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Archivio News anno 2014

22 gennaio 2014    SPORT
Mongol Rally, la fine
di una grande corsa
Anche la Mongolia soffre degli stessi mali dell'Italia, soprattutto quando si parla di burocrazia. Scompare così (per la precisione viene snaturata) una delle iniziative più spettacolari e coinvolgenti, il Mongol Rally, che da 11 anni vedeva la partecipazione di centinaia di cittadini europei, di cui moltissimi italiani, a bordo di automobili spesso "avventurose" che venivano poi lasciate a Ulaanbaatar in beneficenza (ambulanze attrezzate comprese). Anche la quota d'iscrizione viene destinata a foraggiare iniziative umanitarie. L'ingresso in Mongolia dalla Siberia era però ormai diventata un'impresa ancora più impegnativa dello stesso (massacrante) viaggio. Troppi controlli, troppe spese, troppa burocrazia appunto. Così il Mongol Rally, a dispetto del nome stesso, non si concluderà più in Mongolia: la bandiera a scacchi (si fa per dire perché trattasi di corsa non competitiva) sarà sventolata a Ulan Ude, capitale della Buriazia, prima del confine mongolo, a circa 600 chilometri dal "vero" storico "traguardo", Ulaanbaatar.
Da Brescia a Ulaanbaatar, per esportare il migliore design italiano. È la scommessa di Claudia Pelizzari (nella foto), raccontata da corriere.it. "Ha lavorato per le più belle case di Brescia - scrive Stefano Senini - ma Claudia Pelizzari è maggiormente conosciuta fuori dai confini della provincia ed è stabilmente presente sulle più note riviste internazionali: è una interior designer, con ufficio di progettazione in via Trieste. «Non si tratta semplicemente di arredare - chiarisce -, ma di occuparsi di tutto quello che in un edificio riguarda gli interni, dagli impianti alle finiture» (...) Dopo lavori in Svizzera e Costa Azzurra e progetti in Grecia, Qatar e Malesia, lo studio ha ottenuto una commessa importante in Mongolia: 11 ville di circa 1000 mq a Ulan Bator (...).  David Morini, architetto, è il figlio di Claudia ed è stato in Mongolia per il primo contatto con i nuovi clienti: «Abbiamo progettato a Ulan Bator lo show-room dei nostri amici Tempini (l’importante ditta di rivestimenti con sede a Sant’Eufemia, ndr); una famiglia di costruttori locali l’ha visitato e ci ha contattato per la villa personale e per un complesso di abitazioni destinato alla classe più ricca». (...) Madre e figlio sono in partenza per l’oriente per mostrare personalmente alcuni render ai committenti, dopo l’ultimo incontro avvenuto a Brescia la scorsa estate. «Non sono persone chiassose o che ostentino ricchezza - spiega la designer -. Accettano volentieri di moderare alcune richieste eccessive, come l’uso di marmi e colonne: d’altra parte per loro Italia vuol dire proprio quel tipo di architettura». Anche il giardino dovrà essere all’italiana, impresa difficile nelle temperature molto rigide della capitale mongola, la più fredda del mondo. «Ci hanno anche chiesto di ricavare nel parco uno spazio per montare la yurta, la caratteristica tenda nomade - prosegue Claudia-, per loro una sorta di focolare». L’Italia è in ritardo rispetto ad altre nazioni con gli investimenti in Mongolia: le grandi compagnie minerarie sono inglesi, i costruttori edili giapponesi, le corporation tecnologiche sudcoreane. Gli interni delle case più prestigiose avranno però una firma bresciana".