ULAANBAATAR WEATHER

Archivio News anno 2018

29 dicembre 2018    PRIMO PIANO
Mongolia, Oman e Bhutan
le migliori mete 2019
Il Corriere della Sera, nelle pagine di Liberi Tutti, ricorda come World Tourism Organization, l’agenzia delle Nazioni Unite per il turismo, segnala Mongolia, Oman e Buthan i Paesi gli emergenti dei prossimi mesi. La prima, terra del condottiero Gengis Khan, si legge "consente di perdersi tra immense steppe e sabbie del deserto dei Gobi. Con possibilità per i viaggiatori di soggiornare nelle yurte, condividendo la vita dei nomadi".
28 dicembre 2018    PRIMO PIANO
Venticinquemila in piazza
contro la corruzione
Migliaia di cittadini mongoli hanno sfidato oggi temperature che toccavano i -25 gradi a Ulaanbaatar per manifestare contro la corruzione e chiedere le dimissioni del presidente del parlamento del paese. Si è trattato delle più grandi dimostrazioni nel paese e sono state suscitate da scandali di corruzione e tangenti che hanno prodotto grande indignazione tra i cittadini nello scorso anno. Gli organizzatori della protesta nella capitale hano detto che circa 25mila persone sono scese in piazza, la polizia locale ha parlato di 5mila. “La ricchezza del nostro paese è stata rubata”, ha detto il parlamentare Batzandan Jambalsuren, parlando ai manifestanti. E ha accusato i due principali partiti politici del paese e il presidente del parlamento Enkhbold Miyegombo di aver “spezzato il paese in tanti pezzi”. Enkhbold è accusato di aver venduto posizioni nel governo, come quella di viceministro e di segretario di stato, riuscendo ad accumulare qualcosa come 60 miliardi di tugrik (24 milioni di dollari). E’ stato sottoposto a un voto di sfiducia, assieme al primo ministro e al suo governo, lo scorso mese, ma questo voto non ha ottenuto risultati. (fonte Afp)
29 novembre 2018    PRIMO PIANO
Si dimette il sindaco
di Ulaanbaatar
Il sindaco della capitale della Mongolia Ulan Bator, Sundui Batbold (nella foto), ha annunciato oggi le sue dimissioni dopo che il primo ministro del paese gli aveva chiesto di lasciare l’incarico. In una lettera ufficiale al Consiglio dei rappresentanti dei cittadini di Ulan Bator il 12 novembre, il primo ministro Ukhnaa Khurelsukh ha accusato Batbold di non aver adempiuto ai suoi doveri. Oggi il consiglio ha discusso la proposta di Khurelsukh ma non ha preso una decisione. Tuttavia, Batbold ha deciso di presentare la sua lettera di dimissioni. "La reciproca comprensione tra il primo ministro e il sindaco è cruciale nel prendere decisioni nell'interesse dei residenti di Ulan Bator, così ho deciso di dimettermi dalla mia posizione entro il 5 dicembre", ha detto il sindaco nella sua dichiarazione di dimissioni. (fonte agenzianova)
Anche Avvenire dedica un servizio al nuovo libro del giornalista del Corriere della Sera Federico Pistone, dal titolo "Il leopardo e lo sciamano - In viaggio tra i misteri della Mongolia", edito da Sperling & Kupfer con prefazione di Sveva Sagramola. Stefano Vecchia, corrispindente nel continente asiatico, annota nel suo articolo: "L'esperienza vissuta della Mongolia è fatta di natura, di storia e di memoria, ma anche di confronto co se stessi e le proprie convinzioni perché, scrive Federico Pistone, "c'è tempo, ore su ore senza distrazioni, per giocare con i pensieri, per dare un valore e un contorno più preciso alla nostra esistenza, per capire quello che davvero conta e quello che è sopprimibile, le persone che ci arricchiscono e che meritano il nostro tempo e quelle che sono sterili, abbandonabili. Quando si torna da un viaggio in Mongolia si è più completi, lucidi, consapevoli, spirituali. Non si ha più bisogno di ingannare nessuno, tanto meno noi stessi".
6 novembre 2018    PRIMO PIANO
Poesie e foto nel diario
di Michele Zelioli
Michele Zelioli non è un semplice viaggiatore, ma ha voluto immortalare la "sua" Mongolia attraverso singolari immagini in bianco e nero e in alcune poesie nelle quali esprime le sue emozioni in modo molto suggestivo. Ecco l'incipit di Ulaagchiin Khar. Per andare alla pagina dei Diari clicca qui:Si arresta la duna o declina sul fondo, fino al lago.Nel lago di sabbia scompare l’acqua, nell'orizzonte brunomuore il cielo, dietro ai monti.In un attimo è spenta la lingua di fuoco che calpestavi;il passo arretra, il respiro ancora esitain cerca d’acqua da bere. Più lontano e dentroè in marcia un vento diafano, da stamane: sospinge l’imbrunireverso il lago, a perdita d’occhio fino al monte -si abbracciano come fratelli. Lentamentela terra inghiotte i figli suoi, e ne sputa le ossao la cenere.
La Mongolia mette al bando la festa di Halloween. Il Corriere della Sera, nell'edizione di mercoledì 31 ottobre, dedica una pagina a firma Paolo Salom, raccontando di come questa ricorrenza tipicamente statunitense abbia attecchito nel Paese asiatico al punto di mettere di farlo diventare un caso, affrontato con rigore dal Governo. Sull'articolo si legge: «Dolc etto o scherzetto», in lingua mongola, suona più o meno così: zali mekh esvel emchlekh. Per noi una specie di scioglilingua. Ma non c’è da preoccuparsi. Se anche capitate dalle parti di Ulan Bator durante la festa di Halloween — una tradizione che viene celebrata (cade stasera) ormai quasi in tutto il mondo — non sentirete più la formula recitata dai ragazzini per «estorcere» caramelle e altri dolciumi bussando a caso alle porte di sconosciuti. Il governo della Mongolia ha infatti cancellato la ricorrenza, vietando alle scuole di organizzare feste in costume «che non appartengono alla nostra tradizione culturale». Per la professoressa Erdenechimeg Ganzolboo — docente all’Istituto superiore numero 23 della capitale Ulan Bator — una decisione incomprensibile. «La nostra scuola — ha spiegato alla Reuters — ha classi specializzate nello studio dell’inglese. Per questo abbiamo iniziato a celebrare Halloween». Il punto, continua la professoressa, è che «forse alcuni studenti si sono immedesimati troppo nei travestimenti e alla fine si sono rivelati un “disturbo sociale”». In effetti, il ministero dell’Istruzione ha dichiarato di aver ricevuto molte lamentele da parte di genitori «furenti perché i figli chiedevano loro denaro per comprarsi costumi di cui non capivano il senso». Leggi sotto il pdf dell'intero articolo
26 ottobre 2018    SPORT
Calcio, Ragini:
"Grande esperienza"
Marco Ragini è rientrato a San Marino, l'allenatore "giramondo" ha concluso la sua esperienza nella serie A della Mongolia portando l'FC Ulaanbaatar al secondo posto in classifica, a soli 4 punti dalla squadra che ha vinto lo scudetto. Un grande risultato per un club che nella scorsa stagione si era salvato ai play out. Dopo l'avventura in Mongolia, Marco Ragini sogna il ritorno in Europa, ci sono già stati dei contatti che il tecnico sammarinese si augura possano andare a buon fine. (fonte Elia Gorini rtvsanmarino.sm). Nella foto, Regini con il presidente del Fc Ulaanbaatar
20 ottobre 2018    PRIMO PIANO
Trovato un meteorite
nel deserto del Gobi
Un team di scienziati russi dell’Università degli Urali ha trovato un frammento di meteorite da 800 grammi nel deserto del Gobi, in Mongolia. La conferma proviene dallo stesso centro di studi. “Sei esperti del laboratorio scientifico del Consorzio Terra Extra della Università Federale degli Urali (Ekaterinburg) sono alla ricerca di frammenti di meteorite nel deserto del Gobi. Ed hanno trovato i primi 800 grammi di campione“, si specifica in una dichiarazione dall’università. In precedenza, sempre i ricercatori hanno riferito che il gruppo scientifico è partito per la spedizione esplorativa in Mongolia il 21 agosto. E qui vi ha lavorato fino all’8 settembre con i colleghi dell’Istituto di astronomia e geofisica del Mongolian Academy of Sciences. Si tratta della quarta spedizione oltreoceano di un team di scienziati dell’Università degli Urali, dopo aver già viaggiato in altre aree come l’Antartide, l’Iran e il Cile. La spedizione opera nel territorio della Russia. Ma questo non è il solo risultato di una spedizione russa. Un altro team di scienziati russi ha studiato un meteorite trovato in Siberia e hanno concluso che esso conterrebbe un nuovo minerale all’interno. Il gruppo di scienziati ha battezzato il nuovo minerale uakitit. L’uakitit è stato scoperto nel meteorite di ferro Uakit, trovato nella repubblica russa di Buriátia nel 2016. Secondo il professor Viktor Grokhovsky, dell’Università Federale degli Urali, per testare la scoperta di un nuovo minerale è necessario ottenere dati sulla loro struttura cristallina. Tuttavia, considerando le piccole dimensioni del minerale, questo non può essere realizzato con il consueto metodo di analisi con i raggi X. È noto che il minerale è composto da nitruro di vanadio ed è già stato registrato. (fonte focustech.it)
Inervista a Michele De Gasperis (nella foto con una statuetta di Gengis Khan) per i 10 anni di presidenza della Camera di Commercio Italo-mongolaEra il 2008, e la Mongolia di allora era un paese profondamente diverso da quello di oggi.Ha detto bene, la Mongolia dieci anni fa era un paese totalmente diverso: un paese dedito principalmente all’agricoltura e alla pastorizia e in fondo ai ranking economici mondiali. Ma già da allora, a mio modo di vedere, se ne potevano intuire le enormi potenzialità. La posizione geografica favorevole innanzitutto, nel cuore dell’Asia incastrata tra due superpotenze come Cina e Russia, l’inizio dello sfruttamento di ingenti giacimenti di carbone e rame e le dimensioni imprenditoriali simili a quelle delle pmi italiane sono i fattori che ci hanno fatto percepire allora il potenziale commerciale che la Mongolia poteva avere per il nostro paese. In dieci anni sono stato testimone in prima persona della trasformazione della Mongolia da paese arretrato a nazione industrializzata e cresciuta in benessere come mai prima: un paese diventato in breve tempo uno dei maggiori esportatori di materie prime del pianeta e uno stato strategico in uno dei quadranti geopoliticamente più importanti al mondo, con un’economia emergente e di grande prospettiva.L’interesse delle istituzioni italiane verso il paese è cresciuto di anno in anno: qual è lo stato delle relazioni tra Italia e Mongolia?Col passare degli anni, e col crescere dell'interesse internazionale verso la Mongolia, anche l’Italia ha iniziato un percorso di avvicinamento verso il paese asiatico. Il primo passo, nel 2010, è stata la nostra acquisizione del riconoscimento ufficiale dal Governo e da Unioncamere come Camera di Commercio, grazie al quale abbiamo preso parte ai momenti istituzionali più importanti per la Mongolia nelle sue relazioni con l’Italia, ovvero i Tavoli intergovernativi del 2011 e 2017. Abbiamo fatto da apripista per l’apertura dell’Ambasciata di Mongolia a Roma e dell’Ambasciata d’Italia a Ulaanbaatar, organizzato la visita del Sindaco di Ulaanbaatar a Roma nel 2015, partecipato al World Expo Commissioners Club in rappresentanza della