Dopo Yeruldelgger, Morte nella steppa, il noir francese più premiato degli ultimi dieci anni, arriva nella collana Darkside di Fazi Editore il secondo capitolo della trilogia che sta conquistando i lettori di tutto il mondo: il commissario ritrova la Mongolia e le sue terre estreme in un grande thriller di un’originalità assoluta Yeruldelgger, Tempi selvaggi. La trilogia di Yeruldelgger è stata un vero e proprio caso editoriale in Francia, dove ha venduto 500.000 copie e ha vinto i più importanti premi letterari fra cui il prestigioso Prix SNCF duPolar 2014. Questa la trama del secondo volume della serie. È inverno inoltrato in Mongolia: la steppa è avvolta nella morsa dello dzüüd. Imperversa un vento gelido, le temperature si aggirano sui meno trenta e il paesaggio è spazzato da tormente di neve. Sembra di respirare schegge di vetro. È la leggendaria sciagura bianca, che al suo passaggio lascia dietro di sé una scia di cadaveri. Milioni di vittime, uomini e animali. Da un cumulo di carcasse congelate, incastrata fra un cavallo e una femmina di yak, sbuca la gamba di un uomo. Sarà solo il primo di una serie di strani ritrovamenti. Ma il commissario Yeruldelgger al momento ha altri problemi: in un albergo di Ulan Bator è stata assassinata Colette, una prostituta, e il principale indiziato e accusato del delitto è proprio lui. Le indagini per scagionarsi prima lo metteranno sulle tracce del figlio di Colette, scomparso nel nulla, poi lo porteranno in Francia, a districarsi in una in una fitta trama di giochi di potere dei servizi segreti, loschi affari dei militari e corruttela della politica. Sempre più con le spalle al muro il commissario Yeruldelgger non avrà più niente da perdere e sarà pronto a uccidere: il fuoco va sconfitto col fuoco. Proprio come si fa quando scoppiano gli incendi nella steppa: si creano muri incendiari. E intanto, la neve continua a ricoprire la Mongolia…(fonte latelanera.com)