ULAANBAATAR WEATHER

Archivio News anno 2016

23 dicembre 2016    PRIMO PIANO
Il Wwf filma cinque
leopardi delle nevi
Un filmato straordinario, realizzato dal Wwf sulle montagne della Mongolia, che vuole essere anche il miglior regalo di Natale per gli amici di mongolia.it Una femmina di leopardo insieme a 4 cuccioli: "È la prima volta in assoluto che un video riprende una cucciolata così numerosa", afferma il Wwf Mongolia. In questi ultimi mesi si sono intensificati gli sforzi per la salvaguardia del leopardo delle nevi (dai cambiamenti del clima e soprattutto dall'imbecillità umana) e l'augurio - visto che siamo in tema - è che questo meraviglioso felino possa tornare a popolare i territori mongoli più remoti. Buona visione, buon Natale e buon anno nuovo a tutti, leopardi e altre creature!
16 dicembre 2016    POSTA
Il buon Natale del Papa
e delle Missionarie
Ogni anno riceviamo gli auguri di buon Natale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, in particolare da suor Adriana Bricchi, missionarie impegnate con coraggio e tanta concretezza in Mongolia (la scuola che hanno costruito a Orbit ha un valore sociale e culturale eccezionale). Quest'anno oltre agli auguri per la redazione di mongolia.it, c'è anche un regalo speciale. Ecco il messaggio di suor Adriana, a cui ricambiamo il buon Natale, che sia una festa di riflessione e di tolleranza. Ecco allora quale sarà l'"abbondante ricompensa" di cui parla. Grazie per il "dono" prezioso e auguri a tutti.Stimato Signor Federico,si avvicina Natale ed il mondo dei ricordi si ravviva in me. Emergono care persone, conoscenze diverse ed anche visi di persone mai viste, ma incontrate via internet... Vorrei inviare a ciascuno di questi un "dono", possibile ai miei limiti. Proprio oggi è arrivato a me un "dono": mi piace moltissimo e  vorrei farne parte anche ai miei  amici e conoscenti. Se lo passo a Lei l'accetta? E più, nel sito "Mongolia .it. Lei Signor Federico lo inserirebbe per tutti i miei "amici" e perché no?, anche per i suoi amici? Se mi farà questo piacere riceverà un'abbondante "ricompensa". Anche Papa Francesco ne rimarrà ben soddisfatto. Innanzitutto lo legga Lei lentamente... lo mediti e nel suo cuore scenderà una gioia profonda. Grazie per l'amore che ha per la Mongolia e BUON NATALESr.Adriana Bricchi fma AUGURI !!!Il Natale di solito è una festa rumorosa: ci farebbe bene un po’ di silenzio per ascoltare la voce dell’Amore.Natale sei tu quando decidi di nascere di nuovo ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima. L’albero di natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita.Gli addobbi di natale sei tu quando le tue virtù sono i colori che adornano la tua vita.La campana di natale sei tu quando chiami, congreghi e cerchi di unire.Sei tu anche luce di natale quando illumini con la tua vita il cammino degli altri con la bontà, la pazienza, l’allegria e la generosità.Gli angeli di natale sei tu quando canti al mondo un messaggio di pace, di giustizia e di amore.La stella di natale sei tu quando conduci qualcuno all’incontro con il Signore.Sei tu anche i re magi quando dai il meglio che hai senza tenere conto a chi lo dai.La musica di natale sei tu quando conquisto l’armonia dentro di te.Il regalo di natale sei tu quando sei un vero amico e fratello di tutti gli essere umani.Gli auguri di natale sei tu quando perdoni e ristabilisci la pace anche quando soffri.Il cenone di natale sei tu quando sazi di pane e di speranza il povero che ti sta a fianco.Tu sei la notte di natale quando umile e cosciente ricevi nel silenzio della notte il Salvatore del mondo senza rumori né grandi celebrazioni; tu sei sorriso di confidenza e tenerezza nella pace interiore di un natale perenne che stabilisce il regno dentro di te.                                                       Papa Francesco
11 dicembre 2016    PRIMO PIANO
Time: Gengis Khan
uomo più ricco di sempre
Gengis Khan è l'uomo più ricco della storia. Lo ha deciso niente meno che il Time, attraverso una serie di ricerche e interviste con economisti e storici che alla fine hanno stilato una top ten degli ultimi duemila anni. Come scrive Andrea de Cesco per corriere.it, "la ricchezza del fondatore dell’Impero Mongolo, che sotto il suo dominio si estendeva dalla Cina all’Europa, è stimata in «molte terre e poco altro». Secondo gli studiosi il segreto della sua influenza, che lo portò a essere il sovrano del regno territorialmente contiguo più esteso della storia, è stata la grande generosità che lo contraddistingueva. «Una delle ragioni del suo successo è il fatto che spartiva il bottino di guerra con i propri soldati e comandanti», afferma Morris Rossabi, professore di storia al Queens College di New York. Dopo che un’area era stata conquistata, le ricchezze erano inventariate e poi suddivise equamente tra i militari e le loro famiglie. Una parte era destinata all’imperatore, che però non ostentò mai la propria agiatezza. Quando morì fu avvolto in un panno di feltro come tutti, e così sepolto". Nella foto, la statua di Gengis Khan nella piazza principale di Ulaanbaatar.Questa la classifica completa del Time:1. Gengis Khan2. Bill Gates3. Alano il Rosso4. John Rockefeller5. Andrew arnegie6. Josep Stalin7. Akbar il Grande8. Shen Zhong9. Ottaviano Augusto10. Mansa Musa
7 dicembre 2016    PRIMO PIANO
Mongolia, record mondiale
per scheletri di velociraptor
I dati raccolti Unendo le statistiche di Nazioni Unite, Banca Mondiale, Guinness World Record e di una serie di testate internazionali, è stata stilata una classifica sui record dei cinque continenti. Anche la Mongolia è presente: è la nazione in cui si trovano più scheletri di Velociraptor di tutto il pianeta. Ovviamente i ritrovamenti sono concentrati nel deserto del Gobi, vero "frigorifero" della preistoria. A sorpresa l'Italia detiene il primato per la produzione di kiwi! Nella foto, un esemplare di velociraptor.
4 dicembre 2016    CULTURA
Istruzione in Mongolia,
l'articolo di Avvenire
Il quotidiano Avvenire dedica un servizio di Stefano Vecchia sull'istruzione in Mongolia, con un'intervista a Federico Pistone, giornalista del Corriere della Sera, scrittore e titolare di mongolia.it. "La Mongolia, immensa, spopolata e circondata da invadenti vicini come Cina e Russia ha anche uno dei più elevati tassi di scolarizzazione al mondo. Perché se il Paese (vasto cinque volte l’Italia con soli tre milioni di abitanti) ha in vastità, isolamento e nomadismo le caratteristiche identitarie, la sfida dell’istruzione si gioca con strumenti adattati alle dure condizioni ambientali e alle caratteristiche socio-economiche di una popolazione tradizionalmente nomade che va sedentarizzandosi ma con forti resistenze e cercando di mediare con la propria identità. «A tre anni i bambini mongoli sanno già andare a cavallo, a cinque imparano a radunare le mandrie e a mungere yak, giumente e capre e vivono la ferocia e la meraviglia della natura senza compromessi. Quella è la loro vera scuola di vita – ricorda Federico Pistone, giornalista, autore di libri sulla Mongolia e titolare del sito www.mongolia.it –. Almeno quando si parla delle famiglie nomadi, la metà dell’intera popolazione della Mongolia, che abitano negli immensi spazi della steppa e del deserto». Pistone ricorda «l’amica Dulam, nata e cresciuta al confine del Gobi, che tra le prove scolastiche della sua infanzia aveva quella di riuscire a catturare un certo numero di scoiattoli per dimostrare intelligenza, coraggio e scaltrezza», ma sottolinea anche che «la Mongolia, grazie al retaggio – peraltro drammatico – della lunga dominazione sovietica, vanta un tasso di alfabetizzazione altissimo, intorno al 97%, quasi come l’Italia. I mongoli amano leggere e studiare già dai primi anni di vita, recuperando materiale dai villaggi e testimonianze orali dagli anziani». «Di quando ho vissuto con gli Tsaatan, gli “Uomini renna” che popolano la regione nordovest della Mongolia, sull’orlo dell’estinzione fino agli anni ’90 – testimonia ancora il giornalista-scrittore – ricordo i lunghissimi viaggi che percorrevano attraverso la taiga infestata da lupi per raggiungere il villaggio di Tsagann nuur, dove i nomadi potevano scambiare i loro manufatti con generi di prima necessità ma anche con libri, giornaletti, quaderni e penne da distribuire ai bambini per la loro istruzione che veniva completata dalle lezioni tenute da Dalaibargial, la nuora di Gombo, re degli Tsaatan. Dalaibargial scendeva ogni mese al villaggio per incontrare un’insegnante che veniva dalla città di Moron da cui riceveva una sorta di aggiornamento culturale da riferire ai suoi allievi speciali». Da questo commovente impegno per l’istruzione è emersa la necessità degli “asili mobili”, tra i “fiori all’occhiello” del sistema educativo del Paese erede dell’impero di Genghiz Khan, additati al mondo come esempio. Attivi nelle aree rurali da giugno a agosto ma, se il clima lo consente, con una attività più estesa da maggio a novembre, forniscono ai piccoli mongoli non solo un’educazione propedeutica a quella scolastica, ma anche opportunità di socializzazione. Essenziali queste ultime, per l’isolamento a cui le comunità nomadi o seminomadi sono costrette nel lungo e rigido inverno delle steppe, fortemente nevoso. Per merito di queste iniziative, estive per esigenze climatiche, profondamente centrate sui singoli insegnanti e con i loro rapporto con la popolazione locale, in aree isolate molti piccoli dai due ai cinque anni d’età hanno potuto partecipare alla forte crescita dell’istruzione prescolare che dal 2010 al 2015 ha visto, per dati Unesco, una crescita di piccoli iscritti che nei distretti urbani ha portato la frequenza dal 68 al 73%. Merito anche di specifici finanziamenti internazionali (di 39,4 milioni di dollari quelli veicolati dal 2007 al 2015 dal programma “Global Partnership for Education” sotto la supervisione della Banca mondiale. Le lezioni si tengono nelle ger, le tradizionali tende circolare di feltro, casa dei nomadi delle steppe da tempo immemorabile. Stuoie e tappeti per isolare dal suolo, foto e disegni dei bambini appesi ai pali di legno che danno forma e consistenza alla tenda sono tutto quanto serve a asili che necessitano per la collocazione solo di uno spazio adeguato e sicuro da eventuali inondazioni. Presso uno dei villaggi – il più delle volte semplici agglomerati di ger, che forniscono gli studenti che qui arrivano a piedi oppure accompagnati a cavallo, in motocicletta o su trattori da fratelli maggiori o genitori. All’interno, giocattoli, un arredamento essenziale ma soprattutto quaderni e libri. Una soluzione unica per una condizione originale in condizioni non facili ma superate con impegno e entusiasmo. A testimoniarlo la frequenza, che sfiora il 100%, di piccoli provenienti al 71% da comunità meno favorite e al 50% femmine, ma anche l’indice di gradimento delle famiglie al 91%. (da Avvenire, leggi qui l'intero articolo)
In occasione dell’esposizione fotografica "Un tesoro nella steppa. Il monastero di Erdene Zuu in Mongolia", realizzata in collaborazione tra le città di Torino e di Kharkhorin, la Regione di Uvurkhangai e grazie al supporto di Missioni Consolata Onlus, il MAO (Museo d'Arte orientale, via san Domenico 11, Torino, ingresso libero) propone due appuntamenti dedicati a questo splendido Paese. Il primo si terrà all’interno dell’esposizione "Un tesoro nella steppa" martedì 22 novembre alle ore 18. Irene Cabiati parlerà della rivoluzione che ha stravolto il tessuto sociale della Mongolia, in bilico fra passato e modernità, fra tradizioni e speranze. Autrice del libro "Mongolia in viaggio" (Alpine Studio) intraprende un viaggio nella storia e nelle storie di un popolo fiero, a cui la nuova, imponente «ricchezza» impone profondi dilemmi sul senso della felicità. La Mongolia infatti ha portato alla luce i suoi tesori: non i bottini di Gengis Khan a lungo cercati da archeologi e predatori, ma il patrimonio inestimabile delle miniere di rame, carbone, oro e terre rare. Per buona parte della popolazione, ancora legata al passato, non è stato semplice affrontare un rinnovamento rivoluzionario. Ma non sempre nella grande città, lontano dai pascoli che hanno dovuto abbandonare, la vita è facile e talvolta diventa inconsolabile la nostalgia per il passato e lo scoramento di fronte a facili illusioni. (foto di Irene Cabiati)
20 novembre 2016    PRIMO PIANO
Dalai Lama in Mongolia
Cinesi furibondi
Il Dalai Lama (nella foto) ha predicato a migliaia di buddisti in Mongolia nonostante la richiesta cinese di cancellare la sua visita, in un momento in cui la Mongolia sta cercando di ottenere un importante pacchetto di aiuti dal suo potente vicino. La visita potrebbe avere ripercussioni sulle difficili relazioni tra i due Paesi, Pechino si era già opposta ad altre visite del Dalai Lama, chiudendo i confini nel 2002 e cancellando temporaneamente i voli nel 2006. ​Il Dalai Lama si è rivolto ai suoi fedeli nel monastero di Gandantegchenlin parlando del materialismo, all’inizio di una visita di quattro giorni che la Mongolia ha voluto esclusivamente religiosa, e senza alcun incontro istituzionale in agenda. (fonte tgcom24)
10 novembre 2016    PRIMO PIANO
Torino-Mongolia, siglato
un patto culturale
"Questo è un inizio e non un punto d'arrivo". Con queste parole Chiara Appendino ha suggellato la firma del patto di collaborazione tra Torino e Kharkhorin [la leggendaria Karakorum]. "È un grande onore, per me", ha commentato il sindaco, "siglare questo documento. È il riconoscimento dello straordinario rapporto duraturo che si è creato tra l'Italia e la Mongolia". "Penso che la cooperazione internazionale", ha evidenziato Appendino, "sia fondamentale per lo sviluppo della città. Questo patto favorirà lo scambio e la collaborazione tra le istituzioni culturali dei rispettivi territori, inizialmente a vantaggio dei settori turistico e culturali, con progetti e corsi di formazione, studi storico-archeologici, culturali e interreligiosi". Il primo atto concreto è la mostra fotografica inaugurata al Mao: "Un tesoro nella steppa. Il monastero di Erdene Zuu in Mongolia".  "L'accordo ci consente di dimostrare che è forte la volontà di collaborare allo scopo di stringere ancora di più i rapporti ed estenderli anche ad altri ambiti per favorire investimenti e creare opportunità di sviluppo", ha concluso il sindaco. Si tratta del primo accordo siglato da Chiara Appendino. (fonte torinooggi.it)
1 novembre 2016    PRIMO PIANO
Classifica Best in travel,
Mongolia nella top ten
Dal Nepal a Pistoia, da Mosca alla Mongolia. Ecco Best in Travel 2017, la classifica annuale redatta dalla Lonely Planet che tiene conto anche degli eventi, anniversari, manifestazioni o inaugurazioni di grandi strutture o musei che si svolgono nei paesi e nelle città nel mondo. Una classifica di riferimento da consultare per organizzare nuovi viaggi, per scoprire nuove culture, per sognare nuove mete (soprattutto lontane). L’Italia compare in classifica con la città di Pistoia, capitale della cultura Italiana 2017. Al primo posto nella classifica delle 10 destinazioni top Best in Travel, troviamo il Canada che proprio nel 2017 festeggia il suo 150° anniversario. Segue la Colombia e la Finlandia (per quest’ultima, in occasione del centenario della sua indipendenza, sono stati organizzati molti eventi, dalle grandi mostre ai concerti). Al 4° posto la selvaggia Dominica; segue Nepal e Bermuda (che a giugno ospiterà la Coppa America di vela). Concludiamo questa Top Ten con 4 destinazioni meravigliose: Mongolia, Oman, Myanmar ed Etiopia (fonte Lonely Planet)
1 novembre 2016    PRIMO PIANO
Il diario di Roberto,
750 km in bicicletta
Un'avventura che più ecosostenibile non si può. È quella di Roberto Landolina, che ha percorso in Mongolia 750 chilometri in bicicletta, ci cui 500 su piste sterrate, dal villaggio di Rashaant a Tsetserleg. La racconta ai Diari di mongolia.it attraverso immagini e impressioni ma anche con informazioni pratiche e consigli. Scrive Roberto: "Di fronte ad una natura tanto straripante comprendi la piccolezza dell’essere umano e ti rendi conto di quanto straordinario sia stato questo Popolo nell’adattarsi perfettamente a condizioni così estreme (anche -50°C d’inverno). Il silenzio che si ode tra queste valli è qualcosa che non vorresti interrompere neanche col tuo respiro, un incantesimo che ti rapisce. Vivi in perfetta simbiosi con la natura, circondato dell’essenziale. Ascolti i versi degli animali, il soffiare del vento e la pioggia che cade. E quando accade, ne so qualcosa, le piste si allagano creando veri e propri ruscelli, fango dove affondi fino alle ginocchia, pozze che sembrano laghi, fiumi che si gonfiano. E tu con la tua bicicletta stracarica non puoi far altro che mettere le ciabatte e spingere, spingere e ancora spingere, pregando che presto la strada torni pedalabile". Vai al Diario e all'album completo di Roberto Landolina
24 ottobre 2016    PRIMO PIANO
Inaugurato il centro sociale
delle missionarie a Orbit
Un progetto di importanza sociale estremamente rilevante quello realizzato dalle Figlie di Maria Ausiliatrice a Orbit, periferia di Ulaanbaatar, dove già da alcuni anni è operativa una scuola elementare costruita sempre grazie alle missionarie. Nei giorni scorsi è stato inaugurato il Nomiin Yos Center, una "casa" destinata a ospitare un centro sociale per gli abitanti locali e per promuovere l’alfabetizzazione degli adulti oltre a ospitare le suore che operano nel vicino istituo scolastico. Un polo culturale che rappresenta un vero e proprio "regalo" per la popolazione mongola. Nella foto, il momento del taglio del nastro con le autorità religiose e istituzionali, insieme alle Figlie di Maria Ausiliatrice, promotrici dell'iniziativa.
