1996 Terre di Mezzo - 190 pagine 16 euro
Interessante introduzione al mondo degli sciamani "boreali" ossia quelli originari dei territori a nord della Mongolia. Come si legge dalla presentazione, l'autore "approfondisce in modo particolare l'analisi e lo studio dei mezzi operativi che lo sciamano usa per ottenere la sua conoscenza iniziatica. Descrive in modo minuzioso la fabbricazione del tamburo rituale e le tecniche d'uso di questo strumento, mettendo in evidenza le differenze e le analogie esistenti tra i vari popoli, presso i quali è sopravvissuta fino ai nostri giorni la tradizione sciamanica, che egli ritiene essere stata, in tempi antichissimi, un patrimonio comune di tutte le civiltà arcaiche. Descrive inoltre i metodi grazie ai quali lo sciamano entra in rapporto con gli spiriti, le entità invisibili e con il proprio totem, spiega la differenza tra il vero sciamanesimo, la trance ed i culti di possessione, riporta diverse autorevoli testimonianze di viaggi sciamanici nei “mondi paralleli”, accenna alle tecniche d'uso delle sostanze allucinatorie al fine di ottenere esperienze sciamaniche e mette in evidenza in più punti del libro la similitudine esistente tra lo sciamanesimo nordico e le tecniche alchemiche occidentali".
Estratto: "Il tamburo sciamanico non può essere considerato uno strumento musicale nel senso moderno; esso è molto di più: è un oggetto sacro, cioè un simbolo dell'Universo e un mezzo grazie al quale è possibile mettersi in sintonia con il cosmo, a tutti i livelli"