La ricerca della tomba di Gengis Khan è diventata un libro, il terzo per Ippolito Marmai, già autore di "Gengis Khan - La tomba segreta dell'imperatore" (2006) e "Gengis Khan - Le tombe dei Khan, tesoro dei Mongoli" (2011, sempre per Campanotto). Il ricercatore italiano ha ora pubblicato "Gengis Khan - Il mistero dell'ultimo viaggio" (edizioni Lulu.com - 272 pagine - si può ordinare su amazon a 25,18 euro. Quello di Marmai non è solo un racconto di sette anni di ricerche ma è anche un vero e proprio appello rivolto al Presidente della Repubblica di Mongolia, al popolo mongolo, alla Mongolia academy of science e "al gruppo segreto di guardiani della tomba, eredi dei 'guardiani per l'eternità' nominati da Gengis Khan nel XIII secolo". L'autore è convinto che la tomba del condottiero non sia nei territori individuati ufficialmente ma in un'altra zona ad alto rischio sciacallaggio e, come scrive lo stesso Marmai, "per salvaguardare un sito archeologico di primaria importanza al fine di proteggerlo da cacciatori di tesori e da eventuali manomissioni distruttive, causate da presunte 'ricerche minerarie' o dall'apertura di nuove strade e miniere". Più che un libro, una missione.