ULAANBAATAR WEATHER

VENTUN GIORNI

di Galsan Tschinag
1998 - Aer Bolzano - 285 pagine - 15,24 euro

Un progressivo immergersi nel mondo e nella cultura di un popolo dalle tradizioni profonde, in una fitta rete di legami tra famiglie, etnie e luoghi. Tschinag, che da anni vive all’estero, trascorre ventuno giorni nella steppa presso i propri genitori, nomadi tuvini, ed il ritorno rinnova in lui il sentimento del vincolo indissolubile che lo lega alla propria terra e alla sua cultura. Allo stesso tempo però, le tradizioni del suo popolo da pratiche spontanee diventano per lui le radici costitutive di un’identità sempre problematica, di cui è necessario continuamente riappropriarsi. Lo accompagna la moglie, cresciuta in città, che anche attraversando momenti di incomprensione si addentra lentamente nella vita dei nomadi. La quotidianità è descritta nei dettagli, dalla preparazione del cibo ai canti notturni nelle jurte bevendo airag, dai funerali alle celebrazioni dei nuovi nati, fino alla caccia alla marmotta. Ed i personaggi incontrati sono spesso il punto di partenza per una riflessione sulla storia di questa società e sull’infanzia dell’autore, in una narrazione accompagnata da un costante sottofondo di nostalgia. (recensione di Leonardo Bich per mongolia.it)


Estratto: "Chi vuole sentire la forza che ci trattiene su questo pezzo di terra, deve vivere il nostro autunno, il tempo del lavoro e dell’addio, ma oggi anche il tempo del lavoro e del rivedersi. Ma deve vivere anche il resto dell’anno: il nostro inverno silenzioso e rigido, la nostra primavera selvaggia e imprevedibile, la nostra pigra e breve estate. Deve condividere con noi senza sosta i doni e le insidie di ogni ora. Allora ci comprenderà..."