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15 ottobre 2018 PRIMO PIANO

De Gasperis: "In 10 anni la Mongolia si è trasformata"

Inervista a Michele De Gasperis (nella foto con una statuetta di Gengis Khan) per i 10 anni di presidenza della Camera di Commercio Italo-mongola
Era il 2008, e la Mongolia di allora era un paese profondamente diverso da quello di oggi.
Ha detto bene, la Mongolia dieci anni fa era un paese totalmente diverso: un paese dedito principalmente all’agricoltura e alla pastorizia e in fondo ai ranking economici mondiali. Ma già da allora, a mio modo di vedere, se ne potevano intuire le enormi potenzialità. La posizione geografica favorevole innanzitutto, nel cuore dell’Asia incastrata tra due superpotenze come Cina e Russia, l’inizio dello sfruttamento di ingenti giacimenti di carbone e rame e le dimensioni imprenditoriali simili a quelle delle pmi italiane sono i fattori che ci hanno fatto percepire allora il potenziale commerciale che la Mongolia poteva avere per il nostro paese. In dieci anni sono stato testimone in prima persona della trasformazione della Mongolia da paese arretrato a nazione industrializzata e cresciuta in benessere come mai prima: un paese diventato in breve tempo uno dei maggiori esportatori di materie prime del pianeta e uno stato strategico in uno dei quadranti geopoliticamente più importanti al mondo, con un’economia emergente e di grande prospettiva.
L’interesse delle istituzioni italiane verso il paese è cresciuto di anno in anno: qual è lo stato delle relazioni tra Italia e Mongolia?
Col passare degli anni, e col crescere dell'interesse internazionale verso la Mongolia, anche l’Italia ha iniziato un percorso di avvicinamento verso il paese asiatico. Il primo passo, nel 2010, è stata la nostra acquisizione del riconoscimento ufficiale dal Governo e da Unioncamere come Camera di Commercio, grazie al quale abbiamo preso parte ai momenti istituzionali più importanti per la Mongolia nelle sue relazioni con l’Italia, ovvero i Tavoli intergovernativi del 2011 e 2017. Abbiamo fatto da apripista per l’apertura dell’Ambasciata di Mongolia a Roma e dell’Ambasciata d’Italia a Ulaanbaatar, organizzato la visita del Sindaco di Ulaanbaatar a Roma nel 2015, partecipato al World Expo Commissioners Club in rappresentanza della Mongolia per Expo 2015, preso parte alle attività del vertice ASEM a Ulaanbaatar del 2016 e tanto altro. L’avvicinamento tra i paesi è stato quindi costante: le relazioni tra Italia e Mongolia non sono mai state così strette.
Come ha contribuito in questi anni la Camera di Commercio a questo avvicinamento?
Quanto fatto in questi anni, durante i quali siamo stati – fino al 2016 – l'unico organismo riconosciuto ufficialmente dall’Italia presente nel paese, è stato promuovere con passione la Mongolia e le opportunità commerciali presso le istituzioni, le associazioni di categoria e le imprese italiane. Abbiamo realizzato missioni commerciali durante le quali abbiamo firmato accordi commerciali per i nostri associati, e accolto delegazioni istituzionali e business mongole in visita in Italia. Abbiamo istituito il Premio della Camera di Commercio Italo-Mongola, assegnato negli anni a Ministri e rappresentanti delle istituzioni mongole e italiane, organizzato country presentation e conferenze e realizzato progetti di solidarietà per bambini mongoli in difficoltà attraverso la nostra onlus Etica. Mi fa piacere inoltre ricordare il contributo che abbiamo dato, nel 2012, alla realizzazione dello speciale del Tg5 “Nel giardino di Gengis Khan”, tra i migliori spot che la Mongolia ha avuto in Italia e da cui è nata l’idea, realizzata grazie agli accordi firmati con i Comuni di Roma e Ulaanbaatar, di istituire gli Uffici del Turismo Mongolo in Italia e Italiano in Mongolia.
Qual è il progetto o attività che le sta più a cuore tra quelli a cui state lavorando?
Il progetto a cui teniamo di più è quello che deve essere ancora realizzato. Parlo di un progetto non ancora concluso a causa delle recenti congiunture economiche dei due paesi, ma che è incluso nel più importante accordo commerciale sottoscritto nella storia dei due paesi, e cioè l’MOU firmato dalla Camera con il Sindaco di Ulaanbaatar a fine 2013. Parlo di un importante progetto di sviluppo urbano per la riqualificazione di un distretto degradato della capitale mongola, con la creazione di un quartiere green con 5.000 unità abitative moderne, infrastrutture e servizi. Un quartiere Made in Italy interamente sviluppato da architetti italiani, il cui progetto è stato presentato nel Parlamento mongolo e riconfermato dall’ultima Commissione Intergovernativa Italia-Mongolia del 2017, e che speriamo possa presto vedere la luce.