«Ci ha invitati il cardinale Marengo: una Chiesa giovane, fatta di giovani, ha bisogno di un linguaggio “giovane” per parlare ai fedeli».
Il Gen Rosso è in partenza per la Mongolia, dove il 1° dicembre si esibirà nella capitale Ulan Bator. Un concerto voluto dal cardinale Giorgio Marengo, che come prefetto apostolico guida la giovane, vivace e piccola Chiesa cattolica mongola, circa 1.500 battezzati (1.354 nel 2020) su una popolazione di tre milioni e mezzo di abitanti. «Abbiamo pensato a un concerto “partecipato”, a cui contribuiranno anche i giovani locali, che incontreremo nei giorni precedenti», dice Tomek Mikusinski, il portavoce del gruppo nato nel 1966 a Loppiano, su ispirazione di Chiara Lubich. Il 24 e il 30 novembre i 15 componenti del Gen che voleranno in Mongolia daranno infatti vita a tre diversi workshop di danza hip hop, Broadway dance e canto corale, per favorire lo scambio culturale fra i giovani e poter poi animare tutti insieme il concerto del 1° dicembre. «Presenteremo alcune canzoni nuove, ma non mancheranno i classici come Resta qui con noi, richiesta dello stesso Marengo, Le mie mani o Sei fatto per amare. Canteremo principalmente in inglese, qualcosa in italiano e almeno una strofa di La speranza di pace in mongolo: vogliamo promuovere una cultura di pace e fraternità, fondata sui valori della condivisione e dell’unità», aggiunge Mikusinski. In Mongolia il cristianesimo è una presenza antica ma nel Novecento il regime comunista ne aveva praticamente azzerato i fedeli. Quando nel 2002 Giovanni Paolo II eresse la Prefettura, la Chiesa mongola contava 114 fedeli, fra cui 2 sacerdoti, 7 religiosi e 17 suore. In vent’anni i fedeli sono poi cresciuti del 1272 per cento. E oggi, grazie all’impulso del cardinale Giorgio Marengo – arrivato nel Paese nel 2003, come missionario della Consolata – la comunità dei credenti continua, pian piano, a crescere. Nel settembre dello scorso anno a recarsi in Mongolia era stato papa Francesco, rinsaldando la fede di tutti in un cammino tanto nuovo quanto ricco di speranza: «Non abbiate paura dei numeri esigui e dei successi che tardano. Dio ama la piccolezza».
Laura Bellomi (Famiglia Cristiana)