ULAANBAATAR WEATHER

ANGELA MARINONI

Il racconto

Voglio raccontarvi un po' il nostro viaggio e ringraziarvi per i consigli e l'entusiasmo che ci avete comunicato prima di partire! E' stata un'esperienza molto molto bella!
Di primo acchito Ulan Baatar non mi è piaciuta per niente, era troppo città, troppo sovietica... ci siamo arrivati in una giornata caldissima e i livelli di inquinamento facevano bruciare la gola!! Poi hai in testa dei paesaggi immensi, li vedi dall'aereo... e ti ritrovi in una città caotica!
Però appena usciti da lì te la gusti appieno la Mongolia! E' stato fantastico da subito, accamparsi la prima notte nella steppa verso il Gobi e vedere dopo un po' apparire della gente, arrivata da chissà dove, perché eravamo davvero in mezzo al nulla! Arrivano, si siedono, non ci si capisce, ma stanno lì... dopo un po' gli offri del cibo, loro ti offrono quello che
hanno in tasca... che sia un formaggino di yak, un pezzo di carne secca di
cammello...
Ho scoperto un livello di comunicazione che da noi non esiste, stare seduti a
poca distanza senza parlarsi, ma scambiarsi delle cose e dei grandi sorrisi.
I bambini che impazziscono per vedere una macchina fotografica, per un
pennarello, un pallone, il frisby!
Mi sono resa conto che queste persone stanno davvero bene nella dimensione
in cui sono, lo riconosci dai sorrisi, che sono reali, pieni! E la condivisione è stata eccezionale!
Al Terkhin Tsagaan Nuur abbiamo raggiunto degli altri amici italiani a mezzanotte, la
famiglia che li ospitava ci ha chiesto se volevamo montare la tenda o dormire in gher... ci hanno dato una gher, e il giorno dopo abbiamo scoperto che era casa loro!! Quindi loro nella notte sono andati chissà dove per lasciarci la loro casa... Il giorno dopo si sono messi a costruire
una nuova gher!!
Siamo tutti rimasti stupiti dell'ospitalità.
Il Gobi mi è piaciuto tantissimo: luci colori silenzi, le dune di Kongorin forse sono state il momento più magico di tutto il viaggio, con un tramonto in piena tempesta di sabbia!
Però il nord (lago Kovsgol) è stato più vissuto, ci siamo fermati di più nei diversi posti e una scoperta meravigliosa è stato il viaggiare a cavallo. Ogni tanto me lo sogno ancora di notte! Anche in questo caso la condivisione con i mongoli è stata bellissima! Ci hanno accompagnato un uomo e una donna che passavano il tempo a cavallo a cantare: un
sottofondo eccezionale per dei paesaggi che quando rivedo le foto mi fanno
venire la pelle d'oca!!
Unico momento triste è stato arrivare ai primi accampamenti Darkat, quelli per turisti, sulla riva ovest del lago: ci è venuto incontro uno di loro, ubriaco, che chiedeva tugrik per una foto, tugrik per vedere le renne, tugrik per tutto! E quando ha visto che non avremmo mai ceduto a queste richieste, in modo ancora più triste ci ha chiesto della vodka... era
violento, ci siamo difesi grazie alle nostre guide mongole.
Ce ne siamo andati tristi, chiedendoci se questo è il prodotto del turismo, qual è l'influenza che noi portiamo in regioni così distanti dal nostro modo di vivere...
Un'altra perla della mongolia è stata il monastero di Ambarbayasgald! Bellissimo!!!
Grazie tantissime per i suggerimenti e (ripeto) l'entusiasmo con cui ci avete motivato a questo fantastico viaggio.

(settembre 2004)