23 ottobre 2016    PRIMO PIANO
In Mongolia la prima unione
civile italiana all'estero
Un momento storico per l'Italia, giustamente celebrato dall'ambasciatore che ne è stato il celebrante: "Orgoglioso di celebrare la prima unione civile fuori dall'Italia qui all'ambasciata italiana di Ulan Baatar. Congratulazioni Maurizio e Massimiliano!". L'ambasciatore d'Italia in Mongolia, Andrea De Felip, annuncia così su Twitter il 21 ottobre 2016 la prima unione civile in assoluto celebrata all'estero, in applicazione della nuova legge, tra uno degli addetti della sede diplomatica, Massimiliano, e il suo compagno. L'omosessualità nel paese asiatico è stata depenalizzata soltanto nel 2002 dopo i decenni di repressione della dittatura comunista; rimane tuttavia praticamente sconosciuto il livello entro cui veniva applicata la legge ed il paese ha seguito la posizione pro-liberalizzazione adottata anche dagli altri stati satelliti dell'ex blocco sovietico tra la fine degli anni '90 e l'inizio di quelli 2000. La Mongolia è un paese dove non esiste alcun tipo di pubblico riconoscimento per le persone Lgbt e, pur non essendovi una particolare emergenza omofobica culturale, la notizia nell'ambasciata italiana rappresenta un evento di risonanza che, per una volta, pone l'Italia tra i paesi che possono indicare la strada del futuro. (fonte gaynews.it)
18 ottobre 2016    PRIMO PIANO
Collaborazione e stabilità
tra Mongolia e Cina
Il 18 ottobre a Pechino il segretario generale del Comitato centrale del Partito comunista cinese e capo dello Stato, Xi Jinping (a destra, nella foto), ha incontrato il presidente del Partito del popolo mongolo e presidente del Grande Khural della Mongolia, Zandankhuu Enkhbold (a sinistra), giunto in Cina per presenziare al "Dialogo 2016 tra il PCC e il mondo". Xi Jinping ha dato il benvenuto alla prima visita di Enkhbold in Cina dopo la sua elezione a presidente del parlamento. Ha indicato che attualmente le relazioni sino-mongole mantengono una buona tendenza di sviluppo, e che sia la Cina che la Mongolia hanno dato allo sviluppo delle relazioni bilaterali un'importante posizione nella propria diplomazia, e gli scambi e la cooperazione nei vari settori hanno apportato interessi concreti ai popoli dei due Paesi, svolgendo un ruolo positivo per la promozione della pace e della stabilità regionali. Xi Jinping ha rilevato che il PCC e il governo cinese guardano e sviluppano sempre le relazioni con la Mongolia da un punto di vista strategico e lungimirante, e intendono rafforzare gli scambi, il coordinamento e la cooperazione con la Mongolia, al fine di promuovere insieme lo sviluppo della completa partnership strategica tra Cina e Mongolia. (fonte Radio Cina Internazionale)
4 ottobre 2016    PRIMO PIANO
Leopardo delle nevi,
missione made in Italy
È prevista per marzo 2017 la seconda missione di ricercatori italiani in Mongolia per studiare e contare i leopardi delle nevi. A tornare sui Monti Altai è un team del Museo delle Scienze di Trento (Muse), guidato dal curatore della sezione biodiversità Francesco Rovero. L'annuncio è arrivato nell'ambito del VII Convegno della ricerca scientifica nei parchi e nelle aree protette in corso al Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona), che ha confermato il suo sostegno alla spedizione. "Minacciati di estinzione a causa della perdita di habitat, il numero di leopardi delle nevi che sopravvivono in natura non è ancora stato individuato con certezza", spiega Francesco Rovero. Si stima la presenza di "circa 4 mila esemplari", aggiunge, ma "meno del 15%" del territorio di distribuzione "è coperto da ricerca scientifica e, se vogliamo salvarli dall'estinzione, è necessario conoscerne le condizioni". Rovero guidò la prima spedizione di ricercatori italiani in Mongolia nella primavera del 2015: il suo team in tre settimane campionò 600 chilometri quadrati, posizionando 49 fototrappole e toccando i 3.200 metri di quota. "Nel 2017 ci sposteremo ad est", anticipa il ricercatore, "aumentando la superficie da campionare a mille chilometri quadrati e il numero delle foto trappole a 60, fino a raggiungere i 4 mila metri di quota". Quello relativo ai leopardi delle nevi è uno dei 16 progetti di conservazione all'attivo del Parco Natura Viva. (fonte Ansa.it)
La Lettura, il settimanale culturale del Corriere della Sera, dedica due pagine alla Mongolia, in particolare al diario di Massimo Zamboni, il musicista dei Csi che, insieme a Giovanni Lindo Ferretti, ha inciso nel 1996 lo storico “Tabula rasa elettrificata” e ha pubblicato “In Mongolia in retromarcia”. Zamboni ripercorre questa emozione lunga vent’anni e mai interrotta. “Un unico rumore ruba il silenzio assoluto della notte, un suono metallico, come di concavità percossa. Qualcuno – invisibile – batte con una mazza di ferro sulle ruote del treno e la ripetizione di quel gesto compone la colonna sonora per la sosta alla frontiera”. Inizia così il reportage che racconta una Mongolia delle emozioni più intime. Zamboni chiude così il suo diario: “Resta la sensazione che la Mongolia nomade sia ancora capace di imporre un ordine preciso ai pensieri di chi vi si accosti con spirito aperto, disposto al cambiamento: il fuoco, la famiglia, un riparo, le bestie, nutrirsi, procreare. Idee chiare. Un invito a chi sa ascoltare. Questa sua concisione vale il viaggio".
Sul sito di Internazionale compare la traduzione, curata da Andrea De Ritis per Rue89), dell'articolo del giornalista francese Pierre Haski, che spiega i motivi per cui Ulaanbaatar, oltre a essere la più fredda, è anche la seconda al mondo per inquinamento, alle spalle di una città iraniana. Curiosamente sul numero cartaceo di Internazionale viene riportato un articolo del giapponese The Diplomat che "promuove" (si fa per dire) la capitale mongola al primo posto di questa classifica poco onorevole. Ecco un estratto dal reportage di Haski. "Secondo le Nazioni Unite Ulan Bator, la capitale mongola che conta ormai più di un milione di abitanti (più di un terzo della popolazione del paese) è la seconda città più inquinata del mondo. La ragione principale è il carbone, che permette agli abitanti di “Ger city”, la città delle iurte che sorge intorno alla città moderna e sempre più splendente, di riscaldarsi durante il lungo e rigido inverno (le temperature possono scendere fino a 40 gradi sotto zero). L’impatto sull’ambiente e sulla salute degli abitanti è disastroso. Ulan Bator è una capitale paradossale. Per decenni è stata una città dalla tipica architettura sovietica, riscaldata da enormi condutture di acqua bollente che portavano il calore negli appartamenti delle case popolari. Oggi la città è divisa tra una rapida modernizzazione e un’altrettanto rapida espansione delle bidonville. La scomparsa dell’Unione Sovietica nel 1991 ha avuto un impatto considerevole su questo paese gigantesco ma scarsamente popolato (meno di tre milioni di abitanti) e schiacciato tra due imperi rivali, la Russia e la Cina. Così i nomadi, che erano diventati funzionari statali durante l’era sovietica, sono tornati alla vita tradizionale dopo un’interruzione durata diversi decenni. Ma come mi ha spiegato un vecchio mongolo mentre seguivo una campagna elettorale nel deserto del Gobi qualche anno fa, le nuove generazioni fanno fatica a riprendere la vita nomade, soprattutto durante gli inverni più rigidi, che qui sono chiamati dzud". Leggi l'intero articolo. (foto David Gray Reuters/Contrsato)
25 settembre 2016    PRIMO PIANO
Due lutti nel mondo
degli studi mongoli
Nel giro di pochi giorni gli studi mongoli hanno perso due grandissimi studiosi riconosciuti a livello accademico in tutto il mondo: Igor de Rachewiltz (nella foto, 11 aprile 1929 - 30 luglio 2016) e Charles Bawden (22 aprile 1924 - 11 agosto 2016). Igor de Rachewiltz nato a Roma dove aveva studiato legge, aveva poi proseguito gli studi all'Orientale di Napoli, negli anni '50 si era trasferito in Australia dove ha condotto le sue ricerche e la sua attività accademica fino al pensionamento. Uno dei più grandi esperti della Storia segreta dei mongoli di cui nel 2004 aveva pubblicato una corposa traduzione in inglese frutto di quarant'anni di ricerche. Era molto legato all'Italia dove sul finire del secolo scorso si era recato più volte per tenere seminari e conferenze (nel 2006 la Sapienza Università di Roma gli ha conferito il titolo di Dottore di Ricerca honoris causa). Charles Bawden professore alla Soas di Londra è stato un grande conoscitore della Mongolia, tra le sue pubblicazioni più importanti vi sono il dizionario mongolo-inglese (1997) e una storia della Mongolia moderna (1968) oltre alla traduzione dell'Altan tobchi. (di Davor Antonucci, Università La Sapienza di Roma, per mongolia.it)
23 settembre 2016    AMBIENTE
Il leopardo delle nevi
ha bisogno di più spazio
I leopardi delle nevi si meritano il soprannome di "fantasmi della montagna": ce ne sono pochi, sono schivi e vivono sulle montagne dell'Asia centrale, a elevate altitudini, in un habitat che può essere pericoloso per gli umani. Ora, gli sviluppi tecnologici hanno finalmente permesso agli scienziati di dare un'occhiata più in profondità nel mondo di questi felini minacciati, portando alla pubblicazione di uno degli studi più robusti mai condotti. Dal 2008 al 2014, i ricercatori al lavoro sulle montagne Tost, nel Gobi meridionale, in Mongolia, hanno applicato a 16 leopardi delle nevi collari GPS che registravano la posizione dei leopardi quattro volte al giorno, per un anno. I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Biological Conservation, suggeriscono che ciascuno di questi grandi felini ha bisogno di un territorio enorme, 44 volte più grande di quello stimato in precedenza: oltre 200 chilometri quadrati per i maschi e più di 120 per le femmine. Ciò significa che un singolo leopardo adulto dovrebbe potersi muovere, alla ricerca di cibo e femmine, in un'area più vasta del più grande parco nazionale italiano, quello del Pollino. "Gli studi precedenti davano per scontato che gli areali fossero più piccoli. Ma avere questa informazione ovviamente influenza tutto, dalle stime della popolazione dei leopardi alle strategie di conservazione", spiega Orjan Johansson, studente di dottorato alla Swedish University of Agricultural Sciences e primo autore dello studio, i cui dati provengono da una ricerca durata otto anni e parzialmente finanziata da Snow Leopard Trust, SL Foundation Mongolia e Panthera. "Le nostre scoperte non fanno altro che evidenziare quanto ancora dobbiamo imparare del leopardo delle nevi", commenta. (fonte nationalgeographic.it, foto di Steve Winter. Leggi tutto l'articolo)
9 settembre 2016    AMBIENTE
Il leopardo delle nevi
nel progetto del Muse
La rivista del Cai "Montagne360" ha dedicato un servizio al leoprado delle nevi della Mongolia, in particolare al progetto di ricerca del Muse di Trento nei monti Altai. Nell'articolo di Francesco Rovero e Claudio Groff, dal titolo "Il fantasma delle montagne", si racconta di come sia nato lo studio, a metà del 2014. "Oltre all'elevato interesse per poter studiare un animale così affascinante, la proposta stuzzicava anche il nostro interesse per la montagna e per le terre lontane proprio in considerazione dell'area: le propaggini più orientali dei vasti e selvaggi monti Altai, per la precisione un angolo della Mongolia nord occidentale, nel distretto di Bayan Olgiy al confine con la Russia e a poche decine di chilometri dal Kazakistan e dalla Cina". Per leggere l'intero articolo vai sul relativo pdf
30 agosto 2016    PRIMO PIANO
Russia-Mongolia, al via
esercitazioni militari
Le esercitazioni militari congiunte di Russia e Mongolia Selenga-2016 sono state avviate nella Repubblica di Buriazia, nella regione centro-meridionale della Siberia, lungo la costa orientale del lago Bajkal. Lo ha annunciato Alexander Gordeev, capo dell'ufficio comunicazione del Distretto militare orientale russo. La cerimonia inaugurale dell'avvio delle attività di training — ha precisato Gordeev — si è tenuta in una apposita struttura del Distretto a Burduny. Alle esercitazioni — ha aggiunto Gordeev — partecipano circa 1.000 militari di entrambe le nazioni con 200 pezzi di equipaggiamento. Le esercitazioni Selenga-2016 per le truppe di Russia e Mongolia si tengono con cadenza annuale dal 2008. (fonte sputniknews.com) 
30 agosto 2016    PRIMO PIANO
Festa per il primo
prete della Mongolia
Don Joseph Enkh è il primo sacerdote mongolo ed è stato ordinato domenica a Ulan Bator e ha celebrato la prima Messa nella Cattedrale della capitale della Mongolia. «Ringrazio il Signore – ha detto durante l’ordinazione – che mi ha chiamato a servirlo attraverso il sacerdozio. Sono anche grato a tutte le persone che mi hanno aiutato a rispondere a questa chiamata. Spero che ci siano presto altre vocazioni al Sacerdozio e alla vita consacrata tra i giovani della Mongolia». Il prefetto apostolico del Paese asiatico, monsignor Wenceslao Padilla, filippino, arrivato tra i primi missionari negli anni Novanta, ha detto di «confidare» che «il nuovo sacerdote sia fedele alla sua vocazione, prenda la sua croce giorno dopo giorno e segua sempre Cristo, in ogni circostanza della sua vita». «Il Signore – ha spiegato nell’omelia – ha reso possibile ciò che sembrava essere impossibile» invitando i fedeli «a continuare a confidare in Dio». Alla celebrazione hanno partecipato diversi esponenti del governo e del mondo diplomatico; era presente tra gli altri Dambajav, responsabile del monastero buddista di Dashi Choi Lin, che, come ricorda l’agenzia Fides raccontando l’evento, ha sottolineato i «buoni rapporti» esistenti con la Chiesa. «Impariamo da loro, e loro imparano da noi. Siamo felici che uno di noi mongoli sia diventato un prete in questa Chiesa». L’esponente buddista ha posto una stola di seta blu intorno al collo del sacerdote appena ordinato, che, nella tradizione buddista, simboleggia il cielo e significa dunque purezza, buona volontà, buon auspicio e compassione. (di Fabrizio Mastrofini, Avvenire)
Da vanityfair.it (di Mary Marchesano) Alfredo Savino, classe 1976, milanese di origine vive e lavora in Mongolia da più di sette anni. Si è laureato all'Università di Milano con una tesi che analizzava i rapporti tra l'Europa e la Mongolia nel XII secolo. In effetti studi del genere avevano pochi sbocchi lavorativi, ma a stare stretta ad Alfredo era anche l'atmosfera grigia che si respirava in quegli anni nel capoluogo lombardo. Subito dopo la laurea Alfredo coglie al volo la proposta di accompagnare dei gruppi in Mongolia, dove era già stato per seguire le orme del condottiero mongolo.«Per me ha significato una nuova prospettiva lavorativa capendo allo stesso tempo che non puoi parlare di un Paese se lo si visita soltanto, ci devi vivere per capirne a fondo le sfumature. Per cui mi sono preso un anno sabbatico, un periodo per cercare di capirne meglio le usanze, i costumi e studiare la lingua mongola. Dopo sette anni sono ancora qua».E proprio la Mongolia, cosi distante dall'immaginario collettivo del paese nel quale emigrare, a dargli la felicità che cercava.«A volte non so se sono io ad aver scelto la Mongolia o se è stata la Mongolia ad aver scelto me. È come una bella donna: si fa amare, ma a volte ti maltratta. Forse è proprio questo che mi piace di lei» racconta Alfredo, con lo stesso tono con cui si parlerebbe della propria amata. La Mongolia, grande cinque volte l'Italia, è una terra estrema. «Qui non esiste la via di mezzo: dal caldo al freddo, alle distanze, ai differenti modi di vivere della città e campagna». Basti pensare ai lunghi e rigidi inverni, dove le temperature raggiungono punti di -60°, che si alternano poi a tiepidi estati. Quando parla della sua terra d'adozione, Alfredo ha una visione lucida, concreta, come la Mongolia stessa. Vai alla pagina di Vanity Fair
27 agosto 2016    AMBIENTE
Gher mongole in Emilia,
un servizio sul Tg3
La Mongolia in Emilia. L'agriturismo Cacigolara offre la possibilità di dormire in un'autentica gher mongola nelle campagne appenniniche, a pochi minuti da Borgo Val di Taro in provincia di Parma. Anche la Rai ha dedicato un servizio andato in onda nel telegiornale regionale del Tg3 e su RaiNews. Una sorta di "assaggio" di Mongolia, in attesa di un vero viaggio nel Paese più emozionante del mondo.
