Team - Mongolia Charity Rally 2013" che hanno percorso 16 mila chilometri di solidarietà con il pulmino “Ariosto” poi ribattezzato “atuttofoco”,  che è stato donato a una scuola della Mongolia. La onlus “Go Help”, ente che ha organizzato la spedizione, lavora con le comunità locali in Asia Centrale per migliorare la loro istruzione e assistenza sanitaria. L'appuntamento è dalle 18 con i protagonisti della spedizione (nella foto): Cristiano Menci, 25 anni di Castiglion Fiorentino; Daniele Bonacci, 26 anni di Arezzo; Jacopo Bonacci, 26 anni di Arezzo; Laura Casagni, 24 anni di Castiglion Fiorentino; Marco Aiello, 25 anni di Arezzo, Lucia Ciarlantini, 25 anni di Caldarola (Macerata); Federico Costi, 25 anni di Mirandola (Modena). “E' difficile esprimere le nostre emozioni in due righe – hanno dichiarato i ragazzi a letruria.it - perché è stata un'esperienza così particolare e ci sarebbero tantissime cose da dire e da spiegare. Stare a contatto con culture così diverse, assaggiando i sapori tipici di ogni luogo e cercando di immergersi di volta in volta nella cultura locale è qualcosa che ci ha incredibilmente arricchito. Viaggiare in un pulmino tutti insieme, cambiando posto praticamente ogni giorno, l'uno accanto all'altro dall'antica Persia al polveroso deserto del Gobi, ha contribuito a rendere l'esperienza unica nel suo genere”.

Con Ilaria Lorusso
tra gli Uomini renna


17 novembre 2013

La nostra sezione Diari si arricchisce della testimonianza di Ilaria Lorusso che ci racconta la sua straordinaria avventura fra gli Tsaatan, gli Uomini renna che vivono nelle remote regioni settentrionali della Mongolia. "Per raggiungerli - scrive Ilaria - abbiamo attraversato la steppa, la taiga e infine la tundra dei Monti Sayan, ai confini con la Siberia, tra le regioni più remote ed inaccessibili del nostro pianeta. Lì vivono gli Tsaatan, gli uomini-renna, una delle ultime tribù nomadi e sciamaniche di allevatori di renne. Per arrivare da loro bisogna affrontare un viaggio a cavallo di 5 giorni su terreni che non possono essere percorsi da mezzi meccanici. L’unico modo è andarci a cavallo, ma i terreni sono comunque poco adatti anche a loro, boschi di conifere che con le piogge diventano fangosi, paludi e ruscelli in piena, distese di pietre dove i cavalli inciampano e fanno fatica. Eppure, piano piano, senza far male né alle bestie né agli esseri umani, vivendo per 5 giorni come mandriani, siamo arrivati a conoscere gli Tsaatan e il loro incredibile stile di vita". Per leggere il report completo e ammirare le immagini di Ilaria Lorusso vai alla sezione DIARI

Reinhold Messner
racconta il suo Gobi


10 novembre 2013

"Un’ultima passeggiata al confine tra la vita e la morte», la definisce il sessantenne Reinhold Messner, autore di "Gobi, il deserto dentro di me". L'obiettivo tecnico era quello di attraversare in orizzontale e in solitaria il Gobi: duemila chilometri partenzo da est con uno zaino, uno speciale contenitore per l’acqua e un orologio GPS. Aiutato soltanto dagli ospitali nomadi mongoli ("Gli unici momenti di condivisione me li hanno dati le popolazioni di quel deserto, nella fascia mongola. Mi hanno ospitato in modo spontaneo nelle iurte, che sono abitazioni tipiche capaci di proteggere dal caldo micidiale e dal freddo più rigido. Non sapevano chi fossi, eppure mi aprivano le porte di casa loro"), Messner racconta la sua avventura verso ovest fino a raggiungere i Monti Altai per fare poi ritorno a Ulaanbaatar. Ma quello di Reinhold è stato soprattutto un viaggio dentro la sua stessa vita, e il suo diario di viaggio diventa anche uno spunto di riflessioni esistenziali per tutti noi. Per scheda, recensione e citazioni, vai a sezione LIBRI

Al festival dell'Oriente di Carrara
le gher mongole con Marilena Gulletta


9 novembre 2013

Il fascino delle gher al festival dell'Oriente di Carrara, grazie all'artista pugliese Marilena Gulletta. Un successo ribadito dal pubblico e dai media. Questo il resoconto di Cinzia Carpita per Il Tirreno: "Ecco allora le case mongole, che non sono solo esposte per mostrare la tradizione di quel popolo. Marilena Gulletta, 44 anni, ha saputo fondere l’idea dei trulli pugliesi con quell’abitare “rotondo” dei nomadi mongoli, che lei frequenta dal 2004. In fiera espone una casa ecologica, smontabile, abitabile in inverno e in estate, che unisce i colori della sua Puglia con le tradizioni tecniche delle steppe asiatiche. Le case che crea con gli artigiani mongoli (la loro è un’arte millenaria protetta dall’Unesco), sono numerate, quindi pezzi unici. Il tetto in cotone e poliestere riciclato (con al centro una finestra per vedere il cielo, una sorta di orologio astronomico), nessun ancoraggio a terra, pareti fatte con stecche di legno e feltro lavorato a mille aghi. Una casa così, di 5 metri di diametro, costa circa 6.000 euro. All’interno un arredamento con i simboli del cielo, dell’aria, del fuoco e della terra. La si può mettere in giardino. Più complicato pensare di trasformarla in abitazione principale, per via delle norme edilizie". Per ulteriori informazioni sull'iniziativa di Marilena Gulletta: www.corpinomadi.it. Nella foto, Marilena Gulletta con una giovane mongola.

Tre soli nel cielo della Mongolia
è il fenomeno atmosferico dei Cani del Sole


6 novembre 2013

Tre soli sono stati avvistati nei cieli della Mongolia. Il raro fenomeno atmosferico, detto dei ‘Cani del Sole’, si è verificato nella regione mongola di Chifeng. A occhio nudo sono visibili ai lati della palla del Sole due sfere minori che formano come due piccoli arcobaleni perfettamente simmetrici ai lati. L’illusione ottica si è verificata verso le nove del mattino. Il fenomeno atmosferico si crea solo quando i cristalli di ghiaccio creano nubi a circa seimila metri da terra, riflettendo i raggi solari. Per vedere il filmato clicca qui (fonte LaPresse)

Dallo smarrimento alle emozioni più intense
nel diario e nelle foto di Paolo Pasquali


6 novembre 2013

Un'altra suggestiva testimonianza, per parole e immagini, arricchisce il nostro patrimonio di Diari. E' quella di Paolo Pasquali, che ha trascorso quattro settimane in Mongolia e che ci racconta gli stati d'animo di una famiglia italiana nelle suggestioni di questo Paese. Dall'iniziale smarrimento, dalle difficoltà e dai disagi, a un coinvolgimento sempre più intenso e profondo. "Quelle giornate passate al grande lago bianco, il paesaggio lunare intorno al vulcano, il freddo pungente, la nevicata del tardo pomeriggio e il manto bianco su tutto il territorio, la mattina successiva. E' stato un regalo della natura. Lo spettacolo era magnifico: il bianco della neve si stagliava sul nero pece della lava, dalla quale spuntavano rigogliosi e colorati larici, messi lì, radi, sul fianco del vulcano, dalla sapiente mano della natura. Dando un tocco di colore arancione al nero cobalto della lava. Non sarà facile dimenticare tutto questo". Per leggere il diario completo di Paolo e guardare le sue foto vai alla sezione Diari

Al Parco Natura Viva di Verona
protagonista il cavallo mongolo takhi


6 novembre 2013

Dal 7 al 10 novembre al Parco Natura Viva di Verona è possibile osservare dal vivo alcuni il rarissimo cavallo takhi, l'unico cavallo selvatico esistente al mondo e originario della Mongolia. Il Parco ospita esemplari che fanno parte del progetto di allevamento in cattività EEP, a sua volta legato all'attività dell'Internazional Takhi Group, l'organizzazione che da anni si occupa proprio della reintroduzione in natura di questa specie. Come scrive Mara Tamburino della redazione di mongolia.it: "Un bellissimo nome – Takhi in mongolo significa spirito – per un animale altrettanto bello, prezioso e longevo: può vivere fino a 30-34 anni. Le pitture rupestri in Francia e Spagna indicano che anticamente era molto diffuso anche in Europa ed è il probabile progenitore dei cavalli domestici. Ora è molto raro e vive libero nei Parchi di Takhiin Tal e Hustain Nuruu dopo aver rischiato l’estinzione totale ed essersi fortunosamente salvato grazie alla reintroduzione, da zoo e allevamenti europei, dei discendenti dei 15 esemplari sopravvissuti alla deportazione e alla caccia sconsiderata. Ora fortunatamente il Takhi è integralmente protetto (è anche nell'elenco CITES) e sono vietate le ibridazioni con cavalli domestici. Attualmente vivono liberi in Mongolia circa 100 esemplari, mentre la popolazione complessiva mondiale è stimata intorno ai 1.000 capi". Per avere ulteriori informazioni sull'iniziativa veronese, organizzata nell'ambito Fiera Cavalli, clicca qui. Nella foto, un cavallo takhi al Khustain nuruu in Mongolia (foto Federico Pistone)

Economia mongola in continua crescita
Entro il 2014 il Pil salirà del 14,4%


30 ottobre 2013

La crescita del PIL della Mongolia si è attestata su una media del 9 per cento nel periodo 2004-2008, raggiungendo la doppia cifra nel 2011 e nel 2012. Secondo le proiezioni diffuse dalla Banca di Mongolia, l'economia mongola è destinata a crescere ancora, attestandosi al 14,4 per cento entro la fine del 2013. Anche il Ministero delle Finanze conferma questi dati: +14,8 per cento di crescita nel 2014 secondo i loro calcoli, e PIL totale che si attesta attorno ai 20.400 miliardi di MNT (fonte Associm). Nella foto, Ulaanbaatar by night

 

C'è la Mongolia in Colpi di fortuna
cinepanettone con Mandelli e De Sica


24 ottobre 2013

Profumerà di Mongolia il prossimo cinepattone targato Neri Parenti. Il secondo episodio del film "Colpi di fortuna", prodotto da De Laurentiis, vede protagonisti il fortunatissimo Christian De Sica che, per concludere l'affare della sua vita ha bisogno di un interprete di mongolo per trattare una produzione di cashmere. Ecco che si palesa Francesco Mandelli ("I soliti idioti") che, oltre a conoscere alla perfezione la lingua mongola, ha l'inconveniente di avere una reputazione di portajella. Come finirà la collaborazione fra "Gastone" De Sica e "Paperino" Mandelli? L'unica risposta certa è che questa pellicola concluderà definitivamente il lungo ciclo dei film natalizi sacciapensieri. Lo aveva già annunciato De Sica, che vuole reinventarsi in ruoli più degni del di papà Vittorio, lo confermano il regista Neri Parenti e il produttore De Laurentiis. Ecco la descrizione di Pedro Armocida per ilgiornale.it: "Piovono scimitarre, le barbe prendono fuoco e chi più ne ha più ne metta nel ristorante mongolo dove Christian De Sica, nei panni dell'imprenditore tessile di successo Gabriele Brunelli (come il re del cachemire Brunello Cucinelli?), sta cercando di chiudere l'affare della sua vita con un collega della Mongolia che ha un pascolo di pecore dalla lana meravigliosa. Tra i due c'è però l'interprete Bernardo Fossa (il «solito idiota» Francesco Mandelli) che, invece di essere d'aiuto, in quanto portatore sano di iella affosserà la trattativa. O forse no perché, visto che siamo sul set del prossimo cinepanettone di Neri Parenti il cui titolo è Colpi di fortuna in uscita il 19 dicembre, magari alla fine la dea bendata ci metterà lo zampino e tutto finirà in bellezza. Che poi è un po' il leitmotiv non solo dell'episodio che vede insieme il duo comico De Sica e Mandelli alle prese con una serie di sfortunati eventi, ma anche degli altri due con altrettante, ma più consolidate, coppie di attori: Lillo&Greg e la new entry di Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu". Nella foto, i due protagonisti dell'episodio sul set Francesco Mandelli e Christian De Sica.

Scuola di Orbit,
l'asilo è partito


23 ottobre 2013

Si sta concretizzando il sogno delle Figlie di Maria Ausiliatrice di suor Adriana Bricchi. La scuola di Orbit, periferia di Ulaanbaatar, è ormai un'opera di grande valore sociale per la Mongolia, realizzata anche grazie al sostegno di mongolia.it e di Alberto Colombo in particolare. Nello scorso settembre ha preso avvio l'asilo mentre l'anno prossimo sarà operativa anche la scuola elementare. Scrive Giulia Cananzi sul Messaggero di Sant'Antonio: "Proprio da Orbit, nel lontano maggio del 2010, arriva una richiesta a Caritas Antoniana. La firma suor Adriana Bricchi, salesiana, a nome della superiora suor Maria Domenica Pak. La loro missione è formata da quattro suore che vivono a Ulaanbaatar da tre anni; le ha chiamate il vescovo monsignor Wenceslao Padilla - unico membro della gerarchia ecclesiastica in Mongolia - perché si occupino dell'educazione dei bambini. Nel Paese la Chiesa è presente da soli vent'anni (compiuti nel 2012) e l'opera che il vescovo si appresta a istituire è una delle pochissime realtà cattoliche dell'intera Mongolia. Si tratta di una scuola, in costruzione dall'anno prima, che il prelato conta di inaugurare con l'inizio del nuovo anno scolastico, nel settembre del 2011. «Siamo davvero felici - scrive suor Adriana - di lavorare per una scuola cattolica in questo meraviglioso Paese. Qui c'è tanto bisogno. Tuttavia questi tre anni di preparazione sono stati molto duri. Abbiamo provato sulla nostra pelle la povertà che attanaglia il popolo di questa nazione, dominata per secoli dalla Cina e negli ultimi settant'anni dalla Russia». È difficile venire a patti con il clima inclemente, un passato di rigide dominazioni, un Paese costituito in gran parte da steppe, una lingua e una tradizione assai lontane dalle nostre". Nella foto, suor Adriana con lo staff della scuola materna.

Un film mongolo
trionfa al Busan Festival


22 ottobre 2013

Il film "Remote control" (produzione Mongolia-Germania) del regista mongolo Byamba Sakhya ha vinto il prestigioso premio "new currents" del Busan Film Festival ex aequo con l'iraniano "Pascha". "Remote control" ha rappresentato certamente la sorpresa del festival. "Oltre a rappresentare la prima volta di un film mongolo in competizione - scrive Emanuele Sacchi di MyMovies.it - ha dalla sua una levità di narrazione che riesce a veicolare la denuncia sociale nel contesto di un intreccio avvincente e incline all'ironia. La storia di Tsogoo e della sua invidia per le vite dei benestanti, incarnata da un telecomando-feticcio, da un lato mostra la disparità sociale della nuova Mongolia e dall'altro introduce a una sottotrama che richiama quella dell'altro vincitore Pascha, con l'innamoramento di Tsogoo per la più matura Anya". Nella foto, una scena del film.

La Mongolia chiede la nazionalizzazione
degli sfruttamenti minerari del Gobi


18 ottobre 2013

Si complica la situazione legata allo sfruttamento minerario nel deserto del Gobi in Mongolia così come quello nel non lontano Kirgisistan. Come riporta Paolo Sorbello sul sito lindro.it "le multinazionali che si occupano di miniere aurifere invitate negli anni scorsi in Mongolia e Kyrgyzstan hanno subito spesso attacchi e proteste da parte dei lavoratori e della popolazione. Tuttavia, questo sembra essere un campo di battaglia per gli scontri di politica interna, tra leadership contese e identità da definire, nella transizione post-sovietica. La Mongolia, sebbene formalmente al di fuori dell’URSS, può essere considerato anch’esso un Paese dell’ex-blocco comunista. Le ultime elezioni che hanno portato alla conferma di Tsakhiagiin Elbegdorj alla presidenza, marcano una differenza sostanziale tra Ulan-Bataar e il ‘lontano-vicino’ Kyrgyzstan, dove i cambiamenti politici si susseguono senza pace. La calma portata dall’elezione di Almazbek Atambayev è solo apparente. Siamo giunti alla fine di un’estate tormentata nel settore minerario di entrambi i Paesi. Questi, sono accomunati da sorprendenti similitudini e grandi differenze. Entrambi basano la propria crescita macroeconomica sui proventi che ricevono dalle compagnie straniere che sfruttano le loro risorse minerarie, soprattutto oro, rame e terre rare. Sia in Mongolia, sia in Kyrgyzstan i giacimenti minerari si trovano al sud, lontano dai centri di potere. La Mongolia si estende su un’area otto volte più estesa rispetto al Kyrgyzstan, che tuttavia ospita più del doppio degli abitanti. La bassa densità della popolazione in entrambi i Paesi è dovuta all’ostica orografia e ai climi estremi. Un’ultima similitudine è rappresentata dall’attitudine dei governi verso le multinazionali dell’oro che operano nelle montagne kyrgyze del Tien Shan e nel deserto del Gobi in Mongolia: entrambi i Governi hanno minacciato l’alt alle operazioni di estrazione aurifera onde cercare di rinegoziare i termini dei contratti che li legano alle multinazionali straniere. Rio Tinto è la seconda più grande compagnia nel settore minerario al mondo. Il bilancio della multinazionale anglo-australiana supera il PIL della Mongolia. Proprio lì, Rio Tinto ha deciso di investire nel 2006. Dopo un instancabile processo di esplorazione, il sito di Oyu Tolgoi è pronto per lo sviluppo e l’estrazione intensiva. Oyu Tolgoi significa ‘collina azzurra’ in lingua mongola, nome attribuito per il colore del rame che si ossida durante gli scavi. Nel 2020, se i piani di Rio Tinto saranno rispettati, 450 mila tonnellate di rame e 330 mila once di oro all’anno saranno estratti dal sito mongolo, che entrerebbe tra i primi tre depositi di rame e oro al mondo. Il condizionale è d’obbligo in questo caso, visto che il nuovo Amministratore Delegato Craig Kinnell deve confrontarsi con l’ostilità del Governo mongolo nell’approvare il nuovo piano di investimenti. Rio Tinto ha già investito 7 miliardi di dollari, due in più del previsto, ma il nuovo programma da 5 miliardi per finanziare l’espansione del giacimento è in stallo dallo scorso agosto. Senza questa espansione, Rio Tinto non crede che sia possibile arrivare al picco della produzione, che permetterà alla multinazionale di coprire i costi iniziali e cominciare a raccogliere i guadagni. Il Governo possiede un terzo del giacimento di Oyu Tolgoi, dal quale saranno licenziati circa 1.700 lavoratori, su un totale di 13 mila, per decisione di Rio Tinto". Per leggere il testo completo vai alla sezione ARTICOLI.

Il regista Annaud festeggia 70 anni
con il nuovo film Il totem del lupo


30 settembre 2013

Il regista francese Jean-Jacques Annaud festeggia i suoi 70 anni, il 1° ottobre, brindando alla sua ultima fatica, l'ennesimo kolossal, «Il totem del lupo», adattamento cinematografico in 3D dell'omonimo bestseller cinese di Jiang Rong. La storia è quella di uno studente cinese che durante la rivoluzione culturale, nel 1960, si reca nella Mongolia interna per una ricerca sulla vita delle popolazioni nomadi. Il budget del film, che è girato in Mongolia, con cast e troupe in gran parte locali, è di circa 30 milioni, l'80% dei quali finanziato da cinesi. «È un'avventura incredibilmente gratificate», ha detto il regista che ha firmato pellicole come «La guerra del fuoco» (1981), «Il nome della rosa» (1986), «L'orso» (1988), «Sette anni in Tibet» (1997) e «Il principe del deserto» (2011). (fonte ilgiornale.it). Nella foto, Annaud in Mongolia con un cucciolo di lupo.

A 98 anni è morto Lino Pellegrini
grande fotoreporter, amico dei Mongoli


28 settembre 2013

Ci ha lasciato, a 98 anni, Lino Pellegrini, grande inviato speciale e fotoreporter ante litteram, protagonista di viaggi epici a ogni latitudine. Ha visitato anche la Mongolia quando questo Paese era off limits ai visitatori, e aveva visitato l'Asia in automobile, da Milano a Calcutta attraverso Afganistan e Pakistan. Ha incontrato anche eschimesi, tuareg e vatussi. "Curzio Malaparte - ricorda l'agenzia Ansa - parla di lui, giovanissimo corrispondente di guerra, in «La Pelle» e «Kaputt». Si erano conosciuti a Sofia, durante il conflitto. Vivranno insieme molte avventure, in Russia durante l'assedio di Leningrado e in Spagna. Pellegrini negli anni della guerra collabora con `il popolo d'Italia´ che nel luglio del '43 chiude. È da lì che comincia l'avventura vera. Lino e sua moglie Elena diventano viaggiatori `di professione´. Autore di numerosi libri ha dedicato particolare attenzione agli italiani e alle grandi aziende che hanno costruito strade e dighe in tutto il mondo. Nella sua infinita curiosità e voglia di vivere ha incontrato eskimesi e mongoli, tuareg e vatussi. Ha lavorato, letto e scritto fino al suo ultimo giorno. Lascia due figli, Marina e Daniele, che ha seguito le sue orme come fotografo documentarista".

Scambi culturali, il premier Altankhuyag
incontra il ministro cinese Cai Wu


26 settembre 2013

Dal 24 al 25 settembre il ministro della Cultura cinese Cai Wu ha visitato la Mongolia, guidando una delegazione culturale. Durante la sua visita, Cai Wu ha incontrato il primo ministro della Mongolia, Norovyn Altankhuyag (nella foto), e ha avuto un colloquio con il ministro della Cultura, dello Sport e del Turismo della Mongolia. Durante il suo incontro con Altankhuyag, Cai Wu ha affermato che la Cina e la Mongolia possiedono dei vantaggi negli scambi culturali. Il 2014 cadrà il 65° anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche sino-mongole, e i dipartimenti culturali dei due paesi coopereranno per garantire il successo delle attività celebrative. (fonte Cri online)

Ritirata la t-shirt offensiva
Ma le scuse non bastano


25 settembre 2013

L'azienda che aveva messo in commercio la maglietta "Pensavo avesse meno abitanti la Mongolia" ha disposto il ritiro della t-shirt. Meglio tardi che mai, anche se resta l'idiozia imperdonabile dell'iniziativa. L'offesa è stata doppia e gravissima: quella per i portatori di handicap, le cui associazioni hanno fatto fronte comune perché il prodotto scomparisse in fretta dal mercato, e quella per gli abitanti della Mongolia, che ovviamente non sono i destinatari del messaggio ma che è normale ci siano rimasti molto male. L'azienda in questione, la My T-Shirt - come riferisce redattoresociale.it - ha chiesto "scusa per questo episodio" alle famiglie dei ragazzi Down, che si erano sentite offese dall'implicito riferimento. La risposta è stata diffusa tramite la piattaforma Change.org, da dove era stata lanciata la petizione per il ritiro della maglietta, che in poche ore aveva raccolto oltre 460 firme. "Abbiamo ingenuamente lanciato questa t-shirt - spiega il portavoce dell'azienda - riprendendo un modo di dire che, come fate giustamente notare voi, è purtroppo spesso erroneamente utilizzato nel linguaggio comune. Non volevamo assolutamente offendere nessuno e - assicura l'azienda - ritireremo dal commercio immediatamente la maglietta in questione. Siamo mortificati per quanto accaduto e speriamo che tutte le persone che si sono sentite offese accetteranno le nostre scuse". Le scuse dovrebbero essere estese anche agli abitanti della Mongolia, e questo è l'appello che rivolgiamo all'azienda. Con l'invito a una maggiore informazione, prima di uscire con queste scempiaggini. Quando (purtroppo) si sente dire "sei un mongolo", si intende "mongoloide", cioè affetto dal mongolismo (sindrome di Down), quindi l'offesa è ancora più atroce. Ma "Mongoloide" in antropologia è anche uno dei tre ceppi fondamentali in cui viene sommariamente suddivisa la popolazione mondiale: negroidi, caucasici e appunto mongoloidi (che comprendono anche cinesi, giapponesi, coreani, eccetera). In ogni caso, quell'offesa è da bandire definitivamente. Nell'immagine, la parte superiore dell'ignobile maglietta.

In Mongolia è già arrivato l'inverno
Ulaanbaatar sottozero, arriva la neve


24 settembre 2013

L'inverno in Mongolia è arrivato prima del previsto. Le temperature sono già molto basse in diverse regioni. Nella stessa capitale Ulaanbaatar lunedì 23 settembre il termomentro è sceso a meno 4°C, circa 6 gradi meno della media stagionale. Nei territori settentrionali le minime hanno raggiunto -14°. La neve e il ghiaccio hanno già ricoperto molte zone creando paesaggi estremamente suggestivi, anche se le previsioni danno un miglioramento complessivo del tempo per le prossime giornate. Nella foto (di Federico Pistone), le mura di Karakorum sotto la neve.

Club alpini, dal 20 settembre anche la Mongolia
all'incontro internazionale di Udine


18 settembre 2013

Ci sono anche rappresentanti della Mongolia all'incontro internazionale dei Club alpini pevisto a Udine dal 20 al 22 settembre. Oltre al Cai e agli alpini mongoli, saranno presenti rappresentanti di Gran Bretagna, Germania, Spagna, Slovenia, Austria, Turchia, Sudafrica. "A Udine intendiamo superare gli orizzonti del nostro quotidiano, in un confronto, iniziato ormai da tre anni, con gli altri Club alpini, europei e non. L'evoluzione della società, con la quale abbiamo il dovere di adeguarci, non avviene nello stesso modo in Paesi diversi. Di conseguenza è molto utile approfondire le strategie e condividere le buone pratiche con i Sodalizi stranieri e le altre associazioni che operano nel mondo della montagna", ha detto il presidente generale del Cai Umberto Martini.
 

Mongolia-Cina, incontro fra Presidenti
Prospettive di sviluppi importanti


12 settembre 2013

Incontro, a suo modo storico, fra i Presidenti di due Paesi atavicamente avversi. E' accaduto il 12 settembre a Bishkek, tra il Capo di Stato della Cina Xi Jinping e quello della Mongolia Tsakhya Elbegdorj. Xi Jinping ha sottolineato che la Cina "sostiene la partecipazione della Mongolia agli affari internazionali e regionali ed è convinta che, grazie all'impegno delle due parti, la partnership strategica fra Cina e Mongolia potrà avere uno sviluppo importante". Nella foto, la stretta di mano fra i due presidenti (a destra, Elbegdorj)

L'ambasciatore in visita al 118 di Roma
per esportare l'emergenza a Ulaanbaatar


12 settembre 2013

Il traffico di Ulaanbaatar è ormai a livello di quello di Roma. In una parola, caotico. Per questo una delegazione mongola guidata dall'ambasciatore in Italia, Shijeekhuu Odonbaatar (nella foto), ha visitato la centrale operativa del'Ares 118 di Roma "allo scopo di perfezionare il servizio di emergenza a Ulaanbaatar - come si legge in un comunicato - che ha subito una crescita veloce arrivando a superare i due milioni di abitanti". Secondo l'ambasciatore, il servizio 118 di Roma è "un modello a cui ispirarsi per risolvere le criticità logistiche tipiche di una metropoli con rete viaria difficoltosa».
Il direttore del 118 Livio De Angelis ha illustrato il funzionamento e l'organizzazione "della centrale operativa più grande d'Europa" alla delegazione accompagnata, tra gli altri, dal vicepresidente della commissione Sanità della Regione Lazio.
 

Il caso editoriale della Butler
da Londra alla Mongolia e ritorno


12 settembre 2013

Da Londra alla Mongolia e ritorno. E' già un fenomeno editoriale l'opera prima della 35enne inglese Sarah Butler. "L'amore in un giorno di pioggia" (Garzanti, in libreria dal 12 settembre). In attesa della nostra recensione nella sezione Libri, riferiamo il commento di Eva Grippa dal sito d.repubblica.it. "La storia è strutturata con uno schema narrativo ricorrente: i racconti in prima persona di due persone si alternano. Da una parte Alice, che torna nella sua casa di Londra dalla Mongolia (dove è fuggita per lasciarsi alle spalle una storia d'amore senza futuro) dopo una secca telefonata in cui le sorelle le annunciano che il padre è in fin di vita, un tumore in poche settimane se lo sta portando via. Dall'altra parte Daniel, ex artista ora diseredato che vive aggrappato da trent'anni a un desiderio, ha l'abitudine di dare un colore alle parole e spedisce ogni anno auguri di compleanno a un indirizzo bianco. Nel mezzo, le liste. “Dieci pensieri sconvenienti al funerale di mio padre”, scrive lei. “Dieci modi in cui potrebbero definirmi”, elenca lui. Liste che nessun altro legge, unico punto in comune tra persone che non si conoscono eppure si cercano. Il loro incontro darà senso a un passato di cui nulla hanno condiviso, la triste conclusione di una vita (quella del padre di lei) sarà un nuovo inizio per entrambi. La penna della Butler (ben tradotta, come raramente accade) è avvolgente come una coperta e scorrevole come un whisky ghiacciato in una serata afosa. Per questo, pur mancando di un plot memorabile, il libro è di quelli che ti tengono agganciati nella lettura a tirar tardi fino al mattino, costruito su una “poetica delle piccole cose” che intenerisce e coinvolge. Si può sentire la mancanza di chi non si è mai conosciuto?".

Fabio Cannavaro è in Mongolia
Entusiasmo per l'ex azzurro a Ulaanbaatar


9 settembre 2013

Forse in Mongolia il calcio non è in cima all'elenco delle passioni sportive, ma vedere girare per Ulaanbaatar il capitano della nazionale campione del mondo 2006 e Pallone d'oro è stato un evento che ha catturato l'attenzione generale. Soprattutto se il suo nome è Fabio Cannavaro, giocatore conosciuto e amato universalmente. Ha postato su Twitter alcune immagini in cui posa con alcuni fan della Mongolia mentre su You tube è possibile vedere un filmato relativo al'iniziativa Tiger Street Football 2013 Mongolia, di cui Cannavaro è ambasciatore. Vedi filmato. Cannavaro oggi è dirigente dell’Al-Ahli, ma con il patentino da allenatore in attesa di poter allenare gli Azzurri, magari dopo l'addio di Parndelli dopo il Mondiale 2014 in Brasile. Intanto si gode la Mongolia. Nell'immagine, Fabio Cannavaro con i vestiti tradizionali mongoli.

La lotta torna nel programma olimpico
per la Mongolia una grande notizia


8 settembre 2013

La lotta torna a essere uno sport olimpico. A deciderlo è stato il Cio, in un incontro avvenuto domenica 8 settembre a Buenos Aires. Per lo sport della Mongolia una grande notizia: sono infatti 9 le medaglie olimpiche conquistate dagli atleti mongoli nella lotta, che è stato finora lo sport più prolifico (7 le medaglie nel judo tra cui l'oro di Tuvshinbayar, 6 nella boxe con l'oro di Badar-Uugan, sempre a Pechino 2008 e 2 nel tiro). La lotta ha ottenuto 49 voti (la maggioranza necessaria era a quota 48) contro i 24 del baseball e i 22 dello squash. La lotta era stata esclusa dal 2020 dal programma olimpico dal Cio, che non l'aveva inserita nella lista dei 25 sport previsti per i Giochi Estivi del 2020, assegnati sabato a Tokyo. Nella foto, la mongola Soronzonboldyn Battsetseg, alloro nella lotta a Pechino.

L'Erchim batte in finale il Khangarid
e si conferma campione di calcio mongolo


4 settembre 2013

I mongoli amano molto il calcio, seguono con attenzione i campionati esteri, specialmente quello italiano e spagnolo. Il Presidente Elbegdorj è tifosissimo dell'Inter e quando c'è una partita dei nerazzurri resta sveglio di notte per vedersela via satellite. Ma la Mongolia ha anche una sua serie A, la Niislel League. Che si è appena conclusa e ha laureato di nuovo campione l'Erchim. A raccontarci i dettagli Marco Bagozzi, nell'articolo pubblicato su www.statopotenza.eu: "I campioni uscenti dell’FC Erchim ribadiscono la superiorità sulle avversarie e conquistano la diciassettesima edizione della Niislel League, la Lega della Capitale, il campionato mongolo di calcio. Rispetto all’anno scorso, il campionato mongolo ha perso una delle partecipanti, il Mazaalay, riducendo il numero delle squadre partecipanti ad appena sette. La squadra, legata all’agenzia che gestisce la quarta centrale termoelettrica di Ulaanbaatar, ha conquistato il settimo campionato, secondo consecutivo, guidando la classifica della stagione regolare e dominando gli avversari nei play-off validi per il titolo. I biancorossi hanno confermato la struttura della scorsa stagione con la panchina affidata a Dovdon Batnasan e in campo i confermatissimi stranieri Miloš Perišić ed Ernani Mauro oltre alle stelle di casa Bayasgalan Garidmagnai, Tserenjav Enkhjargal (il capitano della squadra) e Tsagaantsooj Enkhtur. Unico nuovo arrivato è il trentasettenne giramondo giapponese Ito Dan (...). I campioni hanno dominato nella semifinale l’Ulaanbaatar University (2-0 e 4-0) e in finale hanno avuto la meglio del Khangarid ai calci di rigore dopo un pareggio a reti bianche. Protagonista dei rigori è stato il portiere Ariunbold Batsaikhan, faccia da guerriero mongolo, capace di parare due tentativi avversari. Miglior giocatore della stagione è stato nominato Ernani Mauro". Per leggere l'intero articolo vai alla sezione ARTICOLI.

La storia di Gengis Khan
nella collana a fumetti Historica


3 settembre 2013

E' uscito in questi giorni in edicola e libreria "Gengis Khan - Il giovane Temujin" della collana Historica (Mondadori).  La vita del grande condottiero mongolo, raccontata in tre album apparsi tra il 1996 e il 1997, e raccolti in un unico volume in vendita a 12,99 euro. Questa trilogia su Gengis Khan è stata realizzata dal francese Cothias ("Le 7 vite dello Sparviero") e dall'italo-belga Griffo (Werner Goelen), collaboratore di "Tintin". Un'ottima occasione per ripercorrere le gesta di Temujin all'insegna dell'arte dell'illustrazione, del divertimento ma anche del rigore storico. Maggiori informazioni nella sezione LIBRI

Rinvenute misteriose orme
sulle rive del lago Khyargas nuur


2 settembre 2013

Un gruppo di ricercatori russi è tornato dalle rive del lago mongolo di Khyargas nuur. I ricercatori hanno provato a svelare l'origine delle tracce che appaiono periodicamente sulla riva del lago, che forse potrebbero appartenere ad un grande rettile. Le grandi orme sulla riva del Khyargas Nuur sono state scoperte per la prima volta a metà degli anni '80, quando al lago si fermarono per riposare i membri della spedizione geologica sovietico- mongola, sotto la guida di Viktor Jarmoluk. Negli anni successivi, i geologi si sono accampati diverse volte in questo luogo, e vi sono giunti anche degli zoologi. Ogni volta gli scienziati hanno rinvenuto diversi gruppi di tracce relativamente fresche che correvano a 1kilometro e mezzo dal mare, come se alcuni rettili avessero strisciato fuori dal lago, e fossero rimasti per qualche tempo distesi sulla sabbia. L'ipotesi è che queste tracce appartengano ad un animale che vive sulla terraferma, o che prima viveva con le persone, e che poi è stato respinto. Così come il fatto che possano essere state fatte dalle onde o dal vento. La costa del lago Khyargas Nuur è un luogo deserto e disabitato, gli insediamenti più vicini si trovano a centinaia di chilometri di distanza, e i nomadi con i loro animali, che sono gli unici ospiti degli accampamenti vicini, non si avvicinano alla riva. A coronare tutte le speculazioni, una notte i geologi che stavano riposando lì, hanno sentito un boato proveniente dal centro del lago. (fonte e foto La Voce della Russia)

Sepe realizza il desiderio di Giovanni Paolo II
e dona una Madonna del Vellutino a Ulaanbaatar


31 agosto 2013

Un dono del cardinale Crescenzio Sepe alla Cattedrale di Ulaanbaatar per esaudire "un grande desiderio dell'amato Pontefice Giovanni Paolo II", che aveva programmato un viaggio in Mongolia nell'agosto 2003, poi cancellato (con "vivissimo rammarico" per motivi di salute. Si tratta di un olio su tela 70x120 dell'artista napoletano Gioacchino "Jack" Vellutino (nell'immagine una delle sue opere), raffigurante la Madonna con il Bambino. L'iniziativa del Cardinale Sepe è stata realizzata con la collaborazione del direttore del Centro Missionario Diocesano, don Angelo Lombardo. Giovanni Paolo II delegò il cardinale Sepe, allora Prefetto di Propaganda Fide, espressamente inviato nella capitale mongola per la consacrazione della Cattedrale e l'ordinazione sacramentale del primo Vescovo nella storia mongola, padre Venceslao Padilla, responsabile dal 1992 della missione cattolica locale.

Al via il Mongolia Bike Challenge
Una settimana pedalando nella steppa


27 agosto 2013

Saranno 108 corridori provenienti da 23 nazioni, di cui 5 italiani, a dare vita dal 1° settembre alla quarta edizione del Mongolia Bike Challenge, che prevede 850 km di percorso con 14.000 metri di dislivello per 7 giorni sui pedali. I partecipanti italiani sono Giuliana Massarotto, già protagonista alla Cape Epic in Sudafrica, Dario Benz, Fabio Negretto e la coppia del tandem composta da Giuseppe Salerno e Milena Bettocchi. Favoriti i rider del Kona Factory con il canadese Cory Wallace vincitore dell'ultima edizione (le prime due le aveva vinto il nostro Marzio Deho). L'organizzazione è curata dagli italiani di Progetto Avventura guidati dal bresciano Willy Mulonia.

Mondiali di judo, nella prima giornata
già un oro e un argento per la Mongolia


27 agosto 2013

Subito un oro e un argento per la Mongolia nella prima giornata dei Mondiali di judo a Rio de Janeiro. Nella categoria 48 kg donne, Urantsetseg Munkhbat ha battuto in finale la giapponese Haruna Asami dopo aver eliminato la brasiliana Menezes, campionessa olimpica in carica. La 22enne mongola conquista così una splendida medaglia d'oro, dopo essersi fermata ai quarti di finale all'Olimpiade di Londra. Nella categoria maschile è stato il favorito giapponese Naohisa Takato a superare in finale il mongolo Amartuvshin Dashdavaa, medaglia d'argento. Nella foto, la sfida fra la Munkhbat e la Menezes

La Chiesa commemora le relazioni diplomatiche
con la Mongolia avviate nel XIII secolo


24 agosto 2013

Una Messa in francese celebrata nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo di Ulaanbaatar (nella foto): così la Chiesa della Mongolia commemora, domenica 25 agosto, l’inizio dei rapporti diplomatici con la Francia, avviati nel XIII sec. dal re Luigi IX, canonizzato poi da Papa Bonifacio VIII. Era, infatti, il 1249 quando il re di Francia, impegnato nella settima Crociata, inviò in Mongolia il padre domenicano André de Longjumeau, alla ricerca di un’alleanza militare contro il mondo islamico. Una seconda missione diplomatica fu inviata nel 1253, accompagnata da un altro domenicano, padre Barthélémy de Crèmone, al quale fu permesso di entrare, primo missionario cristiano d’Occidente, nella capitale mongola di Karakorum. I rapporti diplomatici tra Francia e Mongolia proseguirono, quindi, fino al regno di Filippo il Bello, che rimase sul trono dal 1268 al 1314. Seguirà, poi, un periodo in cui i legami tra i due Paesi si faranno sempre più tenui, fino al 1965, quando la Francia riconoscerà ufficialmente la Mongolia. L’anno seguente, a Ulaanbaatar, viene aperta ufficialmente l’ambasciata francese. Dopo la rivoluzione democratica del 1990, le relazioni franco-mongole si sono ulteriormente sviluppate, anche dal punto di vista economico, grazie all’apertura di imprese d’Oltralpe nel Paese asiatico. Un uguale sviluppo si è riscontrato nella Chiesa cattolica, che nel 2012 ha celebrato i vent’anni di presenza nel Paese. La prima missione, infatti, venne avviata nel 1992 da mons. Wenceslao Padilla, allora Nunzio apostolico in Corea del Sud, che arrivò a Ulaanbaatar insieme a due confratelli della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria. Oggi sono 64 i missionari, provenienti da diciotto nazioni, che lavorano con la comunità locale. Sei le parrocchie presenti nel Paese, di cui l’ultima, intitolata a Santa Sofia, è stata inaugurata proprio lo scorso anno. Esistono inoltre diverse scuole cattoliche, soprattutto per i meno abbienti, ed un Centro tecnico Don Bosco, che offre un'alternativa agli studi classici. Quanto ai cristiani, secondo le ultime stime sono pari al 2% della popolazione, mentre i cattolici battezzati raggiungono le 835 unità. (fonte Radio Vaticana)
 

Il Mongol Rally alle battute finali
I primi equipaggi varcano il confine


19 agosto 2013

I primi equipaggi del Mongol Rally, l'ormai classica competizione a fini umanitari, hanno cominciato a varcare il confine mongolo. Molti gli italiani che si sono avventurati in questa sfiancante prova con le loro utilitarie, destinate a essere battute all'asta a Ulaanbaatar per beneficenza. Anche i media danno sempre più risalto a questa "corsa" nata nel 2001 e sempre più popolare. Corriere.it riferisce l'avventura di uno di questi equipaggi italiani, a bordo di una Focus Javier. Il titolo è "La frontiera conquistata a spinte: "Usciamo dalla dogana russa senza problemi, la polizia si riconferma gentile per l`ennesima volta e ci fa entrare nella terra di nessuno: pochi passi ci separano ancora dal primo asfalto mongolo. Una doganiera sterilizza la nostra macchina e in perfetto inglese ci saluta cosi`: welcome to Mongolia! Noi siamo passati ma la macchina deve aspettare: bisogna sbrigare delle pratiche per il passaggio di proprietà. Per ingannare l`attesa giochiamo a cricket con un team indiano. Sono le 17:30 quando si apre l`ultimo cancello, i primi metri sono una boccata di felicita`. «Benvenuti in Mongolia, benvenuti in Paradiso!»

Business e burocrazia, la Mongolia
molto meglio rispetto all'Italia


18 agosto 2013

In Mongolia è più facile fare business rispetto all'Italia, grazie a una burocrazia meno invadente. La Banca Mondiale ha anticipato il rapporto Doing Business dove l'Italia scivola all'87° posto su 187 nazioni con la previsione di precipitare fino alla centesima posizione entro la fine del 2013. Secondo lo studio la Mongolia è messa decisamente meglio, pur avendo aperto da poco le opportunità di investimento.

Terremoto di intensità 5,7
nella zona nord della Mongolia


16 agosto 2013

Un forte terremoto, della scala 5.7 Richter, è stato avvertito alle 4.42 del 16 agosto in quasi tutta la Mongolia. L'epicentro è stato registrato a Chitinskaya Oblast, est del lago Bajkal, a una profondità di 10 chilometri. In attesa di informazioni più dettagliate, a sinistra la mappa del sisma diffusa dal Centro Meteo Italiano.

Una commessa dalla Mongolia
salva un'azienda storica triestina


16 agosto 2013

In tempi di crisi, una bella storia di economia e di vita. Ce la racconta Gabriella Ziani sul quotidiano triestino "Il Piccolo" (per leggere il testo completa vai alla sezione Articoli). "Non basta inventare, creare, produrre, brevettare, aver lavorato negli Stati Uniti, partecipato alla costruzione del primo “Pirellone”, aver realizzato enormi facciate in vetro e alluminio in Polonia, Romania, Serbia, Russia, Slovenia, Canada, Venezuela, a Singapore e nel Brunei, aver ricevuto nel 2009 una laurea “honoris causa” in Ingegneria meccanica dall’Università di Trieste, aver lanciato messaggi di speranza e coraggio ai giovani, con la forza di un destino che al cognome “Ferro” ha unito produzioni di “Alluminio”. «Se avessi dovuto continuare a lavorare solo in Italia avrei già chiuso l’azienda, si fa molta, molta fatica a incassare i pagamenti» dice Nicolò Ferro, 84 anni (foto), fondatore nel 1966 della Ferro Alluminio con sede in via Ressel, cavaliere del lavoro, quattro figli di cui due in azienda, 30 dipendenti, e molti collaboratori all’estero. Invece è stato proprio e solo il fattore “E” a salvare questa innovativa azienda di successo triestina: il fattore estero, il fattore esportazione. È arrivata in via Ressel un’importante commessa privata nientemeno che dalla Mongolia (...). Un altro lavoro è in previsione. L’azienda dunque è salva. E la storia può continuare. (...) «In Mongolia - racconta Ferro - avevamo già lavorato anni fa. Poi nel paese, che è in una fase di grande espansione e sviluppo, erano entrati i cinesi. Si erano inseriti nel mercato. Ma non è durato molto, perché la loro tecnologia si è rivelata di basso profilo. Così grazie alle fiere cui abbiamo partecipato, e alla conoscenze che abbiamo conservato nel paese, ci è arrivata questa commessa per dei grattacieli... Noi progettiamo le facciate e anche i prodotti, li facciamo testare e certificare, e poi li mettiamo sul mercato».

Anche due maratoneti mongoli
ai Mondiali di atletica a Mosca


10 agosto 2013

Nel giorno del trionfo della keniana Kiplagat (oro) e dell'italiana Straneo (argento), applausi a Mosca anche per la maratoneta mongola Otgonbayar Luvsanlkhundegiin (foto) che, come già all'Olimpiade 2004, ai Giochi asiatici del 2006 e ai Mondiali 2007, anche a questi campionati del mondo di atletica leggera ha incarnato il puro spirito decubertiniano: "Il sostegno degli spettatori mi aiuta a correre", ha detto l'atleta mongola a cui già il Corriere della Sera aveva dedicato un articolo di Federico Pistone, definendola "La faccia bella dell'Olimpiade" (vedi sezione Articoli). La Mongolia è presente a questi Mondiali con un altro maratoneta, il 32enne Bat-Ochir Ser-Od, nato nella regione del Gobi-Altai e con esperienza già alle Olimpiadi del 2004 e del 2008. Correrà sabato 17 agosto.

Due giornate a contatto con i nomadi
in uno dei filmati nella sezione Video


8 agosto 2013

Due giornate vissute a contatto con i nomadi della Mongolia, nella semplicità e della delicatezza di un documentario realizzato da Duccio Pugliese, della redazione di mongolia.it, in una vallata dei territori centrali. Due giornate vissute fianco a fianco con Tuya e la sua famiglia di nomadi che testimoniano la durezza e la serenità della vita della steppe. "La Mongolia dei pastori" è uno dei filmati, caricati da youtube, inseriti nella sezione VIDEO che sarà sempre più arricchita grazie anche alle vostre segnalazioni. L'invito è rivolto anche a tutti quelli che hanno visitato la Mongolia e vogliono condividere immagini ed emozioni. Lo potete fare inviando testi, immagini e filmati a info@mongolia.it.

