I leopardi delle nevi si meritano il soprannome di "fantasmi della montagna": ce ne sono pochi, sono schivi e vivono sulle montagne dell'Asia centrale, a elevate altitudini, in un habitat che può essere pericoloso per gli umani. Ora, gli sviluppi tecnologici hanno finalmente permesso agli scienziati di dare un'occhiata più in profondità nel mondo di questi felini minacciati, portando alla pubblicazione di uno degli studi più robusti mai condotti. Dal 2008 al 2014, i ricercatori al lavoro sulle montagne Tost, nel Gobi meridionale, in Mongolia, hanno applicato a 16 leopardi delle nevi collari GPS che registravano la posizione dei leopardi quattro volte al giorno, per un anno. I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Biological Conservation, suggeriscono che ciascuno di questi grandi felini ha bisogno di un territorio enorme, 44 volte più grande di quello stimato in precedenza: oltre 200 chilometri quadrati per i maschi e più di 120 per le femmine. Ciò significa che un singolo leopardo adulto dovrebbe potersi muovere, alla ricerca di cibo e femmine, in un'area più vasta del più grande parco nazionale italiano, quello del Pollino. "Gli studi precedenti davano per scontato che gli areali fossero più piccoli. Ma avere questa informazione ovviamente influenza tutto, dalle stime della popolazione dei leopardi alle strategie di conservazione", spiega Orjan Johansson, studente di dottorato alla Swedish University of Agricultural Sciences e primo autore dello studio, i cui dati provengono da una ricerca durata otto anni e parzialmente finanziata da Snow Leopard Trust, SL Foundation Mongolia e Panthera. "Le nostre scoperte non fanno altro che evidenziare quanto ancora dobbiamo imparare del leopardo delle nevi", commenta. (fonte nationalgeographic.it, foto di Steve Winter. Leggi tutto l'articolo)