Vladimir Putin non è stato arrestato durante il suo viaggio in Mongolia, Paese membro della Corte penale internazionale e che avrebbe l’obbligo di fermare i ricercati dall’Aja. Ma non sono solo le complicità e le coperture dei “Paesi amici” a mettere a rischio l’inchiesta della procura internazionale. Nelle settimane scorse il Parlamento ucraino ha votato la ratifica dello “Statuto di Roma”, lo strumento legale con cui si aderisce alla giurisdizione della Corte penale internazionale (Cpi). Con un pesante “però”: l’approvazione di un disegno di legge interno che include una dichiarazione secondo cui, per sette anni dopo l’entrata in vigore dell’ingresso alla Cpi, l’Ucraina «non riconosce la giurisdizione della Corte penale internazionale» sui crimini di guerra «quando, probabilmente, il crimine è stato commesso dai suoi cittadini». Un passo che rischia di minare il lavoro della procura internazionale, che ha emesso sei mandati di cattura nei confronti della leadership russa ma che indaga parimenti (finora senza l’emissione di mandati d’arresto) per eventuali crimini commessi dalle forze ucraine. Appena giovedì scorso i ministri della giustizia degli Stati membri e osservatori del Consiglio d’Europa hanno adottato una dichiarazione che delinea una serie di principi per affrontare questioni critiche di giustizia e responsabilità legate all’aggressione della Russia contro l’Ucraina. I ministri hanno ribadito la necessità di istituire un tribunale speciale efficace per il crimine di aggressione contro Kiev. Si tratterebbe di un tribunale “alternativo” a quello dell’Aja ma che dovrebbe comunque basarsi sul Diritto internazionale. Un impegno arrivato dopo che la Mongolia si è rifiutata nei giorni scorsi di arrestare il leader russo che si era recato in viaggio nel Paese asiatico. Il procuratore internazionale Karim Khan, ha assicurato che la Mongolia dovrà dare spiegazioni. «Sono in corso trattative a livello di tribunale. I giudici – ha spiegato Khan alla Bbc – possono fare raccomandazioni in caso di mancata cooperazione, ma non voglio fare previsioni». Rispondendo a una quanto all’ipotesi di un arresto e un processo per il presidente Putin (la Corte dell’Aja può processare gli imputati solo dopo che siano stati arrestati, ndr) Khan ha ricordato l’ex Jugoslavia: «C’era gente che rideva quando il tribunale per l’ex Jugoslavia ha chiesto mandati di arresto per l’ex presidente della Repubblica Serba Radovan Karadzic e Ratko Mladic (il generale che guidò l’esercito serbo durante le guerre jugoslave), per non parlare dell’ex presidente serbo Slobodan Milosevic». Secondo Khan la storia ha dimostrato che «queste persone, un tempo detentrici di un grande potere nel loro Paese e nella loro regione, sono finite sul banco degli imputati». Il 17 marzo 2023, la Camera preliminare della Cpi, presieduta dal giudice Rosario Aitala, ha emesso i primi due mandati d’arresto per Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova, Commissario per i diritti dei bambini presso l’Ufficio del Presidente della Federazione Russa. La Camera preliminare ha ritenuto che vi fossero ragionevoli motivi per ritenere che ciascun indagato fosse «responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa, a scapito dei bambini ucraini», si legge in una nota dell’Aja. Il 5 marzo 2024, sempre la Camera preliminare ha emesso mandati di arresto per Sergeij Ivanovich Kobylash, tenente generale delle forze armate russe che all’epoca dei fatti era comandante della Forza aerea a lungo raggio, e Viktor Nikolayevich Sokolov, ammiraglio della Marina russa che all’epoca dei fatti era comandante della Flotta del Mar Nero. Anche in questo caso i giudici hanno ritenuto che ciascun indagato fosse responsabile del crimine di guerra di aver diretto attacchi contro obiettivi civili, del crimine di guerra di aver causato danni accidentali eccessivi a civili o danni a obiettivi civili e del crimine contro l’umanità di atti inumani. Poche settimane fa, il 24 giugno 2024, sono arrivati i mandati di cattura per l’ex ministro della Difesa russo, Sergei Kuzhugetovich Shoigu e per il generale Valery Vasilyevich Gerasimov, per presunti crimini internazionali commessi almeno dal 10 ottobre 2022 fino almeno al 9 marzo 2023. La Russia non riconosce la giurisdizione della Cpi. Tuttavia Putin ha dovuto annullare alcuni viaggi internazionali nei Paesi che hanno firmato lo Statuto di Roma e sono obbligati a far rispettare gli ordini della Corte. In particolare, ha saltato il vertice dei Brics (il raggruppamento delle economie mondiali emergenti) organizzato in Sudafrica nel luglio 2023. Attualmente i ricercati di rango più alto ricercati dalla Corte penale internazionale sono Vladimir Putin, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant.
Nello Scavo (Avvenire)