2013 • Polaris • 448 pagine • 30 euro (terza edizione)
Terza edizione della guida "Mongolia - Il paradiso dei nomadi guerrieri", scritta dal giornalista del Corriere della Sera Federico Pistone. Sono presenti diversi aggiornamenti rispetto alla prima edizione del 2008 e alla seconda del 2010, nuove immagini e contenuti. Tra questi, un racconto del grande scrittore mongolo Sanjiin Purev ("Tutto merito del Maresciallo Choibalsan"), tradotto in esclusiva da Paolo Sartori e Otgonchimed Undrakh; un'emozionante escursione sui monti Altai ("Un quattromila alla portata di tutti" di Veronica Riva), l'intervista al re del cashmere Brunello Cucinelli ("Il valore dell'eternità") e alla Console onoraria di Milano Gantuya. Inoltre la nuova Ambasciata aperta a Roma ha voluto salutare i lettori con una bella introduzione. Queste le parole conclusive dell'ambasciatore: "Sono certo che questa guida servirà a cementare un ponte di approfondimento e di conoscenza fra il popolo della Mongolia e quello dell'Italia, contribuirà alla conoscenza della realtà mongola, provvedendo a offrire un'informazione puntuale e sfaccettata del mio Paese". Ecco la recensione della scrittrice Rita Ferrauto, autrice di "In viaggio da sole" (Sperling & Kupfer, 2008): "Il paese più bello del mondo? Forse è la Mongolia. E sicuramente, se volete visitarla, la guida giusta è una sola: Mongolia – l’ultimo paradiso dei nomadi guerrieri (ed. Polaris) di Federico Pistone. Che sull’argomento ha annodato 448 pagine, tutte preziosissime. Dove si trovano gher, steppe, foreste, yak, monasteri, khan e città. E soprattutto, una quantità formidabile di itinerari, informazioni, note, approfondimenti, tragitti. Tutti precisi e controllati con cura minuziosa. Aggiornati in tempo reale. Perché Federico è scrittore accurato, e, per dar vita alla guida, non gli è bastato rifarsi ai suoi innumerevoli viaggi nel paese e interrogare scrupolosamente tutti i suoi amici e corrispondenti mongoli (l’autore infatti conosce perfettamente la Mongolia ed è in contatto costante con parecchie guide locali di grande esperienza). No, appena prima dell’invio in stampa, Federico ha preso un aereo per Ulaan Baatar ed è volato a eseguire gli ultimi riscontri di persona. Il risultato è dunque un’opera in cui non troverete mai imprecisioni e facilonerie. Men che meno tragitti scontati, panorami banali e giudizi sommari. Seguendo la sua guida, non metterete mai il piede in fallo. Anzi, neanche il più piccolo anfratto vi sarà ignoto".
Dall'introduzione: La Mongolia è una calamita dell’anima, se rende l’idea. E’ una delle terre più genuine, autentiche, entusiasmanti del mondo. Chi la visita, la ama per sempre. Ti abbraccia, riempie di spazio, di cielo, di vento, restituisce alla profondità della vita, alla spiritualità che non pensavi di avere, guarisce dalla solitudine, dalla timidezza, autorizza a commuoversi. (...) Di culture nomadi allo stato puro o etnie che conservano ostinate i propri riti millenari ne sopravvivono tante, sparpagliate nel mondo. Ma qui siamo in una repubblica di dimensioni immani, nel baricentro esatto del continente più ricco di storia e civiltà, innestato fra due nazioni invadenti e fondamentali per le sorti del pianeta, Russia e Cina. Proprio la Mongolia generò l’impero più vasto di sempre, guidato da Gengis Khan, un condottiero eccezionale per intraprendenza e tolleranza, riscattato dagli storici ed eletto “uomo del millennio” dal Washington Post, non dal Mongol Messenger. Trionfa nell’ideale classifica davanti a Leonardo, Michelangelo, Einstein, Napoleone, Galileo, Beethoven, Mozart... La motivazione: “E’ stato l’uomo che ha permesso di collegare l’Est e l’Ovest consentendo la creazione della civiltà moderna”. Siamo nel corridoio dove le culture del mondo hanno incrociato arte, filosofia, religioni, mercati, favoriti proprio da quella che gli storici hanno battezzato “pax mongolica”, un bel sogno medievale tramontato con la decomposizione dell’impero dei khan. Una terra così importante che, nonostante le umiliazioni successive, ha mantenuto la sua purezza nomade, una cultura mistica e sciamanica: un vero miracolo in un pianeta alla deriva culturale, sociale e ambientale. Ma anche la Mongolia, serenamente immobilizzata per secoli, sta vivendo una svolta epocale. Il suo futuro passa dalla “collina turchese”, Oyu Tolgoi, in pieno deserto del Gobi. Lì sotto dieci anni fa sono state scoperte le miniere più ricche d’oro e di rame del mondo e ora, dal 2013, comincerà il vero sfruttamento. C’è chi la legge come una “opportunità”, chi come un “disastro”, sociale e ambientale.