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13 novembre 2020 SPORT

Le offese di Verstappen. L'Onu: "Si scusi subito"

Max Verstappen è un pilota velocissimo, ma spesso non riesce a tenere a freno il linguaggio. Puntualmente si scusa con tutti, dice di aver sbagliato, chi lo conosce sa che è fatto così: s’infiamma, è soltanto un po’ rozzo e ogni volta ci ricasca. Però a qualcuno non basta. Il Governo della Mongolia pretende le scuse pubbliche dal driver olandese per aver dato del «mongolo» a Lance Stroll durante il Gp del Portogallo di due settimane fa, per una collisione durante le prove libere: il team radio incriminato è stato mandato in onda dalla regia della F1 e ha fatto il giro del mondo. Per il governo di Ulan Bator la faccenda è molto seria ed è arrivata sui tavoli delle Nazioni Unite sotto forma di una lettera ufficiale. Verstappen già tre anni nella corsa di Austin aveva usato le stesse parole e pare si fosse rifiutato di scusarsi pubblicamente. Anche questa volta Red Bull ha risposto, spiegando che quelle frasi erano state pronunciate dal suo pilota in una fase molto concitata della competizione e per questo non andavano considerate come delle offese. Ma non è bastato a placare l’ira di Lundeg Purevsuren, ambasciatore della Mongolia all’Onu. «È ovvio - è il contenuto della missiva— che né lui nè la sua squadra hanno imparato la lezione del 2017. Le mancate scuse nei confronti del nostro popolo gli provocheranno un danno d’immagine». Purevsuren inoltre chiede all’Onu di portare avanti la questione con una protesta formale agli sponsor della Red Bull e a quelli personali di Verstappen. Nella lettera in copia c’è anche il presidente della Fia Jean Todt, sempre attento a ogni intolleranza agonistica e verbale degli atleti. Soprattutto in una Formula 1 che ha adottato lo slogan «WeRaceAsOne» per contrastare l’intolleranza e il razzismo. (Daniele Sparisci - Corriere della Sera)