Il freddo; la neve; le strade prive di lampioni illuminate però da una stellata senza pari; la difficoltà di comunicazione persino con la guida stessa; persone con tratti somatici diversi che guardano incuriositi; le gher alla periferia della capitale di coloro i quali hanno accettato la vita in città ma non vogliono sganciarsi, per il momento, dalla tradizione nomade; i primi autobus che nonostante l’ora cominciavano ad affollarsi; l’immancabile zuppa con patate e pasta; il the a base di latte di capra sempre pronto per essere offerto agli ospiti dalla padrona di casa; lo stretto contatto con gli animali che vivono con la famiglia fino al 20° giorno di vita; la mancanza di acqua; l’assenza di campi coltivati; l’estrema devozione della donna verso il marito a tal punto da mangiare dopo di lui in segno di rispetto. Questo è la Mongolia, l’Asia, dalle mille contraddizioni e difficoltà ma con un senso di appartenenza orgogliosamente radicato.
Sara Giordana