Magione incontra la Mongolia
Dall'11 al 13 agosto 3 grandi film


6 agosto 2013

Una splendida locandina retrò invita dal 10 al 18 agosto al 1° festival del cinema di Magione, dedicato interamente alla Mongolia. L'appuntamento è nella piazzetta della Fratellanza a Casalta nello splendido paese umbro, legato alla spedizione medievale del frate Giovanni da Pian del Carpine (l'antico nome di Magione) che per primo affrontò un viaggio nell'Impero mongolo realizzando la straordinaria testimonianza dell'Historia Mongalorum. La prima proiezione è in programma domenica 11 agosto con "Il pullman del Levante da Magione a Ulaanbaatar (a cura di Fausto Carloni, volontario Alia) e con lo struggente film "La storia del cammello che piange" diretto dalla regista mongola Byambasuren Davaa e dall'italiano Luigi Falorni. Il 12 agosto seguirà il kolossal di produzione russa "Mongol" di Sergej Bodrov, dedicato alla vita e alle imprese di Gengis Khan. Il 13 agosto "Il matrimonio di Tuya" di Wan Quanan, spaccato tenero e drammatico della vita nomade mongola. Le proiezioni inizieranno alle 21.30. Approfondimenti sulle pellicole nella relativa sezione film

Via libera al potenziamento
delle miniere nel deserto del Gobi


3 agosto 2013

La miniera di Oyu Tolgoi, nel deserto mongolo del Gobi, può continuare a estrarre oro e rame senza bisogno di attendere il nulla osta del Governo della Mongolia. Lo ha detto il Premier Altankhuyag che ha di fatto sbloccato i lavori nella miniera più grande e più ricca del pianeta, destinata a mutare i destini della Mongolia, nel bene e nel male. La Rio Tinto, che detiene il 66% delle azioni minerarie mongole ha pronto un nuovo finanziamento record di 4mila milioni di dollari per potenziare l'estrazione. La produzione incrementerà a 425.000 tonnellate di rame e 460 mila once di oro all'anno. Il Presidente della Repubblica Elbegdorj, rieletto di recente, ha comunque assicurato alla popolazione mongola che gli straordinari benefici economici di questa attività si riverseranno sull'intera popolazione. In attesa di conferme concrete resta la certezza di un impatto socio-ambientale fortissimo che sta già avendo risvolti drammatici sull'ecosistema della Mongolia meridionale.

Prima medaglia d'oro della Mongolia
ai World Games in Colombia


30 luglio 2013

Prima medaglia d'oro per la Mongolia nei Worlds Games, in svolgimento a Cali, in Colombia. L'ha conquistata il 29enne Naranbat Gankhuyag (nella foto) nei pesi massimi del sumo, battendo in finale il russo Vassili Margiev. Un altro lottatore mongolo, Gantugs Rentsendorj (29 anni), ha centrato il bronzo nei pesi leggeri. La competizione, che comprende le disciplini non inserite nei Giochi olimpici, è giunta a metà del suo percorso: al comando nel medagliere l'Italia con 33 medaglie di cui 10 d'oro. La Mongolia è al 20° posto.

Riuscita la missione economica a Ulaanbaatar
per Cna, Camera di Commercio e Consolato


14 luglio 2013

Lotta all’inquinamento e riqualificazione industriale, ma anche scambi nel settore tessile. Sono questi i fronti su cui la Mongolia chiede aiuto alle imprese italiane. E’ quanto è emerso nel corso della missione appena conclusa ad Ulaanbaatar, organizzata dalla Cna (settore internalizzazione), dalla Camera di Commercio Italo–Mongola, dal Console onorario per la Mongolia in Toscana, il pratese Piero Bardazzi (nella foto insieme all'Ambasciatore), e che ha visto la partecipazione della Provincia di Prato.
Alla delegazione hanno preso parte anche Luca Rinfreschi, presidente nazionale di Cna Federmoda e il presidente della Provincia di Prato Lamberto Gestri. Si è voluto così dar seguito a un lavoro di studio sulla Mongolia che Cna aveva iniziato proprio a Prato nell’aprile scorso. Gestri e Bardazzi hanno inoltre consolidato relazioni con rappresentanti dell’amministrazione della città di Ulaanbaatar a cominciare dal sindaco Bat-uul per contribuire a costruire un ponte tra due realtà di estrema importanza per la filiera tessile. Il presidente della Provincia e il console hanno incontrato anche il vice ministro e il direttore del ministero della Cultura, Sport e Turismo parlando di scambi turistici e culturali, e affrontando temi di materia scientifica e tecnologica.
Luca Rinfreschi ha condiviso diversi incontri nell’ambito della filiera moda incontrando operatori del cashmere, dell’abbigliamento, delle pelli e della pelletteria definendo ipotesi di collaborazione sul fronte della formazione e dell’approvvigionamento di materie prime. Per quanto riguarda il comparto costruzioni le relazioni instaurate hanno cercato di approfondire le condizioni per poter partecipare agli importanti lavori che si prevedono a fronte di ingenti investimenti pubblici nei prossimi anni. (fonte notiziediprato.it)

GENGIS KHAN E' VIVO
BUON NAADAM, MONGOLIA!


11 luglio 2013

Per tre giorni, da giovedì 11 a sabato 13 luglio, la Mongolia si ferma per celebrare la festa nazionale del Naadam. Dal 1921 questa celebrazione, legata alle imprese di Gengis Khan, fondatore dell'Impero mongolo che divenne il più grande della storia, assume anche un significato simbolico di liberazione dai cinesi. Sotto il dominio stalinista ogni riferimento a Gengis Khan era rigidamente proibito: solo nel luglio 1990, scrollato di dosso anche il peso sovietico, si rivedono le icone del grande condottiero. Al di là delle tre discipline (lotta, tiro con l'arco e corsa dei cavalli) il fascino dell'evento si avverte nell’atmosfera che si carica di passione e di tensione nei giorni e nelle ore immediatamente precedenti l’evento: Ulaanbaatar viene lentamente circondata dalle gher dei nomadi provenienti da tutto il Paese, dopo giorni e giorni a cavallo. Il vero spettacolo, per chi vuole cercarlo, è alla periferia della capitale, trasformata per qualche giorno in un enorme accampamento. Nelle strade di Ub, tra mongoli vestiti con i costumi tradizionali e i turisti sempre più numerosi, si vedono sfilare nomadi che, in groppa ai loro cavalli, hanno finalmente la possibilità di visitare la “grande città”.  La celebrazione vera e propria ha inizio nella piazza principale di Ulaanbaatar dove l’esercito schierato fa da cornice ai discorsi delle autorità e del presidente della Repubblica, il confermato Elbegdorj. Il pubblico e gli atleti si trasferiscono allo stadio principale dove comincia una lunga e principesca sfilata che rievoca le gesta di Gengis Khan. Si comincia con la lotta, davanti a decine di migliaia di spettatori composti: cinquecento molossi, agghindati con una giacca (zodog) che copre solo spalle e braccia, attillati pantaloncini in seta (shudag) e ai piedi i tradizionali stivali di cuoio (gutal), si sfidano in rapidi match a eliminazione diretta. Vince chi costringe l’avversario a toccare terra almeno con un ginocchio. Il trionfatore volteggia come uno sparviero sopra il rivale appena battuto. L’ultimo a resistere, dopo tre giorni di lotte trasmesse anche in diretta tv, è il vincitore del Naadam, l’uomo più forte della Mongolia. Chi si aggiudica almeno due titoli nazionali viene acclamato come Titano. Nella storia del Naadam si contano dieci Titani. La seconda prova è quella del tiro con l’arco, a cui prendono parte anche giovanissimi e anziani, tutti bardati secondo l’antica tradizione guerriera. I concorrenti devono centrare dei barattoli posti a 50 o 75 metri a seconda della categoria mentre i compagni di clan li sostengono con canti ossessivi di incoraggiamento. Infine, la corsa dei cavalli che si svolge su una piana stepposa in un’area verso l’aeroporto. Protagonisti sono i bambini, da 5 a 12 anni, che lanciano i cavalli in una sfiancante gara di 15 e 30 chilometri (foto di Federico Pistone)

VIA AL SECONDO MANDATO DI ELBEGDORJ
IL PRESIDENTE DELLE MINIERE D'ORO


6 luglio 2013

L'intera Mongolia festeggia le celebrazioni del Naadam, mezza Mongolia festeggia la rielezione del Presidente della Repubblica Elbegdorj, che il 4 luglio ha avviato il suo secondo mandato. Radio24 ha dedicato all'evento il programma "Nessun luogo è lontano", condotto da Giampaolo Musumeci. Ospite della trasmissione il giornalista Federico Pistone, che ha raccontato il momento cruciale della trasmissione. Per riascoltare l'intera puntata clicca qui. "Il potere di Elbegdorj - ha ricordato il giornalista del Corriere - coincide con la vera svolta epocale della Mongolia: la scoperta e lo sfruttamento delle miniere del Gobi, che hanno attirato su questo territorio così affascinante e feroce l'attenzione degli investitori di tutto il mondo. Elbegdorj inizialmente ha srotolato tappeti rossi per le multinazionali che hanno portato cifre colossali per questo Paese ancora così vergine, ma le proteste reiterate della popolazione, soprattutto dei nomadi, gli hanno fatto cambiare rotta, soprattutto in vista delle elezioni del 26 giugno scorso e del rischio di essere spodestato: da una politica di apertura e quasi di servilismo è passato a quello che qui definiscono nazionalismo minerario, definensosi letteralmente "nè ostile nè amico delle multinazionali", sollevando subito forti critiche da parte dei partner europei, americani e asiatici che forse pensavano di poter disporre della Mongolia e delle sue ricchezze in modo più facile. Un altro obiettivo di Elbegdorj - ha concluso Pistone - è quello di riuscire ad affrancarsi dal peso, non solo geografico, della Russia e della Cina, che storicamente hanno condizionato, tragicamente, la vita dei Mongoli e ha usato una frase che è diventata un po' un suo slogan: "A differenza dei nostri grandi vicini, la Mongolia è aperta al mondo". Tsakhia Elbegdorj, 50 anni, è un personaggio amato e odiato dai Mongoli. La sua è una storia davvero singolare: per certi aspetti ambigua. Potrebbe essere definito nello stesso tempo liberale, ma anche rivoluzionario, conservatore, ma aperto al mondo. E' indubiamente un personaggio camaleontico, sicuramente astuto nell'adeguarsi alle diverse situazioni. Ha cominciato da giornalista, e ha aperto il primo giornale indipendente in Mongolia. Negli anni 80 si è formato nell'attuale Ucraina, allora Uniove Sovietica, e poi negli Stati Uniti, ad Harvard, un privilegio che pochissimi asiatici e probabilmente nessun mongolo aveva avuto. Nel 1990 era in prima linea nel passaggio fra il regime sovietico e il nuovo corso democratico, anche se i Mongoli hanno continuato a premiare per molti anni il vecchio Partito Rivoluzionario, legato a Mosca. Poi, leader del Partito Democratico di opposizione, è riuscito a portare valori nuovi, di impronta socialista e liberale, diventando per due volte primo ministro e, nel 2009, Presidente della Repubblica, approfittando di scandali che avevano colpito il governo del partito rivoluzionario del popolo.  Un anno prima, nel luglio 2008, Elbegdorj aveva guidato personalmente un criticatissimo e feroce assalto al Parlamento (ci furono 5 morti), per protestare contro privilegi e corruzione del governo. L'anno scorso riuscì perfino a mandare in galera il suo predecessore, Nambaryn Enkhbayar del Partito Rivoluzionario, con l'accusa di evasione fiscale e corruzione. Elbegdorj è anche lo statista che è riuscito, con grande impegno, ad abolire la pena di morte in Mongolia, premiato da Emma Bonino e dall'associazione Nessuno tocchi caino con il riconoscimento "Abolizionista dell'anno" e ha sempre cercato una via diplomatica, a volte perfino eccessiva (che è anche una contraddizione): nella sua agenda fittissima si affollano incontri con i leader europei, americani, ma anche di Cina, Russia e Giappone; nel contempo Elbegdorj garantisce appoggio e solidarietà a regimi più scomodi come quello dell'Iran e della Corea del Nord, facendo diventare la Mongolia un riferimento per la stabilità internazionale.
I dati definitivi delle elezioni presidenziali sono i seguenti:
Elbegdorj (Partito Democratico): 50,23%
Bat-Erdene (Partto Popolare) 41,5%
Udval (Partito Rivoluzionario) 6,5%
Nella foto, i festeggiamenti per la rielezione di Elbegdorj nella piazza Sukhbaatar, di fronte alla statua di Gengis Khan che troneggia davanti al Parlamento.

LA MONGOLIA SI PREPARA AL NAADAM
TRE GIORNI NEL SEGNO DI GENGIS KHAN


30 giugno 2013

Da giovedì 11 a sabato 13 luglio la Mongolia vivrà la sua festa più importante, il Naadam. Questa parola letteralmente significa “giochi” ma la denominazione completa è Eriin Gurvan Naadam, “i tre giochi degli uomini”: si confrontano lottatori, cavalieri e arcieri in una giostra senza tempo. I mongoli si battono in queste tre specialità da oltre tremila anni ma da otto secoli il Naadam è la rievocazione delle gesta di Gengis Khan, orgoglio inossidabile di questo Paese, prima padrone di due continenti e poi vittima di invasioni e umiliazioni. Ancora oggi è l’occasione per fare festa e riscoprire l’unità nazionale, anche se i turisti stanno togliendo sempre più spazio ai titolari delle celebrazioni. Negli ultimi anni i mongoli si stanno abituando a vedere frotte di stranieri accalcarsi con le macchine fotografiche per vivere e immortalare qualcosa che probabilmente non capiranno mai fino in fondo. Ecco le tre gare del Naadam.
La lotta. Oltre cinquecento colossi si sfidano a eliminazione diretta in rapidissimi scontri più tattici che violenti. Il vincitore volteggia come uno sparviero sopra il rivale battuto. Non è segno di umiliazione, solo la composta esultanza per avere dimostrato la superiorità fisica in un duello leale. Non ci sono categorie: i pesi "massimi" sfidano quelli "leggeri" e non sempre hanno la meglio. Vince chi fa toccare terra all'avversario almeno con un ginocchio. I lottatori indossano i tradizionali stivali di cuoio (gutal), una giacca che copre solo spalle e braccia (Zodog) e dei pantaloncini di seta molto attillati (shudag). Chi vince cinque incontri conquista il titolo di Falcone, poi quello di Elefante e di Leone (nove vittorie). Chi si aggiudica almeno due titoli nazionali viene acclamato come Titano. Attualmente esistono 10 Titani, 34 Leoni, 56 Elefanti e un centinaio di Falconi.
Il tiro con l'arco. I concorrenti devono centrare dei barattoli posti a circa 75 metri (per i più giovani le distanze si accorciano a circa 50 metri), accompagnati dai canti ossessivi dei sostenitori. La tradizione vuole che Djuci-Qasar, uno dei fratelli minori di Gengis Khan, lanciò una freccia a 500 metri di distanza a dimostrazione della leggendaria abilità dei Mongoli, straordinari guerrieri e cacciatori. La gara si svolge nel totale silenzio ed è praticamente impossibile capire lo svolgimento della competizione, chi ha vinto e chi ha perso. Ma il fascino resta immutato. L'arco è realizzato in legno di larice, le frecce sono in salice.
La corsa dei cavalli. Per la gente mongola l'essere investiti dalla polvere è segno di fortuna così le migliaia di spettatori assiepati lungo il percorso si lasciano avvolgere dalla cortina di terra sollevata dai destrieri lanciati al galoppo. I cavalieri sono come angeli senza sesso né età (dai sei anni in su). I premi vanno ai primi cinque primi classificati ma i veri festeggiati sono i cavalli che, al traguardo, vengono aspersi di liquore e ribattezzati "i cinque dell'airag" (il latte di giumenta fermentato). Diventeranno l'ispirazione per poesie e canti appassionati.
Nella foto, uno dei protagonisti del Naadam (foto Federico Pistone)

Parte il decimo Mongol Rally:
avventura, coraggio e solidarietà


30 giugno 2013

Mille partecipanti, oltre trecento equipaggi da tutto il mondo, moltissimi anche dall'Italia, stanno definendo gli ultimi dettagli prima di avventurarsi nel Mongol Rally, una delle manifestazioni più spettacolari, divertenti, difficile e benefiche legate alle quattro ruote. Il Mongol Rally nasce nel 2001 grazie a due ragazzi inglesi che volevano mettere alla prova la loro vecchia Fiat 126 e partirono per il luogo più remoto e suggestivo, la Mongolia. Problemi tecnici e burocratici impedirono ai due pionieri di portare a termine la spedizione ma l'entusiasmo fu tale che decisero di riprovare e nel 2004 nacque il Mongol Rally, definito confidenzialmente all'inizio "La corsa dei catorci": sui 6 team partiti da Londra, 4 arrivarono alla meta di Ulaanbaatar. Poi la manifestazione ha preso piede ed entusiasmato centinaia di persone di tutto il mondo fino all'edizione di quest'anno, la decima. Le regole sono "minimaliste": la vettura deve essere un’utilitaria con un motore non più grande di 1.200 cc e immatricolata non prima del 2004. Sarà poi battuta all’asta una volta a destinazione e il ricavato devoluto in beneficenza. Non esistono tappe prestabilite così come non sarà disponibile nessuna assistenza lungo il percorso. E’ vietato l’uso di strumenti Gps e vetture 4x4. Inoltre ciascun team si impegna a raccogliere un minimo di 1.000 sterline da devolvere in beneficenza. Almeno il 50% di questa somma va alla Coolearth, che si occupa di tutela e protezione delle foreste pluviali e delle popolazioni che vivono in questo habitat. Il resto dellasomma può essere destinato ad associazioni scelte dalla squadra. Il Mongol Rally è organizzato dalla League of Adventurists International Ltd, di cui fanno parte i due ragazzi inglesi che intrapresero la prima traversata nel 2001. Uno dei molti team italiani è il Rougher Dan Khan, composto da tre ragazzi romani (nella foto, vedi anche il loro annuncio nel FORUM), che partiranno il 13 luglio alla volta della Mongolia con la loro Renault Clio. “Siamo tre amici, tre ciclisti, tre curiosi – dichiarano Lorenzo, Emanuele e Giuseppe - con l’ambizione comune di dimostrare che è possibile girare il mondo da viaggiatori e non da semplici turisti, con il valore aggiunto di fare beneficenza per cause in cui crediamo fermamente. Il Mongol Rally rappresenta ai nostri occhi una preziosa opportunità per andare alla scoperta di un angolo di mondo altrimenti tagliato fuori dai più battuti circuiti del turismo di massa, occasione preziosa per confrontarci con popolazioni e luoghi che, a causa dell’esponenziale e spesso poco equilibrato sviluppo di queste aree, stanno rapidamente perdendo identità, valori e ricchezze culturali.”

Radio 24 dedica una trasmissione
al momento cruciale della Mongolia


28 giugno 2013

La rielezione di Elbegdorj, il nuovo ruolo guida dell'economia asiatica e internazionale dopo lo sfruttamento delle miniere più ricche del pianeta, l'incertezza del futuro di una società finora basata sulla pastorizia e sul nomadismo. La situazione cruciale della Mongolia sarà il tema della trasmissione "Nessun luogo è lontano" in onda su Radio24 sabato 29 giugno alle ore 19.15. Il programma è condotto da Giampaolo Musumeci, ospite sarà Federico Pistone, giornalista del Corriere della Sera, autore della guida Polaris "Mongolia - L'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri" e responsabile di www.mongolia.it. Per accedere alla pagina del programma clicca qui

A ULAANBAATAR MIGLIAIA DI PERSONE
FESTEGGIANO LA VITTORIA DI ELBEGDORJ


27 giugno 2013

E' in corso a Ulaanbaatar la "riconta" delle schede per le elezioni presidenziali di ieri, 26 giugno, svoltesi senza incidenti su tutto il vastissimo territorio mongolo. Hanno votato, pur nella difficoltà di raggiungere i seggi spesso sperduti nelle steppe o nel deserto, 1.239.784 cittadini, pari al 66,49% degli aventi diritto. Il Presidente in carica Elbegdorj (si pronuncia Elbegdorgi, del Partito Democratico) ha ottenuto il 50,23% e, se confermato il risultato, sarebbe rieletto al primo turno. Bat-Erdene, leggendario lottatore e rappresentante del Partito Popolare Mongolo, ha raggiunto il 41,97% dei consensi, mentre la Udval (Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo), prima candidata donna alla Presidenza, si è fermata al 6,5%. Nella piazza Sukhbaatar, centro di Ulaanbaatar, migliaia di sostenitori di Elbegdorj stanno festeggiando la riconferma del leader democratico che conferma i programmi portati avanti nella prima legislatura: lotta alla corruzione e alla burocrazia, ma soprattutto maggiore controllo sullo sfruttamento delle multinazionali delle immani risorse minerarie del Gobi e una più equa ridistribuzione delle ricchezze alla popolazione mongola. Il Paese sta vivendo un momento di crescita economica impressionante, la più alta al mondo, grazie allo sfruttamento dei giacimenti di oro, rame e carbone: nel 2011 il tasso di crescita è stato del 17,5%, nel 2012 di un ulteriore 12,3%, tanto da far ribattezzare la Mongolia "l'emirato delle steppe". La compagnia anglo australiana Rio Tinto e la canadese Turquoise Hill hanno investito oltre 6 miliardi di dollari con la previsione di estrarre 450mila tonnellate di rame e 330mila once d'oro all'anno, trasformando le miniere di Oyu Tolgoi nel Gobi nelle più ricche del pianeta, con tutti i vantaggi ma anche gli svantaggi (soprattutto di ordine ambientale e sociale) che porteranno al Paese. Elbegdorj, 50 anni, ha promesso un maggiore controllo del Governo mongolo in questo sfruttamento, sull'onda della protesta popolare. Le dichiarazioni di "nazionalismo minerario" avanzate dal Presidente hanno già generato reazioni stizzite da parte degli investitori stranieri ma sono state invece apprezzate dalla popolazione mongolo e anche dai partiti dell'opposizione che da sempre si battono per un'attenzione più rigorosa sull'attività mineraria. Elbegdorj si è detto "nè ostile nè amico delle multinazionali" e ha perfino sollevato pubblicamente dei dubbi sugli effettivi vantaggi della presenza straniera nel deserto del Gobi. Durante il suo primo mandato, dal 2009, Elbegdorj ha cercato sempre un'apertura molto forte nei confronti di Paesi europei, del Giappone e degli Stati Uniti ma anche mantenuto buoni rapporti con Paesi considerati ostili come Iran e Corea del Nord, diventando anche punto di riferimento diplomatico sulle minacce nucleari di Pyongyang. Inoltre ha cercato di raffreddare le relazioni con i due colossi che schiacchiano geograficamente, e non solo, la Mongolia, cioè Russia e Cina. Lo stesso Elbegdorj ha affermato: "A differenza dei nostri vicini, la Mongolia è aperta al mondo".

ELBEGDORJ CONFERMATO
PRESIDENTE DELLA MONGOLIA


27 giugno 2013

Tsakhiagiin Elbegdorj è confermato Presidente della Repubblica di Mongolia. Anche se i risultati devono essere ancora ufficializzati, il Capo dello Stato uscente, rappresentante del Partito Democratico, ha già il nuovo mandato in tasca, avendo ottenuto oltre il 50% dei suffragi, contro il 42% di Badmaanyambuugiin Bat-Erdene (Partito Popolare Mongolo) e il 6,5% della candidata Natsag Udval (Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo), attuale Ministro per la Salute. Si attendono ora i risultati definitivi e la percentuale di affluenza alle urne. Elbegdorj, giornalista di ispirazione liberale formatosi negli Stati Uniti e in Ucraina, grande ammiratore dell'Italia e tifosissimo dell'Inter, resterà in carica per altri 4 anni. In Mongolia il Presidente della Repubblica, eletto direttamente dal popolo, ha diritto di veto sulle leggi votate in Parlamento (Grande Hural), ha potere quasi assoluto sulle decisioni in politica estera, ma può anche essere costretto a dimettersi se il suo partito lo decidesse.

PRESIDENZIALI: LE PRIME PROIEZIONI
DANNO ELBEGDORJ IN VANTAGGIO


26 giugno 2013

Tsakhia Elbegdorj è vicino alla rielezione a Presidente della Repubblica di Mongolia. Si sono chiuse le urne e secondo le prime proiezioni il rappresentante del Partito Democratico sarebbe in chiaro vantaggio sui due antagonisti. Elbegdorj è in carica dl 2009 e sarebbe confermato alla guida del Paese. Per avere i risultati definitivi occorre attendere fino a venerdì, per la complessità dello spoglio con urne sparse su un territorio estremamente esteso e arduo da percorrere. Mongolia.it fornirà informazioni di prima mano in tempo reale sull'esito di queste importantissime presidenziali.

LA MONGOLIA VOTA PER IL PRESIDENTE
TRE CANDIDATI PER CAMBIARE LA STORIA


26 giungo 2013

C'è grandissima attesa per l'esito delle elezioni presidenziali in Mongolia, seguite a livello internazionale per la loro importanza strategica negli equilibri del continente asiatico e soprattutto in funzione della politica di sfruttamente delle immense risorse minerarie nei giacimenti del Gobi. Tre sono i candidati alla carica di Presidente della Repubblica, eletto dal popolo, e che avrà una quasi totale autonomia sulle scelte in politica estera.
Tsakhiagiin Elbegdorj (Partito Democratico): è il presidente attualmente in carica (dal 2009), gode dei favori del pronostico per la riconferma. Giornalista di estrazione liberale, con formazione negli Stati Uniti. Ha avviato saldi rapporti con l'Occidente, pur mantenendo rapporti diplomatici con Paesi come Iran, Cina e Corea del Nord.
Badmaanyambuugiin Bat-Erdene (Partito Popolare Mongolo, nella foto): considerato l'uomo più forte e popolare della Mongolia, lottatore imbattibile al Naadam, vuole privilegiare i rapporti con i potenti vicini Russia e Cina, a scapito delle politiche occidentaliste di Elbegdorj. La sua battaglia: lotta alla corruzione e licenze legate all'attività estrattiva del Gobi sotto il controllo dello Stato.
Natsag Udval (Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo): attuale Ministro per la Salute, è la prima donna che si candida per la carica di Presidente della Mongolia. Seguace dell'ex presidente Enkhbajar, arrestato per presunta corruzione mai provata, basa la propria politica sulla tradizione della sinistra ortodossa, con posizione nazionalista e anticinese, e con particolare ammirazione per il Dalai Lama.

Tutto pronto per le elezioni presidenziali
Limes: "La Mongolia a una svolta"


22 giugno 2013

Tutto è pronto (e tranquillo) a Ulaanbaatar per le elezioni presidenziali del 26 giugno prossimo. Aggiungiamo alle nostre considerazioni quelle di Alex Fraquelli che ha affidato il suo report a Limes, rivista italiana di geopolitica. "Quel lembo di poco più di un milione e mezzo di metri quadrati lasciato a ricordo di un’era di conquiste è di nuovo a un bivio. In Mongolia, anche se le elezioni presidenziali del 26 giugno potrebbero non determinare cambiamenti sostanziali sul fronte interno, sarà interessante valutare quali sviluppi la scelta del quinto presidente della giovane democrazia potrà avere sulla scena politica internazionale. Sulla carta, molta. Il presidente uscente Tsakhiagiin Elbegdorj (Partito democratico, nella foto), Badmaanyambuugiin Bat-Erdene (Partito popolare mongolo) e Natsag Udval (Partito popolare rivoluzionario mongolo) sono i candidati a una presidenza che nella sua storia ventennale ha visto i maggiori partiti alternarsi al vertice delle istituzioni senza determinare sostanziali cambiamenti di rotta in politica estera. Se da un lato, infatti, la transizione a un regime stabilmente democratico è passata attraverso gli scandali legati alla concessione delle licenze minerarie alle multinazionali nel sud del paese, dall’altro il processo di democratizzazione è proseguito spedito verso il raggiungimento di uno status di eccellenza che costituisce un modello per l’intera regione. Vent’anni dopo le prime elezioni presidenziali, la Mongolia è un crocevia d’interessi, soprattutto legati allo sfruttamento delle proprie risorse minerarie, che le sono valsi il titolo di “economia col più alto tasso di crescita al mondo” ma che hanno pure acuito gli squilibri sociali esistenti già negli anni del regime autoritario filosovietico guidato dall’ancora esistente Partito popolare mongolo". Per leggere l'intero articolo clicca qui, o vai alla nostra sezione ARTICOLI.

La Corea del Nord aiuta la Mongolia
a ridurre la dipendenza dalla Russia


19 giugno 2013

"La Corea del Nord aiuta la Mongolia a ridurre la dipendenza dalla Russia". E' quanto sostiene il sito "La Voce della Russia" che precisa: "La compagnia mongola HBOil ha acquistato il 20% delle azioni dello stabilimento petrolchimico nordcoreano Sungri per ridurre la dipendenza energetica della Mongolia dalla Russia e dalla Cina. Nel quadro dell'accordo la HBOil fornirà petrolio allo stabilimento Sungri che ha la capacità di lavorazione di 2 milioni di tonnellate all'anno e l'accesso al sistema ferroviario russo. Dopo la lavorazione di petrolio i prodotti saranno trasportati nuovamente in Mongolia. I volumi dell'estrazione del petrolio in Mongolia sono aumentati del 42 % fino a 3,64 milioni di barili entro l'anno. Praticamente tutto il petrolio estratto in Mongolia è esportato a causa della mancanza di propri stabilimenti petrolchimici". Le relazioni fra Mongolia e Corea del Nord, nonostante i rischi diplomatici legati alle minacce nucleari di Pyongyang, sono sempre rimaste molto solide, tanto che Ulaanbaatar è considerata un riferimento fondamentale di mediazione internazionale.

Nasce in Puglia una Spa
ispirata alle gher mongole


18 giugno 2013

La prima Spa di ispirazione mongola sarà inaugurata in Puglia, a Selva di Fasano. Si tratta di una delle creazioni di Marilena Gulletta, l’artista designer che da anni ha importato nella sua terra la cultura dei nomadi della Mongolia. L’opera, realizzata dall’artista pugliese in collaborazione con i veri artigiani mongoli (nella foto) è giunta in Puglia a seguito di una delle tante sue spedizioni ed è stata battezzata “Conibianchi” ispirandosi al matrimonio ideale tra Trullo e Gher,  due architetture sotto tutela Unesco che non nascondono tratti comuni, a partire dalla pianta circolare e dalle cupole cuneiformi. L’abitazione, 35 mq per 600 kg, riproduce fedelmente abitudini e stili di vita semplici e sostenibili. La Gher trasporta con sé la magia di un tempio, per questo gli ospiti saranno immersi in atmosfere rarefatte che riparano dal rumore quotidiano. "La Gher è una soluzione per vivere meglio il quotidiano – spiega Serena Macrì, presidente dell’Associazione del Benessere Yurta - per questo pensiamo di farne un luogo originale nel quale ospitare corsi e seminari, corsi di cucina naturale e degustazioni, piccoli meeting, corsi residenziali di discipline olistiche e tecniche di rilassamento. Si tratta di un ambiente del tutto particolare nel quale il silenzio, il colore, gli arredi e la luce conciliano la didattica e l’attenzione. Si distingue dalle altre perché il tema della gher mongola è riletto con un disegno originale di Marilena Gulletta che si è ispirata alla civiltà dei trulli". Nella gher “contaminata” della Selva, nulla è casuale, ogni cosa ha un significato, una simbologia e si presta a un rituale specifico. La struttura è costituita da una intelaiatura circolare in legno che fa da perimetro e da punto di appoggio per i pali di sostegno. In alto una corona con un lucernario, a forma di ruota di carro, una vera e propria finestra sul cielo. La tecnica di costruzione fa sì che la gher, pur essendo una tenda, si mantenga ben salda ed eretta senza ancoraggi al terreno, anche in caso di forte vento. Per mettersi in contatto con l'artista Marilena Gulletta scrivere a: spazionomade2010@gmail.com

Missione delle imprese italiane
a Ulaanbaatar dal 17 al 19 giugno


13 giugno 2013

Nuova missione commerciale dal 17 al 19 giugno a Ulaanbaatar organizzata dalla Camera di Commercio Italo-Mongola e dalla CNA, in collaborazione con l’Ambasciata di Mongolia a Roma, l’Ambasciata Italiana per la Mongolia, il Consolato di Toscana per la Mongolia e la Camera di Commercio e Industria Nazionale Mongola e con la partecipazione del Ministero dello Sviluppo Economico. Si parlerà soprattutto di infrastrutture, costruzioni, ambiente e tessile-abbigliamento. Durante le tre giornate, le imprese italiane e mongole parteciperanno a incontri per discutere opportunità di investimento, partnership, cooperazione e scambio di know-how; saranno inoltre organizzati seminari e forum tematici a cui parteciperanno alcuni rappresentanti delle istituzioni della Mongolia e delle più importanti realtà imprenditoriali italiane e mongole. "Un'occasione importante - ha assicurato Piero Bardacci (foto), console onorario - per consolidare la collaborazione, sempre più concreta e operativa, fra questi due Paesi che hanno forti interessi reciproci". Per Michele De Gasperis, Presidente della Camera di Commercio Italo-Mongola  "la Mongolia, simile all’Italia per dimensione delle proprie imprese, è il secondo Paese al mondo per tasso di crescita economica e una piattaforma ideale verso la Russia e l’Asia: una realtà tra le più interessanti nel panorama commerciale mondiale”. Antonio Franceschini della CNA aggiunge:  "Per l’Italia questo Paese può offrire opportunità di accesso al mercato in particolare per i settori della meccanica strumentale, delle energie rinnovabili, delle infrastrutture, del trasporto e dei servizi finanziari, e per la fornitura di materie prime”. La rappresentante del Ministero dello Sviluppo Economico che accompagnerà la missione ha ricordato che il Ministero attribuisce molta importanza al rafforzamento della cooperazione tra Italia e Mongolia, auspicando che gli incontri che si realizzeranno serviranno a rendere più operativi gli accordi finora raggiunti, attraverso interventi che saranno concordati con le controparti istituzionali e imprenditoriali mongole.
 

IL 26 GIUGNO ELEZIONI PRESIDENZIALI
ECCO I TRE CANDIDATI IN LIZZA


11 giugno 2013

La Mongolia si prepara alle seste elezioni presidenziali della sua storia. L'appuntamento è per il 26 giugno e a Ulaanbaatar c'è molta attesa e partecipazione per questo evento, in un momento tanto cruciale per le sorti del Paese, legate all'intenso sfruttamento minerario in atto nel deserto del Gobi con tutte le profonde conseguenze, positive e negative che porterà. Sono 3 i candidati in lizza: l'attuale presidente Elbegdorj, leader del Partito Democratico (DP); Bat-Erdene del Partito Popolare della Mongolia (MPP), venerato nel Paese per i suoi eccezionali trascorsi sportivi di lottatore (ha vinto 10 volte il Naadam) e già parlamentare; terza candidata Udval (nella foto), attuale ministro della Sanità e rappresentante dello storico Partito Rivoluzionario Popolare della Mongolia (MPRP). Seguiremo passo passo l'avvicinamento alle consultazioni, di cui forniremo tempestivamente i risultati completi.

Giornata mondiale dell'ambiente in Mongolia
Polaris "partecipa" con la guida in promozione


10 giugno 2013

La giornata mondiale dell'ambiente, svoltasi in Mongolia il 5 giugno, ha ispirato la casa editrice Polaris per un'iniziativa promozionale valida fino al 16 giugno. La guida "Mongolia - Il paradiso dei nomadi guerrieri", scritta da Federico Pistone e giunta alla terza edizione, viene venduta con uno sconto del 20%, cioé 24 euro anziché 30. Nella versione 2013 del volume, sono presenti diversi aggiornamenti, nuove immagini e contenuti. Tra questi, un racconto del grande scrittore mongolo Sanjiin Purev ("Tutto merito del Maresciallo Choibalsan"), tradotto in esclusiva da Paolo Sartori e Otgonchimed Undrakh; un'emozionante escursione sui monti Altai ("Un quattromila alla portata di tutti" di Veronica Riva), l'intervista al re del cashmere Brunello Cucinelli ("Il valore dell'eternità") e alla console onoraria Gantuya. Inoltre la nuova Ambasciata aperta a Roma ha voluto salutare i lettori con una bella introduzione. Queste le parole conclusive dell'ambasciatore: "Sono certo che questa guida servirà a cementare un ponte di approfondimento  e di conoscenza fra il popolo  della Mongolia e quello dell'Italia, contribuirà alla conoscenza della realtà mongola, provvedendo a offrire un'informazione puntuale e sfaccettata del mio Paese". Clicca qui per accedere alla pagina della casa editrice Polaris

 

 

La Camera di Commercio:
"Grillo offende la Mongolia"


9 giugno 2013

Fanno discutere le affermazioni di Beppe Grillo che ha dichiarato, con evidente spirito ironico ma con imperdonabile superficialità: “Se riuscite voi a Frosinone allora ci riescono anche in Mongolia”. Una caduta di gusto soprattutto per chi conosce, apprezza e sostiene la straordinaria e antica cultura del popolo mongolo, impegnato tra l'altro in un momento di crescita e di cambiamento cruciali della sua storia. Sull'argomento si è pronunciata anche la Camera di Commercio Italo Mongola che ha precisato: "Con riferimento alle parole del signor Beppe Grillo divulgate attraverso un video apparso su YouTube nei giorni scorsi e riportate da diversi organi di stampa, tra cui Il Messaggero del 29 maggio, in cui afferma: , la Camera di Commercio Italo-Mongola tiene a riportare alcune precisazioni. La Mongolia attualmente è uno dei Paesi col tasso di crescita economica più alto al mondo (+17% nel 2011 e +13% nel 2012, il secondo più alto del pianeta). In seguito alla scoperta di enormi quantità di risorse naturali nel proprio sottosuolo, la Mongolia è oggi tra i Paesi con cui le maggiori potenze a livello mondiale ambiscono ad avere rapporti commerciali ed economici sempre più intensi e di rilievo. I più famosi giornali stranieri di economia e finanza, a cui il sig. Grillo e il Movimento Cinque Stelle attribuiscono una maggiore credibilità rispetto alle testate italiane, hanno più volte definito la Mongolia come “il Kuwait dell’Asia” e la sua posizione geografica, tra Cina e Russia, rappresenta per molti Paesi esteri un hub ideale per l’export verso due delle realtà economiche più importanti al mondo. Utilizzare la Mongolia come termine di paragone per offendere il territorio ciociaro additandolo come un Paese arretrato è quindi un esercizio errato in termini economico-commerciali, che lede l’immagine di un Paese che con impegno sta riuscendo di anno in anno a innalzare sempre più gli standard di vita della propria popolazione e che pregiudica la reputazione delle imprese italiane, tra cui anche quelle del frusinate, impegnate in rapporti commerciali con questa particolare area geografica. In questo periodo di forte instabilità interna in ambito economico e politico, per l’Italia diventa fondamentale cercare nuovi sbocchi verso i mercati esteri. Noi tutti conosciamo, e certamente anche il sig. Grillo, l’importanza del Made in Italy e il valore universalmente riconosciutogli in ogni parte del mondo in cui nostri prodotti e servizi vengono esportati. La Camera di Commercio Italo-Mongola è impegnata ogni giorno assieme alle imprese che operano all’estero nel tessere e sviluppare rapporti economici, commerciali e culturali sempre più proficui per l’Italia. Oggi più che mai, quindi, ed essendo il sig. Grillo il rappresentante di un movimento recentemente entrato tra le fila del Parlamento italiano, dovrebbe essere forte e sempre presente il senso di responsabilità nel rilasciare dichiarazioni di questo tenore, che rischiano di minare fortemente i rapporti diplomatici e commerciali finora estremamente cordiali con le rappresentanze istituzionali del Paese asiatico e compromettere i posti di lavoro di tanti italiani che quotidianamente operano con la Mongolia. Il Presidente della Camera di Commercio Italo-Mongola Michele De Gasperis ha voluto aggiungere: “Il sistema produttivo italiano si trova in una grande competizione internazionale, anche a livello di immagine, per acquisire le opportunità commerciali che la Mongolia può offrire ai Paesi esteri. Ci dispiace rilevare come oggi, in un periodo di forte incertezza economica, non solo dobbiamo faticosamente competere con gli altri Paesi, ma troviamo delle mine al nostro sistema produttivo proprio da quanti si dichiarano capaci di risolvere i nostri problemi economici. Posto che tendiamo ad escludere qualsiasi connotato riconducibile a una discriminazione razziale nelle sue dichiarazioni, siamo a disposizione del sig. Grillo per fargli meglio conoscere quanto la Mongolia sia importante per le attività commerciali e industriali italiane”. 

Gemellaggio economico e culturale
tra regione Lazio e aimag di Töv


28 maggio 2013

Il Presidente del Consiglio Regionale della Regione Lazio Daniele Leodori ha incontrato l’Ambasciatore della Mongolia a Roma Mr. Shijeekhuu Odonbaatar (nella foto) presso la sede della Camera di Commercio Italo-Mongola. Tema dell’incontro è stato la cooperazione tra le due regioni centrali dei rispettivi Paesi che ospitano le capitali di Italia e Mongolia, il Lazio e l’aimag Töv, al fine di sviluppare gli scambi in ambito industriale, artigianale e culturale, la cooperazione tra le imprese dei due territori e incrementare il turismo. “Sono state poste le basi per la stipula di accordi commerciali di rilievo tra le due regioni che ospitano le capitali di Italia e Mongolia” ha detto Michele De Gasperis, Presidente della Camera di Commercio Italo-Mongola che ha ospitato l’incontro, “tali accordi andranno oltre gli interessi specifici delle due regioni, coinvolgendo anche i sistemi economici nazionali dei rispettivi Paesi e aprendo ulteriori possibilità per lo sviluppo di nuovi livelli di cooperazione e partnership tra l’Italia e la Mongolia”. (fonte Associm)

La battaglia per l'oro di Gengis Khan
Repubblica dedica 3 pagine alla Mongolia


23 maggio 2013

Il quotidiano La Repubblica dedica oggi tre pagine, con richiamo in prima, alla Mongolia e al suo sviluppo economico, legato alle grandi miniere di Oyu Tolgoi nel deserto del Gobi. Nel suo inquietante articolo (intitolato "Mongolia, la battaglia per l'oro di Gengis Khan") Giampaolo Visetti racconta: "La 'collina turchese' è una voragine nera che potrebbe accogliere una metropoli. Ruspe alte come palazzi non smettono di scavare da tre anni e mentre scendono diventano un tarlo lanciato verso il cuore della terra. Una polvere acre, secca gli ultimi arbusti e il fragore delle trivelle invade la pace perduta del deserto del Gobi. Ancora pochi giorni e dalla miniera di Oyu Tolgoi, a ottanta chilometri dal confine con la Cina, si muoveranno le prime colonne di tir cariche di rame. Per la Mongolia e per il resto del mondo si apre un'era nuova. Il Paese più povero e meno popolato dell'Asia centrale si traforma nel Qatar dell'Estremo Oriente...". Nell'immagine, la mappa degli scavi.

Bentornato Baatar! Gli Stati Uniti
restituiscono il dinosauro trafugato


7 maggio 2013

I quotidiani di tutto il mondo, compresi quelli italiani, hanno dato risalto alla notizia della restituzione dello scheletro di dinosauro trafugato dalla Mongolia e poi messo all'asta negli Stati Uniti. Il baatar Tarbosaurus, un tirannosauro vissuto 80 milioni di anni fa in Asia Centrale, era stato ritrovato dieci anni fa nel deserto del Gobi e sequestrato l'anno scorso a New Yorkdove venne battuto all'asta per un milione di dollari. La legge mongola, promulgata nel 1924, prevede che i fossili sono proprietà nazionale e ne vietano l'esportazione. Nell'ottobre 2012 era stato arrestato
il 38enne di Gainesville, Florida, Eric Prokopi per furto e per contrabbando internazionale di dinosauri. "Siamo felici di aver costretto alla restituzione del reperto alla Mongolia", ha dichiarato il procuratore distrettuale di New York Preet Bharara. Bentornato Baatar!

Il racconto "Salik" di Pistone e Lissoni
oggi disponibile come ebook a 2,49 euro


25 aprile 2013

Torna "Salik, il piccolo vento della steppa", il racconto per bambini ambientato in Mongolia, scritto da Federico Pistone e illustrato da Cristiano Lissoni. Oggi il libro, attraverso la piattaforma narcissus, è disponibile a 2,49 euro come ebook su Amazon Kindle Store, Ultima Books, La Feltrinelli, Libreria Rizzoli, Ebookizzati, DeaStore, Ebook e altri.
"Salik, il piccolo vento della steppa" è un delizioso racconto per bambini ambientato in Mongolia. Protagonista è un piccolo vento maldestro e dispettoso, Salik, che imparerà a crescere attraverso una serie di avventure e di insidie sullo sfondo di una terra magica. Salik stringe amicizia con Gigig, bambino curioso. Insieme al cavallo Morin e all'aquila Burg, condividono mille esperienze. Il rapporto si incrina per un malinteso durante la festa della luna bianca. Salik, per farsi perdonare, decide di rivelare all'amico il grande segreto dei venti e di mostrargli i dinosauri custoditi sotto le sabbie del Gobi. Ma Karaburan, la terribile tempesta del deserto, si risveglia pronta a dare loro una lezione. Interviene il papà di Salik, Kurdan, il vento più potente della steppa, che ingaggia con Karaburan un duello che fa tremare il mondo. Salik aiuterà Gigig a trasformare sua nonna Emee nell'albero più bello della steppa. Dopo settant'anni i due si incontrano di nuovo: l'amicizia non invecchia.
 

Il gruppo tradizionale mongolo Egschiglen
l'11 maggio a Padova nelle SacreArmonie


24 aprile 2013

La Mongolia nello straordinario programma "SacreArmonie 2013" di Padova. Il gruppo Egschiglen proporrà musiche e danze mongole sabato 11 maggio al Palazzo della Ragione in piazza delle Erbe, con la collaborazione di Frame Evolution. Gli Egschiglen ("splendida armonia") sono 7 artisti che si sono uniti 22 anni fa a Ulaanbaatar e oggi rappresentano un punto di riferimento internazionale della musica mongola: tre voci, di cui una khoomy (canto di gola), due morin khuur (il tradizionale violino con il manico a forma di cavallo) e altri strumenti storici per uno spettacolo che unisce il passato remoto al presente, in una splendida suggestione si suoni e colori. Nel programma SacreArmonie anche Jan Garbarek, Richard Galliano, Elio delle Storie Tese e altri artisti. L'iniziativa è organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Padova in collaborazione con lo Spazio Gershwin. "Quest’anno più che mai il programma intreccia mondi e culture in un'apparente relazione di incontro/scontro - sottolinea il direttore artistico Maurizio Camardi - a partire dalla scelta dei palcoscenici degli spettacoli: cattedrali profane che ospiteranno traiettorie di rara spiritualità e luoghi del sacro che si presteranno a diventare veri e propri teatri».