25 agosto 2016    PRIMO PIANO
Giochi, lo scandalo lotta:
tutti con la Mongolia
Ai tempi di Gengis Khan sarebbero volate frecce. Oggi i mongoli sono pacifici e gentili e, quando li fai arrabbiare, al massimo si spogliano. E' successo nell'ultima giornata dell'Olimpiade di Rio, quando il lottatore Ganzorigiin Mandakhnaran, per gli amici Ganzorig, si è visto scippare la medaglia di bronzo nei 65 kg da una decisione arbitrale definita "sospetta" (anche l'azzurro Chamizo ne sa qualcosa). Insomma il podio è andato all'uzbeko Navruzov, contro ogni logica e contro lo stesso verdetto del pubblico brasiliano che ha sovrastato di fischi la sentenza e inneggiato a pieni polmoni alla Mongolia. I due allenatori, Bayaraa e Tsostbayar si sono spogliati e inginocchiati in mutande davanti ai giudici: "Ci avete rubato la gara, prendetevi anche i vestiti", ha detto uno dei coach. L'ex campione di lotta Baasanjav non ha dubbi: "Tutti l'hanno visto, Ganzorig ha dominato e la Mongolia è stata derubata".  A Ulaan Baatar gli sport di combattimento (sumo, lotta, judo, pugilato) sono sacri e quando un atleta perde accetta la sconfitta e si sottomette al vincitore che gli volteggia sopra come un'aquila sulla preda. Una protesta sincera, sportiva, senza volgarità, da un popolo fiero che non tollera ingiustizie. Le immagini dello strip tease hanno invaso la Rete e in poche ore Ganzorig è diventato uno dei personaggi più cliccati e "likeati", altro che bronzo. (di Federico Pistone, Corriere della Sera)
19 agosto    PRIMO PIANO
La Mongolia non fa scuola,
tassi bassi ovunque
Domanda da un milione di dollari (o anche più): esiste una banca centrale che sta procedendo in questi giorni al rialzo del costo del denaro? La risposta è sì. Ieri la banca centrale della Mongolia ha aumentato i tassi di un quarto di punto al 4,5% per difendere il tasso di cambio della moneta locale, il tugrik. La Fed, che non si occupa di finanza mongola, ha invece sottolineato i rischi insiti negli squilibri delle banche italiane, una delle ragioni che sconsigliano un rialzo. “Nella discussione sulla stabilità finanziaria – si legge nei verbali della riunione di fine luglio – si è fatto notare che, sebbene lo stato di salute delle banche Usa sia buono, gli istituti europei, specie le banche italiane, sono sotto pressione per la debole congiuntura economica,i margini di interesse sottili e le preoccupazioni sulla qualità degli asset in portafoglio”. E così, a giudicare dai verbali della Fed, l’Italia contribuisce a render meno probabile il rialzo dei tassi a settembre, nonostante l’opinione in senso contrario di operatori come Bill Gross: “le banche centrali – ha scritto – continuano a mettere nell’economia olio sporco (ovvero denaro a costo quasi zero). Prima o poi, il motore si fermerà”. Il dibattito tra falchi e colombe è destinato a durare almeno fino all’intervento di Janet Yellen venerdì 26 al meeting di Jackson Hole. Nell’attesa la prospettiva di un rinvio dell’aumento dei tassi Usa ha sostenuto la ripresa delle Borse e del corso delle materie prime favorite dal dollaro debole e dalla discesa dei rendimenti. (di Ugo Bertone per firstonline.info)
Da travelblog.it C’erano una volta Tunisia, Turchia, Marocco, Egitto, Mar Rosso. Erano queste, fino a qualche anno fa, le mete estive preferite dagli italiani. Economiche e affascinanti allo stesso tempo. Poi l’allarme terrorismo ha spaventato i viaggiatori, senza però arrestare la loro voglia di vacanza. E così, invece di restare a casa come molti pensano, i turisti hanno semplicemente cambiato meta. Islanda, Giappone, Colombia, Mongolia. Oppure mete più vicine a casa, preferibilmente posti di mare oppure paesini di montagna, purchè ci sia relax. Foto di Federico Pistone
8 agosto 2016    CULTURA
Mongolia e Italia unite
nel segno di Rossini
Grande successo dell'International Opera Studio di Roma in collaborazione con l'Ambasciata della Mongolia e il Comune di Formello nel progetto italo-mongolo ispirato a La Cenerentola di Rossini e curato da Ayana Sambuu insieme a Carlo Alberto Gioja e Bruna Bencivenga per portare in Italia e valorizzare i cantanti lirici professionisti della Mongolia. Standing ovation allo storico Teatro di Villa Torlonia e nel Comune di Roma che hanno accolto con grande entusiasmo la proposta dell'Ambasciata e dell'ex ambasciatore Odonbaatar Shijeekhyy di presentare i cantanti lirici della Mongolia a esibirsi con gli artisti italiani. Gli artisti, sotto la guida del maestro Stephen Laurance Kramer e con la regia di Ayana Sambuu, hanno presentato la straordinaria versione semiscenica dell'opera rossiniana, risultato del corso di perfezionamento dell'International Opera Studio dell'associazione culturale ViViAmoL'Arte. La magia dell'opera, insieme al grande effetto visivo artistico offerto dalle proiezioni dei quadri di Nathalie Von Rittersberg, ha incantato il foltissimo pubblico di Formello. La magia dei colori delle scenografie e dei costumi, insieme al talentuoso cast artistico dei cantanti italiani, mongoli e spagnoli accompagnati dall'orchestra dell'International Opera Studio con la pianista russa Victoria Khalilova, hanno trasmesso emozioni senza tempo. Il mezzosoprano Ayana Sambuu ha affascinato il pubblico grazie alla sua interpretazione del ruolo di Angelina-Cenerentola insieme a cantanti di straordinaria bravura: Carlo Alberto Gioja nel ruolo di Don Magnifico, Ignacio Prieto nel ruolo del principe Ramiro, Paolo Ciavarelli nel ruolo di Dandini, le bellissime sorellastre Clorinda e Tisbe interpretate dalla giovanissima italiana Sabina Galizia e Dariimaa Myagmar dalla Mongolia, mentre la voce di Tuvshinjargal Enkhbat della Mongolia tuona letteralmente interpretando il ruolo di Alidoro. Il progetto è stato appoggiato da sponsorizzazioni crowdfunding e donazioni private (fra le quali quella di 1000 euro da Carmenelvira Terrazas e sua figlia Vanessa Desegovia direttamente dal Messico e di Altan Zandraa per il biglietto aereo da e per la Mongolia) che hanno dimostrato la sensibilità nell'investire nella cultura per le nuove generazioni. Prezioso aiuto materiale arriva da Elena Orlandelli e la sponsorizzazione dei uno dei biglietti aerei da parte di Enkhtuya Dendev, titolare della catena dei negozi franchising di Elpa Cesar's a Ulaanbaatar. Importante sottolineare che la grande dedizione dimostrata dall'International Opera Studio di Roma nel corso degli ultimi anni producendo opere come il Don Giovanni e Le nozze di Figaro di Mozart, L'elisir d'amore di Donizetti, il Gran Gala Red Carpet e il trionfo de La Cenerentola di Rossini, sono stati i risultati degli sforzi organizzativi soprattutto di Carlo Alberto Gioja, presidente di ViViAmoL'Arte, del direttore organizzativo Bruna Bencivenga, e negli ultimi due anni anche dell'artista Ayana Sambuu, responsabile degli Affari Esteri dell'International Opera Studio. "L'obiettivo - ha spiegato Ayana - è quello di offrire una visione diversa del mondo della lirica, indispensabile per costruire insieme un mondo sano e benefico in nel senso culturale, ma anche sociale". Nella foto, i cantanti Ignacio Prieto e Ayana Sambuu, protagonisti de La Cenerentola.
1 agosto 2016    PRIMO PIANO
Ian Manook ci insegna
a pronunciare Yeruldelgger
In effetti la pronuncia è complicata: Yeruldelgger. È il nuovo fenomeno editoriale che sta scalando le posizioni anche in Italia, quasi a insidiare i grandi successi commerciali di Camilleri e Manzini. Come abbiamo già segnalato da tempo su mongolia.it (vedi notizie su News e recensione su Libri), si tratta di un robusto thriller ambientato interamentre in Mongolia, scritto dal francese Ian Manook ed edito in Italia da Fazi. Per cercare di agevolare il lettore, ma soprattutto il possibile acquirente messo a disagio dal titolo complicato, che è poi il nome dell'ispettore "maledetto" protagonista di una storia di crimini efferatissimi tra steppa e deserto mongoli, lo stesso Manook ha messo in linea una sorta di lezione (in italiano) di pronuncia di Yeruldelgger: ne è venuto fuori un vero e proprio sketch dove lo scrittore francese esibisce una irresistibile verve comica, intonando anche una serie di canzoni per rendere più semplice la pronuncia del suo libro. Cita così Celentano (due volte) e De André. "Allora - attacca Manook nella sua performance - si dice Ye: come... solo baci che do a te, ye ye ye ye ye ye! Rul rul come... il re fa rullare i tamburi, rullare, rullare rul. Del, del: l'unico frutto dell'amor è la banana, è la banana. Eh lo so che non è italiano, è spagnolo, il suo è lo stesso. Ye - Rul - Del - Ger... come: una terza 'gherra' che farà sparire quei due bei seni che tu porti in giro. Eh sì Celentano: lo canto male ma è Celentano".
Si sa, la Mongolia è terra di grandi atleti: dal sumo alla lotta, dal judo al tiro con l'arco. Nel calcio le cose non vanno altrettanto bene, anche se il movimento sta crescendo, sia in termini di calciatori da "esportazione" e di club sempre più competitivi, Nazionale compresa. Gianluca Vialli ci ha voluto scherzare su, ma l'obiettivo del suo sarcasmo non era certo il calcio mongolo ma Bobo Vieri, che nei giorni scorsi ha annunciato di essere tornato in forma e di essere pronto per giocare nel campionato cinese. Vialli ha postato un video in cui annuncia la sua, ovviamente scherzosa, intenzione di riprendere a giocare proprio nel campionato della Mongolia. L'ex azzurro e campione d'Italia con la Sampdoria, oggi 52enne opinionista di Sky, comunica la sua decisione mentre si affanna in un esercizio muscolare per le braccia: "Sto continunando il lavoro per rimettermi ion forma", annuncia Vialli parodiando Vieri. " Luca is back. Pesavo 83,4 chili, ora peso 83,3 chili. Ancora 500 grammi e sono in forma. Luca is back. Vado a giocare in Mongolia". Poi, esausto, chiede all'operatore di "stoppare" il filmato.
23 luglio 2016    PRIMO PIANO
Intervista a Manook,
creatore di Yeruldelgger
È ormai diventato un caso letterario , "Yeruldelgger"romanzo thriller ambientato in Mongolia. Vedi scheda e recensione di mongolia.it Ecco l'intervista dell'Ansa all'autore, il francese Ian Manook (nella foto). "Manook, pseudonimo di Patrick Manoukian, 67 anni portati benissimo, di origine armene, che vive a Parigi e parla con scioltezza in italiano, con il suo commissario della squadra omicidi di Ulan Bator ha venduto in Francia - dove e' già uscito il secondo volume della trilogia e il prossimo ottobre verrà pubblicato il terzo - 200 mila copie e vinto in un anno 16 premi. "È stato - spiega - il più premiato nella storia dei gialli in Francia. Yeruldelgger significa 'promessa di abbondanza'" e ha proprio portato fortuna allo scrittore-viaggiatore che è stato tra i protagonisti dell'ultima edizione del Festival 'Letterature' alla Basilica di Massenzio, a Roma. "Non mi aspettavo - dice Manook - un successo cosi' grande. Il 50% credo sia dovuto all'ambientazione, alla Mongolia, il resto spero sia da attribuire al mio modo di scrivere. La storia è vicina agli intrighi dei gialli nordici, la differenza è nello stile". Le indagini di Yeruldelgger nella misteriosa e sconfinata Mongolia lo vedranno alle prese, nel bel mezzo della steppa, con i resti di una bambina seppellita con il suo triciclo, una tragedia personale, e poi con i cadaveri di tre cinesi con macabri segni di un rito sessuale. Il tutto si intreccia con poliziotti corrotti e delinquenti neonazisti. "Nel 2007 ho fatto un viaggio in Mongolia e mi è piaciuto molto il paese. La cultura sciamanica dà uno spessore diverso alla morte, alla violenza. Quando ho capito questo è diventata una delle forze principali del romanzo" dice l'autore che scrive di getto, senza un piano e senza documentarsi prima. "Se ti documenti troppo il rigurgito della documentazione viene automaticamente nella scrittura e non mi piace. Ho scritto senza fermarmi 600 pagine sottolineando in rosso alcune parole su cui volevo tornare. Questo garantisce alla scrittura più leggerezza". La Mongolia, continua, "sembra un paese eterno, indistruttibile ma è allo stesso tempo molto fragile. Potrebbe sparire in 15-20 anni economicamente, politicamente e anche fisicamente. Negli ultimi 50 anni ci sono stati terremoti fortissimi". Anche il suo commissario duro, che fa pugilato, è stato educato alla saggezza dei monaci guerrieri ha una fragilità che "è la linea - aggiunge - del secondo capitolo della trilogia, Les Temps Sauvages, uscito in Francia nel 2015 e del terzo romanzo. In entrambi l'ambientazione si spinge anche in altri luoghi, oltre alla Mongolia".
