Gianni Mura e la Mongolia. Un articolo del grande giornalista sportivo (foto) è apparso su La Repubblica di domenica 15 febbraio sulla situazione calcistica mongola, associandola alle vicende non proprio trasparenti del calcio italiano dopo le esternazioni di Lotito. "Il silenzio dei complici e dei furbetti sotto la bandiera della grana" il titolo del pezzo: "Khul bumbug yg khulbungug ch dud. Bello slogan: il calcio a chi ama il calcio. Spero che la grafia e la traduzione dal mongolo, che ho trascritto dal Manifesto, siano corrette. Le ultime faccenduole del nostro calcio fanno venire una gran voglia di altrove. E la Mongolia è abbastanza altrove. Il presidente, per 17 anni, della federcalcio, Ganbold Buyannamekh, travolto da svariati scandali ha dovuto dimettersi. Squalificato per cinque anni dalla Fifa per concussione nel pasticcio che portò all'assegnazione del mondiale 2022 al Qatar. Secondo gli oppositori aveva un'altra brutta abitudine: far di tutto perché il ranking della Mongolia rimanesse basso, così da poter contare sui puntuali versamenti della Fifa per migliorarlo. Quei fondi li usava per grandi feste private. (...) In Mongolia non hanno il problema di sfrondare i numeri semmai di ampliarli. Infatti il campionato è passato da 7 a 8 squadre. L'unica che gioca lontano dalla capitale Ulan Bator è il Khangarid di Erdenet. Il campionato dura da fine giugno a fine agosto. L'inverno è lungo e gelido, si possono toccare i 40 sottozero. Ulan Bator, con circa 1.200.000 abitanti ha il 38% di popolazione in una nazione che ha la media di 1,5 abitanti per kmq, quindi non è facile reclutare talenti qua e là. Sarà compito di Vojislav Bralusic, nuovo ct, serbo di Uziece, 35 anni, far crescere i Lupi Azzurri. Così li chiamano i non molti tifosi, in Mongolia le passioni sono i cavalli, il tiro con l'arco e la lotta(...)".