Mongolia per Expo 2015, preso parte alle attività del vertice ASEM a Ulaanbaatar del 2016 e tanto altro. L’avvicinamento tra i paesi è stato quindi costante: le relazioni tra Italia e Mongolia non sono mai state così strette.Come ha contribuito in questi anni la Camera di Commercio a questo avvicinamento?Quanto fatto in questi anni, durante i quali siamo stati – fino al 2016 – l'unico organismo riconosciuto ufficialmente dall’Italia presente nel paese, è stato promuovere con passione la Mongolia e le opportunità commerciali presso le istituzioni, le associazioni di categoria e le imprese italiane. Abbiamo realizzato missioni commerciali durante le quali abbiamo firmato accordi commerciali per i nostri associati, e accolto delegazioni istituzionali e business mongole in visita in Italia. Abbiamo istituito il Premio della Camera di Commercio Italo-Mongola, assegnato negli anni a Ministri e rappresentanti delle istituzioni mongole e italiane, organizzato country presentation e conferenze e realizzato progetti di solidarietà per bambini mongoli in difficoltà attraverso la nostra onlus Etica. Mi fa piacere inoltre ricordare il contributo che abbiamo dato, nel 2012, alla realizzazione dello speciale del Tg5 “Nel giardino di Gengis Khan”, tra i migliori spot che la Mongolia ha avuto in Italia e da cui è nata l’idea, realizzata grazie agli accordi firmati con i Comuni di Roma e Ulaanbaatar, di istituire gli Uffici del Turismo Mongolo in Italia e Italiano in Mongolia.Qual è il progetto o attività che le sta più a cuore tra quelli a cui state lavorando?Il progetto a cui teniamo di più è quello che deve essere ancora realizzato. Parlo di un progetto non ancora concluso a causa delle recenti congiunture economiche dei due paesi, ma che è incluso nel più importante accordo commerciale sottoscritto nella storia dei due paesi, e cioè l’MOU firmato dalla Camera con il Sindaco di Ulaanbaatar a fine 2013. Parlo di un importante progetto di sviluppo urbano per la riqualificazione di un distretto degradato della capitale mongola, con la creazione di un quartiere green con 5.000 unità abitative moderne, infrastrutture e servizi. Un quartiere Made in Italy interamente sviluppato da architetti italiani, il cui progetto è stato presentato nel Parlamento mongolo e riconfermato dall’ultima Commissione Intergovernativa Italia-Mongolia del 2017, e che speriamo possa presto vedere la luce.
26 settembre 2018    PRIMO PIANO
La Mongolia piange
il Vescovo Padilla
Il Vescovo Wenceslao Padilla, della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria (CICM, detta anche "Missionari di Scheut"), primo Vescovo della Mongolia, è morto il 25 settembre all'età di 68 anni, in seguito a un infarto. E'  il Vescovo che ha accompagnato negli ultimi 26 anni i passi della giovane Chiesa mongola.Di nazionalità filippina, mons. Padilla, fu infatti inviato in missione nel 1992 in Mongolia, all’indomani della riapertura della nazione, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, come Superiore della “Missio sui iuris”,e non ha più lasciato la nazione. Oggi la Chiesa locale (una comunità di 1.300 fedeli) lo piange e lo ricorda come persona di grande fede, che ha dedicato tutta la sua vita ai poveri e all'educazione dei bambini e dei giovani. In un messaggio inviato a Fides, Pablo Virgilio David, vicepresidente della Conferenza episcopale delle Filippine e Vescovo di Kalookan, ha espresso le condoglianze della Chiesa filippina alla Chiesa della Mongolia, “la più giovane Chiesa cattolica del mondo”, elogiando “il contributo del Vescovo Padilla all'evangelizzazione in Mongolia". "Mons. Padilla - ha ricordato - ha lavorato con tutto il cuore, ha fatto del suo meglio, si è donato senza riserve a un popolo straniero, in una terra lontana. Dio si è servito di lui per toccare il cuore di tante persone in Mongolia”. Wenceslao Padilla è nato il 28 settembre 1949 a Tubao, nelle Filippine. È stato ordinato sacerdote il 17 marzo 1976 e nominato Prefetto apostolico della Mongolia il 10 luglio 2002. La sua consacrazione episcopale è avvenuta il 29 agosto 2003 nella Cattedrale dedicata ai Santi Pietro e Paolo, a Ulanbaatar, capitale della Mongolia, di cui ha curato la costruzione.  Era giunto in Mongolia con altri due sacerdoti filippini – tutti membri della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria (CICM) – nel luglio 1992 poco dopo che la Santa Sede avesse stabilito relazioni diplomatiche con la Mongolia. Quando arrivò con due suoi confratelli CICM, non c'era chiesa né cattolici in Mongolia. Tuttavia, scoprì alcuni cattolici espatriati, tra il personale che lavorava nelle ambasciate straniere. Cominciarono così incontri di preghiera nella case, dove si celebrava la messa domenicale. Man mano che il numero dei partecipanti cresceva, vennero affittate delle sale di comunità dove celebrare la messa domenicale. Solo anni più tardi si cominciò a costruire vere e proprie chiese in muratura. Grazie all'opera pastorale di mons. Padilla e dei primi sacerdoti è rinato il "piccolo gregge" della Chiesa in Mongolia, una comunità che si è sempre impegnata nella sua missione attraverso il dialogo con le culture, le religioni e le persone povere. Fin dall'inizio, la comunità cattolica ha tenuto un atteggiamento sensibile e rispettoso verso le culture locali, stabilendo buoni rapporti con le altre religioni, mentre si occupava del servizio e dell'assistenza sociale a molte persone disagiate , povere ed emarginate dalla società. Il territorio affidato al Vescovo Padilla comprendeva tutta la Mongolia: due milioni e mezzo di persone, nella Prefettura Apostolica di Ulaanbaatar. Al momento della sua ordinazione episcopale, nel 2003, il Vescovo Padilla aveva detto: "La priorità è di essere in buoni rapporti con tutti, senza discriminazioni, portando una testimonianza dell’amore di Cristo a buddisti, altri cristiani, musulmani e tutto il popolo della Mongolia ".Fin dall'inizio, Padilla ha conquistato il cuore del popolo mongolo ed è stato molto apprezzato tra i cristiani ortodossi russi, i buddisti, gli sciamani e membri di gruppi religiosi non cristiani. Come Vescovo, si è impegnato fin da subito per innalzare il livello educativo della comunità dei fedeli, dall'asilo all'università. "Abbiamo sponsorizzato gli studenti per andare all'estero e diplomarsi in un'università straniera, ma voglio che i nostri giovani abbiano una buona istruzione qui nel loro paese", asseriva. Dopo 26 anni di ministero del Vescovo Padilla, diversi missionari sono giunti n Mongolia dall'Africa, dall'Asia, dall'Europa e dall'America Latina. Hanno trovato scuole tecniche, orfanotrofi, case per anziani, cliniche, rifugi per la violenza domestica e asili nido. Questi centri sono spesso costituiti in periferie in cui mancavano i servizi di base. I beneficiari sono persone povere e bambini di famiglie indigenti. Attraverso di loro, la missione cattolica è stata anche in grado di entrare in relazione con i fratelli e i genitori dei bambini, allargando così il servizio di assistenza, guarigione e istruzione. (fonte agenzia Fides)
27 agosto 2018    PRIMO PIANO
Putin incontra Battulga,
Russia e Mongolia vicine
Il presidente russo Vladimir Putin avrà un incontro a Vladivostok a settembre con l'omologo della Mongolia Khaltmaagiin Battulga (nella foto il loro incontro nel 2017). È quanto riferito del portavoce presidenziale russo, Dmitrij Peskov. "Il Cremlino si aspetta che l'incontro tra i due capi dello Stato si svolga a margine del Forum economico orientale", ha affermato Peskov, secondo quanto riferito dal quotidiano russo "Izvestija". Il Forum economico orientale (Eef) è un evento annuale volto a facilitare lo sviluppo dell'Estremo oriente russo e la cooperazione nella regione dell'Asia-Pacifico. Il prossimo forum è previsto a Vladivostok dall'11 al 13 settembre. (fonte agenzianova.com)
11 agosto 2018   
Ulaanbaatar,
la città doppia
“Abbiamo deciso di restringere l'immigrazione in città fino al 1 gennaio 2020”. Batbayasgalan Jantsan è il vice governatore di Ulaanbaatar, la capitale della Mongolia. Ha le idee chiare su che cosa stia frenando lo sviluppo della “sua” città. “Ci sono 220mila famiglie che vivono nelle ger [le tende coniche dei mongoli, ndr] e in case costruite da loro stessi. Si sono inurbati al ritmo di 45mila l'anno, con picchi di 65mila, e si sono ammassati alla periferia della città. Hanno prodotto inquinamento del suolo, dell'aria e altri problemi. Le forniture idriche stanno migliorando e vorremmo connettere questa gente all'acquedotto, ma non basta comunque per quelle 800mila persone che vivono nella baraccopoli”. Ulaanbaatar è due città. C'è la capitale moderna e la favela che la accerchia. È un po' la metafora di tutta la Mongolia, a cavallo tra globalizzazione e nomadismo. La costituzione dice che ognuno può andare dove gli pare, ma le autorità vogliono fermare la migrazione. Le nuove regole stabiliscono che potrà trasferirsi in città solo chi ha problemi di salute e deve curarsi nella capitale, chi ha comprato un appartamento “vero” e chi lavora nell'amministrazione pubblica. “Bisogna proteggere il diritto dei residenti di vivere in un ambiente sano”, dice il vice governatore. Ma sarà difficile controllare tutti quelli che sono attratti dalla vita urbana o che perdono gli animali nello zud, l'improvvisa ondata di gelo invernale, e puntano alla città come risorsa estrema. I Verdi, vorrebbero una città inclusiva. Dato che ogni mongolo ha diritto a 700 metri quadri di suolo, il loro presidente, Olzod Boum-Yalagch, propone di installare pannelli solari su quei terreni e di far produrre energia pulita agli stessi abitanti delle baraccopoli. Per loro stessi e per la rete pubblica. Ma le autorità non sono intenzionate a prendere in considerazione soluzioni che si discostino troppo dal progetto di città che già hanno in mente: “Prima bisogna migliorare la vita dei residenti”, dice Batbayasgalan Jantsan, che non considera tali i nuovi inurbati. Bisogna fare selezione all'ingresso e dare migliori servizi a quelli che in città ci restano. “Poi potremo lavorare anche sull'efficienza". (fonte www.rsi.ch)
La Mongolia vista dal grande fotografo Steve McCurry e dalla giornalista Ornella D'Alessio. Insieme raccontano il loro viaggio sul nuovo numero di agosto del mensile Dove. Il titolo del reportage, che presto proporremo in versione integrale su mongolia.it, si intitola "Uomini e aquile: tra steppe, laghi immensi e deserti di roccia. Sulle tracce dei popoli che vivono ancora secondo i ritmi della natura. Con gli occhi di uno dei più grandi fotografi del nostro tempo". Nell'articolo, tutto da leggere e da ammirare, nella sezione "Per saperne di più" viene citato il nostro sito www.mongolia.it, definito "il più esaustivo sul Paese" con un altro gradito consiglio: "Da leggere, sul tema, Il leopardo e lo sciamano - Sperling&Kupfer 2018" di Federico Pistone che in questo libro ha svelato "i misteri della Mongolia".