Termina in Place Vendome, nel cuore di Parigi, dopo 36 giorni di gara, l’edizione 2016 della Pechino-Parigi. Dei 104 equipaggi partiti il 12 giugno dalla Grande Muraglia, hanno concluso la maratona in 96. I primi a tagliare il traguardo sono i vincitori delle due categorie Vintageant riservata alle vetture costruite prima del 1941, e Classic, che raggruppa quelle ante 1975: Bruce and Harry Washington, padre e figlio neozelandesi su una pesantissima Chrysler 75 Roadster del 1929, e gli australiani Mark Pickering e Dave Boddy su una Datzun 240Z del 1973. Un sorpasso in classifica quello della Datzun rossa con il simbolo del canguro giallo come portafortuna sulla carrozzeria, avvenuto dopo la retrocessione in classifica, per problemi tecnici, dell’Alfa Romeo Giulia Super del 1971 di Giorgio Schön e Pierre Tonetti, in testa nella prima settimana di gara. Una Giulia che portava sulla carrozzeria anche il logo di Corriere Motori. «Le condizioni delle strade pressoché inesistenti della Mongolia hanno compromesso la gara a tanti di noi — spiega Schön —. L’ottavo giorno la nostra macchina era fuori uso: ci si sono rotti spinterogeno, puntine, distributore, e si è sfilato un tubo della pompa della benzina, praticamente annegato nel serbatoio e non recuperabile». La Giulia di Schön è stata portata fuori dai confini della Mongolia su un camion, poi trainata per 28 chilometri nella terra di nessuno da un’altra Giulia e, in Russia, su un altro camion, portata a Novosibirsk per essere finalmente riparata e da qui terminare la parte europea della gara». L’impresa di Schön (oltre a riportare le suggestione del primo reportage su un’auto dell’inviato del Corriere della Sera Luigi Barzini sulla Itala del Principe Scipione Borghese nella Pechino-Parigi del 1907), ha ripercorso e idealmente la via del Cachemire. Schön e Tonetti erano infatti anche «ambasciatori» di Loro Piana. La missione era quella di trasportare dalla Cina a Parigi una piccola balla di puro cachemire che successivamente avrebbe dovuto essere lavorata negli stabilimenti dell’azienda a Quarona. I festeggiamenti dopo l’arrivo a Parigi hanno simpaticamente compromesso in parte l’operazione: lo champagne stappato e spruzzato dall’equipaggio in Place Vendome non ha risparmiato nemmeno il prezioso bagaglio... Ma il cachemire è stato comunque consegnato nella mani dell’amministratore delegato Matthieu Brisset. Il passaggio in Mongolia è quello che gli equipaggi hanno affrontato con maggiori difficoltà. «Le buche, la terra che ti travolge la macchina in prova speciale, le notti in tenda- racconta Mattia Nocera pilota di una Chevrolet Tourer del 1930 – dieci ore di guida al giorno su strade impossibili che hanno fatto pensare a tanti di noi di non farcela». «Alla fine — ammette il suo navigatore Giacomo Foglia— la vittoria è stata arrivare al traguardo dopo più di 13.600 chilometri su una vettura così». Loro sono gli unici italiani a partecipare su un’auto anteguerra. Gli altri li ritroviamo su Alfa Romeo Giulia nella categoria Classic, con il piazzamento di Chiodi-Degli Esposti in tredicesima posizione assoluta e secondi di classe; mentre Angelo Cavalli e Gianni Gentile, ventunesimi assoluti, hanno scelto una vettura tedesca, la Bmw 518 del 1974. (estratto dall'articolo di Savina Confaloni per motori.corriere.it)
19 luglio 2016    PRIMO PIANO
In libreria "Yeruldelgger",
thriller dalla Mongolia
È in libreria "Yeruldelgger", romanzo del francese Ian Manook (Fazi Editore, 528 pagine, 16,90 euro). Subito una premessa. Questo libro è un thriller in piena regola, violento, cattivo, in alcuni punti sconvolgente ma appassionante come i classici del genere. E in più si svolge in Mongolia, altrimenti non sarebbe nello scaffale di mongolia.it. Il titolo (quasi impronunciabile), Yeruldelgger, non è altro che il nome dell'ispettore della polizia mongola che indaga su una serie di delitti spaventosi: una bimba sepolta viva nella steppa, tre cinesi evirati e sodomizzati e altri episodi efferati che il "nostro eroe" cercherà di collegare per risolvere il caso, lottando contro superiori corrotti, cinesi arroganti, gruppi di neonazisti e altri personaggi inquietanti che popolano i sotterranei di Ulaanbaatar. Ma Yeruldelgger, scontroso e geniale come il Vincent D'Onofrio della serie tv Law & Order (il riferimento è dello stesso autore), deve fare i conti anche con una situazione familiare devastante ma ha dalla sua parte alcune presenze che lo aiutano a sopravvivere e a lottare fino alla verità. Un libro di notevole spessore narrativo, da leggere d'un fiato, con il vantaggio di aprire scenari inediti sulla Mongolia di oggi in bilico fra tradizioni millenarie e una realtà sempre meno romantica ma sincera e tutta da scoprire. L'autore è il parigino Manook diventato celebre in Francia proprio per questo romanzo, tradotto dopo 3 anni di attesa anche in italiano da Fazi, nella collana Darkside. Ecco un estratto: "Yeruldelgger era svuotato, sfinito, come strizzato da quella vita da poliziotto che non riusciva più davvero a controllare. Alle sei di quel mattino venica nmandato a indagare su tre cadaveri mutilati con la taglierina nel locale degli impiegati di una fabbrica cinese alla periferia di Ulan Bator, e cinque ore dopo era nella steppa senza nemmeno capire perché fosse stato inviato laggiù. Avrebbe preferito di gran lunga rimanere in città a investigare con la sua squadra sui cadaveri dei cinesi". Vai alla sezione Libri per tutte le schede e le recensioni
18 luglio 2016    PRIMO PIANO
Ambasciata d'Italia
in Mongolia, sede e sito
Con la "benedizione" del Ministro agli Affari Esteri Paolo Gentiloni, dal luglio 2016 è operativa la nuova Ambasciata d'Italia in Mongolia. Primo storico Ambasciatore è Andrea De Felip (nella foto, insieme al Presidente della Repubblica di Mongolia Elbegdorj), diplomatico di provata capacità ed esperienza internazionale. La sede è a Ulaanbaatar, al 14° piano del CC Tower,  Jamiyan Gun Str. 9 1st khoroo, Sukhbaatar district. Inaugurato anche il nuovo sito Internet, ancora in fase di costruzione e arricchimento. Nell'immagine, la home page. Vai al sito ufficiale dell'Ambasciata italiana in Mongolia.
15 luglio 2016    PRIMO PIANO
La Mongolia festeggia
un Naadam particolare
In una Ulaanbaatar irreale per le misure di sicurezza in occasione dell'11° Asem tra Asia ed Europa, si è svolto il Naadam, l'avvenimento più importante del calendario mongola: una sorta di Olimpiadi della steppa che rievocano le gesta di Gengis Khan e celebrano la liberazione dai Cinesi. Mongolia.it pubblicherà un report della manifestazione. Per vedere l'inaugurazione del Naadam 2016 vai a questo link. Per saperne di più vai nella pagina Naadam (nella foto, di Federico Pistone, un giovane arciere del Naadam).
15 luglio 2016    PRIMO PIANO
Gentiloni inaugura
Ambasciata a Ulaanbaatar
Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni (foto) ha inaugurato l'Ambasciata d'Italia a Ulaan Bataar, in Mongolia. All'inaugurazione - informa la Farnesina - hanno preso parte anche il ministro degli Esteri della Mongolia Lundeg Purevsuren, il neo Ambasciatore d'Italia Andrea De Felip e la collettività italiana residente in Mongolia. Nel corso del suo indirizzo di saluto il Ministro Gentiloni ha sottolineato come le antichissime relazioni tra Italia e Mongolia - risalenti al XIII secolo e formalizzate nel 1970 - si siano evolute in senso estremamente positivo negli ultimi anni sia sotto il profilo politico sia sotto il profilo economico. "La Mongolia - ha affermato Gentiloni - ha delle enormi potenzialità e l'Italia è pronta a sostenerne la crescita. L'apertura della nostra Ambasciata - ha proseguito il Ministro - potra' costituire un elemento di forza per lo sviluppo di relazioni sempre piu' strette tra i due Paesi grazie all'assistenza che potrà fornire alle nostre imprese, ai nostri connazionali e ai cittadini e le aziende mongole interessate all'Italia". La Mongolia, Paese di circa tre milioni di abitanti chiuso tra Russia e Cina, ha mostrato negli ultimi anni un notevole dinamismo: è prevista una crescita del 5,9% del pil per il 2016 e i principali settori dell'economia locale, dal tessile alla sicurezza alimentare, si prestano ad una più intensa collaborazione con il sistema imprenditoriale italiano. (fonte Agi)
La notizia dell'ennesimo, plateale, attentato terroristico in Europa, a Nizza, trova i big dell'Europa (Schauble, Tusk, Mogherini, Merkel, Gentiloni) e dell'Asia (ci sono tutti, eccetto Vladimir Putin, quindi, tra gli altri, Li Keqiang, Shinzo Abe, Park Geun-hye) per l'11° Asem Summit in una Ulaan Baatar deserta, per motivi di sicurezza.  Sembra una beffa. Hanno chiesto agli abitanti della capitale mongola di andare via, in campagna, per non ostacolare il Summit. Ma il terrore ha già colpito, di nuovo, in Francia, nella notte e non si sa più come reagire di fronte a un rischio che può scoppiare ancora, ovunque, nelle forme più strane e imprevedibili. Tutto succede a dstanza sideralmente lontana ma qui a Ulan Bator si discute di come trovare un nuovo senso a questa piattaforma di dialogo tra Paesi asiatici e l'Europa, specialmente per quanto riguarda l'aspetto della crescita, dell'economia. A conclusione dei lavori, si arriverà alla dichiarazione di Ulan Bator, a vent'anni dalla nascita di questo strumento di dialogo, nel frattempo altri strumenti di dialogo e soprattutto di intervento sono nati, e si diffonderanno ancora. La Cina con l'Obor, la One Belt One Road, che guarda all'Eurasia e alle sue banche e ai suoi fondi di sviluppo. Le sinergie tra Europa e Asia, con la Cina ancora una volta protagonista, per i piani di sviluppo delle infrastrutture. È davvero tempo per l'Asem di trovare una spinta reale tra due poli così apparentemente lontani. (di Rita Fatiguso, Sole 24 Ore)
8 luglio 2016    PRIMO PIANO
Erdenebat (Popolari)
nuovo premier di Mongolia
Jargaltulga Erdenebat è il nuovo primo ministro della Mongolia. Venerdì 8 luglio il parlamento del paese ha dato l’incarico di formare al nuovo premier, 42 anni ex ministro delle finanze. Erdenebat fa parte del Partito del popolo, che ha stravinto le elezioni che si sono svolte alla fine di giugno. (fonte Internazionale). Nella foto, la piazza Gengis Khan (ex Sukhebaatar) nel centro di Ulaanbaatar. Sullo sfondo il Grande Hural, il Parlamento mongolo, presidiato dalla statua di Gengis Khan.
7 luglio 2016    SOLIDARIETA'
Il viaggio della carità
dal Piemonte alla Mongolia
Partita nel cuore della notte la prima tappa di avvicinamento a Strasburgo del progetto «Mongolia Charity Rally 2016» condiviso tra l’associazione Phigamma di Torino e i Centri di Formazione professionale dei salesiani di Bra e Fossano. Ieri le foto di rito con i sindaci Bruna Sibille (Bra) e Davide Sordella (Fossano), una parte dell’equipaggio e i giovani allievi che hanno preparato il furgone Opel Vivaro, allestendolo per il trasporto dei disabili. Poi la partenza per Strasburgo dove i cinque partecipanti,capitanati da Riccardo Garella, hanno incontrato la Commissione disabilità dell’Unione Europea per presentare il progetto. Poi il lunghissimo percorso - 14 mila chilometri - che prevede il passaggio in dieci Stati e due continenti. L’Anello d’Oro della Russia Imperiale, le grandi città carovaniere di Samarcanda e Buchara, e un angolo del Turkmenistan a buon diritto noto come la Porta dell’Inferno sono solo alcune delle tappe della lunga strada verso Ulan Bator. All’arrivo la donazione del furgone alla autorità locali e il rientro a casa dell’equipaggio in aereo. (fonte lastampa.it)
5 luglio 2016    PRIMO PIANO
Scattata in Mongolia
la foto più bella dell'anno
La foto dell'anno viene dalla Mongolia, tanto per cambiare. Il concorso Travel Photographer of the Year 2016, organizzato da National Geographic Travel è stato vinto da Anthony Lau di Hong Kong con l'immagine "Cavaliere d'inverno" (a sinistra), scattata nel gelo della Mongolia. Così l'autore descrive il suo scatto: "L'inverno nella Mongolia interna è duro e impietoso. A temperature che possono raggiungere i 30 gradi sotto zero, con un vento carico di neve che soffia costantemente da tutte le direzioni, è stato difficile per me trovare la forza di uscire dalla macchina e scattare fotografie. Ho visto gli allevatori di cavalli avanzava verso di me nella foschia mattutina". Lau si aggiudica così il primo premio che consiste, oltre a una visibilità internazionale, anche in un safari fotografico di sette giorni a "caccia" di orsi polari a Churchill, in Canada. Vai alla pagina del National Geographico con tutte le foto del concorso.
5 luglio 2016    PRIMO PIANO
Cucinelli: "Salutiamo
la fiera Mongolia"
Solomeo è un borgo medievale, in provincia di Perugia. Nemmeno cinquecento abitanti ma un fascino straordinario, grazie alla passione di uno dei marchi tessili più prestigiosi in Italia e nel mondo, quello di Cucinelli che realizza i suoi straordinari capi grazie al miglior cashmere disponibile, quello che proviene dalla Mongolia. Non è solo un fatto commerciale, ma un amore vero quello che lega Brunello e Federica Cucinelli al Paese asiatico: “Salutiamo la Mongolia - ha detto Brunello - terra eterna, dove lo sconfinato Cielo azzurro fu padre di tutti gli dèi, dove mitici animali furono all’origine di stirpi nobili, dove le praterie, verdi come lo smeraldo, ondeggiano come il mare e i boschi nascondono fiumi di acciaio. Mongolia, madre di uomini che mille anni fa si diffusero in ogni parte del mondo, uomini con gli occhi sognanti oltre l’infinito, uomini che oggi guardano al futuro fieri della loro grande storia”. Con questo spirito nei giorni scorsi il Teatro Cucinelli di Solomeo ha ospitato un entusiasmante Festival internazionale di musica, culminato con il concerto dell'Ensemble mongolo di Ulaanbaatar: tutto il fascino dei suoni e dell'arte della Mongolia che ha incantato gli spettatori restituendo una magia senza tempo. È stata anche l'occasione per vedere insieme personaggi di spicco, come si vede nella foto: insieme agli artisti mongoli, da sinistra il Console onorario Piero Bardazzi, l'Ambasciatore mongolo in Italia Shijeekhuu Odonbaatar, Brunello e Federica Cucinelli.
Stefano Vecchia, orientalista e corrispondente per Avvenire in Asia, racconta per Mondo e Missione la situazione della Mongolia dopo le elezioni presidenziali."Il recente voto in Mongolia, con la vittoria netta dell’opposizione, apre potenzialmente una pagina del tutto nuova nella tormentata storia politica del grande ma sottopopolato Paese dell’Asia centrale. Non a caso, si pone anche in una contingenza nuova, con una economia fino in anni recenti arrembante ma limitata alla solo disponibilità di risorse minerarie ora in netto arretramento e istanze che sono insieme di crescita, liberalizzazione e di tutela davanti alla pressioni di vicini potenti e storicamente dominanti. Paradossalmente, le necessità di rinnovamento sono affidate a un partito, quello del Popolo mongolo, di ideologia sovietica, che per decenni ha guidato il Paese prima della transizione alla democrazia nel 1990. Mercoledì scorso il Ppm ha ottenuto 65 dei 76 seggi nel parlamento monocamerale, il Grand Khural. Il rivale maggiore, il Partito Democratico, che nel precedente Parlamento aveva 38 seggi, ne ha avuti solo nove. Una disfatta, accentuata dalla mancata rielezione nella massima assise legislativa, dell’ex premier Chimed Saikhanbileg, alla guida di un governo in carica dal 2011 che aveva vinto basando la sua campagna su una ridistribuzione della ricchezza in un tempo di crescita del 17,5 per cento. Crisi globale e condizioni interne hanno portato la Mongolia a un tasso di crescita previsto per l’anno dello 0,4 per cento e un debito pubblico che appare fuori controllo. Questo ha incentivato un’affluenza record alle urne del 72,1 per cento degli aventi diritto fra i tre milioni di abitanti e la svolta che non potrà non avere effetto anche sulle presidenziali del prossimo anno. L’attuale capo dello Stato, Tsakhia Elbegdorj, tecnocrate educato a Harvard, è infatti membro del Partito democratico e ora al secondo mandato, ultimo secondo le attuali leggi. Al partito va accreditato di avere garantito l’indipendenza formale della Mongolia tra Repubblica popolare cinese e Unione sovietica, sebbene in simbiosi economica pressoché assoluta con Mosca, e di avere traghettato il paese verso una economia di mercato nei drammatici mesi successivi alla caduta del regime sovietico senza cedere alle pressioni e alle lusinghe di Pechino che sul Paese allunga rivendicazioni di controllo storico. Molti gli ostacoli sul cammino dei nuovi governanti del Paese, vasto cinque volte l’Italia, con una urbanizzazione in crescita, notevoli cambiamenti negli stili di vita e finora con uno sviluppo basato sullo sfruttamento delle sue immense risorse naturali. Una crescita che tuttavia è stata segnata da fratture diffuse nella società dove corruzione, ineguaglianze e inflazione minacciano convivenza e legalità. La necessità di una maggiore integrazione con le economie regionali, a partire da Cina e Russia, senza rinunciare al principio di equidistanza e di maggiori rapporti con le economie globali, è oggi centrale e sempre più lo sarà. L’isolamento aperto alla cooperazione, infatti, potrebbe non essere più in grado di garantire al Paese i vantaggi finora goduti ma pagati anche con degrado ambientale e sociale".