Sbloccate le esportazioni di carbone
Mongolia e Cina riprendono i rapporti


23 aprile 2013

Tornano più distesi i rapporti tra Mongolia e Cina dopo la decisione di Erdenes Tavan Tolgoi, il maggiore produttore mongolo di carbone, di riprendere le esportazioni verso Pechino dopo uno stallo di tre mesi. Lo ha dichiarato il premier mongolo, Norovyn Altankhuyag che ha così evitato l'irrigidimento diplomatico fra i due Paesi. Lo sblocco della trattativa è arrivato dopo il contatto tra il gruppo mongolo e il maggiore cliente cinese, la Chalco (China Aluminium Corporation). E' previsto in tempi brevi l'arrivo di 337mila tonnellate di carbone ferme al confine tra i due Paesi, seguite da un altro milione di tonnellate provenienti dai giacimenti di Tavan Tolgoi, nel deserto del Gobi. Nella foto, uno scorcio delle miniere gestite da Erdenes Tavan Tolgoi.

Una foto scattata in Mongolia da Palazzi
vince l'Enviromental Photographer of the year


22 aprile 2013

Si intitola "Gone with the dust" (via con la polvere, immagine a sinistra) ed è la fotografia scattata da Michele Palazzi nel deserto del Gobi, in Mongolia, che ha vinto il premio Environmental Photographer of the Year 2013. Il concorso è indetto annualmente dal CIWEM, ente indipendente che si occupa di gestione sostenibile dell'acqua a livello internazionale, per "promuovere la consapevolezza dei problemi ambientali e sociali". Quest'anno sono state sottoposte al concorso oltre 3.000 immagini, le migliori sono esposte fino al 3 maggio alla Royal Geographic Society di Londra. L'immagine vincitrice fa parte di un reportage scattato in medio formato dal giovane fotografo romano che da due anni sta lavorando in Mongolia su questo progetto.

Consolato-Cna: a Prato le opportunità
per le imprese italiane in Mongolia


17 aprile 2013

«L'Oriente che non ti aspetti: la Mongolia, nuove opportunità per le imprese» è il titolo dell'iniziativa di venerdì 19 aprile a Prato, proposta dal Consolato onorario della Mongolia in Toscana Piero Bardazzi (foto)  in collaborazione con l'associazione artigiana Cna   «Abbiamo condiviso con Cna l'organizzazione di questo momento di approfondimento e condivisione delle occasioni che oggi offre la Mongolia - ha dichiarato Bardazzi - per partire con la programmazione di una serie di attività a sostegno delle imprese italiane. Stiamo già programmando una pre-missione ad Ulaanbaatar, da realizzarsi entro l'estate, dedicata ai settori delle infrastrutture, costruzioni, tessile-abbigliamento, dell'alimentare e dell'artigianato artistico». Michele De Gasperis, presidente della Camera di Commercio Italo-Mongola aggiunge: «A differenza di altre economie asiatiche, le imprese del sistema mongolo sono per dimensioni, cultura e rapporto tra domanda e offerta assolutamente compatibili e complementari con le aziende italiane. Il know-how italiano si coniuga perfettamente con le richieste e le dimensioni di questo mercato in fortissima crescita e la Mongolia oggi rappresenta per l'Italia una piattaforma logistica e strategica di prim'ordine verso il mercato russo e i mercati asiatici». I tassi di crescita della Mongolia - secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico - registrano un costante aumento del PIL: +6,4% nel 2010, +17,3% nel 2011, +12% nel 2012, previsioni di un +15,5% nel 2013 e di un +13,1% per il 2014. L'Italia è il 14° fornitore (guadagna 3 posizioni nel 2012 rispetto al 2011) della Mongolia e il 5° cliente mondiale.

La Mongolia al Festival dell'Oriente
a Milano dal 25 al 28 aprile


15 aprile 2013

Ci sarà anche la Mongolia al 4° Festival dell'Oriente in programma dal 25 al 28 aprile a Milano Novegro Fiere. Alla presenza della Console onoraria Gantuya Tsevegdorj, sarà allestito uno spazio dedicato alla cultura e alle tradizioni della Mongolia organizzato da Nomad Adventure in collaborazione con l'associazione Soyombo. Si potrà visitare un'autentica gher, ammirare pitture dell'arte Mongol Zurag, una mostra fotografica di Cristiano Lissoni e altri oggetti, strumenti, abiti e dipinti di temi religiosi, calligrafia, oltre a maschere e costumi Tsam (foto). Orario del festival dalle 10 alle 23, ingresso 10 euro, parcheggio 2,50 euro al giorno. Vai al sito ufficiale

Allarme nucleare dalla Corea del Nord
il ruolo fondamentale della Mongolia


15 aprile 2013

Come anticipato da mongolia.it la minaccia nucleare della Corea del Nord, che sta allarmando l'intero pianeta, potrebbe passare dalla diplomazia mongola, come scrive in un interessante articolo lettera43.it. Per leggere l'intero articolo clicca qui. oppure vai alla nostra sezione Articoli. Si legge: "Negli Anni 40 del secolo scorso, tra le macerie della Seconda Guerra mondiale, la Mongolia fu il secondo Paese a riconoscere la Repubblica democratica popolare della Corea, preceduta soltanto dall'Unione sovietica. È in forza di questo rapporto speciale - «una relazione unica», come ha affermato nel 2011 il presidente mongolo Tsakhia Elbegdorj (nella foto) - che ora proprio la Mongolia potrebbe diventare il mediatore nel dossier più caldo del pianeta: Pyongyang contro il resto del globo. La rete dei rapporti tra i due Paesi si è costruita nel corso del tempo, grazie a parecchie accortezze diplomatiche. Alla morte dell’ex dittatore nordcoreano Kim Jong-il, nel dicembre 2011, i leader della Repubblica centro-asiatica furono tra i primi a inviare le loro condoglianze alla famiglia del Caro leader, inserendo la morte del dittatore nordcoreano tra i dieci eventi più importanti dell'anno. Grande risalto ebbe anche, sulla stampa mongola, la visita del novembre 2012 di Choe Tae-bok, presidente dell'Assemblea suprema del popolo, il Parlamento fantoccio nato sotto la dinastia dei Kim. Per il governo di Ulaan Baatar, fiorente capitale mongola, tentare di disinnescare la bomba nordcoreana potrebbe essere un'occasione importante. Il regime di Pyongyang è infatti entrato in rotta di collisione non solo con gli Usa, il Giappone e la Corea del Sud. Bensì, almeno a parole, anche con i fratelli cinesi e il líder maximo cubano. Con la Corea del Nord, invece, il vecchio satellite sovietico ha stretto legami di lunga data, nonostante un raffreddarsi dei rapporti negli anni che seguirono la fine dell'Urss. E ancora adesso, con i missili puntati verso Est e i patriot schierati nel centro di Tokyo, la Mongolia preferisce restare neutra e non emettere condanne. I rappresentanti mongoli sono già stati ospiti dei colloqui a sei sul nucleare, nel tentativo di far sedere allo stesso tavolo le due Coree, la Cina, il Giappone, la Russia e gli Stati Uniti per trovare una soluzione pacifica alla voglia di atomo di Pyongyang. E a novembre del 2012 la Mongolia ospitò un giro di colloqui tra i rappresentanti di Tokyo e di Pyongyang, per cercare una soluzione alla vicenda dei giapponesi sequestrati dai nordcoreani, che il neopremier Shinzo Abe vuole assolutamente risolvere prima della conclusione del suo mandato. «Ora possiamo dare il nostro contributo», ha specificato il primo ministro mongolo Norov Altankhuyag, esponente di centro destra al governo dallo scorso giugno. Prima di lui a proporsi come mediatore era stato il ministro degli Esteri, Luvsanvadn Bold, spiegando la sua intenzione di tentare un'apertura con il regime dei Kim. Necessaria perché persino il governo cinese e i fratelli Castro, gli unici altri comunisti rimasti al mondo, hanno preso le distanze da Pyongyang".

Minacce nucleari: Mongolia in primo piano
nei rapporti diplomatici con la Corea del Nord


6 aprile 2013

Anche la Mongolia è interessata (e preoccupata) in prima persona alle minacce nucleari della Corea del Nord. A Pyongyang infatti operano solo 24 ambasciate, tra cui quella mongola (l'Italia ha solo un ufficio di cooperazione). Oltre all'ambasciata mongola, la Corea del Nord ospita, tra le altre, quelle di Brasile, Bulgaria, Cina, Cuba, Repubblica Ceca, Germania, India, Polonia, Romania, Russia, Svezia, Regno Unito. I rapporti tra Nord Corea e Mongolia sono sempre stati di cordialità e collaborazione, con molti incontri istituzionali anche recenti ma le cose potrebbero cambiare dopo l'invito di Pyongyang di evacuare le ambasciate. Anche per questo il governo di Ulaanbaatar potrebbe diventare un punto di riferimento concreto per individuare una soluzione diplomatica internazionale. Già nel 2009 la Russia aveva chiesto alla Mongolia di intervenire come mediatore per fronteggiare l'escalation dell'armamento nucleare nordcoreano. Ecco il testo della news apparsa sul nostro sito mongoli.it il 26 luglio 2007: La Mongolia apre anche alla Corea del Nord, dimostrando una crescita diplomatica ed economica senza precedenti e una strategia internazionale tutta da affinare. Le autorità mongole stanno infatti avvicinando con uguale disinvoltura nemici storici tra loro, come Cina, Russia, Stati Uniti, Corea del Sud e ora Corea del Nord, con cui Ulaanbaatar ha siglato un pacchetto di accordi economici. Era da vent'anni che un rappresentante del governo nordcoreano non faceva visita alla Mongolia (nella foto, la sfilata in pompa magna del presidente mongolo Enkhbayar, a destra, con il numero due della Corea del Nord Kin Yong-nam). I due Paesi hanno anche firmato importanti accordi in campo sanitario, auspicando una maggiore collaborazione nei settori della scienza e della cultura, ma il motivo principale sembra concentrarsi sullo sfruttamento delle miniere mongole, appetite anche dalle altre nazioni che non hanno certo visto di buon occhio questo ideale abbraccio con la Corea del Nord.

Incontro su Gengis Khan lo stratega
nell'analisi di Giancarlo Ventura


5 aprile 2013

"Gengis Khan lo stratega" è il tema dell'incontro organizzato dall'associazione Soyombo per lunedì 8 aprile alle 21 presso la sede di via Sanremo 22 a Milano. Relatore sarà il segretario Giancarlo Ventura che traccerà "spunti per una nuova valutazione storica del genio militare del grande imperatore mongolo"

La scuola di Orbit è una realtà
grazie alle Figlie di Maria Ausiliatrice


4 aprile 2013

Il progetto della scuola di Orbit è ormai realtà. Le Figlie di Maria Ausiliatrice, missionarie in Mongolia, e in particolare suor Adriana, sono riuscite a realizzare un sogno, a dare un contributo importante e concreto alla vita sociale di Ulaanbaatar per una struttura a cui anche mongolia.it ha avuto l'onore di collaborare. Alberto Colombo con la figlia Chiara hanno recentemente effettuato una ricognizione per verificare lo stato dell'arte. Ecco la lettera che Alberto ha inviato a suor Adriana: "Cara Suor Adriana, (...) la domenica pomeriggio siamo andati con Suor Maria Domenica e Suor Generosa a vedere la scuola di Orbit e poi ci siamo fermati a cena presso le consorelle dove abbiamo incontrato anche Suor Elisabetta, Suor Beatrix, Suor Naria Domenica Chang  e anche Suor Agnese (di base a Darkhan) tutte con noi nella foto di gruppo. Scuola di Orbit : l’edificio e gli arredi visti sone belli e quindi complimenti per il lavoro fatto. Il programma è di avviare due classi della prima elementare e due classi dell’anno di scuola materna per bambini di 5 anni. Scuola materna che si è aggiunta dietro suggerimento delle autorità mongole e che potrebbe creare qualche problema di coesistenza tra qualche anno , visto che deve essere separata con ingresso distinto (cosa per ora risolta). Suor Maria Domenica mi ha detto che manca un ultimo permesso ma che comunque è loro intenzione aprire la scuola il 2 settembre. Sono alla ricerca di buone maestre e delle iscrizioni degli alunni. E’ anche previsto l’acquisto di un pulmino per l’accompagnamento dei bambini. (...) A medio/lungo termine sulla stessa area potrebbero sorgere la scuola media e quella superiore (3+3 ani) così da completare con i 6 anni delle elementari il ciclo obbligatorio di 12 anni. Casa delle FMA: aspettano fiduciose il permesso per la costruzione della casa a Orbit a 200 metri dalla scuola  potrebbe arrivare nelle prossime settimane . Credo che l’articolo sulla scuola di Orbit uscirà sul numero di aprile del Messaggero di Sant’Antonio. Chiesa cattolica: se non sbaglio ci sono 4 parrocchie a Ulaanbaatar, 1 a Darkhan dei Salesiani  e 1 a Arvaikheer dei Missionari della Consolata. Questi ultimi hanno anche acquistato un terreno nella periferia di UB con un progetto da avviare nei prossimi anni. La notizia che più mi ha fatto piacere è che ci sono due studenti mongoli in un seminario coreano e mi auguro che ci  sia presto il primo sacerdote mongolo: a mio avviso è il solo modo di sviluppo futuro in questo paese. Molti cari saluti". Alberto Colombo

Nuova ipotesi sulla sepoltura di Gengis Khan
secondo Oskolkov sarebbe in Kazakistan


24 marzo 2013

C'è (purtroppo) una nuova pista sulla misteriosa sepoltura di Gengis Khan. L'ha rivelata Vladimir Oskolkov, scienziato kazako che ha messo in rete la sua ipotesi definita "sensazionale". La nostra speranza resta sempre che nessuno ritrovi il luogo misterioso dove riposa il grande condottiero, come espressamente richiesto dallo stesso Gengis Khan prima della sua morte.  Come rivela il sito La Voce della Russia "Oskolkov parte dalla leggenda, secondo la quale, per nascondere la tomba di Genghis Khan, è stata fatta calpestare da migliaia di cavalli, mentre i cavalieri poi sono stati uccisi. La sepoltura è stata effettuata in un luogo deserto, dove sono totalmente assenti le impronte del soggiorno dell’uomo. Secondo il parere dello scienziato, questo luogo è del tutto compatibile con la fossa Ridder nell’Altai Montuoso nel Kazakistan Orientale. Oskolkov sottolinea che nel corso delle ricerche condotte all’interno della fossa sono state rilevate le tracce della presenza dell’uomo risalenti soltanto all’Età della pietra. Gli esseri umani non s’insediavano laggiù nelle epoche successive. Il ricercatore del Kazakistan afferma che il fondatore dell’Impero mongolo una volta ha menzionato l’Altai come un probabile luogo per la sua sepoltura. Studiosi orientalisti russi hanno accolto in modo più che freddo questa ipotesi. Vladimir Gaivoronskij, dottore in scienze storiche, uno degli studiosi leader su Mongolia, ritiene che il collega del Kazakistan in tal modo stia cercando di ottenere la fama. Nessuno finora ha fatto alcuna scoperta. Ci sono soltanto versioni e ipotesi. In Mongolia si ritiene che la tomba dell’antenato si trovi in qualche zona montuosa a Nord di Ulan-Bator, sul monte di Burnakh-Khaldun. Studiosi cinesi sono convinti che la tomba di Genghis Khan debba trovarsi sul territorio della Cina, nei pressi del confine mongolo-cinese ai piedi dei monti di Altai dove è morto durante la campagna militare contro lo stato di Xi Xia. Storici russi invece ritengono che la tomba di Genghis Khan vada cercata in Tuva, poiché la patria storica del condottiero si trova sul territorio popolato dagli antichi abitanti di Tuva. La maggioranza dei mongoli, seguendo le tradizioni, è favorevole a non disturbare le spoglie del grande antenato. La letteratura storica, non a caso, non riporta alcuna indicazione precisa del luogo della sepoltura di Genghis Khan, e non a caso. Il nome di Genghis Khan è considerato sacro, ed è stato posto un gran divieto sulle ricerche del luogo della sua sepoltura".

Prima visita ufficiale in Mongolia
del presidente della Commissione Europea


23 marzo 2013

Il Presidente della Commissione Europea, il portoghese Manuel Barroso, è in visita in Mongolia per un incontro con il Presidente della Repubblica Tsakhiagiin Elbegdorj and con il Primo Ministro Norov Altankhuyag. E' la prima volta che un presidente Cee si reca ufficialmente a Ulaanbaatar. Per l'occasione saranno siglati alcuni accordi di cooperazione, non soltanto economica ma anche politica e sociale per un contatto sempre più stretto fra Mongolia e Europa. Nella foto, il presidente Barroso.

Spedita la Lancia Fulvia Coupé
che parteciperà alla Pechino-Parigi


22 marzo 2013

E' stata spedita in Cina la Lancia Fulvia Coupè 1.3 del 1971 che parteciperà alla quinta edizione della Pechino-Parigi attraverso la Mongolia (dal 28 maggio al 29 giugno), rievocazione dello storico raid. L'auto sarà pilotata dai torinesi Gianmaria Aghem e Piergiovanni Fiorio-Trono, unici italiani in lizza e specialisti delle gare per veicoli storici. Porterà le insegne dell'ASI Automotoclub Storico Italiano e del Veteran Car Club di Torino e dell'ACI di Torino. I partecipanti copriranno 12.250 km partendo da Pechino e attraversando Cina, Mongolia, Russia, Ucraina, Slovacchia, Austria, Svizzera e Francia con arrivo sugli Champs Elysees. A questa edizione della Pechino-Parigi sono iscritte circa 100 vetture costruite tra il 1913 al 1975 con cilindrate che vanno dai 14,5 litri dei 6 cilindri della Lafrance Tourer del 1917 al piccolo quattro cilindri 1,3 della Fulvia.

Sboccia la gelida primavera mongola
mentre si fa il bilancio dell'inverno


21 marzo 2013

La primavera è cominciata anche in Mongolia, ma le temperature non accennano a salire: a Ulaanbaatar si resta su una media di meno 15°, ma la capitale non è la zona più fredda del Paese. Il record spetta a Erdenetsagaan, nella regione orientale con picchi di meno 22°. Il tempo però resta buono, con sole ovunque com'è nella tradizione meteorologica della Mongolia, salvo gli improvvisi e passeggeri acquazzoni estivi, quando però il termomentro raggiunge anche i 30°. Le steppe saranno presto ricoperte di fiori e nuova vegetazione. Le autorità cominciano ora a raccogliere i drammatici dati relativi all'inverno che, come ogni anno, uccide milioni di animali a causa del fenomeno del permafrost (zud in mongolo) che congela il terreno togliendo la possibilità alle mandrie di accedere al foraggio per mesi. Nella foto, un arcobaleno completo sulle steppe mongole (foto Federico Pistone)

Dal calcio alla Mongolia,
il sogno di un allenatore


11 marzo 2013

Dal calcio alla Mongolia, dal Corriere della Sera al Foglio. Sul quotidiano di Giuliano Ferrara viene riproposto un articolo-inchiesta di Federico Pistone uscito sul Corriere del 6 marzo, dal titolo "Quei grandi calciatori che muoiono poveri. O drogati. O alcolizzati". Un tema serio e delicato, stemperato dalla descrizione dell'autore, nello spazio "Firme" curato da Giorgio Dell'Arti: "Pistone Federico, giornalista, scrive per il Corriere della Sera, soprattutto di Mongolia e di Sport. Nel 2012 ha ottenuto il patentino di allenatore di calcio. Il suo sogno, allenare la Mongolia". Nella foto, Federico Pistone insieme all'attuale c.t. della nazionale della Mongolia Otgonbayar.

8 marzo: per il Corriere della Sera
Mongolia simbolo dei diritti della donna


8 marzo 2013

La Mongolia? Un Paese simbolo per le parità di opportunità e ruoli sul lavoro tra donne e uomini. Lo scrive oggi il Corriere della Sera in una doppia pagina dedicata alla Festa della donna con quattro focus dedicati alle realtà all'avanguardia: Francia, Norvegia, Mongolia e Germania. Ecco quanto scrive il corrispondente in Asia del Corriere della Sera Marco Del Corona: "Tra le molte virtù della Mongolia, c’è che scantona dalle ovvietà. Stretta fra Russia e Cina, guarda all’Europa, per spezzare un assedio che vive con disagio. Si è desovietizzata in modo incruento (a parte qualche fiammata, ma nulla rispetto all’Asia centrale o ai Balcani) e ora è una democrazia, per quanto con i suoi problemi di trasparenza. Il World Economic Forum le riconosce un primato: il primo Paese al mondo per parità di partecipazione e opportunità economiche. Ci sono anche un 6° posto per le cariche pubbliche e un 7° per l’alfabetizzazione, benché la capacità delle donne di incidere sui processi decisionali non sia necessariamente elevata. Popolazione esigua, 3 milioni, e dunque la necessità di valorizzare al massimo i talenti. E si tratta di una società tradizionalmente nomade, inurbata in corsa, dove le spaventose ricchezze del sottosuolo (carbone, rame, giusto per cominciare un elenco infinito) aprono un cuneo tra i più ricchi, capaci di stravaganze da oligarchi moscoviti o maggiorenti cinesi, e i più poveri. Ma il ruolo delle donne nei clan familiari resta fondamentale, la solidità e l’ingegnosa determinazione delle mongole sono risorse non solo per l’economia locale ma anche per le imprese straniere che battono avide Ulaanbaatar. Negli anni Novanta s’impose all’estero la generosa ferocia con la quale Erenjav Shurentsetseg, moglie di un ex premier, raccoglieva fondi per strappare alla fame i ragazzini nascosti nel sottosuolo della capitale. E basta trascorrere una mattinata in teatro con Bold Sergelen, volitiva direttrice dell’Opera nazionale, per accorgersi che qualche volta le statistiche hanno un’anima".

 

Dal silenzio profondo del Gobi
la testimonianza di Padre Giorgio


5 marzo 2013

Una bella sorpresa vedere in televisione il nostro amico Padre Giorgio Marengo, missionario della Consolata ad Arvaikheer. Nel collegamento via skype su TV 2000 con l'intervista da studio di Maurizio Di Schino. Padre Giorgio ha raccontato la dura ed emozionante esperienza missionaria: "La nostra è una missione di prima evangelizzazione che vuol dire entrare in un mondo permeato da tanti altri riferimenti culturali e religiosi, che non sono quelli della nostra fede, per essere a disposizione di chi veramente vuole incontrare il Signore. Questo si realizza attraverso sia un'amicizia, una fraternità, un dialogo umano e culturale, sia attraverso l'impegno presso i più poveri, quelli che sono più in difficoltà, i privilegiati del Signore. E' un'armonia di attività, di contemplazione, di predicazione e di silenzio perché qui abbiamo il deserto del Gobi a due passi e la missione parte da questo silenzio profondo". Padre Giorgio ha poi parlato della decisione di Benedetto XVI di lasciare il Pontificato, che ha coinvolto e commosso anche la popolazione mongola. Per vedere e ascoltare l'intera intervista clicca qui

Intervista al presidente Elbegdorj:
"Ambiente, trasparenza e lotta ai corrotti"


27 febbraio 2013

Ambiente, apertura ai mercati stranieri e lotta alla corruzione. Sono gli obiettivi principali per il presidente della Repubblica di Mongolia Elbegdorj in un'intervista rilasciata all’Oxford Business Group e raccolta dalla Camera di Commercio Italia Mongolia. Mongolia.it ne propone uno stralcio.
Quanto è alta la vostra attenzione sulla trasparenza e come state garantendo che lo stato di diritto protegga gli investitori nazionali e stranieri?
Il quadro giuridico per gli investimenti è certamente molto importante. Uno degli ambiti principali della mia attività è quello di assicurare lo stato di diritto. La Mongolia era abituata ad avere un sistema normativo e legale di stampo sovietico, che attualmente stiamo riformando. Il nostro obiettivo è passare da un sistema che serve chi è al potere a un sistema che serve il pubblico. È importante sottolineare che quando diciamo “le persone” noi ci stiamo riferendo anche ai nostri partner commerciali stranieri.
Quali importanti misure si stanno prendendo per ridurre i problemi ambientali di UlaanBaatar e assicurare che i nuovi progetti minerari abbiano un impatto minimo sugli ecosistemi locali?
I due pilastri fondamentali della mia politica sono l’ambiente e le persone, e il mio governo ha avviato numerose iniziative per proteggerli entrambi. A dispetto del nostro vasto territorio, politiche inefficienti in passato hanno portato a una concentrazione del 40-50% della popolazione nella sola UlaanBaatar. Per risolvere la questione in maniera globale abbiamo bisogno di sviluppare le nostre infrastrutture così come i nostri servizi sociali per facilitare la diffusione della popolazione in modo più uniforme in tutto il paese.
Qual è lo stato della corruzione all’interno del governo e come va affrontata?
Sono cresciuto in una famiglia di otto fratelli e le regole sono state sempre le stesse per ognuno di noi. E così dovrebbe essere nel nostro governo – ogni persona dovrebbe essere ritenuta ugualmente responsabile per le sue azioni. Sto lottando contro la corruzione dal 1987 – inclusi i miei due mandati come primo ministro. Creare una società aperta e libera dalla corruzione è stata la mia missione per tutta la vita.
In quali settori vede il potenziale per una produzione a valore aggiunto e come può tale espansione essere realizzata in maniera più efficiente?
Al momento abbiamo un’economia basata sul comparto minerario. Ciò che vogliamo fare è diversificare i nostri mercati e avere un’”economia arcobaleno” consistente in almeno sei o sette settori. Relativamente al settore minerario, abbiamo molti depositi di rame di grandi dimensioni così come di carbone e di minerali di terre rare. Se lavorassimo tutti questi prodotti in patria potremmo contare sul più grande mercato mondiale, la Cina, giusto dall’altra parte del confine. Oltre al potenziale di crescita del settore minerario, abbiamo grandi speranze per il settore cashmere, del quale la Mongolia è il secondo più grande esportatore.

Proseguono i diari di mongolia.it
Con quello di Adriana siamo a 104


26 febbraio 2013

Riprendono i diari di mongolia.it. Con l'ultimo, inviato da Adriana Boschetto (nella foto) sono giunti a 104. E' un modo personale per raccontare la propria esperienza in Mongolia a tutti quelli che già ci sono stati e vogliono confrontare emozioni ed esperienze, e a chi vuole partire per questa terra straordinaria e ha così la possibilità di avere una preziosa traccia di informazioni e di sensazioni, sottoforma di parole e di immagini. L'invito è quindi quello di inviare i vostri diari dalla Mongolia a  info@mongolia.it. "La Mongolia è una immensa terra selvaggia! - scrive Adriana -. Bellissima e difficilissima da girare! Nel deserto del Gobi alcuni campi tende erano senza corrente elettrica e si andava a candele! (...) Mi sono sdraiata sulla pietra calda delle roccia-focaccia e accarezzata con le mie mani come un tenero letto. Ho affondato i miei piedi nudi nella sabbia tiepida al tramonto delle dune cantanti. Ho dormito sul letto di nude tavole in una fredda gher di un sorridente pastore di cavalli insieme ai suoi parenti che dormivano sul tappeto sopra la nuda terra. Il viaggio è dentro di me. La Mongolia è nel mio cuore, nei miei occhi, sulla mia pelle  per sempre". Per leggere il diario completo di Adriana e tutte le altre testimonianze vai alla sezione DIARI. In attesa dei vostri.

In libreria "L'Orda d'oro" di Grekov
testo storico sulle invasioni mongole


25 febbraio 2013

Singolare l'iniziativa della Res Gestae di riesumare letteralmente un testo dello storico russo Grekov che partecipò alla rivoluzione bolscevica e morì nel 1953 dopo aver lasciato alcuni degli studi più importanti sulla società sovietica, vincendo nel 1939 anche il premio Stalin. "L'Orda d'oro" è un saggio sulla potenza militare mongola che ha letteralmente squassato il tessuto sociale eurasiatico tra il XIII e il XVI secolo, avviato da Batu Khan, nipote di Gengis, con l'appoggio di Subetei (o Subotai), il più grande stratega dell'antichità. Accanto alle attente annotazioni storiche di Grekov, punto di partenza imprenscindindibile per le opere successive legate all'argomento, c'è l'assioma secondo cui è grazie ai Russi se i l'orda mongola non ha completato la sua opera di dominio su tutta l'Europa. Nella prefazione viene citata una frase di Pusckin: "Alla Russia era riservato un grande destino: le sue sconfinate pianure divorarono la forza dei mongoli e arrestarono l'invasione sull'orlo stesso dell'Europa; i barbari non osarono lasciarsi alle spalle la terra russa soggiogata e tornarono alle steppe del loro Oriente... Nei confronti della Russia l'Europa ha sempre mostrato tanta ignoranza quanta ingratitudine". Il testo di Grekov è metodico e complesso, comunque affascinante. Spettacolare ma completamente sbagliata la copertina, che ritrae una battaglia di... Crociati. Vedi anche sezione LIBRI

Balestrero Nunzio Apostolico in Colombia
dopo l'esperienza in Mongolia


24 febbraio 2013

A pochi giorni dalla rinuncia al Soglio pontificio, papa Benedetto XVI ha nominato Nunzio Apostolico in Colombia monsignor Ettore Balestrero (nella foto), che aveva già prestato la propria opera presso le rappresentanze pontificie in Mongolia, oltre che in Corea e nei Paesi Bassi. Balestrero, 47 anni genovese, laureato in diritto canonico,  era  stato già sottosegretario dal 2009 della Sezione per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, "elevandolo in pari tempo - si legge in una nota vaticana - alla sede titolare di Vittoriana, con dignità di arcivescovo".

SARA' LA MONGOLIA A OSPITARE
LA GIORNATA DELL'AMBIENTE 2013


23 febbraio 2013

La Mongolia è stata scelta per lanciare la campagna mondiale contro gli sprechi alimentari e la salvaguardia dell'ambiente promossa dall'Onu. Una scelta di straordinaria importanza per il Paese centroasiatico che avrà l'occasione di essere al centro dell'attenzione mediatica sui temi dell'ambiente. Appuntamento per il 5 giugno prossimo. Riferisce Rinnovabili.it: "Sarà la Mongolia la nazione ospite del World Environment Day 2013 (WED), la speciale giornata internazionale a supporto dell’ambiente, curata dalle Nazioni Uniti. L’evento, che si celebra ogni anno il 5 giugno, dedicherà la sua ultima edizione alla riduzione dei rifiuti alimentari. L’ONU fa sapere di aver scelto il paese asiatico per i suoi sforzi verso lo sviluppo di un’economia verde nei suoi principali settori economici quali l’industria mineraria e la promozione della consapevolezza ambientale tra i giovani. “La Mongolia si trova ad affrontare sfide enormi a causa degli impatti del cambiamento climatico, tra cui la crescente pressione sulla sicurezza alimentare, la sua tradizione di pastorizia nomade e il rifornimento idrico”, ha spiegato il Direttore Esecutivo dell’UNEP Achim Steiner. “Si stima che la temperatura media annua sia aumentata di oltre 2 °C negli ultimi 70 anni e che le precipitazioni siano diminuite nella maggior parte delle regioni, ad eccezione della’area occidentale del paese, evidenza del fatto che la Mongolia è tra le nazioni più vulnerabili nel mondo al riscaldamento globale”. Eppure, spiega Steiner, il suo governo è determinato a rispondere a queste sfide e a cogliere le opportunità di un futuro meno inquinante e più sostenibile, dalla decisione di attuare una moratoria sulle nuove estrazioni in attesa di migliori normative ambientali, ai piani per divenire un esportatore di energia pulita. Il tema 2013 per la Giornata è “Think.Eat.Save. Reduce Your Foodprint“, slogan adottato anche dalla campagna globale lanciata all’inizio di quest’anno dall’UNEP e la FAO per ridurre gli sprechi alimentari. L’annuncio è stato dato nel corso della sessione del Consiglio direttivo del Programma ambientale a Nairobi, in Kenya, dove centinaia di ministri dell’ambiente e di rappresentanti della società civile si sono incontrati per discutere di alcuni dei problemi ambientali più pressanti. “Sono sicuro che, come ospite del WED, la Mongolia dimostrerà al mondo che una transizione verso un’economia verde è possibile, anche all’interno di alcuni dei settori industriali tradizionalmente più difficili, quando leadership, visione e politiche sono tradotti in azione sul campo “, ha concluso Steiner". Nell'immagine, un'anziana nomade del Gobi con la sua capretta (foto Federico Pistone)

La compagnia aerea mongola Miat
nuovo partner per i voli dall'Italia


22 febbraio 2013

Importanti novità per gli italiani diretti in Mongolia. Da oggi si può viaggiare con la compagnia Miat, compagnia di bandiera mongola, direttamente da nostro Paese grazie all'accordo con Air Berlin, secondo quanto riporta l'ufficio stampa Aviareps: "Miat, il vettore di linea asiatico rappresentato in Italia da Aviareps, grazie a un accordo interline con Air Berlin offre ora collegamenti dall’Italia verso Ulan Bator - ULN – in Mongolia. L’accordo prevede collegamenti dalle principali città italiane: Milano, Venezia, Roma, Napoli e Brindisi verso Berlino Txl da dove partono i voli diretti per la capitale della Mongolia. Inoltre durante la stagione estiva 2013 il vettore nazionale mongolo aumenterà ulteriormente la propria offerta di servizi a 4 voli settimanali su questa rotta. La MIAT offre numerose coincidenze via Ulan Bator su ben 6 destinazioni come Pechino (Cina), Tokio-Narita (Giappone) o l’aeroporto internazionale di Incheon (Corea del Sud). Fondata nel 1956, MIAT opera dalla base di Gengis Khan International Airport nei pressi di Ulan Bator (Mongolia) e serve un totale di dodici destinazioni dirette nazionali e internazionali in Europa e in Asia".

Vergognoso documentario di Discovery
sulle "belve in Mongolia"


21 febbraio 2013

I mostri sono loro. Non quelli che nuotano pacifici nei laghi e nei fiumi della Mongolia, ma quelli che vanno a ucciderli, e ne vanno anche fieri. River Monster è una serie televisiva di Discovery Channel, che domenica 24 febbraio alle 8.55, con repliche varie, sarà dedicata a "Belve in Mongolia". Le "belve" in questione sono i giganteschi pesci che popolano i corsi d'acqua mongoli, creature meravigliose che diventano lugubri trofei di caccia di questi sciagurati documentaristi. "Jeremy Wade - si legge nella presentazione - gira il mondo per scovare i pesci d'acqua dolce più pericolosi, scoprendo anche miti e leggende sul loro conto". E così questo signore (nella foto insieme a un complice) si sente autorizzato ad andare a stanare e distruggere la vita di queste creature. E si legge ancora: "Quando sente dell'attacco su di un fiume della Mongolia, Jeremy Wade pensa si tratti di qualche pesce raro e si vocifera che sia una creatura tra le più mostruose in circolazione". Probabilmente si tratta dello stesso Wade! Al di là di questo inguardabile documentario, c'è da rilevare un livello infimo dei programmi proposti dai network americani, come Discovery, dove la natura ormai è diventata soltanto un elemento che l'uomo deve padroneggiare, distruggere, umiliare. Per avere informazioni sulla fauna ittica in Mongolia vai alla nostra sezione Pesci

Tre atleti mongoli in classifica
ai Mondiali della 10 km di fondo


21 febbraio 2013

Saranno anche "atleti folkloristici", come li ha definiti La Repubblica, ma i tre alfieri della Mongolia hanno comunque ottenuto un discreto risultato di squadra nella 10 km di qualificazione ai Mondiali di sci nordico in svolgimento nella Val di Fiemme. Nella gara vinta dal romeno Palici, il 28enne mongolo Bayaraa Gerelt-od è giunto 51°, Tumur Dorjgotov 53° (in azione nella foto) e Bold Byambadorj 57°. E' un piccolo segno per una disciplina che piano piano sta conquistando i mongoli che hanno a disposizione "campi di gara" particolarmente ampi e climi adatti.

Ai Mondiali di sci nordico in Val di Fiemme
anche la Mongolia cerca la sua gloria


21 febbraio 2013

C'è anche un po' di Mongolia nel Mondiale di sci nordico che ha preso il via in Trentino. Paolo Rossi dal sito di Repubblica (immagine) lo racconta così: "Il terzo Mondiale di sci nordico della Val di Fiemme è cominciato oggi, con le qualificazioni flokloristiche di paesi come Mongolia, India, Venezuela, Nepal, Brasile e Iran, tanto per citarne alcuni. In palio, per questi atleti figli di un dio minore, ci sono dieci posti in palio. Per chi ci riesce è un po' come vincere una medaglia d'oro. Se non ci credete. Chiedete a Dachhiri Sherpa, del Nepal, o a Nadeem Iqbal dell'India". Una partecipazione coraggiosa, che merita l'applauso più forte.

Il Cio cancella la lotta dalle Olimpiadi
Per la Mongolia una vera batosta


12 febbraio 2013

La lotta non farà più parte del programma olimpico. La sciagurata decisione è stata presa dal Cio e sarà ratificata a settembre dall'Assemblea generale di Buenos Aires. Un vero e proprio affronto allo sport, considerata anche la storia che avvolge questa disciplina affascinante, inclusa da sempre nei moderni Giochi Olimpici, dal 1896 al 2012. La prossima edizione di Rio de Janiero sarà l'ultima passerella, poi la lotta scomparirà. Ci saranno il badminton, il pentathlon moderno, il taekwondo ma non ci saranno la lotta, il rugby, il baseball, a dimostrazione dell'inadeguatezza (e dell'ignoranza) dei vertici del Comitato Olimpico Internazionale. Tanto più se si considera che questa scelta penalizzerà alcuni Paesi, come la Mongolia, specializzati in certe discipline favorendone altri. Sono 9 le medaglie olimpiche conquistate dagli atleti mongoli nella lotta, che è stato finora lo sport più prolifico (7 le medaglie nel judo tra cui l'oro di Tuvshinbayar, 6 nella boxe con l'oro di Badar-Uugan, sempre a Pechino 2008 e 2 nel tiro): all'Olimpiade di Londra 2012 Soronzonboldyn Battsetseg (nella foto) aveva conquistato il bronzo nella lotta 63 kg. A Rio avrà 26 anni e avrà quindi l'ìultima possibilità di fare il bis o di rendere ancora più prezioso il metallo della sua medaglia. Poi però non potrà più avere, lei e i suoi colleghi di disciplina, la ribalta olimpica. 

TSAGAAN SAR: BUON ANNO MONGOLIA!
E MONGOLIA.IT FESTEGGIA CON IL NUOVO SITO


9 febbraio 2013

E' cominciato il conto alla rovescia. La Mongolia aspetta il nuovo anno, quello del serpente, che comincia l'11 febbraio. Saranno cinque giorni di grande festa per lo Tsagaan Sar (luna bianca), secondo il calendario lunare. Anche il nostro sito mongolia.it vuole festeggiare nel modo migliore lo Tsagaan sar: lo fa con la nuova veste alla home page del sito, ma soprattutto con la possibilità di consultarlo completamente su tutti i tablet portatili, compresi ipad, iphone, smartphone. Un modo per crescere insieme e per essere ancora più vicini ai nostri amici della Mongolia. Riproponiamo una guida essenziale al capodanno mongolo tratta da "Mongolia - L'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri" (Polaris) di Federico Pistone, giunta proprio in questi giorni alla terza edizione di stampa. Tsagaan sar: è il capodanno mongolo che segue il calendario lunare tibetano. I mongoli fanno festa per cinque giorni consecutivi. Ultimo giorno dell’anno (10 febbraio 2013): si scelgono i vestiti migliori e si preparano centinaia di buuz (i tradizionali ravioli al vapore) e altri piatti e bevande tipiche. Primo giorno dell’anno nuovo (11 febbraio): si consumano antichi riti per ricordare gli antenati, si vanno a visitare i parenti più anziani, si scambiano i regali e si mangia e si beve tutti insieme. Secondo giorno dell’anno (12 febbraio): nuovi incontri con altri parenti, sfoggiando i vestiti e i gioielli migliori. Terzo giorno dell’anno (13 febbraio): si rispetta il rito di restare in casa o nelle gher insieme ai familiari più stretti. Quarto giorno dell’anno (14 febbraio): si completa la festa con incontri fra amici, giochi, canti e balli.

La Mongolia entra nel top dei luoghi da visitare
secondo il quotidiano Usa New York Times


5 febbraio 2013

La Mongolia entra nella hit parade dei luoghi da visitare secondo il New York Times. Sedici le mete mondiali indicate dal quotidiano statunitense, tra cui il Bhutan, Rio de Janeiro, Filippine e Vernazza. Si legge: "Le praterie della Mongolia hanno sempre attirato i viaggiatori in cerca di avventure, in particolare chi ama andare a cavallo, ma i limiti delle infrastrutture hanno sempre ostacolato l'arrivo dei turisti. Oggi il governo sta lavorando per cambiare le cose, con l'obiettivo di portare un milione di turisti entro il 2015, il doppio di quelli che hanno visitato il paese nel 2011 (...)". "Inoltre - ricorda il New York Times - da un anno esiste una nuova compagnia aerea dedicata ai voli nazionali, la Mongolian Airlines, che ha già aggiunto una tratta internazionale per Hong Kong e ha in programma di allargare la sua offerta ad altre destinazioni in Asia". Anche mongolia.it, attraverso i suoi contatti in Mongolia, propone diverse soluzioni per un viaggio nel cuore vero del Paese, attraverso gli aspetti più stupefacenti sia dal punto di vista naturalistico che culturale e antropologico. Vedi Parti con noi.

Alberto Bradanini nuovo Ambasciatore d'Italia
a Pechino per la Cina e la Mongolia


28 gennaio 2013

Si chiama Alberto Bradanini (foto) e da gennaio 2013 è il nuovo Ambasciatore d’Italia a Pechino per la Cina e la Mongolia. Bradanini, dall’agosto del 2008 ambasciatore a Teheran, succede ad Attilio Massimo Iannucci. "Entrato alla Farnesina nel 1975 - ricorda la Camera di Commercio Italo-Mongola - dopo aver ricoperto negli anni incarichi istituzionali a Mons, Caracas, Oslo, Pechino e Hong Kong, dal 1998 al 2003 ha svolto le funzioni di Special Assistant del Direttore Esecutivo dell’UNODC alle Nazioni Unite (Vienna) e successivamente (1999-2003) è stato Direttore dell’UNICRI, Istituto di Ricerca delle Nazioni Unite sul Crimine e la Droga, con sede a Torino. Dal 2004 al 2007 ha ricoperto il ruolo di Coordinatore del Comitato Governativo Italia-Cina, mentre da gennaio 2007 ad agosto 2008 è stato responsabile degli Affari Istituzionali Internazionali dell'ENEL. In seguito ha ricoperto l’incarico di Ambasciatore d'Italia a Teheran, fino a gennaio 2013, anno in cui è stato chiamato a ricoprire il ruolo di Ambasciatore d’Italia a Pechino".    

Lo Tsagaan si festeggia anche a Milano
il 10 febbraio con l'associazione Soyombo


28 gennaio 2013

Festeggiare lo Tsagaan Sar a Milano. E' la puntuale proposta dell'associazione Soyombo per domenica 10 febbraio alle 19.30 presso il ristorante La Palma di via Balbo 31, angolo viale Toscana. Il prezzo della cena è di 25 euro a testa, di cui 6 andranno a favore di progetti benefici. Il menu prevede: insalata russa, khushuur, panzerottini di carne fritti, insalata di cavolo cappuccio baitsaany salat, cosciotto d'agnello al forno con patate, tiramisù, vino, acqua e caffè. Chi volesse partecipare può scrivere a giancarlo.ventura@gmail.com. Nella foto, il segretario dell'associazione Soyombo Giancarlo Ventura.

Sumo, il mongolo Harumafuji
conquista la Coppa dell'Imperatore


27 gennaio 2013

Si chiama Davaanyamyn Byambadorj, in arte Harumafuji. Ha 28 anni ed è il più forte lottatore di sumo del mondo, è mongolo come i suoi leggendari predecessori. Harumafuji ha trionfato a Tokyo nella Coppa dell'Imperatore chiudendo con un percorso netto di 15 successi e battendo in finale il connazionale Hakuho, che ha chiuso con un record di 12-3. Un'altra umiliazione per i giapponesi, che ormai da anni sono stati scalzati dai mongoli dal trono del sumo. Nella foto, lo yokozuna Harumafuji con il prestigioso trofeo.

Tavan Tolgoi ferma l'export
e rinvia la quotazione in Borsa


26 gennaio 2013

Problemi per lo sviluppo minerario della Mongolia. Lo rileva "Finanza & Mercati" del Sole 24 Ore: "Tavan Tolgoi, uno dei maggiori progetti di sviluppo minerario della Mongolia, è nei guai. La maxi-miniera, che racchiude riserve di carbone (soprattutto da coke) tra le più ricche del mondo, sta soffrendo gravi difficoltà finanziarie, che l'hanno spinta a interrompere le forniture alla Cina e a chiedere aiuto allo Stato, rinviando per l'ennesima volta la quotazione: una Ipo da 3 miliardi di dollari, che la società pubblica Erdenes Tavan Tolgoi puntava a realizzare in contemporanea nelle borse di Ulan Bator, Londra e Hong Kong. All'origine dei problemi, che sembrano essere arrivati tutti contemporaneamente, non c'è soltanto la debolezza del mercato del carbone (che pure ha fatto la sua parte). La responsabilità sembra essere soprattutto del Governo mongolo, che non ha saputo gestire in modo assennato una risorsa che – insieme a Oyu Tolgoi, enorme deposito di rame e oro affidato a Rio Tinto – appare capace di fare da traino al già vorticoso sviluppo del Paese, il cui Pil è cresciuto l'anno scorso di oltre il 10% (anche se resta di appena 10 miliardi di dollari)". Per leggere l'intero articolo clicca qui . Nella foto, la miniera di Tavan Tolgoi.

L'Ambasciatore Odonbaatar: La Mongolia
ha bisogno dell'alta tecnologia italiana"


24 gennaio 2013

''La Mongolia ha bisogno dell’alta tecnologia dell’Italia". Lo ha detto l’Ambasciatore di Mongolia a Roma, Shijeekhuu Odonbaatar (nella foto insieme al presidente della Repubblica Napolitano) nel corso di un incontro promosso dalla Camera di Commercio Italo Mongola al Ministero dello Sviluppo economico con il direttore generale Amedeo Teti. "Oggi i piani di sviluppo governativi mongoli - ha aggiunto Odonbaatar - presentano opportunità importanti per gli investitori italiani, a cui la Mongolia può garantire tutto il supporto necessario e offrire collaborazioni commerciali reciprocamente vantaggiose". In conclusione dell’incontro, il Presidente della Camera di Commercio Michele De Gasperis ha espresso piena soddisfazione: “L’Italia e la Mongolia sono due partner commerciali assolutamente complementari per rapporto tra domanda-offerta, dimensione e cultura delle aziende. Il know how italiano si coniuga perfettamente con le richieste e le dimensioni del mercato mongolo, che rappresenta per l’Italia un hub strategico verso il mercato russo e orientale”. Altre informazioni sul sito www.associm.com

E' morto Taiho, imperatore del sumo
prima dell'arrivo dei lottatori mongoli


20 gennaio 2013

Anche la Mongolia piange la scomparsa di Taiho Koki, leggendario lottatore di sumo. Era nato 72 anni fa nell'isola russa di Sakhalin, da parte ucraino e madre giapponese. Giovanissimo si era trasferito in Giappone e a 19 anni combatteva il primo match da professionista. Negli anni 6o diventò yokozuna vincendo per due volte 6 tornei consecutivi, un'impresa riuscita, dopo di lui, solo ai lottatori mongoli che di fatto scalzarono per sempre i giapponesi dal trono del sumo. Nella foto, un successo di Taiho.

