Poco dopo le 12 del 4 settembre, l'aereo di Ita Airways con a bordo il Pontefice e il seguito è decollato dall'aeroporto Chinggis Khan di Ulaanbaatar alla volta di Roma. Si conclude così il pellegrinaggio di Francesco in terra mongola che lo ha visto abbracciare le diverse realtà della Chiesa e della società. Il telegramma al presidente Khürel Sükh Ukhnaa: "Vi assicuro le mie preghiere per la pace, l'unità e la prosperità della nazione". Papa Francesco ha lasciato la Mongolia, meta del 43* viaggio apostolico internazionale che lo ha visto pellegrino nella capitale Ulaanbaatar presso la piccola Chiesa della nazione centroasiatica. Come consuetudine, prima del decollo si è svolta la cerimonia di congedo in aeroporto, dove il Papa è giunto in auto al termine dell’incontro con gli Operatori della Carità presso la Casa della Misericordia. Al suo arrivo il Papa è stato accolto dal Ministro degli Affari Esteri della Mongolia, Batmunkh Battsetseg. Subito dopo il saluto delle rispettive delegazioni e del seguito locale, una giovane donna si è chinata su Francesco per donargli un mazzo di fiore. Il Papa ha assicurato che li offrirà alla Madonna. Salutando poi con una forte stretta di mano il cardinale Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulaanbaatar, al suo fianco lungo tutta la visita, Papa Francesco è salito a bordo dell'areo per rientrare in Italia. Subito dopo il decollo, il Papa ha fatto pervenire al presidente della Mongolia, Khürel Sükh Ukhnaa, un telegramma in cui, a conclusione, esprime "ancora una volta, il senso di gratitudine" alle autorità e al popolo mongolo "per la calorosa accoglienza e la generosa ospitalità riservatami in questi giorni". Francesco porge quindi il suo saluto assicurando le sue "continue preghiere per la pace, l'unità e la prosperità della nazione" e invocando "cordialmente su tutti voi abbondanti benedizioni divine". Si conclude, dunque, così questo primo viaggio apostolico di un Papa in Mongolia. Viaggio iniziato lo scorso 1 settembre che ha visto il Papa incontrare le autorità del Paese nella capitale Ulaanbaatar e la piccola comunità cristiana locale presso la cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, come pure i leader religiosi locali e gli operatori della “Casa della Misericordia". Un abbraccio globale ad un Paese, stretto tra Russia e Cina, che - come ha detto il Papa stesso nel suo primo discorso all'autorità - può avere un "ruolo" fondamentale nello scenario internazionale, soprattutto per la pace globale. (fonte, testo e foto Vatican News)