4 agosto 2018    PRIMO PIANO
Il Mongol Rally
di Ottavio Missoni
Oggi sono in viaggio da Tashkent destinazione Kazakistan, con qualche giorno di ritardo sulla tabella di marcia dovuta alla sosta forzata sul Mar Nero per problemi, risolti fortunatamente, nell’imbarco sul traghetto. Pariti il 16 luglio da Varese, Ottavio Missoni ed Enrica Fugazzola (nella foto a bordo della loro Panda), hanno in previsione di arrivare a metà agosto in Mongolia, preferendo strade alternative all’autostrada che li ha portati a visitare il modernissimo centro culturale Heydar Aliyevdi di Baku, in Azerbaigian, “La porta dell’inferno” in Turkmenistan, un cratere infuocato che brucia da 45 anni e la città si Samarcanda lungo l’antica via della seta. La loro raccolta fondi, prevista per la gara, sarà a favore di due associazioni: Onlus Mariana e Cool Earth. (fonte varesenews.it)
23 luglio 2018    PRIMO PIANO
Il Mongol Rally
del comico Cornacchione
«Siamo partiti eroici, a bordo di due Panda gialle molto, ma molto, più vecchie di noi... Per regolamento devono essere shitty car, trabiccoli scassati. La squadra è compatta. Non so quando e se torneremo a casa... In questa avventura la norma è perdere la strada e avere un sacco di problemi durante il tragitto». Racconta di sé sgranando gli occhi il comico e attore teatrale Antonio Cornacchione (nella foto mentre assiste il cambio di una gomma bucata) che è nel mezzo del Mongol Rally, la gara benefica e non competitiva più pazza che ci sia. Obiettivo dell’equipaggio: raccogliere fondi per la onlus Oklahoma che ha sede al Gratosoglio e accoglie adolescenti in difficoltà. «Abbiamo appena avuto un intoppo, due gomme scoppiate su uno sterrato ai confini della realtà — ride —. Siamo entrati in azione in tempo record, abbiamo montato le ruote di scorta», dice il comico in versione «explorer». Più di trecento squadre da tutto il mondo partecipano al Mongol rally 2018, trentasei dall’Italia, quelle milanesi si contano sulle dita di una mano. «La notte del 15 luglio in una località segreta vicino a Praga c’è stato il party selvaggio d’esordio, con il taglio del nastro e gli scongiuri», ricorda. Da lì tutti via, sparpagliati fino alla meta, Ulan Udé, in Siberia, vicino alla Mongolia. Sette fusi orari più a Est. (dal Corriere della Sera)
20 luglio 2018    PRIMO PIANO
E' mongolo il primo
veterinario della storia
“Un uomo senza cavallo è come un uccello senza ali”, recita un proverbio tradizionale della Mongolia. Nella cultura delle tribù mongole i cavalli erano dei preziosi alleati per i lavori e per l’economia, principalmente basata sulla pastorizia equina. Per questo motivo, il benessere degli animali era essenziale per le popolazioni nomadi. E lo studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences dai ricercatori del Max Planck Institute for the Science of Human History, in Germania, sembra esserne una conferma. E’ proprio nelle tribù mongole, infatti, che sarebbero nate le prime cure veterinarie, le più antiche del mondo. (fonte galileonet)
Tra gli 8 libri che D di Repubblica consiglia di leggere per l'estate 2018 c'è "IL leopardo e lo sciamano - In viaggio tra i misteri della Mongolia" di Federico Pistone (Sperling & Kupfer). Sull'articolo di Federico Biserni si legge: "Quant’è lunga l’ombra della tua vita?” è la formula che si usa in Mongolia per chiedere l’età di una persona. Lo scopriamo nelle prime righe de: “Il leopardo e lo sciamano” di Federico Pistone, giornalista del Corriere della Sera ed esperto conoscitore del Paese asiatico. Un modo estremamente poetico di chiedere gli anni perché ad essere impregnata di romanticismo è la Mongolia stessa. Di romanticismo, di leggende, di spiritualità, di mistero. Il viaggio attraverso cui Pistone accompagna i lettori è proprio alla scoperta di quest’anima: partendo dal deserto dei Gobi e dallo Shambala (il punto dove, secondo un’antica tradizione, convergerebbero tutte le energie spirituali del mondo) l’itinerario prosegue verso la capitale Ulaanbaatar, poi su verso il grande Nord e l’immenso lago Khuvsgul per piegare infine a Ovest alla scoperta dei monti Altai e alla ricerca dello sfuggente leopardo delle nevi o dell’ancora più riservato “almas”, l’abominevole uomo delle nevi. Il tutto utilizzando fuoristrada, motociclette, treni, cavalli, piedi e sopportando escursioni termiche di decine di gradi tra il giorno e la notte. Un percorso tortuoso e affascinante capace di mescolare avventura e tradizione, mito e amore per una terra a tratti ancora incontaminata. Clicca qui per leggere l'intero servizio.
Sulle pagine dei viaggi del quotidiano La Stampa Mongolia in primo piano con "I misteri della Mongolia, alla ricerca di sciamani, almas e leopardi". Lo spunto è il nuovo libro di Federico Pistone, edito da Sperling & Kupfer, "Il leopardo e lo sciamano". "Il viaggio di Federico - scrive la giornalista Irene Cabiati, lei stessa autrice di un reportage dulla Mongolia - è una caccia ai fantasmi: in particolare l’almas e il leopardo bianco. Con l’aiuto di alcuni amici mongoli e di persone che incontra per strada e che volentieri lo accompagnano, si inoltra su strade, talvolta quasi impraticabili, incontrando monaci spiritosi e monaci che si dissolvono come nebbia, sciamani e guardiaparco. C’è anche qualche incontro speciale nello spettacolare tempio Amarbayasgalant, fra il popolo delle renne (Tsaatan) e tra i cavalieri che cacciano con le aquile sugli Altai". Per leggere l'intero articolo clicca qui
11 luglio 2018    PRIMO PIANO
BUON NAADAM,
MONGOLIA!
