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22 aprile 2025

Il Papa e la Mongolia nelle parole di Padre Giorgio

In occasione della scomparsa del Santo Padre, l'Osservatore Romano ha pubblicato un articolo realizzato da Padre Giorgio Marengo, Cardinale prefetto apostolico di Ulaanbaatar, in occasione del viaggio in Mongolia di Papa Francesco nel settembre 2023. 

Il legame di Papa Francesco con la Mongolia è particolarmente profondo. Da quando nel settembre del 2023 ha visitato la terra dell’Eterno Cielo Blu, il Santo Padre ha acquistato anche per questo popolo — tradizionalmente più vicino ad altre figure di leader religiosi — quella notorietà che lo contraddistingue a livello mondiale. Ma c’è di più. Con il suo modo di porsi, le sue parole, i suoi gesti semplici e genuini si è letteralmente conquistato un posto nel cuore della popolazione mongola. A cominciare dalle Autorità civili, che a quasi due anni dal viaggio apostolico continuano a celebrarne il ricordo grato e colmo di ammirazione. Recentemente però, con l’improvviso deteriorarsi delle condizioni di salute di Papa Francesco, stiamo assistendo a qualcosa di veramente unico, degno di essere raccontato. Già il 20 febbraio, in occasione della presentazione delle credenziali del nunzio apostolico, arcivescovo Giovanni Gaspari, il presidente U. Khurelsukh aveva manifestato la sua preoccupazione per la salute del Santo Padre, chiedendo espressamente al rappresentante pontificio di trasmettergli il suo personale saluto e auspicio di pronta guarigione. Il giorno seguente era stata la volta del venerabile Javzandorj, abate primate del Buddhismo mongolo, che il 13 gennaio scorso aveva avuto la gioia di essere ricevuto personalmente dal Santo Padre in Vaticano. Recatici da lui in visita di cortesia, si era voluto sincerare da monsignor Gaspari sulle condizioni di Papa Francesco e gli aveva consegnato uno scritto da lui stesso firmato e sigillato, nel quale esprimeva al Santo Padre la vicinanza e l’affetto dei monaci buddhisti del centro da lui presieduto. È del 7 di questo mese una notizia ancora più commovente. Un collaboratore dell’abate chiama per informare che si era appena conclusa la recita di testi sacri a favore di Papa Francesco, personalmente presieduta dallo stesso abate, su richiesta esplicita del presidente U. Khurelsukh. Il giorno prima, infatti, uno dei consiglieri del presidente aveva informato che il capo di Stato avrebbe chiesto all’abate di compiere la recita dei testi sacri come auspicio per la guarigione di Papa Francesco. Tali riti, compiuti entro i primi quindici giorni dalla prima luna di primavera, sono considerati particolarmente efficaci e proprio per questo il presidente si è premurato di chiedere personalmente all’abate di compierli a beneficio del Papa. Ecco fin dove possono arrivare la stima e le buone intenzioni. In tempi non facili come quelli attuali, il dialogo e l’amicizia creano ponti di umanità e di spiritualità, che poggiano sui profondi sentimenti religiosi che sono trasversali alle diverse istituzioni. Un sincero grazie al presidente della Mongolia, U. Khurelsukh, e al Khamba Nomun Khan Javzandorj per il grande esempio che stanno offrendo al mondo intero, dando prova della nobiltà d’animo del popolo mongolo.