L'ex ambasciatore Batjargal a Milano Post:
"L'Italia sta perdendo una grande occasione"


18 gennaio 2013

L'Italia sta perdendo una grande occasione. Parola di Batjargal Chuluun, l'ex ambasciatore intervistato da Carlotta Vasoli per Milano Post."L’Italia – e la mentalità italiana – non sono in grado di cogliere la situazione odierna - ha dichiarato Batjargal - di rendersi conto dell’importante treno che si sta perdendo; Stati Uniti, Francia, Germania, Giappone, Korea, Cina, Australia, Canada e tanti altri Stati hanno già effettuato investimenti in Mongolia, maturando interessi non da poco. Così l’Italia rimane l’unico Paese ad essere in ritardo in questa corsa, che rischia facilmente di perdere; il che sarebbe un peccato viste le sue importanti tecnologie adatte alla lavorazione delle materie prime li presenti". Per leggere l'intera intervista clicca qui . Nella foto, Batjargal Chuluun.

Il futuro economico e sociale della Mongolia
nell'attenta e inquietante analisi di Quercioli


17 gennaio 2013

Il futuro economico e sociale della Mongolia, tra sviluppo iperbolico legato allo sfruttamento delle miniere del Gobi e le conseguenze che potrebbero essere devastanti in un prossimo futuro. Emiliano Quercioli analizza la situazione in un articolo apparso su www.meridianionline.org. Di seguito un estratto. Per leggere l'intera pubblicazione vedi sezione ARTICOLI.
Secondo le analisi del Fondo monetario internazionale (Fmi), della Banca mondiale e le proiezioni dell’Economist, il nuovo Pil campione di crescita nel 2013 sarà quello della Mongolia. Con un tasso di crescita stimato di oltre il 13%, che secondo studi del Fmi potrebbe avvicinarsi al 18% nel corso dell’anno, la Mongolia si avvia a diventare la nuova booming economy asiatica del prossimo decennio (...). Il progetto più importante è quello di Oyu Tolgoi. Si tratta di un enorme impianto di produzione di rame situato sulle colline al confine con la Cina, nato nel 2010 da un joint venture tra la multinazionale anglo-australiana Rio Tinto, la canadese Turquoise Hill Resources e il governo mongolo. L’impianto entrerà in produzione quest’anno dopo un investimento pari a 6 miliardi di dollari e tre anni di lavoro, con una produzione di almeno 450000 tonnellate di rame e 93 di oro l’anno. Il minerale estratto sarà diretto in gran parte in Cina, il principale mercato di sbocco delle esportazioni mongole di rame. I livelli di produzione si manterranno stabili su queste cifre per il prossimo cinquantennio e porteranno la miniera di Oyu Tolgoi ad incidere per un terzo sul Pil mongolo entro il 2020. (...) A farsi largo è stata una nuova formazione della sinistra nazionalista, che si è presentata con l’altisonante nome di Coalizione della giustizia (Cdg). Dopo aver ottenuto il 22% dei voti e 11 dei 76 seggi parlamentari, il Cdg è diventato il terzo partito del paese. Questo gruppo comprende principalmente dissidenti del vecchio Partito popolare rivoluzionario mongolo (Pprm), che non ne hanno accettato la svolta democratica del 2010, e membri del Partito nazionale democratico (Pnd). La presenza di questa terza forza, guidata dall’ex presidente della Mongolia, Nambaryn Enkhbayar (nella foto), ha interrotto lo storico bipolarismo tra il il Pd e il Pp e ha imposto la propria agenda alla coalizione di governo cavalcando il malcontento popolare con i suoi toni nazionalisti (...). Nonostante le strette relazioni commerciali, i cinesi non sono molto amati in Mongolia. Oltre alla storica diffidenza causata della dominazione cinese durata fino al 1911, stanno emergendo nuove voci di protesta riguardo il trattamento cinese dei lavoratori mongoli emigrati nella Rpc in cerca di fortuna. Sul risentimento mongolo ha fatto leva anche Tserendash Tsolmon, ex-vice ministro degli esteri ed esponente del nuovo partito Coalizione per la giustizia, che ha richiesto esplicitamente il blocco delle licenze minerarie ai cinesi. Tserendash Tsolmon ha anche sottolineato la necessità di trovare “nuovi vicini” e ha citato gli Usa, il Giappone, la Corea del Sud e l’Unione Europea, non a caso tutti concorrenti del gigante cinese. (...) Gli effetti della nuova legge sugli investimenti hanno poi preoccupato anche tutti gli altri investitori stranieri, incluso il colosso britannico della Rio Tinto, una delle più grandi multinazionali minerarie al mondo. Il timore della Rio Tinto è di vedere vanificati i propri investimenti nel caso in cui il parlamento mongolo approvi nuove leggi limitanti alle relazioni con la Cina, a cui vengono venduti gran parte dei minerali estratti. Come ha affermato un portavoce (rimasto anonimo) della miniera di Oyu Tolgoi, la Mongolia si trova in una posizione geografica ideale per l’attività mineraria, con una produzione enorme e un altrettanto enorme consumatore confinante, la Cina. Un deterioramento delle relazioni tra la Mongolia e la Cina potrebbe portare ad un vero e proprio “embargo” da parte cinese e quindi al blocco del transito delle merci verso i vicini mercati e porti cinesi. Se gli equilibri con la Rpc dovessero cambiare, il porto utile più vicino sarebbe quello di Vladivostok, distante quasi 4000 km da Oyu Tolgoi. Questa possibilità non è solo un vago timore, ma un rischio reale. Nel 2011 la visita del Dalai Lama ad Ulaanbaatar provocò la chiusura in rappresaglia del confine sino-mongolo da parte di Pechino. Se questi scenari si avverassero, si potrebbe assistere ad un rallentamento o perfino un blocco dell’economia della Mongolia e quindi in un grave rischio per le rosee previsioni sui tassi di crescita del Pil nel 2013.

Il dramma del gelo in Mongolia
nella testimonianza di un missionario


15 gennaio 2013

La Mongolia sta vivendo la sua stagione più drammatica, il feroce gelo invernale che fa precipitare le temperature oltre i 40 gradi sottozero anche nella capitale. A farne le spese sono soprattutto gli animali, soprattutto le greggi dei pastori falcidiate dallo zud, il fenomeno del congelamento permanente del terreno. Già si parla di un bilancio di milioni di animali morti. La vita è dura per tutti in questo periodo, anche per i missionari che operano in Mongolia. Nella sezione FORUM abbiamo pubblicato la testimonianza "glaciale" e nello stesso tempo calorosa di padre Daniele Giolitti, dei missionari della Consolata. Riproponiamo qui la toccante esperienza in prima linea. "La neve crea sempre un’atmosfera speciale, quasi magica, difficile da descrivere. Qui nella nostra missione in Mongolia, ora che è tutto ricoperto da quella candida coltre bianca, si percepisce un senso di pace e di silenzio. La poesia, però, lascia subito spazio alla dura realtà di freddo e sofferenza di molte famiglie mongole, che scarseggiano di legna e di carbone. Il lungo e rigido inverno è iniziato da un bel po’! Un luogo caldo e accogliente è la tenda-gher cappella in Arvaiheer, da 5 mesi diventata parrocchia. Riscaldata al centro da una grande stufa mongola, attrae ogni giorno alcune – non molte, ma fedelissime – persone per la preghiera e la messa. Buio, vento, neve, bufera che imperversino, per Narantuya e altre mamme come lei è un appuntamento fisso, seduti attorno il più vicino possibile al focolare. Narantuya spesso viene con il suo figlio Jahnaa di 10 anni. Malgrado la scuola sia iniziata da 2 mesi, scopriamo che non possiede molti dei libri per studiare. Allora insieme andiamo al mercato dove in una bancarella troviamo alcuni libri di seconda mano. Sono molto sgualciti, ma non ho mai visto un bimbo cosi’ felice di poter ora studiare come i suoi compagni. Sotto la neve, poi, visitiamo alcune famiglie che ci hanno invitato per la cerimonia del taglio dei capelli dei loro bambini, raggiunti l’età di 3 anni. Nella semplicità è una caratteristica festa di famiglia dove ci si scambiano dolci, caramelle e prodotti tipici della pastorizia, quale l’aaruul (derivato dallo yogurt fatto seccare). In missione, invece, dobbiamo correre a destra e a sinistra per far fronte ai continui lavori di manutenzione. Questa volta stiamo lottando con i tubi dell’acqua congelati, l’altra volta con la pompa del pozzo bruciata… e poi con il riscaldamento quando è saltata la corrente elettrica per 1 giorno e mezzo! Infine, una domenica pomeriggio, stanco dopo tutte le attività anche con un vento gelido faccio due passi e arrivo quasi inaspettatamente al piccolo monastero buddista dietro la collina. Come la gher di Narantuya che non ha la correte elettrica, anche qui c’e’ una sola lampada a olio accesa e tutto è freddo. In un angolo c’è un monaco seduto che legge il libro ai fedeli che vanno a consultarlo. Con reverenza mi avvicino, salutandolo e presentandomi. Mi sembra una persona cordiale e nasce un amichevole colloquio. Lui conosce la nostra chiesa cattolica e sono colpito quando mi dice: “L’amicizia va al di là della religione”.

Milano incontra l'Oriente (e la Mongolia)
appuntamenti dal 22 gennaio al 19 marzo


6 gennaio 2013

Milano incontra l'Oriente, e la Mongolia in particolare, in un ciclo di conferenze che prende il via martedì 22 gennaio e si conclude il 19 marzo. I seminari "Dall'antichità al Rinascimento" sono organizzati dall'Istituto studi umanistici Petrarca e dal centro culturale Italia-Asia e si terranno all'università Cardinal Colombo in piazza San Marco 2. Si comincia il 22 gennaio alle 18 con Marilia Albanese che parla di Angkor e l'impero dei khmer mentre il 19 marzo Giancarlo Ventura chiuderà con "Chinghis Khaan, l'uomo che cambiò il mondo". Nell'immagine, il condottiero mongolo.

La Mongolia si prepara allo Tsagaan Sar
il capodanno lunare: arriva l'anno del serpente


5 gennaio 2013

La Mongolia si sta preparando allo Tsagaan Sar (luna bianca), la celebrazione dell'anno nuovo secondo il calendario lunare. Il "capodanno" cade lunedì 11 febbraio. Si passa dall'anno del drago all'anno del serpente: chi nasce nel 2013 sarà una persona saggia e generosa, ma anche un po' timida. I festeggiamenti in Mongolia dureranno 5 giorni durante i quali le famiglie si ritrovano presso le case o le gher preparando e gustando i buuz, ravioli al vapore ripieni di carne di montone annaffiati da té salato con latte di yak, vodka o airag, il latte di giumenta fermentato. Ecco una guida essenziale sul capodanno mongolo tratta da "Mongolia - L'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri" (Polaris) di Federico Pistone. Tsagaan sar: è il capodanno mongolo che segue il calendario lunare tibetano. I mongoli fanno festa per cinque giorni consecutivi. Ultimo giorno dell’anno (10 febbraio 2013): si scelgono i vestiti migliori e si preparano centinaia di buuz (i tradizionali ravioli al vapore) e altri piatti e bevande tipiche. Primo giorno dell’anno nuovo (11 febbraio): si consumano antichi riti per ricordare gli antenati, si vanno a visitare i parenti più anziani, si scambiano i regali e si mangia e si beve tutti insieme. Secondo giorno dell’anno (12 febbraio): nuovi incontri con altri parenti, sfoggiando i vestiti e i gioielli migliori. Terzo giorno dell’anno (13 febbraio): si rispetta il rito di restare in casa o nelle gher insieme ai familiari più stretti. Quarto giorno dell’anno (14 febbraio): si completa la festa con incontri fra amici, giochi, canti e balli.

EMERGENZA GELO IN MONGOLIA
PREVISTA ECATOMBE DI ANIMALI


4 gennaio 2013

Puntuale in Mongolia scatta l'emergenza gelo. Quest'anno l'inverno è particolarmente rigido con temperature che in questi giorni hanno toccato i - 40 con punte di - 45 nelle zone settentrionali. La neve ricopre tutto il Paese, nelle province del Khentii ha superato 1,20 metri. In quasi tutto il territorio mongolo il rischio "zud" (il congelamento permanente del terreno che non consente agli animali di attingere al foraggio) è più che mai grave e concreto. Le conseguenze sono terribili: si prevede che nel solo inverno 2012-2013 moriranno circa 10 milioni di animali: al di là della terrificante ecatombe, la situazione diventa critica anche per il milione e mezzo di nomadi che popolano le steppe e il deserto, che perderanno gran parte delle mandrie, unico loro patrimonio. Le istituzioni mongole e internazionali stanno cercando di far fronte alla catastrofe, ingenti fondi sono già stati stanziati per trasportare nomadi e mandrie in zone a minore rischio. Sono state inoltre predisposte unità di soccorso per cercare di rendere meno tragica la situazione. Nella foto Reuters, un pastore rimuove delle carcasse di animali

Trafugò dala Mongolia scheletro di Tirannosauro
Ora rischia 17 anni di carcere e una maximulta


28 dicembre 2012

Rischia 17 anni di carcere il 38enne Erik Prokopi, accusato di avere trasportato clandestinamente negli Stati Uniti antichi fossili dal deserto del Gobi della Mongolia, tra cui lo scheletro quasi integro del Tyrannosaurus baatar (foto) risalente a 70 milioni di anni fa. Il prezioso reperto era stato battuto a un'asta americana a oltre un milione di dollari ma le autorità mongole e l'opinione pubblica internazionale avevano hanno dimostrato l'illegalità della vendita ottenendo il ritorno del dinosauro in Mongolia. Prokopi oltre a una lunga detenzione dovrà pagare anche 250.000 dollari di multa. Ma la notizia migliore è che d'ora in poi sarà molto più difficile trafugare reperti antichi e archeologici dalla Mongolia.

Statutetta buddhista mongolo-tibetana
battuta all'asta per 2,7 milioni di euro


15 dicembre 2012

E' di scuola mongolo-tibetana la statuetta d'oro della dea buddhista Panca-raksha, venduta all'asta a Zurigo all'eccezionale prezzo di 2,7 milioni di euro, 19 volte di più della sua stima più alta. La scultura, alta 32 centimetri, è stata acquistata da un cinese al telefono, ma è stata contesa da altri otto cinesi e da un inglese. La statuetta, che potrebbe anche essere della scuola di Zanabazar, il grande genio mongolo che ha vissuto a cavallo tra XVII e XVIII secolo (vedi sezione Zanabazar) proveniva da un collezionista svizzero che ha messo in vendita lo stesso giorno anche una figura di bronzo del XIV secolo originaria del Nepal.

Gli sciamani della Mongolia
sull'ultimo numero di National Geographic


5 dicembre 2012 Copertina dedicata alla Mongolia nel numero di dicembre di National Geographic edizione italiana. Il magazine propone un ampio servizio sugli sciamani, in particolare quelli della Mongolia: "Scelti dagli spiriti per curare corpi, menti e anime - si legge - gli sciamani stanno tonando in auge in tutto il mondo". "Tra Mongolia, Asia centrale e Siberia sempre più persone tornano ad affidarsi a 'coloro che sanno'. Il servizio è di David Stern, le immagini di Carolyn Drake.
Mostra fotografica di Nyamaa a Vicenza
per ridare il sorriso a una bambina


5 dicembre 2012 Una mostra fotografica sulla Mongolia per ridare il sorriso a una bambina. E' l'iniziativa proposta da Nyamaa Lkhagvajav, donna dalle mille risorse e collaboratrice storica di mongolia.it, qui nella veste di raffinata fotografa, attenta a restituire le emozioni della sua terra. "Sguardi solidali per la Mongolia" replica dal 13 al 18 dicembre a Villa Tacchi di Vicenza, dopo il successo dell'esposizione di novembre. L'idea nasce dall'iniziativa di Sos Bambino International Adoption Onlus per aiutare Nomin Erdene Gerelt Old, bambina mongola a cui è stato amputato un braccio per un errore medico. Tra le immagini proposte da Nyamaa spiccano quelle della caccia con le aquile, spettacolare e millenaria pratica che viene ancora oggi eseguita sui rilievi dell'Altai. Nella foto a sinistra, un particolare di una foto di Nyamaa.
Cresce la ferrovia mongola: 7 miliardi di dollari
per seimila chilometri di nuove linee


4 dicembre 2012 La Mongolia lancerà un'offerta d'appalto per il nuovo progetto della ferrovia da 7 miliardi di dollari entro la fine dell'anno. Il progetto consiste in 6.000 chilometri di nuove linee, che comprendono un corridoio ferroviario tra est e ovest e due linee che collegano il nord e il sud, attraverso l’attuazione di un progetto a tre fasi. Queste nuove linee accresceranno il numero di collegamenti con le altre ferrovie locali e faciliteranno una maggiore movimentazione di risorse minerarie e merci. La Mongolia è una delle economie a più rapida crescita al mondo, che ha registrato un aumento del Pil del 17,4% nel 2011. Quest'anno è prevista una crescita ulteriore del Pil dell'11%. Le Mongolian Railways (UBTZ) hanno trasportato 18,4 milioni di tonnellate di merci nel 2011. Il traffico previsto potrebbe superare 19 milioni di tonnellate quest'anno. Entro il 2020 il trasporto su binari potrebbe raggiungere 50 (fonte Associm)
Il pittore tradizionalista mongolo Ganbat
in mostra a Milano dal 22 al 26 novembre


16 novembre 2012 Il pittore tradizionalista mongolo Nyamaa Ganbat, uno dei più prestigiosi nel suo Paese e a livello internazionale, espone a Milano dal 22 al 26 novembre, al Laboratorio sperimentale di arti visive in via Plinio 46. L'inaugurazione è prevista per giovedì 22 alle 18,30 alla presenza del Console onorario della Mongolia Gantuya Tsevegdorj. Ganbat è nato a Ulaanbaatar 42 anni fa ed è considerato uno degli elementi di spicco del Mongol zurag, una tecnica pittorica senza prospettiva, con luci e ombre rappresentate da colori. I soggetti preferiti da Ganbat sono i combattimenti dei guerrieri mongoli e le rappresentazioni di Gengis Khan. Nella foto, il pittore mongolo con una delle sue spettacoli realizzazioni.
Anno zero della pallacanestro mongola
secondo analisi di Stato e Potenza


11 novembre 2012

La Mongolia è protagonista mondiale in alcuni sport: il sumo, il tiro, il judo, la lotta. In altre discipline sta crescendo, piano ma sta crescendo. E' il caso della pallacanestro, a cui il periodico Stato e Potenza ha dedicato un articolo molto interessante, analizzando sia l'aspetto strettamente agonistico sia quello sociale. Ecco una parte del servizio, che si può leggere per intero direttamente a questo link . "Pallacanestro in Mongolia”, per almeno un centinaio d’anni ha rappresentato una sorta di ossimoro, due mondi distinti, lontani, quasi inconciliabili. Nonostante la vicinanza con due potenze cestistiche mondiali, come Cina e Russia, i fattori naturali (temperature rigidissime), tradizionali (scarsa propensione per gli sport di squadra) e fisici (corporature mediamente minute e certamente non di alta statura) hanno impedito un dignitoso sviluppo dell’arte cestistica in questa parte del mondo. Per quasi sessant’anni, da quando il potere centrale di Ulaanbaatar ha definito una strutturazione “moderna” dello sport di massa, la nazionale mongola ha partecipato, a mo’ di comparsa o, peggio, di sparring partner, ad un numero di tornei cestistici che possiamo elencare sul palmo di una mano, ovviamente con risultati disastrosi". Nella foto, la compagine under 18 della Mongolia.

David Bellatalla presenta "In viaggio con le nuvole"
per la Casa della Speranza a Ulaanbaatar


9 novembre 2012 "In viaggio con le nuvole" è il libro realizzato da David Bellatalla, antropologo che da anni si occupa della Mongolia e realizza progetti umanitari, l'ultimo dei quali riguarda la Casa della Speranza a Ulaanbaatar. "In questi anni - ricorda Bellatalla - abbiamo acquistato un fatiscente edificio nel quartiere più povero della capitale mongola e con l’aiuto logistico della Mongolian Red Cross, abbiamo iniziato ad operare per portare aiuto ai bambini di strada rendendo il piccolo centro un “faro” della speranza per le povere anime che vivono nelle viscere della terra, senza famiglia e senza assistenza". David cerca ora di completare l'opera prima dell'arrivo del terribile inverno mongolo, chiede così una donazione, ricordando che "la Mongolia Red Cross invierà a tutti coloro che ci aiuteranno una ricevuta ufficiale (in inglese e mongolo) utilizzabile per sgravi fiscali o altro". Ecco le coordinate bancarie: Name of beneficiary : MONGOLIA RED CROSS SOCIETY Chingeltei District Red Cross Branch Bank: Trade Development Bank of Mongolia, Ulaanbaatar, Mongolia. SWIFT code: TDBM MN UB Account # nr. 4041 97 595. Il libro di Bellatalla verrà presentato giovedì 6 dicembre alla libreria Azalai di Milano (sopra, l'immagine di copertina di "In viaggio con le nuvole").
In libreria "Mongolia in viaggio" di Irene Cabiati
diario intimo e avvincente fra tradizioni e futuro


8 novembre 2012 E' in libreria "Mongolia in viaggio" di Irene Cabiati (Alpine Studio, 13 euro): è un racconto, un reportage, a volte una guida. L'autrice, giornalista de La Stampa, si addentra con curiosità e attenzione nelle fenditure della Mongolia, decifrandola fra tradizioni millenari e nuove velleità di emancipazione, sociale ed economica, con tutti i rischi che questo comporta. Un diario intimo e avvincente insieme, punteggiato da fotografie, a colori e in bianco e nero, finalmente insolite, che restituiscono una Mongolia senza veli e senza compromessi. Dall'introduzione: "La Mongolia è un Paese ricchissimo e questo viaggio ne esplora i tesori. Non mi riferisco alle sue sterminate riserve di minerali. Io ho trovato altri tesori e li narro con la prudenza di chi, viaggiando, impara ascoltando con gli occhi. Ho percepito la fierezza dei nomadi che come guerrieri di Gengis Khan hanno conquistato il mondo e poi sofferto l'umiliazione del dominio straniero ma senza mai rinunciare alla libertà di non possedere altro che il bestiame. E ancora oggi, pur attratti dalla modernità, preoccupati per l'asfalto nella steppa e le fonti d'acqua inquinate, restano con lemadrie. Soltanto la morte delle bestie per il freddo li può scoraggiare". Sabato 17 novembre presentazione del libro con l'autrice al Circolo dei lettori della Biblioteca di Torino, in via Bogino 9.
A Carrara il Festival dell'Oriente
con la Mongolia protagonista


2 novembre 2012 La Mongolia a Carrara con il Festival dell'Oriente aperto fino a domenica 4 novembre dalle 10 alle 21. Cinquanta conferenze, workshop e incontri dedicati al continente asiatico con una significativa presenza della Mongolia. Anche l'associazione Soyombo è presente con uno stand di 120 metri quadrati, in collaborazione con il Console Onorario Piero Bardazzi e la Nomad Adventure di Aurelio Rota, che espone una gher completa, costumi tradizionali e dipinti del pittore mongolo Gambat.
Edilizia, riduzione inflazione e burocrazia
Ecco i tre obiettivi del premier Altankhuyag


29 ottobre 2012 Qual è il futuro della Mongolia? Le nuove opportunità offerte dallo sfruttamento minerario saranno una svolta positiva per tutto il Paese o rischiano di rivelarsi un boomerang per una cultura fragile e millenaria? Sono le domande che molti cittadini della Mongolia si pongono e a cui ha provato a rispondere il Primo Ministro N. Altankhuyag, (foto) nell'intervista raccolta da Associm (Camera di Commercio Italo Mongola).
D: Recentemente, il parlamento della Mongolia ha approvato un Action Plan per il 2012-2016. Quali sono i tre principali obiettivi?
R: Il primo obiettivo consiste nell’iniziare ad implementare i novi progetti edili. Il secondo sarà quello di ridurre il tasso di inflazione che attacca negativamente la qualità della vita dei cittadini attraverso un lavoro di cooperazione tra il governo e la Banca della Mongolia. Il terzo obiettivo sarà, invece, quello di ridurre la burocrazia e continuare a portare avanti le proposte avviate dal governo stesso.
D: Quali sono le nuove prospettive sull’imminente costruzione di infrastrutture e ferrovie o sugli investimenti? Quando sarà organizzata la gara per gli investimenti strategici per lo sviluppo di Tsankhi West (Block) di Tavan Tolgoi?
R: Il governo della Mongolia ha stabilito la propria politica in materia di implementazione di una rete ferroviaria di collegamento da Tavan Tolgoi a Sainshand e, inoltre, da Sainshand a Sukhbaatar e all’ulteriore provincia di Dornod. La "Mongolian Railway", una società statale della Mongolia, ha la responsabilità di attuare tale progetto. Il processo di selezione per gli investimenti strategici sul Tsankhi West (Block) di Tavan Tolgoi è stata effettuata in precedenza, ma purtroppo gli investitori si sono ritirati dopo la negoziazione. Pertanto, non si è ancora deciso quando ri-discutere la questione.
D: Quali sono i distinti attributi di rinnovamento del nuovo governo nelle relazioni e nelle politiche estere?
R: Nonostante sia vero che ci siano poche essenzialità, saranno molte le cose da implementare in ambito di politica estera. La Mongolia è un paese aperto, indipendente e democratico. Nei telai della sua multi-politica, la Mongolia sta avendo un rapporto di parità con i suoi due grandi vicini, ma anche nel campo di applicazione della politica del “Terzo vicino”. In quest’ottica stiamo rafforzando le relazioni politiche con le altre nazioni del mondo al fine di sviluppare una reciproca cooperazione.
Rimossa la statua di Lenin dal centro di Ulaanbaatar
Il sindaco: "E' stato responsabile di uno sterminio"


16 ottobre 2012

La statua di Lenin, che campeggiava da 58 anni nel centro di Ulaanbaatar, è stata rimossa per volontà del sindaco Bat-Uul Erdene. "Circa 100 milioni di persone sono state uccise: la persona che ha cominciato tutto questo è stato Lenin", ha detto il primo cittadino della capitale della Mongolia. Alla rimozione hanno assistito alcune centinaia di cittadini, alcuni dei quali hanno dimostrato apprezzamento per l'iniziativa lanciando scarpe contro la statua, altri invece hanno espresso la propria contrarietà. La statua sarà messa all'asta, con una base di 400 mila tugrug, poco più di 280 dollari. Nella foto, il momento della rimozione del monumento di Lenin.

Successo in Mongolia per la traduzione di Nyamaa
dell'Historia Mongalorum di Pian del Carpine


3 ottobre 2012 L'Historia Mongalorum è il reportage ante litteram realizzato da Giovanni da Pian del Carpine nel XIII secolo. Un documento straordinario che ha offerto agli Occidentali una chiave di lettura appassionante e meticolosa sulla vita, gli usi e i costumi del popolo mongolo, nel momento più splendente della loro storia. Ma ora il libro è diventato un vero e proprio best seller anche in Mongolia, dove la cultura e il confronto sono sempre molto sentiti. Il successo editoriale è dato soprattutto al lavoro di traduzione di Nyamaa Lkhagvajav, che è da sempre amica e collaboratrice di mongolia.it. Ecco quanto scrive il Corriere dell'Umbria: "La traduzione in mongolo dell'Historia Mongalorum, il libro di viaggio di Fra' Giovanni da Pian di Carpine, l'antica Magione, si avvia verso la prima ristampa dopo aver già esaurito le quasi mille copie edite nel 2007. Un successo lusinghiero per uno dei testi chiave nella comprensione della Mongolia ai tempi di Gengis Khan, fondatore nel medioevo del più vasto impero che l'umanità ricordi. La "Storia dei Mongoli", scritta in latino dal diplomatico francescano al termine del suo viaggio nella terra dei Tartari compiuto tra il 1245 e il 1247, è di fatto la più antica descrizione degli usi e costumi di quel popolo. Per Giacomo Chiodini, assessore alla cultura di Magione, "si tratta di un fenomeno di riscoperta delle proprie radici storiche che va oltre gli studi accademici e abbraccia una più diffusa volontà della popolazione di approfondire le proprie origini. Il numero di copie vendute della traduzione in mongolo – spiega Chiodini – è impressionante se si considera la specificità della lettura e la limitata popolazione del Paese, che non supera i tre milioni di abitanti: in questo libro i Mongoli ritrovano qualcosa che gli appartiene e che ritenevano irrimediabilmente smarrito". Soddisfazione anche per Nyamaa Lkhagvajav, traduttrice del libro e presidente dell'associazione Mongolia Italia, che annuncia a breve la ristampa anche del primo dizionario italo-mongolo di cui è autrice". Nella foto, la copertina in mongolo della Historia Mongalorum
Mongolia in viaggio nell'ultimo libro di Irene Cabiati
fra tradizioni e speranze di un popolo che cambia


28 settembre 2012 C'era anche un frammento di Mongolia a Immagimondo, tradizionale festival di viaggi luoghi e culture a Lecco, grazie a Irene Cabiati che ha presentato il suo ultimo libro. "Mongolia in viaggio" (presto la nostra recensione nella sezione Libri è un diario "che scorre sulla linea di confine fra passato e modernità, fra tradizioni e speranze". Come si legge dalla presentazione "oggi la Mongolia è in viaggio verso il futuro. Tre milioni di mongoli si stanno tuffando nell'avventura della globalizzazione con un patrimonio minerario di valore inestimabile. La scommessa dei mongoli sulla rete dell'economia mondiale è appena cominciata".
Clamorosa scoperta: una statua di Buddha
ricavata da un meteorite caduto in Mongolia


27 settembre 2012 E' ricavata da un meteorite caduto nel nord della Mongolia circa 15.000 anni fa la statua del Buddha dell'XI secolo chiamata "L'uomo di ferro" (nella foto). "Sembra la trama di un film di Indiana Jones - si legge dall'agenzia Ansa - ma è una storia veramente accaduta: una statua di Buddha scoperta in Tibet da scienziati nazisti alla ricerca dell'origine della razza arianà è stata ricavata da un frammento di meteorite. Lo ha rivelato oggi un gruppo di ricercatori tedeschi. Battezzata 'L'uomo di ferro' l'opera, che pesa oltre 10 kg ma è alta solo 24 cm, fu scoperta nel 1938 e portata in Germania. Ha fatto parte di una collezione privata di Monaco fino al 2009 quando è stata venduta all'asta ed è tornata a disposizione dei ricercatori. Un'equipe dell'Istituto di planetologia dell'Università di Stoccarda l'ha analizzata e ha scoperto che è stata ricavata da un frammento di meteorite di Chinga caduto al confine tra la Mongolia e la Siberia circa 15.000 anni fa».
Sumo, Harumafuji vince il Grand Sumo
Un altro mongolo riceve l'eredità di Asashoryu


23 settembre 2012 Ancora una sfida fra lottatori mongoli per assegnare il titolo autunnale del Grand Sumo a Tokyo. Harumafuji ha superato il connazionale Hakuho, con un record di 15-0 contro 13-2. Harumafuji ha conquistato virtualmente anche il prestigioso titolo di yokozuna. Nella foto, il nuovo campione viene premiato dalla leggenda Asashoryu, anche lui mongolo a sottolineare la continuità del predominio mongolo in questo sport dove i giapponesi sono costretti negli ultimi anni a fare da spettatori.
Il Morin khuur ensemble e la cantante Urna
aprono la 'Musica dei Popoli' a Firenze


19 settembre 2012 La Mongolia aprirà la 37a edizione della Musica dei Popoli, che si tiene a Firenze dal 22 settembre al 18 novembre con nove concerti, tra auditorium Flog, ridotto del Teatro Comunale, Cinema Odeon e Teatro Dante. Si comincia con l'Orchestra nazionale della Mongolia (Morin Khuur Ensemble, nella foto) con ospite d'eccezione la cantante Urna. Proporranno le suggestive musiche tradizionali della Mongolia. "Musica dei Popoli - ha detto Sergio Givone, assessore della cultura del Comune di Firenze - è un patrimonio importante per la città di Firenze". Gli altri contributio artistici vengono da Azerbaigian, Cina, Taiwan, India, Indonesia, Tibet. Il festival ha il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze.
Autentiche gher mongole per un "asilo volante"
nelle zone terremotate grazie a Syusy Blady


19 settembre 2012 Autentiche tende mongole, le leggendarie gher, per i terremotati dell'Emilia. L'iniziativa è di Syusy Blady, la "turista per caso" che adora la Mongolia e che ha già avviato iniziative di ecosostenibilità legate allo stile di vita dei nomadi. Le gher arrivano a Crevalcore, in provincia di Bologna, destinate ai bambini della frazione di Palata Pepoli, per dare loro una scuola al posto dell'edificio al momento inagibile, "che sia non solo una soluzione veloce e temporanea, ma anche un luogo magico, simbolico e aggregante". L'idea di Syusy è stata elaborata a Perugia con l'architetto Antonio Montanari. "In quell'occasione abbiamo pensato di mettere a disposizione una tenda per le zone colpite dal terremoto e la sera stessa abbiamo fatto degli schizzi del progetto dell'asilo e abbiamo incontrato il sindaco di Crevalcore", racconta la Blady all'Adnkronos. Nasce così l'Asilo Volante, progetto sostenuto da Intervita Onlus per il quale è partita la raccolta fondi e c'è giá l'area pronta ad accogliere questa scuola originale ed ecologica che sará un mix di container e tende mongole, elaborato secondo le necessitá di una scuola.
Karakorum vince allo stadio Zanabazar
e conquista la quarta promozione di Hattrick


17 settembre 2012 Battendo 5-1 Sporting Trase allo stadio Zanabazar, la squadra di Karakorum, gestita da mongolia.it ha conquistato la quarta promozione in Hattrick, il gioco virtuale di calcio più popolare al mondo. Quattro gol di Freitas e una rete di Herics hanno garantito ai biancogialli di Karakorum (nell'immagine lo stemma) il primo posto in classifica, nonostante alla vigilia del campionato l'obiettivo fosse quello della salvezza. Tra qualche settimana scatterà la nuova stagione con un torneo ancora più impegnativo per la squadra che rappresenta la Mongolia in Italia. Karakorum ha anche vinto il torneo a gironi "Mongoli" attendo in finale 7-6 dopo i calci di rigore la compagine tedesca Once Periquitos.
In libreria "Turisti per UFO" di Vanetti
con i due avvistamenti in Mongolia


17 settembre 2012 Alieni in Mongolia. Ce lo rivela "Turisti per UFO" (Bradipo Libri), una vera e propria guida nei luoghi degli avvistamenti e dei misteri extraterrestri, curata dai giornalisti Flavio Vanetti del Corriere della Sera (e titolare del blog Mistero bUfo di corriere.it) e Ottavio Daviddi di Tuttosport e Sara Caffulli, grafica ed appassionata dell'argomento. E così scopriamo che il primo caso "accadde il 19 febbraio 2010: due oggetti di origine sconosciuta si schiantarono al suolo nei pressi di Ulan Bator, la capitale. Secondo fonti del MUFON (Mutual Ufo Network) il primo dei due oggetti aveva piccole dimensioni e pesava una decina di chili mentre il secondo, decisamente più grande, raggiungeva le due tonnellate di peso...". "L'altro significativo episodio risale a qualche emse dopo, precisamente all'11 settembre 2010. L'apparizione di un oggetto volante non identificato ha costretto i responsabili dell'aeroporto di Baoutou, nella Mongolia interna, a ritardare di circa un'ora l'atterraggio di tre aerei...". Vale la pena avventurarsi in questi racconti suffragati da prove e testimonianze, proposti in chiave giornalistica e in una veste grafica davvero piacevol, con foto, illustrazioni, documenti e informazioni da tutto il globo. "Turisti per UFO - I 51 luoghi "alieni" da visitare nel mondo, 320 pagine, 18 euro.
Adelphi propone "Il barone sanguinario" di Pozner
la storia romanzata di Ungern von Sternberg


14 settembre 2012 E' in libreria "Il barone sanguinario", il racconto che Vladimir Pozner scrisse nel 1937 e che ora Adelphi pubblica per i lettori italiani. La storia, romanzata, è quella del barone von Ungern-Sternberg (vedi sezione), già "raccontata" da Ossendowki in "Bestie, uomini, dei" e che ha ispirato perfino Hugo Pratt in "Conte Sconta detta Arcana". Ungern è uno dei personaggi più misteriosi e controversi che abbia mai messo piede in Mongolia, con ambizioni da conquistatore, parzialmente realizzate. Scrive Chiara Condò: "Ha sfumato i tratti di Ungern per restituircene il colore, lasciando (giustamente) scontenti i cultori dell’informazione storica, ma incantando chi sperava ardentemente in un godibilissimo romanzo d’avventura". Ecco un estratto: "L'attacco era fallito. La divisione asiatica si ritirò a nordest di Urga portando con sè i feriti. Per fortuna i cinesi non l'avevano inseguita. C'era penuria di viveri e di foraggio. Per tre settimane mancarono farina e sale. I cammelli e i cavalli soffrivano quanto gli uomini. Gli ufficiali dell'intendenza non avevano il coraggio di farsi vedere prima del calar del sole, per paura di imbattersi nel barone. Ungern percorreva in lungo e in largo l'accampamento, a grandi passi, con il tasur sempre pronto a colpire". Per la scheda completa vai alla sezione LIBRI
Dalla Francia alla Mongolia: 180 mucche
per migliorare la razza bovina


11 settembre 2012 Operazione ardita per tentare di migliorare la razza mongola di bovini: 173 mucche e 7 tori provenienti dal Limousin, nel massiccio centrale francese, stanno per essere trasportate in aereo a Ulaanbaatar. Un allevatore mongolo ha sborsato la cifra di 900mila euro. In 24 ore di viaggio gli animali saranno seguiti con attenzione, viaggiano in container «grand confort» con aria condizionata e luce con colorazioni calde. Una volta atterrate all'aeroporto Gengis Khan, le mucche saranno trasportate a 500 chilometri di distanza con decine di camion su piste sterrate. Il vero problema sarà quando la temperatura scenderà anche a 50 sottozero.
Calcio, l'Erchim vince il settimo titolo
davanti al Khoromkhon e all'FC Ulaanbaatar


11 settembre 2012 L'Erchim ha conquistato il titolo della Mongolia di calcio, il settimo della sua storia su 17 edizioni della Niislel League (la Lega della capitale) rifondata nel 1996. Nel campionato tutte le squadre hanno la sede a Ulaanbaatar tranne il Khangarid di Erdenet. L'Erchim ha trionfato davanti al Khoromkhon, vincitore della Coppa di Mongolia 2012, che ha avuto la meglio in extremis aull'Ulaanbaatar University, guidata dal capocannoniere Tsedenbal Tumenjargal. Amarezza per i campioni uscenti dell'FC Ulaanbaatar, solo penultimi. Nella foto, i protagonisti dell'Erchim festeggiano lo scudetto: determinante l'apporto degli stranieri, come il giapponese Yosuke Minami, il serbo Milos Perisic, il brasiliano Ernani Mauro, ma fondamentale anche il contributo dei talenti locali Tserenjav Enkhjargal e Bayasgalan Garidmagnai
Carbone: la cinese Chalco rinuncia
all'acquisto della mongola SouthGobi


5 settembre 2012 Il Sole 24 Ore segnala che il primo produttore cinese di alluminio, Chalco, ha annunciato di rinunciare all'acquisto della maggioranza del produttore di carbone della Mongolia SouthGobi a causa dell'opposizione del governo mongolo all'operazione. Chalco puntava all'acquisto del 60% di SouthGobi per 7,2 miliardi di dollari di Hong Kong (circa 736 milioni di euro). Questo progetto «ha solo poche possibilità di ottenere le autorizzazioni necessarie in tempi accettabili», è stato riportato in un comunicato diffuso dalla Borsa di Hong Kong, di conseguenza Chalco ha messo fine all'accordo con il quale si impegnava a comprare la partecipazione da Turquoise Hill Ltd, il principale azionista della società mongola. Poco dopo l'annuncio dell'operazione, SouthGobi aveva reso noto che le autorità di Ulaanbaatar avevano chiesto nel mese di aprile la sospensione delle licenze di esplorazione e di estrazione per la miniera di Ovoot Tolgoi, situata al confine con la Cina e le cui riserve di carbone di superficie sono stimate in 175 milioni di tonnellate.
Il presidente Elbegdorj visita
la centrale nucleare iraniana


3 settembre 2012 Ha sollevato clamore internazionale la notizia della visita del presidente della Repubblica di Mongolia Tsakhia Elbegdorj al sito nucleare iraniano di Natanz, il più importante del Paese. Una concessione riservata a pochissimi capi di Stato e che suscita scalpore soprattutto dopo il vertice dei Paesi non allineati, tenuto la settimana scorsa a Teheran, e che secondo le autorità iraniane ha dimostrato il fallimento delle sanzioni occidentali nell'isolare il Paese. Elbegdorj è stato immortalato dalle immagini televisive mentre osserva le centrifughe utilizzate per arricchire l'uranio, che secondo l'Occidente servono a produrre combustibile per armi nucleari. Come testimonia l'agenzia LaPresse, la voce fuori campo spiega che il presidente mongolo ha avuto accesso a tutte nello stabilimento che aveva desiderio di visitare. «Questo - ha dichiarato il capo di Stato della Mongolia - è un luogo unico. Forse in altri Paesi non è possibile vedere posti così delicati. Ho scoperto che l'uranio viene utilizzato per energia a scopi pacifici». Gli ispettori delle Nazioni unite e dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica visitano regolarmente Natanz e l'Iran in passato ha permesso l'entrata nel sito anche a diplomatici stranieri e giornalisti. La Mongolia fa parte dei 120 Paesi non allineati. Nella fto, Elbegdorj a colloquio con il Ministro degli Affari Esteri iraniano Said Abbas Araghchi.
Avvenire dedica alla Mongolia la Terza pagina
articolo di Vecchia, intervista a Pistone


31 agosto 2012 L'Avvenire dedica oggi, 31 agosto, la terza pagina alla Mongolia. L'autore Stefano Vecchia analizza con lucidità la realtà di questa terra definendo la Mongolia "la nuova frontiera dell'Asia, un Paese che sorprende per vitalità e ancor più per potenzialità. Già oggi quello con la più rapida crescita economica del continente". L'articolo ("La Mongolia cresce scavando") ricorda come "al centro del dibattito politico da anni c'è la questione mineraria, che cambierà in modo epocale la storia del Paese". Vecchia dedica una finestra alla religlione ("Animismo e buddismo. E il cristianesimo dialoga") e un'intervista a Federico Pistone. Il fascino della Mongolia in Occidente - chiede Vecchia - è sempre stato legato al nomadismo, all'indole guerriera della popolazione. Che cosa resta di questa tradizione?. "Per i mongoli - risponde Pistone - le tradizioni sono ancora straordinariamente vive, sia nella caotica capitale sia in quella che loro chiamano 'campagna' cioè un territorio incontaminato grande cinque volte l'Italia e che ospita un milione e mezzo di pastori, tanti quanti gli abitanti della sola Ulaanbaatar. Vivere un'esperienza in Mongolia per un viaggiatore occidentale, ache nel XXI secolo, rappresenta un autentico tuffo nel passato remoto, in una terra ferma a tradizioni, spiritualità, superstizioni, riti sciamanici. I pastori vivono in armonia con la natura e preferiscono mantenere le usanze antiche piuttosto che barattarle con il miraggio di una ricchezza e uno stile di vita che non appartiene a loro". Apri la pagina.
All'asta l'hotel Metropol di Mosca
Qui fu sancita l'amicizia sovietico-mongola


30 agosto 2012 All'asta l'Hotel Metropol di Mosca, punto di riferimento per molte vicende storiche. Una targa ricorda l'incontro del 1921 che portò all'accordo di amicizia fra Unione Sovietica e Mongolia. Ma il Metropol - base d'asta di circa 216 milioni di euro - ha accolto anche Lenin che qui tenne le arringhe per i bolscevichi, ospitò in tempi più recenti anche Michael Jackson e molti altri artisti. Situato non lontano dalla Piazza Rossa, l'albergo è l'edificio più basso della zona (seim piani) ma si differenzia grazie a curvature, fregi e piastrelle di maiolica colorata oltre che pregiati mosaici come il "Principessa dei sogni" dell'artista russo Vrubel. Gli esperti sono convinti che il Metropol sarà battuto a una cifra considerevole, molto lontana dagli 8,7 miliardi di rubli da cui partirà l'asta.
Mongolrally: raccontate a mongolia.it
la vostra esperienza tra avventura e solidarietà


29 agosto 2012 Anche quest'anno il Mongol Rally ha coinvolto centinaia di equipaggi, partiti da tutta Europa e diretti a Ulaanbaatar. Le auto, inferiori ai 1200 cc di cilindrata, percorrono circa 16mila chilometri attraversando 14 stati senza il supporto di alcuno strumento tecnologico. La competizione, nata nel 2001 come una sfida personale di due inglesi che volevano verificare la tenuta della propria Fiat 126, è in verità l'occasione per vivere un'avventura straordinaria e per aiutare i progetti umanitari a favore dei bambini della Mongolia. INVITIAMO i partecipanti a raccontare dal nostro sito la loro esperienza, attraverso parole e immagini. Scrivete a info@mongolia.it. Vi aspettiamo.
Cinque atleti della Mongolia
alle Paralimpiadi di Londra


27 agosto 2012 Anche la Mongolia è presente a Londra per i Giochi Paralimpici: sono cinque i rappresentanti mongoli, distribuiti nelle discipline tradizionali. Nel tiro con l'arco femminile: Oyun-Erdene Buyanijargal, 28 anni, e Javzmaa Byambasure, 37 anni. Nel judo maschile: Munkhbat Aajim, 23 anni, e Ganbat Dashtseren, 29 anni. Nel tiro femminile: Tsedendash, 43 anni. La Mongolia ha conquistato 5 medaglie (2 d'argento e 3 di bronzo) ai recenti Giochi Olimpici e spera di poter conquistare qualche alloro anche alle Paralimpiadi. Nell'immagine, il logo ufficiale della manifestazione.
Via alla Khan Quest, tornano i guerrieri
ma per un'esercitazione umanitaria