Buon Naadam, Mongolia! Dall'11 al 13 luglio il Paese celebra la festa nazionale più importante, raccontata nella guida "Mongolia" (Polaris Editroe) da Federico Pistone e Dulamdorj Tserendorj. La parola Naadam significa “giochi” ma la denominazione completa è Eriin Gurvan Naadam, “i tre giochi degli uomini”: si confrontano infatti lottatori, cavalieri e arcieri in una giostra senza tempo. I mongoli si battono in queste tre specialità da sempre, ma da otto secoli il Naadam è la rievocazione delle gesta di Chinggis Khan, orgoglio inossidabile di questo Paese, prima padrone di due continenti e poi vittima di invasioni e umiliazioni. Ancora oggi è l’occasione per fare festa e riscoprire l’unità nazionale, anche se i turisti stanno togliendo sempre più spazio ai titolari delle celebrazioni. Negli ultimi anni i mongoli si stanno abituando a vedere frotte di stranieri accalcarsi con le macchine fotografiche per vivere e immortalare qualcosa che probabilmente non capiranno mai fino in fondo. E che, tutto sommato, per un occhio occidentale a volte sconfina nel noioso, com’è altrettanto incomprensibile e irritante per un mongolo la visione in tv del Palio di Siena, con quei cavalli che non partono mai e che sono costretti a un percorso ellittico, forzato e pericolosissimo. Invece per i mongoli questi giorni significano libertà e orgoglio. Dal 1921 il Naadam assume anche il valore celebrativo per la liberazione dai cinesi ma sotto il dominio stalinista ogni riferimento a Chinggis Khan era rigidamente proibito. Solo nel luglio 1990, scrollato di dosso anche il peso sovietico, si rivedono le icone del grande condottiero. Ormai il Naadam fa parte di tutti i programmi di viaggio nel mese di luglio. Addirittura molti viaggiatori adeguano la partenza per la Mongolia per poter assistere a quella che con estrema fantasia è stata definita l’olimpiade della steppa. Non che il Naadam sia trascurabile, al contrario. Il fascino però si avverte più nell’atmosfera che si carica di passione e di tensione nei giorni e nelle ore immediatamente precedenti l’evento o nelle edizioni che si svolgono nelle campagne: Ulaanbaatar viene lentamente circondata dalle gher dei nomadi provenienti da tutto il Paese, dopo giorni e giorni a cavallo. Infatti il vero spettacolo, per chi vuole cercarlo, è alla periferia della capitale, trasformata per qualche giorno in un enorme accampamento. Nelle strade di Ub, tra mongoli vestiti con i costumi tradizionali e i turisti sempre più numerosi, si vedono sfilare nomadi che, in groppa ai loro cavalli, hanno finalmente la possibilità di visitare la “grande città”. La celebrazione vera e propria ha inizio nella piazza principale di Ulaanbaatar dove l’esercito schierato fa da cornice ai discorsi delle autorità e del Presidente della Repubblica. Il pubblico e gli atleti si trasferiscono allo stadio principale dove comincia una lunga e principesca sfilata che rievoca le gesta di Gengis Khan. Si comincia con la lotta, davanti a decine di migliaia di spettatori composti: si parte da 512 o 1.024 lottatori (il numero è sempre una progressione geometrica di ragione 2) che si sfidano in match a eliminazione diretta, dimezzandosi fino a rimanere due contendenti finali per il titolo di Arslan, cioè di leone. Quando il numero iniziale è 1024 si avranno quindi 10 turni di incontri. Superato il 5° turno si è insigniti di un titolo onorifico: è un Nachin (Gheppio) chi arriva al 6° turno, Khartsaga (Sparviero) al 7°, Zaan (Elefante) all’8°, Garid (Garuda) al 9°, Arslan (Leone) dal 9° in poi, in tre giorni di lotte trasmesse anche in diretta tv. Un due volte campione è Avarga, tre volte Dalai Avarga, quattro volte Dayan Avarga, infine Darkhan Avarga, ovvero Campione, Grande Campione, Titano, Campione Assoluto. Il più grande lottatore della storia è indubbiamente B. Bat-Erdene Avarga (classe 1964), vincitore di 12 Tsagaan Sar consecutivi e di 11 Naadam. Dal 2004 è deputato al Parlamento. L’abbigliamento di gara, indumenti di particolare pregio, consiste in un corpetto (zodog) che copre solo spalle e braccia, attillati pantaloncini in seta (shuudag) e ai piedi i tradizionali stivali di cuoio (mongol gutal). Gli incontri si svolgono in un tempo limite che varia dai 10’ dei primi tre turni, 15’ del 4° e 5° turno, 20’ del 6° e 7° turno, fino ai 25’ dei turni finali; trascorsi tali limiti, si sorteggia la scelta di una presa che accelera l’esito dell’incontro. Vince chi costringe per primo l’avversario a toccare terra almeno con un ginocchio, un gomito o la testa. Il trionfatore volteggia come un uccello predatore sopra il rivale appena battuto. L’ultimo a resistere, dopo tre giorni di lotte trasmesse anche in diretta tv, è il vincitore del Naadam, l’uomo più forte della Mongolia. Nella storia del Naadam si contano una decina di pluricampioni. La seconda prova è quella del tiro con l’arco, tornato in auge dopo l’indipendenza della Mongolia, a cui prendono parte anche giovanissimi e anziani, tutti bardati secondo l’antica tradizione guerriera. È uno degli sport più antichi dell’umanità, risalente a due millenni or sono. I concorrenti devono centrare dei cilindretti di cuoio intrecciato, con distanze che variano secondo lo stile delle varie gare. Le gare di tradizione khalkh prevedono la dotazione di 4 frecce e una distanza di 60 m per le donne, 75 m gli uomini; nelle gare di tradizione buriati sono 30 m per le donne e 40 m gli uomini; nella tradizione uriankhai, che ammette solo uomini, i bersagli sono a 50 m. Nelle gare dei bambini la dotazione è di 20 frecce e la distanza è proporzionale all’altezza. I compagni di clan sostengono gli arcieri con canti ossessivi di incoraggiamento. Infine, la corsa dei cavalli che si svolge nella vallata di Khüi Doloon Khudag, a 35 km da UB, protagonisti sono i bambini, da 5 a 12 anni, che lanciano i cavalli in sei sfiancanti gare, per sei diverse categorie di cavalli: Daaga, cavalli di due anni / percorso da 12 a 14 km; Shüdlen, cavalli di 3 anni / da 15 a 17 km: Khyazaalan, cavalli di 4 anni / da 15 a 17 km; Soyoolon, cavalli di 5 anni / da 22 a 24 km (è questa la gara più importante, nessun appassionato si perderebbe mai “la polvere dei Soyoolon” né un khuushuur del Naadam, venduti un po’ dappertutto); Ikh nas, cavalli di oltre 5 anni / da 24 a 26 km; Azarga, stalloni / da 22 a 24 km. (foto Federico Pistone)
30 giugno 2018    PRIMO PIANO
Tavecchio: "Piango
quando rivedo le gher"
L'ex presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio (nella foto) confessa alla Gazzetta dello Sport il suo amore per la Mongolia. Il suo sogno? "Tornare ancora in Mongolia. Quando rivedo le tende nelle praterie sconfinate, piango". Tavecchio è un personaggio molto controverso del nostro calcio, ma nonostante le gaffe e qualche posizione discutibile, nessuno può mettere in discussione la sua umanità, la sua onestà intellettuale e e la sua sensibilità, trstimoniata anche dalla passione per una terra così spirituale come la Mongolia.
28 giugno 2018    PRIMO PIANO
Markus giramondo,
compleanno in Mongolia
Markus Mayer (foto), giornalista 41enne bavarese, ha lasciato il lavoro e la casa per realizzare un suo grande sogno: girare il mondo in 80 giorni a bordo di una Vespa. Attraverserà 17 Paesi diversi di tre continenti e percorrerà oltre 24mila chilometri. "Il mio 42esimo compleanno sarà in Mongolia", racconta descrivendo l'itinerario di viaggio. La partenza è in programma per il 30 giugno da Madrid. Quando tornerà Markus vuole cambiare mestiere e vivere in camper. (fonte TgCom)
24 giugno 2018    SOLIDARIETA'
Incontro con Roy e Sirpa,
gli angeli della Mongolia
Una nuova intervista esclusiva arricchisce il Punto d'incontro di mongolia.it, a cura dell'artista mongola Ayana Sambuu. La cantante lirica questa volta ha incontrato per noi Roy e Sirpa (nella foto), definiti "gli angeli della Mongolia" per la preziosa attività che svolgono a favore della popolazione nomade, grazie a un pronto intervento aereo per le emergenze e il soccorso alle persone da trasportare con urgenza nella capitale o nelle zone urbane. Una lunga intervista che svela un aspetto poco conosciuto del Paese e di chi lo fa crescere preservandone autenticità e sicurezza. Spiega Roy nell'intervista: "Blue Sky Aviation fa parte dell’Organizzazione Aerea Internazionale Cristiana MAF che svolge il suo lavoro in più di 30 paesi di tutto il mondo. Noi abbiamo anche uffici di appoggio in tanti paesi, inclusa l’Italia (www.mafitaly.org) che inviano  piloti ed altre persone dello staff internazionale  e che collaborano e lavorano con  team-squadre locali per mantenere le rotte aeree  e tenere i voli aerei in efficienza". Per leggere l'intervista completa vai alla pagina Punto d'incontro di Ayana Sambuu
Oggi il Corriere della Sera dedica una pagina a Gengis Khan, a firma di Federico Pistone. Un modo diverso per raccontare e ricordare il grande condottiero mongolo, al di là degli stereotipi. Ecco l'incipit, sotto il pdf della pagina intera: Spietato condottiero, incubo di due continenti. O sovrano tollerante, divinità, primo vero ecologista della storia. Buone tutte e due quando il soggetto del dilemma è Gengis Khan - o Cingghis Khaan per traslitterarlo alla mongola - il condottiero che conquistò e unì il più grande impero di sempre, dalla Cina ai confini orientali dell'Europa, nominato uomo del millennio dal Washington Post davanti ai più accreditati Leonardo, Einstein, Gandhi, Galileo, Napoleone, Beethoven e Mozart. La motivazione ufficiale è da premio Nobel: "Ha permesso di collegare Oriente e Occidente consentendo la creazione della civiltà moderna". Sterminando i nemici che non accettavano il suo potere e la sua origine divina, verrebbe da aggiungere in caratteri più piccoli. "Dettagli" che la storia perdona quando in ballo c'è il futuro del mondo, la possibilità di creare un immenso corridoio, da Vienna a Pechino, dal Mediterraneo al Gobi, dove possono fluire liberamente pensieri, religioni, filosofie, ma anche mercati, spezie, gioielli, tessuti in quel sublime scenario medievale chiamato pax mongolica.
14 giugno 2018    PRIMO PIANO
Domani sul Corriere
una pagina su Gengis Khan
Domani sul Corriere della Sera, nell'inserto Liberi Tutti, esce una pagina dedicata a Gengis Khan, scritta da Federico Pistone, autore del recente libro "Il leopardo e lo sciamano - In viaggio tra i misteri della Mongolia" (Sperling&Kupfer). Nel numero di oggi del Corriere (foto) l'anticipazione di Michela Mantovan: "Non è sbagliato sostenere, tra le altre cose, che Gengis Khan sia stato uno dei più grandi viaggiatori di sempre. In sella al suo fedele cavallo unì infatto il più grande impero della storia del mondo. Certo non erano vacanze, le sue, ma durissime campagne militari condotte con un metodo efficiente e micidiale poi copiato da altri strateghi come i generali Patton e Rommel: così lo racconta nei dettagli Federico Pistone, giornalista e scrittore, profondo conoscitore della Mongolia".
