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30 maggio 2022 PRIMO PIANO

Padre Giorgio Marengo è il più giovane cardinale

Mons. Giorgio Marengo diventerà il prossimo 27 agosto il più giovane cardinale della Chiesa Cattolica. “Mi sento di dire un grande ringraziamento al Santo Padre per questo atto di fiducia e di stima che spero di saper ricambiare continuando il mio servizio umile e semplice alla Chiesa che è in Mongolia e alla Chiesa universale”. Una vera sorpresa la sua nomina, annunciata oggi dal Papa, che ovviamente non è stata decisa all’ultimo momento da Papa Francesco, anche se appena ieri lo aveva incontrato nel Palazzo Apostolico, dove il prefetto della Mongolia aveva accompagnato una delegazione di monaci buddisti del suo paese. “Un evento – ha dichiarato il missionario alla Radio Vaticana – cui abbiamo lavorato per quasi due anni con la grande collaborazione, il grande supporto, del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. In realtà ci sono state altre figure di spicco del buddismo mongolo che sono passate in Vaticano, ma si è trattato di visite non ufficiali, mentre questa è la prima volta che una delegazione viene proprio con l’espresso desiderio di incontrare il Santo Padre. Quindi è un capitolo importante del dialogo interreligioso, al quale cui la Chiesa pone molta attenzione in Mongolia”. “La pace – ha detto il Papa nel suo discorso ai monaci buddisti – è oggi l’ardente anelito dell’umanità. Pertanto, attraverso il dialogo a tutti i livelli, è urgente promuovere una cultura della pace e della nonviolenza e lavorare per questo. Questo dialogo deve invitare tutti a rifiutare la violenza in ogni sua forma, compresa la violenza contro l’ambiente. Purtroppo, c’è chi continua ad abusare della religione usandola per giustificare atti di violenza e di odio”. Invece, ha spiegato Francesco, “essere veri discepoli di Gesù o seguaci di Buddha, significa aderire alle loro proposte”. E se Gesù “ha distrutto l’inimicizia”, Buddha nel suo messaggio di nonviolenza e pace: insegnò – ha ricordato il Papa citando la raccolta di insegnamento del Dhammapada – che “la vittoria si lascia dietro una scia di odio, perché il vinto soffre” e che “la conquista di sé è più grande di quella degli altri”. “In un mondo devastato da conflitti e guerre, come leader religiosi, profondamente radicati nelle nostre rispettive dottrine religiose, abbiamo il dovere di suscitare nell’umanità la volontà di rinunciare alla violenza e di costruire una cultura di pace”. Dunque la nomina di questo giovane sacerdote piemontese a cardinale riconosce l’importanza strategica del dialogo interreligioso ed è immaginabile che possa preludere al conferimento di più importanti responsabilità pastorali e di possibili incarichi nella Curia Romana. Anche se lui, padre Giorgio, pensa di restarsene lì a Ulaabataar in Mongolia. “L’8 agosto 2020 – ricorda il settimanale diocesano di Torino La Voce e il Tempo – nel santuario della Consolata mons. Marengo veniva consacrato vescovo dal card. Tagle e ora la nomina a cardinale che ha immediatamente suscitato commozione e gratitudine in tutta la diocesi tra i tanti gruppi e realtà che padre Marengo ha frequentato. Dai membri della sua congregazione i Missionari della Consolata che per la prima volta annoverano un cardinale, agli Scout, ai parrocchiani di Sant’Alfonso in Torino comunità frequentata dalla sua famiglia… Sensibilità diverse accomunate dall’affetto per un sacerdote che nell’umiltà testimonia in Mongolia la bellezza del messaggio evangelico, l’importanza dialogo interreligioso, la forza della fraternità”. (fonte farodiroma.it e vocetempo.it)