ULAANBAATAR WEATHER

KHADAK


Belgio 2006
Regia di Peter Brosens e Jessica Woodworth, con Batzul Khayankhyarvaa

È la storia di un giovane pastore mongolo che ha la capacità di sentire gli animali a distanze lontanissime. È destinato a diventare sciamano, dopo essere stato costretto, insieme a tutti gli abitanti del villaggio, a trasferirsi in una città mineraria per essere impiegato negli scavi. Il "khadak" del titolo si riferisce alla sciarpa di seta, solitamenta azzurra, dal forte valore simbolico e benaugurante nella realtà buddhista tibetana. Guarda il trailer


Elisa Giulidori: Permeato da un aura magica, il film si apre come una favola, quasi a sottolineare il sapore esotico e fantastico che la Mongolia ha per noi occidentali, anche se poi la parte iniziale, ambientata nelle steppe, è quella rappresentata in modo più realistico, quasi un saggio antropologico. Il trasferimento in città rappresenta il punto di svolta delle vite dei protagonisti e anche della sceneggiatura che si perde in una sovrabbondanza di visioni che stordisce lo spettatore. Muta anche la regia, che passa da riprese ampie, dominate dalle linee orizzontali delle steppe, dove lo sguardo si perde tra cielo e terra, alle linee verticali e ai piani ravvicinati, che invece caratterizzano la vita all'interno della città. Tutto il film, che ha immagini bellissime, è però caratterizzato da un ritmo lento e pochissimi dialoghi. Queste peculiarità, unite a una sovrabbondanza di simboli, alcuni per noi sconosciuti come la filastrocca dei numeri, rende alla fine la visione un po' pesante.