10 giugno 2018    PRIMO PIANO
Mongolia, transito gasdotti
tra Russia e Cina
La Russia sostiene l'iniziativa della Mongolia di fungere da paese di transito per oleodotti e gasdotti diretti in Cina. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un incontro con il leader cinese Xi Jinping e il presidente della Mongolia Khaltmaagiin Battulga, nella città cinese di Tsingtao sede del summit dell’Organizzazione per la cooperazione di Shangai (Sco). "Ci sono opportunità di cooperazione nell'industria energetica", ha sottolineato il capo dello Stato russo. "I nostri partner mongoli hanno ideato un'iniziativa per costruire importanti oleodotti e gasdotti dalla Russia alla Cina: la sosteniamo è una buona idea, tuttavia è necessario condurre uno studio approfondito di fattibilità, come sempre in questi casi ", ha aggiunto il presidente russo. Putin ha affermato, inoltre, che i tre paesi hanno lavorato insieme per rimuovere gli eccessivi ostacoli amministrativi al fine di garantire flussi commerciali ininterrotti. (fonte agenzianova)
6 giugno 2018    PRIMO PIANO
Zurigo, nati 4 cuccioli
di lupo della Mongolia
Lo zoo di Zurigo ha interrotto con successo la contraccezione ormonale dei lupi della Mongolia: a inizio maggio sono infatti nati quattro cuccioli. Inizialmente la madre ha tenuto nascosto i piccoli, indica in una nota odierna lo zoo di Zurigo, precisando che l'avvenuta nascita è stata rivelata grazie a una telecamera. I quattro cuccioli, di cui tre maschi, pesano tra 3,3 e 3,7 chili, circa un decimo di quanto potrebbero arrivare a pesare in età adulta. Dopo un primo controllo veterinario non è stato possibile determinare il sesso del quarto lupo, informa lo zoo. L'ultimo lupo era venuto alla luce allo zoo Zurigo nel 2013, in seguito è stato utilizzato un contraccettivo ormonale per impedire nuove nascite. Lo zoo zurighese ospita i lupi mongoli dell'Asia centrale dal 1983. (fonte swissinfo.ch)
1 giugno 2018    PRIMO PIANO
Mongolia, pronti progetti
per un miliardo di dollari
Il Consiglio dei ministri della Mongolia ha approvato un elenco di progetti da attuare con il finanziamento del prestito agevolato del governo cinese di un miliardo di dollari. Tra i progetti, la costruzione di linee di trasmissione elettrica e sottostazione tra Ulaanbaatar e Mandalgobi; la ricostruzione della centrale termoelettrica di Erdenet; nuovo impianto di trattamento delle acque reflue; la costruzione di 20,9 chilometri di strada dall'incrocio tra Gachuurt e Nalaikh-Choir; la costruzione dell'impianto di lavorazione della carne e impianto di quarantena; il progetto sull'area di sviluppo dei fiumi Tuul e Selbe; l'installazione di telecamere di sorveglianza nelle strade della città di Ulaanbaatar; il progetto per migliorare l'accesso, la qualità e il controllo del settore delle comunicazioni. (fonte agenzianova)
1 giugno 2018    PRIMO PIANO
Il leopardo e lo sciamano
sul Corriere della Sera
Sul Corriere della Sera di oggi si parla di Mongolia e del nuovo libro "Il leopardo e lo sciamano - In viaggio tra i misteri della Mongolia" (Sperling&Kupfer). Si legge: "Federico Pistone accompagna il lettore in Mongolia, terra estrama che nasconde possibilità di incontri con sciamani e nomadi gentili, fino al leopardo delle nevi, simbolo della spiritualità mongola".
28 maggio 2018    PRIMO PIANO
Il leopardo e lo sciamano,
"un viaggio straordinario"
È in libreria Il leopardo e lo sciamano - In viaggio tra i misteri della Mongolia, di Federico Pistone (editore Sperling&Kupfer). Scrive Sveva Sagramola nella prefazione: "Latte e terra. L'odore della Mongolia è fatto delle cose che danno la vita, e un viaggio in questa regione nel cuore dell'Asia è in grado di restituirci una fotografia antica di noi stessi, quando, agli albori della nostra umanità, nomadi, ci spostavamo per adattare le nostre esistenze ai cicli stagionali. Ancora non c'era separazione con la natura, e i confini tra la vita e la morte, l'umano e il divino, erano difficili da distinguere, così come il cielo dalla terra, nello sconfinato orizzonte delle steppe. È in questo spazio senza tempo, dove l'essenza del nostro essere al mondo si staglia nitido, che ci conduce il libro di Federico Pistone, un diario di viaggio che avvince e si legge come un romanzo, emozionante, perché racconta non solo le storie, le abitudini, e la vita quotidiana di un popolo abituato da oltre cinquemila anni a vivere nelle tende sfidando inverni che arrivano a -50 gradi, ma ne cattura anche i sogni, le credenze, i misteri. Quel senso del sacro, che i mongoli non hanno mai perso, dato dal rapporto quotidiano con una natura ostile e imponente, che può essere assecondata e mai sfidata, e attraverso cui viene naturale sentire di essere una parte del Tutto, strettamente legati al destino delle piante, degli animali, dei fili d'erba, dell'aria, dell'acqua, di ogni essere vivente. Un racconto che si fa spesso poetico, perché Federico guida il lettore in un paese di cui ha una conoscenza profondissima, senza, per questo, essere invadente. Non giudica, ci lascia guardare, come se fossimo accanto a lui, in questo viaggio straordinario nella nostra umanità".
Tragica e incredibile fine della vicenda di Federico Zini, calciatore che ha militato anche nella massima serie mongola con l'Ulaanbaatar City e di cui anche mongolia.it aveva parlato diffusamente. Il giovane pisano ha ucciso l'ex fidanzata Elisa prima di togliersi la vita. Un fatto terrificante, difficile da comprendere e da spiegare. Ecco la cronaca di Marco Gasperetti del Corriere della Sera: Da quando si erano lasciati, poco più un anno fa, quell’amore era diventato qualcosa di oscuro, un’ossessione infinita. E per Federico Zini, 25 anni, pisano, professione calciatore, l’ex fidanzata, Elisa Amato, 30 anni, commessa in un negozio di abbigliamento di Firenze, si era trasformata in un oggetto perduto che avrebbe voluto tornare a possedere ad ogni costo. Così, dopo aver tentato altre volte di riallacciare quella relazione, l’ha uccisa con tre colpi di pistola e poi ha rivolto l’arma contro se stesso. I loro corpi sono stati trovati stamani (sabato) poco dopo le 8 su un’utilitaria parcheggiata davanti al campo sportivo di via Vecchia Fornace, immediata periferia di San Miniato, in provincia di Pisa. Entrambi uccisi da colpi di pistola. Ma a polizia e carabinieri sono bastate poche ore per capire che la morte di Elisa e Federico Zini non era un giallo. «E’ stato un omicidio-suicidio, non ci sono dubbi», spiegano gli investigatori. Secondo le prime indiscrezioni, sembra che Federico alle 3.30 di venerdì notte sia andato a casa della sua ex a Galciana, una frazione di Prato, forse per convincerla a riallacciare la relazione finita da tempo. Poi, dopo un furibondo litigio, il giovane avrebbe sequestrato la donna e l’avrebbe costretta, forse minacciandola con la pistola, a salire sulla propria auto. Alcuni vicini hanno raccontato di aver sentito due colpi di arma da fuoco e di aver visto un’auto partire ad alta velocità. La stessa auto che avrebbe poi raggiunto San Miniato, dove abitava Federico Zini. Infine il tragico epilogo. Non è ancora chiaro se la ragazza sia stata uccisa a Prato o fosse ancora viva quando è arrivata a San Miniato dopo aver percorso i circa cinquanta chilometri. I due giovani erano molto conosciuti a San Miniato e a Prato. Federico era un attaccante della Cuoiopelli (serie D) ma aveva giocato anche in serie C e all’estero. Aveva iniziato la carriera nelle giovanili dell’Empoli (allora in serie A), poi dopo la C era stato ingaggiato da alcune squadre straniere in Bulgaria, Filippine, Mongolia e Malta. Fino a tornare in Italia dopo un grave infortunio. Elisa era impegnata nel volontariato con la Pubblica Assistenza L’Avvenire di Prato. «Una ragazza splendida, sempre pronta ad aiutare gli altri», la descrivano amici e amiche. Su Facebook dei due giovani si leggano ancora post che raccontano la loro storia di coppia. L’ultima foto insieme è stata pubblicata l’8 giugno 2017 a Londra dove avevano trascorso qualche giorno di vacanza. «La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte», aveva scritto Federico Zini. E ancora «Elisa hai iniziato con il rubarmi un sorriso e hai finito per rubarmi il cuore». A lei aveva dedicato anche le parole della celebre canzone di Battiato: «perché sei un essere speciale e io avrò cura di te...».