30 giugno 2016    PRIMO PIANO
Elbegdorj confermato
Presidente della Repubblica
Il presidente uscente della Mongolia, Tsakhia Elbegdorj (foto), è stato rieletto per un secondo mandato, al termine degli scrutini delle elezioni presidenziali. Lo ha annunciato la Commissione elettorale nazionale, precisando che il risultato va ancora convalidato. Elbegdorj, in campagna elettorale, ha annunciato di voler proseguire nella sua politica liberale e di apertura ai capitali stranieri, che ha già fatto registrare un tasso di crescita del 17,5% nel 2011 e del 12,3% lo scorso anno (fonte Ansa). Resta comunque la sconfitta del suo partito, e l'avanzata massiccia dell'opposizione, rappresentata dal Partito Popolare Mongolo.
Le pagine della Cultura del Corriere della Sera hanno aperto l'edizione del 29 giugno con un ampio articolo di Roberto Iasoni dedicato alla Mongolia e al libro "Yeruldelgger" (Fazi editore), il romanzo-rivelazione di Ian Manook e il suo poliziotto. "Fornito di un nome impronunciabile (Yeruldelgger Khaltar Guichyguinnkhen), per la relativa comodità del lettore abbreviato in Yeruldelgger, il protagonista eponimo del romanzo di Ian Manook (traduzione di Maurizio Ferrara) è un investigatore della squadra omicidi di Ulan Bator. Il suo ufficio si trova nell’edificio post-sovietico (dal 1924 al 1990 la Mongolia è stata una repubblica comunista, sotto la dominazione sovietica) del Dipartimento di pubblica sicurezza. Ha mani possenti, una schiena poderosa e una grande ombra, ma la sua anima ardente di mongolo nato nella ventosa pienezza della steppa e cresciuto nell’insegnamento dei monaci buddhisti è soffocata dalla cenere della collera, esplosa dopo il rapimento e l’uccisione della figlioletta. Una tragedia che come una valanga gli ha portato via anche la moglie, impazzita, e la figlia maggiore, che lo incolpa della fine della sorellina. Poliziotto astioso e violento, irrispettoso delle gerarchie, è un relitto umano che si porta dentro la sua condizione di sopravvissuto come una malattia terminale. La forza magnetica del romanzo — noir in un’accezione tutta sua, così densa di vita da poter accostare senza perdere credibilità, sulla stessa pagina, l’orrore più crudo e stomachevole alle più delicate immagini della natura selvaggia — sprigiona in gran parte da questa inedita figura di funzionario". Presto la recensione nella sezione libri di mongolia.it
27 giugno 2016    PRIMO PIANO
La Mongolia elegge
il nuovo parlamento
Elezioni legislative in Mongolia. Il 29 giugno i cittadini della Mongolia voteranno per eleggere il nuovo parlamento, il Grande Hural di Stato, per la settima volta da quando nel paese si sono tenute le prime elezioni democratiche, nel 1992. Negli ultimi anni, anche se consultazioni sono state sempre libere, l’affluenza è calata dal 95,6 per cento del 1992 al 67,3 per cento del 2012. In ballo, tra le altre cose, c’è una riforma dell’intero sistema elettorale. (fonte internazionale.it)
26 giugno 2016    PRIMO PIANO
Elezioni presidenziali,
l'analisi di Limes
In questi giorni la Mongolia è chiamata alle urne per le elezioni presidenziali. Limes ha pubblicato un lungo e illuminante articolo di Alex Franquelli su questo argomento. Eccone una sintesi."Quel lembo di poco più di un milione e mezzo di metri quadrati lasciato a ricordo di un’era di conquiste è di nuovo a un bivio. In Mongolia, anche se le elezioni presidenziali potrebbero non determinare cambiamenti sostanziali sul fronte interno, sarà interessante valutare quali sviluppi la scelta del quinto presidente della giovane democrazia potrà avere sulla scena politica internazionale. Sulla carta, molta. Il presidente uscente Tsakhiagiin Elbegdorj (Partito democratico), Badmaanyambuugiin Bat-Erdene (Partito popolare mongolo) e Natsag Udval (Partito popolare rivoluzionario mongolo) sono i candidati a una presidenza che nella sua storia ventennale ha visto i maggiori partiti alternarsi al vertice delle istituzioni senza determinare sostanziali cambiamenti di rotta in politica estera. Se da un lato, infatti, la transizione a un regime stabilmente democratico è passata attraverso gli scandali legati alla concessione delle licenze minerarie alle multinazionali nel sud del paese, dall’altro il processo di democratizzazione è proseguito spedito verso il raggiungimento di uno status di eccellenza che costituisce un modello per l’intera regione. Vent’anni dopo le prime elezioni presidenziali, la Mongolia è un crocevia d’interessi, soprattutto legati allo sfruttamento delle proprie risorse minerarie, che le sono valse il titolo di “economia col più alto tasso di crescita al mondo” ma che hanno pure acuito gli squilibri sociali esistenti già negli anni del regime autoritario filosovietico guidato dall’ancora esistente Partito popolare mongolo. In politica estera, la presidenza di Elbegdorj, pur tra alti e bassi, ha tentato con un certo successo di coltivare un rapporto paritario con i propri, più potenti interlocutori. Le relazioni con l’Occidente si sono intensificate: la Mongolia è diventata il 57esimo membro dell’Ocse e continua a operare con vari incarichi di peacekeeping nel Sudan del Sud e in Afghanistan a fianco dei contingenti americani e tedeschi. La Third neighbor policy, ovvero la ricerca di relazioni internazionali che guardino oltre gli angusti confini condivisi con Russia e Cina, è rimasta dunque al centro della dottrina politica della Mongolia post-1989. Ma quanto potrà durare l’avanzata diplomatica mongola prima di entrare in conflitto con gli interessi dei due vicini? La risposta che molti, incluso Elbegdorj, sembrano dare a questa domanda è un riflesso condizionato dell’innegabile successo del paradigma mongolo sia sul piano domestico sia su quello internazionale. Ripetere gli errori di repubbliche dell’Asia centrale come il Tajikistan, il Kyrgyzstan e l’Uzbekistan, scivolate di nuovo in un contesto autoritario, sarebbe stato facile in un paese con poco più di 2 milioni e mezzo di abitanti e una storia recente di totale asservimento ai diktat di Mosca. A Ulan Bator sono ottimisti e c’è da giurare che lo siano anche gli investitori stranieri che ogni anno accrescono il già affollato distretto finanziario attorno a piazza Sükhbaatar (...) La sensazione è dunque quella dell’inizio di una nuova fase della storia della Mongolia, volta alla ricerca di un ruolo più importante sul piano internazionale che manca ormai da quasi 8 secoli. Non a caso, infatti, l’impero mongolo, pur facendo della violenza e della razzia la chiave del suo successo, nutriva un rispetto quasi sacro per la diplomazia. La scelta del prossimo presidente, dunque, rappresenta un’incognita soprattutto per ciò che riguarda il ruolo che Ulan Bator intende avere sul piano internazionale. Bat-Erdene (un lottatore molto popolare in patria) e Natsag Udval (attuale ministro della Sanità e accanita sostenitrice dell’ex presidente Enkhbayar, arrestato per corruzione) sapranno garantire autorevolezza in un momento così delicato? La nuova Mongolia nascerà al di fuori dei suoi confini e, per una volta, lontano da Pechino e Mosca. Almeno fino a quando la lasceranno fare". Nella cartina di Laura Canali, le invasioni mongole della storia.
26 giugno 2016    PRIMO PIANO
Magione incontra
il nuovo ambasciatore
Da qualche giorno l'Italia ha un suo ambasciatore in Mongolia. Si tratta di Andrea De Felip che, ancor prima di partire per ricoprire l'importante incarico ad Ulaanbaatar, ha accettato di buon grado un'idea proposta da Magione. Intitolare una sala della sede diplomatica, in corso di allestimento, a Giovanni da Pian di Carpine: il celebre frate francescano che nel 1246, primo europeo e prima ancora di Marco Polo, raggiunse le lontane terre di Gengis Khaan, come ambasciatore di papa Innocenzo IV. L'ipotesi di stabilire uno stretto legame storico-culturale fra l'antico e il nuovo gesto diplomatico è nata  su suggerimento del Comitato per la valorizzazione della figura di Giovanni da Pian di Carpine che ha deciso di regalare ad Andrea De Felip, appena designato al Ministero degli esteri, una tela che riproduce lo storico incontro di 770 anni fa, raffigurato nel celebre affresco di Gerardo Dottori nella sala del Consiglio comunale di Magione. "Solo un mese fa", spiega Umberto Mannocchi, "siamo andati a Roma con una delegazione del Comitato, della quale facevano parte anche il vicepresidente della Pro Magione Luigi Bufoli e Giampietro Chiodini. Lo scopo ovviamente non era solo di donare copia dell'affresco, ma di complimentarsi con lui, a nome di tutta la comunità di Magione, e soprattutto di metterlo al corrente delle tante iniziative culturali condotte a termine o ancora in cantiere con la lontana Mongolia: tutte organizzate in stretto rapporto con il Comune di Magione, con l'Università  per stranieri di Perugia, con Adisu, con la Regione Umbria e tutte finalizzate a far conoscere il magionese più celebre. Nell'occasione, anche a nome dell'amministrazione comunale, l'ambasciatore è stato invitato a visitare Magione, l'antica Pian di Carpine. Sono stati anche consegnati all'ambasciatore, che ha molto gradito, un "frasario italiano-mongolo" di Soyombo, dono di Giancarlo Ventura e un libro fotografico "In Mongolia - Viaggio in un paese nella bufera della modernità", dono dell'autore Alvaro Masseini componente del nostro Comitato. (fonte Corriere dell’Umbria) Nella foto, alla Farnesina: da sinistra, Giampietro Chiodini, Umberto Mannocchi, Andre De Felip e Luigi Bufoli.
23 giugno 2016    PRIMO PIANO
Associm, intervista
al nuovo Ambasciatore
Dopo aver ricoperto numerosi incarichi nella diplomazia bilaterale presso le Ambasciate di Israele e Singapore e presso gli uffici del Ministero degli Esteri, e in seguito all’istituzione dell’Ambasciata d’Italia a Ulaanbaatar nel dicembre 2015, S.E. Andrea De Felip (nella foto con l'Ambasciatore di Mongolia a Roma S.E. Shijeekhuu Odonbaatar, al centro, e col Presidente della Camera di Commercio Italo-Mongola Michele De Gasperis, a destra) è stato nominato nuovo Ambasciatore d’Italia a Ulaanbaatar. A seguito della cerimonia di presentazione della lettere credenziali al Presidente della Mongolia Tsakhiagiin Elbegdorj del 17 giugno, la Camera di Commercio Italo-Mongola ha intervistato il nuovo Ambasciatore.Ambasciatore De Felip, sono passati 46 anni dall’avvio delle relazioni diplomatiche tra Italia e Mongolia, e mai come ora Italia e Mongolia hanno avuto rapporti diplomatici così stretti: la visita del Sindaco di Ulaanbaatar Bat-Uul a Roma e del Ministro degli Esteri Purevsuren a Expo, quella del Presidente del Senato Grasso in Mongolia e quella in Italia del Ministro della Difesa Tsolmon; e, soprattutto, l’annuncio dell’istituzione dell’Ambasciata italiana a Ulaanbaatar. Come valuta lo stato di salute dei rapporti italo-mongoli e la loro importanza nello scacchiere politico ed economico dell’Asia? In quali ambiti bisogna approfondire e rafforzare gli interessi comuni?L’Italia ha sempre seguito con attenzione e con grande simpatia, sin da suoi primi passi, il cammino della giovane democrazia mongola. Un cammino non facile, in un contesto regionale complesso quale quello dell’Asia nord-orientale. La decisione di aprire l’Ambasciata a Ulaanbaatar testimonia proprio il nostro desiderio di imprimere nuovo slancio ai rapporti italo-mongoli che sono già molto positivi, come evidenziato dallo scambio di visite al più alto livello da lei stesso ricordato. Vi è certamente un potenziale notevole ancora inespresso che intendiamo realizzare al meglio delle nostre capacità.Parliamo di impresa: oggi l’imprenditoria italiana guarda sempre più all’Oriente, a mercati ormai consolidati come quello cinese e a quelli emergenti come, appunto, la Mongolia. Cosa può dare oggi l’Italia alla Mongolia e cosa la Mongolia all’Italia? Considerate le peculiarità e le possibili sinergie tra i due paesi, quale futuro immagina per i rapporti commerciali e industriali fra Italia e Mongolia?Il baricentro dell’economia mondiale si è spostato in Asia. E’ un fatto ineluttabile, con cui non soltanto noi istituzioni ma soprattutto la nostra imprenditoria, spesso giocando di anticipo sulle stesse istituzioni, ci stiamo confrontando, al fine di coglierne le sfide e le straordinarie opportunità. La Mongolia, da canto suo, sta perseguendo con determinazione un disegno di diversificazione della sua economia, che ancora oggi è in gran parte dipendente dal settore minerario. Vi sono, infatti, settori dell’economia del paese con un eccezionale potenziale, oltre a quello minerario, ancora da realizzare pienamente. E penso ad esempio al tessile-conciario, al settore agroalimentare, alle infrastrutture di trasporto, all’edilizia abitativa e all’energia pulita, per citare i principali. Sono settori che presentano un’occasione straordinaria per l’esportazione delle nostre eccellenze produttive e del nostro know-how. Gli amici mongoli conoscono e apprezzano la nostra tecnologia in questi settori, proprio nella prospettiva di salire nella catena del valore delle loro produzioni.Il turismo e la cultura rappresentano altri settori in cui possono essere avviate collaborazioni importanti tra Italia e Mongolia, due realtà geograficamente distanti ma entrambe ricchissime di storia e analogie. Che ruolo giocherà per l’Ambasciata la cultura e la promozione culturale?Un ruolo molto importante. Le nostre tradizioni culturali, la nostra lingua e le nostre città d’arte costituiscono la nostra risorsa naturale più importante, e la valorizzazione di questa risorsa straordinaria, che ci invidia tutto il mondo, va di pari passo con la promozione economico-commerciale in senso stretto, integrandola e completandola. Non a caso, all’interno del Ministero degli Esteri italiano le due attività promozionali – quella commerciale e quella culturale – cadono sotto il cappello della stessa direzione generale, ovvero la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese. E lei dice molto bene: le nostre due civiltà sono entrambe ricchissime di storia e di analogie. E anche di straordinari momenti di contatto e di dialogo: fu infatti un italiano, il francescano Giovanni da Pian del Carpine, il primo inviato diplomatico europeo a essere ammesso alla corte del Gran Khan dell’impero mongolo nel lontano 1246, al termine di uno straordinario viaggio fatto praticamente a piedi dall’Italia fino all’antica capitale della Mongolia. Il resoconto della sua missione è un documento di valore storico eccezionale, il più antico resoconto europeo su storia, usi e costumi dei mongoli. I mongoli amano la nostra cultura, amano la nostra lingua e la nostra musica – in particolare la tradizione operistica italiana, ed è su queste basi che intendo costruire un ricco dialogo nella promozione culturale reciproca.Per finire: cosa si augura per il suo mandato? Ci sono dei temi in particolare su cui insisterà la sua attività?La mia priorità sarà sicuramente concentrarmi sullo sviluppo delle relazioni economiche-commerciali. L’obiettivo della crescita del paese è per noi prioritario e passa, ovviamente, attraverso il fondamentale strumento del potenziamento delle nostre esportazioni. Nel perseguire ciò, conto di poter far leva su quelle complementarietà dei rispettivi sistemi produttivi industriali di cui parlavo prima, alla ricerca di quelle partnership che gli stessi mongoli chiamano spesso e con insistenza le partnership “win-win”, ovvero vantaggiose per entrambi i paesi per i motivi descritti poc’anzi. Ovviamente il dialogo politico tra Italia e Mongolia è di fondamentale importanza: la democrazia mongola condivide molti dei valori della nostra democrazia, in primis la salvaguardia dei diritti umani. Basti pensare ai progressi che hanno fatto nel percorso per l’abolizione della pena di morte, che ha permesso di recente alla Mongolia di accreditarsi a pieno titolo come paese abolizionista. Ma guardiamo con grande interesse anche al ruolo internazionale geopolitico di assoluto rispetto che la Mongolia si è costruita, e in particolar modo alla nuova capacità operativa delle sue forze di difesa, che le ha rese capaci di partecipare sempre più a operazioni di peace-keeping e di supporto alla pace internazionale, un altro settore con il quale ci interessa molto dialogare con gli amici mongoli. 
