Dal 16 al 18 febbraio la Mongolia festeggia lo Tsagaan sar, il capodanno lunare, entrando nell'anno del Cane. Come sempre la temperatura è molto rigida, intorno ai 15 gradi sottozero nella capitale Ulaanbaatar ma questo non fermerà le celebrazioni. Per conoscere meglio questa tradizione ecco un estratto dalla nuova guida "Mongolia", edita da Polaris e scritta da Federico Pistone e Dulamdorj Tserendorj. Tsagaan sar: è il capodanno mongolo che segue il calendario lunare tibetano e la data varia ogni anno. Si tratta della più importante festa mongola e si protrae almeno un mese. Per essere pronti occorre avviare i preparativi con grande anticipo: bisogna pensare a cibo, regali, vestiti nuovi, pulizie. La tradizione impone inoltre di finire i lavori in sospeso e onorare i debiti prima del nuovo anno. I cibi che non possono mancare sulla tavola sono buuz o bansh, lo schienale di pecora (coda compresa), carne bollita, biscottoni (kheviin boov) sovrapposti secondo la tradizione, guarniti di aaruul e dolciumi. Anche il riso, simbolo di fecondità e crescita, è presente in tavola così come l'airag e altri piccoli piatti adatti all’occasione. È dovere dei più giovani, entro i primi tre giorni di festa, rendere omaggio agli anziani, offrendo un khadag e portando i saluti con gesto appropriato cioè reggendo le braccia dell’interlocutore con le mani sotto i gomiti. Le famiglie si scambiano molteplici visite. I giorni più importanti sono la vigilia (bitüün), giornata in cui si mangia moltissimo come atto propiziatorio per un anno di abbondanza". (Nella foto, di Federico Pistone, una ragazza mongola vestita con abiti tradizionali offre la sciarpa sacra del khadag e una ciotola di airag, il latte di cavalla fermentato). Buon anno, Mongolia!