16 maggio 2018    PRIMO PIANO
Prima raffineria di petrolio,
al via la costruzione
Avrà inizio nel terzo trimestre del 2018 nella provincia di Dornogovi, nel sud-est della Mongolia, la costruzione della prima raffineria di petrolio del paese. Lo ha dichiarato alla stampa il ministero dell'Estrazione e dell'Industria pesante Dolgorsuren Sumiyabazar spiegando che la fine dei lavori è prevista per il 2022. Per la realizzazione dell'opera la Mongolia ha ricevuto un prestito di un miliardo di dollari dall'India. La costruzione della raffineria, infatti, rientra nella strategia di Nuova Delhi per rafforzare i legami con la Mongolia e ridurre la dipendenza energetica da Cina e Russia. La raffineria potrà processare fino a 1,5 milioni di tonnellate metro cubo di greggio all'anno e produrrà annualmente 560 mila tonnellate di gasolio, 670 mila tonnellate di carburante diesel e 107 mila tonnellate di gas naturale liquido. L'opera dovrebbe far crescere il Pil della Mongolia di dieci punti percentuali. Il progetto della raffineria è stato curato dalla azienda Engineers India. Contestualmente, si lavorerà alla costruzione di una linea elettrica, una strada e una ferrovia di circa venti chilometri che collegheranno il sito alla vicina città di Sainshand, capoluogo della provincia di Dornogovi. (fonte agenzianova)
12 maggio 2018    PRIMO PIANO
Confapi, Piacenza
più vicina alla Mongolia
Sono stati il presidente Cristian Camisa, il vicepresidente Alfredo Cerciello e il direttore Andrea Paparo ad accogliere l’ambasciatore della Mongolia Tserendorj Jambaldorj in visita alla sede di Confapi Industria Piacenza. La Mongolia è più vicina grazie a Confapi Industria Piacenza. L’ambasciatore del Paese asiatico Tserendorj Jambaldorj ha infatti visitato la sede dell’associazione piacentina ieri pomeriggio, incontrando il presidente Cristian Camisa, il vicepresidente Alfredo Cerciello e il direttore Andrea Paparo. L’incontro ha inteso mettere a confronto e offrire soprattutto un’occasione di conoscenza tra la nostra città e il Paese asiatico: “Per le nostre piccole e medie realtà industriali la Mongolia può rappresentare un mercato importante e ricco di opportunità – è stato il commento del presidente di Confapi Industria Camisa – un mercato in cui le eccellenze del nostro territorio sia nel settore dei macchinari che in quello dell’agroalimentare possono risultare particolarmente interessanti. La Mongolia può essere quindi un partner potenziale per le nostre aziende”. Dello stesso avviso si è detto anche l’ambasciatore: “Sono molto soddisfatto di visitare Piacenza – ha commentato a margine dell’incontro – e penso che ci siano davvero tutte le possibilità affinché i nostri territori possano dialogare e conoscersi meglio, stringendo dei rapporti”. Sicuramente l’incontro di ieri è stato un primo passo: “Ci fa davvero piacere avere potuto accogliere il rappresentante di uno stato come la Mongolia – ha concluso il direttore Paparo insieme al presidente Camisa – con questo incontro di fatto si aprono dei canali commerciali preferenziali con il Paese asiatico: canali che possono risultare interessanti anche per la vicinanza della Mongolia alla Cina e alla Russia, due mercati con cui Piacenza ha già dei rapporti consolidati”. (fonte piacenza24.ue)
C’è chi si sposa la sua dirimpettaia e c’è chi, per lavoro e spirito d’avventura, a 50 anni ha già girato e vissuto in mezzo mondo: è la storia di Marco Ragini che in vent’anni e più di carriera ha allenato in Svizzera, Lituania, Slovacchia, Congo, ma può vantare anche esperienze italiane e una partecipazione al Torneo di Viareggio alla guida dei nigeriani del Garden City Panthers. Oggi una nuova tappa: la Mongolia.Da poco più di un mese è il nuovo allenatore dell’FC Ulaanbaatar.“Sì, è la squadra della capitale Ulaanbaatar, quasi un milione e mezzo di abitanti, circa il 30% dell’intera popolazione della Mongolia. Il campionato è partito da due settimane: per ora, una vittoria e un pareggio”.Com’è nata questa opportunità? “Due mesi fa mi ha chiamato il mio agente (Davide Stuto) e mi ha proposto questa soluzione. Ho accettato quasi subito: conoscere il mondo asiatico da vicino, e non attraverso i media, o per sentito dire, è sempre stato uno dei miei obiettivi”.È andato in Asia con quale spirito? “È una sfida personale, e come tale l’accetto, sotto tutti i punti di vista: non solo sportivo, dunque, ma anche culturale”.È il primo mister italiano ad allenare in Mongolia. “Sono di San Marino, ma ho preso il Master a Coverciano, quindi mi sento a tutti gli effetti un allenatore italiano: l’obiettivo, da questo punto di vista, è portare qui le nostre conoscenze tecnico/tattiche e le abitudini di lavoro”.Che campionato è la Mongolian Premier League? “Vi partecipano dieci squadre: la vincente, poi, accede alla Champions League asiatica. Il torneo dura 6 mesi, a causa delle rigidità invernali: dalla fine di aprile, ai primi di ottobre. Non c’è limitazione al tesseramento di stranieri, ma in campo se ne possono schierare al massimo tre. Il livello, ovviamente, non è di prima fascia”.Da tre stagioni la vincente ha solo un nome: Erchim. “Sono stato chiamato proprio per interrompere questa egemonia: l’obiettivo è vincere e fare bene”. (fonte tuttomercato.web)
4 maggio 2018    PRIMO PIANO
Il fenomeno dei nomadi
urbanizzati della Mongolia
I veloci cambiamenti politici e sociali avvenuti in Mongolia dopo la fine del regime comunista e ancor più i rapidi cambiamenti climatici che hanno colpito la steppa hanno avuto un fortissimo impatto su una delle ultime culture nomadi rimanenti del mondo. Ma quello che preoccupa più di tutto gli ultimi pastori nomadi mongoli è la siccità, gli inverni sempre più rigidi e il sovra pascolo che minacciano i mezzi di sussistenza tradizionali e spingono più giovani verso la capitale Ulaanbaatar, sempre più sovraffollata e inquinamenta e dove aumentano criminalità e malattie mentali. Jugder Samdan, un pastore nomade ultrasettantenne che ancora resiste col suo gregge di un centinaio di capre e pecore nella vasta prateria semi-arida della provincia di Arkhangai, nella Mongolia centrale, ha detto alla Thomson Reuters Foundation: «Tutti si trasferiscono in città, Lì ci sono troppe persone». Ormai solo circa un quarto dei 3 milioni di mongoli sono nomadi che percorrono questo Paese stretto tra Cina e Russia e grande 4 volte la Germania, ma la globalizzazone e i cambiamenti climatici stanno cambiando velocemente la loro vita e, dal 2001, ogni anno circa 68.000 pastori si sono trasferiti in città. Secondo il vice sindaco di Ulan Bator, Batbayasgalan Jantsan, nei grandi quartieri “informali” allestiti per accogliere i migranti interni mancano spesso l’acqua e l’energia elettrica. Secondo l’Ufficio nazionale di statistica mongolo, negli ultimi 10 anni la popolazione della capitale mongola è quasi raddoppiata, raggiungendo gli 1,4 milioni di persone – quasi la metà di tutta la popolazione della Mongolia –  con circa il 55% della popolazione della città, 750.000 persone, che vive in quartiri di yurte, le tradizionali abitazioni mongole. Intervistato dalla Thomson Reuters Foundation, il vicesindaco Jantsan ha fatto notare che questi insediamenti informali sono grandi ormai quasi quanto un’intera provincia. E  in nomadi urbanizzati vivono in una città avvolta in un denso smog durante i lunghi mesi invernali, sopportando un inquinamento atmosferico altissimo. Dato che le temperature invernali possono scendere ben sotto i meno 30 gradi centigradi, gli ex pastori per stare al caldo bruciano carbone e questo fa innalzare i livelli di inquinamento fino a 14 in più rispetto ai limiti di salubrità dell’Organizzazione mondiale della aanità (Oms). Ed è proprio l’Oms a dire che ogni anno l’inquinamento atmosferico causa oltre 4.000 morti in Mongolia e che questo è diventato un grosso problema per la nazione asiatica e per popolazioni che fino a pochi anni fa non capivano nemmeno di cosa fosse l’inquinamento atmosferico da carbone, che da novembre e aprile rappresenta ormai l’80% dell’inquinamento atmosferico a Ulan Bator. Jantsan non ha dubbi: «E’ una minaccia per la sicurezza nazionale». Bazarragchaa Altantsetseg, uno specialista di utilizzo del suolo della società di consulenza fondiaria  Vector Maps, ricorda che le yurte erano state progettate per una vita nomade e che solo dopo la rivoluzione sovietica del 1921 (la Mongolia è stata il secondo Paese comunista del mondo) hanno cominciato a prevalere le case stabili. Il comunismo era riuscito a mantenere un certo equilibrio: lo Stato possedeva le mandrie e i pascoli del Paese e i pastori venivano pagati per lavorare nelle fattorie collettive. I capi di bestiame erano stati mantenuti in circa 25 milioni, in linea con le valutazioni di capacità di sfruttamento della terra. Un equilibrio che è stato paradossalmente sconvolto dal 1990, quando il Partito del Popolo Mongolo (Il Partito comunista) accettò che la Momgolia diventasse una democrazia parlamentare e con la privatizzazione che ne seguì, che, secondo la Fao, provocò un aumento del bestiame fino a 56 milioni di capi. Lo stesso Altantsetseg riconosce che «Dal 1990 tutto era caos … tutti volevano avere la terra … e gli animali», Alcuni pastori si sono adattati con entusiasmo al nuovo sistema post-sovietico e Samadan spiega; «Le condizioni sono giuste per tutti: rispetto al regime precedente puoi lavorare duro per avere una vita migliore, puoi far crescere la tua mandria e comprare una macchina». Ma il drammatico aumento del bestiame ha causato problemi di sovra sfruttamento dei pascoli esacerbati dalla desertificazione e la figlia di Samdan, Altantsetseg Jugdur, di circa trent’anni, ricorda: «Quando ero un bambino non si vedevano gli animali nell’erba alta, ora guarda quello che abbiamo: solo polvere e terra».I pastori mongoli hanno visto con i loro occhi avanzare il cambiamento climatico e mangiarsi il loro effimero benessere “capitalista” ma le loro storie sono confermate da un rapporto del ministero dell’ambiente del Giappone del 2014 nel quale si afferma che tra il 1940 e il 2008 la temperatura media annuale della Mongolia è aumentata del 2,14% e con un clima più secco che ha portato a più tempeste di polvere. E mentre le temperature annuali aumentavano, dai primi anni ’90 si sono fatti sempre più frequente e intense le ondate di freddo estremo  e neve, i dzud, come chiamano i mongoli gli inverni micidiali che arrivano dopo