ULAANBAATAR WEATHER

IN MONGOLIA IN RETROMARCIA

di Massimo Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti
2000 - Giunti - 236 pagine - 10 euro
Prima esperienza letteraria di due musicisti del vecchio gruppo CCCP, poi CSI. "Potrebbe non essere l'ultima" minaccia nella biografia Zamboni che ha scritto la prima parte, certamente quella più piacevole e onesta. Più artefatta e faticosa la costa riservata al geniale artista Lindo Ferretti a partire dal titolo: "Il traboccare del vuoto". Nel libro ci sono incontri con i mongoli più o meno intimi, itinerari più o meno sofferti, riflessioni più o meno azzardate. Ferretti svisa tra un lirismo ad effetto che non dà emozione ("piano deserta immutata / ora da allora / in alto vuoto / in basso nulla.") a un diario di bordo stiracchiato. Un libro da leggere, a metà. Un'esperienza interessante per due artisti che continueranno a dare il meglio di loro nella musica, come nell'album Tabula Rasa Elettrificata, dedicato anch'esso alla Mongolia (vedi sezione dischi). Nel 2009 la casa editrice Nda ripropone il libro ma solo a firma Massimo Zamboni (vedi recensione).
Estratti: "Chissà, forse l'idea della musica è nata qua, così per caso sulla bocca di un bambino che accosta alle labbra un filo d'erba. Piano: l'erba è ruvida e taglia il labbro contropelo. Lui lo tiene teso tra le dita lo guarda sfuocandolo con un occhio poi con l'altro contro un orizzonte che è sempre lo stesso. Poi chiude gli occhi e soffia - perché? - sul filo". (Massimo Zamboni) "Attratto, fortemente attratto, proseguo verso est. La Mongolia esterna si rivela, svelandosi, difficile da descrivere, incontenibile nelle parole e dalle immagini che la rappresentano. La quantità, in queste dimensioni, è qualità. Le forme della terra come incanto, la Terra in forma di paradiso sotto il Cielo". <(i> (Giovanni Lindo Ferretti)