BANDIERA
ASCOLTA L'INNO
DELLA MONGOLIA
UN
VESSILLO CARICO DI ORGOGLIO
La
bandiera mongola è stata adottata nel 1949 ed è costituita da tre bande, le
due esterne rosse (una rappresenta la vittoria, l'altra il comunismo)
e quella centrale blu (patriottismo). Nella sezione vicina
all'asta compare l'oro sgargiante del Soyombo, il simbolo stesso della
libertà. Durante la dominazione sovietica, sul Soyombo fu aggiunta la stella
del comunismo che però è sparita in anni recenti.
UN SECOLO DI BANDIERE
Fondo giallo e Soyombo rosso centrale e drappi fiammeggianti, alla maniera cinese. E'
la bandiera mongola adottata dal 1911 e abolita il 1° dicembre 1919.

Diventa
filosovietica anche la bandiera, dopo la liberazione dalla Cina grazie
all'intervento russo. Adottata il 13 marzo 1921 con la del governo
popolare, durerà fino alla proclamazione della Repubblica, il 26 novembre
1924. Del Soyombo restano il sole e la luna, spostati sull'angolo alto alla
sinistra del vessillo completamente rosso, in onore dell'Unione Sovietica.

Il
Soyombo ricompare per intero, in colore blu, al centro dello stendardo mongolo,
sempre in campo rosso. Questa bandiera sarà ufficiale dal 26 novembre 1924
al 30 giugno 1940, data della nuova costituzione mongola.

Per
oltre mezzo secolo (dal 1940 al 1991) sarà questa la bandiera della
Mongolia. Restano le fasce esterne rosse ma viene introdotta una banda centrale
azzurra che rappresenta il colore del cielo, colore nazionale e simbolo stesso
della Mongolia fin dai tempi di Gengis Khan. Questa "concessione"
viene bilanciata dalla stella comunista che viene imposta dai sovietici sopra il
Soyombo, che in colore giallo-oro occupa la fascia rossa a sinistra.

Con
il crollo del blocco sovietico, la Mongolia viene abbandonata al suo destino e, nel
1992, perde la stella comunista sul Soyombo. E' questa l'attuale bandiera
adottata dalla Repubblica della Mongolia.

SOYOMBO, IL SIMBOLO DELLA LIBERTA'
Il
Soyombo è il simbolo stesso della libertà e dell'indipendenza
della Mongolia (nell'immagine a destra, in un pendaglio d'oro). Risale al XIV secolo e, secondo la tradizione, è stato
creato dallo stesso Budda vivente Zanabazar.
Il Soyombo compare sulla bandiera mongola, ma anche sui passaporti, sulle
banconote, sui francobolli. Già Marco Polo descrisse la bandiera della Mongolia
ornata dal sole e da un quarto di luna, che sono effettivamente elementi del
simbolo del Soyombo. Nel 1686 Zanabazar compose l'alfabeto partendo proprio
dagli ideogrammi presenti nell'antico Soyombo. Gli elementi di questo emblema
sono riscontrabili in antichi marchi per il bestiame, tuttora in uso.
UN
BALUARDO CONTRO I CINESI
Il
Soyombo adorna i portici e le cornici dell'architettura sacra della Mongolia
settentrionale e compariva sugli stendardi dei guerrieri mongoli. Nel XVII
secolo il patriota Tsoktu-Taidji, in guerra contro i Manchu, portò la
bandiera della Mongolia fino in Tibet: e già allora campeggiava lo stemma sacro
del Soyombo. Tre secoli dopo, nel 1911, l'eroe mongolo Maksardjav issò
la bandiera con il Soyombo sforacchiato dalle pallottole dei cinesi. Nel 1921
i partigiani di Sukhbaatar adottarono il Soyombo come simbolo di libertà
e indipendenza. Nel 1924 venne proclamata la Repubblica Popolare di
Mongolia e un decreto sui nuovi gonfaloni precisava che, secondo l'antica
tradizione popolare, il Soyombo significava: "Viva il popolo mongolo".
UN
INTRECCIO DI SIGNIFICATI
Ma
che significato hanno i complicati simboli di cui il Soyombo è composto:
in
alto, il fuoco simboleggia la rinascita, l'eterna fiamma
della razza mongola e della famiglia. Anche le tre lingue della fiamma hanno un
significato: la prosperità del popolo nel passato, nel presente e nel futuro.
Sotto
il fuoco, appare un cerchio che rappresenta il sole racchiuso in un quarto di
luna. Si tratta di due elementi fondamentali della tradizione sacra: il
padre del popolo mongolo è il quarto di luna, la madre è il sole.
I
due triangoli con la freccia rivolta verso il basso hanno un preciso
significato: "morte ai nemici dei Mongoli".
I
due rettangoli rappresentano, sempre secondo l'antica tradizione, la
rettitudine morale. Come i rettangoli, sia quelli che stanno in alto, i
principi, che quelli che stanno in basso devono comportarsi onestamente.
Al
centro, un simbolo fondamentale della cultura orientale: un cerchio che
rappresenta due pesci con gli occhi aperti (attenzione, vigilanza) ma
anche uomini e donne uniti (solidarietà, collaborazione, saggezza.
Le
due fasce verticali ai lati raffigurano i muri di una fortezza e, come
ricorda la studiosa romena Rodica Pop, costituiscono l'espressione
grafica dell'antico proverbio mongolo: "Due amici sono più forti dei muri
di pietra", quindi che "il popolo unito sarà più forte dei muri di
una fortezza".
|