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30 ottobre 2017 PRIMO PIANO

Microfossili dalla Mongolia, scoperta straordinaria

Nel sito di Khesen, a nord della Mongolia, alcuni ricercatori dell’Università di Yale hanno rinvenuto e analizzato alcuni resti fossili simili a quelli che erano già stati ritrovati circa 20 anni fa nella Formazione di Doushantuo, a sud della Cina. Tali reperti potrebbero aiutare gli scienziati a far luce sul passaggio, molto controverso, da forme di vita procariotiche ad altre eucariotiche, più complesse. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Geology. Uno dei momenti più significativi nella storia dell’evoluzione fu sicuramente il passaggio da forme di vita semplici, procarioti, ad altre più complesse. Sul “come” gli scienziati iniziano ad avere le idee più chiare: i primi eucarioti comparvero probabilmente grazie a simbiosi tra organismi procarioti mentre sul quando ci sono ancora numerosi dubbi. In Cina, nel sito di Doushantuo, furono rinvenuti resti fossili, datati circa 600 milioni di anni fa la cui interpretazione è stata dibattuta per circa 20 anni. Essi erano stati interpretati ora come batteri, ora come protisti, ora come alghe, e dopo ulteriori studi alcuni di questi erano stati riconosciuti come embrioni di animali multicellulari. Tali osservazioni però avevano però bisogno di ulteriori conferme. La Khensen Formation  è situata ad ovest rispetto al lago Khuvsgul, nella Mongolia settentrionale. Il sito ha circa 540 milioni di anni, quindi, è relativamente più giovane rispetto a Doushantuo; si è fin da subito dimostrato interessante per i paleontologi poiché contiene depositi di fosforite, rocce sedimentarie contenenti grandi quantità di calcio fosfato, già rinvenute nel sito cinese di Doushantuo. Qui i ricercatori hanno ritrovato resti fossili appartenenti a 8 generi e 17 specie differenti di microorganismi, per un totale di decine di centinaia di individui (foto). I fossili rinvenuti sono estremamente simili a quelli di Doushantuo, e sono stati conservati alla stessa maniera. Molti, aventi dimensioni di circa 100 µm, sono stati riconosciuti come acritarchi, microorganismi che fecero la loro comparsa circa 1,9 miliardi di anni fa e che sono considerati molto importanti dal punto di vista evolutivo. Essi hanno molto probabilmente una origine eucariotica poiché, rispetto ad archea e batteri, i cui resti fossili sono di piccole dimensioni, questi danno origine a strutture molto più complesse, come le spine. L’aspetto di tali microfossili ricorda quella di un embrione eucariotico: alcuni campioni presentano una sola cellula all’interno, altri più di cento. La struttura inoltre, sembra essere basata su una ‘primitiva’ simmetria bilaterale. Se questi microfossili fossero riconosciuti come animali, ne rappresenterebbero i più antichi resti fossili conservati, oltre ad avvalorare le ipotesi già proposte dopo le scoperte di Doushantuo.  Secondo i ricercatori, lo studio costituisce solamente la punta dell’iceberg poiché tutti i fossili identificati derivano solamente da due campioni analizzati. Raccogliere ed analizzare altri campioni sul sito permetterà agli scienziati di arricchirsi di preziose informazioni anche per gli anni a venire. (fonte pikaia.eu)