20 agosto 2012 Una parata di tartari ha accolto mille soldati da tutto il mondo riuniti per la decima edizione della Khaan Quest, un'esercitazione militare in Mongolia a cui partecipano Usa, India, Germania, Gran Bretagna, Giappone, Sud Corea e Giappone per una dodici giorni di esercitazioni umanitarie. "Da un punto di vista militare, l'esercitazione è solo tattica e su piccola scala. Ritengo che il suo significato sia più politico che militare" commenta Sun Xusheng, portavoce dell'ambasciata cinese in Mongolia. Vedi il filmato
OLIMPIADE: LA MONGOLIA
CHIUDE CON 5 MEDAGLIE


12 agosto 2012 La notizia buona è che la Mongolia ha conquistato cinque medaglie all'Olimpiade di Londra, una in più rispetto all'edizione nella vicina Pechino di quattro anni fa, ed è il record storico per la spedizione mongola. La notizia meno buona è che questa volta non ci sono ori, mentre nel 2008 la Mongolia ne conquistò 2. Il bilancio comunque è apprezzabile, la Mongolia chiude al 52° posto nel medagliere, davanti a Paesi molto più quotati a livello sportivo internazionale. Ecco nel dettaglio i protagonisti dei cinque allori conquistati, 4 uomini e una donna:
ARGENTO: Nyambayar Tugstsogt (boxe pesi mosca, nella foto sul podio)
ARGENTO: Naidan Tuvshinbayar (judo 100 kg)
BRONZO: Uranchimeg Munkh-Erdene (boxe pesi leggeri)
BRONZO: Sainjargal Nyam-Ochir (judo 73 kg)
BRONZO: Soronzonbold Battsetseg (lotta 63 kg donne)
Olimpiade: argento per Nyambayar
Cinque le medaglie per la Mongolia


12 agosto 2012 Sfuma il sogno d'oro della Mongolia all'Olimpiade di Londra. Tugstogt Nyambayar (foto) perde la finale con il cubano Ramirez Carranza (nella foto un attacco del mongolo) e conquista comunque una prestigiosa medaglia d'argento. E' stato comunque un match molto combattuto ed equilibrato, vinto dal cubano 17-14. Particolarmente emozionato Nyambayar nel corso della cerimonia di premiazione. Con questa medaglia, la Mongolia si porta a cinque allori, uno in più rispetto a Pechino 2008 ma senza la gioia della medaglia d'oro. Nel medagliere la Mongolia resta tra i primi 50 Paesi al mondo, davanti anche a molti stati europei, come Belgio, Bulgaria, Finlandia, Portogallo, Grecia.
OLIMPIADE: NYAMBAYAR
NELLA FINALE PER L'ORO


10 agosto 2012 Domenica 12 agosto sarà una data storica per lo sport della Mongolia, grazie al pugile Tugstsogt Nyambayar che oggi ha battuto il russo Misha Aloian nella semifinale olimpica dei pesi mosca. Il mongolo ha vinto 15-11 e si è assicurato la finalissima per l'oro che andrà in scena domenica alle 14.30 ora italiana contro il cubano Robeisy Ramirez Carrazana (20-10 all'irlandese Conlan). Per Nyambayar sarà una prestigiosa medaglia d'argento, oppure un leggendario oro. La Mongolia si è già assicurata cinque medaglie, una in più del bilancio di Pechino 2004, quando conquisto 4 allori, di cui 2 d'oro e 2 d'argento. A Londra manca ancora il metallo più pregiato, domenica potrebbe arrivare.
Dal pugilato arriva un altro bronzo
Uranchimeg sfiora la finalissima


10 agosto 2012 Il pugile mongolo Munkh-Erdene Uranchimeg (foto) conquista la medaglia di bronzo nei pesi leggeri, portando a 4 il temporaneo bilancio degli allori della Mongolia all'Olimpiade di Londra. Uranchimeg è stato a un passo dalla finale ma, pur dimostrando una netta superiorità tecnica sull'avversario semifinalista Denys Berinchyk, è crollato fisicamente nel terzo round permettendo all'ucraino di vincere 29 a 21 e di prenotare la finale per l'oro contro il cubano Sotolongo, a sua volte vincitore sull'italiano Mangiacapre. In attesa di altre medaglie in arrivo, la Mongolia conta già un medagliere di rispetto, ed è davanti a Paesi come Belgio, Bulgaria, Serbia, Portogallo, Argentina e Grecia.
La Mongolia ha un nuovo premier
E' il democratico Altankhuyag


10 agosto 2012 Altankhuyag Norov, nella foto, è il nuovo Primo ministro della Mongolia. E' il ventisettesimo premier della Repubblica mongola ed è il leader del Partito Democartico che nelle recenti consultazioni ha ottenuto il 42 per cento dei consensi e che esprime anche il Capo dello Stato.
Giochi: anche il pugile Uranchimeg
vola nella semifinale dei 64 kg


8 agosto 2012 E la Mongolia centra la quinta medaglia a questi Giochi di Londra. Anche il pugile Munkh-Erdene Uranchimeg (nella foto, in un assalto) conquista la semifinale dei welter fino a 64 kg superando in un bellissimo match il britannico Stalker. Uranchimeg, che ha già in tasca una medaglia, cercherà di approdare alla finale se supererà anche la semifinale di venerdì alle 15.45 italiane contro l'ucraino Berynchik. Domenica alle 16.15 la finale con la possibilità di affrontare l'azzurro Mangiacapre che se la vedrà in semifinale contro il cubano Sotolongo.
Olimpiade: medaglia di bronzo
per la lottatrice Soronzonbold


8 agosto 2012 Nuova medaglia per la Mongolia. La ventiduenne Battsetseg Soronzonbold (nella foto)ha conquistato il bronzo nella Lotta specialità fino a 63 chili. La wrestler dell'Arkhangai (alta 1,70 per 65 chili di peso) ha fatto letteralmente impazzire i numerosi e rumorosi sostenitori mongoli assiepati sugli spalti londinesi dopo aver battuto nella finale per il terzo posto la canadese Martine Dugrenier. Vittoria netta e meritata per la mongola, che aveva eliminato in precedenza tre avversarie titolate prima di perdere la semifinale con la giapponese Icho Kaori. Una sconfitta subito mitigata dalla conquista del bronzo: è la quarta medaglia della Mongolia a questi Giochi, in attesa di conoscere il metallo della medaglia già virtualmente conquistata dal pugile Tugstogt Nyambayar che attende l'incontro del 10 agosto.
Giochi di Londra: avanti Nyambayar
medaglia sicura nel pugilato


7 agosto 2012 Terza medaglia assicurata per la Mongolia ai Giochi di Londra. Si tratta ora di capire di che metallo sarà. L'ha conquistata il pugile Tugstogt Nyambayar che, dopo aver eliminato a sorpresa l'italiano Picardi, ha battuto ai quarti anche il favorito uzbeko Latipov col punteggio di 15-10 (nella foto). Per il ventenne studente di Ulaanbaatar appuntamento per la semifinale il 10 agosto contro il russo Misha Aloian, considerato a questo punto il candidato numero uno alla conquista della medaglia d'oro. In caso di sconfitta Nyambayar conquisterà comunque la medaglia di bronzo. Se dovesse invece compiere la terza prodezza di questa Olimpiade si troverebbe a giocarsi addirittura la medaglia d'oro.
Il pugile mongolo Uranchimeg
vola ai quarti di finale


4 agosto 2012 Un altro pugile mongolo si fa strada all'Olimpiade di Londra. Dopo il ventenne Nyambayar che ha eliminato l'azzurro Picardi e si è qualificato per i quarti dei welter fino a 52 kg, anche il trentenne Munkh-Erdene Uranchimeg ha brillantemente superato il turno nei welter fino a 64 kg battendo 15-12 il pugile di Mauritius Colin e qualificandosi per i quarti dove il 7 agosto affronterà il britannico Thomas Stalker. Ai quarti della stessa categoria anche l'azzurro Mangiacapre: si potrebbe concretizzare una finale italo-mongola.
L'EX PRESIDENTE ENKHBAYAR
CONDANNATO A QUATTRO ANNI


3 agosto 2012 L'ex presidente della Repubblica della Mongolia Nyamadorj Enkhbayar è stato condannato a 4 anni di reclusione per corruzione. L'ex capo di stato e leader del Partito rivoluzionario era già stato arrestato prima delle elezioni, vinte dal Partito Democratico, provocando il suo lungo sciopero della fame e della sete che lo avevano portato a una condizione di salute estremamente grave (nella foto, durante il ricovero). Sul caso avevano chiesto chiarimenti perfino le Nazioni Unite e Amnesty International, anche perché Enkhbayar si era sempre dichiarato estraneo ai fatti a lui attribuiti. Ieri è arrivata la pronuncia della Corte: tra i capi di imputazione, la privatizzazione illegale di un albergo e di un giornale oltre a un'impropria dotazione per un canale televisivo di sua proprietà. La Mongolia sta ancora cercando un nuovo equilibrio, in vista anche della delicatissima situazione legata allo sfruttamento delle risorse minerarie del Gobi.
Olimpiade: brillano i pugili mongoli
Nyambayar elimina Picardi, Byamba si arrende


3 agosto 2012 Splendidi i combattimenti dei pugili mongoli ai Giochi di Londra: nei welter 52 chili Nyambayar Tugstogt, 20 anni, ha battuto 17-16 l'italiano Picardi qualificandosi per i quarti di finale. Nella foto, la resa dell'azzurro di fronte al mongolo. Appuntamento il 7 agosto contro l'uzbeko Latipov. Finisce l'Olimpiade per Byamba Tuvshinbat (25 anni) che, pur disputando un match entusiasmante, ha dovuto arrendersi di misura (13-12) al francese Vastine agli ottavi di finale, dopo aver eliminato il gabonese Mbemy per 17-4.
Mongolia, ecco la vera "vacanza intelligente"
Lo assicura Federico Pistone sulla Provincia


3 agosto 2012 La Mongolia diventa "la vacanza intelligente" proposta da Federico Pistone, intervistato dal quotidiano La Provincia che gli ha dedicato una pagina dal titolo: "Parto a pezzi ma rinasco tra quella gente". Apri la pagina. L'articolo, scritto da Gianfranco Colombo, racconta le esperienze del giornalista, autore di numerose pubblicazioni su questo Paese, fra cui la guida "Mongolia - L'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri" (Polaris), giunta nel 2012 alla terza edizione. "E' proprio quella terra la meta ideale per le sue fughe dall'Italia - scrive Colombo - che chiamare vacanze sarebbe piuttosto riduttivo. "Per me andare in Mongolia è molto più di una vacanza. E' sempre un'esperienza unica". L'articolo si conclude: "E' un paese incredibile, libero e tollerante, mi piace andarci per godermi la natura e la sua meravigliosa gente".
Teresa de Sio e il gruppo Hulan
in una serata magica a Viggiano


2 agosto 2012 La voce di Teresa de Sio e la musica della Mongolia sabato alla rassegna dell'Arpa Viggianese diretta da Vincenzo Zitello. Apputamento il 4 agosto alle 21 al Mandorleto di Viggiano, in provincia di Potenza. La De Sio si esibirà con il violinista Her, il chitarrista Sasà Flauto e con le otto artiste del gruppo mongolo delle Hulan (nella foto). Un progetto musicale che si ispira all'antica via del corallo, da Torre del Greco all'Impero mongolo nei tempi di Gengis Khan.
OLIMPIADE: ARGENTO NEL JUDO
PER IL MONGOLO TUVSHINBAYAR


2 agosto 2012 Naidan Tuvshinbayar diventa una vera leggenda per lo sport della Mongolia. Dopo la medaglia d'oro conquistata nel 2008 a Pechino, il judoka del Bulgan trionfa anche ai Giochi di Londra, diventando l'unico atleta nella storia di questo Paese a vincere due ori olimpici. Un risultato straordinario, nella categoria fino ai 100 chilogrammi, ottenuto battendo una serie di avversari di altissimo livello, l'ultimo dei quali, nella sfortunata finalissima (ippon), il russo Tagir Khaibulaev, proprio di fronte a un euforico Putin. Per la Mongolia è la seconda medaglia a Londra, dopo il bronzo dell'altro judoka Nyam-Ochir Sainjargal nella categoria fino a 73 kg. La Mongolia sale numerose posizioni nel medagliere in attesa delle prossime gare. Nella foto, la medaglia d'argento Tuvshinbayar sul podio di Londra.
Olimpiade: seconda medaglia per la Mongolia
Tuvshinbayar nella finalissima del judo


2 agosto 2012 Impresa del judoka mongolo Naidan Tuvshinbayar (foto), già medaglia d'oro a Pechino 2008, che si è qualificato per la finale ai Giochi di Londra. Tuvshinbayar, 28 anni della provincia di Bulgan, 178 centimetri per 100 chili, ha battuto ai quarti il thailandeseHomklin ma ha realizzato il suo capolavoro nella semifinale contro il coreano Hwang hee-tee. Per Tuvshinbayar medaglia sicura, o d'oro oppure d'argento. Il verdetto uscirà a breve dopo la finalissima contro il vincente tra il tedesco e il russo. Termina invece l'avventura dell'arciera Urantungalag che ha fallito l'ingresso alle medaglie.
Olimpiade di Londra: arciera mongola
vince due gare e punta alla medaglia


1 agosto 2012 Buone notizie dalla 35enne Bishindee Urantungalag, originaria della provincia del Khentii, arciera mongola che ha coqnuistato l'accesso agli ottavi di finale dei Giochi olimpici di Londra. La Urantungalag ha eliminato la britannica Alison Williamson 7-3 e la statunitense Jennifer Nichols 6-4. Domani, 2 agosto alle 10.31 (Sky Olimpiade ed Eurosport), sfida per i quarti di finale contro la coreana Lee Sung Jin. Chi passa il turno se la vedrà contro la vincente tra la messicana Avitia e la danese Christiansen.
Prima medaglia all'Olimpiade di Londra
La conquista Sainjargal nel judo 73 kg


30 luglio 2012 E' arrivata la prima medaglia olimpica a questi Giochi di Londra per la Mongolia. L'ha conquistata Nyam-Ochir Sainjargal (nella foto), il 26enne della provincia di Uvs, che ha vinto il bronzo nel judo 73 kg. Dopo aver superato il tedesco Voelk e l'ucraino Soroka, Sainjargal si è dovuto arrendere solo al russo Mansur Isaev che alla fine ha conquistato l'oro in finale contro il giapponese Nakaya. Nella finale per la medaglia di bronzo, Sainjargal ha battuto il francese Dex Elmont assicurando alla Mongolia il primo alloro di questa Olimpiade.
Giochi di Londra: ai quarti di finale
il judoka mongolo Nyam-Ochir Sainjargal


30 agosto 2012 Due vittorie in un giorno a Londra per il judoka mongolo Nyam-Ochir Sainjargal, 26 anni, originario della provincia di Uvs nell'Altai e già medaglia di bronzo ai Giochi di Pechino 2008. A Londra il mongolo ha superato ai sedicesimi il tedesco Voelk e agli ottavi l'ucraino Soroka, conquistando i quarti di finale di judo sotto i 73 chili.
Giochi di Londra: vince Byamba
Il pugile mongolo agli ottavi


29 luglio 2012 Il pugile mongolo Tuvshinbat Byamba (in azione nella foto) si è qualificato per gli ottavi di finale dei pesi welter ai Giochi Olimpici di Londra. L'atleta venticinquenne di Ulaanbaatar ha superato nei sedicesimi il gabonese Mitoumba con il punteggio di 17-4. Non è andata altrettanto bene ai judoki Khashbaatar e Munkhbaatar, che hanno vinto la gara dei sedicesimi arrendendosi nel match degli ottavi. Per Gundegmaa, medaglia d'argento a Pechino 2008, solo il 18° posto nel tiro dai 10 metri.
Giochi: l'eleganza degli atleti mongoli
e la presa osè della judoka Munkhbat


28 luglio 2012 Giacca cachi, pantaloni o gonne bianchi: così si sono presentati i 27 atleti della Mongolia durante la sfilata per l'inaugurazione dei Giochi Olimpici di Londra. Vestito con abiti tradizionali il portabandiera Ser-Od Bat-Ochir, maratoneta. Seguiremo da vicino le gare degli atleti mongoli. Nella prima giornata la judoka Urantsetseg Munkhbat è stata protagonista di un episodio involontariamente osè: La sua avversaria argentina durante una presa concitata le ha scoperto un seno, per la gioia dei fotografi che l'hanno immortalata senza scrupoli.
Il maratoneta Bat-Ochir portabandiera
della Mongolia all'Olimpiade di Londra


27 luglio 2012 Tutto pronto per la cerimonia d'apertura dell'Olimpiade di Londra. La Mongolia sfilerà come 125esima, in ordine alfabetico, dopo il Principato di Monaco e prima del Montenegro. Portabandiera della delegazione mongola, composta da una trentina di atleti, è il maratoneta Ser-Od Bat-Ochir (nella foto).
Via all'Olimpiade: 8.200 euro
per ogni oro vinto dagli atleti mongoli


27 luglio 2012 Grande attesa anche in Mongolia per l'Olimpiade di Londra. Già nei preliminari di tiro con l'arco due atleti mongoli si sono distinti: Jantsan Gantugs (nei 70 m uomini) e Bishindee Urantungalag (70 m. donne), che hanno ottenuto rispettivamente il 19° e il 18° posto su 64 partecipanti. Intanto la federazione sportiva mongola ha definito il premio per eventuali medaglie d'oro: 8.200 euro. Indubbiamente poco, se rapportati ai 140.000 offerti agli atleti italiani vincenti (il record però spetta incredibilmente all'Azerbaigian: 640.000 euro!) ma più della ricca Corea del Sud. Sono 29 gli atleti mongoli che partecipano a questa Olimpiade: 9 nel judo, 8 nella lotta libera, 4 nella boxe, 2 nell'atletica leggera, 2 nel tiro con l'arco, 2 nel tiro con la pistola, 2 nel nuoto. Ai Giochi di Pechino 2008 la Mongolia aveva conquistato 4 medaglie, di cui 2 d'oro, con Naidangiin Tuvshinbayar (judo uomini, nella foto), Enkhbatyn Badar-Uugan (boxe uomini, nella foto), e due d'argento con Otryadin Gundegmaa (tiro con la pistola donne) e Purevdorjiin Serdamba (boxe uomini).
Da Praga alla Mongolia, il lungo viaggio
dei leggendari cavalli Przewalski


24 Luglio 2012 Immagini dal Takhi-in Hustai National Park, Mongolia. Mostrano una piccola colonia di cavalli di Przewalski (il cavallo selvaggio o pony della Mongolia) di nuovo nel loro habitat. In queste ore la popolazione si è arricchita di quattro esemplari provenienti dallo zoo di Praga, da decenni impegnato nel tentativo di reintroduzione nell'altopiano mongolo di quello che è l'ultimo esemplare non domestico dell'equino, che prende il nome da un generale russo che lo "scoprì" alla fine dell'Ottocento, ma che si estinse, allo stato brado, alla fine degli anni Sessanta, sopravvivendo soltanto in cattività. In questi giorni, appunto, lo zoo della capitale boema ha trasporato, via aereo e camion, gli esemplari, di età tra i 3 e i 5 anni, hanno volato per 18 ore fino a Bulgan, circa 200 km a nord ovest dalla capitale mongola Ulan Bator. Il progetto di reintroduzione di questi animali, mai addomesticati dall'uomo, ha subito una brusca battuta d'arresto nell'inverno 2009-2010, quando la popolazione di Przewalski nelle steppe asiatiche è crollata da 150 a 50 circa a causa di un clima particolarmente rigido. (fonte www.repubblica.it)
Mongolia, Bulgaria e Francia: i Violons Barbares
stregano Milano con un concerto senza confini


23 luglio 2012 Cosa succede se mettete insieme un musicista mongolo, uno bulgaro e uno francese? Succede un grande concerto, a Villa Reale di Milano con i Violons Barbares. Partendo dalle proprie tradizioni musicali i tre artisti multietnici hanno dato il via a questo originale progetto, suggestivo mix di sonorità strumentali e vocali dall'impatto potente e coinvolgente. I suoni del morin khuur mongolo, della gadulca bulgara e delle percussioni si sono fusi magicamente in un repertorio di canzoni della tradizione mongola a ballate di origine balcanica con una forza espressiva vigorosa e barbara grazie anche al canto bitonale dell’artista della Mongolia Dandarvaanching Enkhjargal. Nella foto, Giuseppe Trabattoni dell'associazione Soyombo con il musicista mongolo.
Ancora incertezza dopo tre settimane dal voto
Il nodo resta quello delle concessioni minerarie


22 luglio 2012 Ancora incerto il futuro economico e sociale della Mongolia a tre settimane dalle elezioni parlamentari che hanno visto la vittoria dei Democratici senza però la conquista della maggioranza assoluta. Per qualcuno è stato addirittura un successo per l'ex presidente Enkhbayar (foto) che, dopo essere stato arrestato per presunta corruzione, ha fondato il Partito Rivoluzionario del Popolo, scindendo di fatto la maggioranza dello storico Partito del Popolo mongolo. Alla base della discussione politica le concessioni minerarie del Gobi. Ecco l'analisi di china.files: "Come il diavolo e l'acqua santa. Il Partito democratico della Mongolia, considerato vicino agli imprenditori, ha formato una coalizione di governo con i piccoli partiti favorevoli a limitare gli investimenti esteri nel settore minerario, volano dell'economia mongola. L'accordo arriva quando sono trascorse tre settimane dalle elezioni vinte dai democratici che non erano tuttavia riusciti a ottenere la maggioranza assoluta. Il tema al centro della campagna elettorale è stato proprio lo sfruttamento delle risorse minerarie del Paese, alla base di una crescita economica che l'anno scorso ha fatto registrare un più 17 per cento Il patto di governo è una vittoria per l'ex presidente Enkhbayar Nambar e per il suo piccolo Partito rivoluzionario del popolo, nato da una scissione del Partito del popolo mongolo, prima al governo, che chiede maggiori benefici per i mongoli dagli accordi con le società straniere".
Un satellite mongolo in orbita nel 2013
in collaborazione con gli Stati Uniti


22 Luglio 2012 La Mongolia fa i suoi primi timidi passi in campo spaziale. Infatti nel 2013 un suo piccolo satellite sarà lanciato dagli americani. La messa in orbita di un satellite a carattere scientifico ha un significato soprattutto politico perché vuole dimostrare che anche la Mongolia ha sviluppato interesse allo sviluppo scientifico e tecnologico. Il satellite, che raggiungerà un'orbita di 500 km di altezza, sarà assemblato in Mongolia e lanciato dagli USA. E' inoltre in costruzione una stazione di ricezioni dati in Mongolia. La collaborazione con gli Stati Uniti non costituisce una scelta di campo perché ovviamente non sono precluse altre collaborazioni con i Paesi limitrofi come Russia e Cina. Fonte: www.ricadutespaziali.blogspot.it
Aperto un centro visti italiano a Ulaanbataar
Iannucci: "Nuovo passo avanti"


20 luglio 2012 La Farnesina annuncia l'apertura di un centro visti a Ulaanbaatar presso il quale i cittadini mongoli potranno ottenere ogni utile informazione e presentare domanda di visto per l'Italia. "L’iniziativa rientra nell’ambito del rilancio delle relazioni con la Mongolia, al fine di fornire un miglior servizio ai turisti, gli studenti e gli imprenditori mongoli che intendono visitare il nostro Paese. L’Ambasciatore in Cina accreditato anche in Mongolia, Attilio Massimo Iannucci (nella foto), ha sottolineato che “l’apertura di un centro visti italiano a Ulaan Baatar costituisce un significativo segnale di apertura e di interesse dell’Italia verso la Mongolia, in quanto si inaugura una presenza stabile dell’Italia a Ulaanbaatar. I cittadini mongoli interessati a recarsi in Italia si potranno rivolgere a questo centro per poter ottenere il visto. Grazie all’apertura del centro visti, l’Ambasciata d’Italia potrà facilitare ulteriormente gli scambi e le visite di studenti, uomini d’affari e turisti mongoli in Italia con evidente beneficio per le relazioni tra i due Paesi”. Per maggiori informazioni circa i contatti del centro e i documenti necessari per richiedere il visto, gli interessati potranno consultare il sito www.vfsglobal.com/italy/mongolia.
"La valle incantata", l'e-book della Dimitrio
in una storia drammatica e poetica


19 luglio 2012 "Anche in un buco nero c’è sempre uno spiraglio di luce, bisogna solo trovarlo". Comincia così l'ultimo e-book di Francesca Dimitrio "La valle incantata" (Abel books), ambientato in Mongolia. E' una storia drammatica ma venata di poesia: la protagonista, una fotografa, viene condannata a 22 anni di carcere da trascorrere nel penitenziario di Otgon, antico monastero trasformato in prigione, al centro, appunto, di una "valle incantata". Solo l'amicizia saprà salvare la protagonista da un viaggio trasformato in un incubo. L'e-book è acquistabile a 4,99 euro sul sito www.abelbooks.net
La Turkish inaugura i primi voli
da Istanbul a Ulaanbaatar


18 luglio 2012 Come già anticipato, la Turkish Airlines ha inaugurato da quest'estate voli per la Mongolia, con la rotta Istanbul-Bishlek-Ulaanbaatar. Le partenze dall'aeroporto turco sono il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 19.05 con arrivo alle 10.05 del giorno successivo. I voli di ritorno da Ulaanbaatar sono previsti martedì, giovedì e sabato dalle 11.05 con arrivo alle 16.35 a Istanbul. La Turkisk airlines (www.turkishairlines.com) segnala che i prezzi partono da una base di 586 euro, a cui ovviamente occorrerà aggiungere il costo del volo dall'Italia a Istanbul. In tutto quindi bisogna prevedere due scali.
Il console in Toscana Piero Bardazzi:
"Il cashmere, una carta in più"


18 luglio 2012 Il legame tra Mongolia e Italia passa anche attraverso Piero Bardazzi, console onorario a Prato e protagonista da anni nel settore cashmere. Anche il quotidiano di Livorno Il Tirreno ha dedicato a Bardazzi un articolo nell'ambito del Pitti filati di Firenze. "La sua esperienza con cashmere - si legge - gli è valsa un'onoreficenza importante. Quello di console onorario in Mongolia della Toscana. Piero Bardazzi frequenta il mondo dei filati ormai da una vita e di una cosa è ben certo. A Prato in questo settore abbiamo l'eccellenza". E' una carta in più rispetto ad altri comparti del tessile. "In questi ultimi dieci anni - commenta - sono stati fatti nei filati maglieria investimenti e ricerca che oggi ci fanno essere un passo avanti rispetto agli altri. Credo che i filatori abbiamo qualcosa da dire a molti altri".
La Clinton dalla Mongolia attacca Russia e Cina
"Non serve il successo economico senza riforme"


15 Luglio 2012 “Il successo economico senza significative riforme politiche è insostenibile” E' il messaggio rivolto indirettamente a Cina e Russia dal segretario di Stato americano, Hillary Clinton, durante la visita ufficiale a Ulaanbaatar, nel suo discorso a un’assemblea di donne mongole, una delle tappe del suo lungo tour in otto Paesi tra Europa, Asia e Africa, cominciato la scorsa settimana. “Non si può avere una liberalizzazione economica senza una liberalizzazione politica” ha dichiarato Clinton durante un forum internazionale sulla democrazia. “E' vero che un giro di vite sulla libertà di espressione politica e il mantenimento di una presa stretta su quello che la gente legge, dice o vede può creare un'illusione di sicurezza. Ma le illusioni svaniscono – è stato il suo monito - davanti alla voglia di libertà della gente”. Ci sono governi “che lavorano senza sosta per limitare l'accesso alle idee e alle informazioni, mettono in prigione chi esprime le proprie idee, usurpano il diritto dei cittadini di scegliere i propri leader e governano senza responsabilità” nei confronti dei cittadini, ha concluso il segretario di Stato americano. La visita di Clinton a Ulaanbaatar cade in un momento delicato della vita politica mongola, dopo che le elezioni per il Parlamento sono state vinte dal Partito Democratico, di opposizione, che ha prevalso sul Partito Popolare Mongolo. Nella foto, Hillary Clinton con il Presidente della Mongolia Elbegdorj.
Al via il Naadam, la grande festa
per celebrare le gesta di Gengis Khan


7 luglio 2012 Al via la tre giorni del Naadam, la più importante festa della Mongolia.La parola Naadam significa “giochi” ma la denominazione completa è Eriin Gurvan Naadam, “i tre giochi degli uomini”: si confrontano infatti lottatori, cavalieri e arcieri in una giostra senza tempo. I mongoli si battono in queste tre specialità da oltre tremila anni ma da otto secoli il Naadam è la rievocazione delle gesta di Gengis Khan, orgoglio inossidabile di questo Paese, prima padrone di due continenti e poi vittima di invasioni e umiliazioni. Ancora oggi è l’occasione per fare festa e riscoprire l’unità nazionale, anche se i turisti stanno togliendo sempre più spazio ai titolari delle celebrazioni. Negli ultimi anni i mongoli si stanno abituando a vedere frotte di stranieri accalcarsi con le macchine fotografiche per vivere e immortalare qualcosa che probabilmente non capiranno mai fino in fondo. Dal 1921 il Naadam assume anche il valore celebrativo per la liberazione dai cinesi ma sotto il dominio stalinista ogni riferimento a Gengis Khan era rigidamente proibito. Il fascino però si avverte più nell’atmosfera che si carica di passione e di tensione nei giorni e nelle ore immediatamente precedenti l’evento: Ulaanbaatar viene lentamente circondata dalle gher dei nomadi provenienti da tutto il Paese, dopo giorni e giorni a cavallo. Infatti il vero spettacolo, per chi vuole cercarlo, è alla periferia della capitale, trasformata per qualche giorno in un enorme accampamento. Nelle strade di Ub, tra mongoli vestiti con i costumi tradizionali e i turisti sempre più numerosi, si vedono sfilare nomadi che, in groppa ai loro cavalli, hanno finalmente la possibilità di visitare la “grande città”. La celebrazione vera e propria ha inizio nella piazza principale di Ulaanbaatar dove l’esercito schierato fa da cornice ai discorsi delle autorità e del presidente della Repubblica. Il pubblico e gli atleti si trasferiscono allo stadio principale dove comincia una lunga e principesca sfilata che rievoca le gesta di Gengis Khan. Si comincia con la lotta, davanti a decine di migliaia di spettatori composti: cinquecento molossi, agghindati con una giacca (zodog) che copre solo spalle e braccia, attillati pantaloncini in seta (shudag) e ai piedi i tradizionali stivali di cuoio (gutal), si sfidano in rapidi match a eliminazione diretta. Vince chi costringe l’avversario a toccare terra almeno con un ginocchio. Il trionfatore volteggia come uno sparviero sopra il rivale appena battuto. L’ultimo a resistere, dopo tre giorni di lotte trasmesse anche in diretta tv, è il vincitore del Naadam, l’uomo più forte della Mongolia. Chi si aggiudica almeno due titoli nazionali viene acclamato come Titano. Nella storia del Naadam si contano dieci Titani. La seconda prova è quella del tiro con l’arco, a cui prendono parte anche giovanissimi e anziani, tutti bardati secondo l’antica tradizione guerriera. I concorrenti devono centrare dei barattoli posti a 50 o 75 metri a seconda della categoria mentre i compagni di clan li sostengono con canti ossessivi di incoraggiamento. Infine, la corsa dei cavalli che si svolge su una piana stepposa in un’area verso l’aeroporto. Protagonisti sono i bambini, da 5 a 12 anni, che lanciano i cavalli in una sfiancante gara di 15 e 30 chilometri. Per partecipare al Naadam sarebbe opportuno prenotare in anticipo i biglietti per lo stadio, attraverso organizzatori locali, mentre si può assistere liberamente alle prove di tiro con l’arco e, in modo un po’ più avventuroso, alle corse dei cavalli (da "Mongolia - L'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri", di Federico Pistone, edizione Polaris).
Elezioni parlamentari: si attende l'ok
per la riconta manuale dei voti


2 luglio 2012 La Mongolia sta ancora aspettando l'esito corretto delle elezioni parlamentari. E' un momento delicato e cruciale per il Paese e molti cittadini dimostrano poca fiducia nei politici e nelle istituzioni (tutto il mondo è paese). In particolare, il conteggio elettronico dei voti ha generato perplessità, tant'è vero che c'è la richiesta di riconta manuale. Nella sezione Forum pubblichiamo l'email che ci ha inviato un amico di Ulaanbaatar e che testimonia tutta l'incertezza di questo momento fondamentale per il futuro della Mongolia. Eccone un estratto: Buongiorno dalla Mongolia, in questi giorni, tranne il partito democratico, quello che ha vinto, tutti sono uniti per richiedere di contare a mano perche molti hanno dubbi e credono che tutto è organizzato per far vincere il partito democratico usando la macchina che conta i voti perché quella macchina, usando programmi, possono cambiare resultato senza usare password. Alcune tv stanno facendo vedere un film documentario che dimostra come si inganna il risultato usando la macchina, il film è stato fatto dopo l'elezione di Bush nel 2005. fa vedere come hanno fatto a far vincere Bush. Fa vedere come si fa cambiare il risultato usando un programma del computer. Organizzano tutto in anticipo. per esempio per non far contare fanno alcune leggi contro di questo. per cui secondo della legge non si puo contare a mano. In Mongolia sta succedendo proprio questo. Secondo il risultato provvisorio, a Ulanbator la maggior parte di voti sono per il partito democratico mentre fuori UB la maggior parte sono per il partito del popolo. Tutti i leader di partito tranne quello democratico dicono che se non contano a mano per verificare, fanno la lotta finche non contano a mano. Per le elezioni precedenti contavano a mano e non ci voleva molto tempo, circa 7 ore in media. quindi molti chiedono perché non permettono far contare a mano".
Elezioni: probabile una coalizione
tra Democratici e i nuovi Popolari


30 giugno 2012 Al momento regna una grande confusione sull'esito delle consultazioni parlamentari di giovedì in Mongolia. Il conteggio elettronico è stato contestato da tutti e si attende l'esito del riconteggio manuale. Per riassumere, ci sono 3 grandi partiti che si contendono i seggi in Parlamento. Il Partito Rivoluzionario Popolare (MPRP), che deteneva la maggioranza, si sarebbe fermato al 22% dopo l'arresto del suo leader, l'ex presidente della Repubblica Enkhbayar per presunta corruzione. La costola del MPRP, il Partito Popolare Mongolo (MPP) avrebbe ottenuto il 31,31%, mentre il Partito Democratico (MDP) di opposizione, che fa capo all'attuale presidente Elbegdorj, avrebbe raggiunto il 35,32, non abbastanza comunque per avere la maggioranza assoluta. Tutti e tre gli schieramenti lamentano "errori" nello scrutinio automatico così occorre aspettare il riconteggio manuale per avere i risultati definitivi e i conseguenti scenari. Secondo le proiezioni Reuters i Democratici dovrebbero ottenere 31 seggi, i Popolari 29 e i Rivoluzionari Popolari 11. In ogni caso, sarà indispensabile una coalizione per governare la Mongolia e probabilmente l'MDP si schiererà con l'MPP: i due partiti hanno già trovato convergenza sullo sfruttamento delle risorse minerarie e sulla concessione degli appalti a ditte straniere. Nella foto, l'ex presidente Enkhbayar alle urne: con il suo MPRP è il probabile sconfitto di queste elezioni.
Elezioni: in attesa del riconteggio
si pensa già alla nuova coalizione


29 giugno 2012 In attesa del riconteggio delle schede, chiesto dai Popolari per "problemi tecnici" in alcuni seggi, i Democratici esultano per avere ottenuto la maggioranza relativa (32,4%). Un risultato che comunque non basterà all'ex partito di opposizione, che fa capo al presidente della Repubblica Elbegdorj, per governare da solo. Entrambi i gruppi hanno promesso durante la campagna elettorale di garantire che tutti i cittadini trarranno benefici dal boom del settore minerario.
ELEZIONI PARLAMENTARI
VINCE IL PARTITO DEMOCRATICO (32,4%)


29 giugno 2012 Il Partito Democratico ha conquistato il 32,4% dei voti nelle elezioni parlamentari di ieri. Il Partito Popolare si è fermato al 28,38%, il Partito Rivoluzionario Popolare al 20,51%. Decisiva quindi, a favore dei Democratici, la decisione dell'ex presidente della Repubblica Enkhbayar di costituire un partito a se stante, spaccando di fatto la maggioranza dei Popolari, a favore dei Democratici. Il risultato, ancora da ufficializzare per un problema tecnico che costringerà alla riconta manuale, favorisce così il partito dell'attuale presidente della Repubblica Elbegdorj, che attuerà una politica filo occidentale, di sfruttamento minerario e di concessioni d'appalti a forze straniere con un futuro per il Paese tutto da scoprire. Maggiori potenzialità economiche ma anche rischi ambientali e di terremoti sociali che potrebbero ridisegnare la stessa vocazione nomade della Mongolia. Piuttosto bassa l'affluenza alle urne, pari a 63,2% contro il 74,3% del 2008 e l'82% del 2004. lA presto per gli aggiornamenti e i commenti.
L'articolo di Ilaria Maria Sala sulla Stampa
"Un tesoro di materie prime nel futuro"


28 giugno 2012 In attesa dell'esito delle elezioni parlamentari, Ilaria Maria Sala ("Il dio dell'Asia") analizza sulle pagine della Stampa di oggi la situazione della Mongolia dal punto di vista delle prospettive economiche sociali, legate in particolare allo sfruttamento minerario: "La Mongolia ieri è andata alle urne per eleggere il suo settimo Grande Khural (Parlamento) da quando si è separata dall’Unione Sovietica, nel 1990. In gioco, in particolare, il futuro economico e la relazione con i Paesi esteri altamente interessati alle risorse minerarie mongole, ma con cui la Mongolia ha rapporti non sempre privi di attriti. Il Paese dell’Asia Centrale, popolato da 2,8 milioni di abitanti, definito da Washington come l’unica vera democrazia della regione, da quando ha cominciato a sfruttare i giacimenti minerari sta attraversando una fase di boom economico senza precedenti. Lo scorso anno ha registrato una crescita di più del 17% - grazie alle concessioni minerarie ingenti che vengono date ai due vicini affamati di risorse – Cina e Russia – e anche ad altri. Siamo però in una fase delicata per lo sviluppo della giovane repubblica mongola, ora che le ricchezze del sottosuolo (in particolare rame, oro, carbone, uranio), che potrebbero far diventare il Paese una sorta di Qatar delle steppe, stanno anche suscitando un «nazionalismo delle risorse» con derive xenofobe (soprattutto anti-cinesi) e con risvolti inquietanti, ma facilmente analizzabili. La Mongolia è stata sotto al giogo sovietico per settant’anni, dopo essere stata una semicolonia cinese per il periodo della dinastia Qing (1636-1911). I suoi politici devono dunque muoversi con grande attenzione per non fomentare il timore di essere nuovamente assorbiti dai giganti che la circondano – come del resto è avvenuto con la metà del Paese oggi noto come «Mongolia Interna», e che appartiene alla Cina. Così, una legge appena approvata dal Parlamento uscente limita la presenza straniera nelle industrie strategiche, a meno che non vi sia un assenso parlamentare da discutere di volta in volta. Alcune concessioni minerarie però hanno suscitato scalpore per l’alto numero di mano d’opera cinese che hanno immesso nel Paese. In conseguenza, la concessione da 7 miliardi di dollari di Oyu Tolgoi, una miniera di rame, alla quale la Cina non è stata autorizzata a partecipare, è stata data alla Rio Tinto (gruppo minerario britannico-australiano) e alla Ivanohe Mines (canadese). Ciò nonostante circa metà dei 15. 000 lavoratori che vi sono impiegati sono cinesi in una nazione dove un terzo della popolazione vive in povertà e il tasso di disoccupazione è del 20%. Per una nazione priva di accesso al mare, la dipendenza dalla Cina è enorme: senza l’assenso cinese, e in minor misura russo, la Mongolia non è in grado di esportare le sue risorse. Il boom minerario sta avendo un impatto ambientale severo, come non cessa di ricordare la vibrante stampa nazionale, e non tutti sono unanimi nell’apprezzare uno sviluppo fondamentalmente predatorio. Da poco sono state interrotte le operazioni minerarie in zone fluviali o boschive, ma in diverse regioni il danno è ormai fatto. Nella capitale, Ulan Bator, vivono ora 1,2 milioni di persone, molte in tendopoli alla periferia della città, dove i nomadi hanno impiantato le jurte e vivono in condizioni di grande povertà e senza alcuna infrastruttura. Le steppe, non più incontaminate, sono solcate dai camion delle operazioni minerarie, e la pastorizia è meno facile di un tempo. I partiti che si sfidano alle urne sono undici. I due principali sono il Partito Democratico Mongolo, liberale, attualmente al governo, e il Partito Popolare Mongolo, di sinistra, la principale opposizione che, secondo gli ultimi sondaggi, gode di un leggero vantaggio. Il Partito Democratico, infatti, ha subito un calo di popolarità dopo che l’ex-Presidente del Paese, Enkhbayar, è stato arrestato per corruzione – un arresto che molti analisti hanno reputato motivato da rivalità politiche, dopo che Enkhbayar aveva lasciato il partito di governo per formare un nuovo schieramento politico. Il processo di Enkhbayar, interrotto dopo che l’ex-Presidente ha portato avanti uno sciopero della fame durato dieci giorni, ha attirato molte critiche da parte dell’opposizione, e non è chiaro fino a che punto questo abbia danneggiato la popolarità dell’attuale primo ministro, Sukhbataar Batbold, e del presidente Elbegdorj Tsakhia".
OGGI IN DUE MILIONI AL VOTO
PER IL PARLAMENTO E IL FUTURO DEL PAESE


28 giugno 2012 Ci siamo. Oggi quasi due milioni di elettori della Mongolia sono chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento e per disegnare il futuro del Paese. Al momento la maggioranza è del Partito Popolare, ma gli oppositori del Partito Democratico (di cui fa parte il presidente della Repubblica Elbegdorj) potrebbero prendere il potere. I Popolari infatti potrebbero indebolirsi a causa del distacco di una fazione dissidente guidata dall'ex presidente Enkhbayar, che non può candidarsi in seguito ad una condanna per presunta corruzione. In ballo non ci sono solo motivazioni politiche ma soprattutto la strategia di sfruttamento delle immense miniere d'oro e di rame del Gobi: in caso di vittoria dei Democratici si avvierebbe un processo industriale senza precedenti, con appalti concessi ad aziende straniere, con un radicale cambiamento socio.economico-culturale del Paese. Seguiremo con attenzione l'esito della consultazione. Sono 11 i partiti in lizza, suddivisi nelle due coalizioni: 544 i candidati alle elezioni parlamentari, di cui 354 corrono per i 26 distretti con sistema maggioritario e 190 con il sistema proporzionale. Nella foto, il Parlamento di Ulaanbaatar nella piazza Sukhbaatar.
Una gher dedicata al Dalai Lama
a Sant'Arcangelo, in Basilicata


25 giugno 2012 Una tenda mongola per il Dalai Lama, in visita al nostro Paese, nel cuore della Basilicata. A sua disposizione per sempre. E "la casa dell'oceano d'amore XIV Dalai Lama", opera dell'artista pugliese Marilena Gulletta, installata nel complesso monastico di Santa Maria di Orsoleo in Sant'Arcangelo (provincia di Potenza) in onore della visita di Sua Santità Tenzin Gyatso XIV Dalai Lama del Tibet. Nell¹area dell¹atrio del monastero, recentemente ristrutturato, è stata portata una gher, che custodisce un altare con l'immagine del Dalai Lama. Rappresenta l'ospitalità permanente che il Comune di Sant'Arcangelo offre al Dalai Lama - da sempre costretto all'esilio - alla sua terra, ai suoi preziosi insegnamenti e ai milioni di suoi seguaci. Nella foto, la gher di Sant'Arcangelo dedicata al Dalai Lama.
Olimpiade di Londra: la Mongolia si prepara
con 29 atleti affamati di medaglie


23 giugno 2012 Anche la Mongolia attende con trepidazione l'inizio dei Giochi Olimpici di Londra. Al momento sono 29 gli atleti mongoli accreditati per la partecipazione: 9 nel judo, 8 nella lotta libera, 4 nella boxe, 2 nell'atletica leggera, 2 nel tiro con l'arco, 2 nel tiro con la pistola, 2 nel nuoto. Nell'ultima Olimpiade, quella di Pechino del 2008, la Mongolia aveva conquistato 4 medaglie, di cui 2 d'oro, con Naidangiin Tuvshinbayar (judo uomini, nella foto), Enkhbatyn Badar-Uugan (boxe uomini), e due d'argento con Otryadin Gundegmaa (tiro con la pistola donne) e Purevdorjiin Serdamba (boxe uomini).
Elezioni del 28 giugno: appuntamento cruciale
Democratici favoriti rispetto ai Popolari


22 giugno 2012 Tutto pronto, o quasi, per le elezioni parlamentari del 28 giugno. E' un clima strano quello che si vive a Ulaanbaatar in questi giorni di vigilia. Di fronte il Partito Democratico del presidente della Repubblica Elbegdorj e il Partito Popolare che esprime la maggioranza in Parlamento. Le proiezioni danno però nettamente favoriti i Democratici, che conquisterebbero il 42% dei suffragi secondo le intenzione di voto, mentre il partito d'attuale maggioranza sarebbe spaccato dalla formazione costituita dall'ex presidente della Repubblica Enkhbayar, recentemente arrestato per presunta corruzione e ridotto in condizioni critiche dopo un lungo sciopero della fame e della sete. Il partito creato da Enkhbayar conquisterebbe il 24% dei voti e il Partito Popolare scenderebbe così a una proiezione del 28%, a tutto vantaggio del Partito Democratico. Le elezioni del 28 sono fondamentali per il futuro della Mongolia, che sta vivendo una svolta epocale, per la scoperta e lo sfruttamente di immani giacimenti di oro e di rame nel deserto del Gobi. Da una parte c'è l'opportunità di una fortissima crescita economica, dall'altra un rischio ambientale (già avviato inesorabilmente con il prosciugamento di laghi, fiumi e torrenti per garantire l'acqua dei lavori minerari) e sociale con un prevedibile sconvolgimento delle antiche tradizioni dei noamdi della steppa e del deserto. Inoltre c'è l'affidamento degli appalti a compagnie straniere che avranno grandi benefici pecuniari a scapito, probabilmente, dell'equilibrio socio economico della Mongolia. Seguiremo con attenzione, e anche con preoccupazione, l'esito delle elezioni e le conseguenze immediate e a lungo termine. Nella foto, un sostenitore del Partito Popolare nella piazza principale di Ulaanbaatar
Torna a casa il Tirannosauro rubato alla Mongolia
Lo chiede il procuratore Bharara: "E' stato rubato"