22 giugno 2016    PRIMO PIANO
Nomads, tre documentari
in realtà virtuale
Arrivano i primi documentari in realtà virtuale.Dopo i tentativi del New York Times con Cloud over Sidra e altri esempi di reportage giornalistici visibili a 360°, ora il documentario VR diventa seriale. È il caso di Nomads, che ci porta dentro le vite delle popolazioni itineranti del mondo. Realizzato da Félix Lajeunesse e Paul Raphaël, titolari dei Felix and Paul Studios, precedentemente noti per altri due lavori documentaristici comeInside the Box of Kurios (vincitore di un Emmy Award) e Inside Impact: East Africa, Nomads è stato appena lanciato e si può vedere con un'apposita app da scaricare. Lejeunesse e Raphaël hanno girato Mongolia, Kenya e i mari del Borneocon le loro videocamere per riprese a 360°, con l'obiettivo di catturare le popolazioni più sfuggenti del pianeta. Ne è uscita una serie in 3 documentari: Herders, Maasai e Sea Gypsies che raccontano appunto la vita di questi gruppi nomadi facendoci entrare nelle loro tende, nelle yurte e nelle barche. I lavori sono stati presentati all'ultimo Sundance Film Festival e ora sono disponibili per Samsung Gear VR; a breve si potranno anche vedere con il visore Oculus Rift, in risoluzione 6K. Nomads si muove tra i panorami della Rift Valley attraversati dai Maasai, la steppa mongola dove scorrazzano i clan Herders e l'oceano del sud est asiatico in cui navigano perennemente senza fissa dimora i Bajau,mostrandoci il loro punto di vista e cercando di trasmettere le loro sensazioni. La app contiene anche extra sulle modalità di lavoro dei reportage, che spiegano come un'operazione del genere spinga in avanti i confini dell'informazione e contribuisca a mostrare le potenzialità della realtà virtuale in chiave informativa.(fonte quotidiani.net). Entra in una gher mongola nella realtà virtuale. 
16 giugno 2016    PRIMO PIANO
Andrea De Felip nuovo
ambasciatore a Ulaanbaatar
La Farnesina rende noto che, a seguito del gradimento del governo interessato, Andrea De Felip (terzo da sinistra nella foto) è stato nominato nuovo ambasciatore d'Italia a Ulaanbaatar, come recentemente deliberato dal Consiglio dei ministri. Lo riferisce una nota della Farnesina.De Felip è nato a Milano nel 1970; laureato in scienze politiche presso l’università di Torino, entra in carriera diplomatica nel 2000, iniziando il suo percorso professionale alla Farnesina presso la Direzione generale per i paesi Asia, Oceania, Pacifico e Antartide. Nel 2001 è assegnato alla Direzione generale Affari politici multilaterali e diritti umani. Nel 2004 è primo segretario all’ambasciata d’Italia in Israele e, nel 2008, assume servizio all’ambasciata d’Italia a Singapore come primo segretario commerciale. Di rientro a Roma nel 2013, è assegnato alla Direzione generale per la Mondializzazione e le questioni globali. (fonte Agenzia Nova)
10 giugno 2016    PRIMO PIANO
Corriere: La Mongolia
sarà una star del turismo
La Mongolia sarà una delle mete turistiche più gettonate del futuro (conviene quindi andarci prima che diventi un must!): lo rivela il Corriere della Sera del 10 giugno nella pagina dei Viaggi. Il giornalista Fabrizio Guglielmini analizza quelle che potranno essere le destinazioni preferite, tenendo conto della sicurezza, delle bellezze, dell'ambiente e di altri aspetti secondo le valutazioni dall'Organizzazione Mondiale del turismo, agenzia delle Nazioni Unite. "La Mongolia - si legge sul Corriere - (meta per pochi ancora alla fine degli anni '90) sarà una star del turismo in Asia orientale". Altri Paesi citati: Namibia, Cina, Montenegro, Zambia, Angola e Cina. Conclusione: è il momento giusto per partire per la straordinaria Mongolia. (foto di Federico Pistone)
9 giugno 2016    PRIMO PIANO
Nuova area protetta
per i leopardi delle nevi
Oltre 8mila chilometri quadrati di habitat naturale che il Parlamento della Mongolia ha deciso di far diventare Parco Nazionale, rendendo i Monti Tost un corridoio tutelato tra le aree già protette del Gran Gobi e del Parco Nazionale di Gobi Gurvan Saikhan. Un vero e proprio salvavita per i 20 leopardi delle nevi censiti nella zona negli ultimi cinque anni, che da oggi dovranno avere a che fare solo con le attività agropastorali tradizionali: dopo 4 anni di battaglie, è stata vietata in quella zona l’estrazione mineraria, la costruzione e la caccia. L'annuncio arriva dal Parco Natura Viva di Bussolengo, durante la presentazione della giornata del 15 giugno, dedicata alla raccolta fondi per il Leopardo delle Nevi in collaborazione con il 4° Reggimento 'Ranger' Alpini Paracadutisti dell’Esercito Italiano, specializzato in operazioni d’alta quota. "E’ un successo di molti attori del mondo della conservazione internazionale ma che porta anche la firma dell’Italia, grazie al sostegno che da anni offriamo allo Snow Leopard Trust, la Fondazione che opera in Asia e che ha reso possibile tutto questo", spiega Caterina Spiezio, responsabile Ricerca e Conservazione del Parco Natura Viva di Bussolengo. "Il paesaggio che deriverà dalla continuità di questi ambienti naturali costituirà una delle più grandi zone tutelate al mondo per i leopardi delle nevi, che oggi resistono sugli altipiani dell’Asia centrale con 4.000 esemplari sull’orlo dell’estinzione. Ma il lavoro non è finito qui - continua - ora, secondo la legge mongola, dovrà insediarsi un gruppo di lavoro governativo che trovi una soluzione alternativa alle 12 licenze di esplorazione mineraria e ai 2 siti di estrazione attualmente attivi in quella zona". In cima alla lista delle minacce per i leopardi delle nevi c’è ancora ilbracconaggio, che alimenta il mercato degli animali da compagnia, della vendita della pelliccia e delle ossa, la cui polvere viene tuttora usata nella medicina tradizionale asiatica. Ancora. L’aumento degli allevamenti agropastorali diminuisce le prede disponibili e aumenta il conflitto con l’uomo, mentre le estrazioni minerarie distruggono l’ambiente, costringendo gli esemplari a cercare nuove aree. Proprio i leopardi delle nevi, insieme agli Alpini Paracadutisti 'Ranger' del 4° Reggimento dell’Esercito Italiano di stanza a Verona, saranno i protagonisti il prossimo 15 giugno dell'evento al Parco Natura Viva di Bussolengo 'Diventa una forza della natura!', un’intera giornata alla scoperta delle abilità innate degli animali e dell’uomo che deve emularli per cavarsela negli ambienti naturali più difficili. Due i momenti importanti: una mostra per scoprire le capacità di sopravvivenza degli animali e le strumentazioni speciali di cui deve dotarsi l’uomo; un orienteering per i ragazzi dai 6 ai 18 anni tra i sentieri del Parco, per mettere alla prova le proprie abilità. (fonte adnkronos)
5 giugno 2016    PRIMO PIANO
Kerry al Naadam:
Mongolia grande esempio
«La Mongolia è un grande esempio». Parola di John Kerry, segretario di Stato degli Usa in visita nel Paese asiatico e ospite del ministro degli Esteri mongolo Lundeg Purevsuren in vista del festival del Naadam, la celebrazione nazionale più importante della Mongolia. «Avete la Cina da una parte e la Russia dall’altra che esercitano forti pressioni, e qui ci siete voi in questa oasi di democrazia che lottate per la vostra identità», ha detto Kerry, il quale ha sottolineato quanto l’amministrazione Obama abbia cercato di coltivare la Mongolia come partner strategico, situato tra due stati rivali degli Usa sempre più assertivi. Nella foto Afp, Kerry si cimenta nel tiro con l'arco con alcuni 
21 maggio 2016    PRIMO PIANO
Rai, via ad accordo
con televisione mongola
"Il Direttore Generale della Rai Antonio Campo Dall'Orto (nella foto) e la direttrice generale della Mongolian National Public Radio and Television, Oyundai Tsagaan, hanno firmato un Protocollo di cooperazione fra i due organismi radiotelevisivi", come viene diffuso in una nota dalla Rai. Dalla tv pubblica di Stato spiegano in conclusione: "L'accordo attesta il reciproco interesse a sviluppare scambi di programmi, coproduzioni, iniziative di formazione e di promozione dei due Paesi. La firma, alla presenza dell'ambasciatore della Mongolia inItalia, Shijeekhuu Odonbaatar, segue la recente decisione del Governo italiano di aprire prossimamente ad Ulan Bator una sede di rappresentanza. La Rai intende con questa nuova partnership, che segue il recente accordo con China Radio International, rafforzare i propri legami con il continente asiatico".
Visita ufficiale in Mongolia per il presidente del Senato Pietro Grasso (foto), accompagnato da Marina Sereni, vicepresidente della Camera. La visita ufficiale di Grasso avviene in occasione del "IX Meeting del partenariato parlamentare Asia-Europa", che si svolgerà a Ulan Bator. Il presidente Grasso ha incontrato il Presidente del Parlamento, Zandaakhuu Enkhbold, il Ministro degli esteri, L. Purevsuren, e assistera' dalla tribuna alla sessione plenaria del Parlamento. Successivamente è previsto il colloquio con il Presidente della Repubblica, Tsakhia Elbegdorj. Scopo della visita di Pietro Grasso e Marina Sereni è rafforzare le relazioni politiche, economiche e culturali tra governi e fare altrettanto con i parlamenti. Dal 1996 l'Asem (Asia-Europe Meeting) e il suo fronte parlamentare Asep (Asia-Europe Parliamentary Partnership) lavorano in questa direzione e, ad anni alterni, scambiano informazioni ed esperienze e si confrontano sulle sfide globali. "La nona edizione dell'incontro Asep si tiene in questi giorni in Mongolia mentre nel 2014 fu l'Italia, e in particolare la Camera dei deputati, ad ospitare questo importante appuntamento in coincidenza con il semestre di Presidenza italiana dell'UE" ricorda la vicepresidente Sereni. Ai tre pilastri principali - dialogo politico e della sicurezza, cooperazione economica e finanziaria, scambio culturale e sociale - quest'anno si è aggiunto il tema della "connettività e delle infrastrutture" per facilitare gli scambi e la mobilità di persone e cose. "Non è difficile capire come, in un momento segnato da guerre, flussi migratori massicci, terrorismo, il confronto in sede Asem tra 51 governi (più la Commissione Europea e il Segretariato Asean, Association of Southeast Asian Nations) e in sede ASEP di 52 parlamenti (quelli nazionali più il Parlamento europeo) dell'Europa e dell'Asia possa essere un'occasione particolarmente significativa per promuovere politiche di sicurezza, di pace, di collaborazione e crescita economica" ha concluso Marina Sereni. (fonte agi.it)
20 aprile 2016    PRIMO PIANO
Libertà di stampa: Mongolia
molto meglio dell'Italia
La Mongolia si conferma migliore dell'Italia nella classifica sulla libertà di stampa secondo l'organizzazione Reporter senza frontiere che stila ogni anno una graduatoria tenendo conto di diverse variabili. Nel 2015 l'Italia perde altre 4 posizioni e precipita al 77° posto al mondo. La Mongolia è 60esima ed è il secondo migliore Paese asiatico, dietro solo Taiwan (51°), subito dietro la Serbia e davanti alle Mauritius. Al comando 4 stati europei: Finlandia, Olanda, Norvegia e Danimarca, quinta la Nuova Zelanda e sesta Cosat Rica. La Mongolia è piazzata meglio anche di Croazia (63), Corea del Sud (70), Giappone (72), Grecia (89), India (133), Turchia (151) e Cina, al 176° posto, quindi fra gli ultimissimi del pianeta. Nell'immagine, la mappa della libertà di stampa tracciata da Reporter senza frontiere.
«Vado in moto in Mongolia per dare una speranza a tutti i “tumorati di Dio”». Possono sembrare parole irriverenti o quanto meno sfrontate, ma pronunciate da un malato di cancro che si è tatuato la data di scadenza sulla mano possono aprire un’interessante riflessione. Giovanni Parolo (foto), 57 anni di Besnate in provincia di Varese, è un appassionato di viaggi, che dopo una vita trascorsa tra sacrifici e lavoro, nel dicembre 2013 ha iniziato un lungo e pesante calvario. I medici gli diagnosticano un tumore in stato avanzato ad un testicolo: «Da lì è cominciato uncalvario fatto di visite, chemioterapie, degenze in ospedale, errori medici, la rimozione del testicolo aggredito dal tumore – spiega Parolo –. Una vocina dentro mi diceva di lasciar perdere, di vivere la mia vita senza intorno dottori e medicine». Giovanni non è credente e lontano dalla religione cattolica. Ma decide, sollecitato dalla moglie, di tentare un’esperienza nuova, diversa. Concordano un viaggio a Santiago de Compostela. «Bè, quando sono tornato, stavo bene. Ero felice, rinato (...)». Nel 2015, il 1 marzo, Parolo ha fatto un’altra visita da un medico a Roma: «Mi ha dato 6 mesi di vita, così mi sono tatuato la data di scadenza sulla mano: 1 settembre 2015». Ma Giovanni è ancora qui. «Ora sto bene, vivo la mia vita, sono sereno». E vuole offrire una speranza a chi soffre come lui, a chi vive la sua stessa situazione, a quelli che definisce i «tumorati di Dio», dicendo loro che il cancro «non si combatte solo con la chemioterapia, forse è una cosa spirituale». La voglia di lottare serenamente, restando in pace con se stesso, lo ha portato ad una nuova sfida intrisa di «speranza». «Vado in Mongolia in moto, con la Yamaha 300 – ha detto a Varese News – con i sistemi che ci sono oggi, telefonini e tecnologia varia non è un viaggio troppo temerario. Volevo partire da solo, ma forse viene con me il mio amico Florio. Non ho detto nulla ai miei (è sposato e ha tre figli, il più piccolo quasi diciottenne, ndr) – spiega – credo che lo sappiano, ma fanno finta di non saperlo. Lo faccio perchè ho voglia di sentirmi me stesso, di riscoprire la solitudine, lontano dallo stress, dalle corse, dalla vita frenetica». In Mongolia, dice Giovanni, «ci sono spazi immensi, tempi dilatati, si vedono le stelle in cielo. Partiremo a inizio giugno e passeremo attraverso la Russia, vedremo posti magnifici (il lago Bajkal su tutti), senza fretta, incontrando persone. Abbiamo programmato di metterci due mesi e mezzo per andare e tornare: da Besnate a Ulan Bator ci sono circa 10 mila chilometri. Mi porto dietro 1000 euro: voglio farcela con quelli, senza spendere di più, facendo una vita col minimo indispensabile. Mi porto dietro qualche ferro per riparare la moto, un fornelletto, la tenda, un po’ di attrezzature. Per me e per tutti i “tumorati di Dio”». (fonte Varese nes e Aleteia.org)
13 aprile 2016    SPORT
Ratto, primo calciatore
italiano in Mongolia
Si scaldano i motori dell’edizione 2016 della Khurkhree National Premier League, il campionato mongolo, che seguiremo come ormai avviene da cinque anni (qui le edizioni precedenti 2011, 2012,2013, 2014, 2015). Ma oltre alla curiosità che ci porta a sondare mondi calcistici così lontani, quest’anno avremo un motivo di interesse in più, visto che è stato ufficializzato il passaggio del portiere italiano Giacomo Ratto (nella foto) alla neofondata squadra dell’Ulaanbaatar City FC. Per la prima volta un calciatore italiano calcherà i campi del campionato del paese est-asiatico. L’Ulaanbaatar City FC, fondato nel 2015 e al suo primo campionato (è una delle tre squadre esordienti oltre al Confinental e al Bayngol squadra fondata dal mitico Paul Watson, già protagonista in Micronesia), sarà la vera e propria mina vangate di questa Premier League: l’allenatore olandese Pieter De Jongh infatti potrà contare oltre che su Ratto anche su altri quattro stranieri di grande interesse come i russi Artyom Drobyšev (ex FC Čita), Ilyan Kungurov (ex FC Baikal Irkutsk) e Mikhail Gandilyan e il marocchino Ghassane El Barhami (con esperienze passate in Francia, Germania, Cina, Maldive e Sri Lanka). Per l’occasione abbiamo intervistato in esclusiva proprio il nostro portabandiera, in questa sua avventura da pioniere del pallone, già alla sesta esperienza all’estero, dopo Svizzera, Malta, Panama, Nicaragua e Fiji. Giacomo Ratto, 29 anni, varesino, nella sua carriera vanta le giovanili del Varese e successivamente il passaggio al Gavirate. Nel 2010 varca il confine italosvizzero per firmare con l’AS Castello e successivamente con il Mendriso. Dal Canton Ticino il salto nel buio lo porta all’SK Victoria, campionato maltese, e poi ancora più lontano con, in sequenza, Tauro FC (Panama), UNAM Managua (Nicaragua) e Suva FC (Fiji), tre continenti. Ora arriva il quarto, con l’Asia e la Mongolia.Cosa ti ha spinto a questa particolare carriera da giramondo?Quello che mi ha spinto a guardare oltre ai confini del nostro paese è la voglia di emergere, di prendere in mano la mía vita, e fare della mía passione il mío lavoro. Tutto sta nel saper “guardare oltre” molto spesso pensiamo che il calcio sia solo Europa, ma esistono altri quattro continenti con campionati professionistici dove poter lavorare.Ora hai scelto la Mongolia. È vero che ci fu già un contatto qualche anno fa?Si è vero. Dicembre 2014, un agente di Singapore mi mandò un offerta del Khoromkhon per giocare l’AFC Cup. Parlai con il club nicaraguense e rescissi il contratto, rifiutai un’ offerta dal Costa Rica, dal Municipal Liberia accettai la proposta del Khoromkhon. Era un’occasione unica, il mio contratto era esclusivo per l’AFC Cup, era l’opportunità che aspettavo da una vita, giocare una competizione internazionale, l’equivalente della nostra Europa League. Purtroppo 2 giorni prima della partenza per tornare in Italia, l’agente mi comunicò che il Khoromkhon sarebbe stato escluso dall’AFC Cup 2015 e sarebbe entrato nel nuovo format del 2016. Mi trovai senza squadra, e senza tempo per sentire di recuperare in Costa Rica o Nicaragua, poiché stavo tornando in Italia.L’Ulaanbaatar City FC è una squadra di nuova formazione, cosa ti aspetti da questa prima stagione di Niislel League?Io ho firmato con L’Ulaanbaatar City FC, con un obiettivo chiaro. Vincere il titolo, quindi ciò che mi aspetto è di finire il campionato a ottobre alzando il titolo.Hai già conosciuto allenatore e compagni? Conosci già qualcosa del calcio mongolo?No i compagni non li conosco, so che ci sono tre russi e un marocchino e potrebbero arrivare nuovi stranieri. Si l’allenatore lo conosco, diciamo che è colui che ha fatto si che io firmassi in Mongolia. Pieter De Jongh lo contattai quando era allenatore Del Cape Town FC, gli mandai Curriculum e vídeo siccome ero interessato a giocare in Sud Africa, e dopo aver controllato mi disse che era interessato a me e mi avrebbe contattato. Nel frattempo firmò con l’Ulaanbaatar City, quindi mi propose questa nuova meta. Del calcio Mongolo conosco poco, sarà una scoperta continua, giorno per giorno.Articolo e intervista di Marco Bagozzi per www.opinione-pubblica.com. Leggi l'articolo completo. Bagozzi è autore del libro "Vincere con Gengis Khan", recensito da mongolia.it nella sezione Libri
