22 gennaio 2014
SPORT
Mongol Rally, la fine
di una grande corsa
Anche la Mongolia soffre degli stessi mali dell'Italia, soprattutto quando si parla di burocrazia. Scompare così (per la precisione viene snaturata) una delle iniziative più spettacolari e coinvolgenti, il Mongol Rally, che da 11 anni vedeva la partecipazione di centinaia di cittadini europei, di cui moltissimi italiani, a bordo di automobili spesso "avventurose" che venivano poi lasciate a Ulaanbaatar in beneficenza (ambulanze attrezzate comprese). Anche la quota d'iscrizione viene destinata a foraggiare iniziative umanitarie. L'ingresso in Mongolia dalla Siberia era però ormai diventata un'impresa ancora più impegnativa dello stesso (massacrante) viaggio. Troppi controlli, troppe spese, troppa burocrazia appunto. Così il Mongol Rally, a dispetto del nome stesso, non si concluderà più in Mongolia: la bandiera a scacchi (si fa per dire perché trattasi di corsa non competitiva) sarà sventolata a Ulan Ude, capitale della Buriazia, prima del confine mongolo, a circa 600 chilometri dal "vero" storico "traguardo", Ulaanbaatar.