Dal 10 marzo e fino all'8 aprile a Palazzo Fenzi di Firenze si può visitare la mostra "I campi nomadi della Mongolia” a cura di Francesca Lugli e Graziano Capitini. L'iniziativa propone le fotografie e i pannelli illustrativi della missione “Camps of Mongolian Nomads – an Ethnoarchaeological Perspectives”, promossa a partire dal 2002 dall’Associazione Italiana di Etnoarcheologia (con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e l’Ismeo), in collaborazione con l’Academy of Sciences, la National University e la University of Arts of Ulaanbaatar. Sono state visitate numerose regioni della Mongolia al fine di identificare ripetitività e differenze del nomadismo e dal 2007 le ricerche sono state focalizzate sulle problematiche relative agli accampamenti dei mesi freddi invernali. Negli anni sono stati visitati circa duecentocinquanta accampamenti di pastori nomadi della Mongolia. La ricerca ha via via affrontato diverse problematiche quali la tenda, l’organizzazione degli accampamenti, gli spostamenti stagionali, la gestione del bestiame, il sale, il foraggio, le risorse idriche e i cani che sono stati riconosciuti essere uno degli elementi cruciali che hanno permesso l’affermazione del nomadismo della steppa centro-asiatica. Il coordinamento scientifico e organizzativo è di Nadia Breda (Università di Firenze), Sabrina Tosi Cambini (Università di Parma), Nicola Imoli (Università di Torino). All'inaugurazione, dalle 10 fino alle 15 ora di apertura, parleranno Paolo Liverani (direttore Sagas, Università di Firenze), Roberto Fornari (pro Rettore alla Ricerca di Parma), l'Ambasciatrice della Mongolia a Roma, Narantungalag Tserendorj, l'Ambasciatrice dell’Italia a Ulaanbaatar, Laura Bottà, il Presidente ISMEO, Adriano Rossi. Coordinano e discutono Nadia Breda e Sabrina Tosi Cambini, intervengono: Davor Antonucci (Università di Roma La Sapienza) con “Storie intrecciate: Tibet e Mongolia nel XVII secolo”, Nicola Imoli (Università di Torino) con “Zud, miniere e gruppi di pastori: abitare il paesaggio nella Mongolia postsocialista”, Mario Milco D’Elios (Università di Firenze) con tematiche di ambito medico scientifico in Mongolia, Marco Zaccaroni (Università di Firenze) con Studio delle comunità di piccoli mammiferi in Mongolia, segue dibattito, pausa pranzo e l'introduzione alla mostra degli autori Lugli e Capitini (Associazione Italiana di Etnoarcheologia).