11 aprile 2016    PRIMO PIANO
La Mongolia lancia
bond high yeld
La Mongolia torna sul mercato dei bond con una emissione high yield da 500 milioni di dollari (Usd). Fra i paesi emergenti del continente asiatico, le obbligazioni della Mongolia sono al momento quelle più redditizie (e rischiose). Lo si evince principalmente dal risultato del collocamento, via sindacato, del titolo di stato a cinque anni che, per essere sottoscritto dagli investitori istituzionali, ha dovuto offrire un alto rendimento, vicino al 11%, con rapporto di copertura abbastanza basso (780 milioni). Il bond della Mongolia è stato infatti collocato al prezzo di 99,99 con una cedola pari al 10,875% (codice ISIN US60937GAD88). L’obbligazione, il cui collocamento è stato curato da Credit Suisse, Deutsche Bank, ING Wholesale Banking London, JP Morgan, è quotata sulla borsa del Lussemburgo e negoziabile per importi minimi di 200.000 USD. Il rendimento del bond Mongolia 2021 riflette, al momento, le condizioni critiche delle finanze dello stato mongolo, travolto dalla crisi mineraria su cui si basa principalmente l’economia del paese. Solo due anni fa, la Mongolia riuscì a collocare alla pari bond per 500 milioni di dollari con cedola più dimezzata rispetto a oggi, ma il governo non era a corto di liquidità e l’export andava a gonfie vele. Anche il rating della Mongolia, B2 per Moody’s e B per Standard & Poor’s e Fitch, è peggiorato rispetto al 2013. (fonte investireoggi.it)
11 aprile 2016    PRIMO PIANO
Trovata nell'Altai mummia
con "scarpe da ginnastica"
Una scoperta straordinaria e nello stesso tempo curiosa. Nei monti Altai della Mongolia è stata rinvenuta una mummia risalente a 1.500 anni fa: si tratta di una donna che, ai piedi, indossa delle calzature (vedi foto) somiglianti a delle moderne scarpe da ginnastica. Ovviamente si tratta solo di un "effetto ottico", con la tomaia e i lacci di cuoio perfettamente conservati che ricordano questo tipo di calzatura. Il ricercatore mongolo B. Sukhbaatar del museo di Khovd ha dichiarato: "Questa mummia secondo noi appartiene a una donna perché non abbiamo trovato armi o frecce nella tomba. Ora il reperto sarà sottoposto a perizie meticolose per avere tutte le informazioni. Accanto allo scheletro mummificato sono stati trovati un cavallo, probabilmente sacrificato, una sella, delle briglia, una tazza di legno, degli attrezzi di ferro, un cuscino, una testa di pecora, una borsa e tessuti vari, compresi quattro cappotti di pelliccia". Il clima particolare dell'Altai, freddo e secco, ha consentito l'eccezionale conservazione della tomba.
Oltre 2mila minatori si sono riuniti ieri nella grande piazza della Libertà di Ulaan Baatar per chiedere le dimissioni del Parlamento e del governo mongolo. I dimostranti chiedono conto di un accordo da 5,4 miliardi di dollari con una compagnia anglo-australiana, che si è accaparrata i diritti di estrazione mineraria nella zona di Oyu Tolgoi. Si tratta dell’ennesimo contratto firmato dal governo con ditte straniere, e i minatori in piazza temono che la ricchezza del Paese sia “svenduta a prezzi da saldo”. I dimostranti sono guidati dall’ex lottatore e deputato dell’opposizione Battulga Khaltmaa. Ai giornalisti presenti, l’uomo ha detto: “Il nostro benessere è impacchettato e inviato fuori dal Paese. Dove va il denaro ricavato da queste vendite?”. Il politico ha riunito i piccoli partiti non allineati al governo e alcune organizzazioni della società civile in un gruppo chiamato “Ethical Mongol”, che si propone di “ristabilire l’equità economica” della nazione. Dopo decenni di economia stagnante, basata più che altro sulla pastorizia e incentrata sulla sussistenza, il Paese ha deciso di sfruttare le riserve e le ricchezze del sottosuolo: carbone e terre rare sono divenuti merce di scambio pregiata. Il 94% dell’intero Prodotto interno lordo viene dallo sfruttamento del sottosuolo, ma il rischio è che il mercato venga appaltato agli stranieri. Al momento, secondo Xinhua, il 90% delle esportazioni mongole finisce sul mercato cinese; inoltre, il 49% delle aziende operanti sul territorio nazionale è di proprietà cinese. Ecco perché, nonostante le rassicurazioni di Xi Jinping, una parte della popolazione inizia a temere l'egemonia politica e la penetrazione del Dragone. I dimostranti chiedono la revoca del mandato parlamentare e un rimpasto di governo. Le prossime elezioni politiche sono previste per giugno 2016, ma secondo il deputato democratico Erdenechimeg Luvsan “l’esecutivo sta già lavorando per far rieleggere quei parlamentari che hanno interessi nel campo minerario, in modo da garantire lo status quo”. (fonte Asianews)
30 marzo 2016    PRIMO PIANO
Festival dei cammelli,
spettacolo nel Gobi
Ogni anno, nel mese di marzo, nel deserto del Gobi, in Mongolia, si svolge il "Temeenii Bayar", il Festival dei cammelli che porta a Dalanzadgad, nella provincia di Umnugovi, una folla di appassionati da tutto il Paese. Una parata di due giorni di coloratissimi abiti tradizionali e cammelli, cavalcati dai rispettivi proprietari iscritti all'evento più atteso della rassegna: la corsa lunga 15 chilometri attraverso il deserto, a cui hanno partecipato quest'anno oltre un migliaio di persone. (fonte unionesarda.it)
Il Sole 24 Ore dedica un ampio servizio alla Mongolia, al suo inedito sviluppo economico e in particolare alla sua apertura al "made in Italy". L'articolo, di Rita Fatiguso, è corredato da grafici molto significativi sui trand mongoli, in particolare nel settore minerario, edile, delle infrastrutture e agroalimentare. Ecco un estratto del testo: "Questo è l’anno della verità per la Mongolia, una democrazia in evoluzione, stretta tra Cina e Russia, costretta a mettere in crisi il principio di neutralità permanente davanti alla necessità di attirare investimenti nel Paese. Il Governo di coalizione del dicembre 2014 è arrivato al capolinea nel luglio 2015, nel mese di giugno si terranno nuove elezioni, a ridosso del vertice Asem, la piattaforma di dialogo tra Europa e Asia in calendario a metà luglio a Ulanbataar, e con la disputa sulla strategica miniera di carbone Tavan Tolgoi ancora irrisolta. Finora già un centinaio di Paesi ha investito in Mongolia - si va dall’anglo-australiana Rio Tinto (miniere), ai costruttori giapponesi, ai gruppi tecnologici sud coreani, fino, nella moda, a Louis Vuitton (gruppo LVMH), primo marchio di lusso ad aprire un negozio ad Ulaanbatar. La Cina è la destinazione principale dell’export mongolo, la Russia il principale fornitore energetico, Cina e Russia totalizzano il 26% e 22% delle esportazioni. Ma il Governo mongolo è a caccia di nuovi arrivi, nel 2014 gli investimenti stranieri sono scesi a 850 milioni di dollari rispetto ai 4,4 miliardi del 2012. La crescita del 2015, secondo la Banca Mondiale, pari al 2,3%, è stata in calo rispetto al 7,8% dell’anno precedente. Il settore minerario la cui produzione è cresciuta del 30,3% a fine 2015 trainava la crescita economica, pari all’80% dell’export e al 22% delle entrate fiscali del Paese, nonostante l’altalena delle materie prime. La Mongolia ha registrato comunque un saldo attivo della bilancia commerciale di 18 milioni di dollari a fine 2015. Le esportazioni sono state nell’ultimo anno di pari a 426,60 milioni di euro, principalmente prodotti minerari e di origine animale e tessili (cashemire). Le importazioni, pari a 298,20 milioni, prodotti minerari, macchinari, apparecchi elettrici, veicoli e alimentari. L’Italia è quinta tra i Paesi destinatari dell’export della Mongolia, con una quota di mercato dell’1,3%; come fornitore si attesta invece al 12° posto, con una quota di mercato dello 0,6% a maggio 2015. La meccanica strumentale è la voce principale dell'export italiano nel Paese, seguita dalla moda e dai prodotti metallurgici. Le importazioni, pari a 25 milioni (+ 25%), in gran parte sono costituite da prodotti agricoli. Gli investimenti diretti italiani in Mongolia erano pari a 10 milioni a fine 2013. Tra le aziende più attive Barreca & La Varra, Ferretti International, Termigas, Brunello Cucinelli e Ermenegildo Zegna. Zegna è stato il primo marchio italiano ad aprire un negozio nella capitale mongola seguito da Armani, Terranova, Loro Piana si rifornisce di cashemire in Mongolia e qui ha un impianto per le prime lavorazioni della preziosa fibra, ci sono Damiani e Coccinelle. Selex ES (Finmeccanica), ha attivato progetti di cooperazione per la fornitura di infrastrutture e la creazione di smartcities oltre al settore sia civile che militare. 
Si chiama Asia-Europe Meeting, per gli amici Asem. È un incontro istituzionale che si svolge ogni biennio fra i Capi di Stato e i Governi di 53 Paesi dei due continenti per parlare di strategie comuni a tutto tondo. Nel 2014 l'ha ospitato Milano, quest'anno tocca a Ulaanbaatar. Così la Mongolia sarà per due giorni, il 15 e 16 luglio, al centro dell'attenzione mondiale. Tutto bene. Anzi no. Per organizzare questo evento, il Paese rischia di essere snaturato e i Mongoli di pagare un prezzo carissimo, senza contare le conseguenze per i visitatori stranieri. Ecco, in sintesi, l'elenco delle conseguenze di questa organizzazione: 1) la capitale sembra un grande cantiere, si costruiscono case nuove e signorili per ospitare i prestigiosi rappresentanti e altri edifici "di facciata", in un momento di gravissima crisi economica; 2) il Governo ha promulgato alcune leggi che, se da una parte sono dettate dal buon senso (divieto di sputare e di soffiarsi il naso per strada) dall'altra assomigliano più a un'imposizione "per fare bella figura"; 3) il Premier mongolo ha addirittura rivolto l'invito, che suona più come un obbligo, agli abitanti di Ulaanbaatar di lasciare la capitale durante la due giorni dell'Asem! Questo toglierebbe dalle strade il traffico che ora è caotico e darebbe un'immagine più "pulita" ma anche più falsa di Ub. Questa comunicazione non è piaciuta ai cittadini e anche personaggi della cultura locale si sono risentiti di questa richiesta, rispondendo ironicamente: "Stanno invitando i Mongoli a lasciare la Mongolia!". 4) Per motivi di sicurezza legati all'organizzazione dell'Asem nel 2016 è stato reintrodotto l'obbligo del visto sui passaporti, che era stato tolto solo due anni prima. Un'altra conseguenza nefasta per il turismo.  5) Con una decisione sconcertante e grottesca, il Naadam (la più importante celebrazione della cultura mongola per celebrare le gesta di Gengis Khan, che da secoli si svolge dall'11 al 13 luglio) viene spostata d'autorità al 15 luglio, per permettere agli "illustri" ospiti di poterla seguire in prima fila. Un vero scempio alle tradizioni, in nome di una finta immagine che nessuno, tanto meno gli stessi ospiti, vogliono vedere e conoscere. La Mongolia è la Mongolia ed è meravigliosa per questo. E non solo a Ulaanbaatar. (nella foto di Svetlana Kazina, una modella con abiti tradizionali sfila per Ulaanbaatar by night)
Il fotografo attivo a Los Angeles Sasha Leahovcenco e il suo amico e produttore Cale Glendening sono partiti per un viaggio in Mongolia per scoprire l’antichissima tradizione della caccia con l’aquila nella Mongolia occidentale. I due sono rimasti una settimana al fianco di un gruppo di addestratori di aquile dei Monti Altai capeggiati da Konki, un ex pastore che dopo la morte di suo padre, due anni fa, ha deciso di diventare cacciatore come lui per proseguire una tradizione che in questa zona si tramanda di padre in figlio. Ogni giorno la sveglia era alle sei del mattino nel paesaggio straordinario delle montagne mongole vicine al villaggio di Deluun, e dopo una colazione con Konki e suo cugino Onei, altri due cacciatori con le loro rispettive aquile arrivavano a cavallo dalle altre parti della montagna per unirsi alla caccia. Leahovcenco ha utilizzato una macchina fotografica Canon 5D Mark III, con un unico obiettivo, il Canon 24-70mm II, e un flash AlienBees B800. Le immagini che ha scattato mostrano tutta la bellezza di uno spettacolare paesaggio incontaminato e di uomini in profonda simbiosi con la natura, depositari di una tradizione che senza di loro potrebbe scomparire nel mondo contemporaneo. (fonte The Post Internazionale) Il servizio e le immagini
Buongiorno, mi chiamo Riccardo, ho 28 anni, e con alcuni amici ci siamo iscritti all'edizione 2016 del Mongolia Charity Rally. Il Charity Rally è una spedizione verso la Mongolia fatta per unire la beneficenza e lo spirito di avventura. Il nostro progetto è quello di comprare due macchine, partire il 9 luglio da Bruxelles, e attraversare i quasi 14mila km che ci dividono da Ulan Bator. Una volta arrivati sul posto, i veicoli (un pick up e un mezzo per il trasporto di persone disabili) saranno donati a GoHelp, l'associazione organizzatrice del rally, per essere distribuiti sul territorio o utilizzati per progetti benefici. In più, abbiamo deciso di donare tutti i soldi aggiuntivi che raccoglieremo ad un'associazione che si occupa di persone con disabilità medio-gravi. Abbiamo un sito, www.phigamma.org, una pagina facebook, e un crowdfunding appena aperto. Da soli copriremo tutte le spese di viaggio, e ci stiamo sforzando di trovare gli sponsor per le macchine: un po' di visibilità e di sponsor in più potrebbero rendere questo progetto ancora più bello. Ci chiedevamo se vi farebbe piacere accompagnarci e sostenerci attraverso il vostro bellissimo sito: qualche contatto, ma anche solo una vostra menzione o articolo avrebbero davvero il potere di rendere la nostra piccola sfida un momento bello ed importante. Vi ringrazio moltissimo per l'attenzione. Spero di avere vostre notizie! Un caro saluto, Riccardomongolia.it: Buongiorno Riccardo, grazie per averci scritto e complimenti per la vostra iniziativa tra avventura e solidarietà. Certamente mongolia.it seguirà la vostra esperienza, attraverso news e altre segnalazioni, anche “in corsa”. Lanciamo anche un appello per chi volesse sostenere questo vostro importante progetto. Per quanto riguarda gli aiuti umanitari, tenete presente anche il contatto dei Missionari della Consolata di Arvaikheer, affidati a padre Giorgio Marengo. Loro sono davvero meravigliosi nell’aiutare concretamente la popolazione della Mongolia. (nella foto, alcuni bambini di Arvaikheer) Ciao Riccardo e Ciao Federico!Scusate il ritardo, ma adesso ci sono, prima di riscomparire fino a Pasqua, che per noi rappresenta il momento piu' intenso dell'anno. Intanto ringrazio Federico, sempre troppo generoso con noi; speriamo di vederti di nuovo alla missione prossimamente. Vi faccio gli auguri, Riccardo, per la riuscita del vostro progetto; ovviamente siete i benvenuti ad Arvaiheer, quando passerete di qui. Grazie per il pensiero di portare del materiale didattico per i nostri bambini: è sempre gradito e utile, sempre che non vi sia di troppo impiccio. Se vuoi, puoi consultare il nostro sito www.consolatamissionmongolia.net, gentilmente segnalato anche da Federico sul suo. Restiamo in contatto. Buon tutto a tutti, Padre Giorgio
I deputati mongoli hanno approvato una modifica alla legge sulla salute pubblica che vieta di soffiarsi il naso e sputare in pubblico e in strada. La pena prevista è una multa di 5mila tugrik (2,23 euro), che rappresenta una notevole somma per un cittadino mongolo medio. Sarà compito dei volontari, attivisti e pattuglie della polizia far applicare e rispettare la legge. Secondo i mass media locali, il divieto è stato introdotto in prossimità del vertice euroasiatico ASEM, con la partecipazione di delegazioni di oltre 50 paesi, che si svolgerà in Mongolia nel luglio prossimo. (fonte rainews)
Nuovo sito per i Missionari della Consolata, con cui mongolia.it collabora da molti anni, seguendo e appoggiando le loro ammirevoli iniziative umanitarie. Questo il nuovo indirizzo: www.consolatamissionmongolia.net. La missione, affidata a padre Giorgio Marengo e padre Ernesto Viscardi, opera da 13 anni ad Arvaikheer, capoluogo della regione dell'Uvurkhangai, in prossimità del deserto del Gobi e non lontano da Karakorum, l'antica capitale dell'Impero mongolo di Gengis Khan. Ecco il "chi siamo" del nuovo sito: "Come missionari e missionarie della Consolata siamo presenti in Mongolia sin dal 2003. Uomini e donne consacrati, provenienti da diversi paesi, lavoriamo insieme cercando di vivere la missione nella semplicità in comunione di fede e di vita. Serviamo la Chiesa nascente della Mongolia annunciando il Vangelo a quanti non lo conoscono, in dialogo con i credenti di altre religioni e cercando di essere una presenza di consolazione tra i più bisognosi. Cercando di vivere in fedeltà gli insegnamenti del nostro Fondatore, il beato Giuseppe Allamano, facciamo della preghiera il centro della nostra vita personale e comunitaria. La realtà di questa missione ci sfida a vivere in un atteggiamento di conversione permanente che ci apre a Dio e agli altri".
