2007 Feltrinelli - 286 pagine 16,50 euro
Le premesse non sono delle migliori. Il titolo adottato dall'edizione italiana per la collana Feltrinelli Traveller è a dir poco sciagurato. Che significa "Dove volano gli uccelli"? Volano nel cielo, ovunque, non c'è bisogno di andare un anno in Mongolia in un paesino sperduto tra le montagne dell'Altai... In effetti il titolo originale suona molto diversamente: "Hearing birds fly", cioè ascoltando gli uccelli volare, un poetico riferimento al silenzio dell'anima che permette di sentire perfino il battito delle ali. Anche la catastrofica introduzione dell'autrice non promette niente di buono: "Il termine tsengel - si legge - significa felicità. In verità sembra un nome bizzarro, quasi una presa in giro, riferito al luogo in cui ho abitato: un villaggio privo di corrente elettrica, battuto dal vento, dove la morte e la vita erano così dure, crudeli e incombenti... Ma a Tsengel vivere, e soprattutto morire, è qualcosa che va ben oltre le carcasse degli animali prodotte dall'annuale carneficina". Allegria. Il racconto però poi scivola piacevole e a volte perfino avvincente. Lei, Louisa Waugh, è una giornalista nata a Berlino e vissuta a Liverpool che sente il richiamo irresistibile della vita nomade e decide di insegnare inglese nella scuola di un minuscolo villaggio della comunità kazaka della Mongolia. Un anno di sofferenze ma anche di incontri teneri e indimenticabili.
Estratto: "Durante il viaggio sulle montagne che avevo fatto con Principessa mi ero resa conto che i nomadi vivono sempre a contatto con la morte. La semplice sopravvivenza qui era un trionfo dello spirito umano: loro percorrevano un sentiero pericoloso, costantemente in balia degli elementi, e alla fine erano fragili come tutti noi. Non potevano permettersi di abbassare la guardia"