20 giugno 2012 Ricordate il tirannosauro rinvenuto nel deserto del Gobi e finito, non si sa come, negli Stati Uniti? Il caso aveva suscitato le veementi, e giuste, proteste della Mongolia diventando un delicato precedente diplomatico. Lo scheletro, quasi integro, del prezioso dinosauro (nella foto) era stato battuto ad un'asta in Texas per un milione di dollari ma ora il procuratore del Southern District di New York Preet Bharara vuole restituire alla Mongolia il tirannosauro, alto circa due metri e mezzo per una lunghezza di oltre 7,3 metri. Il portavoce della dogana Luis Martinez ha dichiarato di voler spostare lo scheletro in un deposito dello Stato per preparare la spedizione verso Ulaanbaatar. «I resti del Tyrannosaurus sono di importanza culturale e storica incredibile per la Mongolia", ha detto Bahrara. "Quando lo scheletro è stato portato qui, è stato rubato anche un pezzo della storia di quel paese»
Il marchio italiano Coccinelle
apre nel centro di Ulaanbaatar


12 giugno 2012 Coccinelle, azienda italiana che produce borse, scarpe e accessori nel segmento del cosiddetto "lusso accessibile", ha inaugurato il primo monomarca in Mongolia. E' situata in 50 metri quadrati all'interno del centro commerciale Max Mall, vicino all'Hotel Ramada nel cuore di Ulaanbaatar (nella foto). Con l'apertura del monomarca in Mongolia salgono a 91 i punti vendita Coccinelle nel mondo.
Povertà e corruzione in Mongolia
nel reportage di Internazionale


10 giugno 2012 Alla vigilia delle elezioni a Ulaanbaatar, il settimanale Internazionale pubblica un dossier dell'australiano East Asia Forum, intitolato "Povertà e corruzione in Mongolia". Autore è Morris Rossabi, nella foto, che ha scritto anche il libro "Khubilai Khan". L'analisi parte dal caso Enkhbayar, l'ex presidente della Repubblica e leader del Partito rivoluzionario arrestato il 13 aprile per presunta corruzione, con qualche dubbio ("In passato Enkhbayar aveva diffuso dei documenti che provavano il ruolo dell'attuale presidente, Tsakhiagiin Elbegdorj, nel provocare i disordini scoppiati dopo le elezioni parlamentari del 2008, in cui morirono cinque manifestanti che contestavano il voto"). "La vera storia dietro il caso Enkhbayar - si legge su Internazionale - è cominciata più di vent'anni fa. Nel 1990 la Mongolia ha ripudiato il comunismo e si è affidata alle agenzie finanziarie internazionali, che hanno inviato a Ulan Bator rappresentanti e consulenti pagati profumatamente. Questi sostenitori accaniti della pura economia di mercato, hanno incoraggiato le privatizzazioni, la limitazione dell'azione del governo e la riduzione della spesa pubblica... I veri beneficiari delle privatizzazioni sono stati pochi. Gli effetti di queste riforme sono ancora evidenti: la disoccupazione dei centri urbani supera il 20 per cento e sono aumentati i senzatetto, gli alcolizzati, il crimine e le violenze domestiche". Per leggere l'articolo originale clicca qui
Ufficializzato dal presidente Napolitano
il nuovo Ambasciatore a Roma Odoonbaatar


8 giugno 2012 Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha concesso il gradimento per la nomina di Shijeekhuu Odoonbaatar come nuovo Ambasciatore della Mongolia in Italia. Lo rende noto la Farnesina che in questo mondo ufficializza l'operatività della nuova Ambasciata, che ha sede a Roma in Via Francesco Denza 27 (tel./fax 06-8074719, e-mail italy@mfat.gov.mn, sito internet: www.italy.mfat.gov.mn). Buon lavoro e buona fortuna al nuovo Ambasciatore dalla redazione di mongolia.it
Il mondo mongolo di Juri Namjil
in mostra a Roma dal 6 giugno


6 giugno 2012 Juri Namjil è una delle pittrici mongole più quotate e torna a Roma con una mostra affascinante dal titolo “Il mondo mongolo nella pittura di Juri Namjil”. L'inaugurazione è prevista per oggi, mercoledì 6 giugno alle 19 nell'ambito di un evento dal nome “Art&Aperitif”, organizzato al Roof Garden del Grand Hotel de la Minerva in Piazza della Minerva, 69 a Roma. Come annunciano gli organizzatori "l’aperitivo mira ad accostare la bellezza dell’arte al culto del cibo e offre la possibilità ai visitatori di vivere un’esperienza a tutto tondo tra cultura, bellezza ed eleganza. I quadri inediti, proposti da Juri per questo evento, riescono a trasmettere il forte legame dell’artista con le sue radici. Un punto, questo, distintivo dell’arte di Juri che investe ogni sua opera di una carica emotiva che trasporta l’osservatore all’interno di un mondo armonico e positivo. La magia dei suoi dipinti unita alla magnifica location del Roof Garden permette ai visitatori di immergersi in un’atmosfera incantata dove lo sguardo può raggiungere San Pietro, Piazza Venezia, il Pantheon e le più famose cupole di Roma e proseguire oltre, fino a raggiungere quella terra lontana e magica che è la Mongolia". Per maggiori informazioni sull’artista è possibile consultare il sito www.juri.mn (nella foto, il dipinto di Juri dal titolo "Landscape")
Il Milan in Mongolia per l'inaugurazione
del nuovo stadio dedicato a Franco Baresi


6 giugno 2012 Per il secondo anno consecutivo, il Milan sbarca in Mongolia. Oltre 200 bambini per la settimana di corso e sei allenatori appositamente arrivati dall’Italia per insegnare ai piccoli i segreti del gioco del calcio. In occasione dell’apertura ufficiale della settimana di corso, Franco Baresi ha preso parte alla cerimonia di avvio dei lavori per la costruzione del nuovo stadio nazionale a lui intitolato, alla presenza dellele massime autorità dello Stato (anche se il presidente della repubblica Elbegdorj è un grande tifoso dell'Inter e ha recentemente incontrato Moratti e i nerazzurri). Queste le parole dell’ex capitano rossonero: “Siamo felici di essere di nuovo in Mongolia perché crediamo fortemente nel potenziale di questo paese che sta crescendo tanto in termini di pratica del gioco del calcio. Sono anche molto orgoglioso, per me e per il Milan, e felice per la città di Ulaanbaatar perché oggi è stata messa la prima pietra del nuovo Stadio Nazionale. Un passo importantissimo per avvicinare ulteriormente questo meraviglioso paese al mondo del calcio”. Durante l'inaugurazione Franco Baresi ha versato il latte sul primo mattone dello stadio, secondo un rito di buon auspicio della tradizione sciamanica e buddhista. Lo Stadio verrà costruito ad Ulaanbaatar: una struttura di oltre 10.000 posti al coperto per consentire agli spettatori di assistere alle partite anche nei mesi più freddi (foto e news fonte acmilan).
La Coppa del Mondo vinta dalla Mongolia
Lo sport pulito visto da tuttocalciatori.net


1 giugno 2012 Alla vigilia degli Europei di calcio, un articolo controcorrente scritto da Emanuele Giulianelli per tuttocalciatori.net. Il titolo è choc: "La Coppa del mondo vinta dalla Mongolia". Di cosa si tratta? Di calcio sempre, ma diverso da quello dei veleni, degli scandali, degli arresti, del calcioscommesse, della violenza a cui ci siamo abituati in questi giorni. Il testo completo nella sezione Articoli, qui uno stralcio.
Una storia di calcio dalle lontane terre dell’Asia che ci fa riconciliare con la bellezza dello sport visto come gioia. Tendi l’orecchio e ascolta. Il vento che sferza la distesa infinita della steppa, verde oltre ogni confine percepibile, ti porta il suono di cavalli al galoppo in lontananza. Lo spazio si riduce, gli zoccoli segnano l’erba e la scia diventa folata. Colori di vesti gonfiate, urla gioiose riempiono per un attimo la scena. Poi, ritorna tutto verde: come un enorme campo da calcio. E’ la Mongolia, una delle terre più lontane nella nostra immaginazione, con i suoi suoni e i suoi colori: un Paese che, negli ultimi anni, sta cercando di emergere anche nel calcio. Otto squadre prendono parte al campionato mongolo di Prima Divisione che si disputa solamente nei mesi più caldi, visto che in inverno le temperature scendono anche a 20 gradi sottozero. La squadra più importante del Paese è l’FC Mazaalai, della capitale Ulan Bator come sette su otto delle formazioni che prendono parte al massimo campionato; ma la migliore, al momento, è l’FC Erchim, prima squadra mongola a partecipare (proprio quest’anno) a una competizione internazionale, la Coppa del Presidente dell’AFC (equivalente asiatica dell’Europa League). Il movimento calcistico è in netta espansione nella grande nazione asiatica: la nazionale, pur essendo stata fondata nel 1959 può essere considerata giovane, perché tra il 1960 e il 1998 non ha disputato partite internazionale. Il giocatore più rappresentativo è, senza dubbio, Bayasgalan Garidmagnai, centrocampista dai piedi buoni, classe 1985, due volte capocannoniere del campionato (nella foto, la nazionale di calcio della Mongolia).
Creato in Mongolia il primo impianto
di trattamento per acque reflue


1 giugno 2012 Il primo impianto pilota di trattamento delle acque reflue con produzione integrata di legno è stato aperto in Mongolia. L'innovativo impianto, riferisce l'Agi, è stato commissionato e consegnato dalla Mongolian University of Technology di Darkhan. Lo scopo è quello di contribuire a risolvere le tre emergenze ambientali che riguardano la Mongolia: la mancanza di servizi igienico-sanitari, la crescente scarsità d'acqua e la deforestazione causata da una forte domanda di combustibili da riscaldamento. L'impianto, si legge in una nota, è stato finanziato dal Ministero tedesco dell'Istruzione e della Ricerca (BMBF) attraverso il progetto MoMo (Integrated Water Resource Management in Central Asia: Model region Mongolia) incentrato sull'identificazione di appropriate soluzioni per la gestione delle acque reflue e la produzione di energia (foto Federico Pistone).
Cooperazione veterinaria, firmata
intesa tecnica tra Italia e Mongolia


31 maggio 2012 Passa anche dalla cooperazione veterinaria una sempre più stretta relazione fra Italia e Mongolia: è stata infatti siglata a Pechino la prima intesa tecnica in campo veterinario, con le firme del'Ambasciatore d' Italia presso la Repubblica Popolare Cinese, Attilio Massimo Iannucci (nella foto), accreditato anche in Mongolia, e dell'Ambasciatore di Mongolia in Cina, Tsedenjav Sukhabaatar. L' intesa prevede la definizione di politiche congiunte tra i due Paesi nel rispetto delle norme igienico-sanitarie stabilite dai principali organismi internazionali competenti. «L'accordo - ha dichiarato l'Ambasciatore Iannucci - costituisce un'ulteriore dimostrazione dell'eccellente stato delle relazioni bilaterali dell'Italia con Ulaanbaatar. Il settore che da oggi è regolamentato formalmente potrà in particolare garantire ai nostri due Paesi l'avvio di forme sicure e disciplinate di interscambio in campo veterinario». L' Ambasciatore Iannucci ha inoltre sottolineato come tale intesa riguardi «un settore che vede da un lato l'Italia all'avanguardia nelle tecniche di gestione animale e dall'altro la Mongolia disporre di un elevatissimo numero di capi di bestiame, per un legame quindi di evidente complementarietà".
Hattrick, nuovo trionfo e promozione per Karakorum
la squadra dedicata all'antica capitale mongola


27 maggio 2012 Dopo un'entusiasmante cavalcata (8 vittorie consecutive), Karakorum ha vinto ieri il campionato conquistando una nuova promozione in Hattrick, il gioco virtuale di calcio più popolare del web, con un milione circa di iscritti in tutto il mondo. La squadra di Karakorum (nella foto, lo stemma ufficiale) è gestita dalla redazione di mongolia.it che vuole così rendere onore all'antica capitale dell'impero mongolo di Gengis Khan anche in un contesto più attuale e ludico. Karakorum ha già vinto quattro campionati e una coppa Mongolia, confrontandosi con squadre di tutto il mondo. La squadra, allenata dallo svedese Mattias Hornskog, è al momento al 23° posto assoluto in Italia pur avendo una storia ancora abbastanza giovane. Nell'ultima stagione, il team ha vinto 12 partite su 14, realizzando 51 reti e subendone 29, guidato dal capitano Kjell Borner e dal bomber Lander Lastman. Complimenti e buona fortuna a Karakorum!
La Mongolia si prepara alle elezioni del 28 giugno
Scontro frontale fra Popolari e Democratici


27 maggio 2012 La Mongolia si appresta ad andare alle urne in un clima di incertezza ma anche di speranza. Il prossimo 28 giugno si vota per le elezioni parlamentari mettendo di fronte i due maggiori partiti, quello Democratico, a cui fa capo anche il Presidente della Repubblica Elbegdorj, e il MPP (Partito popolare) di Enkhbayar. L'ex capo dello stato è al centro delle cronache da diverse settimane: arrestato per presunta corruzione ed evasione fiscale, Enkhbayar, che si è sempre proclamato innocente, ha avviato uno sciopero della fame e della sete che lo ha portato a condizioni di salute critiche, a cui si sono interessati anche le Nazioni Unite e Amnesty International, come riferito nelle precedenti news. A Enkhbayar sono stati concessi gli arresti domiciliari e ora l'attenzione internazionale si rivolge a queste elezioni anche per il nuovo ruolo strategico della Mongolia nello scacchiere economico mondiale, grazie alle nuove risorse minerarie. Attualmente in Parlamento il Partito Popolare ha la maggioranza con 45 seggi (52,67%) ed esprime il Primo Ministro Sukhbaataryn Batbold, mentre il Partito Democratico ha 27 seggi con il 40,43% e candida Norovyn Altankhuyag. Seguiremo con attenzione questo evento elettorale, prima, durante e dopo il voto. Nella foto, l'emblema della Mongolia
Il 31 maggio a Milano un documentario
sulle avventure ciclistiche in Mongolia


23 maggio 2012 In questi giorni la bicicletta è protagonista, non solo in Italia con il Giro ma anche in Mongolia grazie alle iniziative del Mongolian Bike Challenge che ogni anno propone sfide appassionanti nelle steppe mongole. Nell'attesa, Willy Mulonía e il team di Progetto Avventura presentano un documentario - prodotto da Film Mare a cura di Luca Negro e Paolo Negro - che racconta in modo estremamente suggestivo le avventure a due ruote in Mongolia. Appuntamento il 31 maggio alle 21 a Milano, presso la sede della Ciclobby, in via Borsieri 4/E. L'ingresso è libero.
Le antilopi saiga a rischio di estinzione
Cause: malattia e caccia spietata


22 maggio 2012 Sono bellissime, e sono in via di estinzione. Le antilopi saiga sono minacciate dalle malattie e dalla caccia spietata. Una vera e propria strage che si consuma tra Mongolia e Kazakistan. Le autorità veterinarie kazake hanno rinvenuto le carcasse di 543 animali (508 femmine, 31 cuccioli e 4 maschi), uccisi apparentemente da pasteurellosi, una malattia che nel 2012 ha già ucciso 12 mila capi. L'antilope saiga ha visto falcidiata la sua popolazione da un milione di capi a circa 100mila. Una delle cause della sua quasi estinzione è la caccia spietata: ci mancava anche la medicina tradizionale cinese che le richiede per le presunte proprietà delle sue bellissime corna, oggetto anche purtroppo di criminali cacciatori molti dei quali provenienti dalla Russia e dall'Europa.
"Come sta l'ex presidente?", ecco il testo
della telefonata di Ban ki-moon a Elbegdorj


20 maggio 2012 Ecco tradotto e pubblicato il testo della telefonata tra il segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-moon (nella foto) e il presidente della Repubblica della Mongolia Elbegdorj sulle condizioni di salute dell'ex presidente Enkhbayar e leader del Partito rivoluzionario mongolo, che aveva avviato un lungo sciopero della fame dopo essere stato arrestato per presunta corruzione ed evasione fiscale. Le sue condizioni sono critiche. Ecco una sintesi della telefonata (B è Ban Ki-moon, E è Elbegdorj)
B: Come sta Presidente?
E: Sono molto felice di parlare con voi, signor Segretario generale
B: C'è molta preoccupazione per le condizioni dell'ex presidente Enkhbayar. Spero che vi stiate dedicando alla sua salute. Noi siamo buoni amici. Conosco anche il suo predecessore e sono orgoglioso che la Mongolia rappresenti un Paese che ha costruito con grande successo una struttura democratica. E lei è responsabile della democrazia e della stabilità del suo Paese...
E: Le sono molto grato per questa telefonata. Stiamo occupandoci seriamente della salute di Enkhbayar. Al momento sta ricevendo le migliori cure disponibili e la sua salute è costantemente monitorata. La Mongolia sta cercando in tutti i modi di combattere la corruzione.
B: Sono davvero molto imbarazzato a dover tornare con lei su questo argomento. Mi dicono che le condizioni di salute dell'ex presidente sono seriamente peggiorate...
E: Onorevole Segretario generale, sono onorato per la sua attenzione. La Mongolia è un Paese aperto. La situazione è costantemente tenuta sotto controllo dai media e dalle varie organizzazioni. La gente riceve tutte le informazioni. Il caso relativo all'ex presidente è aperto da un po' di tempo. Era stato chiamato a testimoniare dieci volte negli ultimi mesi ma si è sempre rifiutato. Da qui il suo arresto. Ma siamo attenti al rispetto dei diritti umani e alla salute di Enhbayar...
B: Bene grazie, è stato un piacere parlare con lei.
E: Grazie per la telefonata. Le sono grato per il suo interessamento agli eventi che avvengono nel nostro Paese...
Tirannosauro del Gobi "rubato" alla Mongolia
e messo all'asta a Dallas. E' polemica


19 maggio 2012 Stop al "furto" di dinosauri dalla Mongolia. Lo chiede Bolortsetseg Minjin dell'Accademia della scienza di Mongolia, dopo la messa all'asta negli Stati Uniti dello scheletro di un tirannosauro prelevato indebitamente dal deserto del Gobi. Una protesta ufficiale per questo ennesimo sopruso del patrimonio naturalistico mongolo. Il Tyrannosaurus Baatar in questione (nella foto) è stato messo all'asta a Dallas, scatenando polemiche. Lo stesso paleontologo americano Mark Norell ha dichiarato: "Questo fossile appartiene alla Mongolia, è assurdo che non ci siano leggi internazionali che tutelino questo patrimonio". Lo stesso presidente della Repubblica Elbegdorj ha annunciato iniziative per affrontare la situazione.
Dalla Mongolia alle Far Oer
reportage di Federico Pistone sul Corriere


19 maggio 2012 Continenti e culture diverse, ma a unire Mongolia e Far Oer ci pensa, oltre al clima glaciale e ai paesaggi stupefacenti, il reportage di Federico Pistone apparso oggi sul Corriere della Sera. Due pagine, 32 e 33, dedicate all'arcipelago del nord Europa, dal titolo "A piedi nudi nell'Artico". Una meta insolita, raccontata attraverso parole e immagini, dallo stesso autore di vari libri, fra cui la guida "Mongolia, l'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri", giunta alla terza edizione. Si legge nell'articolo: "The land of maybe, la battezza Magni Arge, presidente dell’Atlantic Airways, dopo aver buttato giù un bicchierino d’acquavite Lívsins Vatn e intonato un improbabile Arrivederci Roma. “Quando stavo in Italia, sul lago Maggiore, il clima era sempre lo stesso, sereno per una settimana, poi pioggia per giorni interi. Una noia”. Per lui meglio le Fær Øer, la terra del forse, meno di cinquantamila abitanti e più di centomila pecore (Føroyar, alla locale, significa proprio arcipelago degli ovini) distribuiti su 18 isole nella corrente. Quella del Golfo che addolcisce il clima artico ma anche quella del vento che impedisce agli alberi di crescere ed escogita scenari sempre diversi con il cielo perennemente indeciso se dare via libera alla neve, quasi mai piove - troppo freddo - oppure al sole pieno; nell'incertezza traccia arditi arcobaleni e disegna luci che trasfigurano il paesaggio verde velluto". Quel "maybe" non è riferito solo al meteo, ma anche all'inquietudine e alle velleità di un Paese giovane, anzi giovanissimo con un quarto della popolazione sotto i 14 anni, dal 1948 indipendente dalla Danimarca ma fino a un certo punto (tecnicamente è una nazione costitutiva del Regno di Margherita II), con una capitale-cartolina - Tórshavn, il "porto del dio Thor, ventimila abitanti -, una lingua (il feringio), una divisa propria (la corona delle Fær Øer, solo banconote, le monete sono danesi), una targa, un'estensione Internet propria (.fo) e una voglia matta di aprirsi all'Europa, intesa come business e come turismo".
Una squadra di 14 castori
cercherà di salvare il fiume Tuul


17 maggio 2012 "Ingegneri" tedeschi salveranno il Tuul, uno dei fiumi che attraversa Ulaanbaatar? Parliamo dei simpatici castori, infaticabili costruttori di dighe sui fiumi. Ne sono partiti quattordici il mese scorso, provenienti dalla Baviera con destinazione Ulaanbaatar e la missione di salvare il bacino del grande fiume Tuul dal grave deterioramento delle sue acque. Le dighe costruite dai castori sono un eccellente filtro anti inquinamento, poiché le paludi che si formano a valle sono in grado di filtrare molti sedimenti e sostanze inquinanti dalle acque, compresi azoto, fosfato, carbonio e silicati. Altri sei castori partiranno presto alla volta di Ulaanbaatar, mentre ulteriori venti saranno importati dalla Russia entro quest’anno. L’iniziativa è del Sindaco di Ulaanbaatar G. Munkhbayar, fa parte di un programma volto a ripristinare la purezza delle acque del fiume che fornisce la maggior parte dell’acqua potabile alla città. I castori saranno allevati in ambiente protetto, prima di essere reintrodotti in natura. Ovviamente si spera che questa iniziativa non sia la sola immaginata per proteggere il fiume: con migliaia di famiglie umane che disperdono i propri rifiuti domestici in acqua, sarebbe un compito troppo arduo da affidare unicamente alle famiglie di castori.
Rilasciato su cauzione l'ex presidente Enkhbayar
Dopo lo sciopero della fame ha perso 16 chili


15 maggio 2012 L'ex presidente della Repubblica di Mongolia e leader del MPRP (Partito Rivoluzionario Popolare) N. Enkhbayar ha interrotto dopo 11 giorni lo sciopero della fame che aveva proclamato dopo essere stato arrestato con l'accusa di corruzione ed evasione fiscale. Enkhbayar è stato rilasciato su cauzione, dopo essere stato ricoverato in un ospedale di Ulaanbaatar per le sue condizioni critiche. Nell'immagine, l'ex presidente prima e dopo la protesta, con 16 chili persi. Hanno solidarizzato con lui altri 15 cittadini mongoli presso il monumento della repressione politica. Sul caso è intervenuta anche Amnesty International per chiedere chiarimenti al Governo mentre il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha telefonato personalmente al presidente della Mongolia Elbegdorj chiedendo informazioni sulla salute di Enkhbayar.
Il dissidente di origine mongola Hada
ancora prigioniero della polizia cinese


12 maggio 2012 Il dissidente cinese di origine mongola, Hada (nella foto), resta agli arresti domiciliari e trasferito in un "centro turistico" secondo la testimonianza di alcuni esuli. Hada nel 2010 ha scontato una pena a 15 anni di prigione e da allora viene illegalmente tenuto agli arresti domiciliari dall polizia cinese. Il Southern Mongolian Human Rights Information Centre (Smhric) ha comunicato che la moglie del dissidente, Xinna, è stata condannata a tre anni di prigione per «attività illegali» mentre il figlio Uiles è tenuto agli arresti domiciliari nell'appartamento di famiglia a Hohot, la capitale della regione autonoma della Mongolia interna. Secondo l'Smhric, il dissidente continua a essere perseguitato perchè rifiuta di firmare un documento nel quale ammette di aver «sbagliato».
Sciopero della fame dell'ex presidente Enkhbayar
E' ricoverato all'oespedale di Ulaanbaatar


12 maggio 2012 Alla vigilia delle elezioni, la Mongolia vive un momento delicato. L'ex Presidente della Repubblica Nambaryn Enkhbayar (foto) e leader del Partito Rivoluzionario, arrestato per presunte corruzioni e per evasione fiscale, prosegue dal 4 maggio scorso lo sciopero della fame e della sete. Le sue condizioni sono preoccupanti, tanto che è stato necessario il suo ricovero in un ospedale di Ulaanbaatar. Gli esponenti del MPRP hanno addirittura paragonato questo caso a quello dell'ex primo ministro ucraino Yulia Tymoshenko.
Nella classifica mondiale dell'intelligenza
italiani e mongoli sono ai primi posti


27 aprile 2012 La popolazione della Mongolia e quella dell'Italia sono tra le più intelligenti del mondo. Lo dice una classifica stilata da scienziati e psicologi europei, che hanno preso in considerazione gli studi sul Quoziente di intelligenza di 113 Paesi. Secondo questa graduatoria, gli italiani sarebbero al quarto posto (102 punti), i mongoli (101) al quinto a pari merito con islandesi e svizzeri. Al comando c'è Singapore (108) davanti a Corea del Sud (106) e Giappone (105). Un podio asiatico dunque, con l'Italia a guidare il lotto europeo. La Germania (99) è solo 14a, Francia, Spagna e Stati Uniti (98) al 22° posto. Ma il dato che probabilmente farà più piacere ai mongoli è quello di essere "più intelligenti" dei cinesi, anche secondo questa classifica. Per vedere la graduatoria completa clicca qui
La delicata situazione politica in Mongolia
Accuse fra governo e opposizione


27 aprile 2012 La Mongolia vive un momento politico cruciale, alla vigilia delle elezioni (giugno) e dopo l'arresto dell'ex Presidente della Repubblica, il leader del Partito Rivoluzionario Mongolo Enkhbayar. Un'analisi della situazione la traccia lucidamente Pietro Acquistapace su termometropolitico.it (nella foto lo scambio di consegne presidenziali del 2009 da Enkhbayar a Elbegdorj nel 2009): "A seguito di un’accusa per corruzione è stato arrestato Nambaryn Enkhbayar, ex Presidente della Repubblica mongola. Poche ora prima lo stesso aveva dichiarato ai cronisti la sua intenzione di rendere pubblico quanto in suo possesso, compresi documenti governartivi secretati per motivi di sicurezza nazionale, per dimostrare che le elezioni del 2008 sarebbero state falsate da episodi di corruzione. Se poi consideriamo che in giugno si terranno le elezioni per il rinnovo del parlamento la tempistica dell’arresto sembra perlomeno sospetta. Enkhbayar è infatti il leader del Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo (MPRP), attualmente all’opposizione, e conta un vasto seguito di sostenitori, già radunatisi nella piazza principale di Ulaan Baatar scontrandosi, seppur in maniera lieve, con la polizia. Ma la tensione, stando a quanto riportano le agenize di stampa, sembra aumentare. Nambaryn Enkhbayar è una figura chiave degli ultimi decenni della politica mongola: Primo Ministro dal 200 al 2004, portavoce del governo dal 2004 al 2005 e Presidente della Repubblica mongola dal 2005 al 2009, quando venne sconfitto da Tsakhiagiin Elbegdorj, leader del Partito Democratico, con uno scarto di circa il 3,8% dei voti. Momento cruciale della carriera politica di Enkhbayar sono state le elezioni politiche del 2008, quelle relative alle dichiarazioni alla stampa fatte dall’ ex-presidente poche ora prima del suo arresto, quando l’alternanza al governo tra i due partiti politici mongoli si concluse con quattro giorni di scontri nelle strade e la morte di cinque persone. Il comunicato ufficiale rilasciato dall’ Agenzia Indipendente Mongola Contro la Corruzione (IAAC) sembrerebbe confermare l’ipotesi di un arresto “politico”. Questo sarebbe infatti la conclusione di un’indagine durata due anni e che vede Enkhbayar indagato per la privatizzazione di un giornale locale, l’ Ulaanbaatar Times, e di un albergo con cinque camere, dal nome di Urgoo. Non sembra quindi del tutto improbabile quanto avanzato da alcuni analisti, ossia che il governo mongolo si sia allarmato per le recentissime dichiarazioni di Enkhbayar riguardo ai fatti del 2008, e per le conseguenti accuse di corruzione coinvolgenti l’attuale Primo Ministro Batbold ed altre figure pubblche di primo piano come Nyamdorj e Bayar. I sostenitori dell’ex-Presidente si sono radunati contestando il non rispetto dell’immunità della sua carica nel corso dell’arresto e chiedendone il rilascio su cauzione; rilascio che le autorità hanno gia’ dichiarato non possibile in quanto la documentazione presentata a tale fine non soddisfa i requisiti richiesti. Da parte sua Enkhbayar ha iniziato uno sciopero della fame nel centro di detenzione dell’aimag di Tuv, luogo nel quale è rinchiuso. Si aspettano adesso anche le reazioni dei mercati estrattivi, settori economico chiave per la Mongolia. Secondo gli analisti di Eurasia Group se da un lato sicuramente le perturbazioni politiche avranno nell’immediato sicuro influsso negativo sugli andamenti economici, dall’altro questo arresto potrebbe rivelarsi come un forte messaggio contro la corruzione con l’effetto di tranquilizzare gli investitori. E che l’arresto di Enkhbayar possa essere letto come un duro colpo alla corruzione mongola è messaggio che filtra anche attraverso I blog ed I forum dell’emigrazione mongola, almeno a guidicare dai commenti di molti tra i frequentatori. In conclusione un arresto dai molti lati oscuri, e che sicuramente si trova al centro di un vasto complesso di interessi economici. La Mongolia infatti sta procedendo a vele spiegate verso la privatizzazione delle risorse del suo sottosuolo, con ampie aree già sfruttate da compagnie cinesi, suscitando le attenzioni sia di investitori russi che occidentali. E quanto questo possa influenzare la vita politica mongola sarà risposta data dal susseguirsi degli eventi.
Sono 124 i mongoli ufficialmente residenti in Italia
La maggioranza è femminile e vive in Lombardia


19 aprile 2012 Sono 124 i mongoli ufficialmente residenti in Italia secondo la statistica demografica pubblicata da tuttitalia.it. La presenza dei cittadini della Mongolia nel nostro Paese si attesta quindi a una percentuale molto esigua (0,003%) rispetto al totale degli extracomunitari, nonostante il numero sia raddoppiato negli ultimi 5 anni. La presenza femminile è preponderante con 96 unità contro i 28 uomini. La Regione con la maggiore concentrazione di mongoli è la Lombardia (33 pari al 26,6%), davanti a Veneto (17), Lazio (16), Marche (11), Emilia Romagna, Friuli e Piemonte (10). Per vedere la statistica completa clicca qui. (foto Federico Pistone)
L'arresto dell'ex presidente Enkhbayar
Le sue parole nell'ultima intervista


18 aprile 2012 L'ex presidente della Mongolia Enkhbayar, arrestato il 13 aprile scorso per corruzione ed evasione fiscale, stava concludendo un'intervista con una giornalista di TV9. Il leader del partito rivoluzionario della Mongolia stava spiegando alla reporter, a proposito dell'annunciato arresto: "Primo, nessuno mi ha notificato nulla sul fatto che io possa essere sospettato. Non c'è una legge che permette di arrestare una persona non sospettata. Secondo, la notte scorsa quando hanno cercato di arrestarmi non mi hanno mostrato alcun documento scritto che giustificasse il mio attesto. Terzo, hanno usato armi da fuoco e la procedura d'arresto doveva essere interrotta". Prima di essere tratto in arresto, Enkhbayar ha inoltre affermato: "Stavano cercando di arrestare il popolo mongolo. Voglio ancora dire: lottiamo per la democrazia, per un Paese morale, senza aver paura di niente, e senza corruzione. Sono grato che hanno mostrato il loro vero volto durante questa azione". E su queste parole, rilasciate a TV9, gli agenti sono entrati nell'ufficio dell'ex presidente e lo hanno portato in carcere. Nella foto, Enkhbayar durante l'ultima intervista, poco prima dell'arresto.
Brunello Cucinelli, re del cashmere
annuncia l'entrata in Borsa


16 aprile 2012 Brunello Cucinelli, re del cashmere, annuncia l'entrata in Borsa dal prossimo 3 maggio. Lo fa dal Museo Diocesano di Milano, ricordando anche il suo particolare affetto per la Mongolia, terra da dove proviene la materia prima dei suoi meravigliosi capi di qualità senza compromessi. L'azienda perugina approderà a Piazza Affari con l'obiettivo di «diventare più forti finanziariamente, più internazionali e aperti al mercato». E aggiunge Cucinelli: "Non abbiamo alcun progetto di acquisizione. Crediamo nel lusso e in un unico brand, con l'idea che l'impresa resti nella famiglia». Lo stilista parla di «dignità del profitto» e di «quotare il valore della dignità umana». «Un'azienda che produce benessere solo per i soci non funziona», assicura Cucinelli «e dopo il 3 maggio continuerò a svolgere lo stesso mestiere».
Statua di Gengis Khan inaugurata a Londra
nella centralissima Hyde Park


15 aprile 2012 Gengis Khan a cavallo per Hyde Park. Una grande e spettacolare statua del condottiero mongolo (nella foto) è stata inaugurata nel principale parco londinese, punto di riferimento per la capitale inglese: è alta cinque metri ed è stata creata secondo il progetto del scultore russo Dashi Namdakov. Gengis Khan è su un cavallo che discende dal cielo, il sacro Tengrì, il suo sguardo è rivolto verso la terra ed i palmi delle mani sono all'ingiù, come ad appoggiarsi alle correnti d’aria.
ARRESTATO L'EX PRESIDENTE ENKHBAYAR
ACCUSA: CORRUZIONE ED EVASIONE FISCALE


13 aprile 2012 L'ex Presidente della Mongolia Nambaryn Enkhbayar (nella foto) è stato arrestato. L'esponente del MPRP, il Partito mongolo rivoluzionario, è stato condotto in un carcere della regione di Tuv, non lontano da Ulaanbaatar, e dovrà rispondere di appropriazione indebita, evasione fiscale e corruzione. La notizia ha colto di sorpresa l'intera popolazione mongola e ora si attendono gli sviluppi dell'inchiesta. Ecco quanto riferiscono le agenzie l'agenzia Ansa e France Press: "L'ex presidente mongolo Nambariin Enkhbayar è stato arrestato oggi nella capitale Ulan Bator per corruzione, in una operazione di polizia condotta da ben 300 agenti. Alcuni partigiani dell'ex capo di governo hanno prima tentato di fermare i poliziotti, poi hanno inscenato varie manifestazioni di protesta, secondo fonti concordi citate dall'agenzia Afp.    Enkhbayar ha rifiutato per un anno e mezzo di presentarsi in tribunale e rispondere a varie accuse di corruzione avanzate contro di lui, afferma E. Amarbat, capo del dipartimento di inchiesta dell'Agenzia anti-corruzione della Mongolia. Fra i capi di imputazione, figura il 'furtò di un dono giapponese per aiutare il monastero di Gandantegchinlen a realizzare una propria emittente televisiva; e c'è anche la privatizzazione illegale di una casa editrice. Al momento dell'arresto, una folla di fedeli del suo Partito popolare rivoluzionario mongolo (Pprm) ha tentato di fermare i poliziotti, che hanno dovuto usare la forza per disperdere i manifestanti. Enkhbayar, affermano i suoi sostenitori, ha annunciato uno sciopero della fame in carcere. L'ex capo di Stato è entrato in politica nel 1992 con le prime elezioni democratiche seguite alla fine, due anni prima, del Partito comunista mongolo. È stato per oltre 10 anni al potere, prima come premier e poi come presidente, fino alla sconfitta nelle elezioni del 2009.
Hattrick, la nostra squadra Karakorum
domina il torneo "Mongolia"


11 aprile 2012 Karakorum, la squadra gestita dalla redazione di mongolia.it, ha vinto il torneo "Mongolia", organizzato nell'ambito di Hattrick, il più importante gioco virtuale di calcio con quasi un milione di iscritti in tutto il mondo. Karakorum ha superato in finale la squadra ligure di Baccan con il punteggio di 5-2, dopo aver vinto tutte le partite di qualificazione: 8-0 su Patmos, 7-0 sullo stesso Baccan e 4-2 su Cremolandia. Capocannoniere del torneo il 22enne Dawid Waszkiewicz di Karakorum con 7 reti (nella foto, il simbolo della nostra squadra, con i colori sociali bianco e giallo e un'aquila). Lunedì prossimo, 16 aprile, prenderà il via un nuovo torneo internazionale, intitolato a Zanbazar - scultore e statista mongolo del XVII secolo - a cui prenderanno parte, oltre a karakorum, altri club di tutto il mondo, tra cui i portoghesi di Redondos, gli svizzeri di Hoppala, gli irlandesi di Phaenix, gli asutraliani di Hoggs Hoes e gli scozzesi di Loggerheads, primi avversari di Karakorum.
Altri tre cavalli selvatici
in partenza verso le steppe mongole


10 aprile 2012 Tre preziosi cavalli selvatici di Przewalski, provenienti dal centro di acclimatazione di Dolni Dobrejov in Boemia Centrale (Repubblica Ceca), saranno presto trasferiti nell’ovest della Mongolia, terra che in tempi molto antichi ha dato vita a questa splendida razza. Il trasferimento fa parte di un progetto che lo zoo di Praga da tempo conduce per contribuire a preservare questi cavalli unici al mondo, fino al 1968 considerati estinti allo stato brado e poi fortunosamente reintrodotti in Mongolia utilizzando gli ultimi esemplari viventi in cattività. Attualmente nella grande riserva naturale di Hortobagy, nell’Ungheria orientale, ne vivono ben 210 esemplari. In Mongolia i cavalli di Przewalski, dal nome dell’ufficiale dell’esercito russo che li riscoprì alla fine del 19° secolo, sono chiamati Takhi, che in mongolo significa spirito, e attualmente oltre un centinaio di esemplari galoppa libero nel grande deserto del Gobi.
La buona Pasqua dei missionari in Mongolia
ricordando l'abolizione della pena di morte


9 aprile 2012 La Pasqua è una celebrazione strettamente cristiana, eppure la sua eco oltrepassa i confini e, grazie ai missionari, raggiunge la Mongolia, Paese di traduzione buddhista lamaista e sciamanica. Alcune testimonianze inviate a mongolia.it e raccolte nella sezione Forum ci hanno permesso di festeggiare la Pasqua pur parlando di Mongolia. Suor Maddalena ci scrive: "Noi preghiamo per te e per il popolo Mongolo, intanto con l'abolizione della pena di morte è più avanti degli Stati Uniti d'America". Le Figlie di Maria Ausiliatrice ci riferiscono delle struggenti parole del vicario Don Armando: "Settimana scorsa è morta Carmen, la più giovane partecipante a quel nostro viaggio in Mongolia. Lasciò scritto: “E’ stato, quel viaggio, una delle cose più belle degli ultimi miei anni”!". E poi gli amici Missionari della Consolata ci mandano gli auguri di buona Pasqua attraverso le parole di Padre Giorgio, che da anni aiuta in modo concreto e commovente la popolazione di Arvaikheer.
Fiction romantiche e di costume della Rai
sbarcano per la prima volta su Mongol TV


7 aprile 2012 L'avvicinamento tra Mongolia e Italia passa anche dalla TV. Per la prima volta un canale televiso mongolo (Mongol Television, nell'immagine il logo dell'emittente di Ulaanbaatar) ha richiesto alla Rai alcuni programmi, in particolari fiction romantiche e produzioni in costume. D'ora in poi quindi anche la popolazione mongola avrà l'opportunità di conoscere meglio la realtà italiana, sperando che la qualità delle trasmissioni possa rappresentarla degnamente. Oltre alla Mongolia la Rai ha aperto a nuovi mercati asiatici come la Corea del Sud e le Filippine.
No alla centrale nucleare in Mongolia
Protesta nella piazza centrale di Ulaanbaatar


7 aprile 2012 Protesta pacifica nella piazza principale di Ulaanbaatar contro il progetto della prima centrale nucleare in Mongolia. Un centinaio di cittadini, nomadi e ambientalisti si sono concentrati nel centro della capitale con poster e striscioni per dire no alla centrale ad uranio arricchito, soprattutto alla luce del disastro ambientali accaduto nel non lontano Giappone. La Mongolia possiede 1,4 milioni di tonnellate di uranio, un patrimonio che ingolosisce i paladini del nucleare. Il presidente della Federazione mongola per la protezione ambientale ha chiesto che il Parlamento annulli la legge sull'energia emessa nel 2009, sospenda le licenze per lo sfruttamento delle miniere di uranio e non accetti più rifiuti radioattivi provenienti dall'estero.
Il presidente della Mongolia Elbegdorj
incontra la Merkel e il presidente tedesco


1 aprile 2012 Estremamente positiva la visita ufficiale in Germania del presidente della Repubblica della Mongolia Tsakhiagiin Elbegdorj e di sua moglie Bolormaa. In un clima molto amichevole Elbegdorj è stato ospitato al palazzo presidenziale Bellevue di Berlino dal presidente tedesco Joachim Gauck e la moglie Daniela Schadt. La collaborazione economica e culturale fra Mongolia e Germania è stata ribadita nell'incontro tra Elbegdorj e il cancelliere Angela Merkel (nella foto)
Sumo, due mongoli si contendono
il trofeo di Osaka: vince Hakuho


1 aprile 2012 Parla mongolo lo Spring Grand Sumo di Osaka, la principale competizione della tradizionale lotta giapponese. Due atleti della Mongolia si sono conetsi il prestigioso Trofeo dopo aver raggiunto il 15° giorno di gara in parità, con 13 vittorie su 15 confronti. Alla fine ha prevalso lo yokozuna Hakuho (in trionfo, nella foto) davanti al connazionale Kakuryu.
Nasce l'Ambasciata della Mongolia a Roma
Ecco in anteprima il sito ufficiale


31 marzo 2012 Sarà operativa già dai prossimi giorni la nuova Ambasciata della Mongolia. Ha sede a Roma in via Francesco Denza 27. Questo l'indirizzo del sito ufficiale: http://www.italy.mfat.gov.mn/ (versione in lingua mongola e inglese). Questo il messaggio di benvenuto dell'Ambasciatore: "Cari amici, a nome dei miei colleghi, sono orgoglioso e onorato di darvi un caldo benvenuto e invitare sinceramente ognuno di voi a visitare il sito ufficiale della nuova Ambasciata di Mongolia nella Repubblica d'Italia. Spero lo troviate utile e ricco di informazioni. Il sito è concepito per darvi informazioni chiare sulla Mongolia, sulle relazioni bilaterali Mongolia-Italia, legislazioni, decisioni, importanti per i cittadini mongoli residenti all'estero, adottate rispettivamente dal Parlamento e dal Governo della Mongolia, le leggi italiane e i regolamenti per i residenti stranieri, con i nostri uffici e i relativi servizi". Anche mongolia.it dà il benvenuto al nuovo Ambasciatore (nella foto, la home page del sito dell'Ambasciata della Mongolia a Roma)
Ulaanbaatar, come cambia
la capitale della Mongolia


30 marzo 2012 Ulaanbaatar sta cambiando, in modo estremamente rapido. E apre ulteriormente il divario economico e sociale rispetto al resto del Paese, un immenso territorio ancora così legato alle tradizioni nomadi. Ecco il breve report raccontato per mongolia.it da Alberto Colombo reduce da un viaggio nella capitale della Mongolia: "Ogni anno troviamo grandi cambiamenti a UB che si sta sempre più globalizzando. Alcuni esempi: sono stati aperti nuovi hotels quali Ramada in Peace Avenue  e Blu Sky Tower (la famosa vela in piazza Sukhbaatar) parte della catena Preferred Guest Hotels. Con prezzi molto alti ma tutti i costi in generale sono in costante aumento. Sono in costruzione altri alberghi quali Radisson e Shangri-La che dovrebbero essere inaugurati nel giro di un paio d’anni. Molto si sta muovendo anche nel settore linee aeree con Mongolian Airlines che ha iniziato ad offrire alcuni voli internazionali in Asia senza escludere di arrvare in Europa (alternativa quindi a Miat); a breve dovrebbe iniziare a volare in Europa anche Chinggis Airways. Sui voli domestici operano Eznis e Aeromongolia Hanno aperto nuovi spazi retail e anche Blu Sky Tower ospiterà a breve al piano terra alcuni negozi con marchi di prestigio" (nella foto, la moderna Central Tower)
Il Consolato onorario di Torino
"cessa la sua attività"


28 marzo 2012 Sul sito del Consolato onorario della Mongolia di Torino, che fa capo a Lamberto Guerrer, appare la seguente scritta: "Comunichiamo che da oggi 27 Marzo 2012 ore 14, il Consolato onorario di Mongolia di Torino cessa la sua attività e chiaramente anche l’emissione dei visti". Prendiamo atto, in attesa di avere notizie più approfondite e invitiamo a scrivere a info@mongolia.it per informazioni sui visti che, al momento, possono essere rilasciati all'Ambasciata di Vienna o al Consolato onorario di Milano.
Al Sumo Open di Milano il 25 marzo
in gara anche il mongolo Ulanbayar


23 marzo 2012 Ci sarà anche il mongolo Byambajav Ulanbayar (nella foto), più volte campione del mondo, al Sumo Open di Milano, in programma domenica 25 marzo alla Palestra Pini di Milano. Un centinaio di atleti di livello assoluto, provenienti da 15 Paesi di tutto il mondo, si affronteranno in questa prestigiosa manifestazione riconosciuta dalle Federazioni Internazionali di Sumo (Europena Sumo Union e International Sumo Federation). Presenzieranno arbitri internazionali e presidenti di Federazioni nazionali europee e americane. Per informazioni dettagliate www.sumoopen.com
Ad aprile il primo parco eolico in Mongolia
Con 30 turbine il 5% dell'elettricità nazionale


23 marzo 2012 La Newcom Group, società di investimento della Mongolia, prevede di iniziare la costruzione del primo parco eolico del Paese il prossimo mese di aprile. Sono previste 30 turbine eoliche fornite dalla General Electric International. Il parco eolico produrrà fino al 5% del totale di elettricità della Mongolia ossia 168,5 milioni di kWh, sarà completato entro la fine del 2012 e sarà localizzato vicino a Ulaanbaatar nella regione di Salkhit. Il centro nazionale per le energie rinnovabili della Mongolia riferisce che ha il potenziale per poter produrre 2.550 TWh all'anno. La Mongolia é un paese in rapido sviluppo sopratutto nel settore minerario, e il consumo di energia mongola si stima che raddoppierà nei prossimi due anni. Newcom Group, come riportato dal New York Times, è convinta che "l'80% del sottosuolo mongolo è ricco di carbone. Ma tutto il territorio della Mongolia è piena di energia eolica. In tal modo fermeremo il monopolio del governo sulla fornitura di energia". (h.b. da zeroemission.eu)
Quattro milioni di alberi nel Gobi
per contrastare la desertificazione


