2015 • Leg • 340 pagine • 29 euro
Non è una novità editoriale. Questa avvincente biografia dello studioso statunitense Jack Weatherford sul condottiero mongolo era uscita nel 2004, ma finalmente ora è apparsa anche nella splendida versione italiana della Leg, collana Bus (Biblioteca Universale di Storia). Qualche purista potrà obiettare che il passo narrativo scelto dall'autore sia eccessivamente "spettacolare", un po' all'americana diremmo noi. Ma per la prima volta siamo di fronte a una biografia di Gengis Khan serrata, giornalistica, brillante e soprattutto ricca di informazioni e di aggiornamenti, con un intreccio di riferimenti storici e bibliografici davvero entusiasmante. Un'occasione preziosa per conoscere l'epopea mongola, attraverso la saga del suo uomo-divinità più importante, in una lettura senza respiro e - evviva! - senza banalità. E così scopriamo come Temugin ha meritato l'appellativo di "uomo del millennio". E a completare il quadro una confezione editoriale da leccarsi i baffi.
Estratto: Le cariche della cavalleria di Gengis Khan nel XIII secolo ridisegnarono i confini del mondo. Egli fu un architetto che non costruiva con la pietra, ma con le nazioni. Insoddisfatto del gran numero di piccoli regni, li accorpò in entità più vaste. Nell'Europa orientale, i mongoli riunirono una dozzina di principati e città slave in un unico grande Stato russo. Nell'Asia orientale, lungo un arco di tre generazioni, essi crearono la Cina unendo i rimasugli della dinastia Song nel sud alle terre degli jurcet in Manciuria, al Tibet a ovest, al regno dei tanguti vicino al Gobi, e alle terre degli uiguri nel Turkestan orientale. Ampliando i propri domini, i mongoli fondarono paesi come la Corea e l'India, sopravvissutti fino ad oggi nei confini da essi tracciati. L'impero di Gengis Khan mise in contatto e amalgamò le numerose civiltà che lo circondavano in un nuovo ordine mondiale. Al momento della sua nascita, nel 1162, il Vecchio Mondo era formato da una serie di civiltà regionali che avevano rapporti soltanto con i vicini più prossimi. Nessuno in Cina aveva sentito parlare dell'Europa, e nessun europeo conosceva la Cina. Né, a quanto si sa, vi fu chi viaggiò dall'una all'altra. Nel 1227, anno della sua morte, Gengis Khan aveva creato fra di esse vincoli diplomatici e commerciali che ancor oggi restano saldi.