una siccità estiva. «Se c’è erba sotto la neve, allora gli animali sopravviveranno, quando non c’è erba sotto la neve, allora è Dzud», riasume Altangerel Dolgor. L’inverno appena passato in Mongolia ha sterminato più di 700.000 capi di bestiame indeboliti dalla siccità del 2017, la moria più grande dal 2011. La steppa intorno a Tuvshruulekh è ancora disseminata di cadaveri di animali congelati su cui banchettano branchi di cani randagi e stormi di avvoltoi. Samdan dice di leggere i segni dei cambiamenti climatici intorno a lui: nella steppa sono comparse per la prima volta le lucertole, mentre stanno scomparendo alcune piante stanno scomparendo, comprese quelle utilizzate nelle medicine tradizionali. Ma, passata l’euforia post-comunista, ora sono soprattutto i cambiamenti sociali a preoccupare i pastori. Bayarmaa Vanchindorj, vicedirettore del Centro di salute mentale della Mongolia ha detto alla Thomson Reuters Foundation che «C’è stato un numero crescente di casi di dipendenza, depressione, tratta e abuso sessuale dei bambini». Dopo lo dopo lo stupro di un ragazzo che ha fatto molto scalpore, a marzo migliaia di mongoli hanno protestato di fronte al parlamento a Ulan Bator per chiedere maggiori che venga fatto di più per prevenire gli abusi sui minori. Vanchindorj sottolinea che si tratta di qualcosa di completamente nuovo e al quale la popolazione non è preparata: «I mongoli per molti secoli hanno vagabondato in spazi illimitati di loro spontanea volontà, quindi penso che l’urbanizzazione abbia preso il sopravvento sulle menti delle persone». Per esempio, Narantuya Nijir ha perso tutto il suo bestiame in un dzud del 2010 e ora vive in una yurta nel cortile di quello che è diventato il suo padrone di casa, nell’estrema periferia Ulan Bator, dove la città incontra il pascolo aperto, e ammette: «È piuttosto difficile vivere nel cortile di qualcun altro, anche se non ci fanno pressione, ci preoccupiamo molto». La società mongola sta cambiando rapidamente: il figlio di Samdan, Chudur, vive con la sua giovane famiglia a Ulan Bator e si è adattato bene alla vita in città, dove si è costruito una casa e ha messu su una piccola attività commerciale. il vecchio Samdan ammette che «La pastorizia è una vita dura», ma le sue preghiere che i giovani rimangano nella steppa sono destinate a rimanere inascoltate. Suo nipote di 16 anni, Tsendmandakh Altantsetseg, che non sa niente del comunismo e della “vecchia” Mongolia, non ha una visione romantica della vita nomade tradizionale: «La natura sta cambiando, le praterie si stanno trasformando in deserti, fiumi e torrenti stanno scomparendo. Ho intenzione di andare all’università in città,  dopo la laurea seguirò la mia professione, lavorerò in città e mi costruirò una vita lì». I mongoli sembrano voltare le spalle non solo al loro passato ma anche alle loro sterminate praterie. Ma quale potrà essere il destino di un piccolo popolo che si ammassa in una città inquinatissima e si dimentica della sua terribile e magnifica natura che lo ha plasmato? (fonte greenreport.it)
30 aprile 2018    CULTURA
In un libro l'ultimo
viaggio di Gengis Khan
La ricerca della tomba di Gengis Khan è diventata un libro, il terzo per Ippolito Marmai, già autore di "Gengis Khan - La tomba segreta dell'imperatore" (2006) e "Gengis Khan - Le tombe dei Khan, tesoro dei Mongoli" (2011, sempre per Campanotto). Il ricercatore italiano ha ora pubblicato "Gengis Khan - Il mistero dell'ultimo viaggio" (edizioni Lulu.com - 272 pagine - si può ordinare su amazon a 25,18 euro. Quello di Marmai non è solo un racconto di sette anni di ricerche ma è anche un vero e proprio appello rivolto al Presidente della Repubblica di Mongolia, al popolo mongolo, alla Mongolia academy of science e "al gruppo segreto di guardiani della tomba, eredi dei 'guardiani per l'eternità' nominati da Gengis Khan nel XIII secolo". L'autore è convinto che la tomba del condottiero non sia nei territori individuati ufficialmente ma in un'altra zona ad alto rischio sciacallaggio e, come scrive lo stesso Marmai, "per salvaguardare un sito archeologico di primaria importanza al fine di proteggerlo da cacciatori di tesori e da eventuali manomissioni distruttive, causate da presunte 'ricerche minerarie' o dall'apertura di nuove strade e miniere". Più che un libro, una missione.
23 aprile 2018    CULTURA
Il suono senza tempo
di Nyamgerel Myagmar
La galleria di personaggi ed emozioni del nostro Punto d'incontro, curato dall'artista mongola Ayana Sambuu in esclusiva per mongolia.it, si arricchisce di una nuova gemma: Nyamgerel Myagmar è narratore di canti poetici, uno dei pochi rimasti in Mongolia, musicista di fama internazionale del tradizionale morin khuur, il fantastico "violino delle steppe" che connota anche all'estero la musica tradizionale di questa terra e del canto di gola khöömii. Nella sua intervista, Ayana svela i segreti della musica mongola ma anche quelli della stessa essenza di essere abitanti della Mongolia, nomadi e guerrieri. Il maestro Nyamgerel non parla solo di tecnica musicale, straordinaria, e di tradizioni, ma anche di vita. Come quando afferma: "La vita dei mongoli trascorre in una grande solitudine che spesso li mette a dura prova, perciò ha fatto temperare lo spirito con una grande pazienza e resistenza. Uno stile di vita con abitudini pratiche e semplici, sempre pronti alle “sorprese“. Infatti, un poeta mongolo descrive lo spirito delle persone con queste parole: “La solitudine della steppa mi fece diventare uno lupo solitario e selvaggio". Vai a Punto d'incontro per leggere l'intervista completa
19 aprile 2018    PRIMO PIANO
Bellatalla e i suoi
"inseguitori di nuvole"
Nella sontuosa cornice dell'affolatissimo Palazzo Ducale di Genova (nella foto), l'antropologo spezzino David Bellatalla ha presentato il suo nuovo libro "Mongolia - La terra degli inseguitori di nuvole" (Edizione Oltre clicca qui per ordinarlo). Bellatalla vive da tempo a Ulaanbaatar dove si dedica a progetti umanitari e culturali. Ecco un estratto dalla sua presentazione del libro: “Che senso ha scrivere un libro sul nomadismo quando a scriverlo è un sedentario? Quanto può essere pretenzioso e letterariamente arrogante voler scrivere un libro che non vuole essere un racconto di viaggio, un saggio, un romanzo, una guida per turisti, un testo di antropologia culturale o un diario personale, per sfuggire a qualsiasi tipo di classificazione libraria? Non ho la risposta, ciò che posso dire è che cercare di interpreare e tradurre ciò che per sua stessa natura è irrazionale, attraverso un testo scritto che risulti comprensibile e fruibile a qualsiasi lettore, conservando però, quella freschezza e essenzialità del messaggio di cui vorrei farmi latore, è un’impresa veramente ardua”. A breve la scheda e la recensione nella sezione Libri.
11 aprile 2018    PRIMO PIANO
Treni, completato progetto
da Erdenet a Ovoot
China Gezhouba Group International Ltd ha consegnato alla alla società di sviluppo minerario Aspire Mining Ltd una bozza di studio di fattibilità per il progetto di linea ferroviaria che collegherà Erdenet a Ovoot in Mongolia. Aspire ha detto che la sua sussidiaria Northern Railways che sta promuovendo il progetto ferroviario dovrà ora valutare e fornire un feedback sullo studio “completo”. Inoltre Aspire ha dichiarato che lo studio “conferma ancora la redditività finanziaria” del progetto ferroviario ferrovia, e che i costi sono in linea con lo studio di fattibilità presentato nel gennaio 2017 per la prima fase. (fonte ferpress.it)
10 aprile 2018    PRIMO PIANO
La Mongolia ospiterà
l'incontro Trump-Kim?
Gli Stati Uniti e la Corea del Nord stanno conducendo colloqui segreti diretti per preparare il summit tra Donald Trump e Kim Jong Un. Lo rivela la Cnn, citando diversi funzionari dell’amministrazione che indicano come Mike Pompeo, direttore della Cia che diventerà il nuovo segretario di Stato dopo la ratifica del Senato, insieme ad un team dell’agenzia stanno lavorando attraverso canali riservati dell’intelligence ai preparativi per l’attesissimo vertice. Secondo le fonti dell’emittente americana, funzionari dell’intelligence Usa e nordcoreana si sarebbero parlati diverse volte e persino si sarebbero incontrati in un Paese terzo, con il primo obiettivo di decidere il luogo dove svolgere il vertice. I nordcoreani spingerebbero perché si svolga a Pyongyang, anche se pare improbabile che la Casa Bianca sia disposta ad accettarlo. Tra le possibili sedi alternative per il vertice, è stata avanzata anche Ulan Bator, capitale della Mongolia. I colloqui tra i funzionari dell’intelligence hanno come primo obiettivo quello di preparare l’incontro tra Pompeo e il capo dell’intelligence di Pyongyang, prima di quello tra i due leader. I contatti ed i preparativi hanno il pieno sostegno di Trump che ha subito accettato l’invito di Kim, trasmesso le scorse settimane dai sudcoerani, e lo scorso weekend avrebbe detto ai suoi collaboratori che non vede l’ora di incontrare il leader nordcoreano, con il quale per mesi si è scambiato accuse ed insulti pubblicamente. Secondo le fonti della Cnn, l’obiettivo a cui si sta lavorando è quello di arrivare all’incontro alla fine di maggio, forse a giugno. (fonte Secolo d'Italia, foto wordpress)
6 aprile 2018    PRIMO PIANO
Mongoli in Svizzera,
firmata riammissione
La Mongolia riaccoglierà i cittadini mongoli che si trovano in Svizzera senza permesso di soggiorno valido. Il ministro degli esteri Ignazio Cassis (nella foto, durante la visita al monastero di Gandan) ha firmato nella capitale mongola Ulaanbaatar un accordo di riammissione in tal senso. Secondo un comunicato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Cassis ha firmato il testo in nome della Segreteria di Stato della migrazione (SEM), che aveva negoziato l'accordo. Circa 100 dei 1000 cittadini mongoli presenti in Svizzera potrebbero essere interessati da tale intesa. (fonte tvsvizzera.it)
13 marzo 2018    SPORT
Ragini nuovo allenatore
del FC Ulaanbaatar
Colpo di scena nella carriera di Marco Ragini (foto). Il tecnico sammarinese, dopo le esperienze con il Chiasso, il Bellinzona e il Locarno, è stato infatti nominato allenatore del FC Ulaanbaatar, squadra di calcio della massima serie della Mongolia. Si tratta del primo allenatore europeo nel campionato mongolo, in una squadra che ha ambizioni di scudetto. L'esordio con il team della capitale Ulaanbaatar è per il prossimo 28 aprile.
