
Migliaia di nomadi della steppa mongolica stanno lottando, da giorni, per salvare se stessi, le proprie tende e le mandrie di bestiame da un gigantesco incendio. La notizia è data in poche righe dalle agenzie di stampa straniere, che riprendono l'annuncio fatto dalle autorità mongoliche a Ulan Bator. Ma quelle poche parole lasciano intravvedere una lotta epica di uomini, bufali e fiamme. L'incendio si è sviluppato dapprima in territorio russo per poi espandersi verso est e varcare il confine con la Mongolia, sospinto da forti venti: lo scorso weekend sono bruciati 1.600 chilometri quadrati di steppa. L'intero distretto di Dashbalbar, nella provincia nord-occidentale mongolica di Dornod, è in fiamme. Le fiamme sono aiutate dal vento e da una stagione secca e dalla totale mancanza di neve. "L'intera popolazione della privincia, circa tremila persone, sta combattendo con le fiamme", ha detto il governatore della provincia di Dornod. Impossibile raccogliere altri particolari, riferisce una corrispondenza dell'agenzia Reuter: "le autorità locali sono andate a dare manforte ai nomadi nel combattere le fiamme, ci ha detto l'operatore locale dell'azienda telefonica". Le foto prese dai satelliti, in possesso del servizio metereologico di Ulan Bator, mostrano un'enorme area coperta di fiamme - in nero sulle foto satellitari - coperta da una densa coltre di fumo. Le autorità riferiscono che il fuoco ha ucciso una donna, sabato, e lasciato il marito in gravi condizioni. Un migliaio di capi di bestiame sono stati uccisi. Ma i danni saranno ben peggiori. Nel solo distretto di Dashbalbar si censiscono 60mila capi di bestiame, la prima fonte di sostentamento per le popolazioni nomadi della steppa: quelli che non periranno tra le fiamme resteranno senza pascoli. Le fiamme si sono estese verso sud-est a un altro distretto, Sergelen, e minacciano di estendersi. I vigili del fuoco sono riusciti a salvare per ora la miniera di uranio di Mardai, nello stesso distretto di Dahbalbar. Secondo le autorità di Ulan Bator sono in corso in questo momento altri 32 incendi in zone di steppa o di foresta. Dopo un inverno secco e troppo caldo, la Mongolia brucia. (fonte il manifesto)