22 marzo 2012 Per contrastare le tempeste di sabbia che colpiscono la Corea del Sud e per prevenire la diffusione verso est delle "polveri gialle", nel deserto del Gobi, in Mongolia, verranno piantati quattro milioni di alberi. L'iniziativa e' di Future Forest, l'associazione fondata dall'ex ambasciatore sudcoreano a Pechino, Kwon Byong Hyon: la grave desertificazione e la siccita' in Mongolia - zona che si sta riscaldando due volte piu' velocemente rispetto alla media mondiale - sta rendendo la vita e la sussistenza estremamente difficili per i tradizionali pastori di bestiame. Il progetto prevede il coinvolgimento di studenti cinesi e coreani e gode del sostegno della Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione, che ha nominato Kwon Byong Hyon il primo "Sustainable Land Management Champion". (da Corriere.it, foto Federico Pistone)
In Corea del Sud un personaggio dei cartoni
invita a difendersi dalla sabbia del Gobi


20 marzo 2012 'Indossate le mascherine di protezione sul viso per combattere la polvere gialla' è l'invito di 'Bbungbbungyi. Il famoso personaggio dei cartoni in Corea del Sud partecipa alla campagna di prevenzione che ogni primavera vede impegnato il ministero della Sanita' di Seul. La polvere gialla è costituita da sabbia finissima che arriva dal deserto del Gobi: innocua quella che proviene dalla Mongolia, mentre fortemente inquinante quella prodotta dalle fabbriche cinesi. E ogni anno provoca nel Paese gravi malattie respiratorie.
Abolizione della pena di morte in Mongolia
Anche la Chiesa esulta: "Passo fondamentale"


19 marzo 2012 “L’abolizione della pena di morte dall’ordinamento dello Stato della Mongolia rappresenta un passaggio epocale per la nazione e un momento cruciale per il rispetto dei diritti umani nel Paese”. Lo ha dichiarato mons. Wenceslao Padilla (nella foto), prefetto apostolico di Ulaanbaatar che ha così voluto esprimere la soddisfazione di tutta la Chiesa. "Un passo fondamentale per il rispetto della dignità umana e dei diritti basilari della persona, come quello alla vita". Nel gennaio scorso il Parlamento della Mongolia ha approvato l’adozione del “Secondo Protocollo Opzionale” al “Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici” che impegna il Paese, di fronte alle Nazioni Unite e alla Comunità internazionale, a non fare più ricorso alla pena di morte. Determinante la mobilitazione popolare attuata anche grazie alla Comunità di Sant’Egidio, con iniziative politiche e culturali nelle scuole e nelle università.
Mondiali indoor di atletica, il mongolo Battulga
terzo (con record) nella batteria di Kimmons


10 marzo 2012 Terzo posto in batteria sui 60 metri con record nazionale per il mongolo Battulga Achitbileg (a sinistra nel fotofinish) ai campionati mondiali indoor di atletica leggera in svolgimento a Istanbul. Il ventiquattrenne velocista ha corso la distanza in 7''03, chiudendo dietro il vincitore, lo statunitense Trell Kimmons (6''70), favorito per la vittoria finale insieme al connazionale Gatlin, e il lituano Rytis Sakalauskas (6''87), che hanno centrato la qualificazione per le semifinali. Nella batteria di Battulga due atleti sono stati eliminati per falsa partenza, il ghanese Abeyle e John della Micronesia. Qualificato alle semifinali anche l'italiano Collio.
Festa della Donna, celebriamola insieme
con il racconto di Giovanni di Pian del Carpine


8 marzo 2012 Per festeggiare insieme l'8 marzo in un abbraccio ideale alle donne mongole e italiane, la redazione di mongolia.it propone un significativo brano della Historia Mongalorum scritto dal frate francescano umbro Giovanni di Pian del Carpine all'inizio del XIII secolo. Sono passati novecento anni da quello straordinario resoconto eppure la descrizione è quanto mai attuale: "Le adolescenti e le donne cavalcano e corrono agilmente a cavallo come gli uomini. Le abbiamo viste infatti portare faretre ed archi. Tanto gli uomini che le donne possono resistere a lungo quando cavalcano; hanno staffe cortissime e tengono con somma cura i cavalli; anzi, conservano con estrema cura ogni cosa. Le loro donne fanno di tutto: pellicce, scarpe, gambali, qualsiasi cosa che si possa confezionare con il cuoio; inoltre guidano i carri e li riparano, caricano cammelli e sono rapidissime e infaticabili in tutti i loro lavori. Tutte le donne usano fasce per avvolgere le cosce ed alcune tirano l'arco come gli uomini". Nell'immagine, una giovane arciera durante la festa del Naadam (foto di Federico Pistone)
Scoperto nel deserto del Gobi della Mongolia
un nuovo tratto della Grande Muraglia


4 marzo 2012 Un nuovo tratto della Muraglia cinese sarebbe stato scoperto nel territorio mongolo del deserto del Gobi. Lo rivela il mensile Focus che dedica anche un servizio sull'edizione online focus.it. "L'esploratore inglese William Lindesay - scrive Focus - la cercava dal 1986: la prosecuzione della Grande Muraglia Cinese, o ciò che ne rimane, doveva essere lì da qualche parte, sepolta tra le rocce del deserto del Gobi, in Mongolia. Ma 25 anni di studi e ricerche sembravano confermare che della maestosa struttura, in quella regione, non c'era più traccia. Non convinto, lo scorso Agosto Lindesay è ripartito per il lontano oriente, in cerca di quella che per lui stava diventando una vera ossessione. Le sue ultime possibilità di successo erano appese a un filo sottile: doveva trovare il Professor Basaan Tudevi, un geografo mongolo considerato uno dei massimi esperti viventi sul deserto del Gobi. Ma in una terra sconfinata come la Mongolia, dove le strade e i mezzi di comunicazione sono ancora molto poco sviluppati, riuscire a mettersi in contatto con Tudevi sembrava essere un'altra impresa disperata. E così Lindesay tenta l'impossibile: lancia un appello all'esperto mettendo un annuncio su un giornale locale. Incredibilmente l' SOS scientifico viene raccolto e Tudevi si unisce alla spedizione. Con due fuoristrada, poco meno di 200 litri di acqua e le indicazioni di Google Earth, gli scienziati si addentrano nel deserto, e a 25 km dal confine tra Cina e Mongolia scoprono un tratto lungo 100 km di quello che potrebbe essere il primo tratto di Grande Muraglia al di fuori del territorio della Repubblica Popolare. Per la maggior parte si tratta di tracce delle sue fondamenta, ma ci sono anche tratti relativamente ben conservati alti più di un metro. Secondo Lindesay questa parte del muro sarebbe stata costruita dal terzo figlio di Ghenghis Khan, Ögedei Khan, tra l'XI e il XII secolo, per porre fine alla migrazioni dalla Cina". Nell'immagine, un tratto della Grande Muraglia (foto Federico Pistone)
E' morto il capo spirituale dei buddhisti mongoli
Aveva combattuto contro Stalin e Mao


2 marzo 2012 Il nono Khalkha Jetsun Dhampa (“Signore dei rifugiati della Mongolia”) ha vissuto 57 anni in esilio forzato, prima per la dominazione sovietica del suo Paese e poi per quella cinese in Tibet. Nonostante le difficoltà ha combattuto per far rivivere la fede fra i mongoli. Il capo spirituale dei buddhisti mongoli, vertice della setta Jonang, è morto ieri a 80 anni dopo aver vissuto 57 anni in esilio forzato per colpa prima della dominazione sovietica in Mongolia e poi per quella cinese in Tibet. Sua Eminenza Dhampa Dorjee Chang Jampel Namdrol Choekyi Gyaltsen, il "Dalai Lama della Mongolia", era stato riconosciuto come il nono Khalkha Jetsun Dhampa ed era molto amato dai suoi fedeli. Il governo tibetano in esilio, il Dalai e il Karmapa Lama hanno espresso il proprio dolore per la morte di questo leader religioso, noto per la sua profondità di pensiero e per la sua battaglia a favore della Mongolia. Oggi gli uffici pubblici di Dharamsala (dove risiede la diaspora tibetana) e quelli religiosi di Ulaan Baatar sono chiusi in segno di rispetto. Una grande funzione religiosa per una veloce rinascita dello spirito del defunto è stata celebrata in mattinata nei templi della Mongolia. Su asianews la biografia completa
Sul settimanale economico Il Mondo
il cashmere di Flavio Olivero


1 marzo 2012 Si parla di cashmere della Mongolia nella sezione "Imprese" del settimanale "Il Mondo" del 2 marzo. L'articolo di Sandro Orlando si occupa in particolare dello "sbarco in Italia del primo produttore di maglieria con lane pregiate" in riferimento all'attività di Flavio Olivero, collaboratore di mongolia.it e autore della sezione cashmere nel libro "Mongolia, l'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri" di Federico Pistone (Polaris 2010). "...Olivero, imprenditore torinese d'origine ma trapiantato nel Varesotto - si legge nell'articolo - con una consuetudine più che ventennale con la Mongolia, e una moglie proveniente da quelle latitudini (Tsogzolmaa Ulziidorj, con cui condivide la Mongolian Cashmere company di Vergiate), si è trasformato in una sorta di partner della Gobi, accompagnandone il processo di modernizzazione delle tecnologie e del design".
Concerto per morin khuur a Milano
con uRYa la Violon Cheval, Marchesi e Abraham


29 febbraio 2012 La tradizione musicale mongola a Porta Romana. Sabato 3 marzo alle 17.45 nell'erboristeria Planerbe di Milano in Corso di Porta Romana 123 è in programma un suggestivo concerto per duo di morin khuur, il violino mongolo con il manico a forma di testa di cavallo, lo strumento più caratteristico delle steppe. A esibirsi uRYa la Violon Cheval con Paola Marchesi e Michel Abraham (foto) Per un'anticipazione si può ascoltare questo documento da you tube volevo segnalare questo concerto, un duo di Morin Khuur clicca qui
Bardazzi nuovo Console onorario a Prato
Savino corrispondente consolare a Ulaanbaatar


28 febbraio 2012 Piero Bardazzi (foto) ha ricevuto la nomina di Console Onorario della Mongolia a Prato (nella foto, il centro storico), distretto industriale in cui operano 9 mila imprese tessili. Lo scorso 13 febbraio, Alfredo Savino ha ricevuto, invece, la nomina di Corrispondente Consolare in Mongolia, dove tutt’oggi insegna italiano all’Università Nazionale della Mongolia sita a Ulaanbaatar e collabora con l’associazione italiana Soyombo per la diffusione della cultura mongola in Italia (da Associm).
Sulla Stampa lo Tsagaan Sar
festeggiato dal console Guerrer


28 febbraio 2012 La Stampa di Torino dedica un articolo allo Tsagaan Sar celebrato a Sant'Antonino di Susa nel ristorante del Console onorario Lamberto Guerrer. A firmarlo è Irene Cabiati, autrice anche del libro "Viaggio in Mongolia" di prossima uscita. Titolo del servizio "Oggi festa della tradizione nomade. L'anno del Drago come in Mongolia". E si comincia dalla descrizione del menu, che più tipico non si può:. "Buzz (ravioli d’agnello e vitello, uchriin hel (lingua di vitello), nogootoi shul (zuppa), huushuur (calzoni con verdure), baitsaani i salad, honinii chanasan mach (agnello stufato e riso)". Scrive Irene Cabiati: "La celebrazione dello Tsagaan Sar (Luna Bianca), per il 2012, l’anno del Drago, nella steppa è un’occasione per i nomadi di riunirsi nelle gher, gustare i buuz, sorseggiando tè salato con latte di yak, vodka o airag, il latte di giumenta fermentato. Si ricordano i morti e ci si scambiano doni ostentando gioielli e abiti preziosi, si canta e si balla".
Soyombo ha festeggiato lo Tsagaan Sar
con un pranzo tradizionale della Mongolia


27 febbraio 2012 L'associazione Soyombo ha festeggiato lo Tsagaan Sar, il capodanno mongolo, con un pranzo tipico al ristorante Tempio d'oro di Milano. Nel menu, buuz, khushuur e altri piatti della tradizione mongola. Una sessantina i soci che hanno partecipato all'evento organizzato da Soyombo, con in prima fila Giancarlo Ventura e Giuseppe Trabattoni. Nella foto, un momento della giornata.
Terremoto di 6,8 gradi Richter
avvertito in Mongolia: nessuna vittima


26 febbraio 2012 Non ci sono vittime né danni ingenti per il terremoto di magnitudo 6,8 gradi della scala Richter con epicentro in Siberia, sul confine della Mongolia. Il sisma è stato avvertito per diverse centinaia di chilometri fino alla capitale Ulaanbaatar ma anche in Buriazia e nella repubblica di Tuva. Nella mappa, l'epicentro del terremoto.
Consiglio dei Ministri: consolidati
i rapporti commerciali con la Mongolia


25 febbraio 2012 Fra i provvedimenti approvati oggi dal Consiglio dei Ministri il capitolo 5 - ESTERI – riguarda i rapporti con la Repubblica di Mongolia. Questo il testo: “Su proposta del Ministro degli affari esteri, sono stati approvati due provvedimenti, il primo è relativo alla Repubblica di Singapore… (omissis), il secondo è la ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Mongolia per evitare le doppie imposizioni e prevenire le evasioni fiscali in materia di imposte sul reddito. La ratifica dell’accordo per evitare la doppia imposizione con la Mongolia è ulteriore segno dell’approfondimento in corso dei rapporti bilaterali italo-mongoli. Sebbene l’interscambio sia ancora al di sotto delle potenzialità (48 milioni di euro nel 2010, dato comunque significativo, con un incremento del 76% rispetto all’ anno precedente), la ricchezza di materie prime, le stime di crescita del PIL a doppia cifra (10% per il 2011-15), lo sviluppo delle infrastrutture ferroviarie e l’intensificazione dell’attività estrattiva costituiscono un grande interesse potenziale per le nostre industrie. L’Italia è il terzo partner commerciale UE della Mongolia ed il provvedimento odierno contribuirà a consolidare le relazioni bilaterali, anche alla luce del grande interesse con il quale la Mongolia guarda al rafforzamento dei suoi rapporti con l’Italia.”
Sette, il settimanale del Corriere della Sera
dedica un servizio all'inverno mongolo


16 febbraio 2012 "Mongolia, fuga dal grande freddo" è il reportage di Sara Gandolfi corredato dalle crude immagini di Alessandro Grassano, apparso nell'ultimo numero di "Sette", il settimanale del Corriere della Sera. E' il racconto, drammatico, dei nomadi che cercano di sfuggire alle temperature impossibile dell'inverno mongolo. "Erdene Tuya ha perso metà delle sue pecore negli ultimi tre anni. Ne aveva 2.000, il freddo ne ha uccise 1.000". Così comincia l'articolo che poi puntualizza: "Il 62 per cento della popolazione mongola (...) ormai abita nelle città. In particolare nel Gher district, lo slum che si è sviluppato intorno alla capitale, dove i neo-arrivati si ammassano in condizioni igieniche precarie, senza acqua o luce". Nella foto, l'apertura del servizio su "Sette".
Giovane italiano scopre nel Gobi
un dinosauro in cova nel nido


15 Febbraio 2012 “Eggs and bones!” Uova e ossa. La voce del giovane ricercatore riecheggia nel canyon. Pochi istanti e il capo spedizione, Philip John Currie, guru mondiale dei dinosauri piumati, è in piedi accanto a lui. “Siamo rimasti lì impalati per dieci minuti. A fissare quella parete di roccia, ridendo come bambini” ricorda Federico Fanti (nella foto). Aveva 25 anni: dottorando all’Università di Bologna. Era partito quattro giorni prima per partecipare come volontario alla spedizione canadese nel deserto del Gobi, in Mongolia. Quello che aveva trovato era un esemplare di oviraptor, fossilizzato nell’atto di covare una ventina di uova al centro del nido. La prova, come spiega oggi in un articolo pubblicato dalla rivista scientifica Plos One di una specie molto più longeva e adattabile di quanto si credesse. Capace di sopravvivere, tanto in ambienti desertici quanto fluviali, per centinaia di migliaia o forse milioni di anni. L’indomani della scoperta del nido, avrebbero trovato altri resti di oviraptor poco lontano e, dopo intensi giorni di scavo, preparato il tutto per il trasporto al Centro paleontologico di Ulan Bator, la capitale mongola. “I tempi di preparazione del fossile sono stati piuttosto lunghi, e ho dovuto aspettare il 2010 per poter tornare in città ed analizzare i reperti” racconta Fanti. “Mi sono spedito uno speciale scanner tridimensionale da Bologna e mi sono chiuso in laboratorio per una decina di giorni”. L’associazione tra oviraptor e uova è invece sempre stata una costante. Tanto che il primo esemplare scoperto indusse in errore gli studiosi. Una testa di dinosauro così vicina a quelle uova, fece pensare ad un gesto di predazione. Oviraptor, in latino, significa “ladro di uova”. Solo la successiva scoperta delle prime covate svelò all’opposto un contesto di affettuosa cura parentale. Un equivoco “infamante”, oggi ulteriormente sfatato dalla natività fossile portata alla luce da Fanti. L’articolo completo e i riferimenti della pubblicazione scientifica qui
Dal 22 al 25 febbraio la Mongolia festeggia
lo Tsagaan Sar: comincia l'anno del drago


13 febbraio 2012 Dal 22 al 25 febbraio la Mongolia celebra lo Tsagaan Sar (luna bianca), il passaggio dall'anno del Coniglio all'anno del Drago. Sarà l'occasione per i nomadi di riunirsi nelle gher, di stare insieme in famiglia, di gustare i buuz, i famosi ravioli al vapore ripieni di carne di montone annaffiati da té salato con latte di yak, vodka o airag, il latte di giumenta fermentato. Ecco una guida essenziale sul capodanno mongolo tratta da "Mongolia - L'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri" (Polaris) di Federico Pistone.
Tsagaan sar: è il capodanno mongolo che segue il calendario lunare tibetano e solitamente cade nella seconda metà di febbraio. I mongoli fanno festa per cinque giorni consecutivi. Ultimo giorno dell’anno (21 febbraio 2012): si scelgono i vestiti migliori e si preparano centinaia di buuz (i tradizionali ravioli al vapore) e altri piatti e bevande tipiche. Primo giorno dell’anno nuovo (22 febbraio): si consumano antichi riti per ricordare gli antenati, si vanno a visitare i parenti più anziani, si scambiano i regali e si mangia e si beve tutti insieme. Secondo giorno dell’anno (23 febbraio): nuovi incontri con altri parenti, sfoggiando i vestiti e i gioielli migliori. Terzo giorno dell’anno (24 febbraio): si rispetta il rito di restare in casa o nelle gher insieme ai familiari più stretti. Quarto giorno dell’anno (25 febbraio): si completa la festa con incontri fra amici, giochi, canti e balli. Sopra, una giovane donna mongola in abbigliamento tradizionale offre una tazza di airag e una sciarpa sacra (foto Federico Pistone)
Su Rai4 il film 'Diamond dogs'
si salvano solo i monti mongoli


12 febbraio 2012 "Diamond dogs" è uno storico album di David Bowie ma è anche il titolo del discutibile film del 2007 di Shimon Dotan, ambientato sui monti della Mongolia. Lo propone Rai4 lunedì 13 febbraio alle 21.10. Protagonista della pellicola è una delle più popolari star del cinema d'azione, lo svedese Dolph Lundgren (per l'occasione anche coregista), affiancato dalla bellissima attrice cinese Nan Yu. Un gruppo di avventurieri, contrastato da una gang di criminali russi, è alla ricerca di un tesoro inestimabile sulle montagne mongole. Il commento di filmtv.it: "Convenzionale B-movie d'azione, interpretato (?) da uno dei re del genere: Lundgren recita meglio degli altri membri del cast, e già questo dovrebbe far riflettere sul livello dell'operazione". Insomma, di buono restano i paesaggi mongoli.
Rari documenti della Mongolia del 1913
in fotografie e immagini straordinarie


9 febbraio 2012 L'emozione di vedere la Mongolia di inizio Novecento, quando il Paese era ancora sotto la dominazione dei cinesi manchu e prima dell'arrivo dell'Armata Rossa e dell'indipendenza: ce lo consentono foto d'epoca e addirittura filmati caricati su you tube, una vera e propria miniera di documenti. Per vedere le suggestive fotografie del 1919-1920 clicca qui. Per ammirare filmati sulla Mongolia dell'epoca: clicca qui per vedere le immagini di alcuni ragazzi che lottano sullo sfondo delle steppe mongole.. Clicca qui per vedere un altro raro documento della Mongolia del 1913.
Lo Tsagaan Sar si festeggia a Milano
con l'associazione Soyombo


7 febbraio 2012 Come ogni anno, per festeggiare lo Tsagaan Sar (il tradizionale capodanno mongolo) l'associazione Soyombo organizza un pranzo, in programma sabato 25 febbraio alle ore 12 al ristorante Il Tempio d'oro in via delle Leghe 23 a Milano. Il menu prevede piatti tipici della Mongolia, tra cui khushuur e buuz (ravioli di carne fritti e al vapore). Il costo del pranzo è di 28 euro, di cui 5 andranno in progetti di solidarietà. L'adesione va inviata entro lunedì 20 febbraio per email a giuseppe.trabattoni@gmail.com.
Messner, una gher mongola a Brunico
nel museo dei popoli di montagna


7 febbraio 2012 La Mongolia in val Pusteria. Nel Castello di Brunico, il museo dei popoli di montagna di Reinhold Messner ospita fino alla fine di marzo anche una autentica gher mongola (nella foto), che va ad arricchire la "collezione" di oggetti di uso quotidiano - ma anche tende, attrezzi, opere artistiche - provenienti dai cinque continenti. Circondato dai masi contadini, con vista su Plan de Corones, sul paesaggio rurale della valle Aurina e sulle Alpi della valle di Zillertal, è la sede ideale del museo MMM Ripa (in lingua tibetana “ri” sta per montagna e “pa” per uomo). Messner, tra le sue leggendarie imprese, ha affrontato anche spedizioni estreme in Mongolia, descrivendole in molti suoi libri; tra queste, un'avventura drammatica nel deserto del Gobi attraversato a piedi. Messner era ormai allo stremo e senza acqua quando ha incontrato una pattuglia di polizia che lo ha dissetato. Il museo è aperto dalle 10 alle 18 (martedì chiuso) fino alla quarta domenica di marzo e poi dalla seconda domenica di maggio al 1° novembre. Per ulteriori informazioni vai al sito del museo.
Abolizione pena di morte, Elbegdorj
ringrazia la Comunità di Sant'Egidio


7 febbraio 2012 Il Presidente della Mongolia Elbedgorj esprime in una lettera gratitudine alla Comunità di Sant'Egidio per il sostegno ricevuto durante il processo di riforma giuridica che permette di dichiarare la Mongolia un Paese libero dalla pena di morte, tra i primi nel continente asiatico. Il testo della lettera, indirizzata al presidente della Comunità, Marco Impagliazzo:
"Il 5 gennaio 2012, il Parlamento della Mongolia ha approvato la Legge di Ratifica del Secondo Protocollo Opzionale all’Accordo Internazionale sui diritti Civili e Politici, diretto all’abolizione della Pena di morte. Cogliendo questa opportunità, sono felice di dichiarare la Mongolia un Paese libero dalla Pena di morte e esprimo la mia sincera gratitudine per il sostegno che la Comunità di Sant’Egidio ci ha dato nel conseguire questo successo. Dopo la ratifica, il governo della Mongolia rivedrà e cambierà il Codice di procedura penale del Paese e le leggi relative, in accordo con gli standard internazionali, e non ho dubbi che la nostra opera realizzata in collaborazione, contribuirà a rafforzare il nostro impegno per creare una società più giusta e più umana". Elbedgorj Tsakhia
UlanBataar, 23 gennaio 2012
Vai al sito della Comunità di Sant'Egidio
Il formaggio mongolo
al Cheese Art di Ragusa


29 gennaio 2012 Ci sarà anche il formaggio mongolo in Cheese Art 2012, la nuova cacioteca regionale inaugurata nei giorni scorsi a Ragusa. Nelle 14 celle che ospitano 120 formaggi provenienti da tutto il mondo, troverà posto anche la produzione artigianale della Mongolia, una delle più gradite e “assaggiate”. La manifestazione, che riapre dopo sei anni di assenza, ha permesso ai visitatori di intraprendere un viaggio nel gusto delle tradizioni gastronomiche di tutto il mondo, dalla Sicilia fino all’Estremo oriente. Nella foto, formaggio mongolo lasciato essiccare sopra una gher
Mongolia Bike Challenge,
pronti per l'avventura in bicicletta


26 gennaio 2012 Anche nel 2012 prenderà il via lo spettacolare Mongolia Bike Challenge, un modo per "affrontare" le steppe mongole in sella a una bicicletta. L'appuntamento è per giovedì 2 Febbraio alle ore 21 presso il Cinema Bersaglieri di Spinea (VE). Il direttore di gara Willy Mulonía, illustrerá il nuovo tracciato per l’edizione 2012. Interverranno il pluricampione Marzio Deho (nella foto sulle piste mongole), vincitore delle prime due edizioni, Sebastiano Favaro e Michele Rossetti. Insieme raccontereanno come si prepara, come si vive e come si vince una grande avventura a tappe. Nell'occasione verranno sorteggiati un casco Orbea e una sella Smp. Per maggiori dettagli e per confermare la presenza: info@scavezzon.com
Solidarietà alla scuola di Orbit
in arrivo vestiti di Pompea


25 gennaio 2012 Camicette, calze, vestiti e altri capi d'abbigliamento nuovi saranno recapitati ai bambini della Mongolia da Alberto Colombo e sua figlia Chiara, collaboratori di mongolia.it, nell'ambito delle nostre iniziative di solidarietà. E' la nota azienda Pompea ad avere accolto l'invito e ha affidato un pacco di indumenti da destinare alle bimbe della scuola di Orbit, alla periferia di Ulaanbaatar, costruita dalle Figlie di Maria Ausiliatrice grazie all'impegno e alla sensibilità dello stesso Colombo e dei nostri amici di mongolia.it che hanno aderito al nostro appello. Il materiale sarà consegnato nel prossimo mese di marzo. Vai alla sezione Aiuti umanitari
Da Lignano alla Mongolia
premio BBC al leopardo delle nevi


24 gennaio 2012 Il progetto per la salvaguardia del leopardo delle nevi, sostenuto dal Parco zoo Punta Verde di Lignano con l’International Snow Leopard Trust, si è aggiudicato il 1° premio del BBC World Challenge, concorso organizzato dalla BBC World News Limited e Newsweek, finalizzato alla ricerca dei più interessanti progetti di natura sociale sviluppati in tutto il mondo. L’associazione internazionale, che si occupa dello studio e monitoraggio sul campo di questi splendidi felini classificati come specie gravemente minacciata e per questo inseriti nella lista rossa dell’Iucn (International Union for the Conservation of Nature), ha ottenuto il premio di 20.000 dollari che saranno utilizzati per portare avanti il progetto avviato in Mongolia di potenziare lo sviluppo dell’artigianato locale. Particolarmente soddisfatta la direttrice del parco Maria Rodeano, da anni impegnata in campagne di salvaguardia delle specie minacciate. “Grazie a progetti come questi – sottolinea – possiamo contribuire ad aumentare legalmente le entrate economiche delle famiglie che vivono nelle zone del leopardo delle nevi, riducendo sensibilmente ogni azione di bracconaggio e salvaguardando il magnifico felino”. Vai all'articolo completo
Montagna.tv dedica una pagina
agli Uomini renna della Mongolia


23 gennaio 2012 "In Mongolia sulle orme degli uomini renna" è il titolo dell'articolo di Antonietta Baludcci che appare da oggi sul sito montagna.tv. "Sono rimasti in 235 - si legge -. Pochi per aver scongiurato l'incubo dell'estinzione. Si spostano in continuazione tra i Monti Sayan, vivendo come secoli fa in uno strettissimo rapporto con questa natura selvaggia. La sopravvivenza è ancora possibile in questo difficile territorio solo grazie a un migliaio di renne. Il giornalista del Corriere della Sera Federico Pistone ha vissuto alcuni mesi tra gli Tsaatan, sui monti Sayan tra la Mongolia settentrionale e la Siberia, realizzando vari reportage e due libri. Nel 2004 la casa editrice Edt ha pubblicato il racconto “Uomini renna – Viaggio in Mongolia fra gli Tsaatan”, una sorta di diario di viaggio che tratteggia la realtà di questo popolo in modo crudo ed efficace". Per andare alla pagina relativa clicca qui
Sumo, il campione mongolo Hakuho
battuto a sorpresa da un estone


22 gennaio 2012 Dopo un lungo strapotere mongolo, un lottatore europeo vince la Coppa dell'Imperatore di sumo. E' l'estone Kaido Hoovelson (in arte Baruto Kaito, che in giapponese significa Mar Baltico) a conquistare a Tokyo l'ambita corona strappandola al grande yokozuna, il mongolo Hakuho (foto), che era stato estromesso a sorpresa dal bulgaro Kotooshu. Con 10 vittore e 3 sconfitte, Hakuho ha un ritardo irrecuperabile a due incontri dal termine del torneo, ma è pronto a riprendersi il titolo già dalla prossima Coppa.
La vita di Gengis Khan in un film
Su Rai Movie "Mongol" di Bodrov


22 gennaio 2012 Rai Movie propone il film "Mongol" di Sergej Bodrov): un'occasione per ammirare la ricostruzione sontuosa e attenta della vita di Gengis Khan, attraverso sofferenze e trionfi. Candidato all’Oscar 2008 come miglior film straniero (Bodrov lo aveva già vinto con “Il prigioniero del Caucaso”), ha un impatto cinematografico straordinario con scene estremamente realistiche. Appuntamento alle ore 21 di domenica 22 gennaio.
Esplode il feroce inverno mongolo
A Ulaanbaatar 45 gradi sottozero


20 gennaio 2012 Consueto gelo intenso nell'inverno mongolo, con punte di meno cinquanta gradi nel nord del Paese. Ma anche a Ulaanbaatar (foto), la capitale più fredda del mondo, la temperatura è scesa fino a 45 gradi sottozero. L'umidità si è assestata intorno al 65%. Una situazione quasi insopportabile per noi occidentali, ma del tutto consueta per la popolazione mongola. Il vero problema si pone nelle campagne, dove come ogni anno lo zud (il congelamento del terreno) uccide milioni di animali e molti nomadi.
Mongolia, uscita la nuova edizione
della guida Lonely Planet


18 gennaio 2012 E' in libreria la nuova edizione della guida Lonely Planet dedicata alla Mongolia. Più leggera e agile della precedente versione, mantiene la sua impostazione pratica, con qualche aggiornamento (336 pagine, 25 euro). A Michael Kohn si affianca Dean Starnes con una raccomandazione: "Partite senza un itinerario preciso e aspettatevi l'inaspettato". Ci fa piacere che tra i quattro siti consigliati a livello internazionale ci sia anche il nostro www.mongolia.it, l'unico italiano. La guida Mongolia della Lonely Planet si affianca alle due già in commercio, quella edita da Bradt di Jane Blunden (2009) e quella della Polaris "Mongolia, l'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri" (2010) di Federico Pistone.
Giustizia: per la Banca Mondiale
Italia peggio della Mongolia


15 gennaio 2012 La giustizia mongola funziona meglio di quella italiana. E' quanto emerge dal rapporto Doing Business della Banca Mondiale che tiene conto dei tempi tecnici dei tribunali, della qualità e dei riflessi su cittadini e imprese. L'Italia è all'ultimo posto dell'Unione Europea (servono mediamente 1.210 giorni per tutelare un contratto) mentre si trova al 158° posto al mondo, dietro a Paesi come Mongolia, Gambia e Vietnam. Nella foto, l'interno del tribunale di Ulaanbaatar.
Una polaroid per stupire i nomadi
in un video proposto da repubblica.it


12 gennaio 2012 La Mongolia diventa teatro della "prima fotografia", nel video proposto dal sito di repubblica.it: Vanessa Hollander e Wilson Philippe hanno "catturato" con le loro polaroid famiglie di nomadi mongoli che evidentemente non avevano mai visto la loro immagine impressa sulla carta, a maggior ragione se a sviluppo immediato. Guarda il video . Nella foto a sinistra (di Federico Pistone) alcuni nomadi ammirano con curiosità una polaroid che conserveranno nella gher accanto all'altare di famiglia
La Mongolia sul mensile Missione Oggi
'Tra Russia e Cina equidistanza difficile'


11 gennaio 2012 "Tra Russia e Cina equidistanza difficile" è l'interessante reportage dedicato alla Mongolia dall'ultimo numero del mensile "Missione Oggi". Autore Stefano Vecchia, corrispondente in Asia per il quotidiano Avvenire e altre testate nazionali. Nell'articolo viene analizzata la situazione attuale della Mongolia, tra un passato ancora così radicato nelle tradizioni dei nomadi e le pulsioni della capitale verso uno stile sempre più occidentale e snaturato. Si chiede Vecchia nell'articolo: "A livello popolare, l’apertura al mondo del paese resta legata alla conservazione dei suoi tratti culturali e religiosi, ma quanto resta dell’antica civiltà mongola? Risponde Federico Pistone, giornalista e scrittore, fondatore del sito www.mongolia.it: “La Mongolia è aperta al mondo per vocazione storica. Lo stesso Gengis Khan, erroneamente disegnato come un generale feroce e senza scrupoli, è stato quello che ha creato la pax mongolica, un infinito corridoio pacifico che ha permesso un flusso continuo tra Europa e Asia di uomini, idee, merci, scoperte, invenzioni, culture. Ancora oggi i mongoli adorano conoscere le realtà straniere, hanno un debole per l’arte italiana, dall’opera lirica alla pittura fino alla storia, convinti di un legame molto profondo fra quello che ha rappresentato il mondo dell’antica Roma (soprattutto in termini di civiltà) con quello dell’impero mongolo dei khan".
Vessillo mongolo in centro a Milano
per la partecipazione a Expo 2015


10 gennaio 2012 Cosa ci fa lo stendardo della Mongolia a Milano? Nella centralissima via Dante, tra il Duomo e il Castello Sforzesco, campeggia il vessillo rosso-blu-rosso con il soyombo d'oro (nella foto scattata col cellulare da Alberto Colombo). E' in onore dei Paesi che parteciperanno all'Expo 2015 di Milano: 175 le nazioni del mondo e diciotto quelle asiatiche che hanno aderito alla manifestazione, tra cui appunto la Mongolia, cuna delle prime ad aderire. L'esposizione avrà luogo a Milano dal 31 marzo al 23 novembre 2015.
Sumo, il campione mongolo Hakuho
celebra un antico rito di buon anno


9 gennaio 2012 Il mongolo Hakuho, uno dei più grandi lottatori di sumo al mondo (erede del leggendario connazionale Asashoryu), ha voluto iniziare il nuovo anno con un antico rituale celebrato al Santuario Meiji di Tokyo. Secondo la tradizione, il rito nel quale il lottatore pesta i piedi a terra e si piega sulle gambe, scaccerebbe “il male nel Futuro”. Un pubblico foltissimo ha sfidato le rigide temperature giapponesi per ammirare il campione mongolo, il 69° Yokozuna, il livello più alto per un atleta.
GIORNO STORICO: LA MONGOLIA
HA ABOLITO LA PENA DI MORTE


8 gennaio 2012 Una grande notizia arriva da Ulaanbaatar: la Mongolia ha abolito la pena di morte. Il parlamento ha approvato il 5 gennaio l'adozione del Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici. L'adesione al trattato impegna solennemente il paese di fronte alle Nazioni Unite a non fare più ricorso alla pena di morte e ad adottare tutte le misure necessarie ai fini della sua abolizione nel suo sistema giurisdizionale. Come ha battuto l'agenzia Adnkronos "la Comunitá di Sant'Egidio accoglie la notizia con grande soddisfazione ed entusiasmo, dopo aver collaborato ed accompagnato passo dopo passo il cammino inaugurato dal presidente della Repubblica Tsakhia Elbegdorj esattamente due anni fa verso l'abolizione della pena capitale, con la sua decisione unilaterale di proclamare una moratoria delle condanne e delle esecuzioni. Un cammino che ha permesso di superare l'ostacolo più difficile, l'iniziale opposizione dei deputati del Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo, maggioritario in Parlamento". Lo scorso ottobre l'associazione "Nessuno tocchi Caino" aveva conferito al Presidente dela Mongolia il premio «Abolizionista dell'Anno». «La decisione del Parlamento della Mongolia - ha detto Sergio d'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino - rafforza le prospettive dell`abolizione della pena di morte in Asia, un continente che negli ultimi anni è apparso impenetrabile alla battaglia abolizionista e che ha registrato la quasi totalità delle esecuzioni ogni anno compiute nel mondo». Nella foto, il Presidente della Mongolia Elbegdorj
Benedetto XVI all'Ambasciatore della Mongolia
"Insieme per una formazione umana e intellettuale"


6 gennaio 2012 Ricevendo l’ambasciatore della Mongolia presso la Santa Sede, Papa Benedetto XVI ha rivolto al Paese asiatico il seguente messaggio: “Esprimo il mio apprezzamento per il supporto costante del governo della Mongolia nell’assicurare la libertà religiosa”, ha detto il Papa, sottolineando come l’istituzione di una commissione per la corretta applicazione della legge sulla libertà di culto rappresenti il riconoscimento dell’importanza della religione nel tessuto sociale e del suo potenziale nella promozione dell’armonia e della prosperità. “Religione e cultura – ha continuato Benedetto XVI – espressioni correlate delle più profonde aspirazioni spirituali di tutta l’umanità, servono naturalmente ad incentivare il dialogo e la cooperazione tra i popoli, al servizio della pace e del corretto sviluppo”. E in effetti, ha aggiunto il Santo Padre, "uno sviluppo umano autentico deve prendere in considerazione tutte le dimensioni della persona, così che aspiri ai beni più alti, nel rispetto della natura spirituale dell’uomo e del suo destino fondamentale". E ancora, il Papa ha ribadito che la Chiesa, fedele al Vangelo, contribuisce allo sviluppo dell’intera comunità e coopera con il governo mongolo per superare i problemi sociali, riservando particolare attenzione nella formazione “umana ed intellettuale” dei giovani, educandoli così al rispetto, alla solidarietà e dell’attenzione verso i meno fortunati. Infine, qualche dato: la piccola Chiesa della Mongolia conta 650 fedeli, decine di catecumeni, 87 missionari, 4 parrocchie. Numeri soddisfacenti per un Paese a maggioranza buddhista, che nel 1995 contava appena 14 cattolici. Nella foto, il Papa con il presidente Elbegdorj nell'incontro dell'ottobre scorso.
La difficile vita del cavallo Przewalski
il famoso Takhi mongolo


5 gennaio 2012 Il Takhi non ha la grazia nervosa del cavallo arabo, né l’imponenza di quello irlandese, ma è il più prezioso del mondo. Salvato fortunosamente dall’estinzione e re-introdotto nelle steppe mongole nel 1992, è stato dichiarato “in pericolo” e non più “in pericolo critico” nella lista rossa dell’Iucn. Ma rimane ancora molto da fare per salvarlo definitivamente, nel corso dell’inverno 2009/2010 lo zud, il terribile fenomeno che gela il terreno impedendo il pascolo agli animali, ha causato una moria eccezionale di bestiame. Anche il cavallo Takhi, secondo recenti ricerche effettuate sul campo, ha subito perdite medie del 60%. E’ essenziale diversificare al massimo la dislocazione dei branchi, come spiegano gli esperti in questo bell’articolo intitolato “Non mettere tutte le uova nello stesso paniere, o i cavalli di Przewalski nello stesso pascolo”. Leggi l'articolo
Ulaanbaatar 'città del futuro'
secondo Business Traveller


2 gennaio 2012 Il mensile “Business Traveller” dedica una inchiesta alle “città del futuro”. Secondo il magazine anche Ulaanbaatar, la capitale della Mongolia rientra nella classifica insieme ad altre città asiatiche come ad esempio Novasibirsk (Russia) e Chongquing (Cina), o a Masdar City (Emirati Arabi Uniti), Guadalajara (Messico) e Curitiba (Brasile). Con una popolazione di 1.1 milioni di abitanti, UlaanBaatar è la città più grande della Mongolia. Collegato alla linea ferroviaria Trans-Siberian, la capitale è al timone del boom economico che ha visto l’economia del paese crescere in maniera esponenziale. L’economia è destinata a crescere dell'8% nel corso di questo anno e il Tugrik ha ottenuto, nel 2010, i risultati migliori rispetto a qualsiasi altra valuta. I cittadini della capitale si arricchiscono velocemente e i negozi di alta gamma, quali Armani, Burberry, Louis Vuitton e Hugo Boss, moltiplicano in città. Citigroup ha citato la Mongolia come uno dei dieci paesi con il maggiore potenziale di crescita nei prossimi 40 anni. (da Associm, foto Federico Pistone)
Per Natale regaliamo carbone ai nomadi
Non è uno scherzo, ma un gesto d'umanità


19 dicembre 2011 Padre Giorgio e gli altri amici missionari della Consolata stanno facendo "miracoli" per dare un po' di calore (e non solo dal punto di vista psicologico) alla gente di Arvaikheer, nella Mongolia centrale. In occasione del Natale aiutiamoli a scaldare le gher dei nomadi: servono legna e carbone, facciamo loro questo regalo.
Ecco l'appello di Padre Giorgio: "Regalare un sacco di legna e carbone ad un amico mongolo è un gesto di vera solidarietà; non sarà rumoroso, ma certo molto efficace: una ger di Arvaiheer si scalderà grazie a te! E questo vuol dire molto, se fuori fa -25! A nome di quanti potranno scaldarsi in questi giorni di festa il nostro ringraziamento più sincero". I Missionari e le Missionarie della Consolata di Arvaiheer.
Il riferimento per i contributi diretti è il solito, visibile nella sezione Sos Aiuti Umanitari:
- Conto corrente postale n. 33405135 intestato a MISSIONI CONSOLATA ONLUS - C. Ferrucci 14 – 10138 TORINO - C/C Bancario n. 51600/49 - Banca Intesa - ABI 03069 CAB 01122 Intestato a MISSIONI CONSOLATA ONLUS C. Ferrucci 14 - 10138 TORINO Codice IBAN: IT16 V030 6901 1220 0000 5160049 Indicare come causale: "Mongolia - Padre Giorgio Marengo"
Il criptozoologo Lorenzo Rossi
candidato al Premio ricerca nel mistero


19 dicembre 2011 La criptozoologia è la scienza che studia gli animali "nascosti", non catalogati, misteriosi. E la Mongolia è terra di misteri. Come quello dell'almas, lo yeti avvistato più volte nelle montagne dell'Altai. Lorenzo Rossi, uno dei principali criptozoologi italiani (autore del libro "Gli ultimi Neandertal, nella foto la copertina), da anni sta studiando il fenomeno ed ha anche organizzato una spedizione in Mongolia sulle tracce dell'almas oltre a far parte della redazione di mongolia.it. E' ora finalista del Premio nazionale ricerca nel mistero Clicca qui per maggiori dettagli
Il cashmere di Brunello Cucinelli
a "Prodotto Italia" su Rai3


11 dicembre 2011

Sabato mattina il cashmere di Brunello Cucinelli ha deliziato i telespettatori di Rai3 nel programma "Prodotto Italia", dedicato alle eccellenze del nostro Paese. Cucinelli dà lavoro a trentamila persone tra dipendenti e indotto, creando a pochi chilometri da Perugia una cittadella, chiamata Solomeo, dove vengono lavorate le fibre del cashmere più pregiato del mondo, proveniente dalla Mongolia, dove lo stesso Brunello si è recato per conoscere personalmente il popolo e la cultura di questo Paese. Parola d'ordine dell'azienda: qualità estrema, ottenuta grazie a un'attenzione eccezionale lungo tutta la filiera del prodotto. Cucinelli fra l'altro reinveste gran parte degli utili nel recupero dei beni artistici del territorio e ha perfino costruito un teatro e una biblioteca. Nella foto, Brunello Cucinelli in Mongolia.

