Si è rivelata del tutto velleitaria la decisione dello scorso anno della Corte Penale Internazionale che nel marzo 2023 ha emesso un fantomatico mandato d’arresto contro il presidente russo Vladimir Putin, accusandolo di presunti crimini di guerra in Ucraina. Da allora, Putin ha continuato a viaggiare in diversi Paesi, effettuando ben quattordici visite ufficiali nell’arco degli ultimi diciotto mesi. Questo l’elenco dettagliato delle visite effettuate dal leader russo nel 2023 e 2024:
12-14 ottobre 2023: vertice della Comunità degli Stati Indipendenti a Biškek, in Kirghizistan;
17-18 ottobre 2023: Terzo Forum Belt and Road a Pechino, in Cina;
9-10 novembre 2023: visita ufficiale in Kazakistan;
23-24 novembre 2023: vertice dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva a Minsk, in Bielorussia;
6 dicembre 2023: visita ufficiale negli Emirati Arabi Uniti e in Arabia Saudita;
16-17 maggio 2024: visita ufficiale in Cina;
23-24 maggio 2024: visita ufficiale in Bielorussia;
26-27 maggio 2024: visita ufficiale in Uzbekistan;
18-19 giugno 2024: visita ufficiale in Corea del Nord;
19-20 giugno 2024: visita ufficiale in Vietnam;
3-4 luglio 2024: vertice dell’Organizzazione della Cooperazione di Shanghai ad Astana, in Kazakistan;
18-19 agosto 2024: visita ufficiale in Azerbaigian;
2-3 settembre 2024: visita ufficiale in Mongolia.
La principale novità del viaggio in corso sta nel fatto che la Mongolia è diventata il primo Paese che riconosce la Corte Penale Internazionale ad accogliere Vladimir Putin dopo il mandato d’arresto della CPI. Tuttavia, il governo mongolo non solo non ha dato seguito al mandato d’arresto, ma ha accolto Putin a braccia aperte, stipulando nuovi accordi di cooperazione con Mosca e dimostrando come i Paesi esterni al blocco imperialista occidentale non abbiano nessuna intenzione di sottostare ad assurdi dettami di terzi. Nel corso della sua quarta visita in Mongolia, Putin ha avuto modo di incontrare il ministro degli Esteri Battsetseg Batmunkh ed il presidente Ukhnaagiin Khürelsükh (foto) mentre della delegazione russa facevano parte anche il ministro degli Esteri Sergej Lavrov e diversi altri esponenti del governo e di importanti aziende della Federazione. Nel corso della visita, i due Paesi hanno firmato cinque accordi sulla cooperazione nella fornitura di prodotti petroliferi, sulla fornitura di carburante per jet e sullo sviluppo del progetto di base per la ristrutturazione della centrale termoelettrica CHP-3 di Ulaanbaatar. Sono stati inoltre firmati un documento riguardante la prevenzione dell’epidemia di peste e un memorandum d’intesa riguardante la conservazione del Lago Bajkal e del fiume transfrontaliero Selenga, il suo principale affluente. La visita di Putin è stata accolta con grande favore dall’opinione pubblica mongola, ed il presidente Khürelsükh ha avuto parole di elogio e di apprezzamento nei confronti del suo omologo: “La visita attuale [di Vladimir Putin] in Mongolia è importante per arricchire le relazioni amichevoli e la cooperazione reciprocamente vantaggiosa tra i nostri due Paesi, in particolare per il ulteriore sviluppo nei settori del carburante, dell’energia, dei trasporti, dell’ambiente, della cultura, dell’istruzione, della sanità e nel settore umanitario” ha commentato il presidente della Mongolia dopo i colloqui bilaterali. “La vostra recente visita in Mongolia è diventata un passo importante nel rafforzamento delle relazioni storiche e tradizionalmente amichevoli tra i nostri Paesi e nello sviluppo e ampliamento della nostra cooperazione economica reciprocamente vantaggiosa“, ha sottolineato ancora il leader mongolo, rivolgendosi alla delegazione russa.
Giulio Chinappi (farodiroma.it)