Dal 1994 enclave autonoma nella regione del Selenghe, l’aimag di Darkhan-Uul è tutto concentrato nel capoluogo Darkhan che contende a Erdenet il secondo posto nella classifica delle città più popolose della Mongolia (intorno ai 75.000 abitanti). Strada asfaltata da Ulaanbaatar, tappa della ferrovia internazionale, palazzoni moderni, fabbriche: Darkhan è stata inventata dai sovietici negli anni Sessanta e poi abbandonata al suo destino dopo il 1990. Oggi è un grande agglomerato anonimo, diviso fra zona “residenziale” (costituita da “città vecchia” a nord e “città nuova” a sud con abitazioni, alberghi, ristoranti, scuole e uffici) e zona industriale, legata soprattutto ad attività tessili, agricole ed estrattive. Una miniera di carbone è ancora attiva nella valle di Sharyn, a una sessantina di chilometri da Darkhan. Per chi si ferma in città, due sono le visite obbligatorie: il monastero Kharaaghyn, nella zona vecchia, un civettuolo edificio in legno popolato da monaci molto disponibili, e il consueto museo dell’aimag nella città nuova, con interessanti reperti archeologici, religiosi e tradizionali.