La Mongolia finisce in biblioteca
e in un articolo sull'Eco di Milano


11 dicembre 2011 Un incontro in biblioteca e la Mongolia finisce sul settimanale "L'Eco di Milano". Una pagina realizzata dalla giornalista Lina Carrieri per illustrare un Paese ancora poco conosciuto ma sempre più al centro dell'interesse occidentale, dal punto di vista economico, culturale e turistico. Ecco uno stralcio del servizio: "Per la Rassegna “Incontri in Biblioteca“, in collaborazione con la casa editrice Polaris e l’Associazione culturale Soyombo, presso la Biblioteca Valvassori Peroni (Milano- Lambrate) è stato presentato il libro (seconda edizione arricchita ed aggiornata) “Mongolia, l’ultimo Paradiso dei Nomadi Guerrieri“ di Federico Pistone. Inoltre è stata inaugurata la mostra fotografica “Mongolia Tra Nomadi e Cultura“, dell’illustratore-fotografo Cristiano Lissoni. L’iniziativa nasce dal progetto “di- Segni di nuove relazioni per le diverse età“, finanziato dalla Regione Lombardia e curato da Chiara Rosati, coordinatrice dell’Università Della Terza Età dell’Auser Forlanini. Giancarlo Ventura, fondatore e Segretario dell’Associazione Soyombo, nata nel 1991 da un suo sogno infantile, affascinato dalle gesta del grande guerriero e conquistatore Gengis Khan, con l’intento di far conoscere la Mongolia e la sua cultura, e ora promotrice di eventi a scopo benefico a favore dei Mongoli e soprattutto dei bambini, ha narrato la storia di questo Paese. A partire proprio da Gengis Khan che nel 1206 divenne imperatore della Mongolia e fu crudele, feroce, ma fondamentale, tollerante sulle religioni e che ha permesso e ha fatto crescere le società europee, fondendo i due continenti. Uno dei soci di Soyombo, Pietro Acquistapace, che ha partecipato al MongolRally 2011, ha parlato invece della Mongolia di oggi. E della sua capitale Ulaanbaatar, abitata anche dai nomadi Mongoli con le loro gher ( bianche tende di feltro ) poste tra le altre costruzioni in muratura. E dei giovani che vivono sempre più alla maniera occidentale. Di quella Mongolia a cui guardare non solo con gli occhi del turista, ma come luogo da vivere e capire in tutte le sue contraddizioni. L’autore del libro, Federico Pistone, giornalista del Corriere Della Sera e collaboratore di Radio 24, attraverso i suoi scritti e reportage, ci fa conoscere itinerari e luoghi di questa Terra che incanta ed affascina. La sua avventura in Mongolia comincia nel 99’, quando, collaborando per una collana di libri sulle etnie, s’interessa agli Tsaatan, un gruppo di uomini- renna , così chiamati per le loro capacità di sopravvivere solo grazie all’intima alleanza con un migliaio di renne, in un territorio così freddo ed ostile dove , negl’inverni più gelidi la temperatura scende a – 60. La passione per la Mongolia cresce in Federico, che nel tempo si prodigherà in numerose spedizioni ed iniziative di solidarietà. Nel 2008, con la realizzazione della guida” Mongolia, L’ultimo Paradiso dei Nomadi Guerrieri “ (per la Polaris) e i servizi per il Corriere Della Sera e per varie riviste, porta a conoscenza la realtà Mongola".
Studio Unicef: gravi privazioni
per i bambini della Mongolia


7 dicembre 2011 Uno studio dell'Unicef ha rilevato che in 7 Paesi dell'Asia orientale, fra cui la Mongolia, oltre 30 milioni di bambini hanno sofferto di almeno una forma di privazione grave, ad esempio l'impossibilità di andare a scuola, la mancanza di cibo e acqua o l'accesso ai servizi igienico sanitari. "Lo studio - ha affermato Mahesh Patel, responsabile Unicef per le politiche sociali - non si sono sempre tradotti in vantaggi per i bambini. Qualsiasi politica basata sull'equità deve cominciare dalla riduzione della povertà infantile. Oltre alla Mongolia, lo studio riguardava Cambogia, Laos, Filippine, Thailandia, Vanuatu e Vietnam (foto di Federico Pistone)
Una statua di Marco Polo
eretta nel centro di Ulaanbaatar


6 dicembre 2011 Non solo il condottiero Gengis Khan e l'eroe Sukhbaatar. Da oggi nella piazza principale di Ulaanbaatar si può ammirare la statua di Marco Polo. I Mongoli da sempre hanno dimostrato una particolare ammirazione per l'esploratore veneziano (). Un omaggio all'italiano più celebre dell'Asia proprio in concomitanza con una serie di iniziative, culturali, istituzionali ed economiche, che stanno avvicinando sempre più l'Italia alla Mongolia. Nella foto la nuovissima statua di Marco Polo nella piazza Sukhbaatar della capitale mongola.
Un'idea regalo per Natale?
Contribuiamo alla scuola di Orbit


4 dicembre 2011 Diamo un senso a questo Natale un po' "impoverito" dalle severe manovre economiche. Un vero dono prezioso potrebbe essere quello di contribuire a un progetto concreto che stiamo sostenendo per le missionarie di don Bosco in Mongolia (le Figlie di Maria Ausiliatrice). Un piccolo contributo per ultimare la scuola di Orbit, alla periferia di Ulaanbaatar, per la quale grazie alla generosità di tutti è stato già raccolta una cifra significativa. Facciamo un ultimo sforzo tutti insieme. Ecco l'appello di Alberto Colombo, che ha seguito per mongolia.it il progetto e, sotto, le coordinate bancarie per l'eventuale contributo:
"Grazie! La vostra generosità ci ha permesso di progettare l’arredamento della scuola diocesana di Orbit – sobborgo di Ulaanbaatar – la cui apertura avverrà nel settembre del 2012. Sono previste 12 aule da 25 alunni/e con 2 classi per ogni anno dei 6 del ciclo elementare per un totale di 300 ragazzi e inoltre locali per l’educazione musicale e per l’insegnamento dell’informatica. Troveranno posto anche la cucina-refettorio, la palestra, l’infermeria, le sale riunioni. I preventivi pervenuti e quelli stimati per cucina e palestra indicano una spesa di 78.000 Euro. I fondi raccolti ad oggi da privati e da Caritas diocesane sono 49.585 Euro. Speriamo che presto si possa raggiungere la somma necessaria. Ogni forma di aiuto è molto gradita e sostiene l’impegno che le Figlie di Maria Ausiliatrice si sono assunte in un paese tanto difficile e disagiato, anche climaticamente. Per chi lo desiderasse, c’è la possibilità di intestare un’aula ai propri cari e per questo può contattare Suor Adriana. Molti cordiali saluti a tutti" Alberto Colombo (mongolia.it).
Missione Giovani - FMA Onlus Conto Corrente Banca Popolare di Sondrio - Ag. 1 Roma IBAN: IT91V0569603201000008802X26 "Erogazione liberale per l’opera FMA in Mongolia”. I contributi sono deducibili fiscalmente.
La Mongolia fra due epoche 1912-1913
al Museo Albert-Kahn di Parigi


3 dicembre 2011 Una straordinaria mostra fotografica sulla Mongolia di inizio Novecento è aperta in Francia, nel famoso museo Albert-Kahn al Boulogne-Bilancourt di Parigi. Immagini rarissime risalenti al 1912 e 1913 di Stephane Passet, un inedito documentario in bianco e nero dell'archivio Gaumont e 11 oggetti archeologici in prestito dal Museo Nazionale di Arti Asiatiche Guimet raccontano un'epoca cruciale per il Paese, in bilico fra la dominazione manchu (nel 1911 crolla la dinastia Qing e la Mongolia Esterna dichiara la propria indipendenza) e l'imminente liberazione sotto il controllo sovietico. Possiamo ammirare come in una macchina del tempo la trasformazione della nuova capitale Urga (oggi Ulaanbaatar). «La Mongolie entre deus ères», aperta fino al settembre 2012, è u una mostra fondamentale per conoscere la realtà di ieri ma anche quella di oggi, ancora legata alle tradizioni nomadi ma già proiettata verso una nuova era costellata da opportunità ma anche da nuove incertezze. Nella foto, una delle immagini esposte al museo Albert-Kahn.
«Dio forse vive in Mongolia»
Ecco il diario di Olga Basso


1 dicembre 2011 "Dio non ha dimenticato la Mongolia, anzi forse vive proprio qui...", sono le toccanti parole di Olga Basso, una viaggiatrice che ha raccontato a mongolia.it la sua esperienza, per parole e immagini. "Sono i sorrisi dei bambini che ricambiano parole che non serve pronunciare, sono i gesti di altruismo che vengono spontanei, sono gli sguardi mesti delle donne anziane che hanno i segni nel volto di una vita dura ma dignitosa, sono gli immensi spazi che ti fanno martellare in testa versi di poesie che solo qui hanno un senso, sono gli uomini a cavallo o su una moto sgangherata che attraversano distese colorate come padroni del tempo, sono le mamme con i secchi di latte appeno munto che ritornano alla loro gher, sono i tramonti e le albe che qui hanno una dimensione diversa, sono le rocce con forme strane che raccontano storie antiche e mai dimenticate, sono le alte dune di un deserto che sembra messo lì per completare un'opera, sono le cose semplici che riscopri di apprezzare perchè le avevi dimenticate, sono i disagi che non ti pesano perchè c'è ben altro a cui pensare e poi capisci che Dio questo mondo non l'ha dimenticato affatto, ma forse vive proprio qui...". Per l'intero diario clicca qui
Iannucci: «L'importanza dei rapporti
con la Mongolia. E presto l'Ambasciata»


29 novembre 2011 Nel corso degli ultimi due anni l'attività diplomatica italiana nei confronti della Mongolia si è fortemente intensificata e le potenzialità di sviluppo dei rapporti economici tra i due Paesi sono estremamente interessanti, come sottolinea l'Ambasciatore d'Italia a Pechino, Attilio Massimo Iannucci (foto) la cui competenza territoriale si estende anche alla Mongolia, nell’ultimo numero della newsletter “Diplomazia Economica Italiana” a cura del Ministero degli Affari Esteri e del Sole24Ore. L’Ambasciatore Iannucci sottolinea, nell’intervista, che la Mongolia è una giovane democrazia vincolata dalla sua collocazione geografica stretta tra Cina e Russia. Per il Paese, dunque, è prioritario l'impegno di trovare contrappesi alle influenze russe e cinesi. A questo si aggiunge la volontà di diversificare l'economia, dipendente dal settore delle materie prime, sviluppando i settori dei servizi, delle infrastrutture, della trasformazione in loco delle risorse agricole inclusi prodotti pregiati come pelli e cashmere. Tra le nuove sponde alternative a Russia e Cina ci sono evidentemente gli Stati Uniti e l'Unione Europea, quindi anche l'Italia. In particolare, sul piano economico, la Mongolia vede nel nostro Paese un partner di primo piano, soprattutto in alcuni settori di rilievo strategico quali il tessile e la conceria. L’Ambasciatore aggiunge poi che le Autorità mongole ritengono che l'esperienza italiana delle PMI costituisca un modello di sviluppo particolarmente compatibile con le caratteristiche socio-culturali della popolazione locale. A testimonianza dell'interesse mongolo per il rafforzamento delle relazioni bilaterali con l'Italia, Iannucci ricorda la prossima apertura di un'ambasciata della Mongolia a Roma. (dalla Newsletter della Camera di Commercio Italo Mongola)
Nell'outlet village di Franciacorta
l'autentico cashmere Gobi


29 novembre 2011 Cashmere autentico della Mongolia senza partire per Ulaanbaatar. Basta un breve viaggio all'outlet village di Franciacorta per poter vedere e acquistare i pregiati capi della fabbrica Gobi, una delle aziende mongole storiche. Il negozio è aperto dallo scorso settembre ed è gestito da Flavio Olivero, un vero cultore del cashmere
Anche i dinosauri accudivano i piccoli
Lo prova una scoperta in Mongolia


23 novembre 2011 Anche i dinosauri accudivano i loro piccoli. A suggerirlo è il ritrovamento di un nido di piccoli protoceratopi vecchio di 70 milioni di anni, di cui ha dato notizia il Journal of Paleontology. Il sito della scoperta è la Djadochta, formazione rocciosa della Mongolia. I resti ritrovati nel nido - un incavo di circa 70 cm di diametro - sono stati analizzati dal gruppo di ricerca di David Fastovsky, esperto del Dipartimento di Geoscienze dell'University of Rhode Island (Kingston, Usa). Secondo gli scienziati si tratta di 15 piccoli di protoceratopo che sarebbero stati "rapidamente sommersi e sepolti" mentre erano ancora vivi. Il ritrovamento, spiegano i ricercatori, indica che la prole restava nel nido almeno nelle prime fasi della vita, durante le quali i genitori se ne prendevano cura. "Covate numerose potrebbero essere state un modo per assicurare la sopravvivenza degli animali in questo ambiente, anche con cure parentali estese - suggerisce Fastovsky -. All'epoca la Mongolia era una regione ricca di dinosauri teropodi alcuni dei quali, probabilmente, mangiavano piccoli come questi". (da TMNews.it)
Idea! Un superghiacciolo
per rinfrescare Ulaanbaatar


22 novembre 2011 Un grande cubo di ghiaccio, ma non serve, come in una storia di Archimede su Topolino, a raffreddare un grande bicchiere di aranciata. La Mongolia sta per lanciare uno dei progetti geo-ingegneristici più originali al mondo per combattere il riscaldamento globale. Gli amministratori hanno pensato in grande, senza mettere limiti alla fantasia. Un gigantesco blocco di ghiaccio sarà portato in estate nella capitale del paese, Ulan Bator. Sciogliendosi, raffredderà acqua e temperature della città. L'investimento previsto dagli scienziati è pari a un miliardo di tugrik (circa 570mila euro) e la speranza è quella di riuscire a ridurre la domanda di energia dei condizionatori e quella di acqua, sia potabile che per l'irrigazione. Se dovesse avere successo, l'esperimento potrebbe essere replicato anche in altre città del Nord del paese. La notizia appare irreale e quasi incomprensibile se non si ricordano alcune delle caratteristiche del Paese. La Mongolia è il secondo più grande stato del mondo, dopo il Kazakistan, ma è privo di sbocchi sul mare, confinando a nord con la Russia e a sud con la Cina. Nonostante la sua vasta superficie è lo stato con la più bassa densità di abitanti al mondo ma anche con un fortissimo inquinamento atmosferico nei centri più urbanizzati. Tra le metropoli con l’aria più fetida l’Oms colloca in testa Ahvaz, una città di circa un milione di abitanti dell'Iran sudoccidentale, che tocca la spaventosa quota di 372 microgrammi. Sul podio salgono proprio la capitale della Mongolia, Ulan Bator e un'altra località iraniana, Sanandaj. La Mongolia gode di un clima continentale, con inverni lunghi, freddi e rigidi ed estati aride durante le quali avvengono la maggior parte delle precipitazioni annuali. L’idea di raffreddare la temperatura con un superghiacciolo non appare peregrina se si considerano le temperature raggiunte durante l’inverno nella capitale del Paese. A dicembre la media delle minime è intorni ai -30 gradi centigradi con la temperatura massima intorno ai -15 gradi. A gennaio le cose si complicano: massime intorno a -16 e minime che si situano sui -31 gradi. Il mese più caldo è luglio, dove però la temperatura riesce a salire perfino a +27 gradi con le minime, notturne, intorno ai +11 gradi. E’ in questa fase, pensano gli scienziati, che sarebbe opportuno trasportare vicino alla Capitale i giganteschi ghiaccioloni appositamente conservati dall’inverno. (da http://gogreen.virgilio.it/). Nella foto (di F. Pistone), veduta di Ulaanbaatar dal fiume
L'Inter ricambia la visita del Presidente Elbegdorj
Via alla collaborazione nerazzurra con la Mongolia


11 novembre 2011 Dopo la visita alla sede dell'Inter del presidente della Repubblica della Mongolia Tsakhia Elbegdorj, grande tifoso nerazzurro, la società di Massimo Moratti (nella foto con Elbegdorj a Milano) ha ricambiato la visita. L'amministratore delegato Ernesto Paolillo si è recato a Ulaanbaatar insieme ai rappresentanti di Inter Campus Nicoletta Flutti, di Inter Academy Leonardo Bonomi e di Barbara Facchetti, Event&Guest Manager per Fifa e Uefa. Il presidente mongolo Elbegdorj e il presidente della Federazione Calcio Mongolia Ganbold hanno ricevuto l'Inter per l'inaugurazione del nuovo palazzetto dello sport della capitale mongola di calcio a 5. Ha affermato Paolillo: "Per l'Inter è un grande onore essere qui e contraccambiare con la nostra presenza il piacere della visita ricevuta in ottobre da parte del presidente Elbegdorj. La Mongolia va ammirata per come ha affrontato il passaggio alla democrazia e accelerato le politiche di sviluppo. Anche lo sport fa parte di queste politiche e il calcio, in particolare, può essere utilizzato come efficace veicolo sociale. Poter partecipare alla crescita del calcio in questo paese è per noi motivo di grande soddisfazione". Il sito ufficiale nerazzurro (www.inter.it) ha annunciato la condivisione di esperienze e risultati ottenuti dai progetti di Inter Campus e Inter Academy. E' già entrata nell'aneddotica la dichiarazione di Moratti: "Il Presidente Elbegdorj è intelligente, quindi interista".
Primo parco eolico in Mongolia
Sarà pronto a metà del 2012


10 novembre 2011 La General Electrics ha siglato un accordo del valore di 100 milioni di dollari impegnandosi a fornire i rotori eolici necessari per la realizzazione del primo parco eolico della Mongolia. La GE fornirà quindi le proprie componenti, ognuna della potenza di 1,6 MW, per la costruzione del parco eolico Salkhit localizzato 70 km a sud-est della capitale Ulaanbaatar. Il progetto, la cui messa in funzione è prevista per la seconda metà del 2012, dovrebbe riuscire a generare circa il 5% dell’energia totale prodotta nel paese. Le turbine destinate alla Mongolia verranno costruite sfruttando la collaborazione della società privata di investimenti Newcom LLC, localizzata nel nord-est del paese asiatico. “Questa è una pietra miliare nello sviluppo della relazione di GE con la Mongolia e per la nostra collaborazione con Newcom” ha dichiarato il vicepresidente di GE John Rice High. “La domanda di energia in Mongolia è in aumento dell’8-10 per cento l’anno”, ha commentato Bayanjargal Byambasaikhan, amministratore delegato della Newcom. “Il parco eolico Salkhit aiuterà a sostenere la crescente domanda energetica della Mongolia contribuendo a facilitare un ulteriore sviluppo delle infrastrutture ferroviarie, stradali ed elettriche” (da "Rinnovabili.it)
Dalla Mongolia il metallo
delle medaglie olimpiche


29 ottobre 2011 Viene dalla Mongolia il metallo con cui saranno coniate le medaglie dell'Olimpiade 2012, in programma a Londra. Sarà in particolare la miniera di rame di Oyu Tolgoi, nel deserto del Gobi, a fornire la materia prima al Royal Mint, la zecca del regno Unito che ha avviato la fabbricazione delle 4.700 medaglie che saranno assegnate surante i Giochi Olimpici dell'anno prossimo. Ai designer, tecnici e artigiani occorreranno circa dieci ora per realizzare una sola medaglia. Sul fronte è raffigurata la dea greca Nike mentre scende dal Partenone per recarsi nella città che ospita l'Olimpiade. Il retro rappresenta cinque simboli londinesi.
Scoperta sui fondali del Giappone
una nave mongola del XIII secolo


26 ottobre 2011 I Mongoli conquistarono mezzo mondo costruendo l'impero più vasto che la storia conosca. Fallirono solo tutti i tentativi di invadere il Giappone, sempre a causa di straordinarie tempeste e di tifoni. Molti vascelli mongoli, inviati da Kublai Khan, colarono a picco e gli altri ripiegarono sula propria rotta. Oggi il Giappone annuncia una scoperta sensazionale: sui fondali nipponici è stata infatti rinvenuta una delle imbarcazioni mongole del XIII secolo naufragate in quelle sfortunate incursioni. E' il primo vascello di quell'epoca rinvenuto in condizioni pressoché intatte e disponibile per ogni tipo di ricerche. Gli studiosi hanno già recuperato anfore e palle di cannone dal relitto, tipici strumenti utilizzati dalla flotta mongola. La nave da guerra è stata localizzata grazie agli ultrasuoni, una tecnica che consentirà ulteriori scoperte sulla storia navale asiatica.
Sul Corriere della Sera: "Elbegdorj
un tifoso che viene da lontano"


20 ottobre 2011 La passione per l'Inter del presidente della Repubblica della Mongolia, in visita in questi giorni in Italia, non è passata inosservata. Il Corriere della Sera dedica un articolo di Federico Pistone dal titolo "Elbegdorj, un tifoso che viene da lontano". Il testo: "Si sveglia di notte per vedersi in diretta tutte le partite dell'Inter. Un vero tifoso, che di mestiere fa il presidente della Mongolia. Si chiama Tsakhiagiin Elbegdorj e dopo aver incontrato il Papa e Napolitano ha voluto a tutti i costi conoscere Massimo Moratti. Così ieri, dopo il forum economico Italia-Mongolia in Piazza Affari a Milano, il presidente mongolo è stato ricevuto nella sede nerazzurra, dove c'erano anche Forlan e Coutinho. "E' una persona molto intelligente - ha detto Moratti - e quindi, automaticamente, è interista". Lui, Elbegdorj, ribadisce la sua passione condivisa da molti connazionali: "Ci sono migliaia di mongoli, uomini e bambini, che tifano Inter. Ora è in costruzione un nuovo stadio per il calcio e stiamo creando un'accademia per i giovani che vogliono praticare questo sport. Ci piacerebbe collaborare con l'Inter". L'invito è già stato raccolto da Moratti che si è detto onorato di ospitare il presidente della Mongolia, "una persona molto simpatica, eccezionale dal punto di vista umanitario, culturale e politico". Non per niente Emma Bonino, a nome dell'Associazione "Nessuni tocchi Caino", ha consegnato a Elbegdorj il premio "abolizionista dell'anno" per la sua battaglia contro la pena di morte. "Nel nostro Paese - ha detto il presidente della Mongolia a quello nerazzurro - ci sono 3 milioni di persone e 6 milioni di cavalli, i più famosi nel mondo. Spero che in futuro il nostro Paese possa essere famoso anche per il calcio. La passione per l'Inter è grande. In Mongolia diciamo "Se pensi intensamente a una cosa, si realizzerà". In Italia dite: se sono rose fioriranno". E ha concluso, rispolverando un'altra tradizione mongola: "Ora che ho conosciuto anche i figli di Massimo Moratti, possiamo davvero dirci amici".
Il Presidente Elbegdorj a Milano
"Se son rose fioriranno..."


19 ottobre 2011 Affollatissimo il Palazzo Mezzanotte della Borsa di Milano per l'arrivo del Presidente della Repubblica di Mongolia Elbegdorj. L'occasione era il business forum Italy-Mongolia ma si è parlato soprattutto di "amicizia", di cooperazione e di progetti a tutto tondo fra i due Paesi. "Se sono rose fioriranno", ha esordito in italiano il Presidente, alludendo all'accoglienza e all'interesse per la Mongolia dimostrati durante la visita in Italia, dove ha incontrato autorità politiche ed economiche, oltre al Presidente Napolitano e Papa Benedetto XVI. Al forum, a cui hanno preso parte fra gli altri, l'ad di Borsa Italiana Raffaele Jerusalmi, l'assessore alle Politiche per il Lavoro Cristina Tajani, c'era anche Santo Versace, parlamentare e presidente dell'Italian-Mongolian business council, che ha ricordato la sua simpatia per Gengis Khan e ha ribadito che, essendo uomo del sud, ha ritrovato la stessa allegria e la stessa accoglienza nel popolo mongolo. Il presidente, sottolineando quanto la Mongolia stia crescendo anche sul piano dello sviluppo e dell'economia, ha affermato: "Oggi è possibile incontrare nella steppa un cavaliere con una camicia Versace". Interprete dell'incontro, la console onoraria a Milano Gantuya Tsevegdorj. Presenti in sala anche l'ambasciatore a Pechino Attilio Massimo Iannucci e il console onorario a Torino Lamberto Guerrer. Nell'occasione il Presidente ha annunciato l'apertura di una nuova Ambasciata a Roma, che sarà presto operativa. Al termine dell'incontro, Federico Pistone ha consegnato al Presidente una copia del suo libro "Mongolia - L'ultimo paradiso dei nomadi guerrieri", che Elbegdorj ha particolarmente apprezzato confidando di voler scrivere a sua volta un libro sull'Italia in mongolo. Appresa la grande passione del Capo dello Stato mongolo per l'Inter - in mattinata ha incontrato Moratti e lo staff nerazzurro - Pistone ha promesso l'invio del libro che ha scritto in occasione del centenario del club milanese. Nella foto, il presidente durante il discorso alla Borsa di Milano
"Chiedo asilo politico in Mongolia"
la richiesta provocatoria di Pannella


18 ottobre 2011 "Vista la situazione politica e, soprattutto, partitica di questo paese, ho deciso: voglio chiedere asilo politico in Mongolia". E' la provocazione di Marco Pannella, leader storico dei radicali e presidente dell'Associazione "Nessuno tocchi Caino" che ha premiato il presidente della repubblica mongola Elbegdorj come "abolizionista dell'anno" della pena di morte, in visita in questi giorni in Italia. Scrive Alessandra Arachi per corriere.it: "Quando il leader dei radicali prende il microfono irrompe in sala l’inviato delle Iene che lo incalza a suon di musica, mentre nelle prime file i cronisti lo aspettano per incalzarlo con i microfoni, ancora viva la contestazione del corteo di sabato contro di lui. Che non si scompone e sorride: «Vista la situazione politica e, soprattutto, partitica di questo paese ho deciso: voglio chiedere asilo politico in Mongolia». Tsakhia Eldbegodrj sorride anche lui, forse pensando di tornare in patria sullo stesso aereo di Marco Pannella". Nella foto, tratta dal sito radioradicale.it, il presidente Elbegdorj con Emma Bonino e gli altri rappresentanti dell'Associazione durante la consegna del riconoscimento.
Mongolia-Italia, stretta di mano tra Presidenti
Napolitano riceve al Quirinale Elbegdorj


19 ottobre 2011 Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha accolto al Quirinale il Presidente della Repubblica di Mongolia S.E. Tsakhiagiin Elbegdorj. E' stato un incontro cordiale ma nello stesso tempo molto fitto, alla presenza di numerose autorità italiane e mongole. Elbegdorj mercoledì 19 ottobre si trasferirà a Milano dove è previsto un forum economico di notevole importanza per il futuro della collaborazione fra Italia e Mongolia. Nella foto Napolitano ed Elbegdorj. Per vedere l'accoglienza del presidente mongolo clicca qui per il video ufficiale del Quirinale
Il presidente Elbegdorj incontra il Papa
"Un cammino comune verso la pace"


17 ottobre 2011 Il Presidente della Repubblica di Mongolia Elbegdorj, in questi giorni in visita in Italia, ha incontrato il Papa. Ecco il report di Radio Vaticana sull'avvenimento: "Benedetto XVI ha ricevuto stamani in udienza il presidente della Repubblica di Mongolia, Tsakhiagiin Elbegdorj. Nel corso dei cordiali colloqui, informa la Sala Stampa della Santa Sede, sono stati sottolineati “i buoni rapporti esistenti tra la Mongolia e la Santa Sede, nonché l’intesa e la cooperazione tra la Chiesa e lo Stato in campo educativo e sociale”. Inoltre, prosegue la nota, “si è passata in rassegna la situazione politica nel Continente asiatico, con particolare riferimento all’importanza del dialogo interculturale e interreligioso per la promozione della pace e della giustizia”. Dopo l’incontro con il Papa, il presidente della Mongolia ha incontrato il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, accompagnato da mons. Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati".
In occasione della visita in Italia di Elbegdorj
il Corriere dedica un'apertura alla Mongolia


17 ottobre 2011 In occasione della visita in Italia del Presidente della Repubblica Mongola Elbegdorj, il Corriere della Sera dedica al Paese asiatico un'apertura sul numero di lunedì 17 ottobre, firmato dall'inviato Marco Del Corona. Il titolo è forte e provocatorio: "Mongolia, uno scrigno di tesori nella tenaglia di russi e cinesi". EUn estratto dell'articolo"Il carbone è una tonalità del futuro. Quando ne parlano i politici nel labirintico palazzo del parlamento promette ricchezza. Una ricchezza che solletica le voglie dei Paesi intorno e di nazioni lontane, attratte da una Mongolia spopolata, democrazia giovane e imperfetta adagiata su forzieri di materie prime. Il giacimento carbonifero di Tavan Tolgoi, nel sud, è il secondo al mondo per ampiezza e, sfruttato a pieno regime (la proiezione è di 240 milioni di tonnellate l'anno nel 2040 dai 16 milioni di oggi), potrebbe garantire per anni una crescita del Pil a due cifre. Tuttavia il processo che avrebbe dovuto dare una scossa allo sviluppo della Mongolia si è arenato nel Gobi. Mostrando il micidiale intrico di fragili equilibri geopolitici, diffidenze storiche, caotiche dinamiche interne e un montante populismo nazionalista". A lato, il ritaglio del Corriere.
Papa Benedetto XVI riceve Elbegdorj
Sarà un incontro davvero storico


15 ottobre 2011 Il Papa incontrerà il Presidente della Repubblica mongola. Benedetto XVI riceverà lunedì 17 ottobre Elbegdorj, in visita ufficiale a Roma e Milano. Contrariamente a quanto indicato dalle agenzie ufficiali, non è la prima volta che un Capo di Stato mongolo varca il Portone di Bronzo: era già successo nel giugno 2000 con l'allora presidente della Mongolia Bagabandi.
Il Presidente Elbegdorj a Milano
Ecco il programma completo


15 ottobre 2011 Ecco il programma completo della visita del Presidente della Mongolia S.E. Tsakhia Elbegdorj mercoledì 19 ottobre a Milano, nell'ambito del “BUSINESS FORUM ITALIA-MONGOLIA” al Palazzo Mezzanotte (mongolia.it è stata ufficialmente invitata all'evento e riferirà sui lavori) 09.30 Registrazione dei partecipanti e Welcome Coffee Location: Sala Convegni 09.30 Incontro di S.E. Tsakhia Elbegdorj con esponenti dell’Industria e dell’Economia italiana Location: Exchange room 10.00 Apertura del Business Forum Italia-Mongolia Interventi di saluto: • Raffaele Jerusalmi, Amministratore Delegato di Borsa Italiana e Direttore Esecutivo di London Stock Exchange Group • Cristina Tajani, Assessore a Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca • Santo Versace, Membro del Parlamento Italiano e Presidente dell’Italian-Mongolian Business Council (tbc) 10.30 Saluto del Presidente della Mongolia, S.E. Tsakhia Elbegdorj 10.45 Firma dell’Accordo di Cooperazione tra il Porto di Genova e il Ministero dei Trasporti, della Costruzione e della Pianificazione Urbana di Mongolia Firma dell’Accordo di Cooperazione tra IVECO-ASTRA e Hyundai Motors Mongolia LLC (tbc) Location: Borsa Italiana 11.00 Il Business Forum continua con le presentazioni di Mongolia e Italia Interventi: Le opportunità di investimento nei settori trainanti della Mongolia • B. Ganzorig, Direttore FIFTA-Foreign Investment and Foreign Trade Agency of Mongolia – Settore Investimenti Diretti all’Estero • Ch. Enkh-Amgalan, Capo del Dipartimento di Cooperazione ai Servizi di Produzione Alimentare e Politica Commerciale – Ministero dell’Agricoltura e dell’Industria Leggera • T. Tserenpurev, Direttore, Dipartimento Politica Energetica – Ministero delle Risorse Minerali e dell’Energia • J. Jambajamts, Vice Direttore, Amministrazione Marittima della Mongolia - Ministero dei Trasporti, della Costruzione e della Pianificazione Urbana di Mongolia Interventi italiani: collaborazione Italia-Mongolia • Francesco Carozza, Vice Presidente di UNACOMA-Unione Nazionale Costruttori Macchine Agricole e Movimento Terra • Giuseppe Castelli, Vice Presidente, Assolombarda & Promos (tbc) • Meghraj Shah, Responsabile dell’Ufficio Eastern FIG della Direzione Global Banking & Transaction di Intesa Sanpaolo 12.30 Q&A 12.45 Lunch Buffet 14.00-16.00 Business Networking Meetings
Il Presidente della Repubblica Tsakhia Elbegdorj
premiato a Roma da "Nessuno tocchi Caino"


15 ottobre 2011 Il presidente della Repubblica di Mongolia, Tsakhia Elbegdorj, in visita in Italia nei prossimi giorni, riceverà lunedì 17 a Roma il premio “Abolizionista dell’Anno 2011”, consegnato dall'Associazione Nessuno tocchi Caino. L’appuntamento è alle ore 15.30 in Via di Torre Argentina 76. Oltre ad Elbegdorj, partecipano alla cerimonia: Emma Bonino, Vice Presidente del Senato, Vincenzo Scotti, Sottosegretario agli Esteri, Marco Pannella (foto) Presidente di Nessuno tocchi Caino, Sergio D'Elia, Segretario dell'associazione e Elisabetta Zamparutti, tesoriera e Deputata Radicale. Ecco le motivazioni di Nessuno tocchi Caino: Il premio “l’Abolizionista dell’anno 2011”, promosso da Nessuno tocchi Caino quale riconoscimento alla personalità che più di ogni altra si è impegnata sul fronte della moratoria delle esecuzioni capitali e dell’abolizione della pena di morte, è conferito quest’anno al presidente della Mongolia Tsakhia Elbegdorj per aver introdotto nel 2010 una moratoria delle esecuzioni capitali in Mongolia. Tsakhia Elbegdorj è stato il fondatore del Mongolia’s Liberty Center per i diritti umani e la libertà d’espressione e ha contribuito alla stesura della nuova Costituzione grazie alla quale la Mongolia è divenuta il primo paese costituzionalmente democratico dell’Asia centrale. Nel 2009 ha vinto le elezioni come candidato del Partito Democratico, divenendo il primo presidente della Mongolia a non essere stato membro del Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo. La sua storia politica è una riprova di come l’abolizione della pena di morte coincida con la battaglia per l’affermazione della democrazia e dello stato di diritto e rafforza anche le nuove prospettive di azione di Nessuno tocchi Caino in Asia, un continente dove si pratica la quasi totalità della pena di morte nel mondo e finora impenetrabile all’iniziativa abolizionista". Per altre informazioni vai al sito www.nessunotocchicaino.it
Mappa della Mongolia di epoca Ming
esposta in anteprima mondiale a Roma


13 ottobre 2011 La Mongolia del XVI secolo in una mappa di seta lunga trenta metri. L'eccezionale documento sarà in mostra alle Terme di Diocleziano a Roma, in prima mondiale, dal 21 ottobre fino al 26 febbraio. Lo storico rotolo intitola "Mappa del paesaggio mongolo", risalente all'epoca Ming (realizzato intorno al 1530) era giunto in Giappone negli anni 20 del Novecento proveniente da una casa d'aste cinese. L'esposizione rientra nella rassegna "A Oriente - Citta', uomini e dei sulla via della seta', primo di 11 progetti della neonata Biennale Internazionale di cultura Vie della Seta. L'agenzia Ansa ha fotografato (l'immagine è di Guido Montani) e filmato in anteprima l'opera. Per altre informazioni e immagini vai al sito Ansa
Dal 17 al 19 ottobre il Presidente della Mongolia
incontrerà Napolitano e Formigoni


12 ottobre 2011 Il Presidente della Repubblica di Mongolia, Tsakhia Elbegdorj (foto), ha confermato la visita in Italia dal 17 al 19 ottobre. I primi due giorni Elbegdorj guiderà una delegazione di autorità mongole a Roma e incontrerà il presidente Napolitano, mentre il 19 si sposterà a Milano per nuovi incontri di carattere culturale ed economico. In particolare è atteso il Business Forum Italia-Mongolia a Palazzo Mezzanotte: si comincia alle 10 con il saluto di Raffaele Jerusalmi, ad Borsa Italiana e Direttore esecutivo London Stock Exchange Group, Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia e un rappresentante del Governo italiano. Alle 10.30 il saluto del Presidente Elbegdorj. Seguirà una serie di interventi sulle opportunità di investimento in Mongolia. La delegazione mongola sarà composta da personaggi di spicco del settore minerario, delle infrastrutture, agricolo, dell’industria leggera e delle PMI.
Mongolia protagonista a Milano
con suggestioni tra racconti e immagini


11 ottobre 2011 La Mongolia è la protagonista dell'incontro che martedì 11 ottobre alle 17 si terrà presso la biblioteca comunale di via Valvassori Peroni a Milano. Per il ciclo Incontri in Biblioteca verranno presentati il libro Mongolia. L’ultimo paradiso dei nomadi guerrieri di Federico Pistone (edizioni Polaris) e la mostra Mongolia tra nomadi e cultura di Cristiano Lissoni. L’iniziativa fa parte del progetto “di-SEGNI di nuove relazioni per le diverse età” di AUSER Forlanini ed è realizzata in collaborazione con la casa editrice Polaris e l'associazione culturale Soyombo. All'incontro parteciperanno Giancarlo Ventura, segretario di Soyombo e Pietro Acquistapace, protagonista dell'ultimo MongolRally. La mostra fotografica di Cristiano Lissoni resterà aperta al pubblico fino al 25 ottobre.
Almas, torna di moda lo yeti dell'Altai
Trovate le "prove" della sua esistenza


11 ottobre 2011 In Mongolia lo chiamano almas ma nel mondo è conosciuto come lo yeti, il leggendario abominevole uomo delle nevi. Mongolia.it ha dedicato una sezione del sito e ha seguito da vicino la spedizione del criptozoologo Lorenzo Rossi www.criptozoo.com. Ma l'almas esiste veramente? A giudicare dagli assidui avvistamenti sui monti Altai, tra Mongolia, Russia e Kazakistan sembrerebbe di sì. Ne sono convinti anche i partecipanti alla Conferenza internazionale conclusa a Kemerovo, in Siberia. Durante l'ultima spedizione sono state scoperte tracce che apparterrebbero alla misteriosa creatura. Nella grotta di Azas e sul monto Karatag sono state trovate capanne, con ciocche di pelo, una specie di letto e alberi rotti per segnalare un percorso. Secondo il ricercatore Anatolij Fokin: "Questi segnali sono cosi’ evidenti che noi ci siamo convinti che questa sia l’area di sua abitazione. Tutti i materiali raccolti saranno studiati attentamente, a Mosca e a Pietroburgo". Restiamo dunque in attesa dell'esito, sperando che, se davvero esiste, l'almas venga lasciato in pace. Nella foto, la copertina di mongolia.it dedicata alla spedizione di Lorenzo Rossi con la foto che il criptozoologo di Cesena ha scattato a un nomade mongolo, testimone oculare, col disegno di un presunto yeti.
Accordo tra Banca Popolare di Sondrio
e Camera di commercio italo-mongola


3 ottobre 2011 Accordo di collaborazione siglato tra Camera di commercio italo-mongola e Banca Popolare di Sondrio. Obiettivo: sviluppare i rapporti commerciali tra i due Paesi attraverso l'apertura di un desk dell'istituto bancario all'interno degli uffici della Camera a Ulaanbaatar, la promozione della Mongolia presso la banca e la realizzazione di azioni di internazionalizzazione produttiva, commerciale e distributiva, con missioni, workshop e manifestazioni in Mongolia. La Camera di Commercio mongola metterà a disposizione dei clienti della Bps servizi specialistici di consulenza e supporto alle imprese interessate al mercato mongolo. «Questo accordo - afferma Michele De Gasperis, presidente della Camera - rappresenta un'ulteriore prova dell'impegno nella costruzione e nello sviluppo delle relazioni economiche, commerciali e culturali tra Italia e Mongolia». Il vice direttore generale di Bps, Mario Erba, considera l'accordo «un elemento di grande prestigio e utilità, perchè ci consente di assistere in modo efficiente le diverse aziende clienti che hanno manifestato interesse per la Mongolia». Nella foto (di Federico Pistone) un'immagine della capitale mongola tra passato e futuro
E' partita la nuova missione in Mongolia
dei medici di Treviso: 2 settimane di solidarietà


2 ottobre 2011

E' partita nei giorni scorsi la quarta missione in Mongolia dei Medici dell’Ospedale di Treviso, in collaborazione con l’associazione “Help for Children” di San Vendemmiano (TV) e la Missione della Consolata di Arvaikheer. La missione, finanziata da donazioni di privati e appoggiata da mongolia.it, si concluderà il 15 ottobre. Due settimane di attività chirurgica nella regione di Uvurkhangai in cui sono stati selezionati numerosi pazienti, soprattutto bambini, che verranno sottoposti ad interventi di chirurgia-maxillo facciale ricostruttiva, otorinolaringoiatria e chirurgia pediatrica, con una parallela attività ambulatoriale in cui verranno valutati e trattati, anche con terapie mediche tutti coloro che nella regione necessitano di consulenze specialistiche. Il Ministero della Sanità della Mongolia e il Governatore della Regione di Uvurkhangai, recentemente in visita istituzionale in Italia e a Treviso, hanno richiesto ufficialmente di proseguire la collaborazione viste le necessità sanitarie della popolazione per le patologie trattate e grazie al crescente rapporto fiduciario che si sta creando tra l’equipe trevigiana, i medici e gli infermieri dell’Ospedale di Arvaikheer e le Istituzioni mongole. Partecipano alla missione i medici Giovanni Mazzoleni (foto), specialista in chirurgia maxillo facciale, Daniele Frezza, specialista in otorinolaringoiatria, Mario Ferro e Giancarlo Schiavon, specialisti in chirurgia pediatrica, Claudio Benetton, specialista in anestesia e rianimazione, Katia Pasqual, infermiera-strumentista e la volontaria di Help for children Gabriella Spessotto.

Sul lago di Lugano in Mongol... fiera
per conoscere e aiutare i nomadi


29 settembre 2011 Si chiama Mongol-Fiera ed è un'iniziativa tutta declinata alla Mongolia. L'appuntamento è per il 2 ottobre, domenica, a Melano, sulle sponde del lago di Lugano. A organizzare, con la Fondazione San Gottardo Orto il Gelso, è l'associazione "La mensa e il gregge" (a sinistra il logo), da anni impegnata a fianco della popolazione nomade mongola. Si comincia di mattina, alle 11, con un aperitivo e poi un autentico pranzo con specialità gastronomiche della Mongolia e un mercatino a tema. Ma il titolo della manifestazione non è solo un gioco di parole: in mongolfiera si va davvero. Un breve volo per illudersi di navigare nel cielo blu e altissimo che la Mongolia sa offrire. Lo scenario però sarà quello incantevole del Canton Ticino. Per saperne di più dell'iniziativa e di quello che viene fatto per le famiglie di allevatori mongoli: www.lamensaeilgregge.com
Il presidente della Mongolia Elbegdorj
a Roma e a Milano dal 17 al 19 ottobre


29 settembre 2011 Come già anticipato su mongolia.it, il Presidente della Repibblica di Mongolia Tsakhia Elbegdorj (foto) sarà in Italia dal 17 al 19 ottobre. I primi due giorni Elbegdorj guiderà una delegazione di autorità mongole a Roma e incontrerà il presidente Napolitano. Il 19 si trasferirà a Milano per nuovi incontri di carattere culturale ed economico. Preso pubblicheremo il programma degli incontri e delle iniziative.
Il 3 ottobre a Milano il Cantico delle Creature
sposa la musica mongola con Columbu e Licitra


24 settembre 2011 Dal Cantico delle Creature alla musica mongola: suggestioni assicurate lunedì 3 ottobre alle ore 21 nella Chiesa della Santissima Trinità in via Giusti 25 a Milano con "Due cieli in dialogo". Un evento eccezionale che riunisce un gruppo di musicisti della Mongolia interna e due artist italiani, Maria Alessandra Columbu e Matteo Licitra. "Il complesso Black Steed (promosso da Bian Liunian, il più importante produttore musicale della Cina) esegue musiche e canzoni folk ispirate alla tradizione mongola. Le loro improvvisazioni creano potenti emozioni: suoneranno anche il Morin Kuhr, tipico violino entrato nel Patrimonio dell'Unesco. L'esibizione dei Black Steed è preceduta dalla presentazione del cantico delle Creature di Suor Antonietta Donofrio e Don Domenico Liu Enci. Matteo Licitra, con una improvvisazione di musica atonale all'organo della chiesa, e Maria Alessandra Columbu, con una grande tela dipinta per questa occasione, interpretano con musica e colori la percezione del vuoto, la sensazione di libertà e di infinito, il suono del silenzio delle steppe e praterie della Mongolia". L'ingresso è libero, è richiesto un abbigliamento adatto al luogo sacro. Nella foto, i Black Steed.
Continua la missione italiana a Ulaanbaatar
Il ministro Romani incontra il premier Batbold


18 settembre 2011 Prosegue la missione a Ulaanbaatar del Ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani all'insegna delle nuove collaborazioni fra Italia e Mongolia nell'ambito culturale, economico e turistico. Romani ha incontrato il premier mongolo Sukhbaatar Batbold (nella foto) e il ministro dell'Agricoltura e dell'industria leggera, Tunjin Badamjunai. Il Ministero italiano ha ricordato come la Mongolia sia "ricca di materie prime come rame, oro, petrolio, carbone e cashmere che costituiscono l'80% del pil ed il 40% delle entrate statali, dopo gli anni di economia pianificata sul modello sovietico sta optando per un sistema economico di libero mercato".
Protocollo di collaborazione tra Ospedali
Riuniti di Bergamo e Ministero Sanità mongola


10 settembre 2011 Dopo le prime iniziative, avvenute anche attraverso l'attività di mongolia.it, è stato siglato un protocollo di collaborazione fra gli Ospedali Riuniti di Bergamo e il Ministero della Sanità della Mongolia per dare il via a un programma di formazione e di aiuti tecnici all’Ospedale interregionale di Arvaikheer. E' previsto un supporto tecnico, sanitario e professionale per dare concreta realizzazione all’intenzione del governo mongolo di elevare anche gli ospedali di provincia al buon livello di quello della capitale. Per raggiungere l’obiettivo sono stati programmati interventi di formazione attraverso un programma di insegnamento a distanza - in cui i professionisti italiani e mongoli si confronteranno su alcuni casi clinici particolarmente significativi - e la permanenza a Bergamo per due mesi di altri due medici dell’Ospedale di Arvaikheer per dare loro la possibilità di vedere da vicino l’organizzazione e le tecniche utilizzate. Il progetto si concluderà nel 2013. “La firma di questo protocollo rafforza ulteriormente la collaborazione esistente tra il nostro ospedale e i colleghi della Mongolia, con cui, anche nel corso dell’ultima missione, abbiamo lavorato in sintonia, raggiungendo traguardi importanti sia per la salute dei pazienti trattati che per la crescita professionale di tutti gli operatori coinvolti" ha commentato Carlo Nicora. Nella foto, scattata all'esterno dell'ospedale di Arvaikheer: da sinistra Gianpietro Benigni, già direttore amministrativo degli Ospedali Riuniti, il chirurgo plastico Luca Ortell, l'anestesista Bruno Carrara, l'infermiera Alessandra Ronzoni, l'anestesista Alberto Benigni, Enrico Robotti, primario della Chirurgia Plastica, Daniele Alberti, già primario della Chirurgia Pediatrica degli Ospedali Riuniti, Tungalag Dagvadorj, medico della Mongolia che ha fatto da interprete in tutte le fasi della missione, Mariangelo Cossolini e Laura Chiappa.
Parte il Mongol Rally, l'avventura a fin di bene
che unisce l'Europa alle remote steppe asiatiche


1 settembre 2011

Cosa farai la prossima estate?, chiede in inglese lo slogan del Mongol Rally 2011(foto a sinistra) che poi rimanda a un gruppo di autovetture perdute nella steppa. Anche quest'anno è partita la "carovana" più avventurosa del mondo, dall'Europa alla Mongolia attraverso decine di Paesi e migliaia di chilometri. Mongolia.it da anni racconta le imprese degli equipaggi italiani e appoggia le iniziative di solidarietà, mettendo in contatto i partecipanti con associazioni, missioni e ospedali dove spesso vengono lasciati i mezzi, a volte vere e proprie autoambulanze dotate di ogni equipaggiamento. Ecco perché ci piace dare spazio a questa iniziativa e questa volta lo facciamo con le parole di Alessandro Baccani di "Repubblica": "A prima vista può sembrare una Parigi-Dakar per figli di un Dio minore, in realtà dietro la buffa presentazione del Mongolrally si cela un progetto molto più serio ed interessante. Non molti lo conoscono, il sito ufficiale è in inglese e una buona parte degli equipaggi proviene dal Regno Unito, però i pochi anni trascorsi dalla prima edizione, nel 2004, hanno visto diversi partecipanti italiani, tra cui un fiorentino con una autoambulanza proprio nel 2011. A questo punto, presentato il piatto, passiamo alla ricetta con gli ingredienti. Come spiega il nome è un rally, con finalità di beneficienza, che ha come destinazione la Mongolia e, precisamente, la capitale Ulaanbaatar. La partenza, quest'anno il 23-24 luglio, non ha un luogo preciso, anche se esistono due punti di raduno con relativa festa, uno in Inghilterra, presso il famoso circuito storico di Goodwood, chiamato "Festival of slow" in contrapposizione al ben più famoso "Festival of Speed" ed un altro in un castello della Boemia per gli iscritti non d'oltre manica. L'arrivo previsto in questi giorni, tra il 20 ed il 27 agosto in Mongolia avviene senza un itinerario stabilito, senza aiuti satellitari e senza road-book, insomma, cartina e... via!. A differenza dei rally più titolati, i requisiti tecnici dei mezzi sono piuttosto semplici, massimo 1200 cc di cilindrata per le automobili e 125 cc per le moto. Uniche esclusioni dai limiti sono per i mezzi speciali (ambulanze, autobotti dei pompieri etc.) e per chi decida di aumentare il fondo minimo da devolvere in beneficienza. Si, perché la quota di iscrizione comprende 1000 euro appunto per "charity", destinata a "Christina Noble Children's Foundation" ed altri 700 euro circa nel caso si decida di abbandonare il mezzo durante il viaggio. Infatti tutti i veicoli, dopo l'arrivo, vengono venduti all'asta ed il ricavato devoluto ad associazioni benefiche mongole".

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