15 febbraio 2018    PRIMO PIANO
PARTE LO TSAGAAN SAR,
BUON ANNO, MONGOLIA!
Dal 16 al 18 febbraio la Mongolia festeggia lo Tsagaan sar, il capodanno lunare, entrando nell'anno del Cane. Come sempre la temperatura è molto rigida, intorno ai 15 gradi sottozero nella capitale Ulaanbaatar ma questo non fermerà le celebrazioni. Per conoscere meglio questa tradizione ecco un estratto dalla nuova guida "Mongolia", edita da Polaris e scritta da Federico Pistone e Dulamdorj Tserendorj. Tsagaan sar: è il capodanno mongolo che segue il calendario lunare tibetano e la data varia ogni anno. Si tratta della più importante festa mongola e si protrae almeno un mese. Per essere pronti occorre avviare i preparativi con grande anticipo: bisogna pensare a cibo, regali, vestiti nuovi, pulizie. La tradizione impone inoltre di finire i lavori in sospeso e onorare i debiti prima del nuovo anno. I cibi che non possono mancare sulla tavola sono buuz o bansh, lo schienale di pecora (coda compresa), carne bollita, biscottoni (kheviin boov) sovrapposti secondo la tradizione, guarniti di aaruul e dolciumi. Anche il riso, simbolo di fecondità e crescita, è presente in tavola così come l'airag e altri piccoli piatti adatti all’occasione. È dovere dei più giovani, entro i primi tre giorni di festa, rendere omaggio agli anziani, offrendo un khadag e portando i saluti con gesto appropriato cioè reggendo le braccia dell’interlocutore con le mani sotto i gomiti. Le famiglie si scambiano molteplici visite. I giorni più importanti sono la vigilia (bitüün), giornata in cui si mangia moltissimo come atto propiziatorio per un anno di abbondanza". (Nella foto, di Federico Pistone, una ragazza mongola vestita con abiti tradizionali offre la sciarpa sacra del khadag e una ciotola di airag, il latte di cavalla fermentato). Buon anno, Mongolia!
8 febbraio 2018    PRIMO PIANO
I Violons Barbares
sabato 10 a Cantù
Un cantante e barbaro violinista mongolo, un prodigioso suonatore di gadulka (violino bulgaro) e un indemoniato percussionista che agita pentole e tamburi di ogni parte del mondo. Arrivano a cavallo di un grande successo globale per presentare il loro terzo disco: Crying Earth prodotto da Armonia Mundi. Sabato 10 febbraio al San Teodoto a Cantù arriva la musica potente dei Violons Barbares. Un poderoso power-trio che ha fatto tesoro delle proprie tradizioni musicali inventandosi un suono unico e originale: quello che mette insieme il morin khuur e il canto diplofonico mongolo con la gadulka bulgara con ogni genere di percussioni. Contaminazione di linguaggi, emozioni forti, ritmi coinvolgenti e umorismo irresistibile. Sono un originale progetto basato sul dialogo tra due arcaici strumenti di differente provenienza geografica: il morin khuur o violino a testa di cavallo, appartenente alla tradizione della Mongolia e il gadulka bulgaro, violino etnico con tre corde melodiche e addirittura undici corde di risonanza. La forza emotiva e a tratti selvaggia che emanano questi due strumenti è inoltre immersa nella dimensione percussiva ricca di timbri, colori ed energia pulsante creata da Fabien Guyot. Promotore di questo insolito trio è Dimitar Gougov, virtuoso del gadulka e già componente del Philip Koutev ensemble, con Dandarvaanchig Enkhjargal, originario di Ulaanbaatar magistrale interprete di morin khoor e del canto difonico. (fonte quicomo.it)
24 gennaio 2018    PRIMO PIANO
Ballerina di origine mongola
nel video di Jovanotti
Si chiama Deghi Sverzut, ha 24 anni, risiede a Joannis e le sue origini sono della lontana Mongolia. Si è diplomata all'Istituto tecnico per il turismo D'Annunzio di Gorizia, città dove ha pure frequentato per tre anni la facoltà di scienze diplomatiche internazionali. Un vero e proprio talento della danza moderna che, solo dopo pochi mesi di accademia, si è vista proiettata sulla ribalta nazionale. Formatasi nelle scuole di danza di Cervignano e di Cividale, è stata 'scoperta' da Lidia Carew, giovane e valente danzatrice friulana, nonché fondatrice dell’associazione ‘Lidia dice…’, una fucina di giovani talenti operante in Friuli e con sede a Feletto Umberto. L'ha notata lo scorso febbraio mentre si esibiva con la sua scuola di danza a un concorso locale. Da quel giorno l’associazione l’ha seguita nelle scelte artistiche, nell’affiancamento a professionisti in grado di aiutarla a sviluppare le sue capacità e a credere in se stessa. Dapprima è stato consigliato a Deghi di iniziare un percorso formativo accademico di alto profilo tramite un’audizione privata con la MoveOn di Milano che non solo l’ha subito accolta, ma le ha pure dato l'opportunità di affinare talento e disciplina nella danza, nel canto e nella recitazione. Neanche tre mesi dopo questo suo totale cambio di vita Deghi ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo professionistico dello spettacolo. Ogni mercoledì fa parte del corpo di ballo di Nicola Savino in 90Special in diretta alle 21.15 su Italia Uno e a breve la vedremo nell’ultimo video musicale di Jovanotti che è ancora del tutto inedito. (fonte ilfriuli.it)
19 gennaio 2018    POSTA
La Mongolia "libera"
di Ilaria Di Giglio
Un altro Diario si aggiunge alla collezione di mongolia.it. È quello di Ilaria Di Giglio, appassionata viaggiatrice che definisce la Mongolia una terra "meravigliosa e libera". Questo l'incipit delle sue riflessioni, accompagnate da alcune immagini: "I colori, meravigliosi, sono stati i veri protagonisti del nostro viaggio. Ho definito la Mongolia una terra libera e bella: é stata una definizione immediata, impulsiva ma, riflettendoci, se mi venisse chiesto di descrivere tutti i luoghi del mondo che ho visitato con un aggettivo, alla Mongolia spetterebbe senza ombra di dubbio quello di "libera". È una terra che, più di tutte quelle che ho visitato, sento libera... Libera non soltanto per i suoi spazi immensi ed i suoi silenzi, che regalano quello straordinario senso di pace e libertà". Nella foto, Ilaria con un gruppo di nomadi nella gher. Consulta questo e gli altri Diari
18 gennaio 2018    PRIMO PIANO
Leopardo delle nevi
avvistato con 3 cuccioli
Un avvistamento che ha dell’eccezionale. Una mamma leopardo delle nevi insieme ai suoi 3 piccoli sono apparsi sulle vette dei Monti Tost, nella Mongolia settentrionale. L’avvistamento è stato reso possibile grazie a una camera trap - una “fotocamera trappola” attivata a distanza capace di catturare su pellicola l’immagine degli animali selvatici quando i ricercatori non sono sul posto – posizionata dai ricercatori dello Snow Leopard Trust, l’organizzazione internazionale che i dedica alla salvaguardia del leopardo delle nevi. E’ la testimonianza più recente della presenza di esemplari in quella zona, quasi impensabile fino a due anni fa, prima che quel corridoio di 8mila chilometri quadrati non divenisse area protetta per volere del Parlamento mongolo. Intanto, questa mamma, uno dei pochi esemplari di leopardo delle nevi in Mongolia e tra le specie maggiormente a rischio estinzione sul pianeta, ha allattato per i primi 3 mesi, ha cacciato per quattro bocche fino questo momento e continuerà a difendere i giovani i leopardi ancora per poco tempo: intorno ai 16 mesi età la prole è pronta per cavarsela da sola e le femmine tornano solitarie, consapevoli di doversi affacciare a una nuova stagione d’accoppiamento. (fonte ambienteambienti.com, foto snowleopard.org)
11 gennaio 2018    PRIMO PIANO
Missione Fondo Monetario
il 25 gennaio a Ulaanbaatar
La missione del Fondo monetario internazionale (Fmi) arriverà in Mongolia il 25 gennaio prossimo. Lo riferisce la stampa locale, secondo cui durante la visita di lavoro del gruppo a Ulaanbaatar il governo intende toccare una questione riguardante i rialzi delle tasse a causa di molte critiche e proteste tra i cittadini. L'extended fund facility (Fep) del Fondo monetario internazionale è in fase di attuazione in Mongolia dallo scorso anno per tre anni. La delegazione dell’Fmi ha completato il mese scorso la prima e la seconda analisi della performance della Mongolia nell'ambito del programma, sostenuto da un accordo di tre anni. Il completamento del riesame consente alla Mongolia di ottenere circa 79,1 milioni di dollari. Secondo quanto riferito dall'Fmi, la performance del programma fino ad ora è stata forte, la crescita nel 2017 dovrebbe raggiungere il 3,3 percento, migliore di quanto previsto al momento dell'approvazione del programma (fonte Agenzia Nova). Nella foto (di Federico Pistone), scorcio di Ulaanbaatar
In Mongolia arriva il gelato di alta qualità. Lo segnala il Sole 24 Ore: "Grazie al supporto assicuratico di Sace, la bergamasca Technogel ha esportato in Mongolia un impianto per la produzione di gelato di alta qualità per un valore di 665mila euro. Sace, che insieme a Simest costituisce il polo dell'export e dell'internazionalizzazione del Gruppo Cdp, conferma così il suo sostegno alle aziende che valorizzano il made in Italy in nuovi mercati".