2005 Bonanno - 120 pagine 12 euro
Roberto Ive torna a scrivere della "sua" Mongolia con questo racconto di un viaggio attraverso il Gobi, che si rivela tutto fuorché un "deserto". Personaggi tracciati con intimo affetto, paesaggi dell'anima e della natura, incontri sospesi tra sogno e leggenda, perfino quello con il leggendario leopardo delle nevi. Protagonista di questo "itinerario ai confini del nulla" (per dirla con il precedente titolo di Ive) è lo stesso scrittore, accompagnato da Ganbold, "giovane mongolo alla ricerca della propria identità". Molto curato anche l'aspetto grafico e tipografico (il disegno di copertina è un olio su tela di Marie Christine Stenger: "Khadag al vento del Gobi)
Estratto: "L'animale si fermò proprio davanti a noi, a una cinquantina di metri di distanza. Doveva aver sentito il rumore della nostra macchina e si era messo in allarme. Anche noi ci fermammo. Con il corpo simile ad un grosso gatto, ma molto più robusto e allungato, non c'era dubbio chi fosse: era il leopardo delle nevi. Tantissimi anni addietro, avevo letto l'omonimo libro di Peter Matthiesen e da quella volta era cresciuta la mia curiosità verso quel mitico animale (...). Il leopardo che avevamo davanti a noi ciondolò la testa incuriosito. Poi, senza fuggire, ma con passo elegante e leggero, sparì rapido alla nostra vista. Aspetammo fino all'ultimo, quando proprio non lo distinguemmo più, così come si fa con i sogni piacevoli, prima di riprendere il nostro andare"