Un video molto interessante proposto da www.internazionale.it ci racconta la giornata di Tamiraa, una giovane ingegnera civile di Ulaanbaatar. È l'occasione per vedere come sta crescendo la capitale della Mongolia, grazie anche ai nuovi professionisti come Tamiraa che cercano di affrontare la richiesta sempre maggiore di abitazioni a Ulaanbaatar senza però snaturare la cultura locale e cercando il migliore impatto possibile sulla città. “Gli ingegneri civili - afferma Tamiraa - hanno un ruolo cruciale nei paesi in via di sviluppo. Contribuiscono a rendere la città più bella e a dare una casa a migliaia di persone. Sono orgogliosa di aiutare la mia città a diventare un posto migliore”. Il video fa parte di una serie dedicata a grandi lavori nel mondo proposta da "School of life", fondata dal filosofo e conduttore televisivo Alain de Botton. De Botton si occupa di cultura e storia del pensiero sottolineando il loro valore per la vita quotidiana. Il suo ultimo libro pubblicato in Italia è "L’arte come terapia". Guarda il video 
19 febbraio 2016    PRIMO PIANO
Abolizione pena di morte,
la Mongolia diventa esempio
La Comunità di Sant’Egidio riunisce il 22 febbraio alla Camera dei Deputati 30 ministri della giustizia di Paesi sia abolizionisti che mantenitori della pena di morte. È il nono congresso di rappresentanti di ogni continente si riuniscono per discutere delle prospettive di abolizione in uno spazio in cui, nello spirito di dialogo che è la cifra delle iniziative della Comunità, si esaminano i percorsi possibili e realisti per una gestione più umana della giustizia. In ordine di tempo, l’ultimo Paese ad avere abolito la pena di morte è stata la Mongolia, lo scorso 4 dicembre, anche grazie a questo paziente lavoro. Il 22 e 23 febbraio il Segretario di Stato per la Giustizia della Mongolia sarà a Roma. Alcuni dei colleghi che troverà nella capitale italiana (El Salvador, Rwanda, Timor Est, Togo) hanno già abolito la pena capitale da tempo; altri (Repubblica Centrafricana, Mali, Sierra Leone, Sri Lanka) hanno sospeso le esecuzioni e aderito alla moratoria approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite; altri ancora, come il Vietnam e la Somalia, mantengono la pena di morte. (fonte onuitalia.com)
18 febbraio 2016    SPORT
Calcio, il romano Lopez
allenerà la Mongolia
Ci potrebbe essere ancora l’Asia nel futuro di Fabio Lopez. L’allenatore romano, che ha già lavorato in Indonesia, Malesia e Bangladesh, partecipando con quest’ultima selezione alle gare di qualificazione al Mondiale brasiliano, è in trattativa per guidare la nazionale della Mongolia. I dirigenti della Federazione di Ulan Bator sono rimasti impressionati dalle metodologie di lavoro di Lopez, in particolare quelle legate alla retroguardia: con il debolissimo Bangladesh è riuscito a non prendere gol per un tempo intero contro la forte Australia, ricevendo i complimenti del commissario tecnico dei ‘Socceroos’, Ange Postecoglou, qui con lui nella fotografia scattata in occasione del match di Dacca. (fonte gazzettadiparma.it) 
16 febbraio 2016    PRIMO PIANO
Da Revenant alla Mongolia,
nuova avventura di DiCaprio
Leonardo DiCaprio, dopo aver vissuto i tormenti del freddo glaciale e della neve in "Revenant", film per cui è candidato all’Oscar, sembra averci preso gusto, tanto che ha deciso di affrontare un viaggio di sopravvivenza nelle lande dell’immensa Mongolia. Si dice già in giro che Leonardo DiCaprio abbia pagato la considerevole somma di 95.000 dollari per provare l’ebbrezza di 10 giorni di sopravvivenza nella vita reale. Ma non viaggerà da solo, con lui ci sarà Johan Ernst Nilson, un navigato esploratore svedese, che ha detto che spingerà l’attore fino al suo limite di sopportazione. Non si tratta però soltanto di stenti e sofferenza, la gita è organizzata intorno al Lago Hovsgol, uno dei luoghi più suggestivi delle terre selvagge dell’antica terra di Gengis Khan, soprannominato la Perla Blu scuro della Mongolia. Leonardo DiCaprio però ha assicurato che il suo viaggio non sarà soltanto di piacere, infatti lo ha prenotato con la sua offerta ad un’asta di beneficenza per le star, organizzata dalla Fondazione americana per la ricerca sull’AIDS. Oltre al Lago Hovsgol e dintorni, l’esplorazione comprende lunghe cavalcate, la caccia con il falco, sempre a cavallo, e quindi anche tiro con l’arco. Le notti trascorreranno all’interno di una yurta, le tipiche abitazioni mobili dei popoli delle steppe. Lui e Johan Ernst Nilson divideranno i pasti con una famiglia nomade come parte dell’escursione, ma avranno con sé anche un cuoco e delle guide locali per aiutarli a sentirsi a proprio agio durante le fatiche del viaggio. “Quando faccio questi viaggi, tiro la gente fuori dalla loro zona di comfort in termini di viaggio interiore e gli faccio fare cose che normalmente non farebbero” spiega Nilson. “Se spingi oltre il tuo limite, la ricompensa sarà molto più alta. Sarà sorprendente”. Leonardo DiCaprio ha già parlato ampiamente ai microfoni dei momenti difficili che ha dovuto sopportare durante le riprese di Revenant in condizioni davvero estreme, al gelo del Canada e dell’Argentina. “Posso nominare 30 o 40 sequenze nelle quali c’erano alcune delle cose più difficili con cui ho mai avuto a che fare. Che si tratti di andare dentro e fuori da fiumi gelati, o dormire in carcasse di animali, o roba che ho mangiato sul set“ (fonte graffitiblog.it). Visitare la Mongolia, aggiungiamo noi, è sicuramente avventuroso ma molto più semplice e piacevole di quanto annunciato da DiCaprio. Ed è un'esperienza alla portata di tutti, non solo di star del cinema che "hanno dormito nelle carcasse di animali", disposte a pagare cifre pazzesche e del tutto ingiustificate. Parola di mongolia.it
8 febbraio 2016    CULTURA
Auguri, Mongolia!
Buon anno della scimmia
Buono Tsagaan Sar a tutti dalla redazione di mongolia.it! Secondo il calendario lunare mongolo, lasciamo l'anno della pecora per entrare in quello della scimmia. Per vivere le magie della Mongolia in inverno, lasciamo spazio a uno splendido ed evocativo video musicale che è anche il nostro modo di estendere a tutti i migliori auguri! Vai al video
31 gennaio 2016    PRIMO PIANO
Il diario del Gengis Van
tutto avventura e generosità
Un nuovo contributo si aggiunge ai nostri Diari. È quello del team Gengis Van, composto da quattro giovani avventurosi, Manlio, Luca, Lorenzo e Marco, che hanno affrontato e portato a termine una vera e propria missione: il Mongolia Charity Rally, massacrante corsa automobilistica non competitiva, organizzata dalla onlus inglese Go Help. Non è stato un viaggio semplice, ma ha arricchito profondamente i protagonisti che in 40 giorni hanno attraversato 16.00 chilometri e 11 Paesi, partendo da Roma e arrivando a Ulaanbaatar. Ma è stata anche e soprattutto un'esperienza a scopo benefico, perché i protagonisti del Gengis Van hanno donato 1.300 euro per contribuire all’acquisto del lotto di terreno dove sorgerà la seconda Book House della capitale mongola, un luogo di apprendimento e di svago per i bambini nonché un punto di incontro e di confronto per gli adulti. Inoltre i "magnifici 4" hanno donato alla popolazione locale un pick-up TATA Telcoline 2000cc anno 2006 in perfette condizioni. Infine, è stata aperta, anche attraverso mongolia.it, un'iniziativa di solidarietà nei confronti di Mariam, una piccola nomade della Mongolia che deve essere curata dopo aver subito un grave danno alle manine a causa di una stufa. Il racconto di questa avventura di Marco Scicchitano e le immagini di Lorenzo Monacelli si possono vedere nella nostra sezione Diari.
17 gennaio 2016    PRIMO PIANO
Mongolia nella top ten
delle destinazioni etiche
La Mongolia è nella top ten delle destinazioni più etiche al mondo per quanto riguarda la natura. Per l'unicità dei suoi paesaggi, l'attenzione per la salvaguardia del patrimonio naturale, la tutela degli animali, oltre ai diritti umani e il welfare, la Mongolia ha conquistato l'Ethical Destinations Awards. Un motivo in più per scoprire questo straordinario "ultimo paradiso dei nomadi guerrieri". Il primo posto assoluto lo conquista Capo Verde davanti a Dominica e Grenada; a seguire la Micronesia e, prima fra i Paesi asiatici, la Mongolia, davanti a Panama, Samoa, Tonga, Tuvalu e Uruguay (foto Papapan).
7 gennaio 2016    SOLIDARIETA'
Aiuti umanitari dal Consolato
della Mongolia di Prato
In occasione delle festività natalizie, si è svolta la consegna di generi alimentari, promossa dal Consolato onorario di Mongolia a Prato e supportata dall'Ufficio Regionale Attività di emergenze della Croce Rossa Italiana della Toscana e dalla delegazione provinciale dell'Ordine Costantiniano di san Giorgio. I generi alimentari sono stati donati a favore della Congregazione delle Suore domenicane del Santo Rosario di Iolo, alla parrocchia di Santa Maria delle Carceri, alla Croce Rossa comitato locale di Vernio e alla Misericordia Toscana, alla mensa La Pira, alla Croce d’Oro la quale, a sua volta, ha donato i generi alimentari ai bambini del campo nomadi di viale Marconi. Presenti alla consegna degli alimenti il console onorario di Mongolia Piero Bardazzi (nella foto) e in rappresentanza della delegazione regionale per la Croce Rossa e dell'ordine Costantiniano di San Giorgio Umberto Colaone e Massimo Illiano che hanno provveduto alla consegna. Si tratta di un atto di carità e di sostegno alle fasce più deboli della popolazione che il Consolato onorario della Mongolia fa ogni anno. (fonte Il Tirreno, edizione Prato)
1 gennaio 2016    AMBIENTE
La magia della Mongolia
vista dal satellite
Cominciamo il 2016 con una splendida immagine satellitare della Mongolia acquisita da Sentinel 2-A per la serie Earth from Space Video Programme e pubblicata da www.esa.int, in collaborazione con la rivista Geomedia. Nella parte bassa dell'immagine si può riconoscere il sistema montuoso di Baga Bogd, la cui cima più alta raggiunge i 3.600 metri. Come spiegato da Esa, la chiarezza delle immagini ottenute con il sensore multispettrale ad alta risoluzione di Sentinel-2A consente di rivelare spettacolari modelli di erosione, dove il suolo eroso, con l'aiuto delle piogge, viene trasportato dai crinali montuosi verso i territori più a valle. Nella parte in alto a destra dell'immagine si può individuare molto distintamente un bacino acquifero: si tratta del lago Taatsiin Tsagaan, uno dei quattro laghi salati che formano la cosiddetta Valle dei Laghi. L'8 aprile 1998 la Mongolia ha sottoscritto la Convenzione di Ramsar, trattato che identifica le Regioni Umide di Importanza Internazionale. La profondità del lago e l'alta concentrazione di sale conferiscono all'acqua un colore turchese vivo. In orbita dal 23 giugno 2015, Sentinel-2A è un satellite in orbita polare per misurazioni ad alta risoluzione per il monitoraggio del territorio, in grado di fornire immagini delle coperture di vegetazione, terreno ed acqua, dei corsi d'acqua interni e delle zone costiere.
26 novembre 2015    PRIMO PIANO
Dal 1° gennaio 2016
torna l'obbligo del visto
Buone e cattive notizie dal fronte Italia-Mongolia. Com'è consuetudine, cominciamo da quelle "cattive". Dal 1° gennaio 2016 torna l'obbligo del visto sui passaporti dei cittadini italiani che si recano in Mongolia. È una misura di sicurezza legata, non solo alla minaccia globale del terrorismo, ma anche allo svolgimento dell'Asem, il summit Europa-Asia che si terrà proprio a Ulaanbaatar nel 2016 e che richiede un innalzamento del margine di sicurezza. È probabile però, come ha anticipato l'Ambasciatore Shijeekhuu Odonbaatar in un incontro a Roma con Alberto e Chiara Colombo (collaboratori di mongolia.it e in rappresentanza di Associm), che l'obbligo del visto potrà essere di nuovo cancellato dal 2017. Intanto però l'unico modo per ottenerlo è attraverso l'Ambasciata della Mongolia a Roma, via Bellini 4, telefono 06 8540536, email italy@mfa.gov.mn. Le buone notizie sono legate all'anticipazione del Ministro Gentiloni che ha annunciato la prossima apertura di un'Ambasciata italiana a Ulaanbaatar. Al momento il riferimento è quella cinese di Pechino. Nella foto (di Ennio Cusano), l'Ambasciatore Odonbaatar Vai al sito dell'Ambasciata della Mongolia a Roma