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23 febbraio 2022 PRIMO PIANO

Secondo Putin la Mongolia ha diritto di annettere la Russia

di Gabriele Bonafede

Molti commentatori italiani hanno battezzato il discorso di Putin per giustificare la brutale aggressione all’Ucraina quale “duro”. È evidentemente un eufemismo per definire un vero e proprio vaneggiamento. Tra l’altro, evidenziando nozioni di storia a dir poco strampalate e contraddittorie. Sarebbe più corrispondente alla realtà dire che il discorso di Putin è stato un delirio misto Hitler-Stalin degno di una rappresentazione teatrale tra il grottesco e la tragedia. Persino il traduttore aveva problemi a seguire questo folle delirio. Forse non è del tutto sano di mente, Putin. Non a caso, Macron lo ha detto. Sia pure con un linguaggio diplomatico, definendo il discorso di Putin quale paranoico. Per la pace c’è poco di che sperare, purtroppo. L’invasione dell’Ucraina è già cominciata. Carri armati russi e migliaia di soldati hanno aggredito il territorio dell’Ucraina già sotto controllo militare russo in Donbas a seguito della precedente aggressione unilaterale. Le armate russe sono ormai penetrate fino alla linea del fronte tra ucraini e “separatisti”. Non è escluso che in poco tempo ci siano raid aerei dei russi contro città e infrastrutture civili e militari ucraine, oltre ad attacchi cibernetici alle reti, etc. D’altronde, il discorso di Putin è stato chiaro e indiscutibilmente copiato e incollato da quelli di Hitler prima di invadere la Polonia o la Cecoslovacchia: una lista di pretesti su basi etniche, storiche, culturali, religiose e geografiche assolutamente piegate alla logica del più forte. Come Hitler sulla Polonia, Putin ha detto, tra le altre cose, che l’Ucraina e altri paesi una volta facenti parte dell’Impero Russo degli zar, non avrebbero il diritto di esistere. Secondo Putin, l’Ucraina sarebbe parte integrante del reich russo, adducendo ragioni “storiche” che si rifanno a più di un secolo fa e, sul piano “culturale”, a molti secoli fa, persino al medioevo. Di fatto, nella sostanza del suo discorso e che lo si voglia o no, Putin ha anche dichiarato guerra alla UE e alla Nato, quindi anche all’Italia che fa parte di ambedue. Lo fa nel momento in cui usa mezzi militari giustificandoli con l’accusa all’intero “Occidente” (quindi compresa l’Italia) di avere sostenuto corruzione e distruzione dell’attuale Stato ucraino e avere fornito sostegno per un colpo di stato nel 2014 e mezzi militari. Ovviamente gli italiani non se ne sono ancora accorti. Giornali e tv minimizzano. C’è persino chi continua a battere la gran cassa alla propaganda hitleriano-stalinista di Putin. Per evitare una guerra atroce, al momento, possiamo solo pregare perché avvenga un miracolo. Dopotutto, di miracoli ne sono successi già tanti in passato. Ma ciò che è estremamente pericoloso e indicativo dello stato mentale di Putin, è il suo excursus “storico” sulle medievali motivazioni per aggredire l’Ucraina. Le cui implicazioni sull’assetto mondiale sono semplicemente grottesche. Drammaticamente grottesche. Tragicamente grottesche, al limite del film fantozziano misto alla fiction horror su basi distopiche. Infatti, secondo il discorso di Putin sul “diritto storico” della Russia di annettere l’Ucraina con l’uso della forza, dice che l’Ucraina è parte integrante della storia russa fin dal medioevo. Dimenticando che la Russia è stata parte integrante della Mongolia proprio nel medioevo. Con questa logica, la Mongolia avrebbe dunque il diritto di annettersi la Russia. Putin dice anche che concedere autonomie e indipendenze, anche solo formali, all’Ucraina e le altre Repubbliche dell’Unione Sovietica fu uno sbaglio che, evidentemente, vuole risanare annettendole senza alcuna autonomia, né formale né tantomeno reale. Dunque, anche la Polonia avrebbe, secondo Putin, il diritto di annettere la Russia, visto che larghe parti della Russia erano parte integrante della Polonia fino al XVIII secolo, “stupidamente” fornite di autonomia. Così come lo avrebbe l’Ucraina stessa, il diritto di annettere la Russia. Tutto ciò per ammissione stessa di Putin, dal momento in cui dice che Russia e Ucraina sono la stessa cosa, o per lo meno parti integranti dell’impero zarista fino al 1914 e dell’Unione Sovietica dal 1922 al 1991. Proprio come la Russia era parte integrante dell’Impero Mongolo in tempi più recenti (XIII secolo) di quando fu fondata (VIII secolo. e forse V secolo) la capitale dell’Ucraina. Va da sé, che la Mongolia, secondo la speciosa teoria espressa nel suo discorso, abbia anche il diritto di annettere una gran parte della Cina per rifondare gli imperi di Genghis Khan o Kublai Khan. Cina che, con lo stesso metro, è giusto che sia in gran parte annessa dal Giappone, visto che la ha occupata nel XX secolo: ai tempi dell’Unione Sovietica, almeno dieci anni dopo l’ipotetico 1922 di cui parla Putin per la formazione dell’Ucraina. Il Giappone vanterebbe pure diritti “storici” putinisti pure sulle due Coree, evidentemente.
Gabriele Bonafede maredolce.com