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26 giugno 2022 PRIMO PIANO

Intervista su La Lettura al Cardinale Marengo

Sull'ultimo numero di La Lettura, settimanale del Corriere della Sera, campeggia l'intervista di Annachiara Sacchi al nuovo cardinale della Mongolia Giorgio Marengo. Ecco l'incipit:
«Guardate a lui e sarete raggianti», recita il Salmo 34. È scritto in caratteri mongoli su un piccolostendardo dietro la scrivania di Giorgio Marengo, che ha 48 anni, da quasi 20 fa il missionario ed èanche vescovo, prefetto apostolico di Ulaanbaatar, e dal 27 agosto, quando verrà creato cardinale,sarà il porporato più giovane del mondo. Il tutto dalla remota Mongolia, 1.400 cattolici, dieci chiesericonosciute di cui otto parrocchie, steppe e deserto.
Eminenza, questa nomina che cosa cambia nella sua vita?
«È una domanda a cui faccio fatica a rispondere, sto ancora cercando di metabolizzare.Quello che riesco a dire è che lo vedo come un atto di missionarietà del Santo Padre: il suo avere acuore la Chiesa tutta, quindi anche quella che si trova in parti del mondo in cui rappresenta unaminoranza, il fatto che lui pensi alla Mongolia scegliendo come cardinale un vescovo che viene da lìanche se non è cittadino mongolo, mi pare un gesto molto significativo».
Siamo abituati a una chiesa eurocentrica e italocentrica: come interpreta la decisione di Francesco di valorizzare una comunità così piccola e lontana?
«Il collegio cardinalizio deve rappresentare tutta la Chiesa, anche quella delle parti piùremote. Ed è una cosa bella, perché ne aumenta la rappresentatività e la arricchisce di esperienze chearrivano da punti del mondo in cui l'essere Chiesa si coniuga con la vita di un piccolo gruppo immersoin una società che ha altri punti di riferimento. Penso che in un'epoca come la nostra, in cuil'universalità e le dimensioni planetarie della Chiesa sono evidenti, il Santo Padre abbia visto lanecessità di valorizzare tante voci diverse».
Leggi il pdf con l'intervista intera


L'intervista completa da La Lettura